Skip to main content
#sanremo #studionews #askanews #ciaousa #altrosanremo

Amato: respingere chi vuole rendere di parte la tutela dell’ambiente

Amato: respingere chi vuole rendere di parte la tutela dell’ambienteRoma, 23 feb. (askanews) – “In questo momento c’è qualcuno che sbaglia e fa molto male e cerca di attribuire un significato di parte alla tutela dell’ambiente: questo va respinto. La tutela dell’ambiente attiene alla vostra sopravvivenza su questo pianeta”. Così il presidente emerito della Corte Costituzionale Giuliano Amato parlando agli studenti nel corso dell’iniziativa organizzata al Senato ‘L’ora di Costituzione’, un progetto per le scuole medie e superiori.
“Nel rimanere su questo pianeta, aria respirabile e acqua sufficiente perché voi ci possiate vivere. Ma esiste partito politico che abbia delle diversità sulla necessità di questo. C’è qualche arruffapopolo che sta cercando di dare un senso partigiano alla tutela dell’ambiente. Consideratela questa una delle direttrici della Costituzione e per il futuro sarà tanto più forte quanto più voi la renderete forte col passare degli anni”, ha sottolineato Amato ricordando che la tutela dell’ambiente è “un principio fondamentale che è entrato nella Costituzione l’anno scorso”.

Bonaccini a M5s e Terzo Polo: senza Pd non c’è alternativa al centrodestra

Bonaccini a M5s e Terzo Polo: senza Pd non c’è alternativa al centrodestraRoma, 23 feb. (askanews) – “Il voto nel Lazio e in Lombardia ha dimostrato, in quella sconfitta netta, che senza il Partito democratico non ci può essere l’alternativa di centro-sinistra a questa destra, questo se lo devono mettere in testa i 5 Stelle e il Terzo Polo, lo si vede nelle dimensioni”. Così Stefano Bonaccini, candidato alla segreteria del Pd, a Tg1 mattina su RaiUno.
“Adesso non abbiamo l’assillo delle alleanze, perché la prima elezione che in cui può votare tutto il corpo elettorale è tra poco più di un anno con le europee, dove si vota con il proporzionale puro. Questo ci avvantaggia ad avere un po’ di tempo per provare intanto a rigenerare il Partito democratico, io voglio che si riscopra la vocazione maggioritaria, che è il contrario della autosufficienza, perché si è visto alle ultime elezioni: andare da soli si perde nettamente, la destra ha due terzi dei parlamentari nonostante il voto reali dei cittadini l’aveva premiata con poco più del 40%”, ha spiegato.
“Quindi alleanze sì, ma non per battere gli avversari perché la gente se ne accorge e ti punisce ma con un programma condiviso. Le alleanze si fanno sui programmi: la proposta che ho fatto è di lavorare su singoli temi per fare battaglie comuni: il governo sta tagliando sulla sanità pubblica e Terzo Polo e 5 Stelle hanno detto entrambi che è un errore, proviamo insieme almeno in Parlamento e nel Paese a partire da lì e poi vedremo cosa può succedere”, ha aggiunto Bonaccini.
Quanto all’ipotesi di una nuova scissione nel Pd, Bonaccini ha detto: “Spero proprio di no, anche se nella vita non c’è certezza mai di nulla, di scissione ne abbiamo avute fin troppe e non è che ci abbiano portato benissimo”. “Elly Schlein è rientrata nel partito dopo tantissimi anni e l’ho apprezzato anche perché spero che la seguano in tanti. Quella volontà di rientrare da parte di chi era esterno dimostra che forse c’è una nuova vitalità nel partito, per cui io mi auguro davvero che di scissioni non si parli mai più e soprattutto che rendiamo il Partito Democratico un partito più aperto, più accogliente e soprattutto più attrattivo”, ha aggiunto.

Schlein: il Pd non deve cambiare nome, devono cambiare i nomi

Schlein: il Pd non deve cambiare nome, devono cambiare i nomiRoma, 23 feb. (askanews) – “Non credo sia fondamentale cambiare il nome” del Partito democratico “se non cambiano i nomi, se non cambia il metodo, se non cambia la visione. Io lavoro in questa direzione”. Così Elly Schlein, candidata alla segreteria del Pd, intervenendo ad Agorà, su RaiTre.
“Il punto fondamentale è fare del Pd il partito che vuole limitare i contratti a termine, fare il salario minimo, spazzare via i contratti pirata, difendere la sanità e la scuola pubblica contro questo governo che le sta tagliando”, ha aggiunto.

Fdi depone corona d’alloro in memoria di Paolo Di Nella a Roma

Fdi depone corona d’alloro in memoria di Paolo Di Nella a RomaRoma, 23 feb. (askanews) – “Evidente che è stato un episodio inqualificabile, Roma ha pagato, la destra ha pagato numerose vittime. Vanno rispettate”. Lo ha detto il capo gruppo di Fratelli d’Italia alla Camera, Tommaso Foti, a margine della deposizione, da parte del gruppo parlamentare di Fdi, di una corona d’alloro a Villa Chigi in memoria di Paolo Di Nella, il militante del Fronte della Gioventù, ucciso nel 1983 da estremisti di sinistra mentre affiggeva dei manifesti in strada.
L’altro ieri notte la corona d’alloro posta sotto la targa che intitola un viale di Villa Chigi a Di Nella era stata bruciata e le immagini diffuse sui social.
Alla breve cerimonia ha partecipato anche, tra gli altri esponenti di Fdi, il vice presidente della Camera, Fabio Rampelli, e il vice presidente del Copasir, Giovanni Donzelli.

Giubileo 2025, Gualtieri: cantieri al via in anticipo, primi a giugno

Giubileo 2025, Gualtieri: cantieri al via in anticipo, primi a giugno

Grazie a decreto Pnrr ter governo accelerazione procedure di gara più importanti

Roma, 22 feb. (askanews) – “E’ stata una riunione davvero positiva, grazie anche agli interventi legislativi introdotti nel decreto Pnrr ter che consentono l’accelerazione e la semplificazione delle procedure di gara sugli interventi più importanti. Oggi abbiamo potuto verificare che nel caso degli interventi più importanti saremo in grado di aprire i cantieri prima del previsto”. Lo ha detto il sindaco di Roma, Roberto Gualtieri, al termine della terza riunione della cabina di regia sul giubileo del 2025 che si è tenuta a palazzo Chigi.
“L’obiettivo – ha spiegato – è di partire per il sottopasso di piazza Pia già a giugno e anche gli altri interventi per cui c’è stato questo intervento legislativo per cui ringrazio il governo, cioè piazza San Giovanni, piazza Risorgimento e stazione Termini, sono tutti interventi che potranno partire in tempi più rapidi del previsto”.
“Abbiamo fatto – ha proseguito il sindaco – una ricognizione molto ampia dello stato di questi e di tutti gli interventi e stiamo procedendo secondo la tabella di marcia o, come in questi casi, in anticipo”.
Gualtieri ha poi riferito che “il prefetto Frattasi ha illustrato il protocollo per la legalità che stiamo per emanare e sottoscrivere, che consentirà meccanismi di controlli molto severi dal punto di vista del rischio di infiltrazione mafiosa e criminale ma al tempo stesso con procedure che non determineranno un ritardo nei tempi delle opere”.
“Abbiamo anche approvato – ha spiegato – una rimodulazione di alcuni interventi di ‘Caput mundi’ che consente di portare a 150 i siti su cui faremo gli interventi e di avere il 50% di questi interventi onclusi entro dicembre del 2024, quindi in tempo per il giubileo. Quindi complessivamente è stata una riunione molto positiva, si lavora con grande concretezza, con spirito unitario e grande collaborazione con tutte le istituzioni. Poi erano presenti una serie di soggetti appaltanti, soggetti attuatori, c’erano Anas, Ferrovie, Società giubileo, Invitalia e tanti altri attori che stanno collaborando in modo attivo perché questa corsa contro il tempo abbia un esito positivo e la città di Roma sia pronta ad accogliere al meglio decine di milioni di pellegrini”.

Ucraina, Meloni: no concessioni ad aggressore, pace solo con sì Kiev

Ucraina, Meloni: no concessioni ad aggressore, pace solo con sì KievMilano, 22 feb. (askanews) – Favorire il dialogo ma sulla base delle “rivendicazioni ucraine”, perchè eventuali concessioni alla Russia avrebbero l’effetto di “avvicinare la guerra”. Lo ha detto la presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, in un’intervista al Tg4, ribadendo che alla pace si può arrivare solo con l’accordo dell’Ucraina.
“Io credo sia giusto favorire qualsiasi ipotesi di dialogo – ha spiegato la premier, di ritorno dalla visita a Kiev – ma che non lo si possa fare se non si tengono in considerazione le rivendicazioni ucraine perché anche questo serve a rivendicare il diritto internazionale. Se alla fine chi aggredisce l’ha vinta e ottiene quello che vuole, il giorno dopo non abbiamo allontanato la guerra, abbiamo solo reso più facile una nuova invasione e la guerra si avvicina, non si allontana”.
Per Meloni “il punto è capirsi su cosa sia pace: io penso che non possa esistere una pace o qualsiasi tipo di accordo sul quale non sia coinvolto e d’accordo l’aggredito. Zelensky ha presentato un piano di pace in dieci punti, e siamo impegnati, come Italia come G7 e tutte le organizzazioni internazionali di cui facciamo parte, ad aprire consultazioni e adesioni”. Nel frattempo si continuerà a sostenere la difesa ucraina: “Noi siamo al sesto pacchetto di armamenti e di sostegno nel quale ci sono molte cose utili che ci erano state chieste dagli ucraini, ma ci siamo concentrati soprattutto sul tema della difesa antiaerea, nel tentativo anche di difendere le strutture strategiche, così come ci siamo concentrati sugli strumenti per lo sminamento, altra cosa che alla fine rischia di impattare soprattutto sulle persone inermi, sugli innocenti. Sulle munizioni abbiamo fatto già qualcosa. Chiaramente, quello che possiamo fare faremo ma va fatto in accordo con la comunità internazionale perché in questo quadro ci siamo un po’ divisi i compiti, non si va in ordine sparso, si cerca di organizzarsi in maniera tale che ciascuno possa fare il meglio di quello che può fare”, ha aggiunto.
L’ultima domanda è su cosa direbbe a Putin: “Che tutto questo non ha senso. Quando vedi i peluche dei bambini vicini ai fiori – ha concluso Meloni – non ha senso, non ha senso”.

Attanasio, Mattarella: Repubblica conserva memoria sacrificio

Attanasio, Mattarella: Repubblica conserva memoria sacrificioRoma, 22 feb. (askanews) – “Nel secondo anniversario della tragica uccisione dell’ambasciatore Luca Attanasio, del carabiniere scelto Vittorio Iacovacci e dell’autista Mustapha Milambo, desidero esprimere sentimenti di partecipe vicinanza al dolore delle loro famiglie. La Repubblica Italiana conserva la memoria del sacrificio loro e di tutti coloro che hanno generosamente dato la vita nel servire le Istituzioni”. E’ quanto afferma il presidente della Repubblica Sergio Mattarella.
“Nel loro ricordo prosegue l’impegno italiano in Africa per la promozione dei valori di solidarietà e convivenza pacifica tra i popoli”, conclude il Capo dello Stato.

Primarie Pd, Cuperlo verso libertà scelta. De Micheli per Bonaccini

Primarie Pd, Cuperlo verso libertà scelta. De Micheli per BonacciniRoma, 21 feb. (askanews) – Paola De Micheli va verso il sostegno a Stefano Bonaccini, Gianni Cuperlo potrebbe non dare indicazioni. Sono questi gli orientamenti dei due candidati alla segreteria Pd che non andranno alle primarie e che, dunque, sono chiamati a decidere chi sostenere domenica ai gazebo. La scelta non è scontata, perché lo statuto Pd prevede anche la possibilità di non dare indicazioni e – anzi – di fatto incentiva questa soluzione, attribuendo un “bonus” di rappresentanti in assemblea a chi ha partecipato alla prima fase e poi non si è schierato.
Secondo le norme Pd “ai candidati alla carica di segretario nazionale non ammessi alla votazione, i quali rinuncino a sostenere altre candidature ammesse, è riconosciuto il diritto a nominare un numero di persone pari a due, di cui un uomo e una donna, per ogni punto percentuale di voti ottenuti, su quelli validamente espressi, in occasione della consultazione preventiva tra gli iscritti, purché abbiano ottenuto un numero di voti pari almeno al cinque per cento di quelli validamente espressi”. Tutto questo, a patto che il candidato abbia superato almeno il 5% tra gli iscritti.
Ora, Cuperlo è poco sotto l’8%, e dunque otterrebbe 16 posti in assemblea se non si schierasse tra Stefano Bonaccini e Elly Schlein. E proprio per sfruttare questa possibilità l’orientamento dell’ex presidente Pd – che si sta confrontando con i suoi sostenitori – sarebbe di non dare indicazioni.
La De Micheli è invece al 4,2%, dunque in teoria esclusa dal “diritto di tribuna”. Il risultato, però, potrebbe non essere definitivo, perché come sempre ci sono ricorsi e riconteggi in corso e quindi il 5% alla fine potrebbe essere raggiunto. Per l’ex ministra, però, c’è meno incertezza sull’eventuale nome da sostenere. Mentre molti dei sostenitori di Cuperlo sarebbero per la Schlein, ma alcuni anche per Bonaccini, dentro la mozione De Micheli l’orientamento è nettamente a favore del presidente dell’Emilia Romagna.
Nel frattempo Schlein e Bonaccini si giocano le ultime carte in vista del voto di domenica. I sostenitori della deputata, come Andrea Orlando, dicono che “l’esito non è scontato”, perché sostengono che nel voto degli iscritti Bonaccini è andato “”meno bene del previsto”, in particolare nelle grandi città come Roma, Milano e Napoli dove si è affermata la Schlein. Ma, ribatte un sostenitore di Bonaccini, “non si è mai visto che il voto degli iscritti sia stato ribaltato nei gazebo. E sarebbe un terremoto per il partito, avremmo un segretario che non è quello scelto da chi ha la tessera del Pd”.

Meloni a Kiev: Italia non tentenna. Zelensky contro Berlusconi

Meloni a Kiev: Italia non tentenna. Zelensky contro Berlusconi

Visita a Irpin e Bucha, poi l’incontro. Sostegno su armi e ricostruzione

Kiev, 21 feb. (askanews) – “Ho ribadito il pieno sostegno dell’Italia di fronte all’aggressione russa: l’Italia non intende tentennare e non lo farà”. Giorgia Meloni lo dice a chiare lettere al palazzo presidenziale di Kiev, a fianco di Volodymyr Zelensky, mentre volge al termine la sua visita nella capitale ucraina. Un impegno che intende fugare ogni dubbio sulla tenuta della sua maggioranza, anche se l’eco delle parole di Silvio Berlusconi arriva nella conferenza stampa. “Io credo – risponde secco il leader ucraino a chi gli chiede un commento – che la casa di Berlusconi non sia mai stata bombardata dai missili, mai siano arrivati con i carri armati nel giardino di casa sua, nessuno ha ammazzato i suoi parenti, non ha mai dovuto fare la valigia alle 3 di notte per scappare né la moglie ha dovuto cercare da mangiare”. Però, al di là di questo ‘incidente’ (non il primo), sottolinea, il rapporto con “Giorgia” è solido e con l’Italia “condividiamo una visione comune del valore della pace. Ecco perché stiamo lottando insieme per fermare il terrore russo il prima possibile”.
La visita della premier è iniziata di prima mattina: Meloni è arrivata alla stazione di Kiev a bordo del treno che ha viaggiato nella notte dal confine polacco per 800 chilometri attraverso la campagna ucraina. Prima sosta in programma Bucha, la città teatro del massacro perpetrato dai russi che cercando di aprirsi la strada verso Kiev nel marzo 2022 avevano trucidato 400 persone. Meloni ha portato dei fiori sulla fossa comune in cui erano state sepolte, raccogliendosi in preghiera. Seconda sosta a Irpin, sobborgo bombardato e distrutto. “L’Italia era con voi dall’inizio e lo sarà fino alla fine”, garantisce alle autorità locali, consegnando gli aiuti italiani, a partire da due generatori di energia.
Poi via verso il palazzo per il lungo incontro faccia a faccia con Zelensky. Sul tavolo in primo luogo le forniture di armi. L’Italia invierà i sistemi anti-missile Samp-T, Spada e Skyguard, mentre per i caccia, chiesti da Kiev, una decisione non è presa ma la porta non è chiusa. “Al momento non c’è sul tavolo l’invio di aerei, è una decisione da prendere con i partner internazionali”, spiega, aggiungendo però che “quando c’è un aggredito tutte le armi sono difensive”.
Un modo per far chiarezza rispetto ai distinguo che arrivano dalle opposizioni (M5s) ma anche dalla sua maggioranza che però, garantisce, “nei fatti” è solidamente a sostegno dell’Ucraina, come previsto dal programma sottoscritto. Del resto, ribadisce, girarsi dall’altra parte è “impossibile e stupido” e “chi sostiene anche militarmente l’Ucraina è chi lavora per la pace”. E se anche nella società emergono dubbi, Meloni è convinta di poter convincere gli italiani, raccontando ciò che ha visto oggi a Bucha e Irpin: “Spero – dice – di riuscire a trasferire quello che ho visto, l’importanza del lavoro che stiamo facendo”.
Con Zelensky però Meloni parla anche di ricostruzione, che deve cominciare subito, senza attendere la fine del conflitto, con l’Italia che può essere protagonista con il proprio “know how”. “In Italia – sottolinea – il dopo guerra è stato un periodo di crescita e sviluppo tanto che si è parlato di miracolo italiano, sono certa che tra qualche anno potremo parlare di miracolo ucraino”. In questo senso arriva anche la proposta di una conferenza sulla ricostruzione da tenersi ad aprile e una partnership da costruire sull’Expo 2030, per il quale sono in campo le candidature di Odessa e Roma. Per Meloni “dobbiamo provare a ragionare di come lavorare insieme, sarebbe un bel segnale europeo e del fatto che crediamo che le cose andranno bene”.
Meloni e Zelensky, al termine dell’incontro, firmano una dichiarazione congiunta, che mette nero su bianco gli impegni. Poi la premier, dopo una sosta in ambasciata, torna alla stazione di Kiev: in serata il treno ripartirà verso la Polonia. L’arrivo è previsto per domani mattina, da lì poi, in aereo, rientrerà a Roma.

Autonomia, Calderoli incontra Toti: Liguria avanti nell’iter

Autonomia, Calderoli incontra Toti: Liguria avanti nell’iterRoma, 21 feb. (askanews) – “Proficuo e costruttivo incontro in tema di autonomia differenziata con il governatore della Liguria Giovanni Toti, al quale ha partecipato anche il viceministro alle Infrastrutture Edoardo Rixi per quanto concerne l’ambito portuale. C’è grande attenzione da parte della Regione per ottenere particolari forme e condizioni di autonomia su diverse materie, in particolare portualità e logistica, nel solco del procedimento di richiesta già avviato negli anni scorsi. La Liguria ha già svolto tutti i passaggi relativi alla fase regionale dell’iter e abbiamo ribadito l’impegno di proseguire nella stessa direzione, condiviso anche col governatore Toti”. Lo rende noto il ministro per gli Affari Regionali e le Autonomie, Roberto Calderoli, dopo l’incontro con il governatore della Liguria Giovanni Toti.
Con la Regione Liguria, ha spiegato il ministro, c’è “un’unità di intenti nel segno della collaborazione efficiente ed efficace che ho sempre auspicato e che spero potrà avvenire anche con le altre Regioni”.
“Verrà inoltre istituito un tavolo al ministero delle Infrastrutture per il coordinamento tra le Regioni che hanno richiesto o richiederanno autonomia in ambito portuale”, ha aggiunto Calderoli.