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A Camaldoli si celebra il contributo cattolico alla democrazia

A Camaldoli si celebra il contributo cattolico alla democraziaFirenze, 22 lug. (askanews) – Esattamente 80 anni fa, una trentina di intellettuali di ispirazione cattolica, misero a punto un testo, di una settantina di pagine, noto come ‘Codice di Camaldoli’ che si può a pieno titolo considerare alla radice della Costituzione italiana e, naturalmente, della fondazione della Democrazia Cristiana. Tra di loro vi erano, solo per fare alcuni nomi, Aldo Moro, Giulio Andreotti, Sergio Paronetto, Vittorino Veronese, Giorgio La Pira, Paolo Emilio Taviani che, con passione e lungimiranza civica e politica, posero le basi di un pensiero che sapesse coniugare i principi del liberalismo, inteso come radicale ribellione ai regimi totalitari, della democrazia e della giustizia sociale.

In occasione degli 80 anni del Codice, il Monastero di Camaldoli ospita da venerdì 21 a domenica 23 luglio una serie di incontri per celebrare quel documento e dare una rilettura in chiave attuale. Alla presenza del Capo dello Stato, Sergio Mattarella, il cardinale Matteo Maria Zuppi, presidente della Cei, ha insistito sul ruolo della Chiesa, e dei papi in particolare, nella promozione della pace, mettendo in parallelo la fine della seconda guerra mondiale con la necessità di trovare, al più presto, una soluzione al conflitto in Ucraina: per “cercare la pace – ha detto Zuppi – come fondamento di convivenza civile liberata dall’odio e dai conflitti”, è necessaria sempre “una grande costruzione collettiva”. Dal canto suo Mattarella, in un testo affidato ai settimanali cattolici della Fisc, osserva che “a settantacinque anni dall’entrata in vigore della Costituzione della Repubblica è compito prezioso tornare sulle riflessioni che hanno contribuito alla sua formazione e alle figure che hanno avuto ruolo propulsivo in quei frangenti ” afferma il capo dello Stato. “Sulla spinta di un organico aggiornamento della Dottrina sociale della Chiesa cattolica – aggiunge Mattarella – emerge la funzione della comunità politica come garante e promotrice dei valori basilari di uguaglianza fra i cittadini e di promozione della giustizia sociale fra di essi”.

“Il Codice di Camaldoli è alle radici della nostra Costituzione, che fu influenzata in modo molto chiaro dal lavoro svolto in questo monastero”, ha sottolineato Marta Cartabia, presidente emerito della Corte Costituzionale e già ministro della Giustizia. “Il Codice – ha aggiunto Cartabia – non è da considerarsi perfetto, né intendeva esserlo, ma deve essere giudicato come trampolino per quello che i cattolici seppero costruire successivamente”.

Clima, Schlein: se i cambiamenti non saranno guidati li pagheranno i poveri

Clima, Schlein: se i cambiamenti non saranno guidati li pagheranno i poveriMilano, 22 lug. (askanews) – “Dobbiamo stare in guardia e spiegare bene che se non guidate queste grandi trasformazioni” del clima e dell’ambiente “che stanno spaventando le nostre società non è che non avverranno perché c’è chi le nega, avverranno comunque, stanno già avvenendo, e le pagheranno sempre i soliti, i più fragili, i più poveri”. Lo ha detto la segretaria del Pd, Elly Schlein, nel suo intervento in videocollegamento agli Stati generali del socialismo italiano, organizzati dal Psi, in corso a Roma.

Le critiche di Prodi alla Ue

Le critiche di Prodi alla UeCesena, 22 lug. (askanews) – “Sull’Ucraina non abbiamo alcuna capacità propositiva, l’Ue non esiste, questa non è l’Europa che noi vogliamo”. Lo ha detto Romano Prodi, ex premier ed ex presidente della Commissione europea, nel suo intervento alla kermesse di Energia popolare, l’area politico-culturale del partito che fa capo al presidente del partito e della Regione Emilia-Romagna Stefano Bonaccini, in corso alla fiera di Cesena.

“La Cina – ha aggiunto Prodi – vuole l’alleanza con la Russia ma neanche lei condivide la folle guerra che Putin ha iniziato, la tiene come alleata ma non le fornisce armi. In questo quadro abbiamo una Ue sbandata, abbiamo una forte alleanza con gli Usa” ma “ci stiamo comportando come vassalli che non contano niente”.

Pd, Bonaccini: ok diritti civili ma non perdiamo di vista maggioranza Paese

Pd, Bonaccini: ok diritti civili ma non perdiamo di vista maggioranza PaeseCesena, 21 lug. (askanews) – “Va benissimo la battaglia sui diritti civili, per la dignità di minoranze che non hanno diritti mi batterei fino all’ultimo dei giorni, ma attenti a, per stare attenti alle minoranze, non perdere di vista la maggioranza del Paese, quindi diritti civili sempre ma di fianco guai ad abbandonare i diritti sociali, a partire da quelle che per me sono le vere emergenze del paese: il lavoro povero, la sanità pubblica”. Lo ha detto presidente del PD e della regione Emilia-Romagna Stefano Bonaccini, intervistato da la direttrice del quotidiano nazionale Agnese Pini alla festa dell’unità di Cesena. “Dobbiamo usare un linguaggio semplice” perché a me “interessa un Pd popolare perché quello che conta è provare a vincere le elezioni”.

Pd, Bonaccini: tanti non vogliono rinunciare a idee riformiste

Pd, Bonaccini: tanti non vogliono rinunciare a idee riformisteCesena, 21 lug. (askanews) – “Abbiamo voluto chiamare chi mi ha sostenuto, chi mi ha votato, e magari anche qualcuno che non mi ha votato e che pensa che sia utile al partito democratico un contributo di idee”. Lo ha detto il presidente del partito democratico e della regione Emilia-Romagna arrivando alla kermesse di ‘Energia popolare’, l’area politico-culturale che fa riferimento allo stesso Bonaccini, in corso alla fiera di Cesena.

“Da questo punto di vista – ha proseguito Bonaccini – c’è una mozione ben precisa che comunque ha raccolto tanto consenso, anche tra gli elettori, pur riconoscendo la vittoria, e ci mancherebbe altro, di Elly e soprattutto che raggiunse la maggioranza assoluta tra gli iscritti. C’è tanta gente che non vuole rinunciare a un’idea riformista del partito democratico, del centro sinistra, ho trovato e mi ha fatto molto piacere, la dichiarazione di Bersani che ha detto che ci conosce, sa chi siamo e non ha dubbi che questa” kermesse “viene fatta non per fare non per fare una corrente che debba mettersi in competizione con altri ma per un luogo che porti idee, perché un grande partito, se vuole essere grande, non può che essere plurale e se vuole essere plurale vuol dire che si mettono a confronto idee e a volte nemmeno tutte coincidenti”. In sostanza, ha proseguito il presidente del Pd, “Energia popolare” vuole “provare a fare del Pd un partito più forte, più robusto, più radicato, perché sentiamo il vento di destra che in tutta Europa cresce impetuoso. Sentiamo e abbiamo visto nelle ultime amministrative come è presente questa destra nella società e nei territori. Noi abbiamo il dovere di fare più forte il Pd, per essere anche attrattivi, per costruire poi dopo un nuovo centrosinistra che la prossima volta sia alternativa nel paese e che però già il prossimo anno, visto che si vota in oltre 4mila comuni italiani e in tante regioni, provi a tornare a vincere”.

Schlein: nel Pd porte spalancate, lavoro lungo per alternativa di governo

Schlein: nel Pd porte spalancate, lavoro lungo per alternativa di governoRoma, 21 lug. (askanews) – Le porte del Pd saranno “spalancate” con l’obiettivo di costruire, a partire dai territori e dal confronto delle idee, un’alternativa di governo nel Paese. Nella consapevolezza che sarà un lavoro “lungo, curioso e profondo”. Presentando, insieme a Nicola Zingaretti che la guiderà, la Fondazione prevista dallo statuto dem, la segretaria Elly Schlien ha sottolineato la necessità che ci sia un “luogo dove sviluppare un pensiero profondo sulle sfide cruciali, curioso, che guardi a cosa accade intorno a noi. Ma che sia soprattutto un luogo che valorizzi il pluralismo interno al partito” e, allo stesso tempo, curi “le nostre radici” proiettandole nel futuro e offrendo una risposta alle “aspettative di chi ci guarda da fuori e magari vuole darci” una mano.

“Abbiamo l’ambizione – ha sottolineato Schlein – di provare a far tornare la politica a non ossessionarsi solo dell’hashtag quotidiano o della prossima scadenza elettorale per quanto importante, una politica” che non si accontenti di un “dibattito ombelicale”. La segretaria Pd si è detta d’accordo con Pier Luigi Bersani: “Ha molta ragione quando ci richiama alla necessità di continuare a tenere aperte le porte, spalancate, di questo partito”. Un lavoro “che non si fa in poche settimane, io ne ho la piena consapevolezza, noi ne abbiamo la piena consapevolezza”.

La Fondazione e non solo (la segretaria ha ricordato le relazioni internazionali, gli incontri sui territori come quello avvenuto ieri, la scuola di formazione che partirà in autunno, il confronto di questa mattina al Nazareno con le associazioni sulla transizione energetica) hanno proprio l’obiettivo di “creare luoghi di confronto aperto, un modo per costruire la fiducia, e provare a ricucire i fili che in questi anni si erano indeboliti”. “C’è una domanda e la vogliamo raccogliere allargando sempre di più le nostre prospettive, un lavoro per farci portare fuori le nostre idee e raccoglierne altre”, per “ricostruire una visione di futuro”, ritrovare chi in questi anni “non si è sentito” più “rappresentato”.

La Fondazione, inserita nello statuto quando Zingaretti era segretario, sarà il luogo dove far “vivere il pluralismo, curare le radici e proiettare l’identità che stiamo cercando di dare al Partito Democratico per affrontare le sfide del futuro e parlare alle nuove generazioni”. “Ringrazio la segretaria Schlein per questo incarico” che porterà “dopo l’estate alla costituzione della Fondazione nazionale del Pd. Interpreto questa sfida di procedere, dopo il lavoro prezioso fatto da Gianni Cuperlo, come una volontà di rafforzamento del progetto politico del Pd all’insegna della riflessione, dell’apertura e della trasformazione. Una sfida per affrontare il futuro insieme e più forti”, ha affermato Zingaretti, il quale ha assicurato che la Fondazione “sarà uno strumento al servizio dell’azione politica che si è aperta con l’ultimo congresso”.

Gli obiettivi della Fondazione “si possono ridurre in tre parole: capire, unire (le differenze, le persone e le esperienze) e moltiplicare” (grazie all’apporto della società, di chi “non è nel Pd”, delle “intelligenze di cui l’Italia è ricchissima”). Nella Fondazione, ha detto l’ex governatore del Lazio che lasciò la segreteria in polemica con il correntismo, prevarrà il “pluralismo, ricchezza unica del Pd, che potrà vivere con maggiore vivacità ma dentro la condivisione di un’idea e di un profilo comune”. “Io non sono mai andato via dal Pd, mi sono dimesso da segretario per salvare il Pd”, ha puntualizzato.

Schlein: le porte del Pd saranno spalancate, consapevoli che sarà un lavoro ‘lungo’

Schlein: le porte del Pd saranno spalancate, consapevoli che sarà un lavoro ‘lungo’Roma, 21 lug. (askanews) – Le porte del Pd saranno “spalancate” con l’obiettivo di costruire, a partire dai territori e dal confronto delle idee, un’alternativa di governo nel Paese. Nella consapevolezza che sarà un lavoro “lungo, curioso e profondo”. Presentando, insieme a Nicola Zingaretti che la guiderà, la Fondazione prevista dallo statuto dem, la segretaria Elly Schlien ha sottolineato la necessità che ci sia un “luogo dove sviluppare un pensiero profondo sulle sfide cruciali, curioso, che guardi a cosa accade intorno a noi. Ma che sia soprattutto un luogo che valorizzi il pluralismo interno al partito” e, allo stesso tempo, curi “le nostre radici” proiettandole nel futuro e offrendo una risposta alle “aspettative di chi ci guarda da fuori e magari vuole darci” una mano.

“Abbiamo l’ambizione – ha sottolineato Schlein – di provare a far tornare la politica a non ossessionarsi solo dell’hashtag quotidiano o della prossima scadenza elettorale per quanto importante, una politica” che non si accontenti di un “dibattito ombelicale”. La segretaria si è detta d’accordo con Pier Luigi Bersani: “ha molta ragione – ha affermato – quando ci richiama alla necessità di continuare a tenere aperte le porte, spalancate, di questo partito”. Un lavoro “che non si fa in poche settimane, io ne ho la piena consapevolezza, noi ne abbiamo la piena consapevolezza”.

La Fondazione e non solo (la segretaria ha ricordato le relazioni internazionali, gli incontri sui territori come quello avvenuto ieri, la scuola di formazione che partirà in autunno, il confronto di questa mattina al Nazareno con le associazioni sulla transizione energetica) hanno proprio l’obiettivo di “creare luoghi di confronto aperto, un modo per costruire la fiducia, e provare a ricucire i fili che in questi anni si erano indeboliti”. “C’è una domanda e la vogliamo raccogliere allargando sempre di più le nostre prospettive, un lavoro per farci portare fuori le nostre idee e raccoglierne altre”, per “ricostruire una visione di futuro”, ritrovare chi in questi anni “non si è sentito” più “rappresentato”.

La Fondazione, inserita nello statuto quando Zingaretti era segretario, sarà il luogo dove far “vivere il pluralismo, curare le radici e proiettare l’identità che stiamo cercando di dare al Partito Democratico per affrontare le sfide del futuro e parlare alle nuove generazioni”. “Ringrazio la segretaria Schlein per questo incarico” che porterà “dopo l’estate alla costituzione della Fondazione nazionale del Pd. Interpreto questa sfida di procedere, dopo il lavoro prezioso fatto da Gianni Cuperlo, come una volontà di rafforzamento del progetto politico del Pd all’insegna della riflessione, dell’apertura e della trasformazione. Una sfida per affrontare il futuro insieme e più forti”, ha affermato Zingaretti, il quale ha assicurato che la Fondazione “sarà uno strumento al servizio dell’azione politica che si è aperta con l’ultimo congresso”.

Gli obiettivi della Fondazione “si possono ridurre in tre parole: capire, unire (le differenze, le persone e le esperienze) e moltiplicare” (grazie all’apporto della società, di chi “non è nel Pd”, delle “intelligenze di cui l’Italia è ricchissima”). Nella Fondazione, ha detto l’ex governatore del Lazio che lasciò la segreteria in polemica con il correntismo, prevarrà il “pluralismo, ricchezza unica del Pd, che potrà vivere con maggiore vivacità ma dentro la condivisione di un’idea e di un profilo comune”. “Io non sono mai andato via dal Pd, mi sono dimesso da segretario per salvare il Pd”, ha puntualizzato.

Salario minimo, Conte: maggioranza pensa a vitalizi non a diritti

Salario minimo, Conte: maggioranza pensa a vitalizi non a dirittiRoma, 21 lug. (askanews) – “Altro giorno, altra perla dei ministri del sempre più imbarazzante governo Meloni. Oggi tocca al ministro Musumeci parlare a vanvera. Sul salario minimo ha affermato: ‘Credo che la risposta sia il lavoro. Basta con questo assistenzialismo’. È chiaro? I ministri di Giorgia Meloni non sanno nemmeno che chi chiede il salario minimo lavora da mattina a sera: non chiede di essere assistito, ma semplicemente pretende di essere pagato il giusto, non 3 o 4 euro l’ora”. Lo scrive su Facebook il leader M5s Giuseppe Conte.

“Sono ministri – aggiunge – che hanno giurato sulla Costituzione ma non l’hanno letta. Che il salario sia equo e dignitoso lo prescrive l’art. 36 della nostra Carta costituzionale. Le forze di questa maggioranza hanno altre idee su diritti ed emergenze del Paese: i vitalizi per gli ex senatori, andare in giro con 5mila euro in contanti in tasca. Hanno perso ogni contatto con la realtà”.

Rai, Fdi contro Saviano: è incompatibile con il servizio pubblico

Rai, Fdi contro Saviano: è incompatibile con il servizio pubblicoRoma, 21 lug. (askanews) – Fratelli d’Italia contro Roberto Saviano, il cui programma ‘Insider’ è stato confermato dalla Rai.

Ieri in un tweet lo scrittore aveva definito Matteo Salvini “Ministro della Mala Vita”. “Le parole di Saviano contro il Governo vanno ben oltre la critica. Si tratta di insulti con parole inaccettabili nel merito e nei toni gravissime incompatibili con il servizio pubblico” e “in Rai non ci può essere spazio per tutto questo”, attacca Augusta Montaruli, vicepresidente della Vigilanza Rai per Fratelli d’Italia. “Se i principi di garanzia di imparzialità, pluralismo e dei linguaggi usati lasciano spazio all’odio politico e alla diffamazione – aggiunge Gaetano Nastri, senatore di Fratelli d’Italia anche lui in commissione di Vigilanza Rai – allora è giusto che i vertici della Rai prendano provvedimenti equi per coloro che non li rispettano. Vista la gravità di quanto accaduto porteremo con urgenza questo caso in Commissione Vigilanza Rai per avviare una seria riflessione sulla conferma dello scrittore sulla tv pubblica”.

“Ha definito Salvini ministro della malavita e ora sta per condurre un programma in Rai. Le parole indecenti di Saviano lo rendono del tutto incompatibile a poter condurre una trasmissione sulla tv di Stato, c’è un limite che non può essere oltrepassato. La Rai è pagata con i soldi degli italiani e merita conduttori e giornalisti di spessore e non di militanti invasati del tutto privi di deontologia professionale e di rispetto per le istituzioni”, conclude il senatore di Fratelli d’Italia Raffaele Speranzon.

Mattarella: i princìpi della Costituzione devono vivere in ogni congiuntura

Mattarella: i princìpi della Costituzione devono vivere in ogni congiunturaRoma, 21 lug. (askanews) – “Mancheremmo di senso della storia se non avessimo appreso la lezione per cui i princìpi” della Costituzione “trovano effettiva applicazione se vengono fatti vivere nelle diverse congiunture storiche con i loro continui cambiamenti”. Lo ha detto il presidente della Repubblica Sergio Mattarella, intervenendo all’assemblea di Federcasse.

“In economia – come in ogni ambito della vita di qualsiasi società – gli strumenti che vengono, di volta in volta, apprestati corrispondono al soddisfacimento di bisogni e di aspirazioni. E, quando si tratta di strumenti collettivi, rispondono ad ansie di crescita di ceti sociali che propongono e accompagnano le trasformazioni di una società”, ha sottolineato. “E’ questa – per il capo dello Stato – la storia del sistema delle banche cooperative, delle casse rurali, sorte nelle periferie dell’Italia unificata per consentire a persone – i cui diritti erano solo formalmente riconosciuti nello schema dello Stato liberale ottocentesco, con ceti ai margini dalla vita civile – di divenire eguali agli altri. Eguali ai componenti degli ambienti di chi poteva votare, poteva essere titolare di diritti di proprietà, far accedere i figli all’istruzione. In definitiva, le casse sono state strumento di inclusione nello Stato unitario e hanno contribuito alla integrazione della società, allo sviluppo di territori, della vita delle famiglie, rappresentando un fondamentale momento di sostegno allo sviluppo dell’Italia quale oggi la conosciamo. Dobbiamo riflettere se possiamo parlare di missione compiuta. Oggi, con la Costituzione repubblicana che riconosce come inalienabili quegli obiettivi e che definisce, all’art. 3, come sia ‘compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale’; ostacoli che, limitano la libertà e l’eguaglianza dei cittadini e che impediscono il pieno sviluppo della persona umana e l’effettiva partecipazione di tutti alla vita politica, economica e sociale del Paese”. Poco prima Mattarella aveva ricordato che “Leo Wollemborg – che sarebbe stato poi deputato, ministro delle Finanze, senatore – in una relazione a un congresso delle banche popolari francesi, nel 1890, ammoniva: ‘l’ineguaglianza provocherà sempre più odio’, proponendosi di contribuire ‘alla causa della concordia sociale’. Ecco: le Casse rurali sono state, ante litteram, interpreti e veicoli di principi come quello dell’eguaglianza degli italiani”.