Bruxelles, 23 mar. (askanews) – La posizione della Lega sull’Ucraina “francamente non mi preoccupa. Non sono preoccupata perchè guardo ai fatti e sulla linea italiana, che è molto chiara, non ho mai avuto problemi”. Lo ha detto la presidente del Consiglio Giorgia Meloni, arrivando al Consiglio europeo.
“Al di là delle posizioni espresse e del necessario richiamo a continuare a lavorare per una soluzione del conflitto, sul quale tutti lavoriamo il punto è capirsi su cosa sia utile per arrivare alla fine del conflitto. Ho detto – ha ricordato – come la penso: nell’attuale contesto non c’è misura più efficace di garantire un equilibrio tra le forze in campo, è l’unico modo per costringere a una negoziazione giusta, non si può prescindere da chi è l’aggressore e chi l’aggredito”.
Bruxelles, 23 mar. (askanews) – Dal Consiglio europeo “mi aspetto passi avanti, il dossier migranti verrà aggiornato con una relazione della presidente della Commissione che racconterà dei passi concreti sulla base delle conclusioni dello scorso febbraio”. Lo ha detto la presidente del Consiglio Giorgia Meloni, arrivando al Consiglio europeo.
“Io – ha aggiunto – sono soddisfatta della bozza di conclusioni che sta girando che chiede alla commissione di procedere spedita e rimanda sullo stato di verifica di queste misure al prossimo Consiglio. Possiamo confermare il fatto che il tema delle migrazioni è considerato centrale, una cosa impensabile fino a qualche mese fa e che viene seguito passo passo dal Consiglio, un’ottima notizia”.
Bruxelles, 23 mar. (askanews) – La presidente del Consiglio Giorgia Meloni è attesa alle 11 all’Europa Building a Bruxelles dove prende il via oggi un Consiglio europeo che si preannuncia complicato, in particolare per l’Italia. Il summit, che si aprirà con una sessione speciale alla presenza del segretario generale dell’Onu Antonio Guterres, ha all’ordine del giorno vari temi: Ucraina; competitività; mercato unico ed economia; energia. Non è invece prevista una discussione sul tema, caro all’Italia, dei migranti, su cui ci sarà una “breve informativa” della presidenza svedese e della Commissione europea sul progresso nell’attuazione delle conclusioni del summit dello scorso 9 febbraio.
Sull’Ucraina i 27 leader riaffermeranno la condanna della guerra di aggressione russa, inclusi i recenti attacchi missilistici, e il pieno sostegno europeo a Kiev. Particolarmente rilevante e complesso – per la diversità di vedute – il tema dell’economia e della competitività, con un gruppo di Paesi (Germania in testa) che spingono per un ampio allentamento dei vincoli agli aiuti di Stato e altri, come l’Italia, contrari. Meloni ribadirà la convinzione che l’allentamento dei vincoli e i sostegni che ne deriveranno non devono “creare disparità tra Stati membri”. Gli aiuti devono quindi essere “mirati e temporanei” in modo da garantire parità di condizioni e “pieno funzionamento” del mercato unico. Per l’Italia l’obiettivo principale è invece assicurare da parte europea la “piena mobilitazione” dei finanziamenti disponibili e degli strumenti finanziari esistenti, compresi quelli del Pnrr. La discussione sulla competitività si intreccia con il negoziato in corso per la revisione del Patto di stabilità e crescita. Per Meloni servono “nuove regole e principi credibili, realistici e coerenti con la situazione post-Covid” con un “equilibrio effettivo tra stabilità e crescita”. Una battaglia, quella del governo, complessa tanto che ieri, parlando alla Camera, Meloni ha sottolineato che rispetto alla proposta della Commissione, già considerata non sufficiente, adesso “si rischia anche di tornare indietro”.
Per quanto riguarda l’energia, l’Italia sostiene l’importanza di una risposta a 27 con “strumenti e obiettivi comuni” tesi a rafforzare il sistema energetico nel suo complesso: la diversificazione delle fonti, in particolare del gas naturale; la lotta contro la speculazione e le disfunzioni del mercato del gas, volta a ripristinare un livello di prezzi ragionevole per famiglie e aziende europee; la riduzione della domanda energetica; l’accelerazione dello sviluppo e della diffusione delle rinnovabili; il rapido riempimento degli impianti di stoccaggio. Le posizioni assunte sullo stop alla vendita di auto a benzina e diesel dal 2035 e sulla direttiva sulle case green hanno creato però qualche frizione con Bruxelles. Infine il tema delle migrazioni, centrale per l’Italia, a cui Meloni ha dedicato la maggior parte delle sue comunicazioni alle Camere. La questione non è stata posta all’ordine del giorno perché, fanno notare fonti europee, nel corso del Consiglio del 9 febbraio “è stato già approvato un piano di intervento che deve essere solo attuato”. Sullo stato di avanzamento dell’implementazione ci sarà dunque un “breve aggiornamento”. Meloni proverà a sollevare un confronto più approfondito, perchè “non c’è più un solo minuto da perdere”, vista anche la situazione di difficoltà in cui versa la Tunisia. Difficile, però, che trovi sponde per ottenere qualche ulteriore intervento.
Bruxelles, 22 mar. (askanews) – Giorgia Meloni è attesa questa sera a Bruxelles, dove da domani parteciperà al Consiglio europeo che si chiuderà venerdì. I temi all’ordine del giorno (più vago rispetto al solito) sono Ucraina; competitività, mercato unico ed economia; energia, mentre il dossier che sta più a cuore al governo, quello dei migranti, al momento è finito nel cassetto delle “varie ed eventuali”. Sul punto, nella lettera di invito ai leader, il presidente del Consiglio europeo Charles Michel ha scritto che ci sarà un “breve aggiornamento” (short debrief) da parte della Commissione. Meloni è però intenzionata a non far scivolare via l’argomento nel dibattito. Per la premier, di fronte a una “emergenza che sta diventando strutturale”, il piano messo a punto dalla Commissione è “un passo avanti” ma l’Italia non è ancora “soddisfatta” perchè “non c’è più un solo minuto da perdere”. L’obiettivo è tornare da Bruxelles con in mano qualche intervento concreto, ma non sarà facile.
Sull’Ucraina la presidente del Consiglio non cambia di un millimetro la linea adottata dall’Italia dall’inizio del conflitto: “Il sostegno all’Ucraina e alla sua popolazione sarà assicurato in ogni ambito” senza badare a “gradimento” e “consenso”, ha detto nelle comunicazioni alle Camere. Altro tema centrale all’ordine del giorno del Consiglio è quello dell’economia, con l’Italia schierata sul fronte contrario a un semplice e ampio allentamento dei vincoli agli aiuti di Stato. La posizione che ribadirà sarà che serve “flessibilità nell’uso dei fondi esistenti”, “compreso il Pnrr”, con aiuti di Stato “circoscritti e temporanei”. In prospettiva, però, la questione centrale è quella della revisione del Patto di stabilità e crescita che, per Meloni, deve essere completata entro il 2023, con “regole nuove” che devono dare “maggiore attenzione” alla crescita e minore alla stabilità perchè “il tempo dell’austerità è finito”. E invece, è la critica rivolta a Bruxelles, rispetto alla proposta della Commissione, che già non apprezzava molto, adesso “si rischia anche di tornare indietro”. Sull’energia e la transizione verde, Roma ha una posizione critica rispetto alle proposte di Bruxelles, in particolare su temi come lo stop alla vendita di auto a benzina e diesel dal 2035 e sulla direttiva sulle case green. L’Italia condivide gli obiettivi della transizione ma il percorso verso un’economia verde “deve essere sostenibile dal punto di vista sociale ed economico”. Ad esempio sulle case green, ha sottolineato stamani alla Camera, porre dei target in “assenza di contributi” specifici “rischia di risolvere questa fattispecie in un ulteriore onere molto complesso in un momento molto difficile”.
Su queste posizioni, negli ultimi giorni, Meloni ha cercato di creare un consenso o almeno di smussare gli angoli più acuti sentendo il cancelliere tedesco Olaf Scholz, il primo ministro greco Kyriakos Mitsotakis, il premier polacco Mateusz Morawiecki e Ursula von der Leyen. La presidente del Consiglio, in particolare, ha sensibilizzato la presidente della Commissione sul rischio default della Tunisia, che porterebbe a una destabilizzazione dell’area con conseguenze anche sulle migrazioni: “Se non si interviene rischiamo di avere un flusso che nessuno potrebbe governare”, è l’allarme lanciato da Meloni che domani von der Leyen dovrebbe riprendere nella sua relazione. Fuori sacco, secondo quanto si apprende, Meloni vorrebbe approfittare del vertice per uno scambio di vedute con le istituzioni europee sul tema dei balneari. L’intenzione, infatti, è quella di procedere d’intesa con Bruxelles sui prossimi passi che il governo farà sul dossier.
Bruxelles, 22 mar. (askanews) – Giorgia Meloni è attesa questa sera a Bruxelles, dove da domani parteciperà al Consiglio europero che si chiuderà venerdì. I temi all’ordine del giorno (più vago rispetto al solito) sono Ucraina; competitività, mercato unico ed economia; energia, mentre il dossier che sta più a cuore al governo, quello dei migranti, al momento è finito nel cassetto delle “varie ed eventuali”. Sul punto, nella lettera di invito ai leader, il presidente del Consiglio europeo Charles Michel ha scritto che ci sarà un “breve aggiornamento” (short debrief) da parte della Commissione. Meloni è però intenzionata a non far scivolare via l’argomento nel dibattito. Per la premier, di fronte a una “emergenza che sta diventando strutturale”, il piano messo a punto dalla Commissione è “un passo avanti” ma l’Italia non è ancora “soddisfatta” perchè “non c’è più un solo minuto da perdere”. L’obiettivo è tornare da Bruxelles con in mano qualche intervento concreto, ma non sarà facile.
Sull’Ucraina la presidente del Consiglio non cambia di un millimetro la linea adottata dall’Italia dall’inizio del conflitto: “Il sostegno all’Ucraina e alla sua popolazione sarà assicurato in ogni ambito” senza badare a “gradimento” e “consenso”, ha detto nelle comunicazioni alle Camere. Altro tema centrale all’ordine del giorno del Consiglio è quello dell’economia, con l’Italia schierata sul fronte contrario a un semplice e ampio allentamento dei vincoli agli aiuti di Stato. La posizione che ribadirà sarà che serve “flessibilità nell’uso dei fondi esistenti”, “compreso il Pnrr”, con aiuti di Stato “circoscritti e temporanei”. In prospettiva, però, la questione centrale è quella della revisione del Patto di stabilità e crescita che, per Meloni, deve essere completata entro il 2023, con “regole nuove” che devono dare “maggiore attenzione” alla crescita e minore alla stabilità perchè “il tempo dell’austerità è finito”. E invece, è la critica rivolta a Bruxelles, rispetto alla proposta della Commissione, che già non apprezzava molto, adesso “si rischia anche di tornare indietro”. Sull’energia e la transizione verde, Roma ha una posizione critica rispetto alle proposte di Bruxelles, in particolare su temi come lo stop alla vendita di auto a benzina e diesel dal 2035 e sulla direttiva sulle case green. L’Italia condivide gli obiettivi della transizione ma il percorso verso un’economia verde “deve essere sostenibile dal punto di vista sociale ed economico”. Ad esempio sulle case green, ha sottolineato stamani alla Camera, porre dei target in “assenza di contributi” specifici “rischia di risolvere questa fattispecie in un ulteriore onere molto complesso in un momento molto difficile”.
Su queste posizioni, negli ultimi giorni, Meloni ha cercato di creare un consenso o almeno di smussare gli angoli più acuti sentendo il cancelliere tedesco Olaf Scholz, il primo ministro greco Kyriakos Mitsotakis, il premier polacco Mateusz Morawiecki e Ursula von der Leyen. La presidente del Consiglio, in particolare, ha sensibilizzato la presidente della Commissione sul rischio default della Tunisia, che porterebbe a una destabilizzazione dell’area con conseguenze anche sulle migrazioni: “Se non si interviene rischiamo di avere un flusso che nessuno potrebbe governare”, è l’allarme lanciato da Meloni che domani von der Leyen dovrebbe riprendere nella sua relazione. Fuori sacco, secondo quanto si apprende, Meloni vorrebbe approfittare del vertice per uno scambio di vedute con le istituzioni europee sul tema dei balneari. L’intenzione, infatti, è quella di procedere d’intesa con Bruxelles sui prossimi passi che il governo farà sul dossier.
Roma, 22 mar. (askanews) – “Mentre nella Giornata mondiale dell’Acqua Meloni ironizza con chi le pone il tema dell’emergenza siccità e il suo Governo non si muove, il Movimento 5 stelle oggi ha presentato e messo a disposizione dei territori proposte concrete. Si tratta di una serie di azioni che i Comuni e le Regioni possono mettere in campo subito per fronteggiare le attuali criticità senza limitarsi alla sola gestione delle emergenze”. Lo ha scritto su Facebook il leader del M5S, Giuseppe Conte.
“Quello che serve – ha sostenuto l’ex premier – è un rapido cambio di paradigma verso una gestione circolare della risorsa idrica. L’atteggiamento del Governo su questo tema è molto superficiale. Il tema invece è serio. La tutela della risorsa acqua riguarda tutti e va attuata ora”, ha concluso Conte.
Milano, 22 mar. (askanews) – “Calunnie” sui migranti, e “tante falsità” sugli altri temi. La replica di Giorgia Meloni al dibattito della Camera vira subito sul registro dello scontro con le opposizioni, praticamente su ogni argomento del prossimo consiglio europeo. Migranti, in primo luogo, ma anche la siccità, il Mes, e il sostegno all’Ucraina. Tema quest’ultimo, su cui però le polemiche rischiano di essere anche interne alla coalizione: nessun ministro della Lega è presente per tutta la prima ora del dibattito alla Camera, poi si avvicenderanno Valditara e Calderoli. Abbastanza per provocare le osservazioni delle opposizioni, che ricordando anche le parole di ieri del capogruppo leghista Romeo parlano di maggioranza spaccata.
Sui migranti Meloni respinge dunque le “calunnie” delle opposizioni per la strage di Cutro: “Insinuare senza prove che lasceremmo bambini morire è una calunnia non al governo ma nei confronti dello Stato italiano”. Le tragedie “ci sono state con tutti i governi negli ultimi 10 anni”, rivendicando che il suo sarebbe quello che nel rapporto tra partiti e salvati ha la percentuale migliore. Il problema va affrontato in Europa “con proposte ragionevoli”, accordi con i Paesi d’origine e investimenti in Africa. A partire dalla Tunisia: “Va evitato il default”, o il flusso di migranti “sarà ingovernabile”. Archiviato il tema migranti, la replica diventa un battibecco con Angelo Bonelli sulla siccità, dopo che già l’intervento del leader verde aveva provocato scintille: “Non sono Mosè, non ho prosciugato io l’Adige in pochi mesi di governo”, ribatterà la premier a Bonelli che aveva mostrato i sassi del greto del fiume in secca.
Sui temi economici, i toni sono più bassi: Meloni ribadisce la sua posizione sul Mes, arrivando a prefigurare un intervento della Bce in caso di crisi bancaria: “Il Mes non è all’odg di questi giorni, ma se ne discute anche in relazione alla clausola di ‘backstop’ che servirebbe a far fronte alle crisi bancarie. Devo però far presente che quando è fallita la banca della Silicon Valley è intervenuta la Federal Reserve, quando è fallito il Credit Suisse è intervenuta la Banca centrale svizzera, e io sono certa che quando mai dovesse esserci, ma non credo, una crisi bancaria in seno all’Unione Europea anche la Bce farebbe la sua parte”. Infine l’Ucraina. Al gruppo M5s che “ci chiede di fermarci”, Meloni ribatte così: “Penso che lo debba dire a Putin, mi fa specie che lo dica a noi perchè probabilmente questo tradisce una posizione. Vuol dire consentire l’invasione dell’Ucraina perchè se ci fermiamo consentiamo l’invasione dell’Ucraina e io non sono così ipocrita da scambiare una invasione con la parola pace”. E accusa i Cinque Stelle di fare “propaganda sulla pelle di una nazione sovrana, di un popolo libero e sul diritto internazionale ed è irresponsabile”.
La risposta arriverà da Giuseppe Conte, unico leader di partito a intervenire in Aula: “Lei sta portando l’Italia in guerra esibendo un piglio coraggioso”, “della guerra ha parlato il suo maitre a penser, Viktor Orban”, mentre “l’unica via alternativa è quella politica”. Per poi concludere: “Il vostro è patriottismo d’accatto, altro che Fratelli d’Italia: Fratelli di Visegrad”.
Roma, 22 mar. (askanews) – Sostenibilità, stagionalità e produzioni locali: alla Camera è in arrivo una svolta a tavola per i servizi di ristorazione . A partire dal 27 marzo 2023 a palazzo Montecitorio sarà avviata, in forma sperimentale, una nuova gestione dei servizi di ristorazione.
“Senza oneri aggiuntivi per il proprio bilancio – ha preannunciato Montecitorio – la Camera acquisterà, in misura prevalente, i prodotti necessari per lo svolgimento del servizio, privilegiando prodotti a KM 0 e seguendo il calendario della stagionalità. A tal fine, e grazie al supporto della Fondazione Campagna amica, sono stati raggiunti accordi con gli operatori economici del territorio che consentono una piena valorizzazione delle produzioni locali e della impresa piccola e media. Gli accordi riguardano un’ampia gamma di categorie merceologiche e potranno in futuro essere estesi ad ulteriori categorie di prodotti e di fornitori”. “L’offerta presso la buvette ed i ristoranti sarà definita sulla base di nuovi criteri, volti a garantire un miglioramento della qualità dei servizi e un deciso rafforzamento della relativa sostenibilità. Si tratta di una misura – evidenzia la Camera- che si inserisce in un percorso di razionalizzazione e ottimizzazione nella gestione delle risorse finanziarie che condurrà a consolidare anche risparmi di spesa a carico del bilancio”.
Roma, 22 mar. (askanews) – “Continuano gli intensi scambi tra il presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, e gli altri leader europei, in preparazione del Consiglio europeo del 23-24 marzo dopo quelli con il Cancelliere tedesco Scholz, il primo ministro greco Mitsotakis e la presidente della Commissione Europea von der Leyen. Alla vigilia del Consiglio, che si apre domattina a Bruxelles, il presidente Meloni ha avuto un colloquio telefonico con il primo ministro della Repubblica di Polonia, Mateusz Morawiecki, incentrata sulla priorità del sostegno all’Ucraina, sull’urgenza di attuare le decisioni del Consiglio europeo di febbraio per una risposta europea nella gestione della migrazione e sull’importanza di adottare soluzioni per la competitività elle economie europee attraverso il pieno utilizzo di tutti gli strumenti Ue”. E’ quanto si legge in una nota di palazzo Chigi.
Roma, 22 mar. (askanews) – La comunità italiana Lgbtq+ è in lutto: alla soglia dei 99 anni è morta a Bologna Lucy Salani, figura storica del movimento e della associazionismo per i diritti degli omosessuali italiani. Lucy Salani, nata a Bologna nell’agosto del 1924 e registrata all’anagrafe come Luciano Salani, è passata alla storia come la sola persona italiana transgender italiana sopravvissuta ai campi di concentramento nazisti dopo aver trascorso sei mesi a Dachau dove fu deportata come omosessuale e antifascista dichiarata nell’autunno del 1944, rimanendovi fino alla liberazione americana del 1945. Al rientro dalla Germania si stabilì a Torino. Per poi fare ritorno a Bologna una volta andata in pensione. Nel 2010 la sua storia è stata raccontata al grande pubblico in due opere letterarie della scrittrice e regista Gabriella Romano “Con grande commozione – ha annunciato la presidenza dell’Arcigay- partecipiamo al dolore per la scomparsa di Lucy Salani, la cui esistenza ha illuminato la storia del nostro movimento. Lucy era il monumento tangibile della Resistenza delle persone trans: la sua persecuzione non si interruppe con la liberazione dal campo dì concentramento di Dachau ma fu un’esperienza che la accompagnò per gran parte della sua straordinaria vita. Il suo secolo di vita racchiude tutte le manifestazioni più terribili dell’odio verso le persone trans. Ci uniamo alla comunità lgbtq+ bolognese che negli ultimi decenni è stata la grande famiglia di Lucy e ringraziamo di cuore le persone che fino all’ultimo si sono prese cura di lei. Auspichiamo che la città di Bologna voglia dedicarle il giusto tributo”.
“Che dolore enorme la scomparsa di Lucy Salani. A 98 anni era la donna trans più longeva d’Italia, una delle poche sopravvissute al campo di concentramento di Dachau ancora in vita. Ci eravamo viste qualche mese fa, gli occhi sempre vivaci e pieni di luce. La forza con cui ha affrontato una vita intensa, di impegno, di resistenza, di testimonianza per la libertà. Mancherà tantissimo.” Lo scrive in un post la segretaria del Pd Elly Schlein.