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Calderoli: in arrivo 22 mln per Comuni confine Friuli-Val d’Aosta

Calderoli: in arrivo 22 mln per Comuni confine Friuli-Val d’AostaRoma, 15 mar. (askanews) – “Buone notizie per i Comuni del Veneto e del Piemonte che confinano rispettivamente con Friuli-Venezia Giulia e Val d’Aosta: sono stati assegnati e saranno presto in erogazione gli oltre 22 milioni del Fondo per la valorizzazione e promozione delle aree territoriali svantaggiate confinanti con le regioni a statuto speciale”. Lo rende noto il ministro per gli Affari Regionali e le Autonomie, Roberto Calderoli.
“Si tratta – spiega Calderoli – di risorse preziose che potranno essere destinate al finanziamento di progetti per lo sviluppo economico e l’integrazione, in favore dei Comuni di confine. Per i 19 Comuni del Piemonte sono in arrivo 9.428.729 €, mentre ai 27 comuni veneti saranno distribuiti 13.363.981 €”.
“L’erogazione dei contributi a sostegno di queste aree vicine a territori con Statuto speciale, e per questo più attrattivi, è una misura che guarda agli interessi dei cittadini di quelle aree e che dev’essere preservata. Il nostro lavoro va esattamente in questa direzione”, conclude il ministro per gli Affari Regionali e l’Autonomia.

Lombardia, 11 nuovi ingressi in Consiglio regionale per subentri

Lombardia, 11 nuovi ingressi in Consiglio regionale per subentri

Sono 6 uomini e 5 donne. Per 3 di loro si tratta di una riconferma

Milano, 15 mar. (askanews) – Sono undici i consiglieri regionali della Lombardia che questa mattina in occasione della prima seduta della nuova legislatura sono subentrati ai neo assessori, nominati la scorsa settimana dal presidente Attilio Fontana. Sono 6 uomini e 5 donne. Per tre di loro (Claudia Carzeri, Giulio Gallera e Gigliola Spelzini), si tratta di una riconferma perché erano consiglieri uscenti, gli altri otto rispetto alla precedente legislatura sono new entry.
Con i nuovi ingressi l’età media del Consiglio regionale si innalza di un anno, passando da a 49,5 a 50,6. La composizione definitiva dell’aula risulta di 58 maschi e 22 donne: con il nuovo assetto, sono 49 i consiglieri che nell’ultima legislatura non sedevano in aula o non avevano un incarico da assessore o sottosegretario.
A Milano al posto di Marco Alparone (vice presidente e assessore Bilancio e Finanze) è subentrato Marco Bestetti (Fratelli d’Italia), 36 anni, consigliere comunale a Milano, che ha ottenuto 4.720 voti. Sempre tra le fila di Fratelli d’Italia Franco Lucente (assessore Trasporti e Mobilità Sostenibile) è stato sostituito da Maria Cacucci, 41 anni, assessore all’Istruzione, Attività produttive e Commercio nel Comune di Rozzano (MI), che ha preso poco più di 3mila preferenze (3.035). Torna in Consiglio regionale Giulio Gallera (Forza Italia), 54 anni, ex assessore al Welfare e poi presidente della commissione Bilancio, che alle elezioni dello scorso febbraio ha preso 5.674 preferenze. Gallera subentra a Gianluca Comazzi (assessore Territorio e Sistemi Verdi).
A Bergamo Paolo Franco (assessore Casa e Housing Sociale) è stato sostituito da Pietro Macconi (Fratelli d’Italia), 74 anni, già consigliere regionale con Alleanza Nazionale, che ha sfiorato le 3mila preferenze (2.989). A Brescia il seggio di Fratelli d’Italia assegnato a Barbara Mazzali (assessore Turismo, Moda e Marketing Territoriale) è andato a Giorgio Bontempi (Fratelli d’Italia), 60 anni, sindaco di Agnosine che entra in Consiglio grazie ai suoi 4.488 voti. Sempre a Brescia Claudia Carzeri, 46 anni, prima dei non eletti nella lista di Forza Italia con 7.591 preferenze, entra al posto di Simona Tironi (assessore Istruzione, Formazione e Lavoro). Per lei si tratta di un ritorno: nella precedente legislatura, infatti, Carzeri è stata consigliere regionale e presidente della commissione Territorio e infrastrutture.
Una conferma anche a Como: al posto di Alessandro Fermi (assessore Università, Ricerca e Innovazione) subentra Gigliola Spelzini (Lega), 55 anni, che nell’ultima legislatura è stata presidente della commissione speciale Montagna. Spelzini è risultata seconda nella circoscrizione lariana con 4.332 voti. A Mantova il posto in aula di Alessandro Beduschi (assessore Agricoltura, Sovranità Alimentare e Foreste) è stato occupato da Paola Bulbarelli (Fratelli d’Italia), 66 anni, consigliere comunale a Mantova e già assessore regionale alla Casa, Housing sociale e Pari opportunità con Roberto Maroni, che ha ottenuto 1.766 voti.
Andrea Sala (Lega), 52 anni, secondo più votato nella Lega in provincia di Pavia con 4.552 preferenze, ha preso il posto di Elena Lucchini (assessore Famiglia, Solidarietà Sociale, Disabilità e Pari Opportunità). Per dieci anni – dal 2010 al 2020 – sindaco di Vigevano, Sala oggi è assessore comunale ai Lavori pubblici e viabilità. A Sondrio Massimo Sertori (assessore Enti Locali, Montagna e Risorse) è stato sostituito da Silvana Snider (Lega), 59 anni, che ha ottenuto 2.398 preferenze. Sindaco per nove anni (dal 1997 al 2006) del Comune di Villa di Chiavenna e oggi assessore comunale, dal marzo 2021 all’ottobre 2022 è stata deputata.
Al posto di Francesca Caruso (Assessore Cultura) a Varese è subentrato Luigi Zocchi (Fratelli d’Italia), 73 anni, che ha ottenuto 1.532 voti: ex deputato negli anni Novanta, oggi Zocchi è consigliere comunale a Varese. La prima seduta del Consiglio regionale è stata presieduta inizialmente da Attilio Fontana (Lega), mentre il ruolo di consiglieri segretari è stato svolto dai due consiglieri più giovani: Michele Schiavi (Fratelli d’Italia) e Paolo Romano (Pd).

Sgarbi: potevo essere assessore di tutti, Ronzulli ha sbagliato

Sgarbi: potevo essere assessore di tutti, Ronzulli ha sbagliatoMilano, 15 mar. (askanews) – Per il ruolo di assessore alla Cultura della Regione Lombardia Vittorio Sgarbi poteva contare sul sostegno di Fontana, di Berlusconi e della Santanché, ma “Licia Ronzulli ha sbagliato la mossa” e l’assessorato è stato poi assegnato Francesca Caruso di Fratelli d’Italia. È questa la ricostruzione della sua mancata nomina all’assessorato fatta dallo stesso interessato, Vittorio Sgarbi, a margine della prima seduta della dodicesima legislatura del Consiglio regionale lombardo.
“Prima – ha spiegato Sgarbi – me lo aveva chiesto Silvio Berlusconi, mi ha detto: ‘Vieni, ci divertiamo’, e io gli dissi che volevo stare a Roma, ma se tu me lo chiedi…”; “Fontana era favorevole a me”; anche “la Santanché viene presa da un fuoco nei miei confronti, non la vedevo da tanto tempo, e dice ‘ma tu sei l’unico possibile e poi è tanto meglio fare l’assessore alla cultura in Lombardia che alla sera si rientra presto, va al tavolo”… E mi propone lei”.
“Questo cosa ha determinato? – ha osservato Sgarbi – Che ha vinto La Russa. Essendo così furba la Ronzulli da pensare che è meglio niente che un quarto… Poi sono amico di Berlusconi, sono amico di tutti, quindi sarei stato un quarto di tutti, ha preferito zero perché poi (il posto di assessore ndr) l’ha preso Fratelli d’Italia. Quindi l’azione politica è stata sbagliata rispetto all’esito: potevi avere un assessore che potevi dire tuo… In questa operazione lei ha sbagliato la mossa e invece di crearsi l’effetto domino che mi rendeva condominiale, ora sono senza casa”.

Calderoli: oltre 22 mln di euro a comuni di confine con Vda e Fvg

Calderoli: oltre 22 mln di euro a comuni di confine con Vda e FvgRoma, 15 mar. (askanews) – “Buone notizie per i Comuni del Veneto e del Piemonte che confinano rispettivamente con Friuli-Venezia Giulia e Val d’Aosta: sono stati assegnati e saranno presto in erogazione gli oltre 22 milioni del Fondo per la valorizzazione e promozione delle aree territoriali svantaggiate confinanti con le regioni a statuto speciale. Si tratta di risorse preziose che potranno essere destinate al finanziamento di progetti per lo sviluppo economico e l’integrazione, in favore dei Comuni di confine. Per i 19 Comuni del Piemonte sono in arrivo 9.428.729 euro, mentre ai 27 comuni veneti saranno distribuiti 13.363.981 euro. L’erogazione dei contributi a sostegno di queste aree vicine a territori con Statuto speciale, e per questo più attrattivi, è una misura che guarda agli interessi dei cittadini di quelle aree e che dev’essere preservata. Il nostro lavoro va esattamente in questa direzione”. Lo rende noto il ministro per gli Affari Regionali e le Autonomie, Roberto Calderoli.

Mattarella: serve collaborazione non conflittualità tra Stati

Mattarella: serve collaborazione non conflittualità tra StatiRoma, 15 mar. (askanews) – “Visti dalla prospettiva dello spazio i confini della terra sono insignificanti e questo ci fa riflettere sulla necessità di un clima di collaborazione e non di conflittualità tra gli Stati della terra”. Dalla sua visita di Stato in Kenya il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, lancia un ulteriore invito alla collaborazione e alla pace.
L’occasione è stata la visita al centro spaziale ‘Luigi Broglio’ che si trova a Malindi, fondato 60 anni fa dal ricercatore italiano e tuttora attivo nella analisi e raccolta dei dati satellitari grazie ad un partenariato tra Italia e Kenya.
Questo Centro, ha sottolineato il presidente della Repubblica, “ha un grande significato per l’amicizia e la collaborazione tra Italia e Kenya, una amicizia che si è sviluppata constantemente anche su altri versanti su cui si collabora intensamente. I primi passi verso la ricerca di conoscenze dallo spazio sono iniziati 60 anni fa, io ero già adulto – ha ricordato -: è stata una dimostrazione di grande lungimiranza, veramente profetica da parte di Broglio, la dimostrazione di una visione del futuro che qui si è realizzata e che voi interpretate”.
Questo luogo sta a testimoniare anche “come si collabora per assicurare all’umanità la possibilità di raggiungere orizzonti sempre più ampi senza conflitti e senza competere. Kenya e Italia – ha ribadito il capo dello Stato – condividono l’aspirazione alla pace e alla collaborazione”.
“E’ significativo e affascinante – ha concluso Mattarella – che il contatto con lo spazio avvenga partendo da uno dei luoghi più attraenti del mondo, è come voler offrire allo spazio uno dei punti più belli della terra”.

Pd, Schlein e Bonaccini al lavoro per blindare gestione unitaria

Pd, Schlein e Bonaccini al lavoro per blindare gestione unitariaRoma, 14 mar. (askanews) – Dovranno lavorare ancora Elly Schlein e Stefano Bonaccini per dare forma a quella gestione unitaria annunciata domenica scorsa all’assemblea Pd. L’asse tra la segretaria e il presidente del partito tiene, ma deve fare i conti con le resistenze all’interno delle rispettive aree e per comporre il nuovo organigramma Pd ci vorrà ancora qualche giorno. Il leader della minoranza deve persuadere tutti i suoi – a cominciare da quelli di Base riformista – ad accettare la logica della gestione unitaria, ma anche la segretaria ha il suo da fare perché molti dei suoi sostenitori, dopo che Bonaccini ha preferito la presidenza al ruolo da vice-segretario, pensano che alla minoranza si debba concedere solo qualche posto in segreteria, ma non un capogruppo e nemmeno il posto da vice.
La verità è che gli stessi schieramenti sono molto articolati al loro interno, le posizioni sono variegate e sia Schlein che Bonaccini hanno bisogno di un po di tempo per arrivare ad una sintesi. L’idea che entrambi i capigruppo tocchino alla maggioranza, dal momento che il presidente dell’Emilia Romagna ha preferito il ruolo “di garanzia”, trova la resistenza di Base riformista: “Se deve essere gestione unitaria perché dovrebbero negarci un capogruppo?”, è il ragionamento.
Ma la verità è che Base riformista preferirebbe proprio evitarla la gestione unitaria, “si può essere leali e collaborare anche nella distinzione dei ruoli”, dice un dirigente. E, in ogni caso, “bisogna capire lo schema complessivo, aspettiamo che la segretaria metta sul tavolo delle proposte concrete: un conto è se vengono proposte deleghe importanti, altra cosa è se si limitassero ad offrirci qualche incarico tanto per dire che allargano la segreteria anche a noi”. Soprattutto, più di un dirigente della minoranza nega che l’accordo sulla presidenza preveda appunto che i capigruppo siano appannaggio solo della maggioranza. “Ma chi l’ha detto? Non è così!”. Certo, tutti ripetono che in ogni caso alla fine “deciderà Stefano”, ma sembra evidente che il presidente Pd dovrà tenere conto degli umori di chi lo ha sostenuto nella corsa delle primarie.
Problemi simili li ha Schlein, appunto. Più di un parlamentare di maggioranza nei giorni scorsi ripeteva “non so niente” quando si chiedeva dello stato delle trattative e spesso non era solo una risposta diplomatica per evitare i cronisti. Di sicuro, in tanti le ripetono che il gruppo del Senato non può assolutamente andare alla minoranza, che vorrebbe metterci Alessandro Alfieri: “Ricordiamo tutti cosa accadde con Andrea Marcucci”, dice più di un parlamentare. “Faceva il contraltare alla linea di Zingaretti segretario”. Più logico dunque che sia Francesco Boccia a prendere il testimone da Simona Malpezzi.
Alla Camera si sente molto pronunciare il nome di Giuseppe Provenzano, ma parecchi hanno dubbi su una svolta tutta al maschile per la guida dei gruppi. A meno che al Senato non si opti per Cecilia D’Elia, più probabile il nome di una donna come Chiara Braga. Ma, appunto, la minoranza non molla: “I capigruppo si votano – viene ricordato con malizia – non basta calare un nome dall’alto, ci deve essere condivisione”. E considerando che al Senato la pattuglia di Base riformista è più folta, per arrivare ad un accordo blindato potrebbe diventare necessario alla fine concedere alla minoranza la conferma di Debora Serracchiani o l’elezione di Simona Bonafè.
Il tutto, poi, da combinare con la segreteria. Marco Furfaro potrebbe essere uno dei vice, mentre per la minoranza potrebbe toccare a Pina Picierno. Praticamente certo l’ingresso di un esponente di Articolo 1 – si parla di Alfredo D’Attorre o Nico Stumpo – e un posto dovrebbero averlo Marco Sarracino e Marta Bonafoni. La minoranza, poi, potrebbe entrare anche con Davide Baruffi – vicinissimo a Bonaccini – e la stessa Serracchiani, in caso di avvicendamento alla guida del gruppo.
Ma, appunto, “il problema è capire lo schema politico”, come dice un parlamentare della minoranza. “Un conto è la presidenza, un’altra cosa è la gestione unitaria”. Schlein e Bonaccini preferiscono la seconda opzione, come è evidente, il loro accordo prevede questo approdo. Ma per arrivarci servirà ancora un paziente lavoro di cesello e di diplomazia.

Migranti, parenti vittime Cutro e superstiti giovedì da Meloni

Migranti, parenti vittime Cutro e superstiti giovedì da MeloniRoma, 14 mar. (askanews) – I parenti delle vittime del naufragio di Cutro e i superstiti sono stati invitati giovedì prossimo a Palazzo Chigi per incontrare la presidente del Consiglio Giorgia Meloni. E’ quanto si apprende a Cutro.
Partiranno per Roma, secondo quanto si apprende, giovedì stesso. Al momento a Cutro sono rimasti solo alcuni dei familiari delle vittime e alcuni superstiti, anche se non tutti hanno accettato l’invito.
La presidenza del Consiglio aveva annunciato l’invito la sera stessa della seduta del Cdm a Cutro, giovedì scorso.

Legalità, Gualtieri: Roma è tra città sicure, preoccupa spaccio

Legalità, Gualtieri: Roma è tra città sicure, preoccupa spaccioRoma, 14 mar. (askanews) – “Tutti i numeri ci dicono che Roma è tra le città più sicure del mondo. Il tasso di omicidi è tra i più bassi in Italia e in Europa. Credo sia percepito anche dai turisti. Non stiamo parlando di una emergenza sicurezza per i romani o per i turisti. Roma, però, è tra le più importanti piazze di spaccio e c’è una presenza significativa della criminalità organizzata”. Lo ha detto il sindaco di Roma Roberto Gualtieri intervistato da Rainews24 sugli ultimi omicidi avvenuti nella capitale.
“È presto per parlare di guerra di mafia – ha sottolineato Gualtieri – non sembra questo il caso, ma gli ultimi episodi criminosi non possono non sollecitare allarme, e un impegno ancora maggiore per repressione di questi eventi, e di contrasto al traffico di stupefacenti che va rafforzata”.
“C’è una offerta ma anche una domanda di stupefacenti – ha sottolineato il sindaco – in parte a costo basso. Siamo in campo per la nostra parte, chiediamo il massimo supporto e attenzione allo Stato, alla magistratura e alle forze dell’ordine che già c’è”.

Autonomia, Calderoli a Pais: insularità tra criteri ispiratori

Autonomia, Calderoli a Pais: insularità tra criteri ispiratoriRoma, 14 mar. (askanews) – L’insularità è un tema che “proprio per il suo rilievo costituzionale, merita a mio giudizio un esplicito riferimento nel testo del disegno di legge”. Così il ministro per gli Affari regionali e le Autonomie, Roberto Calderoli, in una nota inviata al presidente del Consiglio regionale della Sardegna, Michele Pais.
“Ritengo necessario recepire il suggerimento, formulato nel corso dell’incontro del 9 marzo scorso con la Conferenza dei presidenti dei Consigli Regionali, e promuovere una modifica del disegno di legge nel corso dell’esame parlamentare, in modo da includere il principio dell’insularità tra i criteri ispiratori dell’autonomia differenziata”, si legge nella nota a firma Calderoli che entro la fine del mese si recherà a Cagliari.
“Lo schema di disegno di legge fa espresso riferimento, ad esempio agli articoli 1 e 9, ad alcuni principi già presenti in Costituzione – quali la differenziazione, l’adeguatezza e la perquazione (sia ordinaria sia infrastrutturale) – che dovranno ispirare i singoli processi di attuazione dell’autonomia differenziata, sì da attagliare ciascuno di essi alle effettive esigenze dei rispettivi territori”, prosegue la nota.
“Tali principi sono in grado di ricomprendere anche il tema dell’insularità, che a sua volta costituisce una delle questioni maggiormente avvertite dalle istituzioni e dalla società della Sardegna, a maggior ragione dopo la modifica dell’art. 119 della Costituzione… in base alla quale la Repubblica riconosce la peculiarità delle isole e promuove le misure necessarie a rimuovere gli svntaggi derivati dall’insularità”, sottolinea la nota.

Isole minori, Calderoli-Musumeci: presto ddl all’esame del Cdm

Isole minori, Calderoli-Musumeci: presto ddl all’esame del CdmRoma, 14 mar. (askanews) – “Il disegno di legge quadro per lo sviluppo delle isole minori è pronto per iniziare il proprio iter istituzionale. Il governo è intenzionato a portare a compimento un’iniziativa che purtroppo si è arenata nel corso della precedente legislatura, con uno sguardo rivolto ai cittadini delle isole marine, lagunari e lacustri. L’incontro di oggi, al quale ha partecipato anche il capo dipartimento della Protezione Civile Curcio, ha avuto esito positivo ed è stato utile per l’ultimo vaglio del testo del ddl quadro al termine dei lavori svolti presso gli Affari Regionali. Il nostro obiettivo è garantire norme e risorse che permettano tutela e sviluppo di questi specifici territori, attraverso il riconoscimento delle criticità naturali di queste aree ed il superamento dei divari geografici, infrastrutturali, amministrativi e dei servizi. Un lavoro molto importante che pone le sue basi nell’attenzione ai territori, mai venuta meno da parte dell’esecutivo e che rivendichiamo con orgoglio. Confidiamo di poter portare in tempi brevi il ddl quadro isole minori all’esame del Consiglio dei ministri”. Lo annunciano il ministro per gli Affari Regionali e le Autonomie, Roberto Calderoli, ed il ministro per la Protezione civile e le Politiche del Mare, Nello Musumeci.