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Autonomia, Schlein: Governo ha voluto scavalcare Camere e territorio

Autonomia, Schlein: Governo ha voluto scavalcare Camere e territorioNapoli, 15 lug. (askanews) – “E’ un progetto che ha voluto scavalcare il Parlamento, scavalcare i territori e che gioca con i diritti fondamentali delle persone, quelli dell’accesso a una sanità di qualità per tutti, una sanità pubblica che noi vogliamo difendere”. Così la segretaria del Partito Democratico Elly Schlein, a margine di un incontro organizzato alla Fondazione Foqus di Napoli contro il progetto di autonomia differenziata del governo Meloni. “E’ un progetto che vuole dividere ulteriormente il Paese aumentando le diseguaglianze. – continua – Noi non lo possiamo accettare perché crediamo che non ci sia riscatto per l’Italia senza il riscatto del Sud”.

Per la Schlein, il progetto di autonomia, mette a rischio “anche la scuola, per l’accesso all’istruzione che è determinante per il nostro futuro, del diritto al futuro delle nuove generazioni, la prima grande leva di emancipazione sociale. Così come è una minaccia all’accesso ai servizi fondamentali come il trasporto pubblico locale”.

Delmastro torna a parlare del suo caso:”la penso come Meloni”

Delmastro torna a parlare del suo caso:”la penso come Meloni”Roma, 15 lug. (askanews) – “Dall’imbarazzo di qualunque persona di buon senso di parlare di una mia posizione persionale mi ha tolto la presidente del Consiglio: la penso esattamente come lei. Continuerò ad affrontare nelle sedi opportune questa vicenda,confidando che emergerà la mia assoluta estraneità ai fatti”. Lo dice al Corriere della Sera il sottodegretario Fdi alla Giustizia Andrea Delmastro, sull’incolpazione coatta richiesta dal Gip di Roma al pm che lo violeva archiviare sulla rivelazione di segreti d’ufficio relativi al fascicolo Cospito.

“Non ho mai frazionato – dice Delmastro- il pensiero di Giorgia Meloni. L’ho sempre condiviso nella sua totalità”. Quanto a Pd e opposizioni che disertano i lavori parlamentari quando si presenta in aula o commissioni a rappresentare il Governo, “spiace sempre – taglia corto- la mancanza di confronto”. Mentre negli altri casi che imbarazzano Fdi e palazzo Chigi, a partire da Santanchè e La Russa “non ne parlo”, torna al silenzio Delmastro.

Barelli(Fi):Forza Italia sta con Nordio, sul concorso ha ragione

Barelli(Fi):Forza Italia sta con Nordio, sul concorso ha ragioneRoma, 15 lug. (askanews) – “Non abbiamo una posizione iderologica ma sono d’accordo con Tajani:sul piano giuridico Nordio ha ragione”. Lo dice a Repubblica il capogruppo di Foraa Italia alla Camera Paolo Barelli, sulla riforma del reato di concorso esterno in associazione mafiosa prospettata dal ministro della Giustizia Carlo Nordio e contrastata da Anm Matteo Salvini e dal partito della Premier Giorgia Meloni, Fratelli d’Italia.

“Ci sono aspetti specifici, tecnici e delicati a volte oggetto di equivoco nel dibattito – dice Barelli sul concorso esterno in mafia- tutti da valutare”. Mentre politicamente sulla riforma della Giustizia,la linea di Forza Italia al fianco di Nordio è chiara. ” Forza Italia – afferma il capogruppo Fi- chiede da sempre la riforma della Giustizia, ha condiviso la scelta di Nordio come ministro della Giustizia e rimane ferma nell’idea che sia necessaria al Paese. E su questo anche Salvini è d’accordo”. Quanto ai pericoli per la democrazia connessi alla riforma Nordio paventati dall’Anm, “noi – replica Barelli- rispettiamo il loro parere ma ce ne sono anche altri che anche contano: quelli della politica. Per noi questo è un confronto, non uno scontro. Il presidente Sergio Mattarella fa bene a vigilare che nessuno strumentalizzi la discussione in atto. Noi sosteniamo Nordio ma comunque il progetto di riforma oggetto di confronto deve poter essere discusso in Parlamento: è necessità del Paese”.

Forza Italia riparte da Tajani,nuova stagione all’insegna del Ppe

Forza Italia riparte da Tajani,nuova stagione all’insegna del PpeMilano, 14 lug. (askanews) – Dopo 30 anni con la guida di Silvio Berlusconi, si apre domani la nuova fase di Forza Italia, che da qui alle Europee del 2023 dovrà dimostrare – innanzitutto a se stessa – di poter andare avanti senza il fondatore e leader indiscusso. Lo farà garantendo la continuità col “padre” e con la famiglia del Ppe, e affidandosi ad Antonio Tajani, indicato come “traghettatore” fino al congresso dal documento che domani saranno chiamati a votare i 213 delegati azzurri.

Un testo elaborato nell’Ufficio di presidenza del partito, e già discusso con i gruppi parlamentari. Una procedura che dovrebbe favorire l’unanimità nel voto di domani, primo test dell’unità del partito al di là delle dichiarazioni di rito. Del resto al momento un’alternativa non c’è, e semmai potrà concretizzarsi solo al Congresso, che Tajani ha previsto in primavera, prima delle Europee. Le voci più critiche, dall’ex capogruppo alla Camera Alessandro Cattaneo, a Giorgio Mulè, alla presidente dei senatori Licia Ronzulli, per ora assecondano il percorso: “Il presidente pro tempore non può che essere Antonio Tajani, per storia, autorevolezza, esperienza e competenza”, dice Ronzulli che però sottolinea come dopo la scomparsa di Berlusconi “ci deve essere la squadra”. Per ora dunque il percorso è questo: l’unico nome circolato per “sfidare” Tajani, quello di Renato Schifani, si è chiamato fuori da solo: “Non ci sono alternative ad Antonio”, ha detto nei giorni scorsi il governatore siciliano. E chissà se da qui al congresso emergerà una figura che possa contendere la leadership azzurra al vicepremier: “Difficile, a meno che i sondaggi non precipitassero. Allora potrebbe cambiare tutto”. Forse anche per questo Tajani chiama allo scoperto i critici: “Chi la pensa in maniera difforme lo dica apertamente”, ha detto nei giorni scorsi, invitando ad eventuali candidature contrapposte: “Confrontiamoci non ho nulla da temere”.

Ma intanto domani non dovrebbero esserci sorprese. Il Consiglio – a porte chiuse fino a che non si sarà votato, per evitare il rischio di contestazioni sulla regolarità del voto – si aprirà con un video ricordo di Silvio Berlusconi, e per ricordarne “il ruolo insostituibile come punto di riferimento e leader di Forza Italia” sarà modificato lo statuto del partito. Poi sarà illustrato il documento programmatico, e i 213 delegati procederanno al voto. Solo a quel punto ai giornalisti sarà consentito entrare in sala, per ascoltare il discorso del nuovo eletto e a seguire quello di Manfred Weber, presidente del Ppe, che suggellerà ancora una volta il suo sostegno a Fi con la presenza di persona al Consiglio. Proprio sulla collocazione europea Fi sta caratterizzando da tempo la sua identità, “in continuità con Berlusconi”: nel documento si ribadisce infatti che “Forza Italia ha un ruolo insostituibile nella politica italiana: quello di affermare e tradurre in azione politica i grandi principi liberali, cristiani, garantisti, europeisti, atlantici, che costituiscono la nostra identità e che solo Forza Italia rappresenta in modo organico e coerente”.

Lo staff di La Russa: il presidente ha piena fiducia nella magistratura, i media invece hanno passato il segno

Lo staff di La Russa: il presidente ha piena fiducia nella magistratura, i media invece hanno passato il segnoRoma, 14 lug. (askanews) – “Il presidente La Russa, dopo la nomina dell’avvocato Bazzoni da parte del figlio Leonardo, si è astenuto e si asterrà da qualsiasi commento diretto o indiretto sulla vicenda, avendo piena fiducia nell’operato dei Magistrati della Procura di Milano. Da un punto di vista mediatico, risulta, però, ormai passato il segno”, lo si afferma in una nota diffusa dallo staff del senatore e avvocato Ignazio La Russa. “Più volte – denuncia la nota- sono state pubblicate su quotidiani, giornali on line e sui social, le foto di un altro figlio del Presidente, col nome del fratello, nonché ricostruzioni artefatte a fini suggestivi della vita giovanile dei fratelli La Russa e dello stesso Leonardo (definito ‘trapper’ per avere messo in rete solo nell’anno 2019, due canzoni col testo non suo, mentre è ormai al terzo anno di università). Non sono financo mancati talk-show televisivi con esponenti privi di ogni conoscenza dei fatti ma forti delle loro convinzioni ideologiche, nonchè offese ai ‘La Russa’ che, di converso, si sono da sempre distinti per riconosciuta onorabilità, onestà e dirittura morale non solo con Ignazio, ma nei 50 anni continuativi di presenza dei La Russa in Parlamento”.

“Non risulta più tollerabile – afferma la nota – la condotta di chi si sostituisce ai Pm con pretese di indagine e richieste istruttorie. Travalica ogni rispetto l’operato di associazioni di sinistra che affiggono manifesti e preannunciano flash-mob politici e diffamatori. Per tacere dei social. Per queste ragioni, si rinnova l’invito ad affidarsi unicamente al lavoro degli inquirenti e ci si augura che termini ogni speculazione politica della vicenda. Tuttavia, in ragione di quanto è sino ad oggi accaduto, la famiglia La Russa si è vista costretta ad incaricare l’avvocato Vinicio Nardo del Foro di Milano per tutelare, nelle competenti sedi giudiziarie, l’onorabilità del Presidente e degli altri componenti della famiglia. L’avvocato Vinicio Nardo, che non si occuperà della vicenda di Leonardo (per il quale Leonardo ha incaricato l’avvocato Bazzoni), sta raccogliendo tutti gli elementi che da giorni esulano dal normale esercizio del diritto di cronaca e di critica con riguardo alla famiglia La Russa”.

La Russa: piena fiducia in magistratura,media invece oltre il segno

La Russa: piena fiducia in magistratura,media invece oltre il segnoRoma, 14 lug. (askanews) – “Il Presidente La Russa, dopo la nomina dell’avv. Bazzoni da parte del figlio Leonardo, si è astenuto e si asterrà da qualsiasi commento diretto o indiretto sulla vicenda, avendo piena fiducia nell’operato dei Magistrati della Procura di Milano.Da un punto di vista mediatico, risulta, però, ormai passato il segno”. Lo si afferma in una nota diffusa dallo staff del senatore e avvocato Ignazio La Russa

“Più volte – denuncia la nota- sono state pubblicate su quotidiani, giornali on line e sui social, le foto di un altro figlio del Presidente, col nome del fratello, nonché ricostruzioni artefatte a fini suggestivi della vita giovanile dei fratelli La Russa e dello stesso Leonardo (definito “trapper” per avere messo in rete solo nell’anno 2019, due canzoni col testo non suo, mentre è ormai al terzo anno di università). Non sono financo mancati talk-show televisivi con esponenti privi di ogni conoscenza dei fatti ma forti delle loro convinzioni ideologiche, nonchè offese ai “La Russa” che, di converso, si sono da sempre distinti per riconosciuta onorabilità, onestà e dirittura morale non solo con Ignazio, ma nei 50 anni continuativi di presenza dei La Russa in Parlamento”. “Non risulta più tollerabile – afferma la nota- la condotta di chi si sostituisce ai Pm con pretese di indagine e richieste istruttorie. Travalica ogni rispetto l’operato di associazioni di sinistra che affiggono manifesti e preannunciano flash-mob politici e diffamatori. Per tacere dei social.Per queste ragioni, si rinnova l’invito ad affidarsi unicamente al lavoro degli inquirenti e ci si augura che termini ogni speculazione politica della vicenda.Tuttavia, in ragione di quanto è sino ad oggi accaduto, la famiglia La Russa si è vista costretta ad incaricare l’avv. Vinicio Nardo del Foro di Milano per tutelare, nelle competenti sedi giudiziarie, l’onorabilità del Presidente e degli altri componenti della famiglia. L’avv. Vinicio Nardo, che non si occuperà della vicenda di Leonardo (per il quale Leonardo ha incaricato l’avv. Bazzoni), sta raccogliendo tutti gli elementi che da giorni esulano dal normale esercizio del diritto di cronaca e di critica con riguardo alla famiglia La Russa”.

Zes, De Luca:bene unica area Sud ma no a centralizzazione governo

Zes, De Luca:bene unica area Sud ma no a centralizzazione governoNapoli, 14 lug. (askanews) – La creazione di un’unica area Zes nel Sud Italia deve essere una “misura a tempo indeterminato” e “non deve comportare una centralizzazione”. A dirlo il presidente della Regione Campania, Vincenzo De Luca, nel corso della diretta Facebook del venerdì. Il governatore, rivendicando che l’idea di una sola Zona economica speciale per tutto il Mezzogiorno sia stata avanzata tempo fa dalla Campania, ha spiegato: “Il governo ci ha comunicato che l’Unione europea ha dato l’assenso di massima per creare un’unica area Zes nel Sud Italia. Bene, benissimo. Ma intanto va chiarito che questa misura deve valere a tempo indeterminato fino a quando il reddito pro capite dell’area meridionale non avrà raggiunto perlomeno l’85% del prodotto interno lordo delle regioni del Centro Nord”. “Secondo, e qui c’è un elemento di preoccupazione che bisogna avanzare, nell’intenzione del governo c’è un retro pensiero cioè fare del Sud un’unica Zona economica speciale il che può significare avere un’unica struttura nelle mani del governo centrale. Questa sarebbe una cosa inaccettabile perché abbiamo un governo totalmente incapace di gestire questioni economiche”, ha concluso De Luca.

Salario minimo, Schlein:il no della maggioranza umilia lavoratori

Salario minimo, Schlein:il no della maggioranza umilia lavoratoriRoma, 14 lug. (askanews) – Dicendo no al salario minimo la maggioranza “umilia i lavoratori e le lavoratrici”. Lo dice la segretaria Pd Elly Schlein. “Chi sopprime la possibilità di far uscire lavoratori e lavoratrici dallo sfruttamento e dalla povertà si qualifica da solo: stiamo parlando di 3 milioni e mezzo di persone con un salario minimo orario inferiore ai 9 euro”.

“Quanta arroganza ci vuole – aggiunge – per rifiutarsi di prenderli in considerazione? Dietro quelle retribuzioni da fame ci sono contratti pirata, falsi appalti, false imprese, false cooperative, abuso di contratti precari”. Continua la segretaria Pd: “Tagliano di miliardi il contrasto alla povertà e danno un euro al giorno con una card una tantum, ma si rifiutano di aggredire il problema della povertà nei luoghi in cui ha origine. Perché sono interessati più alla propaganda e alla presa in giro che alla soluzione dei problemi”.

Conclude la Schlein: “La maggioranza presenta un emendamento per cancellare con un tratto di penna la proposta delle opposizioni sul salario minimo senza offrire neanche la possibilità di un confronto, di un dialogo. Ma così facendo non umilia le opposizioni: umilia lavoratrici e lavoratori poveri, abbandonandoli alla morsa dell’inflazione e alle conseguenze disastrose dei provvedimenti di questo governo. La maggioranza ci ripensi e approvi con noi questa proposta”.

Salario minimo,Conte: Meloni e la maggioranza insultano italiani

Salario minimo,Conte: Meloni e la maggioranza insultano italianiRoma, 14 lug. (askanews) – Giorgia Meloni e la maggioranza “insultano gli italiani”, secondo il leader M5s Giuseppe Conte.”Carovita? Lavoro sottopagato? Buste paga indegne? Ecco la risposta del Governo: un emendamento confezionato in fretta e furia per sopprimere la nostra proposta sul salario minimo legale che darebbe a milioni di cittadini il diritto a una paga dignitosa”.

Continua l’ex premier: “Mentre non arriva nessun segno di vita da questa maggioranza per annullare il vergognoso ripristino dei vitalizi in favore dei parlamentari. Blaterano di ‘patriottismo’ ma lo fanno valere solo per difendere i loro ministri dalle dimissioni e tutelare i loro privilegi. Non a favore degli italiani che – due su tre – chiedono un salario minimo legale”. Insomma, conclude, “Meloni e la maggioranza sono convinti di avere avuto con le elezioni il mandato politico di insultare gli italiani”.

Salario minimo, la maggioranza presenta un emendamento per fermare la proposta di legge. Le opposizioni: indecente

Salario minimo, la maggioranza presenta un emendamento per fermare la proposta di legge. Le opposizioni: indecenteRoma, 14 lug. (askanews) – La maggioranza di centrodestra in commissione Lavoro alla Camera ha depositato un emendamento soppressivo alla legge sul salario minimo. “Nonostante le numerose audizioni svolte in commissioni, la maggior parte delle quali hanno espresso contrarietà a un salario minimo regolato per legge – si apprende da fonti della maggioranza – le opposizioni hanno preferito fare di un tema così importante un totem di propaganda in vista dell’estate, ponendo un muro sulla proposta da noi avanzata di una discussione a 360 gradi sulla contrattazione, il welfare aziendale e lavoro povero da avviare a settembre. Pertanto ci siamo visti costretti a procedere in questo senso e continuare nel lavoro avviato, da maggioranza e governo, su provvedimenti che hanno già dato i loro frutti – come il taglio del cuneo e il dl lavoro – e quelli che tra qualche giorno arriveranno in parlamento come il prossimo disegno di legge lavoro. Il tema dei salari è nell’agenda politica del centrodestra e stiamo lavorando per dare risposte adeguate e non solo strumentali ed inattuabili”. Insorgono (con qualche distinguo) le opposizioni. “La maggioranza propone, con l’arroganza dei numeri di cui fa ormai quotidianamente una esibizione muscolare, un solo emendamento soppressivo alla proposta delle opposizioni sul salario minimo e sulla estensione a tutti i lavoratori e a tutte le lavoratrici (dipendenti, parasubordinati e autonomi) del trattamento economico complessivo previsto dalle organizzazioni datoriali e sindacali comparativamente più rappresentative. Una chiusura a qualsiasi possibilità di confronto democratico assolutamente inaccettabile, non verso l’opposizione, ma verso il Paese. Non ci arrenderemo a tanta prepotenza”, dichiara in una nota Maria Cecilia Guerra, responsabile Lavoro nella segreteria nazionale del Pd.

“Nell’unico Paese OCSE in cui i salari sono diminuiti, e in cui oltre tre milioni di lavoratori e lavoratrici sono sottopagati, il Governo si rifiuta perfino di discutere con le opposizioni la proposta del salario minimo. Indifferenti verso i deboli, arroganti in Parlamento”, dichiara Marina Sereni della Segreteria nazionale del Pd in un tweet. “La maggioranza di centrodestra vuole sopprimere la proposta di legge sul salario minimo, uno vero e proprio schiaffo a milioni di lavoratrici e lavoratori e una condanna alla povertà e alla precarietà”, afferma in una nota Francesco Silvestri, capogruppo M5s alla Camera.

“È più forte di loro, non c’è storia: fare la guerra ai poveri è lo sport preferito dalla destra di questo Paese. Voler sopprimere la proposta di legge sul salario minimo è indecente”, scrive su Twitter il segretario nazionale di Sinistra Italiana Nicola Fratoianni, parlamentare dell’Alleanza Verdi Sinistra. “Deve essere chiaro agli italiani che Meloni, Salvini, Tajani – conclude il leader di SI – intendono difendere chi paga poco o chi sfrutta il lavoro altrui”. “La risposta della maggioranza non si è fatta attendere; sul salario minimo bloccano la legge e la loro controproposta è: nulla, i lavoratori sottopagati possono attendere”, così Matteo Richetti, capogruppo di Azione-Italia Viva alla Camera dei Deputati.

Ma sul tema il leader di Italia Viva Matteo Renzi ha una posizione articolata: “E’ meglio lavorare per garantire la partecipazione dei lavoratori agli utili che insistere sul salario minimo”, sostiene nella sua enews. “Per motivi politici – ricorda Renzi – come abbiamo già spiegato più volte: noi non siamo alleati di Salvini e Meloni e non siamo alleati di Schlein e Conte. Dunque votiamo le leggi che ci convincono, chiunque le proponga, stando al merito ma senza trasformare queste leggi in bandiere della maggioranza o delle opposizioni”. Continua Renzi: “Nel merito poi questa legge sul salario minimo è molto diversa da quella che avevamo immaginato noi dopo il JobsAct, Industria 4.0 e dopo tutte le nostre misure sul lavoro”. Dunque, “faremo emendamenti e cercheremo di migliorare un testo che secondo Landini è l’inizio della rivoluzione sul lavoro. Per me non è così: penso che sarebbe meglio concentrarci come stiamo facendo noi sulla partecipazione dei lavoratori agli utili aumentando gli stipendi al ceto medio. E gli stipendi al ceto medio in questi anni li abbiamo alzati in modo serio solo noi”.