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Nuovi centri senza gara e ricollocamenti per superare l’emergenza migranti

Nuovi centri senza gara e ricollocamenti per superare l’emergenza migrantiRoma, 16 apr. (askanews) – Il primo atto formale ed esecutivo successivo alla dichiarazione dello stato di emergenza in materia di immigrazione deciso del consiglio dei ministri, è stato compiuto oggi con due provvedimenti del capo della Protezione Civile, Fabrizio Curcio. Oltre ad aver nominato Valerio Valenti, commissario per l’emergenza, Curcio ha emanato una ordinanza, la 984, con la quale impartisce le prime disposizioni urgenti per fronteggiare, in Piemonte, Liguria, Lombardia, Veneto, Friuli-Venezia Giulia, Umbria, Marche, Lazio, Abruzzo, Molise, Basilicata, Calabria, Sardegna, Sicilia e delle Province Autonome di Trento e di Bolzano, “lo stato di emergenza in conseguenza dell’eccezionale incremento dei flussi di persone migranti in ingresso sul territorio nazionale attraverso le rotte migratorie del Mediterraneo”.

L’ordinanza, che non avrà alcun valore nelle regioni a guida Pd, Campania, Emilia Romagna, Toscana, Valle d’Aosta e Puglia che non hanno sottoscritto l’intesa, prevede la possibilità di creare Hot spot e indica le modalità di ‘mobilità’ dei migranti fra le varie regioni. Il provvedimento di Curcio si fonda sulla delibera del Consiglio dei Ministri dello scorso 11 aprile, e parte dalla considerazione “che il territorio nazionale a partire dai primi mesi dell’anno in corso è stato interessato da un eccezionale incremento dei flussi di persone migranti in ingresso attraverso le rotte migratorie del Mediterraneo, determinando un eccezionale accrescimento delle esigenze volte ad assicurare il soccorso e l’assistenza alla popolazioneáinteressata” e che questo afflusso “in ingresso sul territorio nazionale sta determinando una situazione di grande difficoltà derivante dalla saturazione del sistema di accoglienza nazionale gestito dal Ministero dell’interno, con particolare riferimento all’hotspot di Lampedusa” e alleástruttureádi primissima accoglienza. Per questo, grazie anche al primo stanziamento straordinario di 5 milioni di euro, ha affidato al Commissario delegato Valenti il compito di coordinare le attività volte all’ampliamento della capacità del sistema di accoglienza,con la creazione di seguito hotspot “anche in deroga allo schema di capitolato d’appalto approvato con il Decreto del Ministro dell’interno”.

Inoltre, nelle more dell’individuazione di disponibilità di posti nelle strutture, coordinare, coinvolgendo i territori interessati, “l’attività per l’accoglienza delle persone migranti in strutture provvisorie, nelle quali sono assicurate le prestazioni concernenti il vitto, l’alloggio, il vestiario, l’assistenza sanitaria e la mediazione linguistico-culturale, anche in deroga alle disposizioni contenute nello schema di capitolato di gara” previsto dalle vigenti norme. Il Commissario delegato, dovrà anche individuare le migliori soluzioni per assicurare la realizzazione di un servizio continuativo di trasporto marittimo e aereo, “da parte di vettori all’uopo individuati, dagli hotspot ai territori ove saranno individuati i centri e strutture di accoglienza e all’adozione dei conseguenti atti amministrativi e gestòri”. Per svolgere i compiti affidati il Commissario delegato potrà avvalersi “dei Corpi ed Amministrazioni statali, di società a totale capitale dello Stato e di società da esse controllate”. In particolarre potrà avvalersi delle strutture, dei mezzi e delle risorse umane delle Forze Armate e delle Forze dell’Ordine, per il trasporto delle persone migranti. Inoltre il Commissario delegato ed i soggetti attuatori dallo stesso individuato potranno, in deroga alle previsioni di numerose normative vigenti, fra le varie cose, affidare incarichi, procedere ad assuzioni a termine. L’intero elenco delle deroghe è contenuto nell’articolo 4 che riempie 4 pagine dell’ordinanza.

Il Commissario delegato per l’emergenza migranti è Valerio Valenti

Il Commissario delegato per l’emergenza migranti è Valerio ValentiRoma, 16 apr. (askanews) – Il prefetto Valerio Valenti, capo del Dipartimento per le libertà civili e l’immigrazione del ministero dell’Interno, è stato nominato commissario delegato per lo stato di emergenza per i migranti nelle regioni che hanno sottoscritto l’intesta con lo stato, Piemonte, Liguria, Lombardia, Veneto, Friuli Venezia Giulia, Umbria, Marche, Lazio, Abruzzo, Molise, Basilicata, Calabria, Sardegna, Sicilia e le Province Autonome di Trento e di Bolzano.

La nomina è contenuta in una ordinanza firmata del capo del Dipartimento della Protezione Civile, Fabrizio Curcio che, previo parere positivo di Viminale e Presidenza del Consiglio e grazie allo stato di emergenza migranti dichiarato dal Governo la scorsa settimana, conferisce al Commissario poteri speciali in deroga per realizzare nuove strutture di accoglienza e sfollare quelle attuali per le Regioni che hanno firmato l’intesa con il Governo. Escluse invece quelle che non le hanno sottoscritte, tutte a guida dell’opposizione: Campania, Emilia Romagna, Toscana, Puglia, Val d’Aosta.

Migranti, Valerio Valenti nominato commissario per l’emergenza

Migranti, Valerio Valenti nominato commissario per l’emergenzaRoma, 16 apr. (askanews) – Il prefetto Valerio Valenti, capo del Dipartimento per le libertà civili e l’immigrazione del ministero dell’Interno, è stato nominato commissario delegato per lo stato di emergenza per i migranti nelle regioni che hanno sottoscritto l’intesta con lo stato, Piemonte, Liguria, Lombardia, Veneto, Friuli Venezia Giulia, Umbria, Marche, Lazio, Abruzzo, Molise, Basilicata, Calabria, Sardegna, Sicilia e le Province Autonome di Trento e di Bolzano.

La nomina è contenuta in una ordinanza firmata del capo del Dipartimento della Protezione Civile, Fabrizio Curcio che, previo parere positivo di Viminale e Presidenza del Consiglio e grazie allo stato di emergenza migranti dichiarato dal Governo la scorsa settimana, conferisce al Commissario poteri speciali in deroga per realizzare nuove strutture di accoglienza e sfollare quelle attuali per le Regioni che hanno firmato l’intesa con il Governo. Escluse invece quelle che non le hanno sottoscritte, tutte a guida dell’opposizione: Campania, Emilia Romagna, Toscana, Puglia, Val d’Aosta.

Molteni: inquietante la preghiera islamica sul sagrato della chiesa a Cantù

Molteni: inquietante la preghiera islamica sul sagrato della chiesa a CantùRoma, 16 apr. (askanews) – “L’immagine della preghiera islamica, riservata ai soli uomini, sul sagrato della Chiesa di San Paolo a Cantù, in occasione di una manifestazione organizzata dalla comunità pastorale locale, non ci può lasciare indifferenti, anzi mi preoccupa e inquieta profondamente”. Lo denuncia il del sottosegretario leghista agli Interni Nicola Molteni, a proposito delle immagini della manifestazione di ieri a Cantù in provincia di Como.

“Il legittimo dialogo interreligioso – sottolinea il deputato della Lega – non significa rinunciare ai simboli di una comunità improntata ai principi cattolici e cristiani.Occupare il sagrato di una chiesa, simbolo della nostra comunità, per concludere la preghiera del digiuno in tempo di Ramadan, non è un segnale di tolleranza ma di un relativismo e di un pensiero debole, dominato da una perdita di identità rispetto ai valori occidentali.Penso anche a quanto annunciato una settimana fa, – prosegue Molteni – in occasione della Santa Pasqua: la chiusura dell’oratorio di San Teodoro, un luogo al cui interno, intere generazioni si sono formate ed educate, me compreso. Si chiude un oratorio e si consente alla comunità islamica locale di pregare sul sagrato della Basilica di San Paolo. Da anni mi batto, io e tanti canturini, per bloccare la realizzazione di una moschea illegale a Cantù.- incalza il sottosegretario – La giustizia ci sta dando ragione e continueremo in questo percorso di rispetto delle leggi e del diritto italiano.Dialogo significa confronto ma anche rispetto delle regole. Quei precetti che la comunità islamica locale ha sistematicamente violato occupando illegalmente un capannone commerciale trasformandolo in una moschea clandestina. Fino a quando le comunità islamiche non sottoscriveranno le intese previste dalla nostra Carta Costituzionale, accettando diritti e doveri, principi e regole, valori, precetti civili e democratici del nostro sistema Paese, tra i quali la parità uomo – donna, non potrà esserci vera integrazione e il dialogo rimarrà impossibile”, conclude l’esponente del governo.

Meloni ricorda la strage di Primavalle: occorre pacificare il Paese

Meloni ricorda la strage di Primavalle: occorre pacificare il PaeseRoma, 16 apr. (askanews) – “Caro Giampaolo, il 16 aprile di cinquant’anni fa l’Italia e Roma hanno vissuto una delle pagine più buie della storia nazionale. Con il rogo di Primavalle e il barbaro assassinio di Stefano e Virgilio Mattei, il nostro popolo è stato costretto a prendere coscienza di una realtà che si andava affermando ma che in tanti continuavano a voler ignorare: l’odio cieco e totale nei confronti dell’avversario politico. Un odio allo stato puro che stava divorando la mente e il cuore di molti e che stava avvelenando la Nazione”. Così scrive il presidente del consiglio Giorgia Meloni in un messaggio inviato al presidente dell’associazione Fratelli Mattei, Giampaolo Mattei, in occasione della cerimonia di commemorazione del 50° anniversario della strage di Primavalle.

“L’atroce uccisione di due giovani innocenti di 10 e 22 anni, colpevoli di essere figli del segretario della locale sezione del Movimento Sociale Italiano, fece toccare alla violenza politica un punto di non ritorno. La terribile strage di Primavalle non è rimasta, purtroppo, isolata. Ad essa è seguita una lunga catena di morte e dolore che ha insanguinato le nostre città, ha distrutto intere famiglie e ha segnato per sempre la vita di tanti nostri connazionali, lacerando il nostro tessuto sociale e contribuendo a spalancare le porte all’abisso del terrorismo”. Quelli della morte di Stefano e Virgilio Mattei – spiega Meloni – “erano gli anni dell’odio”, come ha correttamente sottolineato il senatore Verini giovedì scorso nell’Aula del Senato della Repubblica – continua il presidente – Sì, erano gli anni nei quali l’avversario politico era un nemico da abbattere, erano gli anni dei cattivi maestri sempre pronti a giustificare anche il più orrendo dei crimini o a costruire false verità per coprire i responsabili, erano gli anni delle fazioni contrapposte e della delegittimazione reciproca”. Il presidente Meloni aggiunge: “Il popolo italiano ha saputo superare quegli anni così duri. Non lo ha fatto senza difficoltà. Le cicatrici delle profonde ferite subite ne sono il segno concreto e, spesso, tornano a far male. Non possiamo cancellare la storia o chiedere alle famiglie delle vittime di dimenticare ciò che è successo. Non possiamo restituire la vita ai troppi giovani che l’hanno sacrificata ad un’ingiusta violenza. Quello che possiamo fare oggi è tenere viva la memoria di quanto accaduto, per evitare il pericolo di ricadute e condurre l’Italia e il nostro popolo verso una piena e vera pacificazione nazionale”.

“È l’obiettivo che l’Associazione Fratelli Mattei persegue fin dalla sua fondazione e che era nel cuore della signora Anna, donna straordinaria che non ha mai smesso di chiedere giustizia per i suoi figli e che ha impegnato tutta la sua vita con la forza della testimonianza. È l’obiettivo che mi auguro tutte le forze politiche, le Istituzioni, le agenzie educative e la società vogliano porsi per trasmettere alle nuove generazioni un messaggio di rispetto e tolleranza. Perché nel confronto politico non ci siano più nemici da abbattere o da distruggere, ma soltanto avversari, con i quali confrontarsi civilmente e nel riconoscimento reciproco”.

Sudan, Governo italiano: abbandonare le armi, riprendere negoziati

Sudan, Governo italiano: abbandonare le armi, riprendere negoziatiRoma, 15 apr. (askanews) – “Il Governo italiano segue con preoccupazione gli eventi in corso in Sudan e si unisce agli appelli ONU, UA e UE perché cessino i combattimenti a Khartoum e altrove, per la sicurezza del popolo sudanese e per risparmiare ulteriori violenze. Invita quindi le parti in causa ad abbandonare la via delle armi, e a riprendere i negoziati avviati da tempo, affinché il popolo sudanese esprima le proprie scelte nell’ambito di un processo elettorale. La violenza porta soltanto altra violenza”. Lo riferisce palazzo Chigi, sottolineando che “il governo italiano segue la situazione di sicurezza dei cittadini italiani, che sono invitati a restare a casa o in altro luogo sicuro, come chiesto dalla Ambasciata d’Italia, aperta e operativa”.

Pd,giovedì 20 aprile al Nazareno la prima direzione dell’era Schlein

Pd,giovedì 20 aprile al Nazareno la prima direzione dell’era SchleinRoma, 15 apr. (askanews) – La prima riunione della direzione dopo il congresso e le primarie che hanno portato Elly Schlein alla guida del Pd si terrà giovedì prossimo, 20 aprile, alle ore 15 alla sede nazionale del partito in largo del Nazareno a Roma in forma ibrida: in presenza e da remoto. La ha convocata il neo presidente del Pd Stefano Bonaccini, secondo quanto si legge nella convocazione, con doppio ordine del giorno: la relazione della segretaria Elly Schlein e la ratifica dei commissariamenti da lei disposti nelle scorse settimane. A partire da quello della Campania del Governatore De Luca, affidato al responsabile economia della nuova segreteria Antonio Misiani.

Meloni: vogliamo eliminare la protezione speciale per i migranti

Meloni: vogliamo eliminare la protezione speciale per i migrantiAddis Abeba, 15 apr. (askanews) – L’obiettivo del governo è “l’eliminazione della protezione speciale” per i richiedenti asilo, nel quadro di una strategia complessiva che prevede la linea dura contro i trafficanti di esseri umani ma anche flussi regolari e cooperazione con i Paesi di partenza e di transito. Da Addis Abeba la presidente del Consiglio Giorgia Meloni chiarisce la linea dell’esecutivo sulla protezione speciale, dopo la presentazione da parte della maggioranza di un emendamento (che in parte riprende precedenti iniziative della Lega) per limitarla fortemente. Al momento il permesso per protezione speciale viene rilasciato allo straniero che non può ottenere la protezione internazionale ma per il quale sussiste il rischio di persecuzione o di tortura in caso di rientro nel Paese di origine.

“Io ho come obiettivo l’eliminazione della protezione speciale, perchè si tratta di un’ulteriore protezione rispetto a quello che accade nel resto d’Europa e io credo che l’Italia non abbia ragione di discostarsi dalle normative europee di riferimento. C’è una proposta di maggioranza nel suo complesso e confido che sia quella approvata. Non è un tema su cui ci sono divergenze”, ha detto Meloni, provocando l’immediata risposta, a distanza, della segretaria del Pd Elly Schlein secondo cui è una “vergogna cercare di nuovo di far pagare sulla pelle delle persone più fragili l’incapacità di questo governo di costruire delle politiche migratorie”. Il tema dei migranti è stato centrale nella visita di due giorni ad Addis Abeba, dove Meloni ha incontrato il primo ministro etiope Abiy Ahmed Ali e il presidente somalo Hassan Sheikh Mohamud. La missione si è conclusa oggi alla scuola italiana “Galileo Galilei”, il più grande istituto italiano nel mondo, con circa 940 allievi, dalla scuola dell’infanzia alle superiori. Un’occasione – tra selfie e risate con i bambini – per ribadire la sua visione sulla gestione dei migranti. “In Consiglio dei Ministri insieme a norme molto più dure sui trafficanti di esseri umani – ha ricordato – abbiamo approvato anche un decreto flussi triennale cercando di dare il messaggio che se queste nazioni ci aiutano a combattere le reti dei trafficanti noi diamo dei segnali in termini di flussi regolari ma anche di formazione” e aiuti. Da questo punto di vista, per la premier, il bilancio della trasferta etiope è “ottimo, molto proficuo, molto concreto”. La scuola “Galilei”, per lei, è un esempio: “Il 100% dei ragazzi che escono da queste scuole trovano un lavoro e credo che questa sia la cosa più importante che si può fare per nazioni che fanno grandi sforzi di stabilizzazione e di modernizzazione e che sono fondamentali per la stabilità dell’intera regione. C’è grande voglia di Italia, c’è grande attenzione per la nostra capacità di cooperare in modo non predatorio. Vogliamo lavorare sulle infrastrutture, sull’agricoltura, sul turismo”. Un altro terreno su cui l’Italia può avere un “ruolo” è quello di essere “portavoce” negli organismi multilaterali delle necessità dei Paesi africani. Cosa che Roma sta facendo in primo luogo all’interno dell’Unione europea, in cui la premier vede un cambio di prospettiva. In Africa – ha ribadito – “l’Europa è rimasta indietro” e il terreno “si recupera decidendo e capendo che l’Africa è strategica” perchè “se queste nazioni non vengono sostenute a cascata i loro problemi arrivano da noi. L’Italia, per vicinanza, lo capisce di più ma comincio a vedere un cambio di percezione dell’errore fatto nel momento in cui l’Europa, indietreggiando, ha favorito la presenza di altri attori che possono avere un approccio diverso. Il lavoro che sto cercando di fare è accendere i riflettori”.

Dopo la visita alla scuola Meloni è ripartita per Roma, dove da lunedì la attende il lavoro sui dossier aperti, a partire dalla revisione del Pnrr che deve essere completata entro agosto per l’invio alla Commissione Ue. “Noi rispettiamo le prescrizioni che ci vengono fornite. Vogliamo – ha assicurato – fare del nostro meglio per spendere le risorse. Per le modifiche ci prendiamo il tempo necessario per raggiungere il vero obiettivo che non è essere i primi della classe ma usare al meglio le risorse”.

Secondo l’Anci gli emendamenti al Dl Cutro non sono urgenti nè sono utili ai sindaci

Secondo l’Anci gli emendamenti al Dl Cutro non sono urgenti nè sono utili ai sindaciRoma, 15 apr. (askanews) – I due maxiemendamenti presentati al cosiddetto Decreto Cutro, che porterebbero nuovamente i richiedenti asilo fuori dal sistema di accoglienza Sai “sicuramente non è quello che serve ai sindaci e non sono certo sia la prima urgenza in questa situazione”. Lo dichiara il sindaco di Prato e delegato Anci all’Immigrazione, Matteo Biffoni. “Sono misure già sperimentate in passato – spiega il sindaco di Prato – che non si sono dimostrate particolarmente utili nella gestione dei migranti sui territori, anzi spesso hanno complicato le cose, con ricadute negative in termini di degrado sociale, marginalità e insicurezza”. Per il responsabile Immigrazione dell’Anci “le urgenze sono altre: minori non accompagnati, innanzitutto, ma pensiamo anche a misure che consentano di accorciare i tempi di rilascio dei permessi di soggiorno, che oggi sono lunghissimi, rallentando i percorsi di autonomia e regolarità amministrativa”. Biffoni ricorda poi che fino ad ora “I Comuni non sono stati interpellati ma penso sia sempre utile sentire la nostra voce, soprattutto quando si mette mano a misure che impattano sui territori”. “Stiamo ricevendo segnali di preoccupazione da parte del Terzo settore, e questo per noi non può andare bene, perché crea tensione e instabilità, visto il ruolo strategico che lo stesso ha nella gestione dei servizi territoriali e nella mediazione sociale”. Il sindaco di Prato chiede quindi “un supplemento di riflessione a Governo e Parlamento e affinché non decidano da soli. Il tema è delicato, occorre muoversi con attenzione e cautela e ascoltando i sindaci che, a prescindere dalle appartenenze politiche, hanno a cuore il benessere delle comunità residenti sui territori. Eviterei fughe in avanti non ponderate su temi come questi e mi concentrerei sui problemi concreti”, chiosa il delegato Anci all’Immigrazione.

Terzo polo, Renzi: Calenda usa metodi grillini, io non replico

Terzo polo, Renzi: Calenda usa metodi grillini, io non replicoRoma, 15 apr. (askanews) – “In queste ore Carlo Calenda sta continuando ad attaccarmi sul piano personale, con le stesse critiche che da mesi usano i giustizialisti. Sono post e tweet tipici dei grillini, non dei liberal democratici. Tuttavia io non replico”. Lo scrive Matteo Renzi nella sua e-news.

“Se sono un mostro oggi, lo ero anche sei mesi fa quando c’era bisogno del simbolo di Italia Viva per presentare le liste. Se sono un mostro oggi, lo ero anche quando ho sostenuto Calenda come leader del Terzo Polo, come sindaco di Roma, come membro del Parlamento europeo. O addirittura quando l’ho nominato viceministro, ambasciatore, ministro”, aggiunge il leader di Italia viva.