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Mattarella: i Paesi con vocazione alla pace si facciano sentire

Mattarella: i Paesi con vocazione alla pace si facciano sentireSantiago del Cile, 4 lug. (askanews) – Questa in Cile è una visita che “da tempo desideravo fare ma l’attività si è rallentata per effetto del Covid e sono lieto di essere riuscito a farla in un momento importante per la comunità internazionale, per le tensioni che ci sono e per il bisogno di far sentire, da parte dei Paesi che hanno vocazione per la pace, all’equilibrio e alla collaborazione internazionale, qual è la strada vera, la più giusta e la più adeguata per le sorti del mondo e questo luogo è espressione di questi valori”. Lo ha detto il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, durante un incontro con una rappresentanza della comunità italiana nel Paese latinoamericano, al circolo sportivo-culturale Stadio italiano di Santiago del Cile.

Schlein ha riunito la segreteria del Pd a Ventotene: vogliamo un’Europa solidale, non quella di Meloni

Schlein ha riunito la segreteria del Pd a Ventotene: vogliamo un’Europa solidale, non quella di MeloniRoma, 4 lug. (askanews) – “Siamo qui perché vogliamo un’Europa solidale, quella che raccontava il Manifesto di Ventotene, oggi non abbiamo ancora l’Europa di Ventotene ma il Pd vuole continuare a lavorare in questa direzione, perchè è l’unica che puo’ promettere un futuro migliore alle nuove generazioni”. Un’Europa “più politica, il contrario di quello che vuole Giorgia Meloni”. Elly Schlein ha voluto riunire la segreteria del Pd nell’isola di Ventotene, quella dove Altiero Spinelli immaginò il futuro dell’Europa e al quale ha reso omaggio non appena sbarcata. Qui verrà inaugurato il primo Circolo Pd di Ventotene.

“Stiamo vedendo vacillare e crollare l’Internazionale di nazionalisti – ha osservato la segretaria dem – nell’ipocrisia di usare la stessa retorica di odio, muri e intolleranza, a cui non interessa trovare soluzioni ai problemi degli italiani e degli europei, hanno qualcosa di meglio: un capro espiatorio, un nemico al giorno, che sia il diverso, la Comunita Lgbtqi+, le donne troppo emancipate, le politiche ecologiste. Un nemico al giorno ma a soluzioni stanno a zero. Se siamo qui è per recuperare l’afflato di un disegno che vuole unire i popoli, perchè l’Europa che ha in mente Giorgia Meloni non è quella dei popoli ma quella dei veti nazionali, come quelli dei suoi amici e alleati ungheresi e polacchi, che si oppongono e negano la solidarietà europea sull’accoglienza, ai danni dell’Italia e dell’interesse italiano, e anzichè battersi per superare Dublino e avere una condivisione equa tra i Paesi europei delle responsabilità sull’accoglienza, Meloni da ragione a loro. Questo è il grande paradosso del nazionalismo”. Per Schlein occorre dunque “svelare tutte le bugie” della destra “anche quella fiscale con paradisi fiscali in Europa, con 27 sistemi diversi che agevolano l’elusione fiscale anche dei grandi gruppi”.

“Siamo qui perchè è tempo, per la mia generazione e per quelle successive, di non rinunciare a una prospettiva europea, perchè non c’è una sola sfida su cui si gioca il futuro dell’Europa su cui siano sufficienti gli Stati nazionali”, ha detto Schlein. Con il solo “interesse nazionale non si salva nessuno in Europa e, quindi, bisogna trovare un equilibrio che rappresenti un interesse europeo”, ha spiegato la segretaria dem. “Non si può promuovere un’Europa ‘a la carte’, come fa la destra, in cui si scelgono i benefici ma non si condividono le responsabilità che ne derivano”.

Ue, Schlein a Ventotene: vogliamo Europa solidale non quella di Meloni

Ue, Schlein a Ventotene: vogliamo Europa solidale non quella di MeloniRoma, 4 lug. (askanews) – “Siamo qui perchè vogliamo un’Europa solidale, quella che raccontava il Manifesto di Ventotene, oggi non abbiamo ancora l’Europa di Ventotene ma il Pd vuole continuare a lavorare in questa direzione, perchè è l’unica che puo’ promettere un futuro migliore alle nuove generazioni”. Un’Europa “più politica, il contrario di quello che vuole Giorgia Meloni”. Elly Schlein ha voluto riunire la segreteria del Pd nell’isola di Ventotene, quella dove Altiero Spinelli immaginò il futuro dell’Europa e al quale ha reso omaggio non appena sbarcata. Qui verrà inaugurato il primo Circolo Pd di Ventotene.

“Stiamo vedendo vacillare e crollare l’Internazionale di nazionalisti – ha osservato la segretaria dem – nell’ipocrisia di usare la stessa retorica di odio, muri e intolleranza, a cui non interessa trovare soluzioni ai problemi degli italiani e degli europei, hanno qualcosa di meglio: un capro espiatorio, un nemico al giorno, che sia il diverso, la Comunita Lgbtqi+, le donne troppo emancipate, le politiche eocologiste. Un nemico al giorno ma a soluzioni stanno a zero. Se siamo qui è per recuperare l’afflato di un disegno che vuole unire i popoli, perchè l’Europa che ha in mente Giorgia Meloni non è quella dei popoli ma quella dei veti nazionali, come quelli dei suoi amici e alleati ungheresi e polacchi, che si oppongono e negano la solidarietà europea sull’accoglienza, ai danni dell’Italia e dell’interesse italiano, e anzichè battersi per superare Dublino e avere una condivisione equa tra i Paesi europei delle responsabilità sull’accoglienza, Meloni da ragione a loro. Questo è il grande paradosso del nazionalismo”. Per Schlein occorre dunque “svelare tutte le bugie” della destra “anche quella fiscale con paradisi fiscali in Europa, con 27 sistemi diversi che agevolano l’elusione fiscale anche dei grandi gruppi”.

“Siamo qui perchè è tempo, per la mia generazione e per quelle successive, di non rinunciare a una prospettiva europea, perchè non c’è una sola sfida su cui si gioca il futuro dell’Europa su cui siano sufficienti gli Stati nazionali”, ha detto Schlein. Con il solo “interesse nazionale non si salva nessuno in Europa e, quindi, bisogna trovare un equilibrio che rappresenti un interesse europeo”, ha spiegato la segretaria dem. “Non si può promuovere un’Europa ‘a la carte’, come fa la destra, in cui si scelgono i benefici ma non si condividono le responsabilità che ne derivano”.

Quattro esperti lasciano il comitato Lep sull’autonomia differenziata: l’impatto della riforma non è chiaro

Quattro esperti lasciano il comitato Lep sull’autonomia differenziata: l’impatto della riforma non è chiaroRoma, 4 lug. (askanews) – E’ datata 26 giugno la lettera con cui Giuliano Amato, Franco Bassanini, Franco Gallo, Alessandro Pajno hanno comunicato al ministro Roberto Calderoli e al presidente Sabino Cassese “le motivazioni delle dimissioni dal Comitato tecnico per la determinazione dei Livelli Essenziali delle Prestazioni e l’incostituzionalità di alcune disposizioni della Legge di bilancio per il 2023 in tema di attuazione della autonomia regionale differenziata”.

“Caro Ministro, caro Roberto, Caro Presidente, caro Sabino – inizia la lettera – abbiamo apprezzato l’attenzione che avete dedicato ai nostri rilievi sui problemi di procedura e di merito che solleva l’attuazione dell’art. 116 della Costituzione in materia di autonomia differenziata così come disciplinato dalla legge di bilancio per il 2023. Abbiamo anche apprezzato, caro Ministro, alcune tue importanti affermazioni sull’oggetto dell’autonomia differenziata, in particolare allorchè hai condiviso durante il seminario di Astrid l’interpretazione per la quale le “forme e condizioni particolari di autonomia” da attribuire alle Regioni ex art. 116 riguardano specifici compiti e funzioni e non intere materie, e hai escluso trasferimenti di competenze in materia di norme generali sull’istruzione. Abbiamo anche apprezzato il fatto che Sabino Cassese abbia proceduto nell’ambito del CLEP alla istituzione di un nuovo sottogruppo dedicato alla individuazione dei LEP nelle materie non ricomprese nel perimetro indicato dall’art. 116 terzo comma. Restano però irrisolti alcuni problemi di fondo”. Secondo i firmatati infatti “prima della attribuzione di nuove specifici compiti e funzioni ad alcune Regioni con le corrispondenti risorse finanziarie”, è necessaria “la determinazione di tutti i LEP attinenti all’esercizio di diritti civili e sociali e la definizione del loro finanziamento, secondo i principi e le procedure dell’art. 119 della Costituzione”.

Secondo i quattro esperti infatti non è sufficiente basarsi sui precedenti ma occorre che vengano individuati “i nuovi LEP necessari per assicurare effettivamente il superamento delle disuguaglianze territoriali nell’esercizio dei diritti civili e sociali. Vi sono infatti materie nelle quali il legislatore non ha mai proceduto a determinare LEP e molte altre nelle quali questa determinazione è stata parziale. E non è mai stato fatto il lavoro di comparazione complessiva dei LEP con le risorse finanziarie, volta a definire quali livelli essenziali effettivamente sono assicurabili a tutti, senza discriminare nessuno o creare insostenibili oneri per la finanza pubblica”. “Come avevamo proposto, la contraddizione fra il dettato costituzionale (116, 117 e 119) e il primo periodo del comma 791, da un lato, e le altre disposizioni della legge di bilancio, dall’altro, si potrebbe risolvere modificando queste ultime mediante appositi emendamenti al disegno di legge Calderoli, facendo così correttamente prevalere le norme costituzionali. Ma abbiamo inteso – spiegano Amato, Bassanini, Gallo e Pajno – che questa proposta non è condivisa né da te, né da Sabino Cassese. Non è stata parimenti condivisa la nostra proposta di consentire al Parlamento, nel corso dell’esame del disegno di legge Calderoli, di definire preventivamente alcuni limiti alla negoziazione delle intese, da intendersi come contenuti non negoziabili, quali per esempio le norme generali sull’istruzione o le grandi infrastrutture nazionali di trasporto (autostrade, ferrovie, grandi porti e aeroporti), le reti di telecomunicazione e le infrastrutture nazionali di trasporto e distribuzione dell’energia elettrica e del gas”.

Insomma “finchè non sono stati determinati tutti i LEP, e non sono stati ridefiniti, in relazione ai loro costi standard, gli strumenti e i modi per assicurare a tutte le Regioni una effettiva autonomia tributaria che consenta loro di finanziare integralmente i LEP medesimi, la effettiva portata di quei principi resta indeterminata e indeterminabile. Per tutte queste ragioni, che qui abbiamo solo sinteticamente riassunto (intelligenti pauca), siamo costretti a prendere atto che non ci sono le condizioni per una nostra partecipazione ai lavori del CLEP”, concludono.

Ue, Salvini: replicare formula di governo italiano, no a esclusioni

Ue, Salvini: replicare formula di governo italiano, no a esclusioniMilano, 4 lug. (askanews) – “Sui temi europei saranno gli italiani a scegliere con il voto l’anno prossimo. Però, siccome sono entusiasta di quello che sta facendo il governo italiano in questi mesi, mi piacerebbe che in Europa esistesse la stessa formula: governo di centrodestra esteso in Europa, senza escludere nessuno, senza dire di no a nessuno”. Lo ha ribadito il vicepremier Matteo Salvini, a Milano per l’inaugurazione della M4 in piazza San Babila.

“Altrimenti – ha aggiunto – ci sarà l’ennesima maggioranza con la sinistra, con i socialisti e con Macron. Mi domando come qualcuno di centrodestra possa preferire i socialisti, quelli dell’ideologia e degli sbarchi, al centrodestra. Un’idea di Europa – ha chiosato Salvini – che per me coincide con quello che sta facendo il governo italiano: centrodestra in Italia, che va bene, e centrodestra in Europa”.

Salvini: il governo non rischia, a Tajani risponderanno gli elettori

Salvini: il governo non rischia, a Tajani risponderanno gli elettoriMilano, 4 lug. (askanews) – “A Tajani risponderanno gli elettori. Ovvvio che il governo non è in discussione, e mi auguero che duri 5 anni più altri 5, va avanti bello saldo con le idee chiare”. Lo ha assicurato il segretario della Lega e vice premier Matteo Salvini, in collegamento con Radio Anch’io rivendicando di avere fatto, in vista delle elezioni europee del prossimo anno, “solo una riflessione normale: c’è un governo di centrodestra, gli italiani apprezzano i risultati perchè alle Regionali il centrodestra stravince, ho detto agli alleati: ‘Facciamo la stessa formula anche in Europa’. Non mi sembra una proposta particolarmente intelligente o rivoluzionaria… Visto che metà delle norme arrivano da Bruxelles e sono figlie di politica anti italiana e anti sviluppo, penso sia una grande occasione per portare anche in Euorpa un governo di centrodestra. Vogliamo provarci anche in Europa, o ci arrendiamo a un’altra alleanza con i Socialisti?”. Intanto, “io dico già da oggi che chi sceglierà la Lega avrà chiaro che qualunque sia l’esito del voto” la Lega non andrà “al governo dell’Europa con i socialisti dell’auto green e della casa da sistemare senza aiuto economico”, conclude.

Mattarella è arrivato a Santiago del Cile, in visita fino al 6 luglio

Mattarella è arrivato a Santiago del Cile, in visita fino al 6 luglioSantiago del Cile, 3 lug. (askanews) – Il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, è arrivato alle 20.30 a Santiago del Cile, prima tappa di una visita nel Paese sudamericano che si estenderà fino al 6 luglio. Il capo dello Stato, accompagnato dal sottosegretario agli Esteri, Edmondo Cirielli, e dalla figlia Laura, è stato accolto all’aeroporto della capitale cilena dal ministro degli Esteri, Alberto van Klaveren. Si tratta della prima visita ufficiale di Mattarella a Santiago del Cile e sarà seguita dalla prima visita in assoluto di un presidente della Repubblica in un altro Paese dell’America Latina, il Paraguay, fino all’8 luglio.

Domani, martedì 4 luglio, Mattarella incontrerà allo Stadio italiano di Santiago una rappresentanza della comunità italiana in Cile e, successivamente, visiterà la Stazione della Undicesima Compagnia italiana dei vigili del fuoco di Santiago e il Museo della Memoria e dei Diritti Umani, inaugurato nel 2010 e dedicato alla violazione dei diritti umani commessi dal regime di Augusto Pinochet tra il 1973 e il 1990. Nel pomeriggio, deporrà una corona al monumento a Bernardo O’Higgins, padre della patria e primo Capo di Stato del Cile. Mattarella sarà ricevuto, quindi, al palazzo della Moneda dal 37enne presidente della Repubblica del Cile, Gabriel Boric. Al termine dei colloqui, i due presidenti rilasceranno dichiarazioni alla stampa. Il capo dello Stato incontrerà, quindi, presso la sede del Congresso a Santiago, il presidente del Senato, Juan Antonio Coloma Correa, e il presidente della Camera dei deputati, Vlado Mirosevic Verdugo, che offriranno un pranzo in onore del presidente della Repubblica.

Il 5 luglio mattina il capo dello Stato terrà una lectio magistralis all’Università del Cile dal titolo: “America Latina ed Europa: due continenti uniti per la pace, la democrazia, lo sviluppo”. Successivamente, inaugurerà la mostra “Forme e colori dell’Italia pre-romana” allestita all’Istituto italiano di cultura e renderà omaggio, presso la residenza dell’ambasciatrice d’Italia, al monumento in onore di Lumi Videla. Ricorda la studentessa 26enne di sociologia che fu arrestata dalla polizia segreta il 21 settembre del 1974, torturata, uccisa e poi gettata dentro il giardino dell’ambasciata italiana a Santiago dove in quel momento erano rifugiati 250 cileni che cercavano di mettersi in salvo dalle efferatezze della dittatura di Pinochet, scattate ormai da oltre un anno. Dopo un ricevimento offerto dall’ambasciatrice d’Italia alla presenza di ex presidenti della Repubblica del Cile e di esuli cileni in Italia, Mattarella si trasferirà, quindi, a Punta Arenas, estremità meridionale dell’America Latina, dove, giovedì 6 luglio, visiterà il Forte Bulnes, il Museo Salesiano Maggiorino Borgatello, il Círculo Italiano e il Mausoleo della Fratellanza Italiana. Il viaggio proseguirà poi nel pomeriggio con la partenza per Asuncion, capitale del Paraguay.

Ue, Salvini parla con Le Pen: maggioranza centrodestra senza veti

Ue, Salvini parla con Le Pen: maggioranza centrodestra senza vetiRoma, 3 lug. (askanews) – Il leader della Lega Matteo Salvini ha avuto un colloquio in videocollegamento con i vertici del Rassemblement National: Marine Le Pen e il presidente Jordan Bardella.

Salvini, riferisce una nota della Lega, si è subito interessato della situazione francese e “ha convinto i leader a rimandare l’incontro in presenza ad altra occasione” esprimendo “solidarietà in particolare per vigili del fuoco, sindaci e poliziotti”. Il videocollegamento è stata l’occasione per fare il punto della situazione in vista delle Europee. Salvini, si legge ancora nella nota, “ha ribadito la determinazione a costruire una casa comune del centrodestra alternativa ai socialisti, senza veti” con l’obiettivo di “realizzare il primo storico governo di centrodestra, in contrapposizione alla sinistra delle tasse e dell’immigrazione selvaggia”.

Salvini e Le Pen hanno “confermato i reciproci sentimenti di stima e amicizia: il leader della Lega si è detto convinto che una fetta del Ppe desideri guardare a destra e recidere una volta per tutte gli accordi con la sinistra”. “Mai la Lega andrà con la sinistra e i socialisti e non accetto veti sui nostri alleati – ha ribadito Salvini -. L’unica speranza di cambiare l’Europa è tenere unito tutto quello che è alternativo alla sinistra. Chi si comporta diversamente, fa un favore ai socialisti. L’unico centrodestra presente in un grande Paese come la Francia siete voi”.

La videoconferenza si è conclusa con l’intenzione di organizzare al più presto una riunione con tutti i leader del gruppo Identità e Democrazia, con la convinzione che sarà “sempre più attrattivo anche per altre forze politiche interessate a cambiare l’Europa”. Salvini e Le Pen restano in contatto per la situazione francese.

Pnrr, Meloni chiama “tutti ai remi”: in gioco futuro Italia

Pnrr, Meloni chiama “tutti ai remi”: in gioco futuro ItaliaMilano, 3 lug. (askanews) – Maggioranza e opposizione, tutti i livelli istituzionali, sindacati, aziende, magistrati, intellettuali, gente comune. Giorgia Meloni chiama tutti a bordo di quella che chiama “la nave più bella del mondo”, tutti a “remare nella stessa direzione”, che è quella della realizzazione del Pnrr. Un appello che suona anche come un’accusa: nell’intervista al Corriere della Sera la premier aveva parlato di “allarmismo” e di “Tafazzi”, ma dal palco della Assemblea generale di Assolombarda va oltre: “C’è chi tifa perchè si fallisca”. Eppure, “qui non è in gioco un governo ma la modernizzazione dell’Italia e la sua credibilità internazionale”.

La presidente del Consiglio si dice “dispiaciuta”, “anche se non mi stupisce”, che il Pnrr “sia diventato terreno di scontro”. Ma agli industriali di Assolombarda assicura: “Quei soldi li metteremo a terra, costi quel che costi”. Anche se, tiene a precisare, “il piano non lo ha scritto o negoziato questo governo. Modificheremo le parti da cambiare, faremo le norme necessarie, contratteremo con la Commissione, supereremo le lungaggini degli enti locali. Faremo quello che va fatto e metteremo tutti ai remi e se qualcuno vorrà restare a guardare, vorrà dire che quando avremo finito avrà imparato una lezione”. La platea applaude, Meloni assicura il dialogo: “Il Governo è consapevole che è impossibile affrontare da solo le sfide, per qusto abbiamo recuperato lo spirito di confronto e inaugurato un nuovo metodo caratterizzato da un dialogo costante e aperto con le parti sociali”. In particolare con gli imprenditori “possiamo e dobbiamo lavorare insieme. Non sempre saremo d’accordo su tutto, ma questa nazione si può salvare, può ancora stupire e dimostrare al mondo quanto vale”.” Con un modello industriale che “non ha nulla da imparare da nessuno, semmai ha qualcosa da insegnare”, prosegue accarezzando la platea. Che applaude quando la premier chiede una transizione ecologica “fatta con criterio: non possiamo smantellare la nostra economia per inseguirla”.

“E dal nuovo centro di ricerca del Gruppo Comazzi, dove si svolge l’assemblea, assicura il sostegno del governo all’innovazione, in particolare con un Chips Act italiano: “La politica dei semiconduttori si inserisce in un piano più ampio per rendere l’Italia sempre più competitiva, il ramo hitech ha bisogno di un’evoluzione per attirare imprese dall’estero ed evitare fughe dall’Italia”. Una strategia che serve anche a conrtastare gli effetti dell’Inflation Reduction Act americano, e a sfruttare il decoupling degli Usa dalla Cina: “Possiamo porci come fornitore alternativo, almeno per alcune materie prime critiche, estratte o processate in Europa e nei segmenti più carichi di innovazione e contenuto tecnologico”

Sul Pnrr Meloni chiama “tutti ai remi”: in gioco il futuro dell’Italia

Sul Pnrr Meloni chiama “tutti ai remi”: in gioco il futuro dell’ItaliaMilano, 3 lug. (askanews) – Maggioranza e opposizione, tutti i livelli istituzionali, sindacati, aziende, magistrati, intellettuali, gente comune. Giorgia Meloni chiama tutti a bordo di quella che chiama “la nave più bella del mondo”, tutti a “remare nella stessa direzione”, che è quella della realizzazione del Pnrr. Un appello che suona anche come un’accusa: nell’intervista al Corriere della Sera la premier aveva parlato di “allarmismo” e di “Tafazzi”, ma dal palco della Assemblea generale di Assolombarda va oltre: “C’è chi tifa perchè si fallisca”. Eppure, “qui non è in gioco un governo ma la modernizzazione dell’Italia e la sua credibilità internazionale”.

La presidente del Consiglio si dice “dispiaciuta”, “anche se non mi stupisce”, che il Pnrr “sia diventato terreno di scontro”. Ma agli industriali di Assolombarda assicura: “Quei soldi li metteremo a terra, costi quel che costi”. Anche se, tiene a precisare, “il piano non lo ha scritto o negoziato questo governo. Modificheremo le parti da cambiare, faremo le norme necessarie, contratteremo con la Commissione, supereremo le lungaggini degli enti locali. Faremo quello che va fatto e metteremo tutti ai remi e se qualcuno vorrà restare a guardare, vorrà dire che quando avremo finito avrà imparato una lezione”. La platea applaude, Meloni assicura il dialogo: “Il Governo è consapevole che è impossibile affrontare da solo le sfide, per qusto abbiamo recuperato lo spirito di confronto e inaugurato un nuovo metodo caratterizzato da un dialogo costante e aperto con le parti sociali”. In particolare con gli imprenditori “possiamo e dobbiamo lavorare insieme. Non sempre saremo d’accordo su tutto, ma questa nazione si può salvare, può ancora stupire e dimostrare al mondo quanto vale”.” Con un modello industriale che “non ha nulla da imparare da nessuno, semmai ha qualcosa da insegnare”, prosegue accarezzando la platea. Che applaude quando la premier chiede una transizione ecologica “fatta con criterio: non possiamo smantellare la nostra economia per inseguirla”.

“E dal nuovo centro di ricerca del Gruppo Comazzi, dove si svolge l’assemblea, assicura il sostegno del governo all’innovazione, in particolare con un Chips Act italiano: “La politica dei semiconduttori si inserisce in un piano più ampio per rendere l’Italia sempre più competitiva, il ramo hitech ha bisogno di un’evoluzione per attirare imprese dall’estero ed evitare fughe dall’Italia”. Una strategia che serve anche a conrtastare gli effetti dell’Inflation Reduction Act americano, e a sfruttare il decoupling degli Usa dalla Cina: “Possiamo porci come fornitore alternativo, almeno per alcune materie prime critiche, estratte o processate in Europa e nei segmenti più carichi di innovazione e contenuto tecnologico”