Schlein: contrasto alle mafie parte dalla giustizia socialePalermo, 19 lug. (askanews) – “Siamo qui non solo per ricordare ma per trarre dalla memoria di Paolo Borsellino, e vogliamo ricordare anche gli agenti della scorta uccisi qui insieme a lui, un esempio che deve portarci ad un impegno costante e quotidiano nello sradicare le mafie in tutte le infiltrazioni che tentano nella società, nell’economia e nella politica”. Lo ha detto la leader del Pd Elly Schlein, oggi a Palermo in occasione del trentunesimo anniversario della strage di via D’Amelio.
“Il contrasto alle mafie parte anche dalla giustizia sociale – ha aggiunto Schlein – Lo Stato deve poi stare accanto ad amministratori e ad amministratrici entrati nel mirino delle mafie soltanto per avere fatto rispettare le regole e deve stare accanto anche agli imprenditori e alle imprenditrici che hanno detto no a Cosa nostra”.
Meloni: da Nordio opinione, concorso esterno mafia non è in programmaRoma, 19 lug. (askanews) – “Le cose che si vogliono fare si fanno e del resto si può evitare di parlare. Sul concorso esterno Nordio ha risposto a una domanda, ma lui stesso ha detto che non è previsto dal programma di governo e infatti non c’è. Forse dovrebbe essere più politico”. Lo ha detto la presidente del Consiglio Giorgia Meloni, parlando in prefettura a Palermo al termine del Comitato per l’ordine e la sicurezza, nel giorno in cui si commemora la strage di via D’Amelio in cui persero la vita il giudice Borsellino e la sua scorta.
Per Meloni si tratta del caso di “una risposta personale” che diventa “un fatto quando un fatto non è, perchè i fatti sono che abbiamo salvato il carcere ostativo, che sono stati arrestati 1.300 mafiosi, che abbiamo difeso la legislazione antimafia. Sono opinioni che diventano fatti e le opinioni diventano fatti quando si vuol fare una polemica pretestuosa”. “Il senso della mia presenza oggi non è solo memoria, perchè la memoria ha senso e ragione – ha detto Meloni ricordando Borsellino – solo se si raccoglie il testimone. Per questo abbiamo partecipato al Comitato per la sicurezza, per capire cosa altro serva e cosa il governo possa e debba fare per aiutare questi inquirenti straordinari e queste forze dell’ordine che negli ultimi mesi hanno arrestato 1.300 persone, 29 latitanti sono stati assicurati alla giustizia, un lavoro straordinario che va accompagnato”. “Io – ha ricordato ancora – ho cominciato a fare politica quando uccisero Borsellino e a poche settimane dall’omicidio di Falcone. Per me il tema di quell’esempio, di uomini delle istituzioni consapevoli dei rischi che continuano a fare il loro lavoro, rimane uno degli elementi più simbolici che mi ha spinto a fare politica”.
“Non c’è stato alcun allentamento nella lotta alla criminalità organizzata, anzi”, ha tenuto a sottolineare Meloni.
La Russa: oggi con il cuore siamo tutti in via D’AmelioRoma, 19 lug. (askanews) – “Oggi ricorre il trentunesimo anniversario della morte di Paolo Borsellino, un grande eroe italiano: un uomo che con coraggio ha dedicato la propria vita al bene della comunità affrontando a testa alta la criminalità organizzata. Il suo insegnamento è patrimonio comune e rappresenta ancora oggi un punto di riferimento per tutti coloro che credono nei valori della giustizia e della legalità”. Lo afferma in una nota il presidente del Senato Ignazio La Russa.
“Quel 19 luglio 1992, insieme a Paolo Borsellino persero la vita gli agenti della scorta: Emanuela Loi, Agostino Catalano, Vincenzo Li Muli, Walter Eddie Cosina e Claudio Traina. Voglio ricordarli, insieme alle tante donne e uomini che, ispirati anche dal loro esempio, onorano la Nazione e si sacrificano ogni giorno per difendere i valori irrinunciabili di libertà e sicurezza. Paolo Borsellino ci ha lasciato un’eredità importante. Una eredità che abbiamo il dovere di onorare e tramandare. Oggi, 19 luglio, con i nostri cuori, le nostre storie e le nostre coscienze, siamo tutti in via D’Amelio”, conclude.
Schlein: onorare la memoria di Borsellino con i fatti e con la riscossa civileRoma, 19 lug. (askanews) – “Paolo Borsellino, Agostino Catalano, Vincenzo Li Muli, Walter Eddie Cosina, Emanuela Loi e Claudio Traina. Trentuno anni dopo la strage di via D’Amelio continuiamo a chiedere verità e giustizia per loro e per tutte le vittime della mafia e i loro familiari. Perché il ricordo non può essere altro che questo: onorare la memoria di chi non c’è più con i fatti, con il nostro impegno quotidiano nel contrastare la criminalità organizzata e le sue infiltrazioni nella società, nell’economia legale, nella politica. Continuare a far camminare il loro coraggio e le loro idee con le nostre gambe, con le nostre azioni. E aiutare chi è sopravvissuto”. Lo afferma in una nota la segretaria del Pd, Elly Schlein.
“Una battaglia – aggiunge – che non passa soltanto dall’innalzare i presidi di legalità, ma che è anzitutto culturale e deve partire dall’educazione, dalle scuole. Dalla lotta per la giustizia sociale, che sottrae terreno alla ricattabilità su cui scommettono le mafie. Davanti al bisogno nessuno deve essere lasciato solo ed esposto, lo Stato deve arrivare prima. Deve essere al fianco di quegli amministratori e amministratrici che finiscono nel mirino delle mafie perché fanno rispettare le regole e la trasparenza nell’interesse collettivo, al fianco di quegli imprenditori e professionisti che non accettano i ricatti e le scorciatoie. Ma vanno sostenuti”. Dobbiamo essere, tutte e tutti impegnati ogni giorno, ovunque, in questa riscossa civile che sconfigga le mafie ovunque cerchino di attecchire. Questa sola può essere la nostra risposta, oggi come ieri”, conclude Schlein.
Mattarella: la Repubblica si inchina in memoria di Borsellino e degli agenti di scortaRoma, 19 lug. (askanews) – “Nell’anniversario della strage di via D’Amelio la Repubblica si inchina alla memoria di Paolo Borsellino, magistrato di straordinario valore e coraggio, e degli agenti della sua scorta – Emanuela Loi, Agostino Catalano, Vincenzo Li Muli, Walter Eddie Cosina, Claudio Traina – che con lui morirono nel servizio alle istituzioni democratiche”. Così il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, per il trentunesimo anniversario della Strage di via D’Amelio. “Quel barbaro eccidio, compiuto con disumana ferocia, colpì l’intero popolo italiano e resta incancellabile nella coscienza civile. Il nome di Paolo Borsellino, infatti, al pari di quello di Giovanni Falcone, mantiene inalterabile forza di richiamo ed è legato ai successi investigativi e processuali che misero allo scoperto per la prima volta l’organizzazione mafiosa e ancor di più è connesso al moto di dignità con cui la comunità nazionale reagì per liberare il Paese dal giogo oppressivo delle mafie”. Lo dichiara il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, per il trentunesimo anniversario della Strage di via D’Amelio.
“Borsellino e Falcone avevano dimostrato che la mafia poteva essere sconfitta. Il loro esempio ci invita a vincere l’indifferenza, a combattere le zone grigie della complicità con la stessa fermezza con cui si contrasta l’illegalità, a costruire solidarietà e cultura dove invece le mafie puntano a instillare paura. In questo anniversario, desidero rinnovare i sentimenti di cordoglio e vicinanza ai familiari di Paolo Borsellino e degli altri servitori della Stato che pagarono con la vita la difesa della nostra libertà”, conclude.
Meloni: la strage di via d’Amelio è una ferita ancora aperta, seguiamo l’esempio di BorsellinoRoma, 19 lug. (askanews) – “La strage di Via D’Amelio, dove Paolo Borsellino e cinque agenti della sua scorta vennero uccisi dalla mafia, è stato il motivo per il quale ho iniziato a fare politica. La data del 19 luglio 1992 rappresenta una ferita ancora aperta per chi crede in un’Italia giusta. Paolo sfidò il sistema mafioso senza mai temere la morte, insegnandoci a non restare a guardare e a non voltarci mai dall’altra parte. Il suo coraggio e la sua integrità sono doni che ci ha lasciato e che tanti giovani hanno deciso di raccogliere per affermare due valori imprescindibili: la legalità e la giustizia”. Lo scrive la presidente del Consiglio Giorgia Meloni su Facebook. Meloni è stamani a Palermo per rendere omaggio alle vittime della strage.
“Oggi, a 31 anni di distanza da quel terribile attentato – aggiunge – ricordiamo tutti quegli eroi che non ebbero paura di denunciare al mondo il vero volto della criminalità organizzata e che servirono lo Stato fino all’ultimo. Nel loro esempio portiamo avanti il nostro impegno quotidiano per estirpare questo male dalla nostra Nazione: solo così il loro sacrificio non sarà mai vano”.
Borsellino, Schlein: onorare memoria con fatti e riscossa civileRoma, 19 lug. (askanews) – “Paolo Borsellino, Agostino Catalano, Vincenzo Li Muli, Walter Eddie Cosina, Emanuela Loi e Claudio Traina. Trentuno anni dopo la strage di via D’Amelio continuiamo a chiedere verità e giustizia per loro e per tutte le vittime della mafia e i loro familiari. Perché il ricordo non può essere altro che questo: onorare la memoria di chi non c’è più con i fatti, con il nostro impegno quotidiano nel contrastare la criminalità organizzata e le sue infiltrazioni nella società, nell’economia legale, nella politica. Continuare a far camminare il loro coraggio e le loro idee con le nostre gambe, con le nostre azioni. E aiutare chi è sopravvissuto”. Lo afferma in una nota la segretaria del Pd, Elly Schlein.
“Una battaglia – aggiunge – che non passa soltanto dall’innalzare i presidi di legalità, ma che è anzitutto culturale e deve partire dall’educazione, dalle scuole. Dalla lotta per la giustizia sociale, che sottrae terreno alla ricattabilità su cui scommettono le mafie. Davanti al bisogno nessuno deve essere lasciato solo ed esposto, lo Stato deve arrivare prima. Deve essere al fianco di quegli amministratori e amministratrici che finiscono nel mirino delle mafie perché fanno rispettare le regole e la trasparenza nell’interesse collettivo, al fianco di quegli imprenditori e professionisti che non accettano i ricatti e le scorciatoie. Ma vanno sostenuti”. Dobbiamo essere, tutte e tutti impegnati ogni giorno, ovunque, in questa riscossa civile che sconfigga le mafie ovunque cerchino di attecchire. Questa sola può essere la nostra risposta, oggi come ieri”, conclude Schlein.
Mafia, Meloni: via d’Amelio ferita aperta, seguiamo esempioRoma, 19 lug. (askanews) – “La strage di Via D’Amelio, dove Paolo Borsellino e cinque agenti della sua scorta vennero uccisi dalla mafia, è stato il motivo per il quale ho iniziato a fare politica. La data del 19 luglio 1992 rappresenta una ferita ancora aperta per chi crede in un’Italia giusta. Paolo sfidò il sistema mafioso senza mai temere la morte, insegnandoci a non restare a guardare e a non voltarci mai dall’altra parte. Il suo coraggio e la sua integrità sono doni che ci ha lasciato e che tanti giovani hanno deciso di raccogliere per affermare due valori imprescindibili: la legalità e la giustizia”. Lo scrive la presidente del Consiglio Giorgia Meloni su Facebook. Meloni è stamani a Palermo per rendere omaggio alle vittime della strage.
“Oggi, a 31 anni di distanza da quel terribile attentato – aggiunge – ricordiamo tutti quegli eroi che non ebbero paura di denunciare al mondo il vero volto della criminalità organizzata e che servirono lo Stato fino all’ultimo. Nel loro esempio portiamo avanti il nostro impegno quotidiano per estirpare questo male dalla nostra Nazione: solo così il loro sacrificio non sarà mai vano”.
Risultati positivi per il vertice Ue-Celac. Al di là dell’UcrainaBruxelles, 18 lug. (askanews) – Il vertice dei leader dell’Ue e della Comunità dell’America latina e dei Caraibi (Celac), svoltosi ieri e oggi a Bruxelles, si è concluso con alcune ore di ritardo a causa della divergenza sulle conclusioni sull’Ucraina da parte di un solo paese, il Nicaragua (all’inizio c’erano problemi anche con Cuba e Venezuela, poi rientrati); ma a parte questo disaccordo, finito in una nota a pié di pagina, può essere considerato un successo riguardo alle ragioni principali per cui era stato convocato.
L’obiettivo era quello di riannodare le relazioni con un continente storicamente, culturalmente e linguisticamente vicinissimo, soprattutto ai paesi latini dell’Europa, con l’impegno a intraprendere insieme un nuovo rapporto economico su nuove basi di rispetto e vantaggio reciproco, e non più sullo sfruttamento colonialista con cui questo rapporto era cominciato cinque secoli fa e si era successivamente sviluppato. L’Europa ha bisogno, oggi, di rivolgersi a partner affidabili e fidati, culturalmente a lei vicini, per rimpiazzare almeno in parte la dipendenza delle proprie catene di approvvigionamento dai “rivali sistemici” come la Cina, per non parlare della Russia, e per entrare in una nuova fase di sviluppo di una globalizzazione controllata, di sicurezza economica, di certezza e stabilità delle proprie catene del valore. E l’Ue ha bisogno di avere altri alleati stretti, oltre ai paesi del G7, alle Nazioni Unite e nell’arena internazionale.
L’America latina, da parte sua, è sempre più oggetto delle attenzioni e degli investimenti cinesi, apparentemente senza richieste di contropartite, ma in realtà funzionali alle mire strategiche ed egemoniche di lungo termine di Pechino, nella sua prospettiva di diventare la prima potenza economica mondiale. Anche se l’Ue e gli Stati Uniti sono complessivamente ancora i maggiori investitori nella regione, la Cina sta recuperando posizioni a passi da gigante, come notava nei giorni scorsi il quotidiano tedesco Handelsblatt, diventando il principale partner commerciale della maggior parte dei paesi latino americani, con un aumento di 26 volte i suoi investimenti dal 2000 al 2020, 21 paesi nel progetto “Belt and Road” e la costruzione di enormi terminali portuali in Perù e Cile e anche nei porti franchi dei Caraibi.
Come ha sintetizzato la presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen, l’Ue, con il suo programma “Global Gateway”, ha lanciato in questi giorni, parallelamente al vertice Ue-Celac, programmi per investimenti in America latina per 45 miliardi di euro, con 135 progetti già in preparazione, anche se devono ancora essere definite le aree di intervento, che andranno dall’idrogeno verde, alle materie prime strategiche, all’economia digitale, ai vaccini. L’Ue, inoltre, ha firmato ieri due protocolli d’intesa con l’Argentina e l’Uruguay per l’energia verde e l’idrogeno e un accordo sulle materie prime con il Cile. L’Unione europea, inoltre, intende arrivare entro la fine dell’anno a rilanciare l’accordo con il Mercosur (il mercato comune di Brasile, Argentina, Uruguay e Paraguay, concluso nel 2019 ma da allora congelato), e a modernizzare l’accordo commerciale con il Messico, mentre entro la fine della settimana dovrebbe essere rinnovato anche l’accordo Cotonou con i paesi dell’Africa, Caraibi e Pacifico.
L’intervento forse più significativo, durante la conferenza stampa alla fine del vertice, è stato quello del presidente dell’Argentina Alberto Ángel Fernández: “Sono contento – ha detto -, non solo per la firma dell’accordo energetico di ieri” con la Commissione europea, “una cosa molto importante perché dà certezza giuridica agli investitori europei che sono interessati all’energia. Sono anche molto contento perché è la prima volta che abbiamo potuto discutere e parlare con la massima chiarezza di un meccanismo per porre fine all”estrattivismo’ in America latina”. “Estrattivismo”, ha spiegato, è “questa idea che l’America Latina sia solo fornitrice di materie prime, e sembrava che dovesse sempre esserlo ha impedito di industrializzare questa produzione primaria. E’ la prima volta che siamo riusciti a parlare di questo tema, dell’estrattivismo, senza sensi di colpa; e lasciatemi dire tra il serio e il faceto che ci sono voluti cinque secoli ma finalmente ce l’abbiamo fatta, adesso ci siamo riusciti. E finalmente possiamo pensare ai prodotti della nostra terra, delle nostre miniere, e valorizzarli, contando sugli investimenti europei. Questo per noi è molto molto importante e motivo di incoraggiamento”. “Così come – ha concluso il presidente argentino – è stato incoraggiante anche aver potuto avere questo dialogo franco, trovando sempre un punto di contatto con l’Europa sul rispetto della democrazia, dello stato di diritto e il pieno rispetto dei diritti umani su queste basi che sono molto solide nei nostri paesi e a cui diamo tanto valore”.
Schlein: sul salario minimo Pd non mollerà di un centimetroRoma, 18 lug. (askanews) – Il Pd non intende “mollare di un centimetro” sul salario minimo. Lo ha detto la segretaria Elly Schlein arrivando alla Camera. “Il governo Meloni non può non vedere che ci sono 3,5 milioni di lavoratori e lavoratrici che sono poveri anche se lavorano. Sono dati che ha dato l’Istat qualche giorno fa. I sondaggi di questi giorni dimostrano che c’è un’attesa del 75% delle italiane e degli italiani intervistati a favore del salario minimo”.
“La proposta delle opposizioni, unitaria, vuole rafforzare la contrattazione collettiva e dire che quella contrattazione non può scendere sotto i 9 euro. Proposta che riguarda la dignità del lavoro in questo paese, assurdo che la destra continui a cercare di respingerla. Non molleremo di un centimetro”.