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Ucraina, Meloni: Governo Italia apprezza e sostiene iniziativa Papa

Ucraina, Meloni: Governo Italia apprezza e sostiene iniziativa PapaRoma, 13 mag. (askanews) – “Voglio esprimere apprezzamento e sostegno del Governo italiano per l’impegno di papa Francesco e della Santa Sede. Il presidente Zelensky oggi si recherà dal papa, siamo molto contenti di questa iniziativa. Conosciamo la vicinanza, la solidarietà e l’affetto del Santo Padre per l’Ucraina, è una giornata importante per tutti”. Lo ha detto la presidente del Consiglio Giorgia Meloni, nelle dichiarazioni alla stampa insieme al presidente ucraino Volodymyr Zelensky a palazzo Chigi.

Meloni-Zelensky faccia a faccia in inglese, assenti anche interpreti

Meloni-Zelensky faccia a faccia in inglese, assenti anche interpretiRoma, 13 mag. (askanews) – L’incontro tra la presidente del Consiglio Giorgia Meloni e il presidente ucraino Volodymyr Zelensky si svolge senza altre persone presenti. Non ci sono, secondo quanto si apprende, neppure gli interpreti: i due parlano faccia a faccia in inglese.

Nel frattempo, nella Sala Verde, sono in corso colloqui tra le delegazioni. Di quella italiana fanno parte il ministro degli Esteri Antonio Tajani, il ministro della Difesa Guido Crosetto, il sottosegretario alla presidenza Giovambattista Fazzolari, il consigliere diplomatico Francesco Maria Talò. Al termine del colloquio (in corso da circa 40 minuti) è previsto il pranzo di lavoro, seguito dalle dichiarazioni alla stampa.

Meloni rinnova a Zelensky “fermo sostegno Italia a 360 gradi”

Meloni rinnova a Zelensky “fermo sostegno Italia a 360 gradi”Roma, 13 mag. (askanews) – L’incontro tra la presidente del Consiglio Giorgia Meloni e il presidente ucraino Volodymyr Zelensky è occasione per ribadire il “fermo sostegno dell’Italia all’Ucraina a 360 gradi, alla sua integrità territoriale, alla sovranità e all’indipendenza di Kiev e la vicinanza del popolo italiano al popolo ucraino impegnato a difendere i valori condivisi di libertà e di democrazia messi a repentaglio dalla guerra di invasione russa”.

La visita, secondo quanto si apprende a Palazzo Chigi, rappresenta un segnale dall’elevato valore simbolico per l’importanza che Kiev assegna ai rapporti bilaterali rispetto alla guerra di aggressione russa.

Mattarella a Zelensky: Italia conferma pieno sostegno a Ucraina

Mattarella a Zelensky: Italia conferma pieno sostegno a UcrainaRoma, 13 mag. (askanews) – Nel corso del colloquio con il presidente ucraino Volodymyr Zelensky ha confermato “pieno sostegno” dell’Italia all’ Ucraina sul piano degli aiuti militari, finanziario, umanitario e della ricostruzione, sul breve e lungo termine. E’ quanto si apprende da fonti del Quirinale.

Sono in gioco – ha detto il presidente – non solo l’indipendenza e l’integrità territoriale dell’Ucraina, ma anche la libertà dei popoli e l’ordine internazionale. 

Zelensky, Salvini: mai previsto un incontro fra noi a Roma

Zelensky, Salvini: mai previsto un incontro fra noi a RomaRoma, 13 mag. (askanews) – “Il presidente del Consiglio incontra un presidente del Consiglio: leggo ricostruzioni surreali secondo le quali io non sarei andato: non è mai stato previsto”.Lo ha detto il segretario della Lega e vicepremier Matteo Salvini, a margine della partecipazione a Milano ad un evento della Lega.

Salvini ha sottolineato come quelli di Zelensky oggi a Roma e in Vaticano “sono incontri molto importanti” con premier e capo dello Stato itaiano e Pontefice. “Io spero – ha aggiunto- che a tutti i tavoli si parli anche del dopo guerra e non solo di guerra”. E ha assicurato che, ove richiesto, non avrebbe avuto alcuna difficoltà ad incontrare anche lui Zelensky. “Ci mancherebbe altro: dieci giorni fa sono stato anche io alla conferenza sulla ricostruzione dell’Ucraina”.

Domani e lunedì al voto per 595 Sindaci,4,5 mln italiani alle urne

Domani e lunedì al voto per 595 Sindaci,4,5 mln italiani alle urneRoma, 13 mag. (askanews) – Sono 595 i Comuni che domani e lunedì sono chiamati alle urne per eleggere il sindaco e rinnovare il Consiglio comunale, con oltre quattro milioni e mezzo (4.587.877, di cui 402.967 all’estero, distribuiti su 5.426 sezioni) di aventi diritto al voto. I seggi saranno aperti domenica dalle 7 alle 23 e lunedì dalle 7 alle 15. Subito dopo inizierà lo spoglio delle schede. L’eventuale ballottaggio è in programma il 28 e il 29 maggio. Il sindaco e il Consiglio comunale sono eletti per cinque anni.

Nei Comuni con popolazione fino a 15 mila abitanti (91, ndr), l’elezione dei consiglieri comunali è contestuale all’elezione del sindaco e vige il sistema maggioritario. È eletto sindaco il candidato che ha ottenuto il maggiore numero di voti validi. Alla lista o alle liste che hanno appoggiato il candidato sindaco eletto sono attribuiti i 2/3 dei seggi. I restanti seggi sono ripartiti proporzionalmente tra le altre liste. In caso di parità di voti validi tra due candidati, si andrà al ballottaggio (28 – 29 maggio prossimi), e risulterà eletto sindaco chi tra i due candidati avrà ottenuto più voti validi. In caso di ulteriore parità, la scelta cadrà sul candidato più anziano di età. Nei Comuni con popolazione oltre i 15 mila abitanti (504, ndr) per eleggere il primo cittadino è necessaria la maggioranza assoluta dei voti validi (50% + un voto). Nel caso in cui nessun candidato a sindaco ottenga questo risultato, si procederà ad un secondo turno di votazione, in programma sempre il 28 – 29 maggio prossimi, tra i due candidati che hanno ottenuto il maggiore numero di voti validi nel primo turno. Al ballottaggio è eletto sindaco il candidato che ottiene il maggiore numero di voti validi.

Non sono ammesse alla ripartizione dei seggi le liste che non abbiano superato al primo turno la soglia del 3% dei voti validi. E’ previsto un “premio di maggioranza” alla lista o gruppo di liste che abbiano ottenuto almeno il 40% dei voti, che consiste nel 60% dei seggi, nel caso in cui nessuna altra lista o gruppo di liste collegate abbiano superato il 50% dei voti. Nei Comuni con popolazione sopra i 15 mila abitanti è permesso il voto disgiunto: l’elettore può esprimere due voti sulla stessa scheda, uno per una lista (al quale può aggiungere un voto di preferenza) e uno per un candidato presidente o sindaco, anche in una lista diversa. L’attenzione di questa tornata elettorale sarà catalizzata dal voto in tredici città: Ancona, unica città capoluogo di regione, Brescia, Brindisi, Imperia, Latina, Massa, Pisa, Siena, Sondrio, Teramo, Terni, Treviso e Vicenza, tutti capoluoghi di provincia. Il turno primaverile delle elezioni comunali si completerà il 21 maggio con il voto previsto in Valle d’Aosta (1 Comune) e Trentino- Alto Adige (3 Comuni), e il 28 e 29 maggio con le elezioni in Sicilia (128 Comuni) e Sardegna (39 Comuni).

In totale a maggio saranno eletti 766 sindaci e 10.150 consiglieri.

Sfide per i Sindaci in 13 Capoluochi: da Ancona a Siena, da Brescia a Terni

Sfide per i Sindaci in 13 Capoluochi: da Ancona a Siena, da Brescia a TerniRoma, 13 mag. (askanews) – Occhi puntati sulle sfide nelle 13 città più popolose tra i 595 Comuni che domani e lunedì sono chiamati alle urne per rinnovare sindaci e Consigli comunali: si va da Ancona, unico capoluogo di regione al voto, a Brescia, da Brindisi ad Imperia, da Latina a Massa, da Pisa a Siena, da Sondrio a Teramo, da Terni a Treviso fino a Vicenza. Sette sono attualmente amministrate dal centrodestra, sei dal centrosinistra.

Sull’esito delle urne aleggia l’incognita astensionismo, in continua crescita nelle ultime consultazioni: alle amministrative del giugno 2022 ha votato il 54% degli aventi diritto, il 5,4% in meno rispetto alla precedente tornata. Vediamo nel dettaglio le 13 città che vanno al voto. Ancona: il primo cittadino uscente è Valeria Mancinelli (Pd), premiata qualche anno fa come migliore sindaco d’Europa. In corsa per toglierle la fascia tricolore ci sono Ida Simonella (centrosinistra), sostenuta da sei liste, tra cui il Pd e i Riformisti Azione-Iv-Calenda. Simonella, attuale assessore comunale al Piano Strategico e al Porto, se la dovrà vedere, tra gli altri, con Enrico Sparapani, candidato del M5s, e Daniele Silvetti, espressione del centrodestra (FdI, FI, Lega e altre quattro liste civiche). Nelle liste elettorali di Ancona ci sono almeno 72 centenari, il più anziano ha 109 anni.

Brescia: il sindaco uscente è Enrico Del Bono, del centrosinistra, che ha guidato per 10 anni la città Capitale della Cultura 2023, assieme a Bergamo. Tra i candidati a primo cittadino ci sono Laura Castelletti, attuale vicesindaco, sostenuta dal centrosinistra e dal Terzo Polo; Fabio Rolfi per il centrodestra, ex vicesindaco ai tempi della giunta Paroli; Alessandro Lucà, sostenuto da una coalizione formata da M5s, Unione Popolare e Partito Comunista Italiano; Alessandro Maccabelli, sostenuto dalla lista civica Maddalena. Brindisi: l’attuale primo cittadino Riccardo Rossi cerca la riconferma, sostenuto dalla lista Brindisi Bene Comune – Alleanza Verdi Sinistra. Il Partito democratico assieme al M5s punta su Roberto Fusco, mentre il centrodestra schiera Giuseppe Marchionna, ex sindaco di Brindisi dal 1990 al 1992. Le liste Movimento Regione Salento e Uguaglianza cittadina appoggiano Pasquale Luperti.

Imperia: sono quattro i candidati sindaci che sfideranno Claudio Scajola, nella corsa per la carica di primo cittadino dell’unico capoluogo di provincia al voto in Liguria. L’ex ministro dell’Interno, già sindaco nel 1980, si troverà di fronte Ivan Bracco – il vicecommissario di polizia, che ha indagato su Scajola in sei inchieste – sostenuto dal centrosinistra; Enrico Lauretti, candidato della lista Società Aperta; Stefano Semeria per il Movimento 5 Stelle; Luciano Zarbano, appoggiato dalla lista Imperia Senza Padroni. Latina: nella cittadina del sud del Lazio, commissariata dal settembre 2022 dopo lo scioglimento del Consiglio comunale, guidato da Damiano Coletta, si torna alle urne per la quarta volta in sei anni. Sarà un duello tra lo stesso Coletta, candidato da Pd e 5Stelle e Matilde Celentano sostenuta da Forza Italia, Fratelli d’Italia, Lega, Udc-Dc, lista Matilde Celentano sindaco.

Massa: il centrodestra si presenta al voto diviso. Da una parte Forza Italia, Lega e alcune liste civiche sostengono l’attuale sindaco Francesco Persiani, dall’altro Fratelli d’Italia assieme a Noi Moderati, Nuovo Psi, punta sull’assessore Marco Guidi. Enzo Ricci, segretario comunale del Pd, è il candidato Dem, Alleanza Verdi e Sinistra. MoVimento 5 stelle e Unione Popolare si affidano a Daniela Bennati, attiva nel terzo settore, alla sua prima esperienza politica. Pisa: c’è una larga coalizione di centrodestra, composta da Fdi, FI, Lega, Udc, Pli e altre cinque liste, che supporta l’attuale sindaco, Michele Conti. Pd e M5s sono uniti nel sostenere Paolo Martinelli, che può contare anche sull’appoggio di altre tre liste civiche. Tra i candidati sindaci ci sono anche Alexandra Dei, Francesco Auletta, Edoardo Polacco e Rita Mariotti, espressioni di movimenti e liste civiche.

Siena: sono otto i candidati che ambiscono allo scranno più alto di Palazzo Pubblico, con affaccio su piazza del Campo, occupato dall’attuale sindaco, Luigi De Mossi (Cdx). Il centrodestra unito appoggia Nicoletta Fabio. Discorso diverso nel centro sinistra con il Pd che sostiene Anna Ferretti e M5s che punta su Elena Boldrini. Ci sono poi Azione che vota per Roberto Bozzi e Italia viva che ha scelto invece Massimo Castagnini. La lista si chiude con Alessandro Bisogni, Emanuele Montomoli e Fabio Pacciani candidati da diverse liste civiche.

Sondrio: il sindaco uscente, Marco Scaramellini, tenta il bis, sostenuto da un’ampia coalizione di centrodestra a partire da FdI, FI e Lega. Il candidato per il centrosinistra è Simone Del Curto appoggiato anche dalla lista Futuro insieme. C’è anche Luca Zambon ‘front runner’ della lista “Letizia Moratti presidente”. Sono nelle elezioni del 2013 Sondrio ha scelto il sindaco al primo turno. Teramo: nella cittadina abruzzese, Pd e M5s hanno trovato un accordo nel sostenere il sindaco uscente, Gianguido D’Alberto, che potrà contare su altre sette liste civiche per ottenere la riconferma. A contendere la fascia tricolore ci sono anche Carlo Antonetti per il centrodestra e Maria Cristina Marroni, coordinatrice provinciale di Italia Viva.

Terni: c’è tutto il centrodestra compatto, più alcune liste civiche, dietro la candidatura a sindaco di Orlando Masselli, assessore al Bilancio nella giunta di Leonardo Latini. Il Partito Democratico, con i verdi e alcune liste civiche, sostiene Josè Maria Kenny, ingegnere e professore universitario di origini argentine, mentre M5s punta sul medico Claudio Fiorelli. C’è poi Stefano Bandecchi, patron di UniCusano, presidente della Ternana Calcio e coordinatore nazionale di Alternativa Popolare, che proverà ad inserirsi nella corsa a Palazzo Spada. In lizza anche Paolo Cianfoni, sostenuto dalla lista Alleanza degli Innovatori, Emanuele Fiorini, con la lista Fiorini per Terni e Silvia Tobia, candidata della lista Potere al Popolo.

Treviso: Mario Conte, attuale primo cittadino ed esponente del centrodestra, punta alla conferma sulla poltrona di sindaco al Salone di Palazzo dei Trecento, grazie al sostegno di FdI, FI e Lega. Il centrosinistra, con Pd, Europa Verde e diverse liste civiche, propone Giorgio De Nardi. Inedita alleanza tra Azione e Italia Viva che con il Terzo Polo si compatta dietro a Nicolò Rocco. M5s assieme all’Unione popolare schiera Maurizio Mestriner. La lista civica Il Popolo della famiglia candida Luigino Rancan.

Vicenza: sono sette i candidati alla corsa di sindaco a Vicenza, a cominciare dall’inquilino di Palazzo Trissino, il sindaco uscente Francesco Rucco, espressione dal centrodestra. In lizza c’è anche Giacomo Possamai, capogruppo Pd alla Regione Veneto, sostenuto da quattro liste civiche. Per il MoVimento 5 stelle corre Edoardo Bortolotto, mentre Claudio Cicero, Stefano Crescioli e Lucio Zoppello sono i candidati di tre liste civiche. Ad appoggiare Annarita Simone, unica donna candidata sindaca, ci sono Unione Popolare, Pci e Partito del Sud raccolti nella lista civica “La Comune”.

Dopo i sondaggi positivi Schlein alla prima prova del voto

Dopo i sondaggi positivi Schlein alla prima prova del votoRoma, 13 mag. (askanews) – E’ il battesimo del fuoco, elettoralmente parlando, per Elly Schlein. Il voto per i Comuni di domenica e lunedì sarà un “primo test”, come dicono anche nel Pd, anche se è ben chiaro a tutti che la vera prova della verità saranno le Europee del prossimo anno. Ma il rinnovo di 791 Comuni, tra i quali 17 capoluoghi di provincia, coinvolgerà oltre sei milioni di elettori, circa il 12% dell’intero corpo elettorale e sarà il momento per cercare una prima conferma di quella crescita registrata nei sondaggi da quando è stata eletta la nuova segretaria.

E’ un voto amministrativo, ovviamente, le dinamiche delle elezioni per i Comuni sono spesso diverse da quelle che dominano il voto nazionale e non è nemmeno possibile trarre indicazioni significative sulle alleanze – che come sempre in questi casi sono ‘a macchia di leopardo’ – ma non è certo un caso che Schlein abbia condotto una campagna elettorale intensa, in prima persona, con un tour che ha toccato la maggior parte delle città che saranno chiamate al voto. La segretaria non si è tirata indietro, non ha giocato la carta del basso profilo per un voto che ha potuto preparare solo molto in fretta, visto che la sua squadra si è insediata di fatto appena un mese fa. Schlein è andata a fare comizi in tutta Italia e ha chiuso in Toscana, a Pisa e a Siena. Due città che significano molto perché erano state conquistate per la prima volta dal centrodestra nel 2018. Davide Baruffi, responsabile enti locali del partito, lo spiega chiaramente: “Questo è un primo test per misurare la capacità espansiva nel voto reale. I sondaggi hanno fatto registrare una ripresa, adesso c’è il test vero… Dopo le sconfitte alle politiche e alle regionali di Lazio e Lombardia potrebbe il primo segnale di un’inversione di tendenza”.

Il primo obiettivo è la conferma dei comuni di Brescia e Ancona, città nelle quali il Pd e il centrosinistra già governano. Nella città lombarda c’è da proseguire il lavoro del sindaco Emilio Del Bono, che termina il suo secondo mandato e lascia il testimone alla sua vice Laura Castelletti, cresciuta nel Partito socialista e poi promotrice di una lista civica che porta il suo nome. Ad Ancona toccherà ad Ida Simonella – che ha vinto le primarie – il compito di far restare il Pd alla guida del Comune, in questi anni guidato da Valeria Mancinelli. Ma, appunto, i democratici contano di poter riprendere anche i capoluoghi toscani espugnati dalla destra – Massa, Pisa e Siena – e sono ottimisti anche su Vicenza, dove è candidato Giacomo Possamai, 33 anni, che come Schlein ha nel curriculum un’esperienza nel comitato elettorale di Barack Obama. Continua Baruffi: “Confermare le città dove amministriamo noi, tornare a vincere in Toscana e riuscire a strappare qualcosa di importante al nord come Vicenza darebbe un segnale forte, daremmo l’idea di un Pd espansivo”.

Il lavoro sulle alleanze c’è stato anche questa volta, “la nostra indicazione come segreteria è stata provare a costruire fronti larghi, partendo dai programmi, dalle cose da fare. Certo, non c’era un modello precostituito, e non sarebbe stato possibile un tavolo nazionale con M5s e Azione-Iv”. Il risultato è uno schema molto variabile, in quasi tutte le città-chiave citate sopra Pd e M5s correranno separati: niente accordo a Brescia e Ancona, e nemmeno a Vicenza, Massa e Siena. Solo a Pisa Pd e 5 stelle sono alleati, e in questo caso Calenda e Renzi corrono per conto proprio. Ma i centristi vanno da soli anche a Siena, addirittura divisi tra loro: Azione e Iv sostengono due candidati diversi nella città del palio. Calenda e Renzi sono divisi anche a Massa, con l’ex premier che sostiene il candidato Pd Enzo Ricci e il leader di Azione che appoggia il sindaco di centrodestra uscente Francesco Persiani.

Di fatto, sui capoluoghi al voto Pd e M5s saranno insieme a Pisa, Latina, Teramo, Brindisi, più Siracusa e Catania, dove però si voterà a fine mese. Con i centristi l’accordo, nelle principali città, è a Latina, oltre che – come detto – a Brescia, Vicenza e Ancona. Per la definizione delle alleanze c’è tempo, proprio le Europee del prossimo anno saranno decisive per definire i rapporti di forza tra Pd, M5s e centristi. E nel frattempo sarà importante il risultato delle elezioni in Molise, in programma a fine giugno, dove i democratici sosterranno il candidato 5 stelle Roberto Gravina, attuale sindaco di Campobasso. Ma è chiaro che fino al voto per il Parlamento europeo sarà soprattutto la competizione a dominare i rapporti tra le opposizioni. E per Schlein, appunto, è fondamentale ora dimostrare che il consenso nei sondaggi si traduce anche in voti nelle urne.

Mini test per Meloni, punta ridurre distanza palazzo (e stallo consensi)

Mini test per Meloni, punta ridurre distanza palazzo (e stallo consensi)Roma, 13 mag. (askanews) – Giorgia Meloni lo ha ammesso esplicitamente nel comizio di Ancona, il primo di persona dopo quelli per le Regionali in Lombardia e Lazio, uno dei pochissimi da quando è diventata presidente del Consiglio. “Giri tutto il mondo, passi da un palazzo all’altro, vivi tantissime esperienze…e io a un certo punto – ha detto dal palco – devo tornare qua, devo tornare in mezzo alla gente, devo tornare a guardare negli occhi le persone per le quali stiamo facendo il lavoro che cerchiamo di fare”. Non si tratta solo di provare a tenere aperto un canale di empatia con un elettorato a cui si sta chiedendo il voto, ma anche di una esigenza pratica.

La presidente del Consiglio, infatti, non ha mai provato a negare, anzi il contrario, che in Italia ogni elezione – compresa dunque la tornata di amministrative di domani e lunedì – anche quando è specchio di logiche locali, rappresenta sempre anche un giudizio che l’elettore dà del governo attuale. Da qui la decisione, tra un viaggio istituzionale e l’altro, di cercare di partecipare a qualche comizio. Non è un caso se la scelta è ricaduta sul capoluogo marchigiano e su Brescia per questa tornata, e su Catania (dove è attesa il 26) per le elezioni che si terranno in Sicilia tra due settimane. Sono le città che per Meloni possono fare da ago della bilancia, soprattutto se si riuscirà a strappare al centrosinistra le prime due. Portare a casa un buon risultato in queste amministrative, ragionano in Fratelli d’Italia, può provare a dare la scossa a un consenso che nelle ultime settimane è di fatto entrato in una fase di stallo. Nello staff della premier è abbastanza chiaro a tutti che la flessione nei sondaggi è dovuta in buona parte alla profonda differenza che c’è tra il dire e il fare, tra dichiarare e stare sulla plancia di comando di palazzo Chigi. Lo sa bene soprattutto Giorgia Meloni che non a caso, pur nella fitta agenda internazionale di queste settimane che la porterà nei prossimi giorni al Consiglio d’Europa a Reykjevik e al G7 in Giappone, ha fortemente voluto ritagliarsi dello spazio per fare campagna elettorale. “Non posso dare l’impressione di essermi chiusa nel palazzo”, il ragionamento fatto dalla premier con i suoi, rafforzato anche dalla profonda convinzione che niente le riesca meglio che entrare in sintonia con la gente quando ce l’ha davanti. Ma anche dalla banale osservazione che lo stesso problema non sembra riguardare un altro leader della maggioranza. “Salvini, a differenza sua – fa notare un esponente di Fdi – ha avuto il tempo di essere molto presente in campagna elettorale”.

Sulla carta, nulla quaestio. In teoria entrambi, insieme a Forza Italia – che inevitabilmente sconta l’assenza di Berlusconi da oltre un mese ricoverato al San Raffaele – remano nella stessa direzione, puntano allo stesso risultato, hanno un interesse condiviso che è vincere in più Comuni possibili di quelli chiamati al voto. In teoria, appunto. Perché in pratica nella maggioranza è già cominciata la rincorsa per le Europee, che sono meno lontane di quanto dica il calendario e che, basandosi sul voto proporzionale, comportano automaticamente una competizione al massimo livello. Di fatto, queste amministrative sono una specie di tappa di avvicinamento a quel test. Dei 13 capoluoghi in cui si vota, l’attuale maggioranza di governo si presenta unita in 12: unica eccezione Massa che peraltro – insieme a Siena e soprattutto Pisa – cinque anni fa è stata tra i trofei messi in bacheca dal centrodestra. Questa volta la speranza del ‘ribaltone’ si concentra soprattutto su Ancona, dove il centrodestra è abbastanza convinto, se non di vincere subito, di riuscire ad arrivare al ballottaggio con l’esponente di Forza Italia, Daniele Silvetti. Occhi puntati anche su Brescia dove le chance di vincere sono meno consistenti e dove il centrodestra punta sul leghista Fabio Rolfi.

Roma blindata per Zelensky,il presidente ucraino oggi dal Papa

Roma blindata per Zelensky,il presidente ucraino oggi dal PapaRoma, 13 mag. (askanews) – Il presidente ucraino Vlodomir Zelensky è in volo per Roma dove trascorre l’intera giornata e, forse, la notte. Tappa italiana del suo tour europeo per sollecitare l’accelerazione dell’ingresso dell’Ucraina nella Ue che lo vedrà domani a Berlino. E, al contempo, tappa vaticana nell’ambito del tentativo di ‘mediazione per la pace’ che la Santa Sede promuove e che Papa Francesco con determinazione persegue e manda avanti, a dispetto delle smentite ufficiali al suo preannuncio sia di Kiev che di Mosca.

Su come provare a far tacere le armi in Ucraina Pontefice e presidente ucraino si confronteranno oggi faccia a faccia, alle 16 in sala Nervi nello stato neutrale di Città del Vaticano, secondo l’ultima versione del programma della giornata romana di Zelensky che volutamente per sua sicurezza ha cambiato otto versioni in 24 ore senza mai avere il timbro della ufficialità definitiva. Secondo questa ultima e più recente versione che si conclude con una doppia possibilità di decollo serale per la Germania e di pernottamento a Roma con decisione last minute fra le due opzioni, Zelensky atterrerà all’aeroporto di Ciampino nell’area militare riservata ai voli di Stato poco prima delle 10. Ad accoglierlo sulla stessa pista di atterraggio con auto blindate a sportelli aperti sono previsti solo l’ambasciatore ucarino a Roma e il ministro degli Esteri Antonio Tajani che accompagnerà il presidente ucraino direttamente al Quirinale, con un percorso dedicato Ciampino-piazza del Quirinale chiuso al traffico costellato da cecchini sui tetti e controllato da droni. Il Quirinale, dove appunto Zelensky è atteso intorno alle 10 è il palazzo meno lontano da Ciampino fra quelli dove fa tappa Zelensky a Roma. Ed è quello che toglie al protocollo italiano l’imbarazzo di spiegare perchè al fianco di Zelensky a Roma oggi c’è il vicepremier Tajani ma non quello Salvini: il ministro degli Esteri e nessun altro rappresenta il Governo negli incontri fra capi di Stato stranieri e presidente della Repubblica. Finito il faccia a faccia con Mattarella, Zelensky accompagnato da Tajani si sposta al quasi limitrofo palazzo Chigi per il faccia a faccia e un pranzo con la premier Giorgia Meloni.

Anche qui niente carismi di ufficialità. Per sicurezza (volendo si possono fino all’ultimo modificare orari e alla peggio anche location senza smentire programmi ufficiali) e di nuovo per evitare imbarazzi: se Tajani si fermerà a pranzo lo farà da ministro degli Esteri ‘accompagnatore’. In un protocollo ufficiale un invito per lui ne avrebbe giocoforza comportato almeno un altro: per Matteo Salvini che da vicepremier è quanto meno pari grado di Tajani per lo stesso ruolo e anche uno sopra , rispetto al miinistro degli Esteri…. A palazzo Chigi tutto è allestito per dichiarazioni alla stampa Zelensky e Meloni nel primissimo pomeriggio: finiti colloqui, faccia a faccia o prandiali che siano: senza orario. In tempo però per far arrivare in Vaticano alle 16 il presidente ucraino dove Papa Francesco vuole parlargli ‘per il tempo che serve’, probabilmente nell’aula delle udienze progettata e per anni intitolata all’architetto Nervi e poi dedicata a Paolo VI. Da palazzo Chigi a san Pietro di nuovo percorso blindato, chiuso al traffico e costellato di droni e cecchini. E di nuovo niente carismi di ufficialità: non obbligatori orari, photo opportunity, comunicazioni. Si deciderà lì per lì, con il consenso e soprattutto ‘la benedizione’ degli interessati.

Dalle 17 in poi Bruno Vespa e alcuni direttori di testate italiande saranno accompagnati nella ignota location di facile e sicuro accesso dal Vaticano dove Zelensky li raggiungerà per l’intervista in diretta dello Speciale Porta a Porta che Rai1 prevede in onda dalle 18,30. Con il quale cala il sipario sugli impegni più o meno pubblici della giornata romana del presidente ucraino. Che deciderà il da farsi: serata e pernottamento romano con decollo domani all’alba per la Germania. Oppure atterraggio stasera a Berlino, come fino a ieri previsto e scontato. il , stando all’ultima versione del programma romano di Zelensky che volutane

Ucraina/## Domani Zelensky a Roma da Mattarella e Meloni, poi vede Papa Città blindata per la visita. In serata il leader ucraino in tv da Vespa Roma, 12 mag. (askanews) – Il presidente Ucraino Volodymyr Zelensky arriva domani a Roma per una visita che lo porterà a incontrare il presidente della Repubblica Sergio Mattarella, la presidente del Consiglio Giorgia Meloni e papa Francesco.

Zelensky arriverà domani mattina in una Capitale blindata: previsti servizi ad ampio raggio, bonifiche nelle zone sensibili (e anche nella rete fognaria), sorveglianza anche nel Tevere e dall’alto, grazie a elicotteri. Ad accoglierlo e ad accompagnarlo nelle visite istituzionali ci sarà il ministro degli Esteri, Antonio Tajani.

Sul programma dettagliato della visita c’è uno stretto riserbo per motivi di sicurezza, ma secondo quanto si apprende il primo appuntamento sarà al Quirinale per quella che è ormai diventata una visita ufficiale. Mattarella e Zelensky non si vedono dal 2020, quindi è la prima volta per un faccia a faccia tra i due capi di Stato da quando è iniziata la guerra. La posizione dell’Italia è la stessa e non è mai mutata da quando c’è stata l’invasione russa: sostegno all’Ucraina e rispetto della sua integrità territoriale. Anche quella ucraina non ci si aspetta che sarà diversa da quanto Zelensky ha fatto in tutti questi mesi: una richiesta di aiuto all’Europa e all’Occidente, anche militare, per contrastare l’aggressore. L’incontro non prevede dichiarazioni finali. Per quanto riguarda il capo dello Stato giova ricordare quanto ha detto in questi mesi e ha ripetuto ieri da Oslo dopo l’incontro con il primo ministro norvegese: ‘Contrastare la politica di aggressività della Russia è necessario ma non ci deve distogliere dalla ricerca di un approdo di pace’. Mattarella si augura che a Mosca torni la razionalità. L’invasione russa ad un paese europeo rappresenta infatti per l’Ue una novità assoluta e un salto di qualità che non si era mai visto dalla seconda guerra mondiale a oggi. ‘La comunità internazionale si fonda sul multilateralismo, sul rispetto della indipendenza e della sovranità di ciascuno Stato – ha ripetuto anche ieri il presidente della Repubblica -, sui valori di libertà e democrazia e sulla salvaguardia della dignità umana e di quei diritti fondamentali che consideriamo irrinunciabili, e quindi incomprimibili’.

Subito dopo il Quirinale, il leader ucraino si recherà a Palazzo Chigi per incontrare la presidente del Consiglio Giorgia Meloni. I due si sono già visti a Kiev lo scorso 21 febbraio e in quell’occasione la premier aveva invitato Zelensky in Italia. Invito ribadito lo scorso 26 aprile, in occasione della Conferenza di Roma sulla ricostruzione a cui Zelensky aveva partecipato in video collegamento. L’incontro (a cui potrebbero seguire delle dichiarazioni alla stampa) saranno l’occasione per fare il punto sulla situazione del conflitto. Meloni ha assicurato più volte, l’ultima nella sua visita a Praga di mercoledì scorso, che l’Italia continuerà a dare ‘un sostegno a 360 gradi’ a Kiev, per ‘tutto il tempo necessario’. Un sostegno sul piano politico, militare, umanitario ma anche della ricostruzione, che vuol dire ‘scommettere sulla vittoria dell’Ucraina’ e su ‘un futuro di libertà e pace’ per il Paese. Pieno supporto, da Meloni, anche al processo avviato per l’ingresso di Kiev nell’Unione europea: ‘Un’aspirazione – la sua posizione – che io considero, che noi consideriamo, assolutamente sacrosanta da parte di chi oggi difende con la sua vita anche la nostra libertà’.

Nel pomeriggio, poi, Zelensky sarà in Vaticano ricevuto in visita privata da papa Francesco. Il Santo Padre, certamente, nel colloquio privato con il presidente ucraino ribadirà la sua posizione schierata sul fronte della pace e del dialogo tra le parti. Una posizione ribadita ormai in modo quasi ossessivo, in ultimo anche mercoledì scorso al termine dell’udienza generale in piazza San Pietro. Un anelito, quello per la cessazione del conflitto ‘le cui prime vittime sono i civili inermi, donne e bambini’, ha ribadito a più riprese, che lo ha spinto a rendersi disponibile ad una mediazione personale e della Santa Sede, in questo senso. Era stato lo stesso Francesco, infatti, sul volo di ritorno dall’Ungheria al termine del suo ultimo viaggio internazionale ad accennare ai giornalisti ad una ‘missione di pace’ della Santa Sede in corso. ‘Sono disposto a fare tutto il possibile per la pace in Ucraina’, aveva ribadito il Papa in quella circostanza.

La giornata proseguirà con la partecipazione del presidente ucraino ad uno speciale ‘Porta a porta’ di Bruno Vespa, in onda alle 18.30 su Rai1.