Bruxelles, 24 mar. (askanews) – L’Italia è d’accordo con la Francia sulla necessità di ricoscere il nucleare come tecnologia adatta a raggiungere gli obiettivi ambientali. Lo ha detto la presidente del Consiglio Giorgia Meloni, parlando con i giornalisti al termine dell’Eurosummit.
“Io – ha detto – condivido la posizione della neutralità tecnologica e quindi sì, penso che tutte le tecnologie che possano garantire gli obiettivi gli obiettivi che l’Ue si è data debbano essere riconosciute, indipendentemente da quello che i singoli Stati membri intendono fare nell’utilizzo di quella tecnologia. Indipententemente da quella che può essere poi la scelta italiana in tema di nucleare, se le altre nazioni vogliono utilizzare una tecnologia che rispetta determinati target secondo me è giusto che lo possa fare”.
Milano, 24 mar. (askanews) – In materia migratoria le conclusioni del Consiglio Ue “confermano il cambio di passo impresso” e anche il fatto che “la migrazione rimane una priorità nei grandi obiettivi dell’Unione europea con l’implementazione degli obiettivi e la verifica di questi obiettivi a giugno”. Lo ha detto la presidente del Consiglio Giorgia Meloni, nel punto stampa a Bruxelles al termine della due giorni di Consiglio Ue.
Quella sul fenomeno migratorio non è una iniziativa “spot” o “singola”, ci sono “risultati che mi sembrano oggettivamente molto buoni che dimostrano la buona fede nell’affrontare questa materia”, ha rimarcato la premier. I “fondamentali” del sistema bancario europeo “sono solidi”, “non c’è preoccupazione” ha poi detto nel punto stampa a Bruxelles.
“La partita sui biocarburanti non è affatto persa, intanto è vinta la partita sula neutralità tenoclogica che è la condizione per riconoscere anche i biocarburanti” ha detto poi la presidente del Consiglio. Poi ha detto che “non vedo assolutamente rischi” per l’erogazione della prossima tranche di fondi del Pnrr”.
“C’è – ha aggiunto – un lavoro molto serio, collaborativo. Abbiamo ereditato una situazione che richiede di lavorare molto velocemente, è quello che stiamo facendo insieme alla Commissione. Ne ho parlato ora con Ursula von der Leyen e mi pare che la Commissione apprezzi molto il lavoro serio che sta facendo l’Italia e tutte le decisioni che si prendono le stiamo condividendo. Non vedo rischi”. “Sulle nomine non ci sono tensioni, nonostante le riscostruzioni divertentissime su questa materia… È un lavoro che facciamo guardando all’interesse italiano, sono società importanti per il nostro sistema e per la nostra credibilità. Ci sono interlocuzioni a 360 gradi che guardano al merito delle persone e delle questioni” ha detto Meloni, rispondendo ad una domanda sulle tensioni con la Lega sulle nomine nelle partecipate.
Replicando infine alle polemiche di queste ore sulle Fosse Ardeatine, Meloni ha spiegato che “li ho definiti italiani, ma che vuol dire che gli antifascisti non sono italiani? Mi pare onnicomprensivo storicamente” ha detto rispondendo ad una domanda sulle accuse delle opposizioni per aver definito le vittime delle Fosse Ardeatine come uccisi perchè italiani e non perchè antifascisti.
Milano, 24 mar. (askanews) – In materia migratoria le conclusioni del Consiglio Ue “confermano il cambio di passo impresso” e anche il fatto che “la migrazione rimane una priorità nei grandi obiettivi dell’Unione europea con l’implementazione degli obiettivi e la verifica di questi obiettivi a giugno”. Lo ha detto la presidente del Consiglio Giorgia Meloni, nel punto stampa a Bruxelles al termine della due giorni di Consiglio Ue.
Quella sul fenomeno migratorio non è una iniziativa “spot” o “singola”, ci sono “risultati che mi sembrano oggettivamente molto buoni che dimostrano la buona fede nell’affrontare questa materia”, ha rimarcato la premier.
Roma, 24 mar. (askanews) – Anche il Movimento Cinque Stelle ha presentato un progetto di legge che contiene una stretta sulle occupazioni abusive nella direzione di prevedere pene “effettivamente congrue” con la previsione dell’arresto “in flagranza” e procedure “più snelle” per restituire le abitazioni ai legittimi proprietari. A spiegarlo il vicepresidente della commissione Giustizia della Camera ed esponente M5S, Federico Cafiero de Raho, il quale aggiunge che il gruppo chiederà l’abbinamento con le due pdl della Lega incardinate ieri e su cui la commissione Giustizia tornerà a lavorare la prossima settimana.
“La nostra proposta – ha spiegato Cafiero De Raho – vuole impedire le occupazioni abusive e prevedere che la pena sia effettivamente congrua, e soprattutto che si consenta una procedibilità d’ufficio con la possibilità, in considerazione della congruità della pena, di intervenire anche con un arresto in flagranza di reato”. Occorre cioè, ha sintetizzato Cafiero de Raho, “far in modo che la procedura sia più snella e dove vi siano anche gruppi criminali le pene particolarmente elevate”. La proposta dei Cinque Stelle, “si muove proprio sulla stessa direzione verso la quale, credo, si sta orientando la maggioranza”, ha affermato.
“La nostra però – prosegue Cafiero De Raho – vuole in qualche modo ampliare il raggio di azione intervenendo nell’edilizia pubblica e privata anche dove il proprietario si sia allontanato, anche momentaneamente, lasciando incustodita l’abitazione”. Infine, “prevedendosi l’arresto in flagranza, c’è la condizione di non punibilità per chi immmediatamente lascia l’abitazione”.
Roma, 24 mar. (askanews) – Il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, insieme alle più alte cariche dello Stato, ha partecipato alla cerimonia commemorativa del 79° anniversario dell’eccidio delle Fosse Ardeatine. Dopo la deposizione da parte del Capo dello Stato di una corona d’alloro sulla lapide dedicata ai Caduti del 24 marzo 1944, sono intervenuti il Presidente dell’ANFIM, Francesco Albertelli e Marco Trasciani, Segretario Generale ANIFIM, che ha letto i nomi dei Martiri.
La commemorazione è proseguita con la preghiera cattolica recitata dal Cappellano Militare, Mons. Sergio Siddi e con la preghiera ebraica officiata dal Rav. Riccardo Di Segni, Rabbino Capo della comunità ebraica di Roma. Al termine, il Presidente Mattarella ha reso omaggio, all’interno del Mausoleo Ardeatino, alle vittime dell’eccidio.
“Oggi l’Italia rende omaggio a 335 vite spezzate dalla furia nazista. Ricordare e tramandare la memoria dell’eccidio delle Fosse Ardeatine è un dovere di tutti perché quanto avvenne il 24 marzo 1944 rappresenta una delle pagine più brutali e vergognose della nostra storia”. Così il Presidente del senato Ignazio La Russa che questa mattina ha partecipato alla commemorazione al Mausoleo delle Fosse Ardeatine insieme al Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella. “In occasione della commemorazione dell’eccidio delle Fosse Ardeatine, desidero esprimere una preghiera per le 335 vittime della ferocia nazista e rendere il mio deferente omaggio alle famiglie che persero i propri cari. Preservare la memoria di quella pagina orribile della nostra Storia significa anche richiamare le generazioni più giovani all’importanza di coltivare tutti i giorni i valori della libertà e della democrazia”. E’ quanto afferma in una nota il Presidente della Camera dei deputati, Lorenzo Fontana.
Roma, 24 mar. (askanews) – Verso una stretta sugli sgomberi delle occupazioni abusive pubbliche e private. La commissione Giustizia della Camera ha avviato l’iter di due Pdl della Lega che introducono nel codice penale una nuova fattispecie di reato e una specifica procedura per l’immediato rilascio di immobili occupati, senza pronuncia ex ante dell’autorità giudiziaria, e con l’arresto “obbligatorio” in flagranza di reato se non si restituisce l’immobile dopo che è stato emanato l’ordine.
Una proposta, a firma Bisa e altri, introduce la fattispecie di occupazione arbitraria di immobile destinato a domicilio altrui punendo con la reclusione da 2 a 7 anni chiunque mediante violenza, artifizi o raggiri, si impossessa, occupa o detiene senza titolo legittimo un immobile destinato a domicilio altrui, ovvero vi impedisce il rientro del proprietario o del detentore legittimo o si “intromette, coopera, riceve o corrisponde denaro o altra utilità per l’occupazione dell’immobile o cede ad altri l’immobile occupato”. Con l’arresto in flagranza di reato che diventa obbligatorio se non si restituisce l’immobile dopo che è scattato l’ordine dell’autorità. Secondo la norma, gli ufficiali e gli agenti di polizia giudiziaria dovranno recarsi entro 24 ore dalla denuncia sul posto per verificare se gli occupanti hanno “titoli giustificativi” e “dopo aver accertato l’estromissione arbitraria ordinano l’immediato rilascio”. Se l’occupante nega l’accesso o fa resistenza “anche passiva, intimano all’occupante e a chiunque si trovi all’interno dell’immobile di rilasciarlo, con espresso avvertimento che, in difetto, si procederà anche con la forza”.
Delle operazioni e degli accertamenti dovrà essere redatto verbale, da trasmettere entro 48 ore, al pubblico ministero che, entro ulteriori 48 ore, dovrà o convalidare l’arresto e decretare la restituzione definitiva dell’immobile oppure disporre la restituzione dell’immobile a colui che lo aveva occupato. La secondo Pdl, a prima firma Bof e altri, inserisce il reato di ‘Occupazione abusiva di alloggi pubblici o privati’, adibiti a residenza principale, punito con la reclusione da un mese a 2 anni e con la multa da 1.000 a 5.000 euro. Con l’aggravante della pena aumentata di un terzo nel caso di mancato rilascio dell’alloggio entro 48 ore dalla presentazione della querela di parte e se la persona offesa ha un’età superiore a 65 anni, è disabile o è affetta da una grave patologia.
Nel caso in cui l’alloggio non venga restituto entro 48 ore dalla presentazione della querela, se è di proprietà pubblica, “si procede con ordinanza allo sgombero” e se è di proprietà privata, la polizia interviene “senza indugio e senza attendere il provvedimento di un giudice”. Dopo la relazione illustrata da Davide Bellomo (Lega), il rappresentante del governo, il viceministro Francesco Paolo Sisto, si è riservato di intervenire nella prossima seduta.
Bruxelles, 24 mar. (askanews) – “Oggi l’Italia onora le vittime dell’eccidio delle Fosse Ardeatine. Settantanove anni fa 335 italiani sono stati barbaramente trucidati dalle truppe di occupazione naziste come rappresaglia dell’attacco partigiano di via Rasella. Una strage che ha segnato una delle ferite più profonde e dolorose inferte alla nostra comunità nazionale: 335 italiani innocenti massacrati solo perché italiani”. Lo afferma la presidente del Consiglio Giorgia Meloni.
“Spetta a tutti noi – Istituzioni, società civile, scuola e mondo dell’informazione – ricordare quei martiri e raccontare in particolare alle giovani generazioni cosa è successo in quel terribile 24 marzo 1944. La memoria non sia mai un puro esercizio di stile ma un dovere civico da esercitare ogni giorno”, conclude.
Bruxelles, 24 mar. (askanews) – “Oggi l’Italia onora le vittime dell’eccidio delle Fosse Ardeatine. Settantanove anni fa 335 italiani sono stati barbaramente trucidati dalle truppe di occupazione naziste come rappresaglia dell’attacco partigiano di via Rasella. Una strage che ha segnato una delle ferite più profonde e dolorose inferte alla nostra comunità nazionale: 335 italiani innocenti massacrati solo perché italiani”. Lo afferma la presidente del Consiglio Giorgia Meloni.
“Spetta a tutti noi – Istituzioni, società civile, scuola e mondo dell’informazione – ricordare quei martiri e raccontare in particolare alle giovani generazioni cosa è successo in quel terribile 24 marzo 1944. La memoria non sia mai un puro esercizio di stile ma un dovere civico da esercitare ogni giorno”, conclude.
Bruxelles, 23 mar. (askanews) – Il “disgelo” è arrivato nella serata di Bruxelles. Al termine del Consiglio europeo Giorgia Meloni ed Emmanuel Macron si sono incontrati faccia a faccia per il primo bilaterale “vero” dopo gli incontri informali a Roma (quando lei era stata appena eletta) e a Sharm el-Sheikh, a margine di Cop27.
Nel mezzo mesi di tensioni, incomprensioni, un grande “freddo” che era apparso evidente nei vari appuntamenti internazionali in cui si erano incrociati. A determinare la rottura era stata la contesa sui migranti e sulle navi delle Ong, con uno scambio di accuse reciproche tra Roma e Parigi. Nella capitale belga è giunto il momento del riavvicinamento: i due Paesi sono troppo importanti l’uno per l’altro. Meloni ha bisogno di sponde europee sui migranti e la riforma del Patto di stabilità, Macron (alle prese con le proteste contro la riforma delle pensioni) deve creare alleati intorno ad alcune questioni che gli stanno a cuore, a partire da nucleare e rilancio della competitività. I due si sono dunque visti al termine dei lavori nell’hotel del centro in cui entrambi alloggiano, sul tavolo una vasta gamma di temi: dai migranti alla riforma del Patto, dall’energia alla competitività. L’incontro con Macron ha chiuso una giornata che Meloni considera positiva. Il tema dei migranti, che nell’ordine del giorno era confinato tra le varie ed eventuali, è stato affrontato a cena, con un report della Commissione Ue sull’attuazione delle decisioni approvate al summit del 9 febbraio. Dieci leader, tra cui Meloni, hanno parlato nel corso del confronto, durato meno di un’ora e dalla delegazione italiana trapela soddisfazione perchè nelle conclusioni viene ribadita la necessità di attuare gli impegni, fissando una verifica al prossimo vertice previsto in giugno (anche se un Consiglio straordinario potrebbe essere fissato a maggio). La condizione della Tunisia – è l’allarme lanciato dalla premier nel suo intervento – è “molto preoccupante”, gli arrivi in Italia sono “triplicati” rispetto al 2002 e se questo trend continuerà la prossima estate la situazione sarà “fuori controllo”. Per questo servono azioni “rapide e concrete”.
Per quanto riguarda i temi economici, Meloni ha ribadito la posizione dell’Italia: l’allentamento dei vincoli agli aiuti di Stato non deve “creare disparità tra Stati membri”. Gli aiuti devono quindi essere “mirati e temporanei” in modo da garantire parità di condizioni e “pieno funzionamento” del mercato unico. Per l’Italia l’obiettivo principale è invece assicurare da parte europea la “piena mobilitazione” dei finanziamenti disponibili e degli strumenti finanziari esistenti, compresi quelli del Pnrr (su cui oggi il ministro Raffaele Fitto ha avuto un confronto con il commissario Paolo Gentiloni). Sulla revisione del Patto di stabilità e crescita, Meloni ha ammesso che “ci sono visioni abbastanza differenti”. Per lei “la sfida” deve essere “una governance più attenta alla crescita e non solamente alla stabilità. Per noi sarebbe tragico tornare ai parametri precedenti. Ci sono dei passi in avanti ma bisogna ancora lavorare”. Così come c’è da lavorare sul tema della transizione green. “Fermi restando gli obiettivi della transizione, che condividiamo, noi non riteniamo che l’Unione debba occuparsi anche di stabilire quali siano le tecnologie con le quali arrivare a quegli obiettivi”, ha detto, riferendosi in particolare allo stop alle auto a benzina e diesel dal 2035. La Germania sta trattando per ottenere una deroga sui carburanti sintetici che l’Italia ritiene “svantaggiosa”. Possibilità di riaprire la partita, però, sembrano non esserci: “E’ stata approvata con una significativa maggioranza. Non possiamo tornare indietro”, ha detto secca la presidente del Parlamento europeo Roberta Metsola.
Al centro del summit anche il sostegno all’Ucraina. Il presidente Volodymyr Zelensky, intervenuto da remoto, ha ribadito l’appello per l’invio a Kiev di armi a lunga gittata. Da parte dei 27 c’è la piena garanzia (a parte i distinguo dell’Ungheria) di un pieno sostegno “per tutto il tempo necessario”, eventualmente anche con un nuovo pacchetto di sanzioni. Una linea totalmente sposata da Meloni, arrivata a Bruxelles dopo le prese di posizione della Lega che nei giorni scorsi, alla Camera e al Senato, ha marcato una netta differenziazione rispetto alla posizione da assumere nell’appoggio a Kiev. Parole che certo non rafforzano la posizione internazionale della premier, che però ha minimizzato: “Francamente – ha detto – non mi preoccupa. Non sono preoccupata perchè guardo ai fatti e sulla linea italiana, che è molto chiara, non ho mai avuto problemi”.
Roma, 23 mar. (askanews) – “Ci sono, ci sarò e non resterò in panchina”. E’ quanto avrebbe assicurato ai suoi, il leader di Iv Matteo Renzi, in vista del percorso che porterà al partito unico tra Azione e Iv, durante la riunione che si è tenuta questa sera in collegamento video con i parlamentari, i coordinatori regionali e provinciali e sindaci.
Renzi, secondo quanto riferiscono partecipanti all’incontro, ha ribadito il “pieno impegno” sul partito unico del terzo polo e “anche se lui non si candiderà come segretario, c’è, ci sarà e non resterà in panchina”.