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Mattarella da Cracovia avverte: l’Ue non può essere solo la somma di mutevoli interessi nazionali

Mattarella da Cracovia avverte: l’Ue non può essere solo la somma di mutevoli interessi nazionaliCracovia, 19 apr. (askanews) – Ha scelto l’università di Cracovia Sergio Mattarella per fare un discorso a tutto campo sull’Europa, il suo passato e il suo futuro, le sue debolezze e le sue potenzialità. L’Europa non può limitarsi ad affrontare “problemi dettati da altri, in un quadro internazionale deciso da altri”, ha ammonito il capo dello Stato, secondo il quale se l’Unione si limita ad essere la “somma temporanea e mutevole di umori e interessi nazionali” sarebbe “perennemente instabile”. E’ dunque fondamentale invece procedere nell’integrazione, difendere i valori comuni, investire nell’allargamento ai paesi balcanici innanzitutto ma poi anche ad Ucraina e Moldavia per assicurare la stabilità al Continente, mentre l’aggressione russa all’Ucraina sta minacciando la pace faticosamente conquistata all’indomani della seconda guerra mondiale.

“Le ‘prove generali’ della Seconda guerra mondiale ebbero luogo qui, nell’Europa centro-orientale – ha ricordato Mattarella -, in Cecoslovacchia, in Polonia, con l’aggressione da parte della Germania nazista e dell’Unione Sovietica stalinista, frutto di ideologie di esasperazione nazionalistica e di potenza”. Come non citare Danzica, due volte protagonista della storia: “Il ‘piano bianco’ del 1939 con l’aggressione alla città da parte del regime nazista e l’avvio, nel 1988, dai Cantieri, del processo di affrancamento dal regime comunista. ‘Morire per Danzica?’ ci si interrogava in Europa alla vigilia della seconda guerra mondiale. Il seguito di queste incertezze è noto”. E’ la storia dunque che ci insegna che l’unità dell’Europa è la sola via per garantire la pace nel continente: “Come costruire la pace, come realizzare un sistema rispettoso dei diritti di ogni Stato, in grado di irradiare intorno a sé valori positivi di cooperazione? La Polonia è testimone eccellente di questi processi, capofila di quello che portò alla liberazione dal giogo sovietico numerosi Paesi dell’Europa centro-orientale”. “Oggi l’Europa è testimone di crimini frutto di una rinnovata esasperazione nazionalistica che pretende di violare confini, di conquistare spazi territoriali accampando la presenza di gruppi di popolazione appartenenti alla stessa cultura”, perciò – avverte Mattarella – “è necessario superare con coraggio e lungimiranza le contraddizioni di voler puntare, da un lato, a una solida cornice di difesa europea senza saper superare, dall’altro, le timidezze di chi esita ad avanzare sulla strada dell’integrazione. L’una non può esistere senza l’altra”. E le sfide globali che abbiamo di fronte rilanciano anche la necessità di consolidare il rapporto euroatlantico, questo significa “respingere la tentazione della frammentazione della solidarietà fra Paesi liberi, cementata nella esperienza dell’Alleanza Atlantica e dell’Unione Europea” perchè, è la convinzione del presidente della Repubblica, “sicurezza europea e sicurezza euroatlantica sono concetti indivisibili”.

Mattarella cita i fondatori dell’Ue, Monnet e Schuman, per ricordare quali sono stati i principi ispiratori della comunità europea: “L’Europa nasce come grande progetto di pace, come visione di sviluppo capace di superare contrapposizioni storiche, come quella tra Germania e Francia. Occorre una visione altrettanto saggia e robusta. L’Unione Europea è innanzitutto una comunità di valori che trova nel rifiuto della guerra come strumento di risoluzione delle controversie, nel rispetto dello Stato di diritto, nella democrazia e nel dialogo, nella coesione sociale, nelle prospettive di realizzazione dei giovani, i suoi principi cardine. Per tutto questo l’Europa è dei suoi cittadini. Un modello di successo perseguito come traguardo ideale in altri continenti”. Ma essere parte di questo progetto, avverte infine il capo dello Stato, “significa condividerne, con spirito di solidarietà e responsabilità, i valori fondanti e impegnarsi quotidianamente a difendere i diritti sanciti dalla Carta dei valori dell’Unione Europea”.

Migranti e sostituzione etnica, la bufera sulle parole del ministro Lollobrigida non si placa

Migranti e sostituzione etnica, la bufera sulle parole del ministro Lollobrigida non si placaRoma, 19 apr. (askanews) – La bufera sulle parole del ministro dell’Agricoltura Francesco Lollobrigida non accenna a placarsi. Nonostante i colleghi di FdI abbiano provato a rispedire al mittente le critiche dell’opposizione, la paventata ‘sostituzione etnica’ continua a far discutere, e non solo l’opposizione. Il tema migranti è un punto chiave del governo Meloni (conteso tra Lega e FdI), quanto dell’opposizone, su cui si consumano accese distanze; e ieri l’uscita del ministro, preceduta da quella un po’ più cauta ma sulla stessa scia, della premier Giorgia Meloni, ha scatenato il putiferio, che oggi continua.

Riassumendo, ieri al Salone del Mobile di Milano, Meloni ha detto che il problema demografico dell’Italia e le sue ripercussioni sul Pil si risolvono ‘non con i migranti’ ma incentivando la natalità e aumentando il tasso di occupazione femminile. Più o meno lo stesso concetto che poco dopo ha espresso, con toni decisamente più tranchant, il ministro dell’Agricoltura che, ospite del congresso della Cisal, sostiene che ‘vanno incentivate le nascite. Va costruito un welfare per consentire di lavorare a chiunque di lavorare e avere una famiglia. Non possiamo arrenderci al tema della sostituzione etnica’. Parole stigmatizzate da tutta l’opposizione, a cominciare dalla segretaria del Pd, Elly Schlein, secondo cui si tratta di ‘linguaggio da suprematismo bianco’. Qualcuno tra gli alleati ha insinuato il dubbio che il polverone suscitato da Lollobrigida non sia affatto casuale: ‘Fateci caso – fa notare un parlamentare – ogni volta che la maggioranza è in difficoltà c’è qualcuno che distoglie l’attenzione con una polemica’.

In ogni caso il polverone è ancora ben sollevato. Vana la difesa di FdI. Tommaso Foti, capogruppo di FdI alla Camera, in un’intervista al Corriere della Sera. ‘Altra polemica totalmente pretestuosa. A Elly Schlein e compagni, non potendo attaccare nel merito il buon go- verno del ministro, non resta che baccagliare sulla terminologia e sul nulla. Da 20 anni i governi non sono riusciti a risolvere il problema della denatalità italiana’. Ylenja Lucaselli, parlamentare di Fratelli d’Italia, ad Agorà Rai Tre, la mette così: ‘Io mi chiedo: quale è un altro modo per spiegare all’interno di un convegno in maniera veloce il fatto che da parte della sinistra in questi anni c’è stata una politica di accoglienza a prescindere’. Segue Luca Ciriani, ministro per i Rapporti con il Parlamento (altro esponente FdI), che a Rainews 24 ha detto: ci sono state ‘polemiche strumentali sulle parole del ministro Lollobrigida’, ‘non mi piacciono le polemiche soprattutto se sono finte’. ‘In Italia c’è un problema demografico, la sinistra si scandalizza ma in dieci anni non ha fatto niente per risolvere questo problema, la soluzione concreta è di aiutare le famiglie e le donne che devono avere una carriera ed essere anche madri. Vanno costruiti servizi per le famiglie’, ha concluso Ciriani, ribadendo i concetti. Arriva la sponda anche di un alleato di governo Alessandro Cattaneo, Forza Italia, che candidamente ricorda come quella di Lollobrigida non sia un’uscita estemporanea: ‘Quelle del ministro Lollobrigida sono parole che ho sentito in campagna elettorale più volte, quella stessa espressione è stata ripetuta nei comizi e non ci siamo scandalizzati. È un modo di dire che non uso e non utilizzerei. Ma Lollobrigida ha già chiarito il suo pensiero, non vedo il motivo di tutto questo polverone’, ha detto a Coffee Break, su La7, il deputato, vice coordinatore nazionale e responsabile organizzazione territoriale di Forza Italia.

A difendere, e con forza, Lollobrigida il ministro della Famiglia, la Natalità e le Pari Opportunità Eugenia Roccella: ‘Le invettive contro il ministro Lollobrigida, oltre che una deriva polemica che si attacca a ogni pretesto, rivelano quale sia l’ideologia che ha contributo a portare questo Paese nella morsa del gelo demografico che oggi lo stringe. La verità è che la sinistra non vuole una cultura che stimoli il lavoro e la natalità, ma vuole che altri si facciano carico delle esigenze dell’Italia in termini di forza lavoro e di ricambio generazionale’. ‘Se dopo tanti anni di governi di sinistra in Italia si fanno sempre meno figli – prosegue Roccella – i motivi sono anche culturali. Fare figli è diventato qualcosa di socialmente poco premiante. Ma siccome di figli c’è bisogno, l’incombenza può essere appaltata ad altri Paesi, preferibilmente poveri’. E rincara: ‘E’ un’ideologia globalista che sottintende un neo-colonialismo strisciante e che, con la circolazione incontrollata della forza lavoro, lascia ai privilegiati i loro privilegi e ai poveri la povertà’. L’opposizione continua invece ad attaccare, fino a chiedere le dimissioni del ministro. ‘Il solo sentir menzionare la ‘sostituzione etnica’ mi indigna. Non si risolvono questi problemi con le battute di cattivo gusto’. Così Raffaella Paita, presidente del Gruppo Azione-Italia Viva al Senato, in un’intervista al Corriere della sera, sottolineando che quelle del ministro Lollobrigida sono parole ‘gravissime’. ‘Le parole di Lollobrigida sulla sostituzione etnica sono indecenti e indegne di un Ministro, sono inaccettabili e vanno respinte’, ha dichiarato la deputata M5S Chiara Appendino intervenendo a ‘Radio Anch’io’, sottolineando che ‘il Governo è nel pallone sull’immigrazione, che è il tema su cui i partiti di maggioranza hanno fatto campagna elettorale dicendo che avrebbero chiuso i porti e i migranti non sarebbero arrivati. Ora gli sbarchi sono quadruplicati e si stanno scontrando con la realtà ma continuano a perseverare nell’errore della propaganda’.

‘Dopo le dichiarazioni del ministro Lollobrigida siamo ben oltre ogni limite della decenza. Più che parlare di sostituzione etnica sarebbe necessaria dalle parti di Palazzo Chigi e del governo una sostituzione etica’, ha detto il segretario nazionale di Sinistra Italiana Nicola Fratoianni, parlamentare dell’Alleanza verdi Sinistra, dai microfoni di Skytg24. Per il segretario di +Europa, Riccardo Magi, ‘dopo le parole deliranti del ministro Lollobrigida sulla ‘sostituzione etnica’, è evidente l’ideologia che ha mosso il governo nel varare il Dl Cutro. Un’ideologia xenofoba che impedisce al governo di guardare al fenomeno migratorio per quello che è: un’opportunità da cogliere attraverso norme rigorose ed efficienti, anziché usare i migranti per alimentare fobie e paure, in nome del suprematismo bianco e di una presunta razza da difendere’. Il Pd ieri si è schierato ha condannato con i suoi massimi vertici prima Schlein e in serata Bonaccini, il quale, dopo aver definito quelle del ministro Lollobrigida ‘parole irricevibili’, ha auspicato quanto meno le scuse. Oggi anche un altro esponente Pd ha chiesto le scuse: ‘Il contrasto alla denatalità nulla ha a che fare con teorie complottiste e razziste sulla ‘sostituzione etnica” e ‘nelle ore in cui Mattarella ad Auschwitz ha ristabilito la verità storica, Lollobrigida ha usato parole vergognose di cui dovrebbe semplicemente scusarsi’, ha detto Simona Malpezzi, senatrice del Pd. Qualcun altro ha chiesto le dimissioni, mettendo in campo però anche la teoria della ‘distrazione di massa’: ‘È incredibile che uno così faccia il ministro, che utilizzi quelle parole’, il primo commento di Pierfrancesco Majorino, responsabile immigrazione del Partito Democratico, intervistato da Radio Popolare sulle parole del ministro Francesco Lollobrigida sulla sostituzione etnica. ‘Da una parte’, continua Majorino, ‘credo che sia necessario che si dimetta, ma dall’altra penso che il problema non sia solo Lollobrigida, ma l’operazione politica terrificante che la destra sta facendo sul tema dell’immigrazione, un’operazione che mira a esasperare al massimo il conflitto, a creare una dimensione dell’emergenza dopo che non si è gestito nulla in questi mesi, a ricercare ancora una volta un capro espiatorio e a usare la questione dell’immigrazione come una grande arma di distrazione di massa per evitare di discutere del fatto che in questo Paese non si stanno usando i fondi del PNRR o non c’è alcun tipo di manovra seria sul piano delle politiche economiche e sociali’.

Mattarella: nessuno può restare indifferente di fronte alla brutale aggressione della Russia all’Ucraina

Mattarella: nessuno può restare indifferente di fronte alla brutale aggressione della Russia all’UcrainaCracovia, 19 apr. (askanews) – L’Unione europea ha saputo reagire con fermezza e unità al tentativo nazionalistico di violare i suoi confini. Lo ha sottolineato il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, parlando all’università Jagellonica a Cracovia nel corso della sua visita di Stato in Polonia. “Nessuno può restare indifferente di fronte alla brutale aggressione della Federazione Russa contro l’Ucraina, un Paese sovrano, libero, indipendente, democratico, la cui popolazione è oggetto di attacchi mirati e criminali che uccidono con ferocia, prendendo di mira senza scrupoli le infrastrutture civili ucraine per lasciare la popolazione al gelo e al buio – ha ricordato il capo dello Stato -. Oggi l’Europa è testimone di crimini frutto di una rinnovata esasperazione nazionalistica che pretende di violare confini, di conquistare spazi territoriali accampando la presenza di gruppi di popolazione appartenenti alla stessa cultura”.

“Come dimenticare la vicenda dei Sudeti e delle popolazioni di origine tedesca che li abitavano, e della Conferenza di Monaco, che aprirono alla Seconda guerra mondiale? A questo insensato tentativo di sovvertire le regole dell’ordine internazionale, l’Unione Europea ha saputo reagire con fermezza e – con unità di intenti – continuerà a sostenere l’Ucraina”, ha aggiunto. “Sicurezza europea e sicurezza euroatlantica sono concetti indivisibili per potersi difendere insieme con determinazione e per garantire e sviluppare il modello democratico e sociale europeo”, ha ribadito Mattarella. “Fronteggiare con successo le gravi conseguenze del perdurare del conflitto” in Ucraina ha sottolineato il capo dello Stato, “dall’esplosione dei fenomeni migratori alle crescenti diseguaglianze economiche e sociali, alla insicurezza energetica ed alimentare, è la sfida alla quale gli europei sono chiamati”.

Ucraina, Mattarella: respingere tentativi frammentazione Nato-Ue

Ucraina, Mattarella: respingere tentativi frammentazione Nato-UeCracovia, 19 apr. (askanews) – Per “salvaguardare la pace fra le nazioni, affrontare i rischi globali che interpellano tutto il mondo – missione da cui, colpevolmente, ci allontana, oggi, la furia bellicista russa – significa anzitutto respingere la tentazione della frammentazione della solidarietà fra Paesi liberi, cementata nella esperienza dell’Alleanza Atlantica e dell’Unione Europea”. Lo ha detto il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, parlando all’università Jagellonica a Cracovia nel corso della visita di Stato in Polonia.

Mattarella:se Ue somma interessi nazionali perennemente instabile

Mattarella:se Ue somma interessi nazionali perennemente instabileCracovia, 19 apr. (askanews) – Se rimane una somma di interessi nazionali l’Unione europea non sarà mai protagonista perchè “perennemente instabile”. Ne è convinto il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, che nel suo discorso all’università Jagellonica di Cracovia ha citato i fondatori dell’Ue Jean Monnet, a proposito della capacità dell’Europa di crescere attraverso le crisi, e Robert Schumann sulla necessità della solidarietà tra i paesi del continente.

Per il capo dello Stato è “del tutto inadeguato pensare a un’Europa frutto della affannosa rincorsa ad affrontare problemi dettati da altri, in un quadro internazionale deciso da altri. In altri termini, l’esigenza di fare dell’Europa una protagonista non trova adeguata risposta nella visione di un’Unione come somma temporanea e mutevole di umori e interessi nazionali, quindi, per definizione, perennemente instabile”. E’ fondamentale per Mattarella “dare vita a una identità di valori e una comunità di destino, che coinvolgano i popoli che la animano, con il pieno processo democratico che vede protagonisti i cittadini europei”.

La ministra Calderone: abbiamo un milione di posti di lavoro che non riusciamo a coprire

La ministra Calderone: abbiamo un milione di posti di lavoro che non riusciamo a coprireRoma, 19 apr. (askanews) – “Oggi abbiamo un milione di posti di lavoro che non riusciamo a coprire”. Lo ha detto il ministro del Lavoro, Elvira Calderone, intervenendo al forum di Confcommercio. “Mettere il lavoro al centro è il cuore di tutte le riflessioni” perché “senza lavoro non c’è affermazione della dignità delle persone”, ha aggiunto il ministro del Lavoro. “Quando l’impresa funziona e va avanti produce lavoro – ha proseguito Calderone – quando si dice che in alcuni settori cresce il lavoro precario si affermano talvolta anche delle grandi imprecisioni. L’imprenditore, quando ha risorse di qualità, investe sul lavoro”. E’ necessario “rivedere alcuni strumenti il reddito di cittadinanza nella parte che deve essere assegnata all’accompagnamento delle persone al lavoro, riscrivendo le politiche attive” ha sottolineato infine il ministro, annunciando che “siamo in chiusura sulla misura di inclusione (Mia)”.

Verso accordo con Lega su dl Cutro. Ma Fdi: tema migranti nostro

Verso accordo con Lega su dl Cutro. Ma Fdi: tema migranti nostroRoma, 18 apr. (askanews) – L’ordine di scuderia è quello di mostrare compattezza, sempre e comunque. Persino quando la tensione è su un tema – come quello dei migranti – su cui Fratelli d’Italia e Lega si sono costruiti negli anni buona parte del loro capitale politico. E così da palazzo Chigi è arrivato l’input di trovare a tutti i costi un accordo sul cosiddetto dl Cutro, su cui il Carroccio in commissione non ha rinunciato a presentare 21 emendamenti con lo scopo di ripristinare di fatto i decreti sicurezza di salviniana memoria, nonostante nella maggioranza si fosse arrivati a un faticoso compromesso sul tema centrale della cancellazione della protezione speciale. Norma sulla quale sin dall’inizio sono stati puntati i riflettori del Quirinale.

Alla fine, viene spiegato, l’idea a cui si lavora prevede che la Lega mantenga alcuni emendamenti-bandiera che però dovrebbero essere o sottoscritti dagli altri partiti o presentati con testo identico dagli alleati. In questo modo il provvedimento dovrebbe superare l’esame dell’aula del Senato, dove approderà senza relatore, senza che il governo debba mettere la fiducia: un passaggio che probabilmente sarà invece necessario alla Camera ma che, si sottolinea, Giorgia Meloni ha voluto evitare nella prima lettura perché non si accusasse l’esecutivo di forzature istituzionali. Se però la priorità resta dare l’idea di un governo che procede con unità d’intenti, certamente non meno importante viene considerata dalla presidente del Consiglio la necessità di battere su alcuni punti identitari per Fratelli d’Italia. E quello dei migranti è certamente uno di questi. Giorgia Meloni, raccontano, ha chiesto al suo partito di intervenire nei dibattiti, di essere presenti sempre sul tema, insomma di non lasciarlo alla mercé della Lega. Soprattutto non adesso che la presidente del Consiglio ha anche la necessità di contemperare nelle scelte di governo le trattative con l’Europa e la costante attenzione su certi passaggi del Colle.

Ed ecco l’uno due di oggi, della stessa premier e di uno dei suoi ministri più rappresentativi, il cognato Francesco Lollobrigida. Entrambi cominciano discettando di come affrontare il tema della denatalità e finiscono a parlare di migranti. In visita al Salone del Mobile di Milano, Meloni afferma infatti che il problema demografico dell’Italia e le sue ripercussioni sul Pil si risolvono “non con i migranti” ma incentivando la natalità e aumentando il tasso di occupazione femminile. Più o meno lo stesso concetto che esprime, con toni decisamente più tranchant, il ministro dell’Agricoltura che, ospite del congresso della Cisal, sostiene che “vanno incentivate le nascite. Va costruito un welfare per consentire di lavorare a chiunque di lavorare e avere una famiglia. Non possiamo arrenderci al tema della sostituzione etnica”. Parole che vengono stigmatizzate da tutta l’opposizione, a cominciare dalla segretaria del Pd, Elly Schlein, secondo cui si tratta di “linguaggio da suprematismo bianco”. Ma c’è anche chi tra gli alleati insinua il dubbio che il polverone suscitato da Lollobrigida non sia affatto casuale: “Fateci caso – fa notare un parlamentare – ogni volta che la maggioranza è in difficoltà c’è qualcuno che distoglie l’attenzione con una polemica”.

Dl Cutro, aula slitta, maggioranza e governo lavorano a mediazione

Dl Cutro, aula slitta, maggioranza e governo lavorano a mediazioneRoma, 18 apr. (askanews) – Slitta a mercoledì mattina l’approdo nell’aula del Senato del dl Cutro, dopo che la commissione Affari costituzionali ha preso atto di non poter concludere l’esame degli emendamenti. Se il governo non porrà la fiducia sul decreto, dovrà gestire l’Aula e il tema dei migranti richiede un accordo nella maggioranza che assicuri di portare a casa il provvedimento senza ‘incidenti’. Un’intesa su cui si sta lavorando in queste ore.

Lo stop in commissione ha azzerato i lavori sulle modifiche già presentate in quella sede, e stasera scade il termine per gli emendamenti dei senatori. Il capogruppo della Lega, Massimiliano Romeo, ha ribadito che il Carroccio conferma il suo ok all’emendamento unitario del centrodestra sul delicato tema della protezione speciale ma ha aggiunto che ci sono altri temi, come i Centri per il rimpatrio, che vanno “affrontati” e il gruppo sarebbe intenzionato a ripresentarli per l’Aula. La stretta sui migranti che arrivano attraverso canali illegali in Italia è tra i temi su cui il governo Meloni tiene a mostrare compattezza e le dichiarazioni di esponenti della maggioranza l’hanno ribadita. Non ultima quella del presidente dei senatori di Fratelli d’Italia, Lucio Malan: “Il centrodestra è compatto e questa settimana approveremo il decreto legge sull’immigrazione con il superamento della protezione speciale”.

Ma la faccia inflessibile vuole soprattutto mostrarla la Lega. Il tema è uno dei suoi cavalli di battaglia e deve mantenere il punto almeno su alcune proposte del suo pacchetto di 21 emendamenti (che era stato accantonato in commissione e su cui il governo non si era espresso). Secondo quanto si apprende, allo stato, anche Fdi e Fi starebbero ragionando sulla possibilità di avanzare richieste che vadano nella stessa direzione, proprio in chiave ‘coesione’. L’esecutivo non ha lo stesso termine perentorio ma il tentativo, a quanto si apprende, è di rispettarlo riproponendo modifiche sulla falsariga dei due maxi-testi depositati in commissione (con misure, tra l’altro, per il potenziamento delle strutture governative di prima accoglienza, la gestione del centro di Lampedusa affidato alla Croce Rossa, il giro di vite su chi domanda la protezione internazionale, sui trattenimenti e i rimpatri). Non è possibile dunque escludere qualche novità dell’ultimo minuto.

Non aver chiuso il testo in commissione qualcosa spiega, come l’iter del provvedimento avviato oltre un mese fa che ha visto le prime votazioni a ridosso delle feste di Pasqua e solo sui tre articoli meno divisivi, mentre sulla parte più contestata dai gruppi di minoranza (in Parlamento) e delle associazioni (nel Paese), i pareri del governo sono arrivati con il contagocce: i due maxi-testi firmati ‘esecutivo’ sono giunti giovedì 13 aprile e solo ieri è ricominciato il voto, ad oltranza, caratterizzato dall’ostruzionismo delle opposizioni. Intanto la minoranza ha annunciato battaglia anche in Aula e si appresta a depositare a breve i propri, numerosi, emendamenti. Mercoledì alle 10 la seduta inizia con il voto sulle pregiudiziali e poi si passerà all’esame del testo, emendamento per emendamento. A quel punto esecutivo e maggioranza dovranno scoprire le carte e giocare la partita sinora rinviata.

Terzo polo, prove di ricucitura ma Calenda frena i mediatori

Terzo polo, prove di ricucitura ma Calenda frena i mediatoriRoma, 18 apr. (askanews) – I mediatori dentro al terzo polo erano al lavoro da giorni e la proposta di Mara Carfagna su Repubblica sembrava aver riaperto un canale di dialogo, ma è il leader di Azione Carlo Calenda a smorzare gli entusiasmi dei pontieri. L’idea di una “coalizione delle forze di centro, riformiste, europeiste e liberali che si alleano tra loro senza rinunciare ai propri simboli” ottiene il plauso di Mariastella Gelmini ed Enrico Costa ed è apprezzata anche dalle parti di Iv, ma deve fare i conti con i paletti posti da Calenda che stoppa sul nascere chi pensava che si potesse riprendere il cammino interrotto.

Da giorni era apparso chiaro che sia Italia viva che molti dentro Azione stessero lavorando per provare ad andare oltre, ricucendo lo strappo e la proposta di oggi della ex ministra pareva lo strumento utile a voltare pagina. E’ vero che Carfagna, nella sua intervista, parla di “coalizione” e non di federazione, ma il dato politico era soprattutto la riapertura ad dialogo con Iv. Di sicuro cita la federazione Raffaella Paita, di Italia viva: “Interessante la proposta di Mara Carfagna di ripartire dalla federazione. Noi ci siamo”. E di federazione parla anche Andrea Marcucci, ex capogruppo Pd al Senato, attualmente consigliere della Fondazione Einaudi sempre più con un piede fuori dal partito, applaudito da Maria Elena Boschi: “Mi pare molto saggia la proposta di Andrea Marcucci”.

Ma è interessante che anche Mariastella Gelmini, vicesegretaria e portavoce di Azione, abbia tradutto in questo modo le parole della Carfagna: “La federazione fra Azione e Italia Viva, lanciata da Mara Carfagna e condivisa da Carlo Calenda, ci può e ci deve aiutare a superare questa fase”. Non solo, l’ex ministra elogia anche le colleghe di Iv: “Bene che Raffaella Paita e Maria Elena Boschi la sostengano. Costruiamo ponti. Guardiamo avanti”. Un clima che era piaciuto anche a Enrico Costa, altro vicesegretario di Azione. Nei giorni scorsi aveva firmato un appello insieme a Luigi Marattin, di Iv, per chiedere di interrompere lo scontro nel terzo polo. “Allora a qualcosa è servito parlare di contenuti mentre tutti pensavano non ci fosse speranza”, commentava stamattina su Twitter, rivendicando: “Pontieri (e pompieri) ieri, oggi e domani”.

Ma, appunto, l’euforia di “pontieri” e “pompieri” è durata poco. Appena il tempo necessario perché Calenda scrivesse la sua opinione al riguardo: “La federazione con Italia Viva è stata sciolta e non verrà ricostituita”, fa filtrare attraverso fonti di Azione. Lo stop, viene precisato, non è a Carfagna ma a chi in Italia viva pensa che si possa riavvolgere il nastro e tornare indietro di una settimana: “Come dichiarato da ultimo oggi dalla presidente del partito Mara Carfagna il progetto di Azione va avanti, con l’obiettivo di costruire un polo riformista, liberale e popolare con chi seriamente e lealmente ci vorrà lavorare”. Di fatto, però, è uno stop al ritrovato dialogo con Italia viva che – al di là del dibattito su “federazione” o “coalizione” – era il vero punto centrale dell’intervista di Carfagna. Il leader non è affatto disposto a mettersi alle spalle la rottura con Matteo Renzi, mentre molti dirigenti di Azione rivendicano appunto un ruolo da “pontieri”. Di questo si parlerà anche stasera in una riunione convocata da Calenda col vertice del partito.

Mattarella ad Auschwitz: i regimi fascisti consegnarono i concittadini ai carnefici nazisti

Mattarella ad Auschwitz: i regimi fascisti consegnarono i concittadini ai carnefici nazistiAuschwitz, 18 apr. (askanews) – “I regimi fascisti europei consegnarono i propri concittadini ai carnefici” nazisti. Lo ha sottolineato il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, nel corso del suo intervento alla cerimonia conclusiva della Marcia dei vivi ad Auschwitz-Birkenau.

“Siamo qui oggi a rendere omaggio e fare memoria dei milioni di cittadini assassinati da un regime sanguinario come quello nazista – ha ricordato Mattarella – che, con la complicità dei regimi fascisti europei, che consegnarono propri concittadini ai carnefici, si macchiò di un crimine atroce contro l’umanità”.