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Il senatore Lombardo: “Il mio intervento lo ha scritto ChatGPT”

Il senatore Lombardo: “Il mio intervento lo ha scritto ChatGPT”Roma, 31 mag. (askanews) – L’intelligenza artificiale arriva in Parlamento. E lo fa attraverso l’intervento del senatore di Azione Marco Lombardo, 42 anni, docente universitario calabrese, che oggi in Aula al Senato ha preso la parola per la discussione generale sulla ratifica dell’accordo tra Italia e Svizzera sui lavoratori transfrontalieri.

Verso la fine del suo discorso Lombardo ha rivelato ai colleghi che stava avvenendo “un evento storico di questa attività parlamentare. L’intervento che avete appena ascoltato non è mio. A dire il vero non è il prodotto nemmeno dell’intelligenza umana; è il prodotto di un algoritmo di intelligenza artificiale Chat GPT-4 ed è stato validato in collaborazione con una società di engineering che si occupa di intelligenza artificiale e di transizione digitale”. Per Lombardo si è trattato di “una provocazione per aprire un dibattito pubblico serio in Italia, al di là delle mode del momento, per analizzare le implicazioni etiche, economiche e sociali dell’utilizzo degli algoritmi di intelligenza artificiale. La crescita dell’intelligenza artificiale è impressionante – ha osservato – e può comportare grandi opportunità in settore economici strategici e nel progresso scientifico, ma può comportare anche rischi, in caso di utilizzo improprio e manipolativo nella diffusione di informazioni errate o nell’alterazione dei processi decisionali”.

Sui social il partito di Lombardo, Azione, ha dato risalto alla notizia ripetenendo l’operazione: “il discorso del Senatore Lombardo è stato scritto dall’IA e nessuno di noi sarebbe stato in grado di distinguerlo da un testo prodotto dall’intelligenza umana. E sì, anche questo testo è stato scritto dall’intelligenza artificiale. È ora di aprire un dibattito serio per esaminarne potenzialità ed eventuali rischi”. Il leader Carlo Calenda ha commentato: “Ho letto il testo. Impeccabile. Non mi è ancora chiaro se siamo davanti ad un progresso o ad un regresso. È una cosa su cui riflettere molto anche alla luce dell’appello di ieri degli scienziati americani. Bravo Marco Lombardo a sollevare in modo così concreto la questione”.

Meloni: il governo è impegnato per la piena attuazione del Pnrr

Meloni: il governo è impegnato per la piena attuazione del PnrrRoma, 31 mag. (askanews) – Sul Pnrr “il nostro obiettivo è chiaro: ottimizzare al meglio l’occasione che arriva dal Pnrr, compiendo scelte strategiche, chiare ed efficaci, velocizzando al massimo le procedure e garantendo che le risorse possano arrivare a terra”. Lo ha scritto, secondo quanto si apprende, la presidente del Consiglio Giorgia Meloni nella presentazione alla relazione semestrale sullo stato di attuazione del Pnrr, condivisa durante la cabina di regia in corso a Palazzo Chigi.

“In questo quadro – spiega Meloni -, si inserisce la scelta di individuare un’unica Autorità politica responsabile per l’attuazione del Pnrr e delle Politiche di Coesione. Una decisione la cui bontà è stata confermata dalla recente raccomandazione della Commissione Ue per l’Italia nell’ambito del semestre europeo e che nasce dall’esigenza di assicurare una maggiore sinergia tra le diverse fonti di finanziamento, sia per garantire che le risorse vengano effettivamente spese sia per privilegiare misure di qualità e in grado di avere effetti sul Pil”. “In quest’ottica – scriverebbe la presidente del Consiglio nel documento – rientra anche la decisione del Consiglio europeo straordinario del 24 febbraio scorso, che ha accolto e fatto propria la proposta dell’Italia di assicurare una maggiore flessibilità e integrazione sui programmi esistenti e sull’uso delle risorse europee già programmate”.

“Il Governo – assicura la premier nella presentazione alla relazione seesmtrale sull’attuazione del Pnrr, sempre a quanto si apprende – continuerà a lavorare, d’intesa con la Commissione europea, non solo per conseguire i prossimi obiettivi semestrali ma per dare piena attuazione a tutto il Piano, che è e continuerà ad essere uno strumento cruciale per la crescita, l’innovazione e lo sviluppo dell’Italia”.

A che punto è il governo sulla maternità surrogata “reato universale”

A che punto è il governo sulla maternità surrogata “reato universale”Roma, 31 mag. (askanews) – La commissione Giustizia della Camera ha concluso l’esame degli emendamenti al ddl che introduce il reato universale di maternità surrogata. La settimana prossima riceverà i pareri delle commissioni competenti, quindi il mandato al relatore, Il testo è infatti atteso in Aula per il 19 giugno.

Soddisfatta la relatrice Carolina Varchi (Fdi): “Abbiamo concluso l’esame degli emendamenti con una piccola riformulazione al testo base. Il divieto di questa pratica che già c’è ha permesso che in Italia non si diffondesse, con questa legge estendiamo il reato alle condotte all’estero convinti che questo ulteriore divieto disincentiverà il ricorso a pratica della gestazione per altri e anche il turismo procreativo”. Varchi ha anche ringraziato il presidente della commissione Ciro Maschio: “Su un tema così delicato la sapiente organizzazione del presidente ha evitato il contingentamento dei tempi che avrebbe inasprito il dibattito”. Nella seduta di ieri pomeriggio le opposizioni, in particolare il Pd, aveva lamentato la fretta della maggioranza sull’esame del provvedimento su cui pur essendo contrari non avevano attuato nessun ostruzionismo, la relatrice era intervenuta per rinviare ad oggi la conclusione dell’esame, come poi è stato deciso nel corso di una riunione dell’Ufficio di presidenza che si è tenuta alle 23.

Caro affitti, Camera approva mozione della maggioranza

Caro affitti, Camera approva mozione della maggioranzaMilano, 31 mag. (askanews) – L’aula della Camera ha approvato con 172 voti favorevoli e 108 contrari la mozione della maggioranza sul “caro affitti” per gli studenti universitari fuori sede. L’assemblea di Montecitorio ha dato il proprio via libera anche ad alcuni impegni contenuti nelle mozioni delle opposizioni, simili a quelli del provvedimento della maggioranza.

Tra gli impegni che il documento chiede al governo c’è quello di “monitorare l’utilizzo dei fondi del Pnrr destinati all’housing studentesco affinché venga incrementato il numero di studentati pubblici e aumentata la disponibilità di posti per studenti fuori sede anche al fine di determinare una maggiore omogeneità della situazione del caro afftti su tutto il territorio nazionale”. C’è inoltre l’impegno a garantire la piena attuazione dell’articolo 34 comma 3 della Costituzione secondo cui “I capaci e meritevoli, anche se privi di mezzi, hanno diritto di raggiungere i gradi più alti degli studi”, ribadendo l’importanza del criterio di merito per accedere alle graduatorie delle residenze, in aggiunta a quello Isee, considerando non solo il mero numero di crediti formativi conseguiti bensì il valore di ciascun esame superato anche in relazione alla complessità del corso frequentato.

La maggioranza impegna inoltre l’esecutivo a definire un “quadro regolatorio specifico” per il settore degli operatori, pubblici e privati, che gestiscono residenze universitarie, anche alla luce delle modificazioni apportate in sede di conversione al Decreto-Legge 24 Febbraio 2023 n. 13 sul regime autorizzatorio per l’esercizio di una struttura residenziale universitaria.

Comunali, Cateno De Luca: ho vinto contro tutti in 4 Comuni diversi

Comunali, Cateno De Luca: ho vinto contro tutti in 4 Comuni diversiMilano, 31 mag. (askanews) – Cateno De Luca, già sindaco di Messina, Fiumedinisi e Santa Teresa di Riva e leader del movimento politico Sud chiama Nord, guida il comune di Taormina. “Lo dico volutamente: perché sintetizzo usando un luogo comune, ma parlo del modello di buon governo che rappresento. Io sono il simbolo positivo della Sicilia amministrata bene” ha detto in un’intervista a La Repubblica.

“Mi paragonano a un Masaniello siciliano? Era un personaggio che andava al galoppo verso il suicidio. Ora, io capisco che il mio folklore possa indurre a un confronto, però sinceramente i miei risultati e la mia storia dicono altro. Io sono uno statista di frontiera” ha proseguito. Quanto alla passata candidatura alla presidenza della Regione contro Schifani De Luca annette di sognare ancora quella carica. “Ovvio. Avrei potuto fare il senatore, il deputato nazionale: è stato eletto un mio ex assessore comunale. Ho scelto di restare in trincea, solo che con Schifani alla Regione mi annoio. E quindi mi sono organizzato per governare una realtà complessa e prestigiosa come Taormina, che è una Sicilia in piccolo. Ma soltanto nell’attesa di governare la Regione”.

La prossima sfida, ha continuato, è quella delle elezioni Europee. “Entro fine giugno sarà sottoscritto il patto di Taormina, con la definizione della piattaforma su cui stiamo lavorando da mesi. L’ultimo incontro è stato lunedì scorso a Milano, organizzato da Letizia Moratti” con la presenza di Matteo Renzi, Mariastella Gelmini e Giuseppe Fioroni.

Comunali, Franceschini: onda di destra ma ora non ingabbiamo Schlein

Comunali, Franceschini: onda di destra ma ora non ingabbiamo SchleinMilano, 31 mag. (askanews) – “La sconfitta è evidente ma non capisco la sorpresa per la vittoria della destra”. Così Dario Franceschini in un’intervista a La Repubblica a proposito delle elezioni comunali. “Tanti fattori concomitanti spiegano il risultato. Il primo è un’onda di destra che riguarda tutta l’Europa. Il secondo elemento è fisiologico, ci sono pacchi di studi a dimostrare che in tutti Paesi del mondo, quando si vota nel primo anno di governo, c’è un effetto trascinamento. Infine c’è il terzo elemento, tutto italiano, e cioè una maggioranza unita e una minoranza divisa” ha aggiunto.

“Nessuno ha la bacchetta magica, nemmeno Schlein. Mi rattrista un po’ che le lezioni del passato non bastino mai. Tutti i leader del Pd, sottoscritto compreso, hanno subito dal primo giorno una azione di logoramento. Allora dico: fermiamoci. Il risultato di queste amministrative non può diventare un alibi per iniziare una normalizzazione di Schlein. Lasciamola lavorare libera, non bisogna ingabbiarla” ha proseguito riferendosi alla segretaria del Pd. “Chi vuole ingabbiarla? Non penso a qualcuno in particolare, ma vedo un clima insidioso. Si rischia che un risultato negativo di cui Schlein non ha alcuna responsabilità venga usato per iniziare a indebolirla. Anziché processi, facciamo semmai analisi, è sempre più evidente che siamo davanti a un ritorno del bipolarismo. Le leggi elettorali a tutti i livelli spingono verso due coalizioni che si fronteggiano”.

“Veniamo da due legislature in cui i confini tra i poli si erano annacquati. Stavolta è diverso. Io penso che, più questa legislatura andrà avanti, più evidente sarà il solco che divide maggioranza e opposizione in Parlamento. Ci piaccia o no, il governo andrà avanti fino in fondo, dobbiamo ragionare su un tempo lungo, abbiamo quattro anni a disposizione” ha continuato. “Non dobbiamo seguire la formula del tutti contro la destra, indipendentemente da programmi e contenuti. Usiamo questo periodo all’opposizione per preparare terreni comuni a cominciare dalle battaglie parlamentari, per esempio su salario minimo e sanità. Quel solco tra destra e sinistra si allargherà e avvicinerà le forze di minoranza al di là della volontà dei singoli” ha aggiunto.

“Le reazioni ora saranno di certo negative ma il tempo aiuterà a vedere le cose in modo diverso. Ho lavorato con entrambi, come con Calenda, che ha ragione quando dice che non si può costruire un’alleanza sulla paura della destra. Servono contenuti e apertura reciproca. Poi penso anche ai sindaci e a personalità non strettamente inquadrabili nei partiti, come Giuseppe Sala e Gaetano Manfredi” ha proseguito sulla possibilità che Conte si convinca a stare con Renzi e viceversa.

Comunali, Franceschini: onda di destra ma ora non ingabbiamo Schlein

Comunali, Franceschini: onda di destra ma ora non ingabbiamo SchleinMilano, 31 mag. (askanews) – “La sconfitta è evidente ma non capisco la sorpresa per la vittoria della destra”. Così Dario Franceschini in un’intervista a La Repubblica a proposito delle elezioni comunali. “Tanti fattori concomitanti spiegano il risultato. Il primo è un’onda di destra che riguarda tutta l’Europa. Il secondo elemento è fisiologico, ci sono pacchi di studi a dimostrare che in tutti Paesi del mondo, quando si vota nel primo anno di governo, c’è un effetto trascinamento. Infine c’è il terzo elemento, tutto italiano, e cioè una maggioranza unita e una minoranza divisa” ha aggiunto.

“Nessuno ha la bacchetta magica, nemmeno Schlein. Mi rattrista un po’ che le lezioni del passato non bastino mai. Tutti i leader del Pd, sottoscritto compreso, hanno subito dal primo giorno una azione di logoramento. Allora dico: fermiamoci. Il risultato di queste amministrative non può diventare un alibi per iniziare una normalizzazione di Schlein. Lasciamola lavorare libera, non bisogna ingabbiarla” ha proseguito riferendosi alla segretaria del Pd. “Chi vuole ingabbiarla? Non penso a qualcuno in particolare, ma vedo un clima insidioso. Si rischia che un risultato negativo di cui Schlein non ha alcuna responsabilità venga usato per iniziare a indebolirla. Anziché processi, facciamo semmai analisi, è sempre più evidente che siamo davanti a un ritorno del bipolarismo. Le leggi elettorali a tutti i livelli spingono verso due coalizioni che si fronteggiano”.

“Veniamo da due legislature in cui i confini tra i poli si erano annacquati. Stavolta è diverso. Io penso che, più questa legislatura andrà avanti, più evidente sarà il solco che divide maggioranza e opposizione in Parlamento. Ci piaccia o no, il governo andrà avanti fino in fondo, dobbiamo ragionare su un tempo lungo, abbiamo quattro anni a disposizione” ha continuato. “Non dobbiamo seguire la formula del tutti contro la destra, indipendentemente da programmi e contenuti. Usiamo questo periodo all’opposizione per preparare terreni comuni a cominciare dalle battaglie parlamentari, per esempio su salario minimo e sanità. Quel solco tra destra e sinistra si allargherà e avvicinerà le forze di minoranza al di là della volontà dei singoli” ha aggiunto.

“Le reazioni ora saranno di certo negative ma il tempo aiuterà a vedere le cose in modo diverso. Ho lavorato con entrambi, come con Calenda, che ha ragione quando dice che non si può costruire un’alleanza sulla paura della destra. Servono contenuti e apertura reciproca. Poi penso anche ai sindaci e a personalità non strettamente inquadrabili nei partiti, come Giuseppe Sala e Gaetano Manfredi” ha proseguito sulla possibilità che Conte si convinca a stare con Renzi e viceversa.

Renzi: politici e giornalisti spiati dagli 007? Il governo faccia chiarezza

Renzi: politici e giornalisti spiati dagli 007? Il governo faccia chiarezzaMilano, 31 mag. (askanews) – “In gioco c’è la tenuta democratica di un Paese, il nostro”. A dirlo è il leader di Italia Viva, Matteo Renzi, in un’intervista a La Repubblica a proposito dei politici e dei giornalisti che, secondo il libro “I potenti al tempo di Giorgia” di Paolo Madron e da Luigi Bisignani(Chiarelettere), sarebbero stati spiati dai servizi segreti italiani. “In quel libro c’è scritta una cosa molto chiara che mette il Governo e l’Autorità delegata, Alfredo Mantovano, davanti a due sole strade possibili: dire che è stata scritta una bugia, smentendo ufficialmente. Oppure venendo immediatamente a spiegare al Copasir cosa è accaduto, da quanto tempo e cosa sta accadendo ora” ha aggiunto l’ex premier.

“Parlano di intercettazioni preventive. Quel lavoro, cioè, che l’intelligence può fare in assenza di un’inchiesta giudiziaria, ma quando si ritiene che sia in qualche modo in pericolo la sicurezza nazionale”, afferma Renzi. È uno strumento previsto dal nostro Codice che però le consente soltanto in presenza di un’autorizzazione preventiva da parte del procuratore generale della Corte di Appello. “Io parlo di qualcosa che conosco, essendo stato a Palazzo Chigi. Non posso evidentemente svelare particolari coperti da segreto, di ufficio e di Stato, ma posso dire qual era stata sempre la mia linea: ero stato irremovibile nel dire che esiste un confine di etica della democrazia che impedisce ai Servizi di intercettare giornalisti e parlamentari in questo sistema di intercettazioni preventive a strascico. Di più: non ho mai visto una sola riga che riportava intercettazioni preventive. Di quelle si occupava l’Autorità delegata. Ora chiedo: la premier Meloni e il sottosegretario Mantovano la pensano come me o diversamente” si è chiesto. “Sia chiaro: il mio problema non è il governo Meloni perché se questa abitudine esiste, sono certo che bisogna andare indietro nel tempo. Io non voglio fare polemica con loro, non è un problema di gestione dell’intelligence. Stimo Mantovano e sono certo che faccia bene il suo lavoro. E non metto in discussione il diritto del governo di fare le nomine che preferisce scegliendo persone degnissime come Vittorio Pisani e Andrea de Gennaro, dal curriculum impeccabile. Ripeto: se però davvero sono stati intercettati preventivamente giornalisti e politici, sono state minate le basi della democrazia. Il Governo ha il dovere della verità. Non vedo l’ora che arrivi una smentita ufficiale” ha concluso.

Prodi: il governo ora punta a prendersi tutto, questo è autoritarismo

Prodi: il governo ora punta a prendersi tutto, questo è autoritarismoMilano, 31 mag. (askanews) – “In questi giorni sono emersi due segnali nuovi che non si debbono sottovalutare. Nessuno ha ragionato su un sistema informativo che dopo decenni di duopolio si sta trasformando in un monopolio della destra. E al tempo stesso sta emergendo la tentazione di escludere il presidente Stefano Bonaccini dalla ricostruzione in Emilia-Romagna. Ma così siamo davanti ad un governo che punta a prendersi tutto. C’è una parola semplice che riassume tutto questo: autoritarismo. Così si sta cambiando la natura del Paese”. Lo ha detto il fondatore dell’Ulivo e ex premier Romano Prodi in un’intervista a La Stampa.

Quanto al quadro economico dell’Italia per il professore “certo che se la cava, ma stiamo attenti a non esagerare. Abbiamo un rimbalzo un po’ più forte da una caduta molto più violenta e la palla è rimbalzata un po’ più in alto. Tuttavia gli ultimissimi dati, riferiti all’export, non sono consolanti. Nei riguardi dell’analisi della nostra economia c’è infatti una certa fragilità da parte dei commentatori italiani, professori e politici compresi, che esaltano sempre il presente senza guardare al lungo periodo”. “Il governo ha impostato le cose in modo da minimizzare il rischio, affidando gli Esteri al più americano della coalizione e l’Economia al più bruxellese. Su questo non aveva alternative. Su tutto il resto i partiti della coalizione si stanno dividendo il bottino, litigando tra loro. Questo contrasto emerge anche riguardo al Mes. D’altra parte quando non si vuole un provvedimento, che nel peggiore dei casi è a danno zero, significa che lo si vuol tenere come un’arma contrattuale. In questo caso non mi sembra un’arma efficace, ma un corpo urticante, capace solo di irritare. Quanto al Pnrr era nato per aumentare la pigra produttività del Paese, grazie a un mix di grandi riforme e grandi investimenti. Le riforme non ci sono e gli investimenti, bene che vada, si stanno spargendo in rivoli inadatti ad aumentare la produttività” ha continuato.

Per l’ex premier la vicenda del commissario alla ricostru- zione in Emilia è una “vicenda incomprensibile che rischia di concludersi con un enorme autogol per il centrodestra. In una tragedia come questa, chi altro può fare il Commissario se non un presidente di Regione che gode di una incontestata fiducia? Che ha rapporti diretti con i sindaci, con i prefetti, che conosce tutti i tecnici e a cui risponde la catena burocratica regionale. Bonaccini ha inoltre già dato prova di saper gestire la ricostruzione dopo il terremoto: uno dei pochi casi nei quali nessuno ha avuto nulla da ridire”. Quanto alla lottizzazione della tv pubblica per Prodi “oggi, sommando Rai e Mediaset, stiamo marciando verso un’assoluta omogeneità dell’informazione televisiva”. A proposito della vittoria della destra alle Comunali secondo il professore bolognese “c’è un sentimento che sta guidando le opinioni pubbliche in tutto il mondo. La paura. Per la guerra. Per i migranti. La destra ha sempre saputo governare bene e meglio di altri, questi sentimenti. Una paura che finisce per coinvolgere anche temi più condivisi, come l’ambiente”. Per Prodi “il cattivo risultato” del Pd, “in queste pur limitate elezioni, è un segnale allarmante che oltre tutto spingerà la destra ad au- mentare la ‘presa’ sul Paese”.

A proposito delle contestazioni al Salone del libro contro la ministra Roccella per Prodi la mancata presa di distanza da parte di Elly Schlein “è stato un autogol. Istintivamente si può pensare che quelli erano dei ‘ragazzotti’, ma questo non giustifica nulla. Si doveva dire che una contestazione di quel tipo è inammissibile. Poi, semmai, ti occupi dei ragazzi” ha conluso.

Per il Pd “day after” di tensione, per Schlein missione-Europee

Per il Pd “day after” di tensione, per Schlein missione-EuropeeRoma, 30 mag. (askanews) – È un Pd spaesato quello che esce dalla sconfitta delle comunali, un partito che per settimane aveva coltivato la speranza di una rapida ripartenza dopo le primarie e che invece si trova a dover gestire un passaggio assai delicato. Elly Schlein ieri in segreteria si è trovata di fronte un gruppo dirigente inquieto, preoccupato, e ha capito quanto sia precario l’equilibrio che le ha consentito una navigazione tranquilla in questi primi tre mesi. La minoranza brontola, lamentando una linea troppo “radicale”, ma anche diversi esponenti della maggioranza pensano che ci siano diverse cose da correggere. Tutti, comunque, spingono per una linea più “interventista”, per una marcatura più “a uomo” nei confronti del governo e che batta soprattutto sui temi principali dell’agenda politica. “Giusto essere radicali – commenta un esponente della maggioranza – ma non su temi minoritari nel paese…”.

La Schlein ha voluto dare subito un segnale per rassicurare gli animi, ha annullato il viaggio a Bruxelles per restare al lavoro a Roma. La segretaria ha incontrato in videoconferenza gli eurodeputati, per gestire il difficile voto di giovedì sulla relazione “Asap’ che apre all’uso del Pnrr anche per costruire armi. Per la prossima settimana, poi, potrebbe essere convocata la direzione per un’analisi del voto e, soprattutto, per provare a serrare le file in vista della vera sfida, quella delle Europee del prossimo anno. La Schlein lo ha detto anche ai parlamentari europei: le Comunali hanno avuto un “risultato non positivo”, ma “ora guardiamo alle Europee come banco di prova importante”. È lì che si tirerà un primo bilancio della sua leadership, sarà quello il momento in cui verranno definiti i rapporti di forza anche con i possibili alleati del Movimento 5 stelle e dei partiti di centro. E fino ad allora nessuno farà sconti, come dimostrano anche oggi le dichiarazioni di Giuseppe Conte. Ieri la segretaria Pd aveva lanciato un appello agli altri partiti di opposizione spiegando “da soli non si va da nessuna parte” e aggiungendo che non può toccare solo ai democratici l’onere di costruire una coalizione. Il leader M5s oggi ribatte così: “Non ci sottraiamo affatto al dialogo, l’ho sempre auspicato. Ma certo dialogo non può significare un incontro di vertice che risolve il problema dell’offerta politica, che va invece costruita con progettualità, va spiegata per bene, e sicuramente occorre anche del tempo per spiegarla”.

Da qui al 2024, insomma, sarà competizione e il Pd deve attrezzarsi per la partita. “Dobbiamo imporre la nostra agenda – dice un esponente della segreteria – dobbiamo dire la nostra sul lavoro, il fisco, il Pnrr”. Appunto, non solo le battaglie “minoritarie”, ma i temi principali dell’agenda. Prioritario, però, sarà tenere unito il partito. Già ieri alcuni esponenti della minoranza come Simona Malpezzi e Elisabetta Gualmini fanno capire che la sconfitta ha messo già a dura prova la “pax democratica” imposta dal risultato delle primarie. “Serve una riflessione”, ha detto l’ex capogruppo al Senato. “Il Pd dice no a tutto”, si è lamentata invece l’europarlamentare. “No al taglio del cuneo fiscale, no al premierato (che avevamo lanciato noi), no a tutto. Aggiungendo che al governo abbiamo i fascisti. E le nostre proposte non si capisce quali siano. Come si fa a convincere gli elettori?”. E Pierluigi Castagnetti invita la segretaria a “leggere i risultati spagnoli(prevedibilissimi) assieme a quelli dei ballottaggi italiani (prevedibilissimi). E tutti insieme decidere come ripartire”.

Di sicuro non basta la lettura che dà Francesco Boccia. Il capogruppo al Senato risponde alle critiche dicendo che la segretaria è in carica solo da tre mesi: “Elly Schlein si è insediata il 12 marzo. Non c’è stata un’alleanza decisa dalla nuova segreteria e le liste del Pd erano di fatto già chiuse”. Una sottolineatura che non piace a Monica Nardi, portavoce di Enrico Letta durante la segreteria: “Lo scaricabarile, vi prego, no. Enrico Letta le amministrative le ha stravinte e per 2 anni di seguito”.