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Schlein a leader opposizione: costruiamo alternativa a destra

Schlein a leader opposizione: costruiamo alternativa a destraMilano, 16 mar. (askanews) – “Gli elettori non hanno trovato più la sinistra, dobbiamo costruire un’alternativa: diamoci un appuntamento fuori, lontano dalle telecamere. Possiamo fare insieme un ragionamento di contenuto e di merito. Chiudiamoci in una stanza, non usciamo fino a notte fonda, ma poi qualcosa da fare insieme la troviamo piuttosto che far vincere di nuovo quegli altri”. Lo ha detto Elly Schlein, segretaria del Pd, chiudendo il suo intervento alla tavola rotonda con Conte, Calenda e Fratoianni organizzata al congresso della Cgil.

Conte: sfida opposizioni è patto su istruzione, sanità, lavoro

Conte: sfida opposizioni è patto su istruzione, sanità, lavoroRoma, 16 mar. (askanews) – “Di fronte a un governo che fin dal primo giorno ha annunciato ambiziosamente ma anche velleitariamente una cornice politica conservatrice e ha annunciato un programma che già stenta a realizzare, compito delle forze di opposizione sia ancorare la nostra azione ai principi costituzionali e richiamarli costantemente. Su questo credo ci si debba ritrovare come humus primario, stella polare di qualsiasi dialogo”. Lo ha detto il leader del Movimento 5 stelle, Giuseppe Conte, nel corso di una tavola rotonda con i leader di opposizione al congresso della Cgil.
“Concretamente – ha puntualizzato l’ex presidente del Consiglio – per le forze di opposizione, al di là di incontri di vertice che sicuramente sono utili per facilitare il dialogo, la vera sfida è ritrovarci sul terreno delle proposte concrete. La sfida sarà vinta se sarà possibile creare una prospettiva per un patto per istruzione, per la sanità, per il lavoro e per contrastare le diseguaglianze. Il tutto nella prospettiva insopprimibile di una visione econogica”.
“Su questi passaggi – ha detto ancora Conte – ci ritroveremo a discutere, il M5S ha già presentato proposte su questo e su questi temi concreti misureremo la forza e la capacità di superare la sfiducia dei cittadini”.

Schlein ad altre opposizioni: battaglie su sanità, scuola, lavoro

Schlein ad altre opposizioni: battaglie su sanità, scuola, lavoroMilano, 16 mar. (askanews) – Una piattaforma comune che veda le opposizioni condurre battaglie unitarie a difesa della sanità e dela scuola pubblica e per contrastare la precarietà e il lavoro povero. È quella che Elly Schlein, segretaria del Pd, ha iniziato ad abbozzare in apertura del confronto con gli altri leader dell’opposizione organizzato al congresso della Cgil.
Una piattaforma che risponda al dato più “preoccupante” emerso alle ultime politiche, ovvvero “il più tasso alto di astensione” mai registrato al’interno del quale “la maggioranza di coloro che rinunciano al diritto di voto sono le fasce di reddito più basse di questo Paese”. Dunque, è l’obiettivo di Schlein, “dobbiamo far sì che le persone non pensino più che la politica non possa far nulla per loro”.
Per riuscirci, “ci sono battaglie comuni che possiamo portare avanti insieme. Il mio piccolo contributo: la prima manovra del governo ha colpito i poveri mentre l’inflazione è altissima e il governo non dà mezza risposta; non ha messo investimenti nè su Sud nè su sanità pubblica e sulla sanità pubblica universalistica dobbiamo fare una grande battaglia per avere più risorse. A Firenze ci siamo ritrovati anche a difesa della scuola pubblica, pagando meglio gli insegnanti e non con le gabbie salariali. Due terreni costituzionali su cui una battaglia comune si può fare”.
E poi il lavoro: “Si può fare qualcosa per spezzare la precarietà, e la Spagna ci ha insegnato che si può. E poi una legge sulla rappresentanza che spazzi via i contratti pirata. E accanto al rafforzamento della contrattazione collettiva bisogna anche fissare una soglia sotto la quale non è lavoro ma sfruttamento, ed è il salario minimo che serve a questo Paese. Sono disponibile a cambiare la nostra proposta per trovare una direzione unitaria”.

Clima, Mattarella: ridurre emissioni, seguire indicazioni scienza

Clima, Mattarella: ridurre emissioni, seguire indicazioni scienza

Giovedì 16 marzo 2023 – 09:38

Clima, Mattarella: ridurre emissioni, seguire indicazioni scienza

“Obbligo ineludibile, non avremo un ‘secondo tempo’”

Clima, Mattarella: ridurre emissioni, seguire indicazioni scienza
Milano, 16 mar. (askanews) – “Non si può fuggire dalla realtà. La riduzione delle emissioni nei tempi e nelle modalità indicate dalla comunità scientifica costituisce un obbligo ineludibile, che riguarda tutti. Non ci si può cullare nell’illusione di perseguire prima obiettivi di sviluppo economico per poi affrontare in un secondo momento le problematiche ambientali. Non avremo un ‘secondo tempo’”. Lo ha detto il presidente della Repubblica Sergio Mattarella, intervenuto stamane all’Università di Nairobi, in occasione della sua visita di Stato in Kenia.

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Mattarella: serve coesione, no divisioni fra Nord-Sud o Est-Ovest

Mattarella: serve coesione, no divisioni fra Nord-Sud o Est-OvestRoma, 16 mar. (askanews) – “È il momento dell’unità, della coesione, non di divisioni fra Nord e Sud, fra Est e Ovest del mondo. Affrontare le sfide che si pongono all’umanità, tutta insieme, significa abbandonare gli scenari di guerra e di conflitto interno che gravano, purtroppo, sui destini di tante popolazioni e progettare congiuntamente il futuro”. Lo ha sottolineato il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, nel suo discorso all’università di Nairobi nel corso della sua visita di Stato in Kenya.
Un discorso che si è concentrato sul tema della crisi climatica ma che ha rinnovato anche l’appello alla pace e un riferimento a quanto accade in Ucraina: “La brutale aggressione della Federazione Russa all’Ucraina sta riportando i rapporti internazionali indietro di ottant’anni, quasi che non ci sia stato, in questo arco di tempo, un mirabile progresso sul terreno della indipendenza, della libertà e della democrazia, della crescita civile di tante nazioni”.

Mattarella: cambiamento climatico a lungo affrontato inadeguatamente

Mattarella: cambiamento climatico a lungo affrontato inadeguatamente

Giovedì 16 marzo 2023 – 08:59

Mattarella: cambiamento climatico a lungo affrontato inadeguatamente

Non da oggi consapevoli che attività umane hanno impatto ambiente

Mattarella: cambiamento climatico a lungo affrontato inadeguatamente
Milano, 16 mar. (askanews) – “Per troppo tempo abbiamo affrontato in modo inadeguato la questione della tutela dell’ambiente e del cambiamento climatico”. Lo ha detto il presidente della Repubblica Sergio Mattarella intervenendo stamane all’Università di Nairobi, in occasione della visita di Stato nella Repubblica del Kenya. “Eppure – ha osservato il presidente – non da oggi siamo consapevoli di come le attività umane abbiano un impatto sull’ambiente e sul clima: basti pensare alla deforestazione che ha caratterizzato lo sviluppo di tante aree in Europa”.

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Pd, voci su Braga capogruppo agitano minoranza e allungano tempi

Pd, voci su Braga capogruppo agitano minoranza e allungano tempiRoma, 15 mar. (askanews) – Il completamento della squadra Pd richiederà ancora qualche giorno – “c’è tempo”, si limita a dire Elly Schlein ai cronisti alla Camera – ma tra i parlamentari si continua a parlare degli assetti da dare al partito e il clima comincia a surriscaldarsi. In queste ore prende consistenza l’ipotesi di una doppietta tutta appannaggio della maggioranza, Francesco Boccia al Senato e Chiara Braga alla Camera, o almeno questi sono i rumors di corridioio alla Camera, e la voce rischia di complicare il lavoro di Stefano Bonaccini, determinato a portare tutta la sua mozione nella gestione unitaria del partito concordata con la segretaria. Come dice più di un parlamentare della minoranza “gestione unitaria vuol dire innanzitutto che c’è condivisione sui capigruppo, altrimenti stiamo fuori”. Qualcuno arriva a dire: “Se non ci danno un capogruppo e Stefano insiste la mozione si divide”.
La Schlein, appunto, per ora prende tempo. Anche a più di un dirigente Pd ha detto che non si potrà fare un punto prima del fine settimana. Ma l’ipotesi Braga crea qualche sussulto anche tra i sostenitori della segretaria, perché la deputata “è una fedelissima di Franceschini” e tutta l’area ex Ds che ha sostenuto la Schlein uscirebbe da questo giro di nomine solo con qualche posto in segreteria, se si esclude il tesoriere Michele Fina, vicino ad Andrea Orlando. D’altro canto, ammette un parlamentare, “è anche difficile immaginare ruoli per figure di primo piano come Orlando, Zingaretti, Provenzano… Sono ex ministri, ex segretari, non è che puoi dargli un incarico in segreteria”. Ci sarebbe l’idea di eleggere Provenzano a capogruppo alla Camera, ma – dicono in molti – “come si fa a passare da due capigruppo donne a due uomini? Va bene che adesso abbiamo la segretaria donna, però…”.
Ma il ticket Boccia-Braga è al momento solo un’ipotesi, probabilmente la prima scelta che ha in mente la segretaria, ma da testare sondando gli umori dei parlamentari. I capigruppo vanno eletti e senza un accordo blindato si rischia addirittura una conta, come già capitò tra Debora Serracchiani e Marianna Madia. Non è escluso che si finisca di nuovo a un ballottaggio, qualcuno potrebbe provare a riproporre il nome della capogruppo uscente alla Camera, se Bonaccini non riuscisse a persuadere tutta la minoranza, a cominciare da Base riformista, ma non solo. E qualcuno aggiunge: “Anche al Senato le cose non sono semplici, a palazzo Madama la presenza della minoranza è robusta”.
Non basterebbe nemmeno, almeno così dicono i più insofferenti, “l’offerta di un vice-segretario. La Schlein proverà sicuramente a chiuderla così: vi do un vicesegretario e dei posti in segreteria, ma i capigruppo li nomino io. Ma così non ci stiamo”. Possono essere le normali fibrillazioni di un passaggio di fase, ma per la Schlein e Bonaccini c’è ancora da lavorare.

Mes legato a Patto stabilità e banche, linea di Meloni per ratifica

Mes legato a Patto stabilità e banche, linea di Meloni per ratificaRoma, 15 mar. (askanews) – L’Italia non utilizzerà il Mes e per quanto riguarda la ratifica non dice no, ma chiede che prima venga fatta una discussione complessiva sulle ‘emergenze’ attuali: la governance europea, in particolare il Patto di stabilità e crescita, ma anche la stabilità del sistema bancario. E’ questa la strategia di Giorgia Meloni sul cosiddetto Fondo salva-Stati.
Oggi il tema è stato posto al question time alla Camera da parte di Luigi Marattin, deputato di Italia viva, che ha chiesto a Meloni quando il governo intende ratificare lo strumento. L’Italia è l’unico Paese europeo a non averlo ancora fatto e anche se non c’è un termine, c’è una “pressione” politica a concludere l’iter.
Nella sua risposta a Marattin, Meloni ha ribadito ancora una volta che “l’Italia finché ci sarà un governo guidato dalla sottoscritta non potrà mai accedere al Mes”, che è uno strumento che ritiene inadeguato perchè nato sulla base di una “linea austeritaria”. Sulla ratifica, la premier non ha dato una risposta precisa perchè il passaggio parlamentare rientra, nella sua visione, in un’ottica più complessiva. Il governo, ha ricordato, “ha ricevuto lo scorso novembre dal Parlamento il mandato” a “non ratificare la riforma” del Mes “in assenza di un quadro chiaro dell’impianto regolatorio non solo in materia di governance e non solo in materia di stabilità ma in materia bancaria”. Quindi, è il senso del discorso di Meloni, la ratifica del Mes deve essere inquadrata in un contesto radicalmente mutato rispetto a quando è nato, con altre “priorità” ed “emergenze” da affrontare. C’è da tenere conto, infatti, viene spiegato, dell’eventuale crisi bancaria che potrebbe essere innescata dal crack di Silicon Valley Bank e dalle difficoltà di Credit Suisse; della mutata situazione determinata dal rialzo dei tassi di interesse; del confronto sulla governance europea e sul Patto di stabilità e crescita, appena iniziato. Senza questo “quadro” generale, dunque, per l’esecutivo, sarebbe prematuro in questa face procedere con la ratifica.

Alla Camera primo duello Meloni-Schlein. Leader Pd attacca: incapaci

Alla Camera primo duello Meloni-Schlein. Leader Pd attacca: incapaciRoma, 15 mar. (askanews) – Va in scena nell’aula della Camera il primo duello tra Giorgia Meloni ed Elly Schlein, con la neo segretaria del Pd che approfitta del question time per denunciare la “incapacità”, la “insensibilità” e “l’approssimazione” della presidente del Consiglio.
Schlein sceglie il terreno di scontro: “Perchè non approviamo subito salario minimo e congedo paritario di almeno tre mesi? Aiuterebbe anche il lavoro delle donne, noi ci siamo”, dice illustrando la sua interrogazione. Ma a partire all’attacco è Meloni, che sceglie il sarcasmo per addossare ai governi precedenti la responsabilità della perdita di potere d’acquisto dei salari e degli stipendi: “Gli interroganti del Pd, con una sincerità che fa loro onore, fanno notare che la quota di pil destinata a salari e stipendi è diminuita più che negli altri Paesi industrializzati. È vero, c’è un problema: chi ha governato fino ad ora ha reso gli italiani più poveri e questo governo deve fare quello che può per invertire la rotta”.
Nel merito, la presidente del Consiglio ribadisce il no al salario minimo: nel sistema italiano, è la convinzione della presidente del Consiglio, potrebbe “per paradosso” generare per i lavoratori condizioni “peggiori di quelle di oggi”, favorendo “le grandi concentrazioni economiche”. La strada, per Meloni, invece quella di estendere la contrattazione collettiva e tagliare le tasse sul lavoro. Il congedo parentale è invece l’unico tema di possibile avvicinamento: “Siccome abbiamo molto a cuore la questione della denatalità, sul tema del congedo parentale sono sempre pronta a confrontarmi”.
Durissima la replica di Schlein, che sceglie tre sostantivi per definire l’azione del governo: “Incapacità, approssimazione e insensibilità”. Perchè oggi, ricorda Schlein a Meloni, “lei è al governo, ci sono io all’opposizione: non è più tempo di dare la responsabilità ad altri, spetta a voi dare risposte agli italiani. Servono risposte immediatamente, ma lei dice di no e rinvia a soluzioni incerte che risulteranno tardive e inadeguate”, insiste la leader dem. E anche se al governo da soli cinque mesi, “siete andata nella direzione opposta e sbagliata: più voucher e volete estendere i contratti a termine”. Ma ora “la vostra propaganda sta sfumando, ora che non siete più all’opposizione e il giudizio degli italiani sarà per quello che fate e non per le false promesse alimentate per anni e svanite nei primi mesi del governo”.

Cospito, Giurì d’Onore: Donzelli non ha leso onorabilità deputati Pd

Cospito, Giurì d’Onore: Donzelli non ha leso onorabilità deputati Pd

Commissione guidata da S. Costa esclude “incoraggiamento” dem a lotta anarchico

Roma, 15 mar. (askanews) – I parlamentari del Pd Silvio Lai, Debora Serracchiani e Andrea Orlando non hanno mai “incoraggiato” la battaglia dell’anarchico Alfredo Cospito detenuto al regime del 41 bis in seguito alla loro visita in carcere, ma il deputato di FdI Giovanni Donzelli non ne ha leso l’onorabilità con le sue parole pronunciate in aula il 31 gennaio quando li accusò di averlo fatto dicendo fra le altre cose: “Io voglio sapere se la sinistra sta dalla parte dello Stato o dei terroristi”. E’ questa in sostanza la conclusione della relazione svolta in aula a Montecitorio da Sergio Costa (M5S), vicepresidente della Camera e presidente del Giurì d’Onore convocato per indagare sulla vicenda in base all’articolo 58 del regolamento della Camera.
“Nel corso dell’audizione svolta presso la commissione, il deputato Donzelli – ha spiegato Costa nella relazione – ha evidenziato come i deputati Serracchiani Lai e Orlando fossero sicuramente interessati alla salute e alle condizioni di detenzione del Cospito ma che a suo avviso il contesto precedente e successivo alla visita abbia potuto avere, anche indirettamente, l’effetto dell’incoraggiamento sul Cospito. La Commissione ha preso atto che secondo quanto affermato in audizione, le parole utilizzate nel suo intervento in aula, seppure con toni che appaiono politicamente aspri, intendevano essere testimonianza di una preoccupazione riguardo eventuali effetti indiretti sull’affievolimento dell’istituto di cui all’articolo 41 bis nei confronti del Cospito e pertanto non lesive dell’onorabilità dei deputati Serracchiani, Lai ed Orlando”.
La commissione, nella lunga esposizione svolta dall’ex ministro dell’Ambiente, ha rivendicato il “diritto-dovere” per i parlamentari di accedere alle strutture penitenziarie per verificare le condizioni di detenzione e di salute di quanti vi sono ristretti, e ha escluso che le azioni dei parlamentari democratici possano essere interpretate come “incoraggiamento” alla battaglia del detenuto contro l’istituto del 41 bis, ma ha circoscritto l’ambito dell’indagine ai soli fatti esposti nell’intervento in discussione e alla effettiva lesione dell’onorabilità dei deputati chiamati in causa (nella stessa occasione della visita a Cospito era presente anche il senatore Walter Verini, ma il Giurì d’Onore ha concluso la relazione rimandando ad altre sedi la determinazione delle modalità attraverso le quali poter verificare le modalità di difesa dell’onorabilità dei membri di altri rami del Parlamento).