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Comunali, Tajani: Fi soddisfatta, determinante in tutte le città

Comunali, Tajani: Fi soddisfatta, determinante in tutte le cittàRoma, 16 mag. (askanews) – “Mi pare che il Centrodestra, dal primo turno, sia uscito vincente. Siamo molto soddisfatti e adesso siamo al lavoro per i ballottaggi”. E’ quanto ha detto il vicepremier, ministro degli Esteri e coordinatore nazionale di Forza Italia, Antonio Tajani, commentando i risultati delle elezioni Comunali.

“Per quanto riguara Forza Italia voglio sottolineare l’importante risultato raggiuunto a Brindisi. La lista di Forza Italia si è dimostrata tra le più forti”, ha spiegato Tajani, precisando che il suo parto è “determinante in tutte le altre città”. Adesso, ha insistito il vicepremier, “stiamo lavorando molto per sostenere il nostro candidato di Ancona Silvetti, candidato del centrodestra”. “Il centrodestra unito ottiene dei buoni risultati”, ha detto, aggiungendo: “siamo ottimisti per il futuro, vogliamo continuare a governare bene le città dove siamo stati al governo e vogliamo dimostrare che si può goveernare meglio nelle città dove la sinistra che è in difficoltà – pensiamo ad Ancona e Brindisi – non è riuscita a ben governare”. Tajani ha quindi voluto “sottolineare anche il risultato negativo di Terni, dove la sinistra non è riuscita neanche ad andare al ballottaggio”. “Siamo soddisfatti”, ha ribadito. “Lavoriamo per dare risposte concrete ai cittadini, perché chi vince poi governa tutta la città, non governa per gli amici degli amici”.

Al termine delle sue dichiarazioni alla stampa, Tajani si è quindi concesso anche una breve battuta sul derby di questa sera tra Inter e Milan, per l’accesso alla finale di Champions League: “Io sono di un’altra squadra”, ha risposto a chi gli ha ricordato l’appuntamento calcistico allo Stadio San Siro.

Ballottaggi, Renzi: il Pd eviti di cercare la questua grillina

Ballottaggi, Renzi: il Pd eviti di cercare la questua grillinaRoma, 16 mag. (askanews) – Il “ballottaggio è una bestia strana, Si riparte da zero a zero. Suggerisco ai candidati di non andare a cercare la questua del voto grillino, perché credo che rischi di farti perdere” più di quanto si acquista, “soprattutto se l’altro ha il 2%”. Così il leader Iv Matteo Renzi, in conferenza stampa a Roma, commentando i risultati delle amministrative ad Ancona dove andrà al ballottagio Ida Simonella (Pd, Iv, Azione, Partito repubblicano, centristi pewr Ancona, liste civiche).

Per quanto riguarda Iv, Renzi ha tenuto a sottolineare che “decidono i territori, noi siamo un partito democratico vero”.

Meloni: il risultato del voto amministrativo conferma la forza della coalizione di governo

Meloni: il risultato del voto amministrativo conferma la forza della coalizione di governoRoma, 16 mag. (askanews) – “Faccio gli auguri a tutti i sindaci eletti nel primo turno delle elezioni amministrative. Il centrodestra conferma la sua forza di coalizione di governo, il valore della stabilità e della chiarezza di fronte agli italiani”. Lo afferma in una nota la presidente del Consiglio, Giorgia Meloni commentando il voto delle amministrative. “Siamo concentrati sui nostri obiettivi, i dati sulla crescita confermano la concretezza della politica economica, la fiducia di famiglie e imprese cresce, l’Italia è protagonista sulla scena internazionale”. “Il risultato del voto amministrativo – aggiunge – è un’ulteriore spinta all’azione del governo, il consenso degli elettori ci sprona ad accelerare sulla realizzazione del programma di riforme economiche, sociali e istituzionali”.

Il ‘primo tempo’ delle Comunali finisce 4 a 2 (per il centrodestra), con molti ballottaggi

Il ‘primo tempo’ delle Comunali finisce 4 a 2 (per il centrodestra), con molti ballottaggiRoma, 16 mag. (askanews) – Molto da decidere ai ballottaggi del prossimo 28 e 29 maggio, dove si sceglierà il sindaco in sei capoluoghi di provincia e in uno di regione, e altrettanto da riflettere all’interno delle coalizioni sul tema centrale – soprattutto per la galassia frammentata del centrosinistra – delle alleanze. Da fare prima delle elezioni e “con più coraggio”, suggerisce oggi il capogruppo Dem al Senato Francesco Boccia, e non solo in vista dei ballottaggi. Che, peraltro, cadono in date importanti: quel fine settimana, infatti, saranno aperti i seggi per le elezioni amministrative in comuni della Sicilia e della Sardegna (solo due sopra i 15mila abitanti, Assemini e Iglesias), con eventuale turno di ballottaggio l’11 e 12 giugno. Al voto in Sicilia i capoluoghi di provincia Catania – dove i candidati sono otto e i sondaggi indicano come favoriti Enrico Trantino del centrodestra e Maurizio Caserta del centrosinistra più M5s -, Siracusa, Ragusa e Trapani.

Il Pd di Elly Schlein – che oggi tirerà le somme di questa tornata in una conferenza stampa alle 14,30 al Nazareno -, la cui mission dichiarata è quella di riunire e riconquistare il popolo di centrosinistra in un dialogo più stretto e trasparente con il vertice del partito, vince al primo turno solo a Brescia e Teramo ma non funziona a Pisa, dove la segretaria aveva scelto di fare il suo comizio di chiusura nella speranza di riportare ‘a casa’ la città, e soprattutto rischia di perdere la storica roccaforte di Ancona. Dal centro lancia una sorta di appello il capogruppo di Azione-Italia Viva alla Camera Matteo Richetti: “Non c’è l’effetto Schlein non tanto rispetto al portato della nuova segretaria del Pd, quanto rispetto al fatto che il centrosinistra va molto bene quando è sul profili riformisti e di governo, non massimalisti. Laura Castelletti (neo sindaco a Brescia, ndr), che non è del Pd, dimostra che quando la coalizione di centrosinistra fa uno sforzo di innovazione e di governo può risultare vincente”. Dalla riflessione sui ballottaggi, comunque, non può restare fuori quanto si muove nel centrodestra dove si spinge per la revisione o addirittura l’abolizione del secondo turno, attualmente previsto nei comuni con una popolazione superiore ai 15 mila abitanti. Se non ci fosse stato il ballottagio, infatti, i comuni vinti tout court dal centrodestra sarebbero, a guardare i risultati, molti di più, di certo la maggioranza si sarebbe aggiudicata cinque capoluoghi di provincia in più.Il bilancio della tornata elettorale vede 4 capoluoghi assegnati al centrodestra (Sondrio, Treviso, Latina e Imperia) e due al centrosinistra (Brescia e Teramo). L’affluenza complessiva nei 595 comuni in cui si votava è stata del 59,03%, in calo di due punti percentuali rispetto al 61,2% delle passate amministrative.

Al ballottaggio va, inaspettatamente Pisa dove il candidato del centrodestra Michele Conti ha mancato di un soffio la vittoria, fermandosi al 49,9% dei consensi, inseguito da Paolo Martinelli, del centrosinistra con il 41,1%, che lo sfiderà al secondo turno. Al ballottaggio altri sei capoluoghi. Ad Ancona il candidato del centrodestra, Daniele Silvetti è in testa con il 45,1% delle preferenze, davanti alla sindaca uscente del centrosinistra, Ida Simonella, con il 41,3%. A Brindisi la sfida è tra Giuseppe Marchionna del centrodestra al 44% e Roberto Fusco, candidato di Pd e M5s, al 33,3%. A Siena, un tempo città “rossa” passata nel 2018 al centrodestra a trazione leghista, il Pd non è riuscito nella riconquista al primo turno ma anzi è in netto vantaggio la candidata del centrodestra: Nicoletta Fabio (30,5%) si contenderà la poltrona da prima cittadina con la candidata del centrosinistra Anna Ferretti (28,8%).Anche Massa, dove il centrodestra si è presentato diviso, vedrà un ballottaggio tra il candidato di Lega e Forza Italia, Francesco Persiani (35,4%) ed Enzo Ricci (30%), sostenuto dal centrosinistra. Paga la spaccatura della coalizione Marco Guidi (19,99%) appoggiato da Fratelli d’Italia, Noi Moderati e Nuovo Psi. A Terni la partita è tra Orlando Masselli del centrodestra con 35,8%, e Stefano Bandecchi, di Alternativa popolare, patron di Unicusano e della Ternana calcio che ha ottenuto il 28,1%. Resta fuori dal ballottaggio, per la prima volta il centrosinistra che con Josè Maria Kenny si è fermato al 21,9%. A Vicenza il ballottaggio sarà tra Giacomo Possamai, capogruppo Pd alla Regione Veneto, sostenuto da quattro liste civiche, arrivato al 46,1% e Francesco Rucco, espressione del centrodestra con il 44,1%.

 

Al via oggi a Reykiavik il Consiglio d’Europa (parleranno anche Meloni e Zelensky)

Al via oggi a Reykiavik il Consiglio d’Europa (parleranno anche Meloni e Zelensky)Reykjavik, 16 mag. (askanews) – Due giorni per parlare di Europa e, soprattutto, di Ucraina. Comincia oggi a Reykjavik il quarto vertice dei capi di Stato e di governo dei 46 Paesi aderenti al Consiglio d’Europa (la Russia non ne fa più parte dal 2022), organizzazione nata nel 1949 con l’obiettivo di promuovere la democrazia, proteggere i diritti umani e lo stato di diritto.

Il summit, a cui è attesa anche la presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, comincerà alle 16.30 ora locale (le 18.30 in Italia) con l’arrivo dei leader che saranno accolti dalla premier islandese, Katrín Jakobsdóttir, e dalla segretaria generale del Consiglio d’Europa, Marija Pejcinovic Buric. Il titolo del vertice è Uniti ‘attorno ai nostri valori’ e ad ospitarlo e l’Harpa, sala concerti e centro congressi. Dalle 17.45, dopo l’esecuzione dell’Inno alla gioia, è previsto l’inizio dei lavori con un discorso di apertura del primo ministro dell’Islanda. Quindi, a seguire, gli interventi del presidente dell’Ucraina, Volodymyr Zelensky, del presidente francese, Emmanuel Macron, del Cancelliere tedesco, Olaf Scholz, della presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, e del primo ministro britannico, Rishi Sunak.

La giornata sarà conclusa da una cena di lavoro dall’emblematico titolo ‘United for Ucraine’. Nella seconda giornata, che comincerà alle 8 del mattino, sono previste due sessioni di lavoro, il dibattito generale ‘United for Europe’ e la sessione conclusiva ‘United around our values’. Il vertice sarà concluso alle 13 da un pranzo di lavoro e poi da una conferenza stampa del presidente e del segretario generale del Consiglio d’Europa.

Elezioni comunali, Piantedosi: le operazioni elettorali si sono svolte in maniera regolare

Elezioni comunali, Piantedosi: le operazioni elettorali si sono svolte in maniera regolareRoma, 16 mag. (askanews) – “La complessa macchina organizzativa che fa capo al Viminale ha consentito il corretto svolgimento della tornata amministrativa appena conclusa, che ha visto coinvolti 595 comuni delle regioni a statuto ordinario e oltre 4,5 milioni di elettori”. Lo ha dichiarato il ministro dell’Interno, Matteo Piantedosi.

“Grazie all’impegno corale del Dipartimento Affari interni e territoriali, delle Prefetture, dei Comuni, dei Tribunali e delle Corti d’Appello, delle Forze di polizia, dei presidenti di seggio e degli scrutatori è stato garantito il diritto di voto su tutto il territorio. Si tratta di un momento importante per la vita politica delle nostre comunità locali, che ancora una volta è stato gestito con professionalità ed efficienza consentendo il regolare esercizio di tutte le operazioni elettorali”, ha aggiunto il titolare del Viminale.

Elezioni comunali, al primo turno quattro capoluoghi vanno al centrodestra e 2 al centrosinistra

Elezioni comunali, al primo turno quattro capoluoghi vanno al centrodestra e 2 al centrosinistraRoma, 16 mag. (askanews) – Sondrio, Treviso, Latina, Imperia al centrodestra, Brescia e Teramo al centrosinistra. Sono questi i capoluoghi di provincia al voto che al primo turno, nonostante in alcuni casi manchi ancora qualche sezione da scrutinare, fanno segnare un risultato definitivo sul nome del primo cittadino. Clamoroso il dato di Pisa, dove veniva data per certa la vittoria del centrodestra al primo turno ma al termine delle operazioni di scrutinio il candidato del centrodestra Michele Conti ha mancato di un soffio la vittoria, fermandosi al 49,96% dei consensi. Paolo Martinelli, del centrosinistra, lo sfiderà al ballottaggio partendo da un più modesto 41,12%.

Ad Imperia viene confermato il sindaco uscente, l’ex ministro Claudio Scajola, con il 62,9% dei voti, davanti al vicecommissario Ivan Bracco, espressione del centrosinistra, al 22,5%. La candidata del centrodestra, Matilde Celentano, ha fatto man bassa di voti a Latina, surclassando, con il 70,4% delle preferenze, Damiano Coletta, ex sindaco di centrosinistra, fermo al 29,5%. Non cambia l’inquilino al comune di Sondrio, Marco Scaramellini, sindaco uscente del centrodestra, è stato confermato con il 57,8% dei voti. Staccato il candidato del centrosinistra Simone Del Curto, che si è attestato al 39,2%. Anche al comune di Treviso non cambia il primo cittadino: Marco Conte, sindaco uscente del centrodestra ha ottenuto il 64,7% dei voti. Distaccato di molto Giorgio De Nardi, del centrosinistra, fermo al 28,2%. A Brescia, affermazione di Laura Castelletti, attuale vicesindaco, del centrosinistra, che con il 54,8% dei voti ha superato Fabio Rolfi (41,6%)del centrodestra e che per l’evento conclusivo della campagna elettorale aveva avuto il sostegno in presenza anche della premier Giorgia Meloni.

A Teramo la coalizione Pd-M5s ha portato a casa il successo del sindaco uscente, Gianguido D’Alberto, grazie al 54,4% dei voti. Carlo Antonetti, del centrodestra, si è fermato al 36,4%. Oltre all’inaspettata Pisa vanno al ballottaggio, in programma il 28 e 29 maggio, gli altri sei capoluoghi, a cominciare da Ancona, con il candidato del centrodestra, Daniele Silvetti in testa con il 45,1% delle preferenze, davanti alla sindaca uscente del centrosinistra, Ida Simonella, con il 41,2%. A Brindisi la lotta per la poltrona di primo cittadino sarà tra Giuseppe Marchionna del centrodestra al 43,7% e Roberto Fusco, espressione di Pd e M5s, al 33,5. A Siena, il duello vedrà la candidata del centrodestra Nicoletta Fabio (30,51%) e quella del centrosinistra Anna Ferretti (28,75%).

A Massa, dove il centrodestra si è presentato diviso, sono stati premiati il candidato di Lega e Forza Italia, Francesco Persiani (35,42%), ed Enzo Ricci (29,95%), sostenuto dal centrosinistra. Fuori dal ballottaggio Marco Guidi (19,99%) con Fratelli d’Italia, Noi Moderati e Nuovo Psi. Le urne di Terni hanno premiato Orlando Masselli del centrodestra con 35,7%, e Stefano Bandecchi, di Alternativa popolare. Il patron di Unicusano e della Ternana calcio ha ottenuto il 28,2%. Resta fuori dal ballottaggio, per la prima volta il centrosinistra che con Josè Maria Kenny si è fermato al 21,9%.

A Vicenza il ballottaggio sarà tra Giacomo Possamai, capogruppo Pd alla Regione Veneto, sostenuto da quattro liste civiche, arrivato al 46,1% e Francesco Rucco, espressione dal centrodestra con il 44,1%.

Zangrillo: in due anni faremo 320mila assunzioni nella Pa

Zangrillo: in due anni faremo 320mila assunzioni nella PaRoma, 16 mag. (askanews) – “Abbiamo previsto un piano di assunzioni di circa 3mila persone, due terzi delle quali per il comparto difesa e sicurezza. Numeri che vanno oltre al turnover per il quale abbiamo inserito circa 157mila persone nel 2022 e nel 2023 abbiamo come obiettivo quello di assumerne oltre 170mila. Sono 320 mila dipendenti in due anni”. Lo dice a Il Messaggero, Paolo Zangrillo, ministro della Pubblica Amministrazione.

“L’investimento più grande che possiamo fare è sulle competenze. Trovo assurdo che il tempo medio dedicato alla formazione dai nostri dipendenti sia di appena un giorno pro-capite l’anno”, sottolinea. Si tratta di “un dato insufficiente, soprattutto se consideriamo le grandi sfide che abbiamo di fronte. Per questo è stata emanata una direttiva, che triplica il tempo medio dedicato alla formazione e che la lega a vantaggi professionali e percorsi di carriera”.

Al primo turno 4 capoluoghi al centrodestra e 2 al centrosinistra

Al primo turno 4 capoluoghi al centrodestra e 2 al centrosinistraRoma, 16 mag. (askanews) – Sondrio, Treviso, Latina, Imperia al centrodestra, Brescia e Teramo al centrosinistra. Sono questi i capoluoghi di provincia al voto che al primo turno, nonostante in alcuni casi manchi ancora qualche sezione da scrutinare, fanno segnare un risultato definitivo sul nome del primo cittadino. Clamoroso il dato di Pisa, dove veniva data per certa la vittoria del centrodestra al primo turno ma al termine delle operazioni di scrutinio il candidato del centrodestra Michele Conti ha mancato di un soffio la vittoria, fermandosi al 49,96% dei consensi. Paolo Martinelli, del centrosinistra, lo sfiderà al ballottaggio partendo da un più modesto 41,12%.

Ad Imperia viene confermato il sindaco uscente, l’ex ministro Claudio Scajola, con il 62,9% dei voti, davanti al vicecommissario Ivan Bracco, espressione del centrosinistra, al 22,5%. La candidata del centrodestra, Matilde Celentano, ha fatto man bassa di voti a Latina, surclassando, con il 70,4% delle preferenze, Damiano Coletta, ex sindaco di centrosinistra, fermo al 29,5%. Non cambia l’inquilino al comune di Sondrio, Marco Scaramellini, sindaco uscente del centrodestra, è stato confermato con il 57,8% dei voti. Staccato il candidato del centrosinistra Simone Del Curto, che si è attestato al 39,2%. Anche al comune di Treviso non cambia il primo cittadino: Marco Conte, sindaco uscente del centrodestra ha ottenuto il 64,7% dei voti. Distaccato di molto Giorgio De Nardi, del centrosinistra, fermo al 28,2%. A Brescia, affermazione di Laura Castelletti, attuale vicesindaco, del centrosinistra, che con il 54,8% dei voti ha superato Fabio Rolfi (41,6%)del centrodestra e che per l’evento conclusivo della campagna elettorale aveva avuto il sostegno in presenza anche della premier Giorgia Meloni.

A Teramo la coalizione Pd-M5s ha portato a casa il successo del sindaco uscente, Gianguido D’Alberto, grazie al 54,4% dei voti. Carlo Antonetti, del centrodestra, si è fermato al 36,4%. Oltre all’inaspettata Pisa vanno al ballottaggio, in programma il 28 e 29 maggio, gli altri sei capoluoghi, a cominciare da Ancona, con il candidato del centrodestra, Daniele Silvetti in testa con il 45,1% delle preferenze, davanti alla sindaca uscente del centrosinistra, Ida Simonella, con il 41,2%. A Brindisi la lotta per la poltrona di primo cittadino sarà tra Giuseppe Marchionna del centrodestra al 43,7% e Roberto Fusco, espressione di Pd e M5s, al 33,5. A Siena, il duello vedrà la candidata del centrodestra Nicoletta Fabio (30,51%) e quella del centrosinistra Anna Ferretti (28,75%).

A Massa, dove il centrodestra si è presentato diviso, sono stati premiati il candidato di Lega e Forza Italia, Francesco Persiani (35,42%), ed Enzo Ricci (29,95%), sostenuto dal centrosinistra. Fuori dal ballottaggio Marco Guidi (19,99%) con Fratelli d’Italia, Noi Moderati e Nuovo Psi. Le urne di Terni hanno premiato Orlando Masselli del centrodestra con 35,7%, e Stefano Bandecchi, di Alternativa popolare. Il patron di Unicusano e della Ternana calcio ha ottenuto il 28,2%. Resta fuori dal ballottaggio, per la prima volta il centrosinistra che con Josè Maria Kenny si è fermato al 21,9%.

A Vicenza il ballottaggio sarà tra Giacomo Possamai, capogruppo Pd alla Regione Veneto, sostenuto da quattro liste civiche, arrivato al 46,1% e Francesco Rucco, espressione dal centrodestra con il 44,1%.

Meloni al Consiglio d’Europa.Focus Ucraina(E forse vede Macron)

Meloni al Consiglio d’Europa.Focus Ucraina(E forse vede Macron)Reykjavik, 15 mag. (askanews) – In primo piano ci sarà l’Ucraina. E non potrebbe essere altrimenti visto che è stata proprio la necessità di aumentare la “capacità di contribuire alla nostra sicurezza democratica condivisa” e dare una risposta alla “barbara” aggressione russa, ad aver dato la spinta decisiva per convocare la riunione. Domani a Reykjavik si incontreranno i 46 capi di Stato e di governo che aderiscono al Consiglio d’Europa, di cui non fa più parte proprio Mosca: già il 25 febbraio, poche ore dopo l’invasione dell’Ucraina, il comitato dei ministri del Consiglio ha deciso la sospensione della Russia mentre l’espulsione vera e propria è avvenuta il 16 marzo.

Si tratta del quarto vertice della storia di questa organizzazione, che pure esiste dal 1949. L’ultimo summit di questo livello si è tenuto nel 2005, ben 18 anni fa a Varsavia, peraltro esattamente negli stessi giorni: 16 e 17 maggio. La presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, è attesa – insieme agli altri leader – a partire dalle 17, all’Harpa, la sala concerti e centro congressi che ospiterà il vertice. Ci arriverà con il biglietto da visita di un sostegno all’Ucraina e della collocazione atlantista che sin dall’inizio è stato uno dei capisaldi della politica estera del suo governo, nonostante gli atteggiamenti ambigui dei suoi alleati, in primis della Lega e di Matteo Salvini. Un sostegno che è stato rinsaldato durante la recente visita del presidente Zelensky a Roma durante il tour europeo che lo ha portato anche a Berlino, Parigi e Regno Unito. Momento centrale del vertice sarà la sessione inaugurale che, spiegano fonti italiane, “rappresenta l’occasione per ribadire l’unità intorno ai valori democratici”. Alla cerimonia di apertura interverrà proprio il presidente dell’Ucraina, seguiranno poi i discorsi del presidente francese, Emmanuel Macron, del Cancelliere tedesco, Olaf Scholz, della presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, e del primo ministro britannico, Rishi Sunak. Subito dopo si terranno cinque tavole rotonde che si svolgeranno in contemporanea: la premier parteciperà e interverrà a quella dedicata al ‘Contrasto alle sfide derivanti dai nuovi diritti umani emergenti’. In serata dovrebbe ripartire alla volta del Giappone per partecipare al G7.

Ma vista la platea dei partecipanti, il vertice sarà occasione anche per incontri bilaterali. Uno tra tutti, quello con il presidente francese Emmanuel Macron che, come confermato anche dall’Eliseo, si dovrebbe tenere nel corso di questa settimana, già a Reykjavik o più probabilmente a margine del vertice dei 7 Grandi ad Hiroshima del prossimo fine settimana. Una opportunità forse di disgelo dopo l’ennesimo scontro tra i due Paesi sul tema dei migranti, alimentato dalle recenti dichiarazioni prima del ministro dell’Interno di Parigi Gerald Darmanin e poi di Stephane Sejournè, capo di Renaissance, il partito di Macron. Accuse di “disumanità” nel gestire la questione che Giorgia Meloni ha bollato come attacchi strumentali fatti a “uso interno”. Ma è sul fronte del sostegno all’Ucraina che il vertice porterà a casa il suo risultato più significativo. Durante la due giorni, come confermato nella dichiarazione congiunta al termine dell’incontro tra Meloni e Zelensky, ci sarà l’annuncio dell’istituzione di un ‘Registro dei danni’ causati dall’aggressione russa in Ucraina. L’accordo – sottolineano fonti italiane – è uno “strumento di cooperazione intergovernativa, aperto anche a Stati terzi”, tanto che ci si attende, tra le altre, anche l’desione di Stati Uniti e Giappone.

Il registro – si rimarca – è un “primo passo verso la creazione di un meccanismo di internazionale di compensazione economica dei danni subiti dall’Ucraina che consentirà di chiamare la Russia a rispondere delle sue responsabilità e una prova concreta di assistenza a Kiev”. Ma ci sono altri due punti che sono stati esplicitati recentemente dalla segretaria generale dell’organizzazione, Marija Pejcinovic Buric. Uno è “il sostegno dell’Ufficio del Procuratore generale nelle indagini sui crimini di guerra e su gravi violazioni dei diritti umani”, l’altro “il sostegno a sforzi internazionali per istituire un Tribunale speciale sul reato di aggressione”. “Il Consiglio d’Europa – ha spiegato – si mobilita e continuerà a mobilitarsi per riconoscere le responsabilità della Russia per i reati e le azioni illegali che ha commesso. Operando insieme, garantiremo che venga fatta giustizia”.

Ma a 18 anni dall’ultimo vertice dei capi di Stato e di governo, il summit di Reykjavik sarà occasione per il Consiglio d’Europa di ripensare se stesso e di proiettare il suo ruolo nel futuro. Negli anni ha spesso scontato la confusione dei non addetti ai lavori con il Consiglio europeo. D’altra parte, il dibattito sul rapporto tra l’organizzazione e le istituzioni di Bruxelles non è nuovo. Già nella riunione di Varsavia, infatti, Jean Claude Junker, all’epoca primo ministro del Lussemburgo, spiegava che “le rivalità tra il Consiglio d’Europa e l’Unione Europea non hanno ragione di esistere, quando si tratta di istanze fondamentali” e anzi “le due organizzazioni sono “di grande complementarità”. Nel frattempo, però, all’elenco se n’è aggiunta un’altra, che peraltro conta più o meno sull’adesione degli stessi Stati, ossia la Comunità politica europea, nata nel 2022 su proposta di Macron: per il 1 giugno è in programma un vertice e Chisinau, in Moldova. Non a caso, dunque, tra i propositi del vertice di Reykjavik c’è quello di “riorientare la sua missione alla luce delle nuove minacce ai diritti umani, la promozione della democrazia e la tutela dello stato di diritto”.Al termine del vertice verrà adottata una dichiarazione politica, dunque l’Islanda cederà la presidenza del Comitato dei ministri del Consiglio d’Europa alla Lettonia.