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Cedu boccia ricorsi: legittimo no Italia a trascrizione figli di gay

Cedu boccia ricorsi: legittimo no Italia a trascrizione figli di gayBruxelles, 22 giu. (askanews) – La Corte europea dei diritti dell’uomo (Cedu) ha pubblicato i dispositivi di tre sentenze, decise il 3 maggio scorso dalla sua prima sezione, che hanno respinto una serie di ricorsi presentati da coppie omosessuali, da “genitori di intenzione” (senza legami biologici con i figli), e anche da una madre biologica, contro il rifiuto delle amministrazioni di trascrivere nei registri dello stato civile italiano gli atti di nascita di diversi bambini nati all’estero per gestazione con maternità surrogata, o in in Italia per procreazione medicalmente assistita.

La Corte innanzitutto ha riconosciuto che “il sistema giuridico italiano proibisce come contrario all’ordine pubblico la trascrizione dell’atto di nascita di un bambino nato da una maternità surrogata praticata all’estero”. La Corte di Strasburgo poi ha ricordato che la Corte di Cassazione italiana “ha affermato il principio secondo il quale una ordinanza con cui un tribunale straniero riconosce un legame di filiazione tra un bambino nato all’estero con maternità assistita e una persona che non ha con lui alcun legame biologico non può essere trascritta nei registri dello stato civile italiano”, aggiungendo che, tuttavia, ” i valori tutelati dalla proibizione in questione non escludono la possibilità di riconoscere la relazione parentale attraverso altri strumenti previsti dall’ordine giuridico, come l’adozione in certi casi particolari”.

I giudici di Strasburgo hanno quindi considerato che “il non riconoscimento da parte delle autorità italiane degli atti di nascita in oggetto non hanno avuto, in pratica, un impatto significativo sul godimento, da parte degli interessati, del loro diritto alla vita familiare”. La Corte considera inoltre che “le difficoltà pratiche incontrate dai ricorrenti nella loro vita familiare in assenza del riconoscimento nel diritto italiano del legame di affiliazione, potrebbero essere in parte risolte mediante il riconoscimento del legame di filiazione del padre biologico dopo una domanda di trascrizione parziale degli atti di nascita”.

Una delle tre sentenze riguarda il rifiuto di trascrizione nello stato civile italiano dell’atto di nascita di bambini di coppie omosessuali nati in Italia, ma concepiti mediante procreazione medicalmente assistita all’estero. Nel caso specifico, i bambini a cui fa riferimento il ricorso sono nati mediante inseminazione artificiale effettuata in una clinica spagnola. Il ricorso era stato presentato sia dalla madre biologica che dalla “madre d’intenzione”, e anche dai due bambini nati mediante procreazione assistita.

La Corte dei diritti umani ha constatato che “il desiderio di vedere riconosciuto un legame tra i bambini e i genitori di intenzione non era ostacolato da una impossibilità generale e assoluta, poiché i ricorrenti hanno avuto a loro disposizione la possibilità dell’adozione e non l’hanno utilizzata”. In effetti, i giudici di Strasburgo ricordano che, sebbene l’evoluzione della giurisprudenza in Italia avesse già consentito il riconoscimento dell’adozione da parte del genitore d’intenzione, prima della nascita dei bambini, “non sembra che sia stata introdotta nessuna domanda di adozione” da parte della madre d’intenzione. Tutti i ricorsi facevano riferimento all’Articolo 8 della Convenzione europea dei Diritti dell’Uomo. I ricorrenti consideravano che il rifiuto della trascrizione degli atti di nascita da parte delle amministrazioni italiane violasse il comma 2 dell’Articolo, secondo cui “non può esservi ingerenza di una autorità pubblica” nell’esercizio del diritto al rispetto della vita privata e familiare. Nello stesso articolo, tuttavia, questo divieto d’ingerenza è subordinato ad alcune condizioni, dovendo appicarsi “a meno che tale ingerenza sia prevista dalla legge e costituisca una misura che, in una società democratica, è necessaria alla sicurezza nazionale, alla pubblica sicurezza, al benessere economico del paese, alla difesa dell’ordine e alla prevenzione dei reati, alla protezione della salute o della morale, o alla protezione dei diritti e delle libertà altrui”. Tutte le tre sentenze sono state adottate all’unanimità dai giudici membri della prima sezione della Corte dei Diritti dell’Uomo.

Forza Italia, tregua armata e step verso il congresso. Pesa l’incognita Marta Fascina

Forza Italia, tregua armata e step verso il congresso. Pesa l’incognita Marta FascinaRoma, 22 giu. (askanews) – Sarà pure assente e “muta”, come ormai hanno preso a chiamarla in molti, ma Marta Fascina è fin troppo presente nei dubbi che agitano il futuro di Forza Italia. Anche oggi che la Camera ha ricordato Silvio Berlusconi, il suo scranno è rimasto vuoto, come praticamente in tutto il resto della legislatura, con pochissime eccezioni che si contano sulle dita di una mano. “Ancora non se la sente”, spiega un deputato a lei vicino. “Prima vuole aspettare che si apra il testamento”, maligna invece un esponente della minoranza.

Quello sarà il momento della verità per l’eredità economica. Ma c’è chi si aspetta – o forse perlopiù teme – che possa esserlo anche per quella politica. Il percorso che traghetterà Forza Italia verso il suo tentativo di sopravvivere al fondatore è cominciato oggi e, al momento, non prevede un ruolo per la quasi moglie. Il 15 luglio si terrà il Consiglio nazionale che sancirà il ruolo di presidente pro tempore per Antonio Tajani. Poi, l’anno prossimo sarà convocato il Congresso, anche se ancora si ragiona sull’opportunità di tenerlo prima o dopo le Europee. Le elezioni per Bruxelles del prossimo giugno sono uno spartiacque, superare la soglia di sbarramento del 4% una necessità che torna utile anche a Giorgia Meloni e alla stabilità del suo governo. Al momento, sull’onda emotiva della morte dell’ex premier, Forza Italia cresce nei sondaggi, in alcuni casi facendo registrare anche un sorpasso ai danni della Lega. Ma quanto durerà questo effetto, è la domanda che si pongono deputati e senatori orfani del fondatore.

La famiglia intanto ha fatto la sua mossa per blindare casse, presentazione delle liste e simbolo, piazzando come nuovo tesoriere l’avvocato di fiducia Fabio Roscioli, e si è impegnata “pur nel rispetto dei ruoli” a mantenere in vita la creatura voluta dal padre. Ovvero a fare la sua parte sul fronte economico, garantendo le fidejussioni, ma senza un impegno diretto. Ed è qui che subentra l’incognita Fascina. Al ministro degli Esteri spetta il compito di mantenere il fragile equilibrio che per ora tiene in piedi il partito, in nome del comune interesse alla sopravvivenza. “Ma cosa potrebbe fare se fosse per esempio Marina stessa a spingere perché lei abbia un ruolo?”, si chiede un parlamentare. Magari è più un timore che una concreta possibilità, ma certo quella scena di loro due mano nelle mano ai funerali ha alimentato una vasta letteratura dietrologica. E poi c’è l’attivismo dei deputati più vicina a Fascina che, attraverso dichiarazioni e interviste, continuano a far intendere che l’intenzione non è proprio quella di ritirarsi in buon ordine. Per questo, non è sfuggita una frase pronunciata durante la riunione dei gruppi proprio da Antonio Tajani. “In questi giorni non ho sentito Marta perché rispetto il suo lutto, ma se vorrà potrà dare il contributo che ritiene”. Parole diverse da quelle pronunciate appena una settimana fa, quando lo stesso vice premier aveva spiegato che Fascina “è un deputato ed è la compagna di vita di Silvio Berlusconi, non c’è bisogno di ritagliare spazi formali”.

Lo stato dell’arte di Forza Italia, al netto di tutte le dichiarazioni di unità e necessità di essere una “falange” per realizzare il sogno di Berlusconi, è quello di un partito che prova a concedersi una tregua armata. Dove però si fa comunque fatica a nascondere le tensioni. Licia Ronzulli, nel suo intervento alla riunione dei gruppi, ha lanciato più di una frecciatina, senza mai nominarli, ai parlamentari vicini a Marta Fascina, a cominciare da Tullio Ferrante e Alessandro Sorte. In primis, quando ha ricordato che il partito è aperto ma serve “una selezione” in base alle competenze. E poi quando ha sottolineato che “la sensibilità necessaria per indicare una linea politica è qualcosa che si costruisce nel corso degli anni, non si improvvisa”. Come a dire: gli ultimi arrivati si mettano in fila.

Ue, Meloni a Metsola: attuare il Patto sulle migrazioni e l’asilo

Ue, Meloni a Metsola: attuare il Patto sulle migrazioni e l’asiloRoma, 22 giu. (askanews) – L’intesa tra ministri dell’Interno Ue dell’8 giugno sul nuovo Patto sulla Migrazione e l’Asilo deve trovare “puntuale attuazione” nel prossimo Consiglio europeo. E’ quanto ha detto, secondo quanto si apprende, la presidente del Consiglio Giorgia Meloni alla presidente del Parlamento Ue Roberta Metsola, nel loro incontro di oggi.

Sempre in tema di migrazioni, Meloni e Metsola hanno discusso della priorità della difesa dei confini e, in tale ottica, della dimensione esterna, a partire dall’intesa dell’Ue con la Tunisia che viene perseguita attraverso soluzioni concrete e la cooperazione con i Paesi di origine e transito. Mentre, in ambito economico, la presidente del Consiglio Giorgia Meloni, incontrando la presidente del Parlamento europeo Roberta Metsola a Palazzo Chigi, ha sottolineato che l’Ue deve avere un approccio “ambizioso”, orientato alla crescita economica e al sostegno europeo alle imprese e alla piena flessibilità dei fondi europei, in particolare quelli di coesione e relativi al Pnrr. Riguardo alla riforma della governance economica, Meloni ha sottolineato che tra gli obiettivi importanti c’è lo scorporo degli investimenti strategici dal calcolo del disavanzo.

Meloni e Metsola hanno affrontato anche i temi della sicurezza e della difesa e dell’impulso che occorrerà dare nel prossimo Consiglio europeo all’attuazione della Bussola Strategica e alla cooperazione Ue-Nato, a sostegno della competitività economica e industriale. L’incontro di oggi a Palazzo Chigi tra la presidente del Consiglio Giorgia Meloni e la presidente del Parlamento Ue Roberta Metsola si inserisce, secondo quanto viene riferito, nel contesto di contatti “stretti” e “continui” tra le due presidenti. L’incontro – viene spiegato – è stata l’occasione per uno scambio di vedute sui temi al centro del prossimo Consiglio Europeo, tra cui la migrazione e l’Ucraina, e sulle prospettive europee ad un anno dalle elezioni del Parlamento Ue.

In particolare riguardo all’Ucraina, Meloni e Metsola hanno riaffermato il “fermo e incondizionato” sostegno a Kiev in tutte le dimensioni: un segnale chiaro di unità europea a sostegno del Paese, sostegno che ha la Nato quale componente chiave. “Sono qui per incontrare il Governo, per ascoltare quello che i cittadini vogliono dalla loro Unione Europea, e per spiegare perché l’Europa è il nostro futuro”: aveva scritto la presidente del Parlamento europeo, Roberta Metsola, prima del suo colloquio a Palazzo Chigi con la presidente del Consiglio Giorgia Meloni.

Meloni a Metsola: Consiglio Ue attui Patto migrazioni e asilo

Meloni a Metsola: Consiglio Ue attui Patto migrazioni e asiloRoma, 22 giu. (askanews) – L’intesa tra ministri dell’Interno Ue dell’8 giugno sul nuovo Patto sulla Migrazione e l’Asilo deve trovare “puntuale attuazione” nel prossimo Consiglio europeo. E’ quanto ha detto, secondo quanto si apprende, la presidente del Consiglio Giorgia Meloni alla presidente del Parlamento Ue Roberta Metsola, nel loro incontro di oggi.

Sempre in tema di migrazioni, Meloni e Metsola hanno discusso della priorità della difesa dei confini e, in tale ottica, della dimensione esterna, a partire dall’intesa dell’Ue con la Tunisia che viene perseguitaattraverso soluzioni concrete e la cooperazione con i Paesi di origine e transito.

Santanchè: da Report ricostruzioni non vere, ho dato mandato a legali per le necessarie azioni giudiziarie

Santanchè: da Report ricostruzioni non vere, ho dato mandato a legali per le necessarie azioni giudiziarieMilano, 22 giu. (askanews) – “In merito al servizio andato in onda lunedì 19 giugno 2023 durante la trasmissione ‘Report’, ed alle conseguenti notizie di stampa riportate su alcune testate giornalistiche”, il ministro del Turismo Daniela Santanchè precisa in una nota “che le suddette notizie risultano prive di corrispondenza con la verità storica. Sono state rappresentate in forma del tutto suggestiva ed unilaterale per fornire una ricostruzione dei fatti che risulta radicalmente non corrispondente al vero, ispirata esclusivamente dalla finalità di screditare l’immagine e la reputazione della sottoscritta presso l’opinione pubblica”.

“I responsabili della trasmissione televisiva – prosegue la nota – erano stati preventivamente invitati a evitare di diffondere notizie non veritiere, purtroppo invano. Per questi motivi ho dato mandato ai legali di fiducia per le necessarie iniziative nelle opportune sedi giudiziarie”.

Santanchè a Report:ricostruzioni non veritiere, mandato a legali

Santanchè a Report:ricostruzioni non veritiere, mandato a legaliMilano, 22 giu. (askanews) – “In merito al servizio andato in onda lunedì 19 giugno 2023 durante la trasmissione “Report”, ed alle conseguenti notizie di stampa riportate su alcune testate giornalistiche”, il ministro del Turismo Daniela Santanchè precisa in una nota “che le suddette notizie risultano prive di corrispondenza con la verità storica. Sono state rappresentate in forma del tutto suggestiva ed unilaterale per fornire una ricostruzione dei fatti che risulta radicalmente non corrispondente al vero, ispirata esclusivamente dalla finalità di screditare l’immagine e la reputazione della sottoscritta presso l’opinione pubblica”.

“I responsabili della trasmissione televisiva – prosegue la nota – erano stati preventivamente invitati a evitare di diffondere notizie non veritiere, purtroppo invano. Per questi motivi ho dato mandato ai legali di fiducia per le necessarie iniziative nelle opportune sedi giudiziarie”.

Pd,Bonaccini lancia evento 21-22 luglio: far vivere pluralismo

Pd,Bonaccini lancia evento 21-22 luglio: far vivere pluralismoRoma, 22 giu. (askanews) – Stefano Bonaccini lancia ufficialmente l’appuntamento della minoranza Pd fissato per il 21 e 22 luglio a Cesena e spiega che l’area che lo ha sostenuto alle primarie punta a “far vivere il pluralismo” nel Pd e a “rinnovare la vocazione maggioritaria” del partito.

In una lettera ai delegati di ‘Energia popolare’ in assemblea Pd, il presidente del partito spiega: “Voglio raccogliere l’appello di quanti ci hanno chiesto di non disperdere l’energia popolare che abbiamo messo nel congresso e farla vivere pienamente nel Pd”. “Se ho accettato volentieri di essere il residente del nostro partito – precisa – è perché sento, come tanti, una duplice responsabilità: quella di far vivere nel confronto democratico quel pluralismo di culture, idee e proposte che solo può garantire piena cittadinanza a tutte e tutti; e al tempo stesso quella di ricercare la sintesi che rinnova la vocazione maggioritaria con cui il Pd lo abbiamo fondato”.

Conclude Bonaccini: “È con questo spirito e con questo obiettivo che ti propongo di trovarci a Cesena, il prossimo 21 e 22 luglio. Un luogo simbolo dell’Emilia-Romagna colpita dall’alluvione di maggio, ma anche una città in prima linea nel buon governo del Pd e di un centrosinistra nuovo che insieme dobbiamo costruire per diventare un’alternativa credibile a questa destra. Sarà anche il nostro contributo per sostenere la ricostruzione della Romagna”.

Mes, Conte: in commissione ci asteniamo, ma non siamo a favore

Mes, Conte: in commissione ci asteniamo, ma non siamo a favoreRoma, 22 giu. (askanews) – “Sul Mes è stato uno dei temi su cui si è acceso un dibattito politico durante i miei governi anche esagerato, ricordo a tutti che sono stato quotidianamente sollecitato, con qualche tentativo di sopraffazione, a prendere il Mes, soprattutto nel Conte 2, con Iv e buona parte del Pd schierati. Ma ora lo abbiamo compreso che se avessi attivato il Mes, quei 30 miliardi, non avremmo mai avuto Next Generation Eu, i 209 miliardi del Pnrr? A me era stato detto dagli alleati europei, Giuseppe, avete il Mes, prendete il Mes”. Lo ha detto, in collegamento con L’aria che tira su La7, il leader del Movimento 5 stelle, Giuseppe Conte.

Quanto alla posizione attuale del movimento su questo tema, “noi – ha annunciato – ci assumeremo sempre la responsabilità delle nostre posizioni, in commissione ci asteniamo e aspettiamo il dibattito in aula per chiarire la nostra posizione, che non è in favore del Mes. E’ un accordo intergovernativo e non uno strumento comunitario, ha un sistema di vigilanza vessatorio che non è stato superato e non è lo strumento giusto per soccorrere un paese in difficoltà”.

Conte dice a Schlein che “l’unità si costruisce con chiarezza di visione”

Conte dice a Schlein che “l’unità si costruisce con chiarezza di visione”Roma, 22 giu. (askanews) – Alla segretaria del Pd Elly Schlein che dice che divisi non si costruisce una alternativa al Governo, il leader del Movimento 5 stelle Giuseppe Conte replica, ai microfoni di La7 nel corso della trasmissione L’aria che tira, che “il modo migliore per costruire una alternativa a questa destra è innanzitutto far sentire il peso e la sostanza delle nostre posizioni, la chiarezza di una visione alternativa del Paese, questo governo ci sfida ogni giorno. La nostra posizione non è quella di chi dice state sbagliando ma di chi spiega come e perché loro si stanno dimostrando inadeguati e incapaci; dalla giustizia, al carovita, che stiamo subendo tutti noi italiani: la vera tassa sono i 61 miliardi spariti dai conti degli italiani, non solo non c’è una misura di investimenti ma nessuna misura per il carovita, anzi c’è una tassa patrimoniale da 61 miliardi”.

Quanto alla distanza che divide le due forze politiche sul tema della guerra in Ucraina, “è inutile nasconderlo – ha riconosciuto l’ex premier – il Pd ha maturato una posizione diversa sin dall’inizio che noi abbiamo criticato. Questa escalation militare non ha via d’uscita, la differenza è grande, rilevante e centrale perché non stiamo parlando solo delconflitto fra Russia e Ucraina ma degli scenari geopolitici dei decenni a venire. E molte delle difficoltà che gli italiani stanno affrontando sono dovute a questa emergenza che all’interno della Nato si vuole portare ad oltranza fino a vincere la guerra ma non ci viene detto come e quando si vincerebbe la guerra”.“Detto questo -ha concluso Conte – sul salario minimo finalmente si sta raggiungendo una convergenza col Partito democratico, non era stato possibile nemmeno durante i miei governi”.

 

Conte a Schlein: unità si costruisce con chiarezza di visione

Conte a Schlein: unità si costruisce con chiarezza di visioneRoma, 22 giu. (askanews) – Alla segretaria del Pd Elly Schlein che dice che divisi non si costruisce una alternativa al Governo, il leader del Movimento 5 stelle Giuseppe Conte replica, ai microfoni di La7 nel corso della trasmissione L’aria che tira, che “il modo migliore per costruire una alternativa a questa destra è innanzitutto far sentire il peso e la sostanza delle nostre posizioni, la chiarezza di una visione alternativa del Paese, questo governo ci sfida ogni giorno. La nostra posizione non è quella di chi dice state sbagliando ma di chi spiega come e perché loro si stanno dimostrando inadeguati e incapaci; dalla giustizia, al carovita, che stiamo subendo tutti noi italiani: la vera tassa sono i 61 miliardi spariti dai conti degli italiani, non solo non c’è una misura di investimenti ma nessuna misura per il carovita, anzi c’è una tassa patrimoniale da 61 miliardi”.

Quanto alla distanza che divide le due forze politiche sul tema della guerra in Ucraina, “è inutile nasconderlo – ha riconosciuto l’ex premier – il Pd ha maturato una posizione diversa sin dall’inizio che noi abbiamo criticato. Questa escalation militare non ha via d’uscita, la differenza è grande, rilevante e centrale perché non stiamo parlando solo delconflitto fra Russia e Ucraina ma degli scenari geopolitici dei decenni a venire. E molte delle difficoltà che gli italiani stanno affrontando sono dovute a questa emergenza che all’interno della Nato si vuole portare ad oltranza fino a vincere la guerra ma non ci viene detto come e quando si vincerebbe la guerra”. “Detto questo -ha concluso Conte – sul salario minimo finalmente si sta raggiungendo una convergenza col Partito democratico, non era stato possibile nemmeno durante i miei governi”.