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Autonomia, Occhiuto: no a Sud che scappa in ritirata, affrontiamo sfida

Autonomia, Occhiuto: no a Sud che scappa in ritirata, affrontiamo sfidaRoma, 4 mar. (askanews) – “Sull’autonomia differenziata la mia linea, e dunque quella del governo regionale che guido in Calabria, è chiara: attuare per interno la Costituzione può rappresentare una grande opportunità anche per le Regioni del Sud. E quando dico attuare per intero quanto prescritto dalla nostra Carta fondamentale, non mi riferisco soltanto all’articolo 116, quello appunto sull’autonomia, ma anche al 117 e al 119, quelli che regolano i diritti sociali e civili – che vanno garantiti in modo uniforme su tutto il territorio nazionale – e la perequazione”. Lo afferma in una nota Roberto Occhiuto, presidente della Regione Calabria.
“E in questa mia posizione la stella polare è rappresentata dal fatto che – semmai questo processo andasse a buon fine – ci saranno ricadute concrete sulle risorse che verranno ripartite tra le Regioni. Se l’autonomia differenziata diventa l’occasione per superare una volta per tutte il criterio della spesa storica, a favore di quello dei fabbisogni standard, ben venga il disegno di legge Calderoli. Grazie alle modifiche al ddl, che Forza Italia è riuscita ad ottenere anche su mia sollecitazione, abbiamo un buon punto di partenza per condurre in porto questo percorso appena iniziato: ogni riferimento alla spesa storica è stato stralciato”, sottolinea.
“Da 20 anni si provava ad ottenere questo risultato, e non ci si è mai riusciti. La versione del testo approvata in Consiglio dei ministri dice di fatto che prima andrà superata la spesa storica, e solo poi si farà l’autonomia differenziata. Se questo sarà l’iter, e noi vigileremo affinché questa logica venga rispettata, sarà un’importante novità anche per le Regioni del Mezzogiorno. Poi c’è un aspetto politico e di approccio che voglio rivendicare. Dico con determinazione ‘no’ ad un Sud che scappa in ritirata. L’atteggiamento di chi ha giocato di rimessa negli anni passati ha creato solo sperequazione per le Regione meridionali, e vantaggi per il Nord. Qui, invece, occorre giocare questa partita a viso aperto, senza timori reverenziali. Chi ha governato la Calabria negli scorsi decenni mi ha consegnato una Regione allo sfascio, anche senza autonomia differenziata. Noi stiamo lavorando per cambiarla, e ci riusciremo anche se otterremo una corretta attuazione della Costituzione repubblicana”, conclude Occhiuto.

Nomine, Tajani: Fi favorevole alla conferma di Descalzi come Ad Eni

Nomine, Tajani: Fi favorevole alla conferma di Descalzi come Ad EniAbu Dhabi, 4 mar. (askanews) – Forza Italia è favorevole alla conferma di Claudio Descalzi alla guida dell’Eni. Lo spiega il ministri degli Esteri, Antonio Tajani, parlando con i giornalisti prima di partecipare all’incontro della presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, con il presidente degli Emirati arabi.
“L’ad di Eni Descalzi qua è molto ben visto”. Una parte della maggioranza, in particolare la Lega, chiede però discontinuità. “Forza Italia – dichiara – è favorevole alla conferma, Berlusconi dà un giudizio molto positivo, si sono parlati più volte. Se devo dare un giudizio come ministro degli Esteri, lui lavora molto bene. Il governo deciderà, ma per quanto mi riguarda non posso che dare un giudizio positivo. Descalzi ha fatto sempre bene gli interessi dell’Italia”.
Quando si aprirà entrerà nel vivo il dossier nomine? “È presto, penso tra un mesetto”, aggiunge.

Siccità, in Lombardia deficit di circa il 60% di accumulo acque

Siccità, in Lombardia deficit di circa il 60% di accumulo acqueMilano, 3 mar. (askanews) – Il presidente di Regione Lombardia Attilio Fontana ha presieduto questa mattina il Tavolo regionale per l’utilizzo in agricoltura della risorsa idrica, al quale hanno partecipato le istituzioni e i rappresentanti degli utilizzatori delle acque. “È stata rappresentata la situazione di criticità che ormai ha raggiunto livelli di allarme con un deficit di circa il 60% di accumulo delle acque pari a oltre 2 miliardi di metri cubi di acqua. Tutti gli attori presenti, sia i gestori di bacino che quelli idroelettrici, compresa Terna (gestore nazionale del sistema elettrico) hanno espresso la disponibilità a una gestione coordinata degli invasi alpini e dei laghi per fronteggiare la crisi idrica” ha commentato.
“Purtroppo – ha aggiunto Fontana – le scarsissime precipitazioni nevose, unite all’incremento della temperatura ed allo scioglimento nivale, non hanno consentito di recuperare il deficit. A livello regionale, rispetto allo storico del periodo, siamo passati, nell’ultimo mese, da -42.3 per cento a -60 per cento. E al momento le previsioni non mostrano segnali incoraggianti. Fortunatamente la regolazione attuata mediante una politica ‘cautelativa’ di limitazione delle erogazioni, proposta già a dicembre e richiesta formalmente a inizio febbraio, ha consentito di mantenere complessivamente le risorse stoccate nei laghi”.
“Si è quindi deciso – ha detto ancora – di proseguire con la gestione ‘cautelativa’ della risorsa e prepararsi alla gestione delle acque nel corso della stagione irrigua. Verranno inoltre emanate direttive regionali per l’attivazione di licenze di attingimento da acque superficiali in condizioni di crisi idrica, nonché una disciplina specifica per concedere attingimenti di acque da cava. Sarà inoltre avviata una regolamentazione delle nuove concessioni di pozzi, sulla base della risorsa effettivamente disponibile”.
Tra le azioni da intraprendere il governatore ha confermato l’attenzione per il Lago d’Idro. “Per questa stagione – ha detto – ci attiveremo per ottenere un innalzamento temporaneo del massimo livello di invaso e nel contempo proseguiremo nel reperimento delle risorse necessarie alla realizzazione delle nuove opere di regolazione”. “Su quest’ultima azione – ha sottolineato Fontana – sarà sicuramente importante la figura del commissario nazionale chiamato a coordinare la cabina di regia del Tavolo interministeriale sulla siccità, che la premier Meloni ha attivato nei giorni scorsi, accogliendo proprio una mia richiesta”.
Il presidente ha infine ricordato che il Governo, ha prorogato lo stato di emergenza per Regione Lombardia con la Deliberazione del Consiglio dei Ministri del 28 dicembre 2022, che sarà valido fino al 31 dicembre di quest’anno. È stato inoltre chiarito che non è possibile richiedere in maniera preventiva lo stato di calamità perché quest’ultimo viene “concesso solo nel momento in cui si registrano i danni dei raccolti”.

Sicilia, Schifani: ok giunta ddl ripristino Province, iter sarà veloce

Sicilia, Schifani: ok giunta ddl ripristino Province, iter sarà veloceRoma, 3 mar. (askanews) – “Oggi abbiamo avviato il percorso per la reintroduzione delle Province in Sicilia, con l’elezione diretta di presidenti e Consigli. L’abolizione degli enti intermedi, nove anni fa, con l’istituzione delle Città metropolitane e dei Liberi consorzi non ha mai funzionato. Con questo testo onoriamo un impegno assunto con i siciliani in campagna elettorale, e soprattutto diamo risposta a un’esigenza sentita non soltanto in Sicilia, ma in tutto il Paese, come dimostrano le iniziative legislative presentate in Parlamento e in fase avanzata di discussione. Per questo sono ottimista su un iter veloce in Ars, attraverso anche un confronto con tutte le forze politiche, rispetto al quale siamo sempre disponibili”. Lo ha detto il presidente della Regione Renato Schifani, presentando il disegno di legge sulla riorganizzazione delle Province e delle Città metropolitane adottato in mattinata dalla giunta.
Il testo, precisa la nota, riprende la proposta depositata in commissione Affari costituzionali del Senato, adattata al contesto normativo siciliano. Il sistema elettorale adottato, conclude la nota, sarà il proporzionale con metodo D’Hondt per l’assegnazione dei seggi alle liste. L’entrata in vigore della legge, dopo l’approvazione in Assemblea regionale, è condizionata all’abrogazione della legge Delrio da parte del Parlamento nazionale.
“La cancellazione delle Province, fortemente voluta dal governo dell’epoca e rivendicata dalle forze che lo sostenevano nel Parlamento regionale – ha aggiunto Schifani – partiva dal presupposto della riduzione dei costi della politica, ma ha determinato un vuoto nei processi decisionali e amministrativi che ha penalizzato in maniera evidente l’erogazione di servizi importanti per i cittadini e per la tutela del territorio, oltre a ridurre gli spazi di democrazia diretta e di espressione politica. Il numero di consiglieri e di assessori sarà inferiore rispetto a quello del passato, secondo una logica di sobrietà che guarda al contenimento dei costi e di snellezza e efficienza dei nuovi enti”.
Nel dettaglio, le Province saranno sei più le tre Città metropolitane di Palermo, Catania e Messina; il progetto di riforma individua gli organi di governo e la loro composizione, introducendo la figura del consigliere supplente; stabilisce le quote rosa nelle liste, con almeno un quarto delle candidature riservato a donne; prevede la doppia preferenza di genere, come nei Comuni; introduce il collegio unico per l’elezione del presidente della Città metropolitana e della Provincia, la divisione della circoscrizione elettorale in collegi per l’elezione dei consiglieri provinciali, in modo da dare adeguata rappresentanza a tutti i territori. Per le province con popolazione superiore al milione di abitanti sono previsti 36 consiglieri e massimo 9 assessori; per quelle tra cinquecentomila e un milione di abitanti, 30 consiglieri e fino a 7 assessori, mentre quelle con meno di 500.000 abitanti potranno eleggere 24 consiglieri e le giunte avranno massimo sei assessori. Il ddl fissa le competenze dei nuovi organismi.

##Chi era Astorre, senatore del Pd e segretario regionale nel Lazio

##Chi era Astorre, senatore del Pd e segretario regionale nel LazioMilano, 3 mar. (askanews) – “Provengo da una scuola che interpreta la politica come strumento, non come fine”. Sui social si presentava con questa frase Bruno Astorre, il senatore del Pd, segretario regionale nel Lazio e membro della direzione nazionale del partito, morto mentre si trovava in uno degli uffici del Senato a palazzo Cenci. Esordì in politica da giovanissimo nella Dc, sotto la guida del mariniano Severino Lavagnini. La sua prima carica elettiva è stata quella di consigliere comunale dei Partito popolare a Colonna, piccolo Comune dei Castelli Romani, poi il Consiglio provinciale di Roma e il Consiglio regionale per La Margherita nel 2003.
Nel 2005 fu rieletto nelle liste dell’Ulivo e promosso assessore ai Lavori Pubblici e alla Casa della giunta Marrazzo, per poi spostarsi nel 2009 alla presidenza dell’assemblea laziale. Alle regionali del 2010 venne eletto col Pd e divenne vicepresidente del Consiglio regionale come rappresentate della minoranza. Con la caduta della Giunta guidata da Renata Polverini e la fine della consigliatura, Astorre nel 2012 si candidò alle primarie del Pd per la scelta dei candidati alle politiche del 2013 che gli aprirono le porte di Palazzo Madama, oltre che quelle della Direzione nazionale del partito. Avrebbe compiuto 60 anni l’11 marzo. Rieletto senatore nel 2018 e nel 2022, si era sposato nel 2021 con Francesca Sbardella, sua compagna di partito e sindaca di Frascati, dove vivevano.
“Prima di aprire discussioni e analisi del voto, sottolineo un dato allarmante sul quale tutta la politica dovrebbe interrogarsi: una carica importante come quella del presidente della Regione Lazio è stata scelta da meno del 40% degli aventi diritto al voto” aveva osservato Astorre con amarezza lo scorso 13 febbraio, dopo la sconfitta Alessio D’Amato e la vittoria del candidato del centrodestra Francesco Rocca alle regionali laziali.
“Bruno appariva forte, persino ruvido. Con un sorriso aperto e una viva empatia, ti metteva a tuo agio. In superficie sembrava inossidabile. Eppure avevo ben intuito che dietro quella maschera si nascondeva una fragilità” ha scritto di lui Goffredo Bettini, secondo il quale Astorre “avvertiva una forma di depressione nascosta. Superò quella fase. Ma so per esperienza personale che le faglie dell’anima si possono riassestare, ma mai rimarginare completamente”.

Clima, Favero (Pd): Fridays for future scioperano per futuro di tutti

Clima, Favero (Pd): Fridays for future scioperano per futuro di tuttiRoma, 3 mar. (askanews) – “Sono migliaia le ragazze e ragazzi che oggi con i Fridays for Future scioperano per la salvaguardia del pianeta, l’unico che abbiamo, per il primo “Global Strike” del 2023: protestano per il futuro di tutti. Alla politica l’onere di dare risposte, subito. Tante sono le sfide aperte anche nel Veneto: la siccità, lotta al troppo consumo di suolo, la tutela delle acque dall’inquinamento e dal rischio idrogeologico, la qualità dell’aria e la promozione di un’agricoltura sempre più sostenibile, con il minor utilizzo di pesticidi, i diritti sociali che si accompagnano ai diritti ambientali. Il Veneto, insieme alla Lombardia, è purtroppo la tra le prime dieci regioni europee ad essere maggiormente esposte agli effetti del climatico. La fragilità della nostra vetta più alta la Marmolada così come della stessa Venezia sono simboli chiari di ciò che sta accadendo. Al Governo nazionale e regionale, oggi dello stesso colore politico, chiediamo fondi e impegno. Noi, come oltre 40.000 imprenditori veneti che hanno già riconvertito al green le loro produzioni, qualche idea buona la abbiamo. A partire, ad esempio, dallo strumento formidabile delle comunità energetiche rinnovabili”. Così Matteo Favero, responsabile forum Ambiente e Infrastrutture del PD Veneto.

8 marzo, #ilcoraggioèdonna, campagna istituzionale dedicata ad Amini

8 marzo, #ilcoraggioèdonna, campagna istituzionale dedicata ad AminiRoma, 3 mar. (askanews) – #Ilcoraggioèdonna. Dal 6 marzo andrà in onda sulle reti Rai, radio e tv, e sui social, lo spot promosso dalla ministra per la Famiglia, la Natalità e le Pari Opportunità Eugenia Roccella, ideato e realizzato dal Dipartimento per l’informazione e l’editoria guidato dal sottosegretario alla Presidenza del Consiglio Alberto Barachini.
La campagna di comunicazione istituzionale, #ilcoraggioèdonna, celebra la Giornata Internazionale dei diritti della Donna, dedicando questo 8 marzo a Mahsa Amini, morta in Iran dopo essere stata arrestata per aver indossato il velo in modo “non corretto”, e a tutte le donne che lottano per vedere riconosciuti e rispettati i propri diritti fondamentali.
“Essere libere – recita la voce di Pegah Moshir Pour – vuol dire poter studiare e decidere chi diventare. Poter uscire di casa con i capelli scoperti senza paura di essere arrestate o di perdere la vita. Avere l’opportunità di guadagnarsi da vivere e veder riconosciuto, equamente, il proprio lavoro. Vuol dire scegliere di costruire una famiglia in pace, lontano dalla violenza e dalla guerra. Il coraggio è donna come la libertà”.
Lucana di origini iraniane, Pegah Moshir Pour è un’attivista e content creator. Il suo nome è diventato popolare cinque mesi fa, quando, dopo la morte di Masha Amini, in Iran sono esplose delle proteste senza precedenti. Quando aveva 9 anni, Pegah è stata costretta a lasciare Teheran per arrivare in Basilicata assieme alla sua famiglia. In quegli anni, le violenze e la repressione del regime islamico si fecero fortissime, al punto da indurre diverse famiglie a scappare dal paese. Per questa ragione oggi la sua voce è tutta a sostegno delle proteste delle donne e degli uomini, esplose dopo la morte di Masha Amini.

Astorre, bandiere a mezz’asta a palazzo Madama. La Russa sente pm

Astorre, bandiere a mezz’asta a palazzo Madama. La Russa sente pmRoma, 3 mar. (askanews) – Le bandiere a palazzo Madama sono a mezz’asta per la morte del senatore del Pd Bruno Astorre. Il presidente del Senato, Ignazio La Russa, secondo quanto si apprende ha avuto la notizia all’arrivo in Israele dove si trova per una visita ufficiale. Ha sentito il magistrato incaricato dell’indagine e messo a disposizione la collaborazione delle strutture del Senato per qualsiasi esigenza legata agli accertamenti di rito.
La Russa ha poi espresso le sue condoglianze alla capogruppo del Pd Simona Malpezzi. A palazzo Cenci, una delle strutture del Senato, dove è stato trovato il corpo senza vita del senatore Astorre, ci sono i massimi dirigenti di palazzo Madama e il capo di gabinetto del presidente.

San Siro, Sala: non posso costringere club a ristrutturare Meazza

San Siro, Sala: non posso costringere club a ristrutturare MeazzaMilano, 3 mar. (askanews) – “Quello che vorrei che fosse chiaro è che nessuno li manda via da San Siro, ci mancherebbe, ma non posso certo sostituirmi a loro nelle decisioni che riguardano il loro futuro”. Lo ha detto il sindaco di Milano, Giuseppe Sala, a proposito dello stadio stadio Meazza e di Inter e Milan, nel suo podcast quotidiano Buongiorno Milano.
“Credo che questa lunga e ancora non definita storia abbia una sola grande certezza: quella che le due squadre non vogliono restare a San Siro e nessuno può costringerle a ristrutturarlo, per me quindi è doveroso impegnarmi fino in fondo perché si trovi una soluzione alternativa nel Comune di Milano, poi se questo non accadrà io voglio essere tranquillo di aver fatto tutto il possibile perché ciò avvenisse, con buona pace di chi in questo momento a volte a sproposito ma soprattutto senza proporre una soluzione” ha aggiunto.
“Sono finiti i tempi gloriosi dei Berlusconi e dei Moratti, anche se noi tifosi ne abbiamo un po’ di nostalgia. Inter e Milan hanno bilanci ancora purtroppo in perdita e non sono enti filantropici. Dobbiamo giungere a una soluzione che tuteli i loro interessi e al tempo stesso quelli della città” ha osservato il primo cittadino.
“Quando Inter e Milan sono venuti da me per cominciare a parlare di stadio io ho subito proposto loro di avviare una grande ristrutturazione di San Siro essendo assolutamente disponibile a cedere loro la proprietà dello stadio, però devo dare atto alle squadre di avermi detto in maniera molto netta che era un’opzione che non potevano nemmeno considerare. Poi è innegabile che il percorso ha preso molto tempo da un lato per le procedure amministrative, le verifiche tecniche i pareri da acquisire, dall’altro le squadre avevo chiesto diritti volumetrici, ergo la possibilità di costruire hotel, uffici, centri commerciali, non compatibili con le regole del Comune” ha ricordato Sala.

De Luca: chi voleva blocco navale ora governa, perché non lo fa?

De Luca: chi voleva blocco navale ora governa, perché non lo fa?Napoli, 3 mar. (askanews) – “Qualcuno in Italia per anni ha detto che, per affrontare il problema dei migranti, bisognava fare il blocco navale. Che belle parole, che immagine di durezza, di autorità, che grande capacità di risolvere in maniera semplice i problemi. E adesso che chi voleva fare il blocco navale governa il Paese, che succede? Perché non lo fa?”. A dirlo è il presidente della Regione Campania, Vincenzo De Luca, durante la consueta diretta Facebook del venerdì.
Per il governatore, erano “cose vergognosamente demagogiche prima, e oggi credo che sia bene almeno per un attimo ricordare chi, con quella demagogia, ha cercato di strappare qualche voto ma non ha ritenuto di dover pensare seriamente a difendere i valori umani fondamentali”.
“Quello dei migranti è un problema complesso, con milioni e milioni di essere umani che si sono spostati dalle loro terre d’origine. Il mondo occidentale, l’Europa dovrebbe affrontarlo con rigore. Un rigore e una solidarietà che non c’è ed è una vergogna per un’area del mondo, l’Europa, che ha la presunzione di incarnare i valori dell’umanesimo”, conclude.