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Traferty del Pd in Romagna: Schelin a Forli con la segreteria e kermesse Bonaccini a Cesena

Traferty del Pd in Romagna: Schelin a Forli con la segreteria e kermesse Bonaccini a CesenaRoma, 16 lug. (askanews) – Si terrà domani, lunedì 17 luglio, a Forlì, alle 12,45, la segreteria del Partito democratico. La segreteria sarà preceduta alle 10,30 da un incontro della segretaria Elly Schlein e di tutte e tutti i componenti con il sindaco di Modigliana, provincia di Forlì Cesena, al municipio di via Giuseppe Garibaldi 63. La segreteria si recherà poi in una delle zone franate nella recente alluvione. Alle 12,45 a Forlì avrà inizio la riunione della segreteria al circolo Bussecchio via Cerchia 98. Alle 14 infine, sempre al circolo Bussecchio ci sarà l’incontro con sindaci, segretari provinciali, amministratori, consiglieri regionali e parlamentari pd.

E’ la terza volta dalla sua elezione che Schlein riunisce il vertice esecutivo del Pd lontano dal Nazareno a Roma, come da lei stessa annunciato al momento del suo insediamento. La prima riunione in trasferta è stata quella di insediamento della nuova segreteria a Riano, dove fu ritrovato il cadavere di Giacomo Matteotti ucciso dalle squadracce fasciste. A segnalare la vocazione socialista e antifascista dei dem targati Schlein. La seconda riunione in trasferta si è tenuta a Ventotene, isola del confino di Altiero Spinelli e patria del suo “Manifesto” per l’Europa unita, a segnare la vocazione europeista liberal-progressista dei dem. Domani sarà quindi la volta della Romagna alluvionata, territorio cuore dell’elettorato dem, ferito dal flagello maltempo. Regione natale di Romano Prodi, residenza della stessa segretaria Schlein e governata dal presidente dem Stefano Bonaccini.

Il quale Bonaccini, leader della minoranza interna al partito dopo la sconfitta subita da Schlein alle primarie da lui vinte nei Circoli e perdute ai gazebo, questa stessa settimana, -venerdì e sabato a Cesena- organizza una due giorni di riflessione su stato di salute e azione politica del Pd. Qualcuno ha parlato di un primo passo verso la costitituzione d un correntone di minoranza dem. Sabato a Cesena, prima delle conclusioni di Bonaccini, a parlare saranno la stessa Schlein. E Romano Prodi: padre nobile dei dem e del centrosinistra e da sempre uomo cerniera fra Schlein e Bonaccini.

Meloni: turismo e cultura nostra benzina, sforzo per valorizzarli

Meloni: turismo e cultura nostra benzina, sforzo per valorizzarliRoma, 16 lug. (askanews) – “Turismo e cultura sono sicuramente la nostra benzina più produttiva, il punto è riuscire a metterli a disposizione in maniera semplice e comoda a turisti che oggi hanno pretese legittimimanente sempre più alte. C’è una competitività nel mondo che si fa strada su cui l’Italia non può rimanere indietro adagiandosi sul grande patrimonio che ha. Dobbiamo riuscire a legare il patrimonio a un’offerta sempre più ampia, semplice e apprezzata. Questo è il grande sforzo che stiamo cercando di fare”. Lo ha detto la presidente del Consiglio Giorgia Meloni, parlando a Pompei in occasione del viaggio inaugurale del primo Frecciarossa diretto da Roma.

Oggi Meloni a Pompei, poi a Tunisi con von der Leyen e Rutte

Oggi Meloni a Pompei, poi a Tunisi con von der Leyen e RutteRoma, 16 lug. (askanews) – La presidente del Consiglio Giorgia Meloni arriva questa mattina a Pompei per il viaggio inaugurale del primo treno Frecciarossa diretto tra Roma e Pompei. Meloni è salita sul treno alla stazione Termini insieme al ministro della Cultura Gennaro Sangiuliano e all’amministratore delegato del Gruppo FS Luigi Ferraris.

Subito dopo la premier volerà a Tunisi, per una nuova missione con la presidente della Commissione Ue Ursula von der Leyen e il primo ministro olandese Mark Rutte. I tre vedranno nuovamente il presidente Kais Saied dopo la visita dello scorso 11 giugno in cui Bruxelles aveva proposto un pacchetto di aiuti (150 mln a sostegno del bilancio tunisino e 105 milioni come supporto al controllo delle frontiere) su cui era stato avviato un negoziato. L’obiettivo iniziale era di firmare un memorandum d’intesa entro lo scorso Consiglio europeo del 29 e 30 giugno ma c’è stato uno slittamento. L’accordo, secondo quanto riferito da fonti europee, potrebbe essere siglato oggi. L’intesa con l’Europa, nelle intenzioni di Bruxelles e Meloni, dovrebbe anche facilitare lo sblocco del finanziamento Fmi da 1,9 miliardi al momento incagliato, anche se in questo caso la trattativa è tutta in salita.

Trasferta Pd in Romagna: Schelin a Forli con segreteria, kermesse Bonaccini a Cesena

Trasferta Pd in Romagna: Schelin a Forli con segreteria, kermesse Bonaccini a CesenaRoma, 16 lug. (askanews) – Si terrà domani, lunedì 17 luglio, a Forlì, alle 12,45, la segreteria del partito democratico. la segreteria sarà preceduta alle 10,30 da un incontro della segretaria Elly Schlein e di tutte e tutti i componenti con il sindaco di Modigliana, provincia di Forlì Cesena, al municipio di via Giuseppe Garibaldi 63. La segreteria si recherà poi in una delle zone franate nella recente alluvione. alle 12,45 a Forlì avrà inizio la riunione della segreteria al circolo Bussecchio via cerchia 98. Alle 14 infine, sempre al circolo Bussecchio ci sarà l’incontro con sindaci, segretari provinciali, amministratori, consiglieri regionali e parlamentari pd.

E’ la terza volta dalla sua elezione che Schlein riunisce il vertice esecutivo del Pd lontano dal Nazareno a Roma, come da lei stessa annunciato al momento del suo insediamento. La prima riunione in trasferta è stata quella di insediamento della nuova segreteria a Riano, dove fu ritrovato il cadavere di Giacomo Matteotti ucciso dalle squadracce fasciste. A segnalare la vocazione socialista e antifascista dei dem targati Schlein. La seconda riunione in trasferta si è tenuta a Ventotene, isola del confino di Altiero Spinelli e patria del suo “Manifesto” per l’Europa unita, a segnare la vocazione europeista liberal-progressista dei dem. Domani sarà quindi la volta della Romagna alluvionata, territorio cuore dell’elettorato dem, ferito dal flagello maltempo. Regione natale di Romano Prodi, residenza della stessa segretaria Schlein e governata dal presidente dem Stefano Bonaccini.

Il quale Bonaccini, leader della minoranza interna al partito dopo la sconfitta subita da Schlein alle primarie da lui vinte nei Circoli e perdute ai gazebo, questa stessa settimana, -venerdì e sabato a Cesena- organizza una due giorni di riflessione su stato di salute e azione politica del Pd. Qualcuno ha parlato di un primo passo verso la costitituzione d un correntone di minoranza dem. Sabato a Cesena, prima delle conclusioni di Bonaccini, a parlare saranno la stessa Schlein. E Romano Prodi: padre nobile dei dem e del centrosinistra e da sempre uomo cerniera fra Schlein e Bonaccini.

Con Tajani segretario di Forza Italia si apre l’era post Cav (con la benedizione dei figli)

Con Tajani segretario di Forza Italia si apre l’era post Cav (con la benedizione dei figli)Roma, 15 lug. (askanews) – Ci sono due lettere. Una è quella che Antonio Tajani condivide con tutta la platea e nella quale i figli di Silvio Berlusconi chiedono a Forza Italia di “continuare a far vivere gli ideali di libertà, di progresso e di democrazia” del padre. L’altra è quella che hanno inviato personalmente al ministro degli Esteri. Non è dato sapere se in quella missiva ci sia alcun cenno ai 90 milioni di debiti del partito nei confronti del fondatore che sono finiti nell’asse ereditario insieme al resto del patrimonio. Il contenuto – si limiterà a dire Tajani- era di “incoraggiamento” ma resta “riservato”. Tanto basta però a suonare come una benedizione della ‘famiglia’ verso colui che il destino ha reso il successore del leader che successori non ha mai voluto.

Dunque, il primo giorno ufficiale dell’era post Cavaliere è questo rovente 15 luglio, al Parco dei Principi di Roma, in cui il Consiglio nazionale mette in mano ad Antonio Tajani le redini di Forza Italia. Non presidente perché di quello – dice – ce n’è e ce ne sarà sempre e solo uno, piuttosto segretario con tanto di modifica dello statuto. “E’ una decisione che ho preso io e che oggi ho condiviso con gli altri dirigenti”, racconta. E’ l’inizio della strada che porterà a quel congresso che ha deciso di far celebrare prima delle elezioni Europee anche per “rinforzare le idee e chiamare alla mobilitazione”. Insomma, per cercare di tenere alta l’attenzione su un partito che senza colui che l’ha creato deve andarsi a cercare tutti i voti necessari a raggiungere quella soglia del 4% che nelle elezioni per Strasburgo vuol dire sopravvivenza. Di fatto, la dote che Marina si è impegnata a lasciare a Giorgia Meloni per aiutare la stabilità del suo esecutivo. Per questo il vice premier non esclude la possibilità di presentarsi capolista. “Non mi sono mai tirato indietro”, risponde.

Il rischio di celebrare un congresso prima del voto di giugno prossimo, ovviamente, è che Forza Italia ci arrivi in balia di una lotta intestina che al momento si nasconde dietro una opportunistica unità di facciata ma che potrebbe sfociare in una sfida tra candidati per la guida del partito. Una possibilità che la minoranza interna ha già cominciato a ventilare ma verso la quale Tajani non mostra alcuna preoccupazione: benvengano – dice – anche perché il problema non sono i “pennacchi” ma “prendere voti”. Non è però questo il giorno delle incognite e delle frizioni, chi avrebbe qualcosa da ridire sceglie il silenzio anche perché Tajani si impegna formalmente a tenere conto del contributo di tutti e a dare spazio alle idee.

Nessuno scontro ma nemmeno enfasi, con l’eccezione delle sincere lacrime del neo segretario alla fine del suo intervento. Anzi, la liturgia si consuma rapidamente nel giro di un paio d’ore con evidenti inciampi di percorso dovuti alla scarsa confidenza nei confronti delle regole scritte per un partito abituato a decisioni prese con la semplice imposizione della mano del leader. Succede ad esempio che l’inno di Forza Italia, lo stesso che per prassi annunciava l’arrivo di Berlusconi, parta a caso senza sancire nemmeno l’inizio della riunione. O che i venti e passa interventi previsti dopo quello del segretario vengano rapidamente cancellati perché tanto “ci ritroviamo nel bellissimo discorso di Antonio”. Non ci saranno vice, perché nessuna regola lo prevede e il comitato di presidenza diventerà segreteria nazionale. “Ora dobbiamo stare attenti ad attenerci rigorosamente allo statuto, non voglio mica finire come Conte…” confida ai giornalisti Tajani.

Insieme alla benedizione della famiglia, il ministro degli Esteri si porta a casa anche quella del presidente del Ppe, Manfred Weber. “Il leader – dice – è qualcuno che capisce i problemi, che parla con tutti e poi prende le decisioni e per me Antonio Tajani è questo leader”. Grande assente annunciata, l’ultima compagna di Silvio Berlusconi, Marta Fascina, che, a differenza di altre occasioni, non viene mai pubblicamente nominata né ringraziata. “In politica contano i voti, non i ruoli”, dice il neo segretario.

Fi, Tajani segretario apre era post Cav (con benedizione figli)

Fi, Tajani segretario apre era post Cav (con benedizione figli)Roma, 15 lug. (askanews) – Ci sono due lettere. Una è quella che Antonio Tajani condivide con tutta la platea e nella quale i figli di Silvio Berlusconi chiedono a Forza Italia di “continuare a far vivere gli ideali di libertà, di progresso e di democrazia” del padre. L’altra è quella che hanno inviato personalmente al ministro degli Esteri. Non è dato sapere se in quella missiva ci sia alcun cenno ai 90 milioni di debiti del partito nei confronti del fondatore che sono finiti nell’asse ereditario insieme al resto del patrimonio. Il contenuto – si limiterà a dire Tajani- era di “incoraggiamento” ma resta “riservato”. Tanto basta però a suonare come una benedizione della ‘famiglia’ verso colui che il destino ha reso il successore del leader che successori non ha mai voluto.

Dunque, il primo giorno ufficiale dell’era post Cavaliere è questo rovente 15 luglio, al Parco dei Principi di Roma, in cui il Consiglio nazionale mette in mano ad Antonio Tajani le redini di Forza Italia. Non presidente perché di quello – dice – ce n’è e ce ne sarà sempre e solo uno, piuttosto segretario con tanto di modifica dello statuto. “E’ una decisione che ho preso io e che oggi ho condiviso con gli altri dirigenti”, racconta. E’ l’inizio della strada che porterà a quel congresso che ha deciso di far celebrare prima delle elezioni Europee anche per “rinforzare le idee e chiamare alla mobilitazione”. Insomma, per cercare di tenere alta l’attenzione su un partito che senza colui che l’ha creato deve andarsi a cercare tutti i voti necessari a raggiungere quella soglia del 4% che nelle elezioni per Strasburgo vuol dire sopravvivenza. Di fatto, la dote che Marina si è impegnata a lasciare a Giorgia Meloni per aiutare la stabilità del suo esecutivo. Per questo il vice premier non esclude la possibilità di presentarsi capolista. “Non mi sono mai tirato indietro”, risponde.

Il rischio di celebrare un congresso prima del voto di giugno prossimo, ovviamente, è che Forza Italia ci arrivi in balia di una lotta intestina che al momento si nasconde dietro una opportunistica unità di facciata ma che potrebbe sfociare in una sfida tra candidati per la guida del partito. Una possibilità che la minoranza interna ha già cominciato a ventilare ma verso la quale Tajani non mostra alcuna preoccupazione: benvengano – dice – anche perché il problema non sono i “pennacchi” ma “prendere voti”. Non è però questo il giorno delle incognite e delle frizioni, chi avrebbe qualcosa da ridire sceglie il silenzio anche perché Tajani si impegna formalmente a tenere conto del contributo di tutti e a dare spazio alle idee.

Nessuno scontro ma nemmeno enfasi, con l’eccezione delle sincere lacrime del neo segretario alla fine del suo intervento. Anzi, la liturgia si consuma rapidamente nel giro di un paio d’ore con evidenti inciampi di percorso dovuti alla scarsa confidenza nei confronti delle regole scritte per un partito abituato a decisioni prese con la semplice imposizione della mano del leader. Succede ad esempio che l’inno di Forza Italia, lo stesso che per prassi annunciava l’arrivo di Berlusconi, parta a caso senza sancire nemmeno l’inizio della riunione. O che i venti e passa interventi previsti dopo quello del segretario vengano rapidamente cancellati perché tanto “ci ritroviamo nel bellissimo discorso di Antonio”. Non ci saranno vice, perché nessuna regola lo prevede e il comitato di presidenza diventerà segreteria nazionale. “Ora dobbiamo stare attenti ad attenerci rigorosamente allo statuto, non voglio mica finire come Conte…” confida ai giornalisti Tajani.

Insieme alla benedizione della famiglia, il ministro degli Esteri si porta a casa anche quella del presidente del Ppe, Manfred Weber. “Il leader – dice – è qualcuno che capisce i problemi, che parla con tutti e poi prende le decisioni e per me Antonio Tajani è questo leader”. Grande assente annunciata, l’ultima compagna di Silvio Berlusconi, Marta Fascina, che, a differenza di altre occasioni, non viene mai pubblicamente nominata né ringraziata. “In politica contano i voti, non i ruoli”, dice il neo segretario.

Schlein dice a Meloni: non si governa contro gli italiani ma con gli italiani

Schlein dice a Meloni: non si governa contro gli italiani ma con gli italianiNapoli , 15 lug. (askanews) – “A Giorgia Meloni vorrei dire una cosa da qui: non si governa contro gli italiani, ma si governa per gli italiani, non si governo contro il Sud, ma si governa per il Sud. Per Pasquale di 14 anni che viene da un contesto difficile, per l’Italia tutta intera, che è una e indivisibile”. A dirlo è la segretaria del PD Elly Schlein durante il suo intervento ad un iniziativa del partito a Napoli. Poi, a proposito del salario minimo, la segretaria Pd ha detto che “un governo che rende più ricattabili lavoratori e lavoratrici con quella provocazione di quel decreto approvato il primo maggio che aumenta la precarietà e la libertà. Noi lo sappiamo e l’abbiamo detto, il Governo non può girare dall’altra parte la faccia”. “L’Istat dice che ci sono tre milioni di lavoratori e lavoratrici poveri. È di questo che si dovrebbe occupare invece che pensare tutti i giorni ai casini giudiziari dei propri ministri e sottosegretari. Approvi con noi la proposta di salario minimo” conclude la segretaria Dem.

Tajani: su concorso esterno Nordio impeccabile, ma ne discuteremo

Tajani: su concorso esterno Nordio impeccabile, ma ne discuteremoRoma, 15 lug. (askanews) – “Una cosa è il diritto, una cosa è la strumentalizzazione del diritto. Nordio dice una cosa secondo me dal punto di vista giuridico impeccabile: non si può essere mezzi mafiosi, o lo si è o non lo si è. Lui ha fatto l’esempio delle Brigate rosse, il fiancheggiatore è un brigatista, è lo stesso discorso”. Lo ha detto il neo eletto segretario di Forza Italia, Antonio Tajani, rispondendo ai giornalisti a margine del Consiglio nazionale.

“Io – ha aggiunto – non ho mai parlato di urgenza, mi hanno fatto una domanda dal punto di vista giuridico e io ho risposto dal punto di vista giuridico. Poi decideremo tutti assieme come fare la riforma. Le proposte partono dal Consiglio dei ministri, ne discuteremo in Consiglio dei ministri, le forze del centrodestra faranno un’analisi e decideranno cosa proporre. Noi stiamo parlando di diritto, poi se parliamo di politica…”. “Nordio – ha proseguito Tajani – nell’intervista ha detto che non è nel programma di governo, ma che è la sua opinione. E se tu domandi ad Antonio Tajani se l’opinione di Nordio è fondata da un punto di vista giuridico io dico di sì. La riforma della giustizia si fa tutta quanta assieme, ci saranno delle proposte, per noi la separazione delle carriere è fondamentale”.

Salario minimo,Schlein: governo rende più ricattabili i lavoratori

Salario minimo,Schlein: governo rende più ricattabili i lavoratoriNapoli , 15 lug. (askanews) – “Un governo che rende più ricattabili lavoratori e lavoratrici con quella provocazione di quel decreto approvato il primo maggio che aumenta la precarietà e la libertà. Noi lo sappiamo e l’abbiamo detto, il Governo non può girare dall’altra parte la faccia”. A dirlo è la segretaria del PD Elly Schlein durante il suo intervento ad un iniziativa del partito a Napoli. “L’Istat dice che ci sono tre milioni di lavoratori e lavoratrici poveri. È di questo che si dovrebbe occupare invece che pensare tutti i giorni ai casini giudiziari dei propri ministri e sottosegretari. Approvi con noi la proposta di salario minimo” conclude la segretaria Dem.

Schlein: parole vuote governo su antimafia, va in direzione opoposta

Schlein: parole vuote governo su antimafia, va in direzione opopostaNapoli, 15 lug. (askanews) – “Dovremmo innalzare presidi di legalità e contrasto alle mafie in ogni loro forma, non dovremmo abbassarli come fa il governo Meloni con le sue scelte. Da qualche giorno il governo è diviso anche sugli strumenti di contrasto alla criminalità organizzata. C’è chi vuole indebolirli questi strumenti nella maggioranza anche se sono strumenti per cui hanno perso la vita tanti servitori dello Stato. Voglio ricordare Paolo Borsellino, a pochi giorni dall’anniversario. Risparmiateci il 19 luglio le vostre parole vuote se seguono fatti che vanno in direzione contraria. È irresponsabile mettere in discussione il concorso esterno alle associazioni di stampo mafioso. Che segnale state dando?”. Lo ha affermato la segretaria del Pd Elly Schlein parlando all’iniziativa del partito in corso a Napoli.