Skip to main content
#sanremo #studionews #askanews #ciaousa #altrosanremo

Per Berlusconi ottavo giorno di ricovero: “notte tranquilla”

Per Berlusconi ottavo giorno di ricovero: “notte tranquilla”




Per Berlusconi ottavo giorno di ricovero: “notte tranquilla”




















Milano, 12 apr. (askanews) – Per Silvio Berlusconi inizia l’ottavo giorno di ricovero nel reparto di terapia intensiva dell’ospedale San Raffaele di Milano. Un’altra “notte tranquilla”, trapela dal nosocomio, trascorsa al piano interrato del settore Q1 dove da mercoledì scorso è affidato alle cure dei professori Alberto Zangrillo e Fabio Ciceri per una infezione polmonare complicanza della leucemia cronica di cui è malato da qualche tempo. Nessuna indicazione per ora sulla diffusione di un eventuale bollettino medico.

Nelle ultime 24 ore non c’è stata alcuna comunicazione da parte della struttura sanitaria, che ancora nel giorno di Pasquetta aveva parlato di “progressivo e costante miglioramento” concedendosi un “cauto ottimismo” per la reazione del paziente alle terapie. Ieri è toccato al figlio minore Luigi rassicurare, con l’ormai consueto pollice all’insù, sulle condizioni del padre, all’uscita dall’ospedale dove si era intrattenuto per un paio d’ore. Tutti gli altri, dai figli Marina, Pier Silvio ed Eleonora al fratello Paolo all’amico di sempre, Fedele Confalonieri, sono passati a fargli visita senza rilasciare alcuna dichiarazione ai giornalisti. Chi non è stata mai vista lasciare il San Raffaele in questa settimana di degenza è Marta Fascina che il 30 marzo ha accompagnato Berlusconi per il ricovero.

Soldi e leadership,Terzo Polo tra strappi sospetti e ricuciture

Soldi e leadership,Terzo Polo tra strappi sospetti e ricuciture




Soldi e leadership, Terzo Polo tra strappi sospetti e ricuciture




















Roma, 11 apr. (askanews) – Come in tutti i matrimoni quando la discussione si sposta sui soldi le cose sono messe davvero male. Soprattutto quando, fin dall’inizio, è pacifico per entrambe le parti che non è stato un matrimonio d’amore. In effetti, come assicurano, fuori dall’ufficialità, fonti dell’uno e dell’altro partito, quello tra Azione e Italia Viva non ha mai avuto le caratteristiche di un matrimonio d’amore ma di un’unione nata dal “nobile” interesse di radunare i moderati, i liberali, gli europeisti in una casa comune, lontana dal centrodestra ad egemonia meloniana e dal centrosinistra di Elly Schlein sempre più spostato a sinistra.

Ma oggi la tensione tra i due “sposi”, Renzi e Calenda, e le rispettive famiglie è stata così alta da mettere in discussione il percorso verso il partito unico, insieme al sogno e alla sfida di conquistare una percentuale a due cifre alle Europee del 2024. Tutta la giornata è stata un tentativo di ricucire gli strappi che si sono consumati via social e via media.Calenda, dopo i malumori filtrati da Azione, sulla fine della pazienza per i troppi “tatticismi” di Matteo Renzi, ha tentato di ristabilire le priorità e l’orizzonte del progetto politico di cui, dopo il passo indietro dell’ex premier, detiene la leadership in vista del congresso. “Per quanto concerne Azione la prospettiva di un partito dei liberal-democratici aperto e inclusivo resta l’unica utile al paese. Va perseguita seriamente e rapidamente con i soggetti realmente interessati. Polemiche da cortile non ci interessano e non vi prenderemo parte”, ha scritto su Twitter. Ed è lapalissiano notare come il “realmente interessati” contenga tutti i dubbi e le perplessità che si sono diffuse nel partito di Calenda nelle ultime settimane circa le reali intenzioni di Renzi.

Nel frattempo i renziani hanno rispedito al mittente ogni accusa, a cominciare da quella sui tatticismi: “Stiamo aspettando che Calenda convochi il tavolo di lavoro delle regole, stiamo aspettando che Calenda convochi il comitato politico, stiamo aspettando che Calenda spieghi come candidarsi al congresso. I tatticismi sono tutti di Calenda, non di Renzi. Meno male che dal 10 giugno si vota in modo democratico”, ha chiosato il deputato Davide Faraone.E poi la questione più spinosa: i soldi. A metà pomeriggio in una nota del tesoriere di Italia viva Francesco Bonifazi, uno da sempre molto vicino a Renzi, si è puntualizzato come Italia Viva abbia partecipato in “modo paritetico” alle spese di tutte le campagne elettorali, non mancando di osservare che “la scelta di come destinare i soldi è stata presa dal senatore Carlo Calenda che ha optato nella stragrande maggioranza dei casi per affissioni recanti il suo volto e il suo nome”. Una risposta netta a uno dei dubbi circolati dalle parti di Azione e riferiti a mezza bocca da più di un esponente sul fatto che Matteo Renzi non sia veramente convinto di sciogliere Italia Viva dentro il contenitore del partito unico, perdendo così le risorse del 2 per mille. “Italia Viva ha contribuito al momento per oltre 1 milione e 200000 euro. Quanto al futuro 2 per 1000 andrà ovviamente alla struttura legittimata dal congresso democratico”, ha concluso Bonifazi.

Se l’idea di un arretramento di Italia Viva rispetto al partito unico viene bollata da dirigenti del partito di Renzi come una “sciocchezza”, una cosa “strumentale” tutti concordano però sul fatto che la goccia che ha fatto traboccare il vaso nei rapporti tra i due partiti e in quelli – dialettici fin dai tempi in cui il segretario di Azione era ministro del governo del senatore toscano – tra i due leader, Renzi e Calenda, sia stata la questione della direzione del quotidiano Il Riformista, annunciata da Renzi pochi giorni fa. Un fulmine a ciel sereno per Azione dove, a quanto pare, si è diffuso il timore che Renzi intenda, in realtà, organizzare un controcanto continuo alla leadership di Calenda. Difatti Matteo Richetti, deputato di Azione – che solo pochi giorni fa nel dare gli auguri di Pasqua e di compleanno a Calenda parlava di lui come di “un amico speciale, di quelli che non si dicono pronti al sacrificio ma lo fanno” – ha chiesto a Renzi di decidere se voglia fare politica o informazione.C’è, poi, la questione dell’eredità del bacino di elettori moderati, di cui prima interprete è proprio Forza Italia chiamata proprio in questi giorni, per le complicate condizioni di salute del suo fondatore, a ripensare la propria mission. Così la battuta social diretta al Terzo Polo da qualche osservatore malizioso (“smettetela di dividervi tra di voi o finiranno per pensare che siete di sinistra”) mette in luce un altro aspetto della vicenda. Appena sono venute alla luce le tensioni tra Iv e Azione si sono accese le sirene del centrodestra con un effetto a dir poco paradossale: dopo mesi in cui gli elettori moderati, azzurri in testa, sono stati corteggiati dal Terzo Polo e dalle sue “politiche di buon senso” contro “tutti i populismi di destra e di sinistra” oggi sono stati esponenti dei moderati a mandare messaggi a Calenda e a Renzi. “Noi siamo molto simili al Terzo Polo, almeno nei ragionamenti di partenza; ma stiamo vedendo che più si va avanti e più, in un sistema bipolare, un terzo polo sia ininfluente. Io spero che il Terzo Polo scelga di stare con noi e costruire il Paese”, ha detto Pino Bicchielli, vice capogruppo di Noi Moderati,

Come finirà? Intanto, la trincea più interessata alla pace tra Calenda e Renzi è quella europea dove i due deputati del Terzo Polo sono già dentro il gruppo macroniano di Renew Europe. sia Nicola Danti, vice presidente di Renew, che Giosi Ferrandino spingono per riprendere il cammino unitario. Pena, l’irrilevanza. 

Dl Cutro,governo presenta domattina al Senato i suoi emendamenti

Dl Cutro,governo presenta domattina al Senato i suoi emendamenti




Dl Cutro,governo presenta domattina al Senato i suoi emendamenti



















Roma, 11 apr. (askanews) – La Commissione Affari costituzionali del Senato, convocata alle 18, tra le altre cose, per l’esame dei pareri sugli emendamenti al Dl Cutro, ha terminato la riunione esaminando il Dl Ucraina. La stessa Commissione si è aggiornata domani mattina alle 9 per iniziare l’esame dei pareri e degli emendamenti al Dl Cutro, interrotto la scorsa settimana per le festività pasquali. Nel governo, a quanto si apprende, è stata raggiunta l’intesa sui pareri e su una serie di emendamenti governativi al Dl Cutro che verranno depositati con tutta probabilità direttamente domani mattina.

Ddl anti “eco-vandali”, Sangiuliano: chi danneggia deve pagare

Ddl anti “eco-vandali”, Sangiuliano: chi danneggia deve pagare




Ddl anti “eco-vandali”, Sangiuliano: chi danneggia deve pagare




















Roma, 11 apr. (askanews) – “Il Cdm ha approvato il ddl sugli eco vandali”. Lo ha comunicato al termine del Cdm il ministro della Cultura, Gennaro Sangiuliano. “Gli attacchi ai monumenti e ai siti artistici – ha sottolineato Sangiuliano – producono danni economici alla collettività. Per ripulire occorrono l’intervento di personale altamente specializzato e l’utilizzo di macchinari molto costosi. Chi compie questi atti deve assumersi la responsabilità anche patrimoniale. Secondo i dati che mi sono stati forniti dalla Soprintendenza Speciale di Roma, il ripristino della facciata del Senato è costato 40.000 euro. Ebbene, chi danneggia deve pagare in prima persona”.

“A seconda della gravità della fattispecie – ha spiegato- si va da un minimo di 10.000 ad un massimo di 60.000 euro. Tali somme si aggiungono a quelle cui verranno eventualmente condannati a pagare i trasgressori in sede penale o civile. Si tratta, infatti, di sanzioni amministrative immediatamente irrogabili dal prefetto del luogo dove il fatto è commesso, sulla base delle denunce dei pubblici ufficiali”. Lo dichiara il Ministro della cultura, Gennaro Sangiuliano, a margine del Consiglio dei Ministri di oggi che ha approvato il disegno di legge da lui proposto dal titolo “Disposizioni sanzionatorie in materia di distruzione, dispersione, deterioramento, deturpamento, imbrattamento e uso illecito di beni culturali o paesaggistici”.

Ddl anti vandali, Sangiuliano: ok Cdm al ddl contro eco vandali

Ddl anti vandali, Sangiuliano: ok Cdm al ddl contro eco vandali




Ddl anti vandali, Sangiuliano: ok Cdm al ddl contro eco vandali




















Roma, 11 apr. (askanews) – “Il Cdm ha approvato il ddl sugli eco vandali”. Lo ha comunicato al termine del Cdm il ministro della Cultura Gennaro Sangiuliano.

“Gli attacchi ai monumenti e ai siti artistici – ha sottolinewato Sangiuliano- producono danni economici alla collettività. Per ripulire occorrono l’intervento di personale altamente specializzato e l’utilizzo di macchinari molto costosi. Chi compie questi atti deve assumersi la responsabilità anche patrimoniale. Secondo i dati che mi sono stati forniti dalla Soprintendenza Speciale di Roma, il ripristino della facciata del Senato è costato 40.000 euro. Ebbene, chi danneggia deve pagare in prima persona”. “A seconda della gravità della fattispecie – ha spiegato- si va da un minimo di 10.000 ad un massimo di 60.000 euro. Tali somme si aggiungono a quelle cui verranno eventualmente condannati a pagare i trasgressori in sede penale o civile. Si tratta, infatti, di sanzioni amministrative immediatamente irrogabili dal prefetto del luogo dove il fatto è commesso, sulla base delle denunce dei pubblici ufficiali”.

Lo dichiara il Ministro della cultura, Gennaro Sangiuliano, a margine del Consiglio dei Ministri di oggi che ha approvato il disegno di legge da lui proposto dal titolo “Disposizioni sanzionatorie in materia di distruzione, dispersione, deterioramento, deturpamento, imbrattamento e uso illecito di beni culturali o paesaggistici”.

Dl Cutro,opposizioni a La Russa: Senato concluda presto i lavori

Dl Cutro,opposizioni a La Russa: Senato concluda presto i lavori




Dl Cutro,opposizioni a La Russa: Senato concluda presto i lavori



















Roma, 11 apr. (askanews) – Una lettera indirizzata al presidente di Palazzo Madama, Ignazio La Russa, per chiedergli “di organizzare i lavori del Senato” in modo da “favorire una rapida conclusione dei lavori” sul Dl Cutro, “come previsto dall’articolo 78, comma 5, del Regolamento del Senato”, e di poter conseguentemente “inviare il testo alla Camera”. L’hanno scritta i deputati Riccardo Magi, segretario di +Europa, Chiara Braga, capogruppo del Pd, e Luana Zanella, capogruppo dell’Alleanza Verdi e Sinistra, spiegando che “una decisione di questo tipo, virtuosa e corretta istituzionalmente, spingerebbe anche la Camera dei deputati a rispettare i tempi di esame dei decreti-legge” evitando così la prassi “ormai consolidata” del “monocameralismo di fatto”.

“Ill.mo Presidente La Russa – scrivono i tre deputati dell’opposizione -, Le scriviamo, in qualità di Presidenti di Gruppi Parlamentari e Componenti del Gruppo Misto della Camera dei deputati, per portare alla Sua attenzione il nostro più sentito disagio rispetto alle modalità con cui si sta procedendo alla conversione in legge del Decreto n. 20 del 2023, recante disposizioni urgenti in materia di flussi di ingresso legale dei lavoratori stranieri e di prevenzione e contrasto all’immigrazione irregolare”. “Seguendo una prassi ormai consolidata si prospetta infatti – spiegano gli esponenti dell’opposizione -, un esame effettivo che si svolgerà quasi esclusivamente soltanto in Senato, in violazione dell’impianto istituzionale bicamerale previsto dalla Costituzione, nonché delle prerogative dei membri dell’altro ramo, in questo caso della Camera dei deputati. In base ai dati dell’Osservatorio legislativo e parlamentare della Camera, anche nel corso della XVIII Legislatura quasi nella totalità dei casi i decreti-Legge sono stati convertiti in questa modalità di «monocameralismo di fatto»; in oltre la metà di questi casi, peraltro, è stata posta la questione di fiducia almeno in una delle due Camere. Tale situazione è stata censurata da tanti costituzionalisti e anche il Presidente della Repubblica ha stigmatizzato questa abitudine che va assolutamente interrotta. Dalla pubblicazione in Gazzetta Ufficiale del Decreto n. 20 del 2023, attualmente in corso di esame nella Commissione Affari Costituzionali del Senato, avvenuta in data 10 marzo 2023, sono già trascorsi oltre trenta giorni. Riteniamo, visto anche il delicato tema oggetto del presente Decreto, che non sarebbe più tollerabile il protrarsi dell’esame in Senato, e denunciamo con fermezza il vulnus incostituzionale che impedisce di fatto la possibilità di svolgere un effettivo esame da parte della Camera dei deputati”.

“Le chiediamo, quindi – concludono Magi, Braga e Zanella -, di organizzare i lavori del Senato per favorire una rapida conclusione dei lavori, come previsto dall’articolo 78, comma 5, del Regolamento del Senato, e di inviare il testo alla Camera. Una decisione di questo tipo, virtuosa e corretta istituzionalmente, spingerebbe anche la Camera dei deputati a rispettare i tempi di esame dei decreti-legge”.

Ddl anti vandali, Bonelli: Governo forcaiolo usa Cdm per propaganda

Ddl anti vandali, Bonelli: Governo forcaiolo usa Cdm per propaganda




Ddl anti vandali, Bonelli: Governo forcaiolo usa Cdm per propaganda




















Roma, 11 apr. (askanews) – “Questo governo è un governo veramente forcaiolo, perché poi dimentica che esiste già un articolo del Codice penale, lo voglio ricordare alla Meloni, il 733, che punisce il danneggiamento dei beni culturali”. Così il co-portavoce di Europa Verde, Angelo Bonelli, ha commentato con i cronisti davanti a Montecitorio l’intenzione del Governo di varare una norma specifica per punire le proteste ambientaliste realizzate imbrattando monumenti e edifici storici.

A giudizio di Bonelli “è solo un modo di utilizzare il Consiglio dei ministri per fare propaganda e non risolvere le vere questioni del Paese. Dopo di che la domanda che sorge spontanea è: ma per chi inquina e attenta alla vita delle persone che cosa prevediamo, tre ergastoli, quattro ergastoli? Ecco, ce lo facciano sapere”, ha concluso.

Terzo Polo, IV attacca:noi pronti a congresso, basta veline anonime

Terzo Polo, IV attacca:noi pronti a congresso, basta veline anonime




Terzo Polo, IV attacca:noi pronti a congresso, basta veline anonime




















Roma, 11 apr. (askanews) – “Non c’è nessun tatticismo di Italia Viva. Abbiamo deciso di fare un congresso democratico in cui ci si confronti a viso aperto e non con le veline anonime” . Lo si legge in una nota dei portavoce nazionali di Italia Viva Alessia Cappello e Ciro Buonajuto, diffusa dal partito di Matteo Renzi.

“Ci sono le date già fissate, ci sono le regole decise da Calenda comprese quelle sul tesseramento, ci sono i gruppi di lavoro con i nomi già decisi, c’è il comitato politico. Noi – affermano i portavoce di Italia Viva- siamo pronti al congresso che Calenda ha chiesto di fare. E ci mettiamo nome e cognome. C’è qualcuno che cambia idea una volta al giorno, ma quel qualcuno non siamo noi. Quanto a Renzi: gli è stato chiesto di fare un passo indietro, lo ha fatto. Adesso possiamo fare il congresso democratico anziché inviare veline anonime?”, concludono.

Nomine, Molinari (Lega): bizzarro se sceglie un solo partito

Nomine, Molinari (Lega): bizzarro se sceglie un solo partito




Nomine, Molinari (Lega): bizzarro se sceglie un solo partito



















Roma, 11 apr. (askanews) – “La scelta dei vertici delle società di Stato quotate è una partita ristretta tra i leader, quindi questa è una partita che sta seguendo direttamente il nostro segretario Salvini con Giorgia Meloni e Tajani e credo Gianni Letta per Forza Italia. È chiaro che c’è massimo riserbo sulle scelte, ma è chiaro che sarebbe bizzarro che fosse un solo partito ad indicare i nomi a discapito degli altri”. Lo ha detto Riccardo Molinari, capogruppo alla Camera della Lega, a 24 Mattino su Radio 24.

“Quindi al netto di quello che si legge sono certo che in questo momento c’è un’interlocuzione e alla fine ne usciranno delle soluzioni equilibrate dove ogni gruppo potrà indicare dei nomi o comunque dare delle preferenze. Bisogna tenere conto che sono scelte da cui deriva il futuro di queste aziende che hanno un valore economico importante per il paese, quindi non si parla di nomine di partito, si tratta di indicare dei manager, delle figure di possibili amministratori pubblici che abbiano i titoli necessari e che possono essere graditi ai partiti, ma non sono scelte di bandiera, sono scelte che vanno coniugate con la competenza ed il fatto di essere graditi da una parte o dall’altra”, ha aggiunto.

Salvini: serve un centro rimpatri per i migranti in ogni Regione

Salvini: serve un centro rimpatri per i migranti in ogni Regione




Salvini: serve un centro rimpatri per i migranti in ogni Regione




















Udine, 11 apr. (askanews) – Per Matteo Salvini, leader della Lega, “serve almeno un centro rimpatri per ogni regione. Qua non esistono governatori o sindaci di sinistra che dicono no perchè altrimenti le espulsioni non si possono fare se non hai dei centri di raccolta di coloro che commettono crimini e devono tornare là da dove sono venuti. Ho totale fiducia nel governo e nei colleghi ministri”. Salvini lo ha detto a Udine, dove si trova per sostenere il candidato sindaco Piero Fontanini.