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Sciarra avverte:Consulta è custode e garante diritti Costituzione

Sciarra avverte:Consulta è custode e garante diritti CostituzioneRoma, 13 apr. (askanews) – Una Corte Costituzionale che “ascolta, attenta alla persona, alla tutela dei diritti e dei beni primari” come “l’ambiente”, definito “‘entità organica di valore costituzionale primario”. E’ quella tratteggiata dalla presidente della Consulta, Silvana Sciarra, nella sua relazione sull’attività del 2022, letta in occasione della riunione straordinaria della Corte alla presenza del presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, e delle più alte cariche dello Stato.

Nel corso del suo intervento, la presidente ha ricordato come la Corte, “istituzione di garanzia, mantenga la sua funzione di custode della Costituzione” anche quando “valorizza i parametri europei e convenzionali, integrandoli con quelli nazionali”. Una Corte costituzionale “vigile e al tempo stesso permeabile, dinamica, proiettata in universi ordinamentali più ampi, sulla scorta delle clausole di apertura all’Europa e al mondo previste dalla nostra Costituzione”, ha sottolineato Sciarra. La presidente ha evidenziato poi il ruolo della Corte nell’ordinamento repubblicano, “garante nel rispetto del riparto di competenze tra lo Stato, le Regioni e le Province autonome; di una Corte arbitro nei conflitti tra enti e tra poteri; di una Corte protesa, nei giudizi di ammissibilità dei quesiti referendari, a tutelare i diritti dei cittadini chiamati a votare”.

Nella sua relazione, la presidente Sciarra ha seguito un ‘file rouge’, citando alcune parole chiave: famiglia, minori, solidarietà, parità, salute, lavoro, ambiente e, soprattutto, persona – in cui si coglie “la funzione della Corte che assicura il rispetto della Costituzione, costantemente aperta al confronto con il Parlamento, chiamato a dare sviluppo concreto ai diritti”. In tema di sanità, la presidente ha anche “sollecitato” il parlamento “ad aggiornare i Livelli essenziali di assistenza (Lea), al fine di evitare l’obsolescenza delle cure e garantire l’eguaglianza nell’accesso alle migliori prestazioni sul territorio nazionale”. Mentre in materia di lavoro ha evidenziato come “pur affermando che non può essere sindacato il merito delle scelte organizzative del datore di lavoro, la Corte ha ribadito che il licenziamento deve avere una giustificazione e deve presentarsi quale ultima ratio”.

Dopo la riunione straordinaria della Corte, la presidente Sciarra, in conferenza stampa, ha, tra le altre cose, ribadito che i “diritti dei minori”, anche di coppie omogenitoriali, “sono un punto fermo” per la Corte Costituzionale. Sollecitata anche sull’ergastolo ostativo ha detto che “la scelta” della Consulta di rinviare gli atti alla Cassazione, dopo l’approvazione della nuova normativa in materia “non è stata buonista”.

Terzo Polo, si consuma il divorzio tra Calenda e Renzi: addio al partito unico

Terzo Polo, si consuma il divorzio tra Calenda e Renzi: addio al partito unicoRoma, 13 apr. (askanews) – Alla fine non resta molto. Oggi, solo la promessa, la solita, classica e mendace, di quando un amore finisce, quella a cui aggrapparsi per un po’ senza crederci: magari ci ri-incontriamo. Magari, sì, fuor di metafora Italia Viva e Azione – le due forze politiche che a giugno dovevano iniziare il percorso per diventare partito unico con un bel congresso “democratico” e “partecipato” – potranno fare alleanze à la carte in vista di elezioni locali, nazionali o europee. Ma anche questa prospettiva e non solo quella, naufragata definitivamente oggi, del partito unico, appare assai improbabile dopo tre giorni in cui sono volati gli stracci tra i due gruppi dirigenti. Soldi, leadership, eredità dei moderati, orizzonte Europee, caratteri dei leader: la conclusione, dopo molte parole, tweet, video e dichiarazioni alla stampa, è che tra Matteo Renzi e Carlo Calenda c’è un serio “problema di fiducia reciproca”.

Che, al netto del balletto di accuse su chi è che non ha voluto il partito unico e su chi non ha voluto rinunciare a cosa (scioglimento dei due partiti? Leopolda? Contributi del 2 per mille?), è davvero una bella gatta da pelare visto che ci sono gruppi unici sia alla Camera che al Senato. Che fine faranno? E qui si torna alla questione dei soldi perchè per ogni parlamentare dentro a un gruppo è previsto un contributo di circa 50mila euro da parte dell’amministrazione di Montecitorio e di Palazzo Madama. Servirà quantomeno un accordo tecnico tra i due partiti per non perdere risorse. Le ipotesi che si profilano sono almeno due. La prima è di mantenere i gruppi unici ma con una filosofia per così dire da gruppo misto, senza, quindi, un patto politico. La seconda è immaginare gruppi autonomi, cosa che al Senato sarebbe alla portata del partito di Matteo Renzi a cui manca un solo senatore per diventare un gruppo a sè: Iv ha 5 senatori, il numero minimo previsto è fissato a sei. Un obiettivo non irraggiungile, suggeriscono i bene informati, guardando anche quello che sta succedendo sia nel centrodestra – leggi Forza Italia alle prese con i problemi di salute del fondatore – sia nel centrosinistra dove la guida più a sinistra di Elly Schlein ha già causato qualche malumore tra cattolici e moderati Dem.

Per quanto riguarda la Camera – dove per costituire un gruppo servono venti deputati – il presidente Lorenzo Fontana, si fa osservare, ha già concesso deroghe – vedi i casi di Noi moderati di Maurizio Lupi e dei 12 deputati di Alleanza Verdi Sinistra di Nicola Fratoianni – e si potrebbe orientare in questo senso qualora il gruppo dei 9 deputati di Italia Viva raggiungesse i 12 membri. Per quanto riguarda Azione – che al Senato ha 4 senatori – alla Camera ne ha già 12. Fin qui i soldi, ma poi c’è la politica. Da parte sua Calenda, secondo il quale “il progetto del partito unico con Italia Viva è naufragato per la semplice ragione che Renzi ha ripreso direttamente in mano IV due mesi fa e non vuole rinunciarvi”, ha rilanciato il progetto sostenendo che “da domani riprenderemo con @Azione_it il lavoro per la costruzione di un partito liberale, popolare e riformista”. Renzi, che ha scritto di “polemiche inspiegabili dentro il Terzo Polo” non vedendo “il motivo politico per la rottura”, si è riunito nel pomeriggio con i suoi e il progetto, al termine della consultazione, potrebbe essere lo stesso di Calenda: proseguire sulla strada del partito liberale e riformista. Insomma, non è nato il partito unico, ma ne potrebbero nascere due.

Bye bye Terzo Polo,divorzio Calenda-Renzi.Ma su gruppi si tratta

Bye bye Terzo Polo,divorzio Calenda-Renzi.Ma su gruppi si trattaRoma, 13 apr. (askanews) – Alla fine non resta molto. Oggi, solo la promessa, la solita, classica e mendace, di quando un amore finisce, quella a cui aggrapparsi per un po senza crederci: magari ci ri-incontriamo. Magari, sì, fuor di metafora Italia Viva e Azione – le due forze politiche che a giugno dovevano iniziare il percorso per diventare partito unico con un bel congresso “democratico” e “partecipato” – potranno fare alleanze à la carte in vista di elezioni locali, nazionali o europee. Ma anche questa prospettiva e non solo quella, naufragata definitivamente oggi, del partito unico, appare assai improbabile dopo tre giorni in cui sono volati gli stracci tra i due gruppi dirigenti. Soldi, leadership, eredità dei moderati, orizzonte Europee, caratteri dei leader: la conclusione, dopo molte parole, tweet, video e dichiarazioni alla stampa, è che tra Matteo Renzi e Carlo Calenda c’è un serio “problema di fiducia reciproca”.

Che, al netto del balletto di accuse su chi è che non ha voluto il partito unico e su chi non ha voluto rinunciare a cosa (scioglimento dei due partiti? Leopolda? Contributi del 2 per mille?), è davvero una bella gatta da pelare visto che ci sono gruppi unici sia alla Camera che al Senato. Che fine faranno? E qui si torna alla questione dei soldi perchè per ogni parlamentare dentro a un gruppo è previsto un contributo di circa 50mila euro da parte dell’amministrazione di Montecitorio e di Palazzo Madama. Servirà quantomeno un accordo tecnico tra i due partiti per non perdere risorse. Le ipotesi che si profilano sono almeno due. La prima è di mantenere i gruppi unici ma con una filosofia per così dire da gruppo misto, senza, quindi, un patto politico. La seconda è immaginare gruppi autonomi, cosa che al Senato sarebbe alla portata del partito di Matteo Renzi a cui manca un solo senatore per diventare un gruppo a sè: Iv ha 5 senatori, il numero minimo previsto è fissato a sei. Un obiettivo non irraggiungile, suggeriscono i bene informati, guardando anche quello che sta succedendo sia nel centrodestra – leggi Forza Italia alle prese con i problemi di salute del fondatore – sia nel centrosinistra dove la guida più a sinistra di Elly Schlein ha già causato qualche malumore tra cattolici e moderati Dem.

Per quanto riguarda la Camera – dove per costituire un gruppo servono venti deputati – il presidente Lorenzo Fontana, si fa osservare, ha già concesso deroghe – vedi i casi di Noi moderati di Maurizio Lupi e dei 12 deputati di Alleanza Verdi Sinistra di Nicola Fratoianni – e si potrebbe orientare in questo senso qualora il gruppo dei 9 deputati di Italia Viva raggiungesse i 12 membri. Per quanto riguarda Azione – che al Senato ha 4 senatori – alla Camera ne ha già 12. Fin qui i soldi, ma poi c’è la politica. Da parte sua Calenda, secondo il quale “il progetto del partito unico con Italia Viva è naufragato per la semplice ragione che Renzi ha ripreso direttamente in mano IV due mesi fa e non vuole rinunciarvi”, ha rilanciato il progetto sostenendo che “da domani riprenderemo con @Azione_it il lavoro per la costruzione di un partito liberale, popolare e riformista”. Renzi, che ha scritto di “polemiche inspiegabili dentro il Terzo Polo” non vedendo “il motivo politico per la rottura”, si è riunito nel pomeriggio con i suoi e il progetto, al termine della consultazione, potrebbe essere lo stesso di Calenda: proseguire sulla strada del partito liberale e riformista. Insomma, non è nato il partito unico, ma ne potrebbero nascere due.

Piazza della Loggia, Governo parte civile nel processo a Zorzi

Piazza della Loggia, Governo parte civile nel processo a ZorziRoma, 13 apr. (askanews) – Nel giudizio penale per la strage di piazza della Loggia a carico di Roberto Zorzi, il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio Alfredo Mantovano ha autorizzato la costituzione di parte civile nell’interesse del Governo. Lo ha comunicato palazzo Chigi

“L’udienza preliminare si era tenuta il 23 marzo 2023 ma di essa – sottolinea il Governo. non era stato dato avviso alla Presidenza. Su indicazione di quest’ultima, una volta venuta a conoscenza del giudizio, l’Avvocatura Distrettuale dello Stato di Brescia ha presentato istanza di rimessione in termini, che il Tribunale di Brescia ha accolto, e questo ha permesso di integrare il contraddittorio con la costituzione di parte civile”.

Braga: ora Pd avanti unito in Parlamento, su migranti battaglia

Braga: ora Pd avanti unito in Parlamento, su migranti battagliaRoma, 13 apr. (askanews) – Chiara Braga è capogruppo Pd alla Camera da un paio di settimane, è stata eletta per acclamazione a fine marzo. Ha davanti a sè due compiti non facili, considerando gli usi e costumi del Pd e del centrosinistra in generale: tenere insieme il gruppo parlamentare, nonostante una minoranza che mugugna perché rivendicava il posto da presidente, e provare a convincere le altre opposizioni – M5s e centristi – ad unirsi almeno su alcune battaglie comuni contro il governo. In questa intervista ad Askanews sul Pd si dice “ottimista”, perché “conosco la qualità e il valore di colleghe e colleghi”. Per quanto riguarda le altre opposizioni usa un po’ più di cautela: “Penso ci siano le condizioni per alcune battaglie comuni, ovviamente rispettando anche la dialettica che c’è in alcune forze in questi giornià Noi comunque non lasceremo nulla di intentato

Domanda. Quindi insisterete per provare a coordinarvi con M5s e centristi, almeno su alcuni temi? Risposta. “Questo è un obiettivo del Pd e penso debba esserlo di tutte le opposizioni, per rendere più incisiva la nostra azione rispetto alle scelte sbagliate di questo governo e a incalzarlo sulle questioni fondamentali come il Pnrr, priorità assoluta. E poi il lavoro: salario minimo, sicurezza sul lavoro – ieri è stata approvata la commissione d’inchiesta – e anche in generale su tanti altri fronti, dai diritti alle politiche sul fenomeno migratorio, alla difesa della sanità e della scuola pubblica. Penso ci siano tutte le condizioni per poter stringere già a partire dalle prossime settimane questo lavoro comune, ovviamente rispettando anche la dialettica che c’è in alcune forze di opposizione in questi giorni. Ma è priorità assoluta fare opposizione che sia percepita come utile al paese. Noi non lasceremo nulla di intentato”. D. Lei e Boccia avete chiesto al governo di riferire in Parlamento sul Pnrr. Cosa bisognerebbe fare secondo voi? R. “Vogliamo chiarezza da parte del governo dopo voci discordanti che ci hanno allarmato molto nelle ultime settimane. Qual è lo stato di attuazione? Quali sono i ritardi più volte evocati da rappresentanti del governo? E vogliamo capire come si vuole porre rimedio. E su eventuali modifiche vogliamo capire quali progetti si vogliono rimettere in discussione, dove si vogliono spostare le risorse e avere chiarimenti anche sui fondi di sviluppo e coesione e sul ‘Re-power Eu’. Non bastano appelli generici alla responsabilità come quelli di Fitto. Siamo pronti a confrontarci perché pensiamo che il Pnrr sia la priorità, ma pretendiamo che il governo lo faccia in maniera trasparente e chiara in parlamento”.

D. Il ministro Fitto e la premier Meloni danno la colpa ai governi precedenti per i ritardi. R. “E’ un tentativo che non ha nessun fondamento. Abbiamo garantito il rispetto di tutti i target nella scorsa legislatura.Oggi, di fronte all’incapacità di dire come risolvere dei ritardi che ci sono stati, assistiamo a un tentativo di scaricabarile che non possiamo accettare. Non è degno di un paese serio cercare di confondere le acque. Sul Pnrr non faremo mai battaglie demagogiche come ha fatto la destra, ma pretendiamo discussione basata sui fatti e sulle responsabilità di questo esecutivo”. D. Nel Def c’è il taglio del cuneo fiscale, non è una misura che piace anche a voi? R. “Per noi è sempre una notizia positiva quando si abbassano le tasse ai lavoratori. Quello che registriamo, però, è che la riduzione effettuata non è ancora sufficiente. Ma soprattutto mancano risposte all’altezza della situazione su temi prioritari, a partire da come rispondere alla richiesta delle regioni sui tagli alla sanità. Siamo davvero preoccupati per il rischio di perdere i fondi per le case di comunità, strutture essenziali per il sistema sanitario. Su questo non c’è nulla ed è una delle cose che ci preoccupa di più”.

D. Perché avete abbandonato i lavori sulla commissione Covid? R. “E’ molto grave quello che è successo sulla commissione Covid.Una chiara manifestazione di qual è la volontà della maggioranza: avere completamente escluso le regioni – che hanno una parte fondamentale nella gestione del servizio sanitario – è la testimonianza che si vuole usare la commissione d’inchiesta non per un serio lavoro di indagine, cosa che saremmo assolutamente pronti a fare – ma come arma di battaglia politica. Non possiamo condividere questo tentativo di strumentalizzare la tragedia del Covid, addirittura arrivando a mettere in dubbio l’efficacia cdei vaccini e ammiccando a posizioni ‘no-vax’”. D. E’ scontro anche sui migranti, la scorsa settimana al Senato avete lasciato i lavori della commissione. Sarà battaglia anche alla Camera sul decreto che limita la protezione speciale? R. “Sì, intanto perché oltre a mostrare la faccia feroce e dichiarare uno stato di emergenza che non ha ragione di esistere questo governo dimostra di non avere le idee chiare su come gestire il fenomeno. Il ritardo nell’esame del decreto, la confusione sugli emendamenti, sono la prova di un governo senza visione. Non vogliamo che questo tema venga usato solo per generare allarme e propaganda, vorremmo ci fosse un atteggiamento molto più serio e responsabile. A partire da un ruolo che l’Italia invece non sta giocando a livello europeo”.

D. C’è un problema-La Russa? Gianni Cuperlo è arrivato a immaginare una sorta di aventino quando lui presiede l’aula al Senato? R. “Sono un problema le sue posizioni su un tema così importante come il riconoscimento della memoria storica – della verità storica! – sui fatti della resistenza e del fascismo. I colleghi senatori hanno giustamente preso iniziativa forte insieme a altre opposizioni (presentare una mozione di che impegna il Senato a rispettare la “verità storica” sull’antifascimo, ndr). Penso sia gravissimo che a legittimare tentativi di riscrivere la storia della nostra Repubblica, fondata sui valori dell’antifascismo, sia una carica istituzionale come il presidente del Senato”. D. Sulle famiglie arcobaleno state preparando una proposta, ma i cattolici del Pd sono perplessi. Ci sarà un confronto interno sulla registrazione dei figli delle coppie omogenitoriali? R. “Penso ci sia la necessità di mettere al primo posto la tutela dei diritti dei bambini e delle bambine e anche di dare corso a proposte che sono parte della linea uscita in maniera chiara dal congresso. Nei gruppi e nel partito ci sarà tutto lo spazio per una discussione che consenta a tutti di rappresentare e condividere le sensibilità e le posizioni. Ma di fronte al tentativo del governo di restringere i diritti fondamentali (impedendo la registrazione dei figli delle famiglie arcobaleno, ndr) il Pd ha dovere di esprimere una posizione molto chiara”. D. La minoranza Pd ha espresso perplessità per la sua elezione.Non per un fatto personale, non era un’obiezione sul suo nome, ma reclamava il diritto di avere la presidenza del gruppo. Guerini ha parlato di “forzatura” sulle nomine dei capigruppo. E’ complicato il suo lavoro in un partito sempre “vivace” come il Pd? R. “Sono molto fiduciosa che questa fase possa davvero vedere un partito unito in Parlamento e nel paese nel lavoro di opposizione. E’ positivo avere un confronto anche franco al nostro interno. Ho molta fiducia non solo nei miei colleghi ma in tutto il gruppo dirigente del Pd. Per noi la priorità è contrastare le politiche di questa destra e lavorare per restituire un’alternativa credibile nel paese, cosa che secondo i sondaggi stiamo cominciando a fare. Sono fiduciosa che superato il momento del rinnovo, del cambio della guida dei gruppi, ci siano le condizioni per fare un ottimo lavoro. Sono ottimista perché ho fiducia nella qualità e del valore dei colleghi e le colleghe”.

Calenda: da Renzi passo di lato mai e cinque avanti, ripreso Iv

Calenda: da Renzi passo di lato mai e cinque avanti, ripreso IvRoma, 13 apr. (askanews) – “Renzi non ha fatto un passo di lato ma cinque passi avanti riprendendo Italia Viva, diventando plenipotenziario e levando Rosato con cui lavoravamo benissimo negli organi della federazione in cui Renzi ha sempre rifiutato di sedersi. Di fronte alle nostre pressioni di fare il partito unico, Renzi ha accettato di discuterne”. Lo afferma il leader di Azione Carlo Calenda in un video diffuso su Twitter.

“La risposta di Renzi è stata netta. L’indisponibilità a sciogliere Iv e a prendere un commitment per passare le risorse di Iv al nuovo partito, impegni che Azione era disposta a prendere parallelamente… Renzi non lo voleva fare e non l’ha fatto, credo sia un grave errore… Tutto questo è documentato, scritto, verificato, ci sono poche cavolate, tutto il resto è arma di distrazione di massa” ha concluso. .

Berlusconi, Pier Silvio: ammirato da forza e esempio di mio padre

Berlusconi, Pier Silvio: ammirato da forza e esempio di mio padreMilano, 13 apr. (askanews) – “Sono ammirato dalla forza e dall’impegno di mio papà, ancora una volta sta lavorando per recuperare. È uscito il bollettino quindi non mi addentro in questioni mediche, è chiaro che è in un ambito intensivo e questa è una cosa che va tenuta in considerazione e rispettata ma adesso l’ho trovato di buon umore e, ve lo dico veramente, è un esempio. Si sta impegnando ed è in prospettiva con il suo pensiero”.

Lo ha dichiarato Pier Silvio Berlusconi, rivolgendosi ai cronisti in uscita dall’ospedale San Raffaele dove era arrivato poco prima delle 13 di oggi per far visita al padre ricoverato dal 5 aprile scorso in terapia intensiva per una polmonite collegata alla leucemia cronica mielomonocitica di cui è affetto. Prima di congedarsi, rispondendo alle domande dei giornalisti, Pier Silvio Berlusconi ha sottolineato che il papà ha anche visto la partita di Champions tra Milan e Napoli ma ha invitato i cronisti alla cautela.

“Sta migliorando – ha detto – ma i medici mi dicono che in un ambito intensivo, quindi, per favore, cautela nel parlare e rispetto”.

Dl Cutro, governo: stretta su protezione internazionale e controlli

Dl Cutro, governo: stretta su protezione internazionale e controlliRoma, 13 apr. (askanews) – La Rgs ha bollinato i due corposi emendamenti del governo al dl Cutro, trovando quindi le coperture necessarie per un intervento complesso che va dalla riorganizzazione e il potenziamento delle strutture di prima accoglienza con l’estensione delle deroghe già previste per i centri per il rimpatrio alla facoltà del ministero dell’Interno di affidare alla Croce Rossa, in situazioni di particolare affollamento dell’hotspot di Lampedusa, la gestione della struttura. Si procederà all’individuazione di nuovi siti da mettere in piedi da parte del Viminale d’intesa con il ministero della Giustizia per le procedure di frontiera “con trattenimento”. Sarà anche possibile per i “prefetti” individuare luoghi provvisori per i richiedenti asilo “in caso di indisponibilità di un adeguato numero di posti nelle strutture esistenti”.

Anche per quanto riguarda i richiedenti protezione internazionale, fino alla decisione definitiva sulla domanda di protezione, si cambia in modo netto: saranno accolti nei centri di accoglienza governativi e non più nell’ambito del sistema di accoglienza e integrazione (Sai) costituito dalla rete degli enti locali. Nel Sai potranno essere accolti solo i migranti che fanno ingresso in Italia in attuazione di protocolli per la realizzazione di corridoi umanitari, nonché nel programma nazionale di reinsediamento, poiché in entrambi i casi, si spiega nella relazione tecnica, si tratterebbe di richiedenti che hanno già ottenuto un primo semaforo verde sugli adempimenti preliminari alla definizione della loro posizione giuridica. Unica eccezione rispetto ai richiedenti protezione internazionale, “nel limite dei posti disponibili”, i richiedenti che appartengono a categorie vulnerabili (come donne in stato di gravidanza, anziani, persone affette da gravi malattie o disturbi mentali, disabili): anche loro potranno accedere al Sai. Prevista poi un irrigidimento sulle norme di revoca delle misure di accoglienza nei confronti del richiedente che si è reso responsabile di gravi violazioni delle regole nel centro di accoglienza o di comportameti violenti. Non solo, la revoca e le misure limitative saranno applicate anche nel caso in cui le condotte illecite fossero tenute al di fuori del centro di accoglienza, tenuto conto della situazione personale del richiedente la protezione.

Azione a Iv: stop a progetto perchè non avete votato documento

Azione a Iv: stop a progetto perchè non avete votato documentoMilano, 13 apr. (askanews) – “Lo stop deriva dalla scelta di Italia Viva di non votare un documento ieri che avevano dichiarato essere già letto e condiviso. Dietro tutto questo c’è solo un fatto: Renzi tornato alla guida di Italia Viva da pochi mesi non ha alcuna intenzione di liquidarla in un nuovo partito. Scelta legittima ma contrastante con le promesse fatte agli elettori. Dopo mesi di tira e molla ne abbiamo semplicemente preso atto. In un clima volutamente avvelenato da insulti personali da parte di Renzi e di quasi tutti gli esponenti di Italia Viva a Carlo Calenda”. Lo si afferma in una nota di Azione, in risposta alla nota di Italia Viva.

Terzo Polo,IV: stop scelta unilaterale Calenda, noi collaboreremo

Terzo Polo,IV: stop scelta unilaterale Calenda, noi collaboreremoRoma, 13 apr. (askanews) – “Interrompere il percorso verso il partito unico è una scelta unilaterale di Carlo Calenda. Pensiamo che sia un clamoroso autogol ma rispettiamo le decisioni di Azione”. Così in una nota l’ufficio stampa di Italia Viva.

“Gli argomenti utilizzati appaiono alibi. Italia Viva è pronta a sciogliersi come Azione il 30 ottobre, dopo un congresso libero e democratico. Sulle risorse Italia Viva ha trasferito fino ad oggi quasi un milione e mezzo di euro al team pubblicitario di Carlo Calenda ed è pronta a concorrere per la metà delle spese necessarie alla fase congressuale e a trasferire le risorse dal momento della nascita del partito unico. Leopolda, Riformista, retroscena, veline, presunti conflitti di interesse sono solo tentativi di alimentare una polemica cui non daremo seguito. La costruzione di una proposta alternativa a populisti e sovranisti è da oggi più difficile ma più urgente. Nei prossimi mesi noi rispetteremo gli amici di Azione cercando ogni forma di collaborazione senza rispondere alle polemiche di alcuni dei loro dirigenti”, conclude la nota.