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Dl Cutro, maggioranza compatta ma frenata su protezione speciale

Dl Cutro, maggioranza compatta ma frenata su protezione specialeRoma, 19 apr. (askanews) – La lunga giornata di votazioni sul dl Cutro in Senato è iniziata con il blitz della maggioranza che ha presentato un emendamento ‘canguro’, poi ritirato in seguito alle proteste dell’opposizione, che avrebbe fatto decadere le proposte di modifica della minoranza e strozzato il dibattito. Ed è finita con una marcia indietro sull’emendamento unitario del centrodestra sulla protezione speciale: il testo è stato infatti riformulato per cancellare un comma che escludeva gli “obblighi costituzionali o internazionali dello Stato italiano” nella valutazione dei divieti di respingimento o espulsione. Tema delicato su cui c’è stato un braccio di ferro interno alla maggioranza finché ha prevalso la posizione di chi non voleva ignorare la sensibilità del Quirinale per il rispetto di limiti invalicabili come quelli legati alla Costituzione e al rispetto dei trattati.

Alla fine l’emendamento è stato approvato nella versione riformulata che ha comunque confermato il giro di vite sul rilascio della protezione speciale a chi non l’ha ottenuta ma non può essere espulso o respinto perché a rischio di persecuzione, della vita e di violazioni sistematiche di diritti umani, trattamenti inumani o tortura. Per il resto, la maggioranza ha proceduto compatta e finché non si è giunti al ‘nodo’ della protezione speciale riferita all’articolo 7, le votazioni sono andate avanti speditamente. Con una quindicina di emendamenti unitari firmati da tutti i partiti che sostengono il governo Meloni. Alcuni approvati oggi, altri andranno al voto domani. L’esame infatti, dopo la bagarre esplosa sulla protezione speciale, si è concluso proprio all’articolo 7 e dopo il via libera all’emendamento del centrodestra. Domani si ripartirà alle ore 10 da lì, con un ritardo sulla tabella di marcia che prevedeva per quell’ora l’avvio delle dichiarazioni di voto finali sul provvedimento.

Dl Cutro, ok a testo maggioranza su protezione speciale riformulato

Dl Cutro, ok a testo maggioranza su protezione speciale riformulatoRoma, 19 apr. (askanews) – Via libera dell’aula del Senato all’emendamento della maggioranza sul giro di vite sulla protezione speciale ma con la riformulazione chiesta dalla stessa maggioranza. Una decisione su cui dopo una riflessione è arrvato il “parere conforme” del sottosegretario all’Interno, Nicola Molteni.

L’emendamento sulla protezione speciale puntava anche a cancellare dal comma 1.1 dell’articolo 19 del testo unico sull’immigrazione le parole “o qualora ricorrano gli obblighi di cui all’articolo 5, comma 6”, ossia gli “obblighi costituzionali o internazionali dello Stato italiano”. L’articolo 19 esclude “il respingimento o l’espulsione o l’estradizione di una persona verso uno Stato qualora esistano fondati motivi di ritenere che essa rischi di essere sottoposta a tortura o a trattamenti inumani o degradanti o qualora ricorrano gli obblighi di cui all’articolo 5, comma 6”. Il primo firmatario Maurizio Gasparri (Fi) ha chiesto di stralciare proprio il passaggio che avrebbe determinato lo stop alla valutazione legata a questi obblighi. Per il resto l’emendamento ha confermato la stretta sul rilascio della protezione speciale a chi non ha ottenuto la protezione internazionale ma non può essere espulso o respinto perché a rischio di persecuzione, della vita e di violazioni sistematiche di diritti umani, trattamenti inumani o tortura. Ridotta al lumicino la possibilità per chi ha ottenuto la protezione speciale di vedersela convertire in permessi di soggiorno per poter lavorare; stop anche per chi è nel nostro Paese a causa di gravi calamità e per cure mediche.

Il permesso di soggiorno poi verrà concesso non più per “grave” calamità ma per calamità “contingente ed eccezionale”, e si precisa che sarà rinnovabile (rispetto ai primi sei mesi) solo per ulteriori sei mesi e solo se permarranno le condizioni di “eccezionale” calamità. Si restringe inoltre la platea degli stranieri che non possono essere respinti o espulsi per motivi legati a gravi condizioni psicofisiche o patologiche. A fronte del giro di vite, nel testo è stata invece inserita una norma per concedere il permesso di soggiorno alla vittima straniera che venga costretta o indotta a contrarre un matrimonio.

La maggioranza vuole modificare l’emendamento sulla protezione speciale

La maggioranza vuole modificare l’emendamento sulla protezione specialeRoma, 19 apr. (askanews) – Il sottosegretario agli Interni, Nicola Molteni, chiamato a esprimere i pareri sugli emendamenti all’articolo 7 del decreto Cutro, ha chiesto di accantonare l’emendamento sulla protezione speciale che la maggioranza ha chiesto di modificare. Nel testo dell’emendamento originario del centrodestra sulla protezione speciale, si chiedeva di cancellare dal comma 1.1 dell’articolo 19 del testo unico sull’immigrazione le parole “o qualora ricorrano gli obblighi di cui all’articolo 5, comma 6” per la valutazione sulla concessione . Questi obblighi sono “il rispetto degli obblighi costituzionali o internazionali dello Stato italiano”. L’articolo 19 esclude “il respingimento o l’espulsione o l’estradizione di una persona verso uno Stato qualora esistano fondati motivi di ritenere che essa rischi di essere sottoposta a tortura o a trattamenti inumani o degradanti o qualora ricorrano gli obblighi di cui all’articolo 5, comma 6”. Gasparri ha dunque chiesto di stralciare dall’emendamento sulla stretta della protezione speciale il passaggio che escludeva “il rispetto degli obblighi costituzionali o internazionali dello Stato italiano”.

Dl Cutro, governo chiede di accantonare testo su protezione speciale

Dl Cutro, governo chiede di accantonare testo su protezione specialeRoma, 19 apr. (askanews) – Il sottosegretario all’Interno, Nicola Molteni, chiamato a esprimere i pareri sugli emendamenti all’articolo 7 del decreto Cutro, ha chiesto di accantonare l’emendamento sulla protezione speciale che la maggioranza ha chiesto di modificare.

Nel testo dell’emendamento originario del centrodestra sulla protezione speciale, si chiedeva di cancellare dal comma 1.1 dell’articolo 19 del testo unico sull’immigrazione le parole “o qualora ricorrano gli obblighi di cui all’articolo 5, comma 6” per la valutazione sulla concessione . Questi obblighi sono “il rispetto degli obblighi costituzionali o internazionali dello Stato italiano”. L’articolo 19 esclude “il respingimento o l’espulsione o l’estradizione di una persona verso uno Stato qualora esistano fondati motivi di ritenere che essa rischi di essere sottoposta a tortura o a trattamenti inumani o degradanti o qualora ricorrano gli obblighi di cui all’articolo 5, comma 6”. Gasparri ha dunque chiesto di stralciare dall’emendamento sulla stretta della protezione speciale il passaggio che escludeva “il rispetto degli obblighi costituzionali o internazionali dello Stato italiano”.

La versione di Piantedosi sulla protezione speciale per i migranti

La versione di Piantedosi sulla protezione speciale per i migrantiRoma, 19 apr. (askanews) – “Risulta che solo una limitatissima percentuale, intorno al 5% dei permessi rilasciati, e stata convertita in permessi di lavoro, il che testimonia anche la inidoneita dell’istituto a favorire reali percorsi d’integrazione del migrante nella nostra società, divenendo, in buona sostanza, un fattore distorsivo delle regole di ingresso e soggiorno previste dal nostro ordinamento”. Così il ministro dell’Interno, Matteo Piantedosi, rispondendo a un’interrogazione sulla protezione speciale ai migranti nel question time alla Camera. Emerge – ha continuato piantedosi – che, da quando e stata istituita” la protezione speciale “e stata concessa in numero significativamente superiore rispetto a quella per protezione internazionale e sussidiaria, mentre avrebbe dovuto costituire una ipotesi di eccezione”.

“Quanto alle affermazioni di chi ne segnala la ‘specificità’ rispetto ad altri ordinamenti europei va sottolineato che le stesse si fondano sui numeri della sua concreta applicazione. I dati della Commissione nazionale d’asilo riferiti al 2022 – ha sottolineato il repondabile del Viminale – evidenziano che su 58.446 decisioni adottate sono state, al netto delle 33.407 decisioni di rigetto, 10.506 quelle di protezione speciale, mentre sono state 7.494 quelle riferibili allo status di rifugiato e 7.039 quelle relative alla protezione sussidiaria”.

Alcune cose importanti che ha detto Schlein in conferenza stampa

Alcune cose importanti che ha detto Schlein in conferenza stampaRoma, 19 apr. (askanews) – “La nostra preoccupazione è molto forte per l’attuazione del Pnrr”. Lo ha detto la segretaria Pd Elly Schlein in conferenza stampa. “E’ un’occasione storica per il Paese, irripetibile. Abbiamo spesso detto che non è una sfida che riguarda il governo ma l’intero Paese. Non possiamo mancare a questo appuntamento, non possiamo rischiare con i ritardi di non ricevere le risorse fondamentali per il rilancio del nostro Paese. Sempre sul Pnrr: “lo scaricabarile non regge, non regge dopo sette mesi dare la colpa ai governi precedenti e nemmeno all’Unione europea”.

MATTEOTTI La segreteria Pd si riunirà venerdì a Riano per rendere omaggio a Giacomo Matteotti. Lo ha annunciato Schlein. “E’ un modo per rendere omaggio an un grande italiano ucciso dai fascisti e ritrovato a Riano”. Il Pd, ha aggiunto, ha dato l’ok alla presentazione di un “ddl sulla memoria di Matteotti”. La segretaria Pd ha poi ricordato “le parole del presidente Mattarella sulle dittature nazifasciste”. REDDITO “Non sappiano nulla di ufficiale su quello che il governo intenderà fare con questo decreto lavoro. Si profila una sorta di spezzatino del reddito di cittadinanza. Noi ci siamo opposti a questa guerra del governo contro i poveri anziché contro la povertà”, così ancora Schlein. “Ci vuole molta cautela e molta attenzione. Non può l’Italia fare a meno di uno strumento di sostegno ai redditi, con la povertà che è cresciuta”.

MIGRANTI Schlein ha poi affermato che il decreto-migranti sta facendo “peggio dei decreti Salvini”. “Un decreto che faccio fatica a chiamare Cutro, per rispetto alla strage che lì è accaduta”. Secondo la leader Pd, il governo “cerca di portare l’Ungheria in Italia, cerca di smantellare l’unico modello di accoglienza in grado di garantire l’inclusione sociale: l’accoglienza diffusa. Quello che stiamo vedendo è pure peggio di quanto avessero fatto i dl-sicurezza di Salvini. Era difficilmente immaginabile, ma ce la stanno facendo”. Ha concluso Schlein: “Continueremo a fare opposizione molto dura”.

Mattarella da Cracovia avverte: l’Ue non può essere solo la somma di mutevoli interessi nazionali

Mattarella da Cracovia avverte: l’Ue non può essere solo la somma di mutevoli interessi nazionaliCracovia, 19 apr. (askanews) – Ha scelto l’università di Cracovia Sergio Mattarella per fare un discorso a tutto campo sull’Europa, il suo passato e il suo futuro, le sue debolezze e le sue potenzialità. L’Europa non può limitarsi ad affrontare “problemi dettati da altri, in un quadro internazionale deciso da altri”, ha ammonito il capo dello Stato, secondo il quale se l’Unione si limita ad essere la “somma temporanea e mutevole di umori e interessi nazionali” sarebbe “perennemente instabile”. E’ dunque fondamentale invece procedere nell’integrazione, difendere i valori comuni, investire nell’allargamento ai paesi balcanici innanzitutto ma poi anche ad Ucraina e Moldavia per assicurare la stabilità al Continente, mentre l’aggressione russa all’Ucraina sta minacciando la pace faticosamente conquistata all’indomani della seconda guerra mondiale.

“Le ‘prove generali’ della Seconda guerra mondiale ebbero luogo qui, nell’Europa centro-orientale – ha ricordato Mattarella -, in Cecoslovacchia, in Polonia, con l’aggressione da parte della Germania nazista e dell’Unione Sovietica stalinista, frutto di ideologie di esasperazione nazionalistica e di potenza”. Come non citare Danzica, due volte protagonista della storia: “Il ‘piano bianco’ del 1939 con l’aggressione alla città da parte del regime nazista e l’avvio, nel 1988, dai Cantieri, del processo di affrancamento dal regime comunista. ‘Morire per Danzica?’ ci si interrogava in Europa alla vigilia della seconda guerra mondiale. Il seguito di queste incertezze è noto”. E’ la storia dunque che ci insegna che l’unità dell’Europa è la sola via per garantire la pace nel continente: “Come costruire la pace, come realizzare un sistema rispettoso dei diritti di ogni Stato, in grado di irradiare intorno a sé valori positivi di cooperazione? La Polonia è testimone eccellente di questi processi, capofila di quello che portò alla liberazione dal giogo sovietico numerosi Paesi dell’Europa centro-orientale”. “Oggi l’Europa è testimone di crimini frutto di una rinnovata esasperazione nazionalistica che pretende di violare confini, di conquistare spazi territoriali accampando la presenza di gruppi di popolazione appartenenti alla stessa cultura”, perciò – avverte Mattarella – “è necessario superare con coraggio e lungimiranza le contraddizioni di voler puntare, da un lato, a una solida cornice di difesa europea senza saper superare, dall’altro, le timidezze di chi esita ad avanzare sulla strada dell’integrazione. L’una non può esistere senza l’altra”. E le sfide globali che abbiamo di fronte rilanciano anche la necessità di consolidare il rapporto euroatlantico, questo significa “respingere la tentazione della frammentazione della solidarietà fra Paesi liberi, cementata nella esperienza dell’Alleanza Atlantica e dell’Unione Europea” perchè, è la convinzione del presidente della Repubblica, “sicurezza europea e sicurezza euroatlantica sono concetti indivisibili”.

Mattarella cita i fondatori dell’Ue, Monnet e Schuman, per ricordare quali sono stati i principi ispiratori della comunità europea: “L’Europa nasce come grande progetto di pace, come visione di sviluppo capace di superare contrapposizioni storiche, come quella tra Germania e Francia. Occorre una visione altrettanto saggia e robusta. L’Unione Europea è innanzitutto una comunità di valori che trova nel rifiuto della guerra come strumento di risoluzione delle controversie, nel rispetto dello Stato di diritto, nella democrazia e nel dialogo, nella coesione sociale, nelle prospettive di realizzazione dei giovani, i suoi principi cardine. Per tutto questo l’Europa è dei suoi cittadini. Un modello di successo perseguito come traguardo ideale in altri continenti”. Ma essere parte di questo progetto, avverte infine il capo dello Stato, “significa condividerne, con spirito di solidarietà e responsabilità, i valori fondanti e impegnarsi quotidianamente a difendere i diritti sanciti dalla Carta dei valori dell’Unione Europea”.

Migranti e sostituzione etnica, la bufera sulle parole del ministro Lollobrigida non si placa

Migranti e sostituzione etnica, la bufera sulle parole del ministro Lollobrigida non si placaRoma, 19 apr. (askanews) – La bufera sulle parole del ministro dell’Agricoltura Francesco Lollobrigida non accenna a placarsi. Nonostante i colleghi di FdI abbiano provato a rispedire al mittente le critiche dell’opposizione, la paventata ‘sostituzione etnica’ continua a far discutere, e non solo l’opposizione. Il tema migranti è un punto chiave del governo Meloni (conteso tra Lega e FdI), quanto dell’opposizone, su cui si consumano accese distanze; e ieri l’uscita del ministro, preceduta da quella un po’ più cauta ma sulla stessa scia, della premier Giorgia Meloni, ha scatenato il putiferio, che oggi continua.

Riassumendo, ieri al Salone del Mobile di Milano, Meloni ha detto che il problema demografico dell’Italia e le sue ripercussioni sul Pil si risolvono ‘non con i migranti’ ma incentivando la natalità e aumentando il tasso di occupazione femminile. Più o meno lo stesso concetto che poco dopo ha espresso, con toni decisamente più tranchant, il ministro dell’Agricoltura che, ospite del congresso della Cisal, sostiene che ‘vanno incentivate le nascite. Va costruito un welfare per consentire di lavorare a chiunque di lavorare e avere una famiglia. Non possiamo arrenderci al tema della sostituzione etnica’. Parole stigmatizzate da tutta l’opposizione, a cominciare dalla segretaria del Pd, Elly Schlein, secondo cui si tratta di ‘linguaggio da suprematismo bianco’. Qualcuno tra gli alleati ha insinuato il dubbio che il polverone suscitato da Lollobrigida non sia affatto casuale: ‘Fateci caso – fa notare un parlamentare – ogni volta che la maggioranza è in difficoltà c’è qualcuno che distoglie l’attenzione con una polemica’.

In ogni caso il polverone è ancora ben sollevato. Vana la difesa di FdI. Tommaso Foti, capogruppo di FdI alla Camera, in un’intervista al Corriere della Sera. ‘Altra polemica totalmente pretestuosa. A Elly Schlein e compagni, non potendo attaccare nel merito il buon go- verno del ministro, non resta che baccagliare sulla terminologia e sul nulla. Da 20 anni i governi non sono riusciti a risolvere il problema della denatalità italiana’. Ylenja Lucaselli, parlamentare di Fratelli d’Italia, ad Agorà Rai Tre, la mette così: ‘Io mi chiedo: quale è un altro modo per spiegare all’interno di un convegno in maniera veloce il fatto che da parte della sinistra in questi anni c’è stata una politica di accoglienza a prescindere’. Segue Luca Ciriani, ministro per i Rapporti con il Parlamento (altro esponente FdI), che a Rainews 24 ha detto: ci sono state ‘polemiche strumentali sulle parole del ministro Lollobrigida’, ‘non mi piacciono le polemiche soprattutto se sono finte’. ‘In Italia c’è un problema demografico, la sinistra si scandalizza ma in dieci anni non ha fatto niente per risolvere questo problema, la soluzione concreta è di aiutare le famiglie e le donne che devono avere una carriera ed essere anche madri. Vanno costruiti servizi per le famiglie’, ha concluso Ciriani, ribadendo i concetti. Arriva la sponda anche di un alleato di governo Alessandro Cattaneo, Forza Italia, che candidamente ricorda come quella di Lollobrigida non sia un’uscita estemporanea: ‘Quelle del ministro Lollobrigida sono parole che ho sentito in campagna elettorale più volte, quella stessa espressione è stata ripetuta nei comizi e non ci siamo scandalizzati. È un modo di dire che non uso e non utilizzerei. Ma Lollobrigida ha già chiarito il suo pensiero, non vedo il motivo di tutto questo polverone’, ha detto a Coffee Break, su La7, il deputato, vice coordinatore nazionale e responsabile organizzazione territoriale di Forza Italia.

A difendere, e con forza, Lollobrigida il ministro della Famiglia, la Natalità e le Pari Opportunità Eugenia Roccella: ‘Le invettive contro il ministro Lollobrigida, oltre che una deriva polemica che si attacca a ogni pretesto, rivelano quale sia l’ideologia che ha contributo a portare questo Paese nella morsa del gelo demografico che oggi lo stringe. La verità è che la sinistra non vuole una cultura che stimoli il lavoro e la natalità, ma vuole che altri si facciano carico delle esigenze dell’Italia in termini di forza lavoro e di ricambio generazionale’. ‘Se dopo tanti anni di governi di sinistra in Italia si fanno sempre meno figli – prosegue Roccella – i motivi sono anche culturali. Fare figli è diventato qualcosa di socialmente poco premiante. Ma siccome di figli c’è bisogno, l’incombenza può essere appaltata ad altri Paesi, preferibilmente poveri’. E rincara: ‘E’ un’ideologia globalista che sottintende un neo-colonialismo strisciante e che, con la circolazione incontrollata della forza lavoro, lascia ai privilegiati i loro privilegi e ai poveri la povertà’. L’opposizione continua invece ad attaccare, fino a chiedere le dimissioni del ministro. ‘Il solo sentir menzionare la ‘sostituzione etnica’ mi indigna. Non si risolvono questi problemi con le battute di cattivo gusto’. Così Raffaella Paita, presidente del Gruppo Azione-Italia Viva al Senato, in un’intervista al Corriere della sera, sottolineando che quelle del ministro Lollobrigida sono parole ‘gravissime’. ‘Le parole di Lollobrigida sulla sostituzione etnica sono indecenti e indegne di un Ministro, sono inaccettabili e vanno respinte’, ha dichiarato la deputata M5S Chiara Appendino intervenendo a ‘Radio Anch’io’, sottolineando che ‘il Governo è nel pallone sull’immigrazione, che è il tema su cui i partiti di maggioranza hanno fatto campagna elettorale dicendo che avrebbero chiuso i porti e i migranti non sarebbero arrivati. Ora gli sbarchi sono quadruplicati e si stanno scontrando con la realtà ma continuano a perseverare nell’errore della propaganda’.

‘Dopo le dichiarazioni del ministro Lollobrigida siamo ben oltre ogni limite della decenza. Più che parlare di sostituzione etnica sarebbe necessaria dalle parti di Palazzo Chigi e del governo una sostituzione etica’, ha detto il segretario nazionale di Sinistra Italiana Nicola Fratoianni, parlamentare dell’Alleanza verdi Sinistra, dai microfoni di Skytg24. Per il segretario di +Europa, Riccardo Magi, ‘dopo le parole deliranti del ministro Lollobrigida sulla ‘sostituzione etnica’, è evidente l’ideologia che ha mosso il governo nel varare il Dl Cutro. Un’ideologia xenofoba che impedisce al governo di guardare al fenomeno migratorio per quello che è: un’opportunità da cogliere attraverso norme rigorose ed efficienti, anziché usare i migranti per alimentare fobie e paure, in nome del suprematismo bianco e di una presunta razza da difendere’. Il Pd ieri si è schierato ha condannato con i suoi massimi vertici prima Schlein e in serata Bonaccini, il quale, dopo aver definito quelle del ministro Lollobrigida ‘parole irricevibili’, ha auspicato quanto meno le scuse. Oggi anche un altro esponente Pd ha chiesto le scuse: ‘Il contrasto alla denatalità nulla ha a che fare con teorie complottiste e razziste sulla ‘sostituzione etnica” e ‘nelle ore in cui Mattarella ad Auschwitz ha ristabilito la verità storica, Lollobrigida ha usato parole vergognose di cui dovrebbe semplicemente scusarsi’, ha detto Simona Malpezzi, senatrice del Pd. Qualcun altro ha chiesto le dimissioni, mettendo in campo però anche la teoria della ‘distrazione di massa’: ‘È incredibile che uno così faccia il ministro, che utilizzi quelle parole’, il primo commento di Pierfrancesco Majorino, responsabile immigrazione del Partito Democratico, intervistato da Radio Popolare sulle parole del ministro Francesco Lollobrigida sulla sostituzione etnica. ‘Da una parte’, continua Majorino, ‘credo che sia necessario che si dimetta, ma dall’altra penso che il problema non sia solo Lollobrigida, ma l’operazione politica terrificante che la destra sta facendo sul tema dell’immigrazione, un’operazione che mira a esasperare al massimo il conflitto, a creare una dimensione dell’emergenza dopo che non si è gestito nulla in questi mesi, a ricercare ancora una volta un capro espiatorio e a usare la questione dell’immigrazione come una grande arma di distrazione di massa per evitare di discutere del fatto che in questo Paese non si stanno usando i fondi del PNRR o non c’è alcun tipo di manovra seria sul piano delle politiche economiche e sociali’.

Mattarella: nessuno può restare indifferente di fronte alla brutale aggressione della Russia all’Ucraina

Mattarella: nessuno può restare indifferente di fronte alla brutale aggressione della Russia all’UcrainaCracovia, 19 apr. (askanews) – L’Unione europea ha saputo reagire con fermezza e unità al tentativo nazionalistico di violare i suoi confini. Lo ha sottolineato il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, parlando all’università Jagellonica a Cracovia nel corso della sua visita di Stato in Polonia. “Nessuno può restare indifferente di fronte alla brutale aggressione della Federazione Russa contro l’Ucraina, un Paese sovrano, libero, indipendente, democratico, la cui popolazione è oggetto di attacchi mirati e criminali che uccidono con ferocia, prendendo di mira senza scrupoli le infrastrutture civili ucraine per lasciare la popolazione al gelo e al buio – ha ricordato il capo dello Stato -. Oggi l’Europa è testimone di crimini frutto di una rinnovata esasperazione nazionalistica che pretende di violare confini, di conquistare spazi territoriali accampando la presenza di gruppi di popolazione appartenenti alla stessa cultura”.

“Come dimenticare la vicenda dei Sudeti e delle popolazioni di origine tedesca che li abitavano, e della Conferenza di Monaco, che aprirono alla Seconda guerra mondiale? A questo insensato tentativo di sovvertire le regole dell’ordine internazionale, l’Unione Europea ha saputo reagire con fermezza e – con unità di intenti – continuerà a sostenere l’Ucraina”, ha aggiunto. “Sicurezza europea e sicurezza euroatlantica sono concetti indivisibili per potersi difendere insieme con determinazione e per garantire e sviluppare il modello democratico e sociale europeo”, ha ribadito Mattarella. “Fronteggiare con successo le gravi conseguenze del perdurare del conflitto” in Ucraina ha sottolineato il capo dello Stato, “dall’esplosione dei fenomeni migratori alle crescenti diseguaglianze economiche e sociali, alla insicurezza energetica ed alimentare, è la sfida alla quale gli europei sono chiamati”.

Ucraina, Mattarella: respingere tentativi frammentazione Nato-Ue

Ucraina, Mattarella: respingere tentativi frammentazione Nato-UeCracovia, 19 apr. (askanews) – Per “salvaguardare la pace fra le nazioni, affrontare i rischi globali che interpellano tutto il mondo – missione da cui, colpevolmente, ci allontana, oggi, la furia bellicista russa – significa anzitutto respingere la tentazione della frammentazione della solidarietà fra Paesi liberi, cementata nella esperienza dell’Alleanza Atlantica e dell’Unione Europea”. Lo ha detto il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, parlando all’università Jagellonica a Cracovia nel corso della visita di Stato in Polonia.