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Meloni in Cdm ‘ottiene’ norma Fuortes, niente accordo su Gdf

Meloni in Cdm ‘ottiene’ norma Fuortes, niente accordo su GdfRoma, 4 mag. (askanews) – Raccontano che per quasi due ore, Giorgia Meloni, Giancarlo Giorgetti e Alfredo Mantovano siano rimasti chiusi nello studio della premier a discutere, mentre tutti gli altri ministri erano seduti intorno al tavolo in attesa che cominciasse un Consiglio che, da convocazione, era in programma alle 16.

Un confronto che, però, non è riuscito a sciogliere il nodo: quello della nomina del nuovo comandante della Guardia di Finanza, su cui in mattinata c’era stato anche un faccia a faccia tra il responsabile dell’Economia e il ministro della Difesa, Guido Crosetto. Alla fine tutto rinviato, la ‘pratica’ (che peraltro non era inserita nell’ordine del giorno) non viene proprio affrontata quando finalmente comincia la riunione. Sarà forse il prossimo Consiglio dei ministri a decidere chi prenderà il posto di Giuseppe Zafarana, nel frattempo indicato come presidente dell’Eni. Da un lato c’è appunto il nome prescelto dalla stessa premier e dal sottosegretario Mantovano, quello del generale Andrea De Gennaro, fratello dell’ex capo della Polizia. Dall’altra, il generale Umberto Sirico, attuale comandante dei reparti speciali della Gdf, gradito alla Lega e ‘sponsorizzato’ da Giorgetti. In sospeso rimane anche un’altra nomina, quella del nuovo capo della Polizia che dovrà sostituire Lamberto Giannini, nominato nel 2021 da Draghi e Lamorgese. E lo stesso vale per il nome del nuovo prefetto di Roma.

Dal ministero dell’Economia negano tensioni. Quello per la nomina del nuovo comandante della Guardia di Finanza, si sottolinea infatti, è un “processo complesso, che vede il coinvolgimento di diversi soggetti e che sta andando avanti da tempo. Un percorso condiviso fin dall’inizio, che non vede alcuna divergenza con Chigi o con gli altri soggetti interessati”. Il Consiglio dei ministri dà invece il via libera alla norma che di fatto apre la strada all’addio di Carlo Fuortes da amministratore delegato per approdare al San Carlo di Napoli. Un provvedimento, fortemente voluto dalla presidente del Consiglio, che in pratica può dare il via a un giro di nomine nella tv di Stato. In pratica, si fissa il limite massimo di 70 anni per il pensionamento dei sovrintendenti dei teatri lirici. Una misura che può essere applicata proprio all’attuale presidente del San Carlo, Stéphane Lissner. In particolare, il decreto stabilisce la cessazione dall’incarico dal 10 giugno.

Il nome del gruppo all’europarlamento riaccende discussione Pd

Il nome del gruppo all’europarlamento riaccende discussione PdRoma, 4 mag. (askanews) – L’unica cosa certa è che adesso il Pd si dice contrario al cambio del nome del gruppo dei ‘Socialisti e democratici’, una posizione messa nero su bianco anche su una nota del Nazareno, ma non è semplice ricostruire come si sia arrivati a questo corto circuito. Quella sorta di ‘referendum’ sul nome lanciato dalla capogruppo Iratxe Garcia Perez ha mandato in subbuglio i democratici, con i ‘riformisti’ che alzano le barricate e la sinistra che – come dimostrano le parole di Andrea Orlando – sembra condividere l’idea di eliminare il riferimento ai “democratici” e usare semplicemente la dicitura “Pse”, Partito socialista europeo. Potenzialmente una bomba che rischia di far riesplodere lo scontro interno, tanto più che molti sembrano convinti che dietro alla mossa della Garcia Perez possa esserci una qualche apertura dei vertici del Pd, come scrive il sito Politico.eu citando la stessa segreteria Elly Schlein.

Ricostruzioni che il quartier generale Pd smentisce subito: “Per il Partito Democratico il cambiamento del nome del gruppo dei Socialisti e democratici al Parlamento europeo non è mai stato in discussione. Le indiscrezioni giornalistiche sul presunto sostegno di Elly Schlein a questa ipotesi sono del tutto destituite di fondamento”. E il capodelegazione a Bruxelles Brando Benifei aggiunge: “Sono certo che da parte nostra ci sarà il supporto per il mantenimento dell’attuale denominazione di Alleanza Progressista dei Socialisti e Democratici che rappresenta per noi un valore e una storia che inizia quando la nostra delegazione italiana era guidata da David Sassoli”. Resta il fatto che, appunto, nella sinistra Pd tanti considerano quasi naturale la richiesta della Garcia Perez. Dice Orlando: “La denominazione socialisti e democratici fu concepita quando il Pd pur non aderendo a Pse intendeva far parte del gruppo parlamentare a Strasburgo. Successivamente il Pd ha aderito al Pse. Oggi,quindi, il gruppo si può tornare a chiamare socialista. Dove è il problema?”.

La risposta gliela danno in tanti dall’ala ‘riformista’ del partito, sono molti a leggere questa ipotesi come una negazione del Dna stesso del Pd. Lorenzo Guerini, sempre assai parco con le dichiarazioni, lo spiega su Twitter: “La nostra forza è nell’unità delle nostre differenze. È un valore che abbiamo portato come Pd al gruppo al Parlamento europeo. La famiglia progressista si deve allargare, non restringere. Per questo l’ipotesi di modificare il nome sarebbe uno sbaglio che non va commesso”. Più o meno sulla stessa linea sono, tra gli altri, Debora Serracchiani, Piero Fassino, Enzo Amendola, Pina Picierno, Walter Verini, Elisabetta Gualmini. Tutti esponenti dell’ala riformista del Pd che hanno alzato le barricate per dire che il nome del gruppo al Parlamento europeo non si deve toccare. Parlando con qualche europarlamentare si apprende che della faccenda sicuramente si era già parlato in una riunione dell’ufficio di presidenza di S&D, qualche settimana fa. Ma, viene precisato, “avevamo chiaramente detto che non siamo d’accordo con l’idea di cambiare il nome”. Insomma, c’era stato qualche scambio su questo argomento, ma niente più e, soprattutto, nessuna decisione. La ‘colpa’ di tutto viene attribuita alla presidente del gruppo Garcia Perez, spagnola. “In Spagna – dicono in molti nel Pd – vogliono connotarsi più nettamente puntando su una chiara identità socialista, è una questione che ha a che fare con le loro dinamiche interne”.

Una ricostruzione che certo potrebbe aiutare a chiudere la questione, insieme alla frenata della stessa Garcia Perez (“Non abbiamo ancora deciso, sarà un processo trasparente”), se non fosse che le parole di Orlando sono condivise da parecchi a sinistra. E lo stesso ex ministro in serata torna sull’argomento per rilanciare: “Chi vede nell’affermazione di questo termine (socialismo, ndr) una vittoria di un’anima del Pd sull’altra, trascura invece di considerare che socialista non è un sinonimo di ex-comunista (e lo dico da ex comunista)”. In generale, le dichiarazioni dell’ala riformista non sono piaciute molto ai vertici Pd, perché – spiega un dirigente – “il punto non è se noi aderiamo o no al Pse: lo abbiamo già fatto nel 2014”. Il Pd dirà no al cambio di nome non perché vuole distinguersi dal socialismo, ma perché l’obiettivo è continuare ad allargare il gruppo a Strasburgo, anche a sinistra, a forze come quella di Alexis Tsipras per esempio.

Domani sarà Giuseppe Provenzano, responsabile esteri del partito, a fare in videoconferenza il punto sulla questione con gli europarlamentari. L’ennesima conferma che l’equilibrio tra le due anime del Pd è sempre delicato e basta una discussione sul nome del gruppo all’europarlamento per rianimare la discussione.

Perché il Pd denuncia “l’occupazione della Rai” da parte del governo

Perché il Pd denuncia “l’occupazione della Rai” da parte del governo

Roma, 4 mag. (askanews) – “Con la norma ad personam approvata dal Consiglio dei ministri per estromettere dal teatro San Carlo di Napoli il sovrintendente Stéphane Lissner per ‘offrire il posto’ all’attuale amministratore delegato della RAI Carlo Fuortes, il governo Meloni ha toccato il fondo. Il Partito Democratico si batterà in Parlamento e nel Paese per difendere l’articolo 21 della Costituzione. È essenziale, e ne va della sua sopravvivenza, che il servizio pubblico garantisca i diversi punti di vista, culturali e politici”. Lo dichiarano Stefano Graziano, capogruppo Pd in commissione parlamentare di Vigilanza Rai e Sandro Ruotolo, responsabile Informazione del Pd.

“Ci opporremo come Partito Democratico, con tutte le nostre forze – sottolineano- all’occupazione della RAI e al giro di nomine che si preannunciano con organigrammi già confezionati dalla maggioranza parlamentare. La RAI è un’azienda pubblica patrimonio di tutti gli italiani, ha un Cda in carica e pienamente operativo. Quello della destra è il tentativo di un colpo di mano sulla libertà e l’autonomia della più grande azienda culturale del Paese”.

Rai,Pd:”colpo di mano governo, battaglia in Parlamento e Paese”

Rai,Pd:”colpo di mano governo, battaglia in Parlamento e Paese”Roma, 4 mag. (askanews) – “Con la norma ad personam approvata dal Consiglio dei ministri per estromettere dal teatro San Carlo di Napoli il sovrintendente Stéphane Lissner per ‘offrire il posto’ all’attuale amministratore delegato della RAI Carlo Fuortes, il governo Meloni ha toccato il fondo. Il Partito Democratico si batterà in Parlamento e nel Paese per difendere l’articolo 21 della Costituzione. È essenziale, e ne va della sua sopravvivenza, che il servizio pubblico garantisca i diversi punti di vista, culturali e politici”. Lo dichiarano Stefano Graziano, capogruppo Pd in commissione parlamentare di Vigilanza Rai e Sandro Ruotolo, responsabile Informazione del Pd.

“Ci opporremo come Partito Democratico, con tutte le nostre forze – sottolineano- all’occupazione della RAI e al giro di nomine che si preannunciano con organigrammi già confezionati dalla maggioranza parlamentare. La RAI è un’azienda pubblica patrimonio di tutti gli italiani, ha un Cda in carica e pienamente operativo. Quello della destra è il tentativo di un colpo di mano sulla libertà e l’autonomia della più grande azienda culturale del Paese”.

Berlusconi è ricoverato da 30 giorni

Berlusconi è ricoverato da 30 giorniMilano, 4 mag. (askanews) – È stato Paolo Berlusconi oggi il primo ad arrivare, all’ospedale San Raffaele di Milano per visitare il fratello Silvio, ricoverato dal 5 aprile nell’ospedale lombardo per una polmonite, poi risolta e per la cura di una leucemia. Fino alle 19 non era stato visto entrare nell’ospedale nessuno dei familiari e degli amici più cari che in questi trenta giorni hanno quasi quotidianamente fatto visita all’ex premier.

Dall’ospedale San Raffaele nuovo no comment sulla possibile data delle dimissioni di Berlusconi, annunciato per l’intervento finale di sabato alla Convention di Forza Italia di domani e dopodomani a Milano. “Alla convention tornerà Silvio Berlusconi, vedremo in quale forma”, ha detto ieri il numero due di Forza Italia Antonio Tajani. A quanto si apprende da fonte politica dimissioni entro il week end sono “possibili” ma “dipende dalle decisioni dei medici e della famiglia”. Permane dunque l’incertezza sui tempi per l’uscita dell’ex premier dall’ospedale.

Sulla partecipazione di Berlusconi alla Convention tra le ipotesi che circolano c’è l’invio di un suo messaggio vocale o un intervento scritto dell’ex premier letto da altri. Chi lo conosce tende ad escludere che possa inviare alla convention un video girato durante il ricovero dall’ospedale.

Italia-Usa, Mattarella ha ricevuto lo speaker Camera McCarthy

Italia-Usa, Mattarella ha ricevuto lo speaker Camera McCarthyRoma, 4 mag. (askanews) – Il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, ha ricevuto nel pomeriggio al Palazzo del Quirinale Kevin McCarthy, speaker della Camera dei Rappresentanti degli Stati Uniti d’America.Era presente all’incontro il Vice Ministro degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale, Edmondo Cirielli. Lo ha comunicato la presidenza della Repubblica. In precedenza lo speaker della Camera Usa aveva fatto una visita a Montecitorio con il presidente della Camera Lorenzo Fontana e ha avuto un colloquio a palazzo Chigi con la premier Giorgia Meloni

Milano-Cortina 2026, nuova riunione Cabina regia a palazzo…-Rpt-

Milano-Cortina 2026, nuova riunione Cabina regia a palazzo…-Rpt-Roma, 4 mag. (askanews) – Nuova riunione a palazzo Chigi della cabina di regia per Milano-Cortina 2026, presieduta dal ministro dello Sport, Andrea Abodi e da quello delle Infrastrutture, Matteo Salvini. All’incontro partecipano anche: il ministro dell’Economia, Giancarlo Giorgetti, la ministra della Disabilità, Alessandra Locatelli, il governatore del Veneto, Luca Zaia, il presidente del Coni, Giovanni Malagò, Luca Pancalli del Comitato italiano paralimpico e, in collegamento, il presidente della Regione Lombardia, Attilio Fontana e il sindaco di Milano, Beppe Sala.

Zaia ha sottolineato che questa Olimpiade sarà dedicata ai disabili. “Deve essere così, prova ne sia che ho voluto fino in fondo l’apertura delle paralimpiadi all’Arena di Verona, monumento conosciuto a livello internazionale. Investiremo 18 milioni di euro per l’abbattimento delle barriere architettoniche, il che significa che sarà il primo monumento a livello internazionale ad aver avuto un investimento del genere. Daremo il via a un modello nuovo di accessibilità”. E’ possibile che un giorno Olimpiadi e paralimpiadi si uniscano? “Deve essere così, dovremmo iniziare a usare i termini giusti: Olimpiadi e paralimpiadi 2026”.

Tajani cancella la visita a Parigi: le offese di Darmanin sono inaccettabili

Tajani cancella la visita a Parigi: le offese di Darmanin sono inaccettabiliRoma, 4 mag. (askanews) – Il ministro degli Esteri Antonio Tajani ha confermato oggi la cancellazione della sua visita a Parigi in seguito alle parole del ministro dell’Interno transalpino Gérard Darmanin, che ha accusato la presidente del consiglio Giorgia Meloni di non saper gestire l’immigrazione.

“Non andrò a Parigi per il previsto incontro con (la ministra degli Esteri francese Catherine) Colonna”, ha twittato il capo della diplomazia italiana. “Le offese al governo ed all’Italia pronunciate del ministro Darmanin sono inaccettabili. Non è questo lo spirito con il quale si dovrebbero affrontare sfide europee comuni”.

Milano-Cortina 2026, nuova riunione Cabina regia a palazzo Chigi

Milano-Cortina 2026, nuova riunione Cabina regia a palazzo ChigiRoma, 4 mag. (askanews) – Nuova riunione a palazzo Chigi della cabina di regia per Milano-Cortina 2026. All’incontro, presieduto dal sottosegretario alla presidenza del Consiglio, Alfredo Mantovano, partecipano: il ministro dello Sport, Andrea Abodi, il ministro dell’Economia, Giancarlo Giorgetti, il ministro delle Infrastrutture, Matteo Salvini, la ministra della Disabilità, Alessandra Locatelli, il governatore del Veneto, Luca Zaia, il presidente del Coni, Giovanni Malagò, Luca Pancalli del Comitato italiano paralimpico e, in collegamento, il presidente della Regione Lombardia, Attilio Fontana e il sindaco di Milano, Beppe Sala.

Zaia ha sottolineato che questa Olimpiade sarà dedicata ai disabili. “Deve essere così, prova ne sia che ho voluto fino in fondo l’apertura delle paralimpiadi all’Arena di Verona, monumento conosciuto a livello internazionale. Investiremo 18 milioni di euro per l’abbattimento delle barriere architettoniche, il che significa che sarà il primo monumento a livello internazionale ad aver avuto un investimento del genere. Daremo il via a un modello nuovo di accessibilità”. E’ possibile che un giorno Olimpiadi e paralimpiadi si uniscano? “Deve essere così, dovremmo iniziare a usare i termini giusti: Olimpiadi e paralimpiadi 2026”.

La posa della prima pietra della diga di Genova, al via i lavori di una delle opere più importanti del Pnrr

La posa della prima pietra della diga di Genova, al via i lavori di una delle opere più importanti del PnrrGenova, 4 mag. (askanews) – Al via i lavori della diga di Genova, una delle opere più importanti del Pnrr. “Oggi iniziamo i lavori che dureranno tre anni e mezzo. La diga verrà terminata a novembre 2026. Il cronoprogramma prevedeva la partenza dei lavori il 4 maggio, quindi non abbiamo oggi motivi per non confermare la scadenza”. Lo ha detto il presidente dell’Autorità portuale del Mar Ligure Occidentale e commissario straordinario per la nuova diga del porto di Genova, Paolo Emilio Signorini, a margine della cerimonia di posa della prima pietra della nuova diga. “Ci vogliono centinaia di giorni grigi – ha sottolineato Signorini – per fare un giorno come questo. È stato fatto molto lavoro a Genova, in Comune, Regione, Arpal, Asl, in tutte le amministrazioni centrali, un lavoro straordinario durato tre anni e mezzo. La principale novità è il consolidamento dello strato di ghiaia che noi poniamo in basamento, una palificazione più lunga. Avevamo stimato un limo di 6 metri ma è di 12 metri, quindi ci sarà una palificazione più profonda”.

“Finalmente il giorno è arrivato: oggi è il giorno in cui, senza retorica, siamo al cospetto della storia. Cominciamo a costruire una nuova diga per il porto di Genova, la più importante infrastruttura portuale del Paese e credo che sia davvero l’ultima tappa di un risorgimento”, ha detto il presidente della Regione Liguria, Giovanni Toti, a margine della cerimonia di posa della prima pietra. “La storia – ha sottolineato Toti – vuole che parta negli stessi giorni dei Mille da Quarto. Un secondo risorgimento che da Genova, come già successo, può scuotere davvero un pezzo importante dell’economia italiana e quindi del benessere di questo Paese. Siamo molto contenti: è stato un lavoro lungo, faticoso, ma è la dimostrazione che in questo Paese le opere si possono fare”. “Genova ha sofferto tanto e penso che si sarebbe volentieri risparmiata il ‘modello Genova’. Il crollo del ponte non è stato un incidente ma, da un dramma che ancora grida vendetta, Genova ha saputo rialzarsi in maniera incredibile e sarà una delle protagoniste dello sviluppo del Paese. Penso che tutta la comunità genovese e ligure debba esserne orgogliosa. Io accompagnerò i sogni”, ha detto il ministro delle Infrastrutture Matteo Salvini, durante la cerimonia per la posa della prima pietra della nuova diga del porto di Genova, una delle opere più importanti del Pnrr. “Grazie all’Italia del sì che è in questa sala. Ringrazio chi, senza ideologia, porta Genova al centro del mondo”. Lo ha detto il ministro delle Infrastrutture Matteo Salvini, durante la cerimonia per la posa della prima pietra della nuova diga del porto di Genova, una delle opere più importanti del Pnrr. “L’obiettivo – ha sottolineato Salvini – è di fare squadra. L’Italia è il Paese dove si osa, dove si crea. Abbiamo gli ingegneri migliori al mondo. Non servono gli spot, non serve la diga e basta. La diga è parte di un sistema”. Salvini ha anche colto l’occasione per rilanciare il progetto del Ponte sullo Stretto di Messina: “Così come la diga di Genova è un modello di ingegneria idraulica a livello europeo, il ponte sullo Stretto sarà un modello di ingegneria, di bellezza e di ricchezza a livello europeo”. Il ministro delle infrastrutture Matteo Salvini ha poi incontrato i lavoratori precari del porto di Genova che lo avevano contestato questa mattina davanti a Palazzo San Giorgio. Il ministro, dopo aver parlato con alcuni rappresentanti sindacali, è stato salutato con applausi e strette di mano dai lavoratori, con cui si è fermato a parlare qualche minuto al termine della cerimonia. “Il lavoro – ha detto Salvini dal palco – è una priorità non solo il primo maggio ma anche il 4 maggio. Incontro volentieri i precari del porto di Genova perché i lavori della diga sono un’occasione di sviluppo, di lavoro e di ricchezza per tutti, per le imprese e gli operai”.