Valditara ha disposto ispezioni in alcune scuole contro atteggiamenti antisemitiRoma, 9 ott. (askanews) – Ispezioni in alcune scuole per verificare se effettivamente sono stati tenuti atteggiamenti antisemiti e di esaltazione dell’azione di Hamas. Se appurati, saranno denunciati alla Procura della Repubblica. A stabilirlo è stato il Ministro dell’Istruzione e del Merito Giuseppe Valditara, che questa mattina ha portato la solidarietà del Ministero e del Governo italiano alla Scuola della Comunità Ebraica di via Sally Mayer a Milano.
“In queste ore drammatiche – ha detto il ministro – voglio esprimere vicinanza al popolo ebraico, vittima di un attacco brutale che richiama i metodi nazisti. Partendo dalla scuola è necessario elaborare una strategia complessiva per debellare ogni residuo di antisemitismo e promuovere la cultura del rispetto. Questo odio feroce, disumano, richiama le esperienze dei peggiori totalitarismi che hanno insanguinato e continuano a insanguinare il mondo intero. Non basta coltivare la memoria: occorre esaltare la centralità e la bellezza dell’essere umano, la cui esistenza è sacra e inviolabile. Saranno quindi effettuate ispezioni in quegli istituti scolastici dove sarebbero emersi atteggiamenti di odio antisemita e di esaltazione della infame azione di Hamas. Vogliamo verificare se qualcuno ha realmente manifestato atteggiamenti di odio, di antisemitismo o di incitamento alla guerra contro Israele. Se questi fatti venissero appurati, i responsabili saranno denunciati alla Procura della Repubblica. Chi ha gioito per azioni che hanno portato a sgozzare bambini e ragazzi, donne e uomini innocenti, solo perché ebrei, deve essere perseguito dalle leggi penali”.
Pnrr, Meloni: incasso terza rata passo importante ItaliaRoma, 9 ott. (askanews) – “All’esito di un lavoro lungo e importante l’Italia incassa oggi dalla Commissione europea la terza rata del Pnrr per un importo di 18,5 miliardi di euro che insieme a quelli già precedentemente presi ci hanno fatto incassare fino ad ora circa il 44% dell’interno ammontare delle risorse del Next generation Eu. Sono risorse importanti che serviranno a intervenire in ambiti cruciali come la giustizia, la sanità, l’istruzione, il mercato del lavoro, la ricerca”. Così la presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, in un video messaggio diffuso sui social.
“E’ la dimostrazione di un lavoro proficuo che abbiamo portato avanti con la Commissione europea e ci porta oggi a discutere per una valutazione positiva sulla quarta rata e sulla revisione complessiva del piano, compreso il capitolo del Repower Eu”, ha aggiunto. “E’ la dimostrazione di come l’Italia e il governo attualmente in carica abbiano affrontato questa questione con estrema serietà e auspichiamo per il futuro che anche quelli che ci credevano poco imparino a credere un po’ di più nella capacità che questa nazione ha soprattutto se si lavora tutti nella stessa direzione di raggiungere i propri obiettivi”, ha concluso la premier.
Mattarella in Vajont 60 anni dopo: rispettare l’ambiente è tutelare viteErto e Casso (Pn), 9 ott. (askanews) – Rispetto dell’ambiente e riconciliazione con la natura, per garantire la sicurezza delle comunità e gli stessi “destini” dell’umanità. La tragedia del Vajont, 60 anni dopo la notte in cui 1910 vite furono spazzate via dall’onda causata dalla frana del Monte toc nel bacino artficiale creato dalla diga, assume oggi il valore di ammonimento “irrinunziabile” a un diverso rapporto tra l’uomo e la natura, “perché l’uomo è parte della natura, ma non deve divenirne nemico”.
Il Capo dello Stato Sergio Mattarella sale fin su ad Erto e Casso, visita il camminamento della diga ancora intatta, e da lì riprende le parole di papa Francesco per un richiamo a “saper porre attenzione e saper governare, con lungimiranza, gli squilibri che interpellano, mettendo in discussione, l’umanità stessa e i suoi destini. Occuparsi dell’ambiente, rispettarlo, è garanzia di vita”, perchè alla “prevaricazione” dell’uomo corrisponde la violenza della natura. Un monito condiviso da Istituzioni e Governo: “Non dobbiamo dimenticare quanto è costata l’irresponsabilità umana in quella terribile notte del 9 ottobre 1963 a una Comunità che era pienamente consapevole dei rischi, ma che rimase inascoltata. In memoria di quella terribile tragedia, una ferita ancora impressa all’Italia tutta, il nostro impegno affinché eventi simili non si ripetano mai più nella nostra Nazione. Nel ricordo delle vittime del Vajont continueremo a lavorare per un’Italia più sicura”, ha affermato la presidente del Consiglio Giorgia Meloni, ricordando “una tragedia che poteva e doveva essere evitata”.
Concetti su cui insiste anche il Presidente del Senato Ignazio La Russa: “È doveroso impegnarsi per la sicurezza e la prevenzione dei disastri e contro il dissesto idrogeologico del nostro territorio affinché tali tragedie non si ripetano più in futuro”. Mentre il presidente della Camera Lorenzo Fontana – anche lui presente con Mattarella alle commemorazioni – sottolinea che “bisogna sempre rispettare il territorio, le comunità locali, ricordarsi sempre che è importante creare le opere ma bisogna farle nel rispetto totale del territorio”. Una ferita “ancora aperta”, è l’espressione che più ricorre, e proprio per questo Mattarella ha voluto prima rendere omaggio al cimiterio di Fortogna, deponendo una corona e assistendo al ricordo dei 487 bambini morti nel disastro, e poi recarsi fino a quello che definisce “immenso sacrario a cielo aperto”, la valle in cui ancora oggi la diga si staglia intatta. Una tragedia con “pesanti responsabilità umane”, accertate dai processi. E proprio gli atti processuali, ha sottolineato il Capo dello Stato, devono essere conservati lì, in quei luoghi. Una richiesta forte della comunità locale, che riceve dunque il sostegno del Presidente della Repubblica: “Ciò che attiene alla memoria deve essere conservato vicino a dove la tragedia si è consumata. Per onorare le vittime del Vajont e per riceverne ammonimento per evitare nuove tragedie”. Monito rinnovato anche dai presidenti delle due Regioni coinvolte, Luca Zaia e Massimliano Fedriga. Entrambi insistono sulle responsabilità dell’uomo e sul mancato ascolto delle comunitò locali: “È stato definito disastro, tragedia. È l’esempio del bieco interesse dell’uomo che ha voluto piegare la natura”, ha detto il governatore del Friuli Venezia Giulia; “Oggi è la giornata delle vittime ‘causate dall’incuria dell’uomo, dovrebbe diventare la giornata delle vittime causate ‘dal delirio di onnipotenza dell’uomo”, ha denunciato il presidente del Veneto. (dall’inviato Andrea Reale)
Mattarella: occuparsi dell’ambiente e rispettarlo è garanzia di vitaErto e Casso (Pn), 9 ott. (askanews) – “Occuparsi dell’ambiente, rispettarlo, è garanzia di vita”, perchè alla “prevaricazione” dell’uomo corrisponde la violenza della natura. È l’ammonimento del presidente della Repubblica Sergio Mattarella, nel suo intervento alle commemorazioni del 60esimo anniversario del disastro del Vajont.
“Assicurare condizioni di sicurezza e garanzia di giustizia – come richiede il buon governo – rimane obiettivo attuale e doveroso nella nostra società. Per evitare atteggiamenti di indifferenza, di presunzione, di superiorità rispetto ai segnali della natura. Pagati qui a così caro prezzo. Per non capitolare a quello che il presidente Fedriga ha definito ‘desiderio cieco dell’uomo di piegare la natura a proprio piacimento al fine di ottenere il massimo profitto’. A un intervento dell’uomo che si traduce in prevaricazione, corrisponde la violenza della natura”. Dunque “assicurare una cornice di sicurezza alla nostra comunità significa saper apprendere la lezione dei fatti e sapere fare passi avanti. L’interazione dell’uomo con la natura è parte dell’evoluzione della natura stessa. Perché l’uomo è parte della natura, ma non deve divenirne nemico. Non si tratta di un tema di esclusivo carattere ecologico. Ce lo ha ricordato anche Papa Francesco nella sua recentissima esortazione. Si tratta di saper porre attenzione e saper governare, con lungimiranza, gli squilibri che interpellano, mettendo in discussione, l’umanità stessa e i suoi destini”. “La tragedia che si è consumata al Vajont reca il peso di pesanti, responsabilità umane, di scelte gravi che venivano denunziate, da parte di persone attente, anche prima che avvenisse il disastro” ha sottolineato il presidente della Repubblica. L’impegno a conservare la memoria del disastro del Vajont è “irrinunziabile” e “tutti lo avvertiamo come compito della Repubblica. Anche per questo motivo ritengo che sia non soltanto opportuno ma doveroso che la documentazione del processo celebrato a suo tempo sulle responsabilità rimanga in questo territorio”. Lo ha detto il presidente della Repubblica Sergio Mattarella, raccogliendo – nel suo intervento alle commemorazioni del disastro del Vajont – l’appello delle comunità locali, tra cui quello del sindaco di Longarone.
“Quella documentazione era stata, necessariamente, raccolta nei luoghi del giudizio penale perché aveva allora una finalità giudiziaria. Conclusi, da tanti anni, i processi, oggi riveste una finalità di memoria e ciò che attiene alla memoria deve essere conservato vicino a dove la tragedia si è consumata. Per onorare le vittime del Vajont e per riceverne ammonimento per evitare nuove tragedie”.
Vajont, Mattarella: rispettare ambiente è garanzia di vitaErto e Casso (Pn), 9 ott. (askanews) – “Occuparsi dell’ambiente, rispettarlo, è garanzia di vita”, perchè alla “prevaricazione” dell’uomo corrisponde la violenza della natura. È l’ammonimento del presidente della Repubblica Sergio Mattarella, nel suo intervento alle commemorazioni del 60esimo anniversario del disastro del Vajont.
“Assicurare condizioni di sicurezza e garanzia di giustizia – come richiede il buon governo – rimane obiettivo attuale e doveroso nella nostra società. Per evitare atteggiamenti di indifferenza, di presunzione, di superiorità rispetto ai segnali della natura. Pagati qui a così caro prezzo. Per non capitolare a quello che il presidente Fedriga ha definito ‘desiderio cieco dell’uomo di piegare la natura a proprio piacimento al fine di ottenere il massimo profitto’. A un intervento dell’uomo che si traduce in prevaricazione, corrisponde la violenza della natura”. Dunque “assicurare una cornice di sicurezza alla nostra comunità significa saper apprendere la lezione dei fatti e sapere fare passi avanti. L’interazione dell’uomo con la natura è parte dell’evoluzione della natura stessa. Perché l’uomo è parte della natura, ma non deve divenirne nemico. Non si tratta di un tema di esclusivo carattere ecologico. Ce lo ha ricordato anche Papa Francesco nella sua recentissima esortazione. Si tratta di saper porre attenzione e saper governare, con lungimiranza, gli squilibri che interpellano, mettendo in discussione, l’umanità stessa e i suoi destini”.
Meloni: “Oggi più che mai il terrore non prevarrà”Roma, 9 ott. (askanews) – “Oggi più che mai, dopo i fatti orribili e barbari che stanno avvenendo in Israele, il Governo esprime la sua vicinanza e la sua solidarietà al popolo d’Israele e alle comunità ebraiche italiane. Il terrore non prevarrà mai”. Lo afferma la premier Giorgia Meloni, ricordando che “il 9 ottobre del 1982, durante la festa di Shemini Atzeret, la Comunità ebraica di Roma è stata colpita da un terribile attacco terroristico: quaranta i feriti e una vittima, il piccolo Stefano Gaj Taché, un bimbo italiano di soli due anni: una giornata- sottolinea- buia, una ferita per la Nazione che ancora non si è rimarginata”.
“Nessuno – denuncia la presidente del Consiglio- ha pagato per le bombe e le raffiche di mitra che quel giorno hanno spezzato la vita di Stefano, devastato una famiglia, provocato dolore in tante altre e sconvolto un’intera comunità. Oggi rinnoviamo l’impegno per non dimenticare ciò che è successo e per continuare a chiedere che sui fatti di quella terribile giornata sia fatta verità storica e processuale”.
Israele, Meloni: “oggi più che mai il terrore non prevarrà”Roma, 9 ott. (askanews) – “Oggi più che mai, dopo i fatti orribili e barbari che stanno avvenendo in Israele, il Governo esprime la sua vicinanza e la sua solidarietà al popolo d’Israele e alle comunità ebraiche italiane. Il terrore non prevarrà mai”. Lo afferma la premier Giorgia Meloni, ricordando che “il 9 ottobre del 1982, durante la festa di Shemini Atzeret, la Comunità ebraica di Roma è stata colpita da un terribile attacco terroristico: quaranta i feriti e una vittima, il piccolo Stefano Gaj Taché, un bimbo italiano di soli due anni: una giornata- sottolinea- buia, una ferita per la Nazione che ancora non si è rimarginata”.
“Nessuno – denuncia la presidente del Consiglio- ha pagato per le bombe e le raffiche di mitra che quel giorno hanno spezzato la vita di Stefano, devastato una famiglia, provocato dolore in tante altre e sconvolto un’intera comunità. Oggi rinnoviamo l’impegno per non dimenticare ciò che è successo e per continuare a chiedere che sui fatti di quella terribile giornata sia fatta verità storica e processuale”.
Meloni: verità su attacco sinagoga Roma 1982,terrore non prevarràRoma, 9 ott. (askanews) – “Il 9 ottobre del 1982, durante la festa di Shemini Atzeret, la Comunità ebraica di Roma è stata colpita da un terribile attacco terroristico. Quaranta i feriti e una vittima, il piccolo Stefano Gaj Taché, un bimbo italiano di soli due anni. Una giornata buia, una ferita per la Nazione che ancora non si è rimarginata. Nessuno ha pagato per le bombe e le raffiche di mitra che quel giorno hanno spezzato la vita di Stefano, devastato una famiglia, provocato dolore in tante altre e sconvolto un’intera comunità”. E’ quanto afferma la presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, nel 41° anniversario dell’attentato alla Sinagoga di Roma.
“Oggi – continua la premier – rinnoviamo l’impegno per non dimenticare ciò che è successo e per continuare a chiedere che sui fatti di quella terribile giornata sia fatta verità storica e processuale. Oggi più che mai, dopo i fatti orribili e barbari che stanno avvenendo in Israele, il Governo esprime la sua vicinanza e la sua solidarietà al popolo d’Israele e alle comunità ebraiche italiane. Il terrore non prevarrà mai”.
Meloni: il disastro del Vajont è un monito per tutti, lavoriamo per Italia più sicuraRoma, 9 ott. (askanews) – “Oggi ricordiamo il tragico disastro del Vajont, una ferita profonda nella nostra storia. Quasi 2 mila vittime, interi paesi spazzati via, una tragedia che poteva e doveva essere evitata”. E’ quanto afferma sui social la presidente del Consiglio Giorgia Meloni.
“A distanza di 60 anni, il ricordo del Vajont resta un monito per tutti noi – sottolinea la premier -. Non dobbiamo dimenticare quanto è costata l’irresponsabilità umana in quella terribile notte del 9 ottobre 1963 a una Comunità che era pienamente consapevole dei rischi, ma che rimase inascoltata. In memoria di quella terribile tragedia, una ferita ancora impressa all’Italia tutta, il nostro impegno affinché eventi simili non si ripetano mai più nella nostra Nazione. Nel ricordo delle vittime del Vajont continueremo a lavorare per un’Italia più sicura”.
Vajont,Meloni: monito per tutti, lavoriamo per Italia più sicuraRoma, 9 ott. (askanews) – “Oggi ricordiamo il tragico disastro del Vajont, una ferita profonda nella nostra storia. Quasi 2 mila vittime, interi paesi spazzati via, una tragedia che poteva e doveva essere evitata”. E’ quanto afferma sui social la presidente del Consiglio Giorgia Meloni.
“A distanza di 60 anni, il ricordo del Vajont resta un monito per tutti noi – sottolinea la premier -. Non dobbiamo dimenticare quanto è costata l’irresponsabilità umana in quella terribile notte del 9 ottobre 1963 a una Comunità che era pienamente consapevole dei rischi, ma che rimase inascoltata. In memoria di quella terribile tragedia, una ferita ancora impressa all’Italia tutta, il nostro impegno affinché eventi simili non si ripetano mai più nella nostra Nazione. Nel ricordo delle vittime del Vajont continueremo a lavorare per un’Italia più sicura”.