Mafia, Meloni: Falcone e Borsellino martiri, hanno insegnato lottaRoma, 18 lug. (askanews) – “Domani è il 19 luglio, in Italia è una data simbolica. Il 19 luglio di 31 anni fa la mafia uccise il giudice Paolo Borsellino, che insieme al giudice Giovanni Falcone aveva intentato il più grande processo contro la mafia mai esistito in Italia. Sono stati due martiri della lotta alla mafia e sono anche due dei principali attori ai quali noi dobbiamo gran parte di quello che sappiamo nella lotta contro il crimine organizzato, sono stati loro ad averci insegnato quanto fosse importante combattere la mafia, combattere il crimine organizzato, anche lavorando fuori dai propri confini nazionali, con organizzazioni criminali che erano sempre più potenti e che non riguardavano più solamente le nostre società”. Lo ha detto la presidente del Consiglio Giorgia Meloni, intervenendo al vertice Ue-Celac a Bruxelles.
“E’ la ragione – ha aggiunto – per la quale 23 anni fa le Nazioni unite hanno, proprio a Palermo nella città di Falcone e Borsellino, avviato quella che noi conosciamo come convenzione delle Nazioni Unite contro la criminalità organizzata transnazionale e credo che questo sia un altro elemento fondamentale della nostra cooperazione, qualcosa su cui possiamo continuare a lavorare insieme perché l’Italia è riconosciuta per essere una delle Nazioni che hanno il know how maggiore, ma i risultati migliori in questa cooperazione li abbiamo ottenuti proprio con i partner dell’America Latina”.
Ucraina, Meloni: non confondere pace con invasioneRoma, 18 lug. (askanews) – “Ho sentito qui diversi parlare di pace. Penso però che dobbiamo dare alle parole il giusto significato che hanno: la parola pace non può essere confusa con la parola invasione perché pace e invasione sono due concetti molto diversi, su questo bisogna essere franchi”. Lo ha detto la presidente del Consiglio Giorgia Meloni, intervenendo al vertice Ue-Celac a Bruxelles.
“E se qualcuno – ha aggiunto – ritiene di poter confondere queste due parole non si rende conto che un mondo nel quale non dovesse più esistere il diritto internazionale, un mondo nel quale chi è militarmente più forte può liberamente invadere il suo vicino non sarà mai un mondo di pace. Sarà semplicemente un mondo nel quale vige la legge del più forte, questo può convenire a chi è forte per carità ma decisamente non conviene a tutti gli altri. Sarebbero le Nazioni più esposte a essere in pericolo e quindi io credo non solo, come ha detto Christianis, che la guerra in Ucraina sia una nuova guerra coloniale ma credo anche che sia una guerra fatta contro i più deboli e lo vediamo anche con il mancato rinnovo dell’accordo sul grano che è sempre volontà della Russia, segnale chiaro sul quale credo che tutti debbano interrogarsi perché usare la materia prima che sfama il mondo come un’arma è un’offesa nei confronti dell’umanità. Eppure colleghi seppure noi siamo in una crisi sappiamo anche che le crisi sono un’occasione, ce lo insegna Papa Francesco, un discendente di emigrati italiani in Argentina che oggi guida la Chiesa Cattolica, perché le crisi ci impongono di scegliere”, ha concluso.
Sul salario minimo muro contro muro maggioranza-opposizione. Voto slittaRoma, 18 lug. (askanews) – E’ muro contro muro tra maggioranza e opposizioni sul salario minimo ed è slittato il voto in commissione Lavoro della Camera, anche sull’emendamento firmato dall’intero centrodestra che punta a far scomparire dal tavolo la proposta che lo introduce per legge con una soppressione tout court del testo. La seduta riprenderà mercoledì, si annuncia infuocata e non è escluso che si affaccino i leader.
Sul salario minimo, i partiti di minoranza hanno trovato una certa convergenza, non così scontata di questi tempi, e tentano di tenere alta l’attenzione, facendo notare inoltre quanto la situazione stia mettendo sempre più in difficoltà le ‘tasche’ delle famiglie degli italiani. Durante la seduta sono intervenuti in massa i deputati di Pd, M5S, Azione e Avs. Il presidente della commissione, Walter Rizzetto (Fdi), ha tenuto a sottolineare che aveva “calendarizzato tra martedì e mercoledì sia il voto che le discussioni sul complesso degli emendamenti. Se legittimamente le opposizioni vogliono portare a domani la discussione sul complesso degli emendamenti, tranquillamente la presidenza lo concede”, ma ha chiarito che il voto non slitterà ulteriormente: “Dobbiamo istruire per andare in Aula entro il 28. Cercheremo, compatibilmente con gli spazi che ognuno vuole prendersi, di votare entro questa settimana”.
La responsabile lavoro Dem Maria Cecilia Guerra, che interverrà in commissione mercoledì, ha replicato a chi lancia l’accusa di ostruzionismo: “Ci stiamo avvalendo di tutte le possibilità offerte dal regolamento e interveniamo nel merito, da parte nostra non c’è alcun atteggiamento pretestuoso. Il problema è che loro rifiutano il dibattito. Abbiamo incardinato la Pdl a marzo, abbiamo fatto decine di audizioni, lavorato su un testo base su cui il centrodestra non ha avanzato alcuna proposta e ora vogliono cancellare il testo base con un emendamento. Quello che vogliamo è che resti aperta la discussione in commissione e in aula e che venga evitata una bocciatura liquidatoria sul salario minimo. La maggioranza ha paura di questo argomento”, rileva Guerra. Botta e risposta anche sulla copertura del provvedimento. A Rizzetto che paventa il ‘no’ della commissione Bilancio perché la pdl sarebbe carente sul fronte delle risorse, Guerra e il capogruppo Dem in commissione Arturo Scotto rispondono che il testo prevede che sia la legge di Bilancio a individuare le coperture.
Da Bruxelles, dove si sta tenendo il vertice Ue-Celac, la segretaria Dem Elly Schlein avverte che il Pd non mollerà: “Abbiamo parlato di salario minimo, di alzare i salari delle persone, di aumentare il potere d’acquisto rispetto a un’inflazione alzata anche per effetto della guerra” e “Giorgia Meloni non può voltare la faccia dall’altra parte. Noi continueremo a batterci, non molleremo di un centimetro su questa importante proposta”. “Tajani – sottolinea su twitter il presidente M5S Giuseppe Conte – dice che non serve un salario minimo, ma un ‘salario ricco’. Ricco per chi? Per politici, parlamentari ed ex parlamentari, a cui hanno ripristinato tutti i vitalizi? A Tajani e Forza Italia lasciamo le battaglie per i soliti privilegiati, noi continueremo a lottare per quasi 4 milioni di lavoratori che non arrivano a guadagnare neanche 9 euro l’ora. Meritano rispetto e dignità”.
Il leader di Azione Carlo Calenda taccia il ministro degli Esteri Antonio Tajani di “grave ignoranza” quando dice che il salario minimo ‘non serve, non siamo in unione sovietica’: “ha detto un’imbecillità e sorprende che un ministro degli Esteri non conosca fatti fondamentali tipo che il salario minimo c’è in tutti i Paesi del G7, europei e occidentali. Secondo quanto si apprende, la seduta di mercoledì, calendarizzata alle 12, potrebbe slittare al pomeriggio, all’ordine del giorno c’è anche un ufficio di presidenza sul timing dei lavori dove continuerà il braccio di ferro.
Zaki condannato, Meloni: ancora fiducia in soluzione. Schlein: Tajani riferiscaRoma, 18 lug. (askanews) – “Il nostro impegno per una soluzione positiva del caso di Patrick Zaki non è mai cessato, continua, abbiamo ancora fiducia”. Lo ha detto la presidente del Consiglio Giorgia Meloni.
“Patrick Zaki è stato condannato a tre anni di reclusione in Egitto, vederlo portare via in tribunale pesa come un macigno, non ci sono parole per questa gravissima ingiustizia”. Lo ha affermato, dal canto suo, la segretaria del Pd Elly Schlein, in una nota. “Siamo di fronte a un verdetto scandaloso: ora serve la mobilitazione di tutte e tutti per riaffermare le ragioni del diritto e chiederne la liberazione. Il governo italiano batta ufficialmente un colpo: il ministro Tajani venga a riferire alle Camere”, chiede la leader dem.
Salario minimo, muro contro muro maggioranza-minoranza: il voto slittaRoma, 18 lug. (askanews) – E’ muro contro muro tra maggioranza e opposizioni sul salario minimo ed è slittato il voto in commissione Lavoro della Camera, anche sull’emendamento firmato dall’intero centrodestra che punta a far scomparire dal tavolo la proposta che lo introduce per legge con una soppressione tout court del testo. La seduta riprenderà domani, si annuncia infuocata e non è escluso che si affaccino i leader.
Sul salario minimo, i partiti di minoranza hanno trovato una certa convergenza, non così scontata di questi tempi, e tentano di tenere alta l’attenzione, facendo notare inoltre quanto la situazione stia mettendo sempre più in difficoltà le ‘tasche’ delle famiglie degli italiani. Durante la seduta sono intervenuti in massa i deputati di Pd, M5S, Azione e Avs.Il presidente della commissione, Walter Rizzetto (Fdi), ha tenuto a sottolineare che aveva “calendarizzato tra martedì e mercoledì sia il voto che le discussioni sul complesso degli emendamenti. Se legittimamente le opposizioni vogliono portare a domani la discussione sul complesso degli emendamenti, tranquillamente la presidenza lo concede”, ma ha chiarito che il voto non slitterà ulteriormente: “Dobbiamo istruire per andare in Aula entro il 28. Cercheremo, compatibilmente con gli spazi che ognuno vuole prendersi, di votare entro questa settimana”.
La responsabile lavoro Dem Maria Cecilia Guerra, che interverrà in commissione domani, ha replicato a chi lancia l’accusa di ostruzionismo: “Ci stiamo avvalendo di tutte le possibilità offerte dal regolamento e interveniamo nel merito, da parte nostra non c’è alcun atteggiamento pretestuoso. Il problema è che loro rifiutano il dibattito. Abbiamo incardinato la Pdl a marzo, abbiamo fatto decine di audizioni, lavorato su un testo base su cui il centrodestra non ha avanzato alcuna proposta e ora vogliono cancellare il testo base con un emendamento. Quello che vogliamo è che resti aperta la discussione in commissione e in aula e che venga evitata una bocciatura liquidatoria sul salario minimo. La maggioranza ha paura di questo argomento”, rileva Guerra.Botta e risposta anche sulla copertura del provvedimento. A Rizzetto che paventa il ‘no’ della commissione Bilancio perché la pdl sarebbe carente sul fronte delle risorse, Guerra e il capogruppo Dem in commissione Arturo Scotto rispondono che il testo prevede che sia la legge di Bilancio a individuare le coperture.
Da Bruxelles, dove si sta tenendo il vertice Ue-Celac, la segretaria Dem Elly Schlein avverte che il Pd non mollerà: “Abbiamo parlato questa mattina di salario minimo, di alzare i salari delle persone, di aumentare il potere d’acquisto rispetto a un’inflazione alzata anche per effetto della guerra” e “Giorgia Meloni non può voltare la faccia dall’altra parte. Noi continueremo a batterci, non molleremo di un centimetro su questa importante proposta”.“Tajani – sottolinea su twitter il presidente M5S Giuseppe Conte – dice che non serve un salario minimo, ma un ‘salario ricco’. Ricco per chi? Per politici, parlamentari ed ex parlamentari, a cui hanno ripristinato tutti i vitalizi? A Tajani e Forza Italia lasciamo le battaglie per i soliti privilegiati, noi continueremo a lottare per quasi 4 milioni di lavoratori che non arrivano a guadagnare neanche 9 euro l’ora. Meritano rispetto e dignità”.
Il leader di Azione Carlo Calenda taccia il ministro degli Esteri Antonio Tajani di “grave ignoranza” quando dice che il salario minimo ‘non serve, non siamo in unione sovietica’: “ha detto un’imbecillità e sorprende che un ministro degli Esteri non conosca fatti fondamentali tipo che il salario minimo c’è in tutti i Paesi del G7, europei e occidentali.Secondo quanto si apprende, la seduta di domani, calendarizzata alle 12, potrebbe slittare al pomeriggio, all’ordine del giorno c’è anche un ufficio di presidenza sul timing dei lavori dove continuerà il braccio di ferro.
Schlein: Tajani riferisca alle Camere su ZakiRoma, 18 lug. (askanews) – “Patrick Zaki è stato condannato a tre anni di reclusione in Egitto, vederlo portare via in tribunale pesa come un macigno, non ci sono parole per questa gravissima ingiustizia”. Lo dice la segretaria del Pd Elly Schlein, in una nota.
“Siamo di fronte a un verdetto scandaloso: ora serve la mobilitazione di tutte e tutti per riaffermare le ragioni del diritto e chiederne la liberazione. Il governo italiano batta ufficialmente un colpo: il ministro Tajani venga a riferire alle Camere”, chiede la leader dem.
M5s: gravissima condanna Zaki, Tajani in Aula dica cosa fa governoRoma, 18 lug. (askanews) – “Siamo sconcertati per la notizia della condanna a tre anni per Patrick Zaki. Si tratta di un fatto gravissimo sul quale il ministro Tajani deve venire a riferire immediatamente per dirci quali saranno le prossime azioni del governo”. Lo afferma Francesco Silvestri, capogruppo M5S alla Camera.
“Il nostro Paese – osserva – non può accettare una condanna di questo tipo e ha il dovere di fare quanto in suo potere per evitare che un ragazzo, che ha subito già numerose e profonde ingiustizie, ne subisca delle altre. Il Movimento 5 Stelle è vicino alla famiglia e agli amici di Patrick Zaki e continuerà a chiedere la sua immediata liberazione”.
Schlein: accordo Ue-Tunisia non tiene conto di rispetto dirittiBruxelles, 18 lug. (askanews) – Il memorandum d’intesa firmato domenica a Tunisi per un “partenariato complessivo” tra Ue e Tunisia, che include anche un importante capitolo sulla gestione delle migrazioni irregolari, è una tentativo di esternalizzare la gestione delle frontiere, come è già accaduto con altri casi in passato. Lo ha affermato questa mattina la segretaria del Pd Elly Schlein al termine del pre-vertice dei leader socialisti, a margine del vertice Ue-America latina e Caraibi (Celac) di Bruxelles. “Penso – ha detto – che sia il solito tentativo di esternalizzare le frontiere, senza curarsi del rispetto dei principi di democrazia, e senza curarsi del rispetto dei diritti fondamentali delle persone”.
Quindi – ha continuato Schlein – non condividiamo un approccio che tende, in un’ottica sicuritaria, a focalizzarsi solo sull’aspetto di frenare i flussi migratori, quando però al contempo sappiamo quali sono gli sconvolgimenti che la Tunisia sta vivendo dal punto di vista del rispetto della democrazia, ma anche” dal punto di vista “economico e sociale”. Questo, ha concluso la segretaria del Pd, “è un approccio che abbiamo già visto in passato: l’abbiamo visto con altri paesi, l’abbiamo visto con la Turchia, l’abbiamo visto con la Libia. Non posso trovarmi d’accordo con questo approccio”.
Meloni è a Bruxelles al vertice Ue-CelacRoma, 18 lug. (askanews) – La presidente del Consiglio Giorgia Meloni è arrivata al Justus Lipsius Building di Bruxelles per partecipare al vertice Ue-Celac.
Ieri sera, all’arrivo nella capitale belga, la premier ha avuto un incontro di due ore con il segretario generale della Nato Jens Stoltenberg. “È stato bello incontrare di nuovo il primo ministro Giorgia Meloni dopo il Summit Nato della scorsa settimana. L’ho ringraziata per i contributi chiave dell’Italia alla Nato e per il sostegno incrollabile all’Ucraina. Abbiamo discusso della risposta della Nato alle sfide provenienti da tutte le direzioni, compreso il terrorismo e l’instabilità nel sud”. Lo ha scritto su Twitter il segretario generale della Nato Jens Stoltenberg, dopo l’incontro a Bruxelles con Meloni.
Tajani: “In Europa non si può governare con Le Pen”Roma, 18 lug. (askanews) – “Vorrei essere chiaro su questo punto. L’Europa non è l’Italia. Avere in Europa, dopo le prossime elezioni, una maggioranza che rispecchi fedelmente gli equilibri che ci sono nel nostro paese è contro i numeri e anche contro la realtà”. Lo dice in un colloquiio con’Il Foglio, il vicepremier e Segretario di Forza Italia, Antonio Tajani. “Non è reale pensare che ci sia qualcuno in Europa, compreso il centrodestra, che possa governare un giorno con la Le Pen o con l’AfD. E se si vuole evitare che la prossima maggioranza europea sia dominata dai socialisti penso possa essere utile ragionare su uno scenario simile a quello che anni fa mi portò a essere presidente del Parlamento europeo: unire conser conservatori e liberali. Non si tratta di fare polemiche. Si tratta di osservare i fatti”. Poi Tajani dice che “Non vedo un problema in Europa con Salvini, e con la Lega. Anzi. Vedo un problema con l’AfD e con Le Pen”.