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Migranti, Meloni domenica di nuovo a Tunisi con von der Leyen e Rutte

Migranti, Meloni domenica di nuovo a Tunisi con von der Leyen e RutteRoma, 14 lug. (askanews) – Nuovo viaggio a Tunisi domenica prossima per la presidente della Commissione Ue Ursula von der Leyen, la presidente del Consiglio Giorgia Meloni e il primo ministro olandese Mark Rutte. I tre leader erano stati a Tunisi lo scorso 11 giugno per un pacchetto di aiuti da parte dell’Ue. Domenica, “la presidente von der Leyen si recherà in Tunisia insieme ai primi ministri italiano, Giorgia Meloni, e olandese, Mark Rutte. La presidente e i due premier incontreranno a Tunisi il presidente Kais Saied domenica pomeriggio”, ha annunciato la portavoce della Commissione europea Dana Spinant durante il briefing quotidiano per la stampa oggi a Bruxelles.

Von der Leyen e i due primi ministri “erano già stati a Tunisi l’11 giugno scorso, quando avevano concordato con le autorità tunisine un pacchetto su un accordi di partenariato complessivo. Ora tornano a Tunisi per portare avanti quel lavoro”, ha aggiunto Spinant, annunciando che i tre leader faranno una dichiarazione alla stampa dopo il loro incontro con Saied. Le autorità tunisine e l’Ue stanno lavorando a un Memorandum d’intesa riguardante il futuro accordo di partenariato, che comprende tra l’altro impegni da parte europea riguardo ad aiuti macroeconomici e investimenti per le infrastrutture e in campo energetico in Tunisia, e impegni da parte tunisina riguardo al controllo delle partenze dei migranti irregolari verso l’Ue, e alla gestione dei migranti economici di ritorno, riportati nel Paese dopo aver ricevuto risposta negativa alla loro richiesta d’asilo nei paesi europei.

Autonomia, Schlein: spacca ulteriormente il paese, il Pd dice no

Autonomia, Schlein: spacca ulteriormente il paese, il Pd dice noRoma, 14 lug. (askanews) – L’autonomia differenziata del ministro Calderoli “vuole spaccare ulteriormente il nostro paese” e il Pd dice “no” perché “l’Italia è una e indivisibile”. Lo dice Elly Schlein in un video pubblicato su Instagram alla vigilia dell’iniziativa del Pd contro la riforma del governo.

“Oggi e domani vi aspettiamo per dire insieme no alla riforma dell’autonomia differenziata di Calderoli e del governo di Giorgia Meloni”. Il Pd dice “no a una riforma che vuole spaccare ulteriormente il nostro paese, che invece ha bisogno di essere ricucito. No ad una riforma che vuole aumentare le diseguaglianze, perché si tratta dell’accesso alla sanità, si tratta dell’accesso alla scuola, si tratta dell’accesso al trasporto pubblico locale”. “In una parola – insiste – si tratta di diritti fondamentali delle italiane e degli italiani e noi non ci stiamo ad una riforma che non mette un euro in più per sanare i divari territoriali e che non ha una visione un progetto per il rilancio del sud”.

Aggiunge la Schlein: “Il Pd è convinto che non ci sia riscatto per l’Italia senza il riscatto del sud e senza il riscatto delle donne e dei giovani che hanno più pagato anche in questi anni i divari territoriali. A Napoli insieme a noi ci saranno costituzionalisti, esperti, scrittrici, lavoratori rappresentanti del mondo dei sindacati e delle imprese. Non mancate perché l’Italia è una e indivisibile”.

Salario minimo, maggioranza presenta emendamento per fermare pdl

Salario minimo, maggioranza presenta emendamento per fermare pdlRoma, 14 lug. (askanews) – La maggioranza di centrodestra in commissione Lavoro alla Camera ha depositato un emendamento soppressivo alla legge sul salario minimo.

“Nonostante le numerose audizioni svolte in commissioni, la maggior parte delle quali hanno espresso contrarietà a un salario minimo regolato per legge – si apprende da fonti della maggioranza – le opposizioni hanno preferito fare di un tema così importante un totem di propaganda in vista dell’estate, ponendo un muro sulla proposta da noi avanzata di una discussione a 360 gradi sulla contrattazione, il welfare aziendale e lavoro povero da avviare a settembre. Pertanto ci siamo visti costretti a procedere in questo senso e continuare nel lavoro avviato, da maggioranza e governo, su provvedimenti che hanno già dato i loro frutti – come il taglio del cuneo e il dl lavoro – e quelli che tra qualche giorno arriveranno in parlamento come il prossimo disegno di legge lavoro. Il tema dei salari è nell’agenda politica del centrodestra e stiamo lavorando per dare risposte adeguate e non solo strumentali ed inattuabili”.

Renzi: il legame Berlusconi-attentati di mafia è tesi folle

Renzi: il legame Berlusconi-attentati di mafia è tesi folleRoma, 14 lug. (askanews) – Ipotizzare un ruolo di Silvio Berlusconi dietro gli attentati di mafia del 1993 “è folle” per Matteo Renzi, il leader di Iv lo ribadisce nella sua enews. “Qualcuno crede che Berlusconi volesse far saltare in aria Maurizio Costanzo perché egli parlava male della mafia peraltro su Canale 5? Penso che siamo fuori dal mondo. Ma ove volessimo accedere a questa tesi assurda Berlusconi non aveva bisogno del tritolo, poteva cambiare i palinsesti; la TV da cui Costanzo attaccava la Mafia era la TV di Berlusconi”.

E’ vero che esiste l’obbligo dell’azione penale, aggiunge, ma “c’è qualcuno che può spiegarmi perché la procura di Firenze diretta da Luca Turco non ha mosso un dito per sgomberare un hotel illegalmente occupato – e su cui c’erano le denunce del Comune e delle forze dell’ordine – tenendo per nove mesi una situazione di degrado e abusivismo nel cui contesto si sono registrati tentativi di omicidio e alla fine la sparizione di una bambina di cinque anni?”. Continua Renzi: “Ma perché la procura di Firenze così solerte nei processi ad alta visibilità mediatica non ha mosso un dito per ripristinare la legalità all’ex hotel Astor? Sparisce una bambina di cinque anni a Firenze e l’attenzione della Procura è sulle ricostruzioni allucinanti di trent’anni fa? Ma dai, su, siamo seri”.

Giustizia, Salvatore Borsellino: la riforma Nordio è fatta a uso e consumo della mafia

Giustizia, Salvatore Borsellino: la riforma Nordio è fatta a uso e consumo della mafiaRoma, 14 lug. (askanews) – “Se è una norma a favore della mafia? Assolutamente sì. È una riforma fatta a uso e consumo della mafia”. Così Salvatore Borsellino, fratello di Paolo, commentando la riforma della giustizia ai microfoni di Radio Capital.

“Sembra voler completare il manifesto di rinascita democratica di Licio Gelli i cui punti da governi di destra e di sinistra sono stati uno dopo l’altro attuati. Questa riforma Nordio dà il colpo finale”, dice Borsellino. “Io lo considero come un gravissimo attacco al patrimonio di leggi che mio fratello e Giovanni Falcone ci hanno lasciato, e smantellare questo loro lascito mentre a parole li si proclama eroi va in un senso che non è quello che mi aspetterei io da uno Stato che vuole veramente combattere la mafia”.

Il ministro della giustizia Nordio parla di “rimodulare” il concorso esterno in associazione mafiosa: “Lui parla di una rimodulazione, ma cosa vuol dire? Perché cambiare questa cosa? Quindi si sono sbagliati Paolo Borsellino e Giovanni Falcone?”, si chiede Borsellino intervistato a Radio Capital, “Perché continuate a dire di volere attuare il loro patrimonio? Lo dicono a parole ma agiscono in senso contrario. Significa strizzare l’occhio alle mafie”.

Giustizia, il ministro Nordio va “avanti” e annuncia “una norma ad hoc” per il concorso esterno mafioso

Giustizia, il ministro Nordio va “avanti” e annuncia “una norma ad hoc” per il concorso esterno mafiosoRoma, 14 lug. (askanews) – “Avanti con la separazione delle carriere, esiste in tutto il mondo”, così, al Corriere della sera il ministro della Giustizia, Carlo Nordio. Che aggiunge: “Mi sento ancora un magistrato. E sul concorso esterno mafioso ecco come si può intervenire, premesso che questo argomento non fa parte del programma di governo”.

Per il Guardasigilli “le voci per introdurre una norma tipica sono quasi universali nel mondo universitario e forense. Cito per tutti il professor Giovanni Fiandaca, sui cui testi si sono formate due generazioni di giuristi, che auspica fortemente una formulazione specifica di questo reato”. La soluzione arriva secondo Nordio dalla “formulazione proposta da Giuliano Pisapia: scrivere una norma ad hoc molto semplice e molto chiara”. Quanto alle critiche sollevate dalla sua posizione il ministro spiega: “Non mi stupisco che arrivino bordate dall’opposizione: la politique n’a pas d’entrailles. E nemmeno dalla stampa più critica, che leggo sempre con benevola indulgenza. Mi sorprende che arrivino da magistrati, che da tecnici del diritto dovrebbero sapere che il concorso esterno è ormai, per dirla con Churchill, un enigma dentro un indovinello avvolto in un mistero”.

Sul caso Dalmastro Nordio aggiunge: “L’imputazione coatta, indipendentemente dal caso attuale, la critico da 25 anni: è un residuo del vecchio codice quando c’era il giudice istruttore inserito nel nuovo Vassalli per un compromesso: il legislatore non ha avuto il coraggio di attuare compiutamente il sistema accusatorio, dove il pm è monopolista e arbitro dell’azione penale”. Infine sulla separazione delle carriere il ministro sottolinea come “essa esiste in tutto il mondo anglosassone, e non mina affatto l’indipendenza della magistratura requirente. Tuttavia richiede una revisione costituzionale, e quindi il cammino è più lungo. Comunque fa parte del programma di governo, e sarà attuata”. Per il ministro “Separazione delle carriere significa anche discrezionalità dell’azione penale e facoltà del pm di ritrattarla. Tutte cose che in questo momento la Costituzione non consente. Ma se fossero attuate eviterebbero almeno un trenta per cento dei processi che si rivelano inutili e dannosi e rallentano la celebrazione di quelli più importanti e quindi la giustizia sarebbe più celere”.

Un’ora colloquio Mattarella-Meloni, confronto anche sulla giustizia

Un’ora colloquio Mattarella-Meloni, confronto anche sulla giustiziaRoma, 13 lug. (askanews) – L’atteso colloquio tra Sergio Mattarella e Giorgia Meloni si è tenuto oggi al Quirinale. Al termine del Consiglio supremo di difesa, i due si sono chiusi nello studio alla Vetrata, per quasi un’ora di faccia a faccia definito dal Quirinale “cordiale e costruttivo”.

Al termine bocche cucite sull’andamento del confronto. Da fonti di governo si apprende solo che è stato un incontro ad “ampio raggio”, come avviene di frequente, sui temi al centro dell’agenda di governo, quindi anche la giustizia. Proprio questo era il tema più “caldo”, dopo le polemiche sui casi Santanchè, Delmastro e La Russa che hanno agitato l’esecutivo e aperto uno ‘scontro’ tra governo e magistratura. Ieri, parlando a Vilnius al termine del vertice Nato, la premier aveva assicurato di non volere “alcun conflitto” con le toghe, intestandosi però la nota informale di Palazzo Chigi della scorsa settimana in cui si accusava parte della magistratura di fare “opposizione” e “campagna elettorale”. Ad alzare la tensione, poi, è arrivata anche l’uscita del ministro della Giustizia Carlo Nordio sulla necessità di “rimodulare” il concorso esterno in associazione mafiosa, ipotesi subito stoppata dal sottosegretario alla Presidenza (e magistrato) Alfredo Mantovano. In questo clima sono stati letti come due segnali il fatto che Mattarella non abbia ancora firmato il Ddl di riforma della giustizia per l’invio alle Camere e che ieri, proprio mentre Meloni parlava in conferenza stampa, avesse ricevuto Margherita Cassano, Prima Presidente della Corte di Cassazione e Luigi Salvato, Procuratore Generale della Corte di Cassazione. Non è escluso che, nel corso del colloquio, il capo dello Stato – che è anche presidente del Csm – abbia auspicato un abbassamento dei toni, anche per mettere le Camere in grado di esaminare con la necessaria serenità la riforma. Sul via libera alla presentazione alle Camere infatti è difficile che il capo dello Stato abbia nulla da eccepire visto che poi toccherà al parlamento pronunciarsi, si tratta di un ddl e non di un decreto che entra immediatamente in vigore. Inoltre non è escluso che nel percorso tra le due Camere anche il governo possa modificare le sue intenzioni iniziali. Meloni ha poi ragguagliato Mattarella sugli esiti del vertice Nato, con l’Italia che ha portato avanti una linea di massima unità dell’Alleanza nel sostegno all’Ucraina ma ha anche chiesto maggiore attenzione al fianco Sud dell’Europa. Probabile che abbia anche comunicato a Mattarella l’invito ricevuto alla Casa Bianca da Joe Biden per il 27.

Sicuramente ha poi aggiornato Mattarella sull’attuazione del Pnrr. Due giorni fa il governo ha approvato le modifiche agli obiettivi previsti per ottenere la quarta rata, su cui sarà necessario un confronto con Bruxelles, mentre ancora si attende lo sblocco della terza. Meloni ieri ha assicurato di essere “ottimista” per entrambe le tranche, anche se l’opposizione chiede di fare chiarezza.

Un’ora di colloquio Mattarella-Meloni, confronto anche su giustizia

Un’ora di colloquio Mattarella-Meloni, confronto anche su giustiziaRoma, 13 lug. (askanews) – L’atteso colloquio tra Sergio Mattarella e Giorgia Meloni si è tenuto oggi al Quirinale. Al termine del Consiglio supremo di difesa, i due si sono chiusi nello studio alla Vetrata, per quasi un’ora di faccia a faccia definito dal Quirinale “cordiale e costruttivo”.

Al termine bocche cucite sull’andamento del confronto. Da fonti di governo si apprende solo che è stato un incontro ad “ampio raggio”, come avviene di frequente, sui temi al centro dell’agenda di governo, quindi anche la giustizia. Proprio questo era il tema più “caldo”, dopo le polemiche sui casi Santanchè, Delmastro e La Russa che hanno agitato l’esecutivo e aperto uno ‘scontro’ tra governo e magistratura. Ieri, parlando a Vilnius al termine del vertice Nato, la premier aveva assicurato di non volere “alcun conflitto” con le toghe, intestandosi però la nota informale di Palazzo Chigi della scorsa settimana in cui si accusava parte della magistratura di fare “opposizione” e “campagna elettorale”. Ad alzare la tensione, poi, è arrivata anche l’uscita del ministro della Giustizia Carlo Nordio sulla necessità di “rimodulare” il concorso esterno in associazione mafiosa, ipotesi subito stoppata dal sottosegretario alla Presidenza (e magistrato) Alfredo Mantovano. In questo clima sono stati letti come due segnali il fatto che Mattarella non abbia ancora firmato il Ddl di riforma della giustizia per l’invio alle Camere e che ieri, proprio mentre Meloni parlava in conferenza stampa, avesse ricevuto Margherita Cassano, Prima Presidente della Corte di Cassazione e Luigi Salvato, Procuratore Generale della Corte di Cassazione. Non è escluso che, nel corso del colloquio, il capo dello Stato – che è anche presidente del Csm – abbia auspicato un abbassamento dei toni, anche per mettere le Camere in grado di esaminare con la necessaria serenità la riforma. Sul via libera alla presentazione alle Camere infatti è difficile che il capo dello Stato abbia nulla da eccepire visto che poi toccherà al parlamento pronunciarsi, si tratta di un ddl e non di un decreto che entra immediatamente in vigore. Inoltre non è escluso che nel percorso tra le due Camere anche il governo possa modificare le sue intenzioni iniziali. Meloni ha poi ragguagliato Mattarella sugli esiti del vertice Nato, con l’Italia che ha portato avanti una linea di massima unità dell’Alleanza nel sostegno all’Ucraina ma ha anche chiesto maggiore attenzione al fianco Sud dell’Europa. Probabile che abbia anche comunicato a Mattarella l’invito ricevuto alla Casa Bianca da Joe Biden per il 27.

Sicuramente ha poi aggiornato Mattarella sull’attuazione del Pnrr. Due giorni fa il governo ha approvato le modifiche agli obiettivi previsti per ottenere la quarta rata, su cui sarà necessario un confronto con Bruxelles, mentre ancora si attende lo sblocco della terza. Meloni ieri ha assicurato di essere “ottimista” per entrambe le tranche, anche se l’opposizione chiede di fare chiarezza.

Meloni: la creazione di una Zes unica è un grande risultato dell’Italia per le regioni del Sud

Meloni: la creazione di una Zes unica è un grande risultato dell’Italia per le regioni del SudRoma, 13 lug. (askanews) – “Grande risultato dell’Italia: luce verde della Commissione europea alla creazione di una Zona Economica Speciale unica per le regioni del Sud. Un’importante svolta per rafforzare l’intero Mezzogiorno, riducendo i divari con il resto della Nazione e dell’Ue”. Lo scrive sui social la presidente del Consiglio, Giorgia Meloni.

“Siamo però convinti che questo obiettivo debba essere raggiunto abbandonando la logica assistenzialista che non funziona, ma dando opportunità di lavoro e crescita e rendendo queste aree dell’Italia competitive e attrattive per investimenti ed imprese – aggiunge Meloni -. La ZES unica va esattamente in questa direzione e costituisce un cambio di passo per l’economia del Sud. Bene anche l’apertura di un dialogo con la Commissione Ue per modificare e rendere permanente la misura della Decontribuzione Sud, un intervento che il Governo aveva già prorogato fino alla fine del 2023 e che si è dimostrato molto efficace”.

Migranti, Consiglio supremo difesa: attenzione Ue-Nato per Africa

Migranti, Consiglio supremo difesa: attenzione Ue-Nato per AfricaRoma, 13 lug. (askanews) – L’Italia richiama l’attenzione dell’Unione europea e della Nato sull’Africa sia dal punto di vista del tema migranti che di quello della sicurezza. E’ quanto emerso nella riunione del Consiglio supremo di difesa riunito oggi al Quirinale e presieduto dal presidente della Repubblica, Sergio Mattarella.

“Il Consiglio ha posto speciale attenzione al Mediterraneo allargato, in considerazione della sua rilevanza strategica, e soprattutto alle situazioni d’incertezza che in grado differente interessano diverse regioni – si legge nel comunicato finale dffuso dal Colle -. La rotta del Mediterraneo centrale, caratterizzata da flussi migratori che originano prevalentemente dalle coste libiche e tunisine, si conferma – con un picco nei primi mesi del 2023 – la principale direttrice di trasferimento via mare di migranti irregolari in Italia. In questo quadro, sono state sottolineate le ragioni che inducono l’Italia ad assumere una forte iniziativa per richiamare l’attenzione piena dell’Unione europea e della NATO sull’Africa. Senza il consolidamento politico, sociale ed economico di quel continente non è infatti possibile garantire la sicurezza dei Paesi membri dell’Unione europea, che a loro volta sono parte fondamentale dell’Alleanza atlantica”. Alla riunione hanno partecipato: il Presidente del Consiglio dei ministri, Giorgia Meloni; il Ministro degli affari esteri e della cooperazione internazionale, Antonio Tajani; il Ministro della difesa, Guido Crosetto; il Ministro dell’economia e delle finanze, Giancarlo Giorgetti; il Ministro delle imprese e del made in Italy, Adolfo Urso; il Capo di Stato maggiore della difesa, Amm. Giuseppe Cavo Dragone.