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Naufragio migranti, Mattarella lascia Crotone, la gente grida: giustizia

Naufragio migranti, Mattarella lascia Crotone, la gente grida: giustizia

Il Presidente in raccoglimento davanti alle vittime nella camera ardente al Palaspost

Roma, 2 mar. (askanews) – Applausi e ringraziamenti hanno salutato il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella all’uscita dalla camera ardente delle vittime del naufragio di Cutro allestito nel palazzetto dello Sport della città di Crotone. Erano centinaia le persone che hanno atteso l’uscita del capo dello Stato e dalla folla qualcuno ha chiesto “giustizia e verità per l’onore del paese”.
All’uscita del palazzo dello sport il Presidente è stato salutato dal presidente della regione Calabria Occhiuto e da alcuni sindaci della zona. Mattarella era accompagnato dal prefetto al’interno della camera ardente ma non ha voluto fossero presenti altre persone nei minuti di raccoglimento che ha dedicato in omaggio alle vittime.

Naufragio migranti,Lollobrigida: su Piantedosi no polemica governo

Naufragio migranti,Lollobrigida: su Piantedosi no polemica governoPiacenza, 2 mar. (askanews) – Il ministro dell’Interno Piantedosi “non ha alcuna responsabilità” sul naufragio di Steccato di Cutro di domenica mattina, e “non c’è alcuna polemica all’interno del governo e della maggioranza nei suoi confronti”. Lo ha detto il ministro dell’Agricoltura, Francesco Lollobrigida, a margine della cerimonia del Dies Academicus 2022-23 della sede di Piacenza dell’università Cattolica.
“Le responsabilità” sui ritardi nei soccorsi “non sono legate al ministro dell’Interno – ha detto Lollobrigida – ma all’incapacità in questi anni di frenare il criminale sciacallaggio che si fa sugli esseri umani che vivono in situazioni deboli e che vengono trasportati in maniera illegale in Italia. Il ministro degli Interni ha fatto un ottimo lavoro”.
“Piantedosi – ha aggiunto – è un ottimo ministro e non c’è alcuna polemica all’interno del governo e della maggioranza nei suoi confronti. Cercare polemiche strumentali all’interno del nostro governo è sbagliato e utile solo a nascondere gli ottimi risultati che stiamo conseguendo compresi i risultati del ministro Piantedosi”.

Meloni: Modi premier più amato, spero anche io stesso consenso

Meloni: Modi premier più amato, spero anche io stesso consensoNuova Delhi, 2 mar. (askanews) – “Il primo ministro Modi sa che può contare sulla collaborazione italiana a 360 gradi per la riuscita della prossima edizione del G20 e che può contare sull’Italia e sul nostro governo per rafforzare le nostre relazioni. Credo davvero che ci sia un grande lavoro che possiamo fare insieme e chissà che questo non mi porti a raggiungere le vette di consenso del primo ministro Modi che, come si sa, è il più amato al mondo. Non ho la presunzione di arrivare allo stesso obiettivo, ma sicuramente dimostra una grande capacità di leadership per la quale gli faccio le mie congratulazioni”. Lo ha detto la presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, nella dichiarazione al termine dell’incontro con il premier indiano Narendra Modi.

Ucraina, Meloni: spero ruolo centrale India in percorso negoziale

Ucraina, Meloni: spero ruolo centrale India in percorso negozialeNuova Delhi, 2 mar. (askanews) – “Il primo ministro Modi conosce perfettamente la posizione italiana a sostegno pieno della sovranità e dell’integrità territoriale dell’Ucraina e credo che condividiamo entrambi l’auspicio che l’India possa in qualità di presidente del G20 svolgere un ruolo centrale nella facilitazione di un percorso negoziale verso una cessazione delle ostilità, verso una pace giusta”. Lo ha detto la presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, nella dichiarazione al termine dell’incontro con il premier indiano Narendra Modi.
“Credo sia stato importante al G20 di Bali mantenere la comunità multilaterale unita su un documento e noi faremo tutto quello che possiamo fare per aiutare la presidenza indiana per fare passi ancora in avanti, per dimostrare ancora una volta la nostra amicizia”, ha aggiunto Meloni.

Pd, la “prima” di Schlein: battaglia su Piantedosi e studenti

Pd, la “prima” di Schlein: battaglia su Piantedosi e studentiRoma, 1 mar. (askanews) – Elly Schlein comincia dai migranti e dall’antifascismo, la neosegretaria Pd sceglie due temi sui quali nel partito non ci sono divisioni come primi atti ufficiali da leader. Tenere insieme le varie anime è sicuramente una sua priorità, come ha detto anche subito dopo la sua elezione domenica sera, come anche l’impegno ad avere una linea “chiara e riconoscibile”, e sia le parole del ministro Piantedosi, sia il pestaggio degli studenti di Firenze si inquadrano perfettamente in questo schema. Schlein attacca il ministro in audizione in commissione alla Camera, chiedendone le dimissioni e definendo “indegne” le sue parole sul naufragio. Domani, poi, andrà a Crotone dove sarà presente anche il capo dello Stato Sergio Mattarella. Sull’Ucraina, invece, ci pensa Marco Furfaro, possibile vice-segretario, a mandare segnali rassicuranti alla minoranza: “Non cambierà niente”, dice a Repubblica. Nessuno stop all’invio di armi, semplicemente si ribadirà con ancora più forza che “serve un’incessante iniziativa diplomatica dell’Europa”.
Una linea che non lascia presagire “strappi” o rivoluzioni anche perché – come dice uno dei parlamentari vicini a Schlein – “comunque abbiamo vinto, ma non stravinto… Loro hanno pur sempre il 46%”. Giusto quindi caratterizzare subito il partito su battaglie importanti, dando anche immediatamente il senso di una ritrovata combattività che potrebbe portare persino ad una mozione di sfiducia contro Piantedosi, ma avendo l’accortezza di coinvolgere tutto il Pd, possibilmente anche negli organismi dirigenti. Più che una gestione unitaria – che non piace a molti sia in minoranza che in maggioranza – il punto sembra essere Bonaccini: anche tra i sostenitori di Schlein diversi pensano che sia opportuno offrire proprio a lui la presidenza dell’assemblea Pd. Come è ancora da definire il discorso sui capigruppo: se la candidatura di Francesco Boccia per il Senato continua ad essere molto forte, il discorso alla Camera pare ancora molto aperto e non è da escludere nemmeno una conferma di Debora Serracchiani.
Di questo però Schlein non ha ancora parlato direttamente con Bonaccini. La segretaria, spiega un parlamentare, “ha detto che lo sentirà a breve, forse si incontreranno di persona”. Sarà lì che le carte verranno messe sul tavolo. Il problema è che non tutti sono d’accordo sull’opportunità di affidare un ruolo proprio al presidente dell’Emilia Romagna, qualcuno nella minoranza teme che alla fine si possa scegliere di affidare a Dario Nardella la presidenza dell’assemblea, “ma per tanti di noi non avrebbe senso”, commenta un parlamentare di area Bonaccini. Del resto, anche tra i parlamentari fedelissimi alla neo-segretaria più d’uno ammette: “E’ Bonaccini che ha preso il 46%, non qualcuno dei suoi. E’ più logico affidare a lui un ruolo”.
Se ne parlerà ancora, appunto, nei prossimi giorni. C’è tempo fino al 12 marzo – giorno dell’assemblea Pd – per trovare una quadra. Nel frattempo Schlein, a Firenze, sarà in piazza accanto a Giuseppe Conte. Un’immagine che dice molto di come sono destinati a cambiare i rapporti con M5s. Finito il “grande freddo” che era calato con la rottura tra il leader 5 stelle ed Enrico Letta, il Pd di Schlein adesso sarà più spesso sullo stesso terreno del Movimento, in attesa di capire come Conte intenderà rapportarsi con il nuovo corso dei democratici. Fino a domenica l’ex premier pensava di poter sfruttare praterie con la vittoria di Bonaccini. Ora deve ricalibrare la propria strategia e decidere se lavorare ad una ricucitura e ad una convivenza con il Pd di Schlein – che potrebbe rosicchiargli voti – o se insistere nella competizione, spostandosi sempre più a sinistra, dove la neo-segretaria farebbe fatica a seguirlo a meno di non spaccare il partito.

Meloni vola in India, poi farà tappa negli Emirati arabi

Meloni vola in India, poi farà tappa negli Emirati arabiNew Delhi, 1 mar. (askanews) – Prima tappa, New Delhi che già la attende con cartelloni di benvenuto e la bandiera italiana che sventola vicino a importanti monumenti. Poi, due giorni ad Abu Dhabi. In serata la presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, partirà per una missione all’estero che la porterà giovedì nell’India di Narendra Modi e successivamente, il 3 e 4 marzo, negli Emirati Arabi.
La visita della premier a New Delhi cerca di intercettare e potenziare lo slancio che la cooperazione tra i due Paesi ha avuto sempre più negli ultimi anni, dopo aver archiviato le tensioni dovute ai casi dei due marò e di Augusta Westland. D’altra parte quella dell’India è una economia in crescita e l’Italia la annovera tra i suoi principali partner commerciali nell’Indo-Pacifico: l’interscambio nel 2022 è stato infatti intorno ai 14,9 miliardi.
In primo piano ci sarà la cooperazione nell’ambito della difesa: è prossima la firma di un memorandum d’intesa in questo settore che dovrebbe essere annunciato proprio in occasione della visita di Meloni a New Delhi. Recentemente, il sottosegretario alla Difesa, Matteo Perego di Cremnago, è stato a Bangalore per partecipare a ‘Aero India’, salone biennale al quale sono presenti le massime aziende del settore militare. “Io – spiega contattato telefonicamente – credo fortemente nelle relazioni bilaterali tra i nostri due Paesi per una serie di ragioni. Una di queste è che l’India è l’unico attore geopolitico globale capace di spostare la bilancia da Oriente a Occidente, considerando che è la quinta e diventerà la terza economia mondiale ed è il Paese più popoloso al mondo”. Entrando più nel dettaglio degli accordi sul settore della difesa, Perego spiega che “l’India metterà sul piatto 200 miliardi nei prossimi anni in questo campo e ciò si accompagna a una politica industriale, definita ‘make in India’ che vuole sviluppare l’industria nazionale. In questo senso, le nostre aziende, Fincantieri e Leonardo su tutte, hanno la capacità di trasferire know how e competenza. Affianco a questo c’è una cosa che mi pare rilevante che ho notato durante il salone, e cioè il fatto che fossero presenti molti Paesi africani su invito dello stesso governo, come a definire una traiettoria di espansione dell’India che vuole competere sulla Cina”.
Al centro dei colloqui, infatti, ci saranno anche questioni di politica internazionale, a cominciare dalla guerra in Ucraina che l’India non ha mai condannato, anche in virtù dei suoi rapporti privilegiati con la Russia. Ma altro tema di grande interesse per il governo Modi è la decisione che l’Italia dovrà assumere rispetto all’adesione alla via della Seta, che scade a fine anno. Prima di diventare presidente del Consiglio Meloni si era espressa in maniera contraria rispetto al rinnovo e l’India si augura di avere in lei un alleato su questo punto.
La presidente del Consiglio sarà accompagnata dal vicepremier e ministro degli Esteri, Antonio Tajani, e da una delegazione imprenditoriale che fonti indiane definiscono “di alto livello”.
In base al programma della visita fornito dal sito del ministero degli Esteri indiano, Meloni atterrerà giovedì alle 9.20 (4.50 italiane), poi si sposterà al Rashtrapati Bhawan, la residenza presidenziale, dove è prevista una cerimonia di accoglienza. Successivamente, alle 10.30 locali (6 in Italia), Meloni renderà omaggio al memoriale del Mahatma Gandhi. Il bilaterale con il primo ministro indiano è previsto alle 11.55 (7.25 in Italia), quindi alle 13.05 (le 8.35 italiane) i due premier terranno dichiarazioni congiunte alla stampa. Nel pomeriggio è in programma anche una visita di cortesia dalla presidente della Repubblica, Droupadi Murmu. Alle 18.30 (le 14 italiane), Meloni sarà al Taj Palace dove terrà un intervento all’inaugurazione del Raisina Dialogue, una conferenza di geopolitica ed economia dedicata all’area dell’indo-pacifico, dove è attesa come ospite d’onore. Venerdì mattina alle 10, quando in Italia saranno le 5.30, Meloni volerà ad Abu Dhabi, dove rimarrà per due giorni.
Anche in questo caso, tra i settori di interesse c’è quello della difesa. Negli ultimi anni i rapporti tra Italia ed Emirati arabi hanno vissuto delle tensioni. In particolare, dopo che nel gennaio 2021 il governo Conte II decise di revocare le autorizzazioni all’export di missili e bombe in quest’area, ma anche a cause delle controversie legate all’operazione Etihad-Alitalia.

M5S, Conte alle prese con la novità Schlein cerca un “piano B”

M5S, Conte alle prese con la novità Schlein cerca un “piano B”Roma, 1 mar. (askanews) – “La verità è che non abbiamo un Piano B, nessuno di noi si aspettava che vincesse Elly Schlein le primarie del Pd. Tutti convinti che vincesse, magari non stravincesse, Bonaccini”: è in questa lettura sincera, che una autorevole fonte parlamentare del Movimento 5 stelle affida a taccuini chiusi al cronista, che si inquadra il momento delicato della creatura politica guidata da Giuseppe Conte. E allora, anche se ufficialmente non c’è un ordine del giorno specifico, si parlerà “in generale” di Superbonus, di “situazione politica” e dei prossimi passi dell’opposizione, nel Consiglio nazionale del M5S convocato per domani da Conte “non è escluso – dicono dall’entourage dell’ex premier – che si faccia un’analisi” sull’evoluzione che l’elezione della nuova leader dem può imprimere agli equilibri politici e all’azione delle opposizioni.
“La vittoria di Elly Schlein non è un risultato indifferente”, ammette Stefano Patuanelli, senatore e due volte ministro 5 stelle. “Vedremo – aggiunge – in che modo tradurrà le sue parole, la prima sfida che lanciamo è sulla pace, sull’invio di armi. Ma abbiamo il problema di dare a questo Paese una opposizione e una alternativa, il tema centrale non può essere la concorrenza fra noi e la campagna elettorale continua, altrimenti questo governo rischia di durare non cinque ma quindici anni”. Attendista la reazione di Mariolina Castellone, vicepresidente del Senato in quota M5S: “Vedremo alla prova dei fatti – dice – se si apriranno degli spazi per una maggiore convergenza sui nostri temi e se la nuova segretaria avrà il coraggio di dare un seguito alla domanda di cambiamento che l’ha eletta. Certamente queste elezioni sono un chiaro segnale a chi nel Pd aveva anteposto l’agenda Draghi all’agenda del governo Conte II, che era invece improntata su giustizia sociale, lavoro e tutela ambientale”.
“E’ chiaro – riflette, coperto dall’anonimato, un deputato di lungo corso – che con Bonaccini al Nazareno i ruoli sarebbe stati più chiari, le differenze più nette, la competizione in proiezione elettorale sarebbe probabilmente proseguita in modo simile a quella degli ultimi mesi. Ora c’è Schlein che è nuova, giovane, Lgbt, ha un linguaggio più moderno, i sondaggi torneranno a pompare il Pd, dopo mesi di calo, con noi in salita. Del resto, parliamoci chiaro: per noi l’effetto novità è finito da tempo, un ventenne che vota per la prima volta si può identificare più facilmente con lei che con Conte”. “Però che succederà al Pd? Se lei impone davvero una svolta una svolta, con gli stessi dirigenti in tutte le regioni, gli stessi gruppi in Parlamento – osserva un altro parlamentare che ci tiene a rimanere anonimo – come farà a portare avanti al sua linea? E se forzerà, come farà a tenere unito il partito? Insomma, se cambiamento deve essere ce ne accorgeremo: ad esempio, oltre a parlare di salario minimo, magari la smetteranno di presentare gli stessi emendamenti di Forza Italia…”.
Nel giro degli uomini più vicini all’ex premier, tuttavia, si ostenta un moderato ottimismo: “I sondaggi? E’ fisiologico che il Pd si riprenda, ha pagato prima la difesa a oltranza dell’agenda Draghi, poi la fase congressuale. Ma noi non siamo preoccupati, viste le prime dichiarazioni della segretaria dopo la vittoria ci può essere una convergenza maggiore su alcuni punti programmatici ma bisogna vedere fino a che punto avrà margini di manovra. Per noi l’interlocuzione deve avvenire innanzitutto in Parlamento”. Più scettica un’altra fonte vicina ai vertici stellati, che ricorda come “quella parte di apparato che ha contribuito alla vittoria di Schlein, i big come Franceschini, Bettini, Orlando ora pretenderanno risposte. E Gualtieri non si è espresso, che farà Schlein sugli inceneritori?”.
Per ora, si può forse attribuire anche all’effetto Schlein l’inedito slancio unitario mostrato nella giornata di martedì dalle opposizioni in conferenza dei capigruppo al Senato nel formulare congiuntamente (Pd, M5S, Az-Iv e AVS) le richieste di informativa urgente all’indirizzo dei ministri Piantedosi e Valditara. E nel M5S giurano sui buoni rapporti che Conte intrattiene con la neosegretaria del Pd, “si sono messaggiati subito dopo l’ufficializzazione dell’elezione”. Fra i due, dicono le fonti ufficiali, non sono in agenda incontri ufficiali ma non casualmente Conte sarà, come Schlein, alla manifestazione di Firenze sabato prossimo indetta dai sindacati confederali dopo l’azione squadristica contro alcuni studenti e per la censura espressa dal ministro dell’Istruzione Giuseppe Valditara nei confronti di una dirigente scolastica che ha indirizzato ai suoi studenti una lettera sul valore dell’antifascismo. Uniti contro il Governo, quindi. Il tema dei temi, quello più divisivo, resta però sul tavolo: “Nessuno – è la parola d’ordine che circola nelle stanze dei ‘contiani’ – si illuda che su guerra e riarmo noi ci facciamo concavi e convessi. La linea è chiara e resta quella. E Schlein dovrà dare risposte, in un senso o nell’altro, tutti gliele chiederanno, non solo noi ma anche chi sostiene la linea governativa”.

Lazio, Rocca: lavoro per dare alla Regione una squadra all’altezza

Lazio, Rocca: lavoro per dare alla Regione una squadra all’altezzaRoma, 1 mar. (askanews) – “Mi scuso se dovrò allontanarmi ma sto lavorando in queste ore per dare alla Regione Lazio una squadra all’altezza delle aspettative. L’intera squadra si farà trovare pronta per dare il massimo del supporto”. Così il neopresidente della Regione Lazio Francesco Rocca, nel corso del kick off meeting del Technopole della Capitale, in corso presso il rettorato dell’Università La Sapienza, alla vigilia della proclamazione del nuovo governatore attesa per domani, giovedì 2 marzo.

Naufragio migranti, Tajani: non strumentalizzare parole Piantedosi

Naufragio migranti, Tajani: non strumentalizzare parole PiantedosiRoma, 1 mar. (askanews) – “Sono convinto che Piantedosi abbia fatto sempre tutto ciò che era possibile per rispettare la legge e aiutare le persone che erano in difficoltà”. Lo ha detto il ministro degli Esteri Antonio Tajani parlando in Transatlantico alla Camera, aggiungendo che “non bisogna mai strumentalizzare le persone che sono morte” e che “la magistratura valuterà se ci sono state responsabilità”.
“La ricostruzione fatta è abbastanza chiara – ha detto Tajani – poi ci saranno le indagini. Due navi della Guardia di finanza sono uscite, Frontex ha detto che c’era una nave con una persona sola a bordo. Non c’era allarme, non è stato lanciato alcun segnale. Queste sono le cose che si sanno”.
Quando gli viene chiesto un giudizio sulle dichiarazioni di Piantedosi, Tajani risponde: “Le parole non vanno mai strumentalizzate. Il ministro Piantedosi ha organizzato corridoi umanitari, sono andato con lui ad accogliere persone che venivano dalla Libia. Mi sembra una persona che ha assolutamente a cuore le condizioni di chi è in mezzo al mare e deve essere soccorso”.
(segue)

Regione Lombardia, il cronoprogramma per l’avvio nuova legislatura

Regione Lombardia, il cronoprogramma per l’avvio nuova legislaturaMilano, 1 mar. (askanews) – Con l’atto di proclamazione a presidente di Regione Lombardia, inviato oggi ad Attilio Fontana dall’Ufficio Centrale Regionale presso la Corte d’Appello di Milano, inizia formalmente la XII° legislatura regionale: entro dieci giorni Fontana dovrà comunicare la composizione della Giunta regionale (al massimo potranno essere nominati 16 assessori e 4 sottosegretari).
Non prima di 10 giorni e non oltre 15 giorni dall’atto di proclamazione, si dovrà tenere la prima seduta del Consiglio regionale che sarà presieduta all’inizio da Vittorio Feltri in quanto Consigliere più anziano di età.
Prima di questa seduta tutti i consiglieri dovranno comunicare il gruppo consiliare al quale intendono aderire.
Durante la prima seduta saranno eletti il presidente del Consiglio regionale e i componenti dell’Ufficio di Presidenza (due vice presidenti, uno di maggioranza e uno di minoranza, e due consiglieri segretari, espressione anch’essi della maggioranza e della minoranza). All’inizio di questa stessa seduta sono previste anche le procedure di subentro dei primi dei non eletti che saranno chiamati a sostituire in Aula i consiglieri eletti nominati assessori regionali.
La seconda seduta si terrà, invece, entro 15 giorni dalla nomina della Giunta regionale: in questa occasione il presidente Fontana presenterà all’Aula la composizione della Giunta e il programma di governo per i prossimi cinque anni. Nella stessa seduta potrebbero essere istituite le Commissioni consiliari.