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Come devono vestirsi deputate e deputati

Come devono vestirsi deputate e deputatiRoma, 2 ago. (askanews) – Come devono vestire i deputati e le deputate? Gli uomini con giacca e cravatta (già obbligatoria al Senato ma non a Montecitorio)? Le donne con abiti che non mettano in mostra le braccia? L’argomento movimenta l’aula d’agosto in occasione dell’esame di un ordine del giorno al bilancio della Camera, presentato dal deputato Salvatore Caiata di Fratelli d’Italia, per introdurre un dress code che garantisca il “decoro”. Odg che poi l’aula approva con 181 voti a favore e 100 contrari: spetterà all’ufficio di presidenza fare tutte le valutazioni del caso e declinare, nel dettaglio, l’abbigliamento più appropriato.

Il questore Paolo Trancassini, stesso partito di Caiata, spiega qual è il punto della questione: “Dal 1982 in poi ci sono stati in ufficio di presidenza una serie di interventi su questa materia ma non c’è niente di scritto, vogliamo valutare l’eventualità di darci delle regole, lo valuteremo con il collegio dei questori e lo porteremo in ufficio di presidenza, riteniamo opportuno di prendere in considerazione la richiesta dell’onorevole Caiata”. La questione non è solo forma ma anche sostanza e la parola “decoro” scalda gli animi. Parte all’attacco il deputato Cinquestelle Riccardo Ricciardi tirando in ballo l’abolizione del reddito di cittadinanza: “Ci mettiamo tutti la cravatta ma cominciamo a rispettare davvero questa democrazia, se in giacca e cravatta riuscite a sputare sulle istituzioni come fate – proclama -, potete venire pure in smoking ma il decoro non lo otterrete mai”, “se si toglie il reddito di cittadinanza a 160mila famiglie con un sms!!”. Gli fa eco Federico Fornaro, tornato nel Pd di Elly Schlein dopo lo scioglimento di Articolo 1, che per rafforzare il ragionameno mima il gesto di togliersi la giacca, subito ammonito dal presidente di turno dell’aula Giorgio Mulè (“no onorevole, magari c’è chi apprezzerà, ma non lo faccia”). “C’è una riformulazione poco comprensibile dell’ordine del giorno – insiste Fornaro -, al momento ci sono delle disposizioni, non è che possiamo venire come vogliamo, se io adesso mi togliessi la giacca… Non è vero che non ci sono disposizioni, gli uomini non possono entrare senza giacca, l’unica differenza rispetto al Senato è che non è obbligatoria la cravatta”.

“Quando si parla di decoro, è una questione che può essere vista sotto più punti di vista il nostro concetto di decoro non è il vostro” ribadisce Francesco Silvestri (M5s) rivolgendosi alla maggioranza anche se nelle fila del Movimento Cinquestelle evidentemente le sensibilità sono diverse se la deputata Ida Carmina, con un certo imbarazzo tra i banchi del suo partito, rilancia: “Inviterei a declinare regole anche per le donne, si può andare sbracciate o senza giacca? Guardiamo anche all’aspetto femminile”. Il Pd, con Andrea De Maria, annuncia ufficialmente che anche in ufficio di presidenza esprimerà voto contrario: “Ci sono già norme che garantiscono il decoro, voteremo contro l’ordine del giorno” mentre il deputato di Avs Filiberto Zaratti premette: “Tutti i colleghi si vestono in modo consono, non vorrei che questa iniziativa portasse nel paese l’idea che deputati e deputate si vestono male”.

Tranchant Simonetta Matone, ex magistrato, deputata della Lega: “Il rispetto verso chi ci ha eletto passa anche attraverso l’abbigliamento che è un codice di comportamento, se è vero che per prassi gli uomini entrano con la giacca, ritengo irrispettoso venire qui in abbigliamenti da spiaggia, e mi riferisco alle donne, o con abbigliamenti sportivi come le scarpe da ginnastica: non stiamo facendo footing”. Applausi dalla maggioranza, mugugni dalle parti dell’opposizione. Infine Benedetto Della Vedova (+Europa) coglie l’occasione per ricordare una personalità di primo piano della storia radicale recentemente scomparsa: “L’obbligo di cravatta è vero che al Senato c’è ma sarebbe un anacronismo, fu proprio Ciccio Messere, che voglio ricordare, che ottenne, da deputato, la fine dell’obbligo della cravatta”.

Strage di Bologna, Meloni: grazie ai familiari, alla loro tenacia per la verità

Strage di Bologna, Meloni: grazie ai familiari, alla loro tenacia per la veritàRoma, 2 ago. (askanews) – “Il 2 agosto 1980 il terrorismo ha sferrato all’Italia e al suo popolo uno dei suoi colpi più feroci. Sono trascorsi 43 anni ma, nel cuore e nella coscienza della Nazione, risuona ancora con tutta la sua forza la violenza di quella terribile esplosione, che disintegrò la stazione di Bologna e uccise 85 persone e ne ferì oltre duecento”. Così la Premier Giorgia Meloni, in occasione della commemorazione della strage di Bologna.

“Nel giorno dell’anniversario rivolgo ai famigliari il mio primo pensiero. A loro va vicinanza, affetto, ma anche il più sentito ringraziamento per la tenacia e la determinazione che hanno messo al servizio della ricerca della verità, anche attraverso le associazioni che li rappresentano, in costante contatto con la Presidenza del Consiglio”, ha sottolineato la Presidente del Consiglio.

Schlein: strage Bologna fascista, no a tentativi di riscrivere storia

Schlein: strage Bologna fascista, no a tentativi di riscrivere storiaMilano, 2 ago. (askanews) – “Come ogni anno siamo a Bologna al fianco dei familiari delle vittime della strage, per ribadire che non accettiamo alcun tentativo di depistaggio ulteriore, alcun tentativo di riscrivere la storia. Le evidenze processuali già chiariscono che questa è stata una strage di matrice neofascista e anche con un intento eversivo”. Lo ha detto la segretaria del Pd Elly Schlein, in una dichiarazione a Bologna al termine del corteo.

“Continuiamo a chiedere la piena verità e giustizia. C’è un diritto alla verità che non appartiene soltanto, anche se per primi, ai familiari delle vittime, ma appartiene alla nostra Repubblica, a tutta la cittadinanza. E come ogni anno – ha sottolineato Schlein – è bello vedere che c’è una forte partecipazione comunitaria: tutta la città di Bologna si stringe ai familiari, ma anche persone che vengono da ogni parte d’Italia per chiedere verità e giustizia. Siamo ancora qui a manifestare tutto il nostro impegno in questa direzione”.

Strage Bologna,Mattarella: ferita insanabile, verità completa è dovere

Strage Bologna,Mattarella: ferita insanabile, verità completa è dovereRoma, 2 ago. (askanews) – “La matrice neofascista della strage è stata accertata nei processi e sono venute alla luce coperture e ignobili depistaggi, cui hanno partecipato associazioni segrete e agenti infedeli di apparati dello Stato”. Lo ricorda il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, in occasione della commemorazione della strage di Bologna avvenuta 43 anni fa. Per il Capo dello Stato, “la ricerca della verità completa è un dovere che non si estingue, a prescindere dal tempo trascorso” perché “è in gioco la credibilità delle istituzioni democratiche”.

“Le immagini della stazione di Bologna, la mattina del 2 agosto 1980, ci hanno restituito – ha scritto Mattarella -un’umanità devastata da una ferocia inimmaginabile, da un terrore che ambiva a pretendersi apocalittico. Il ricordo di quelle vittime è scolpito nella coscienza del nostro popolo. Una ferita insanabile nutre la memoria dell’assassinio commesso”. Nel giorno dell’anniversario, ha proseguito, “la Repubblica si stringe ai familiari e alla comunità cittadina con sentimenti di rinnovata solidarietà. Siamo con loro, con le vite innocenti che la barbarie del terrorismo ha voluto spezzare, con violenza cieca, per l’obiettivo eversivo e fallace di destabilizzare le istituzioni della democrazia”.

“L’Italia ha saputo respingere gli eversori assassini, i loro complici, i cinici registi occulti che coltivavano il disegno di far crescere tensione e paura” e, ha rilevato, “è servita la mobilitazione dell’opinione pubblica. E’ servito l’impegno delle istituzioni”. “La città di Bologna, sin dai primi minuti dopo l’attentato, ha mostrato i valori di civiltà che la animano. E con Bologna e l’Emilia-Romagna, l’intera Repubblica avverte la responsabilità di difendere sempre e rafforzare i principi costituzionali di libertà e democrazia che hanno fatto dell’Italia un grande Paese”, ha concluso il Capo dello Stato.

Usa, Trump incriminato per assalto al Congresso: cospirazione tra accuse

Usa, Trump incriminato per assalto al Congresso: cospirazione tra accuseRoma, 2 ago. (askanews) – Donald Trump è stato incriminato per l’assalto al Congresso americano del 6 gennaio 2020. All’ex presidente americano viene contestato il tentativo di sovvertire l’esito del voto.

E’ stato lui stesso ad anticipare la notizia: “Ho sentito che lo squilibrato Jack Smith, per interferire con le elezioni presidenziali del 2024, pubblicherà un’altra falsa incriminazione del vostro presidente preferito, me, alle 17 (le 23 italiane)”, ha scritto Trump sul suo social Truth. “Perché non l’hanno fatto 2 anni e mezzo fa? Perché hanno aspettato così tanto? Perché volevano metterlo proprio nel bel mezzo della mia campagna. Illeciti dell’accusa”, ha attaccato ancora. Sono 4 i capi d’accusa per Trump, per aver tentato “fraudolentemente” di annullare la sua sconfitta nelle elezioni presidenziali del 2020. La prima accusa è “cospirazione per frodare gli Stati Uniti”. Altre due accuse sono “cospirazione per ostacolare un procedimento ufficiale e ostruzione di un procedimento ufficiale”. La quarta accusa contro Trump, “cospirazione contro i diritti”.

Le accuse segnano il terzo atto d’accusa penale contro l’ex presidente. L’indagine elettorale è stata guidata dal consigliere speciale Jack Smith, che ha anche supervisionato un’indagine separata sulla conservazione di documenti riservati da parte di Trump nella sua casa di villeggiatura Mar-a-Lago dopo aver lasciato la Casa Bianca nel 2021. A Trump è stato ordinato di comparire giovedì alle 16 presso il tribunale federale di Washington per affrontare le accuse nel nuovo atto d’accusa, secondo l’ufficio del consigliere speciale Jack Smith.

La prima apparizione di Trump nel caso sarà davanti al magistrato giudice Moxila Upadhyaya. Secondo l’accusa – hanno riferito i media americani – Trump ha arruolato co-cospiratori “per assisterlo nei suoi sforzi criminali per ribaltare i risultati legittimi delle elezioni presidenziali del 2020 e mantenere il potere”. Tra questi c’erano sei persone, principalmente avvocati, i cui ruoli specifici, ma non i nomi, sono dettagliati nell’accusa.

L’attacco del 6 gennaio 2021 al Congresso americano, un “assalto senza precedenti alla sede della democrazia americana”, è stato “alimentato da bugie, bugie dell’imputato, mirate a ostacolare una funzione fondamentale del governo degli Stati Uniti”, ha detto il procuratore speciale Jack Smith, in una breve dichiarazione rilasciata dopo l’atto d’accusa contro Donald Trump con l’accusa di aver cospirato per ribaltare i risultati delle elezioni presidenziali del 2020. Mentre la campagna di Trump, in una nota pubblicata sui social, ha ribattuto che l’atto d’accusa contro l’ex presidente è “nient’altro che l’ultimo capitolo corrotto” di una “caccia alle streghe” politica. E’ un tentativo di “interferenza elettorale”, hanno attaccato i sostenitori di Trump, ribattendo che l’ex inquilino della Casa Bianca “ha sempre rispettato la legge e la Costituzione”. Mentre questa “persecuzione” ricorda la “Germania nazista negli anni ’30, l’ex Unione Sovietica e altri regimi autoritari e dittatoriali”.

Meloni: Italia ce la può fare, basta sindrome di Calimero

Meloni: Italia ce la può fare, basta sindrome di CalimeroMilano, 1 ago. (askanews) – “Questa è una nazione in cui molti tendono a farsi sopraffare da una sorta di sindrome di Calimero per cui non siamo mai abbastanza, non lo sappiamo fare, non lo possiamo fare. Voi invece lo sapete che ce la possiamo fare perché c’è un’altra parte della nazione che ogni giorno dimostra, nonostante le difficoltà, quello che vale. Ed è esattamente quella parte che ha bisogno oggi di guidare il resto di questa nazione”. Lo ha detto, secondo quanto si apprende, la presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, durante la presentazione a Roma, a villa Doria Pamphili, delle Olimpiadi e Paralimpiadi invernali di Milano-Cortina 2026 ai presidenti e ad aziende qualificate italiane.

“Credere in noi stessi, credere nella nostra capacità di sognare ancora in grande, di pensare in grande, di essere grandi, io credo sia la più potente riforma economica che possiamo fare” ha aggiunto. “Bisogna che cominci a crederci la classe dirigente di questa nazione, chi ha la possibilità di guidare questo popolo e di portarlo a vincere un’altra grande battaglia che non può che confermare quello che tutto il resto del mondo sa di noi e che noi troppo spesso dimentichiamo” ha continuato Meloni.

“Il governo ha dimostrato di crederci, di credere in un’Italia capace di pensare in grande. Ospiteremo il prossimo anno il G7, nel 2025 il Giubileo, nel 2026 le Olimpiadi, e abbiamo candidato Roma all’Expo del 2030. Noi vogliamo che questa nazione torni a pensare in grande ma non ce la possiamo fare da soli, ce la possiamo fare se le persone che sanno come me che questa nazione può farcela ci credono insieme a me, insieme a noi” ha concluso.

Alluvione, Bonaccini: sintonia con Figliuolo ma non arrivano soldi

Alluvione, Bonaccini: sintonia con Figliuolo ma non arrivano soldiBologna, 1 ago. (askanews) – Con il commissario alla ricostruzione dopo l’alluvione in Romagna c’è “grandissima collaborazione e sintonia sulle cose che si devono fare”. Ma “siamo a fine luglio” e non ci sono ancora le “risorse per le imprese” le quali, invece, avrebbero bisogno di certezze. Lo ha detto il presidente della Regione Emilia-Romagna, Stefano Bonaccini, al termine dell’incontro con il generale Figliuolo a Bologna.

“Non è lui che può decidere le risorse che arrivano”, al massimo “ne può disporre – ha fatto notare Bonaccini -. Bene che ci siano, nella capienza che il governo ha decretato pochi giorni fa, le risorse per fare alcune migliaia di cantieri che devono essere fatti entro l’inverno su fiumi, frane e strade per evitare che un fenomeno ordinario diventi straordinario. Però siamo a fine luglio, e bisogna che nel tempo più breve arrivino le risorse che al momento non sono ancora esigibili perché le imprese abbiano certezza di una copertura finanziaria per poter procedere a un’opera”. Stessa certezza che serve ai “Comuni dal momento che hanno utilizzato tutte le risorse del Fondo di Protezione civile” e ne hanno anche aggiunte. “Ad oggi non c’è un euro per le imprese private. Serviranno altre risorse”. “Quello che possiamo garantire – ha aggiunto il governatore – è la determinazione che questo territorio ha messo in campo: a noi interessa il destino di migliaia di cittadini, famiglie e imprese”.

Alla Camera mercoledì l’ordine del giorno sul “dress code”

Alla Camera mercoledì l’ordine del giorno sul “dress code”Roma, 1 ago. (askanews) – “La forma è anche un po’ sostanza e spero che nuove norme di abbigliamento alla Camera ridiano anche un po’ di senso e di rispetto per le istituzioni”. Salvatore Caiata, deputato di Fratelli d’Italia, arrivato in Parlamento sei anni fa nelle file del Movimento 5 stelle spiega così cosa lo ha spinto a depositare un ordine del giorno al bilancio della Camera per introdurre un dress code per i deputati e le deputate. Il documento verrà discusso e votato nella seduta di domani che esaminerà appunto il bilancio di Montecitorio.

“A differenza del Senato qui non è codificato un codice per l’abbigliamento perciò con questo ordine del giorno ho chiesto che l’ufficio presidenza normasse in favore di un atteggiamento consono sia per il comportamento che per l’abbigliamento come avviene in tutte le istituzioni, poi le modalità i tempi e le fattispecie le stabilirà il collegio dei questori”, spiega Caiata che dice di aver ricevuto privatamente tanti messaggio di appoggio “bipartisan” alla sua iniziativa. “Del resto non ci capisce come mai per assistere ai lavori bisogna essere giacca e cravatta e in aula no”, insiste. Andando a guardare sul regolamento per i visitatori del Palazzo in effetti si legge: “Agli uomini è inoltre richiesto di indossare giacca e cravatta”. Anche il comportamento dei deputati è stabilito da un codice di condotta che ogni deputato deve sottoscrivere all’atto della elezione. Questo stabilisce al primo articolo che “nell’esercizio delle loro funzioni, i deputati agiscono con disciplina e onore, rappresentando la Nazione e osservando i principi di integrità, trasparenza, diligenza, onestà, responsabilità e tutela del buon nome della Camera dei deputati. Non ottengono né cercano di ottenere alcun vantaggio finanziario diretto o indiretto o altre gratifiche”.

Caiata che assicura di aver avuto da solo l’idea del dress code e di non avere ricevuto indicazioni “da nessuna musa” sostiene che era necessario “mettere un freno a una caduta libera” dei costumi che ha visto crescere in questi sei anni di esperienza parlamentare. “E poi avere un dress code rende anche più facile ambientarsi in questo Palazzo, se uno sa come presentarsi si sente più a suo agio”, dice ancora non nascondendo che oltre alla richiesta della cravatta per gli uomini bisognerà stabilire qualche regola anche per le deputate che a volte si concedono dei look eccessivamente frivoli. Nell’ordine del giorno si legge: “si invita l’ufficio di presidenza e il collegio dei questori” a introdurre norme per “il rispetto del decoro formale, tramite il divieto indistinto per chiunque – parlamentare, collaboratore, dipendente o visitatore – dell’utilizzo di scarpe da ginnastica ogni qualvolta acceda nelle sedi della Camera; b) l’obbligo per i deputati, collaboratori, dipendenti e visitatori di sesso maschile di indossare sempre la cravatta”.

Pnrr, Schlein al governo: “fermatevi, noi pronti ad aiutare”

Pnrr, Schlein al governo: “fermatevi, noi pronti ad aiutare”Milano, 1 ago. (askanews) – “Se volete davvero portare in porto i progetti del Pnnr, noi ci siamo. Prendete atto della difficoltà che avete. Noi abbiamo tifato e tiferemo sempre per l’Italia e per l’Europa, vogliamo metterci alla stanga come dice il presidente Mattarella: a voi la possibilità di mettervi all’ascolto con umiltà dei sindaci, delle Regioni, delle categorie economiche, delle parti sociali, delle opposizioni. Lavoriamo insieme per evitare questi taglie e per non perdere questa occasione storica e irripetibile per il nostro Paese”.

Lo ha detto la segretaria del Pd Elly Schlein, concludendo il suo intervento alla Camera sulle comunicazioni del governo sul Pnrr e accusando il governo di “piantare bandierine ideologiche negli occhi dei più fragili: migranti, poveri, comunità Lgbt+”, d “giocare con la credibilità dell’Italia”, fino al “sospetto non solo che siate incapaci di gestire il Pnrr ma che qualcuno speri in un segnale sul piano europeo” proprio col fallimento del Pnrr”. Schlein ha dapprima sottolineato che “con tempismo incredibile il governo cancella 16 miliardi di Pnrr destinati al dissesto idrogeologico, a fare prevenzione, mettere in sicurezza il territorio sui fenomeni estremi sempre più frequenti, che se ascoltaste la scienza sapreste dipendono da attività umane. Ma il negazionismo fa parte della vostra cultura”, perchè “è facile negare i cambiamenti climatici al fresco dei propri condizionatori quando altri i condizionatori non ce li hanno e i braccianti muoiono sotto il sole mentre lavorano”. E su qusto tema “ci sono due diverse Meloni: una fa il video per il piano di prevenzione, l’altra taglia le risorse destinate a questo scopo”.

Poi ha affrontato la questione delle modifiche al Piano: “Ci avete fatto attendere 10 mesi queste modifiche, abbiamo chiesto di discuterle ma niente. Il Parlamento è stato esautorato perchè la governance prevede l’indirizzo preventivo delle Camere in caso di modifiche”. Non solo: “Ci avete messo 10 mesi a fare le modifiche, pensate di metterci 10 anni ad attuarle? Non ce li abbiamo…”. La segretaria Dem ha poi evidenziato le preoccupazioni dei Comuni e delle Regioni, “è preccupato anche il presidente leghista Fedriga”, per i tagli ai progetti che li riguardano: “È incredibile che tagliate la risorse a chi sta lavorando bene. Smantellate l’assistenza ai migranti, li lasciate soli a gestire 169 mila afmiglie che avete scaricato con un messaggio”. Preocupazioni ancora più gravi al Sud: “Con l’Fsc fate il gioco delle tre carte, perchè quei fondi spettavano già a Regioni e Comuni per altri progetti. Non basta dire che compenserete con altri fondi: non avete detto come, non c’è certezza sulla compatiblità, e molti dei progetti erano già partiti. Serve un’operazione verità. Ci state rubando futuro, in modo molto concreto”.

Critiche da Schlein per il taglio ai fondi per valorizzare i beni confiscati: “C’erano i tempi, c’era il soggettio che se ne occupava e che voi avete smantellato: quei progetti resteranno al palo per vostra responsabilità”. E per la sanità: “Avete scelto di tagliare e privatizzare la sanità, ma il Pd non ci sta”. Ancora: “Tagliate gli alloggi pubblici agli studenti, mettendo in discusione il diritto allo studio”. E non avete visione di rilancio per il Sud, con l’autonomia che è uno scalpo per la Lega che tiene sotto scacco Meloni”.

Niger, Governo: negoziato per governo riconosciuto da comunità internazionale

Niger, Governo: negoziato per governo riconosciuto da comunità internazionaleMilano, 31 lug. (askanews) – L’Italia “auspica una soluzione negoziale della crisi” in Niger “e la costituzione di un governo riconosciuto dalla comunità internazionale”. È quanto si legge in una del governo, diffusa dopo che si è svolta questo pomeriggio, a Palazzo Chigi, una riunione di aggiornamento e analisi della situazione in Niger.

All’incontro, presieduto dalla Presidente Giorgia Meloni, hanno partecipato il Vicepresidente del Consiglio e Ministro degli affari esteri Antonio Tajani, il Ministro della difesa Guido Crosetto, il Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio Alfredo Mantovano e i vertici dell’Intelligence. La Presidente del Consiglio, “che viene costantemente informata sull’evoluzione della crisi, ha posto la massima attenzione – si conclude la nota – sugli italiani presenti in Niger”.