Roma, 31 mar. (askanews) – “La cosa più significativa delle ultime settimane è la riforma fiscale, è la prima a partire tra le grandi riforme che ci siamo presi l’impegno di portare avanti per liberare le energie di questa nazione, per costruire un sistema più giusto, più efficacie ed efficiente. Questa riforma riguarda le tasse, il rapporto tra lo Stato e i contribuenti. Abbiamo licenziato nel Consiglio dei ministri la legge delega, che tra i tipi degli strumenti normativi è come se fosse una specie di cornice e abbiamo 24 mesi massimo per completarla con i decreti necessari. Alla fine di questo lavoro noi avremo un fisco completamente nuovo dopo 50 anni dall’ultima riforma che è stata fatta su questa materia. In pratica l’ultima riforma sul fisco è stata fatta prima che io nascessi”. Lo dice la presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, in un video de ‘Gli appunti di Giorgia’.
“Quali sono gli obiettivi che ci diamo? il primo è più importante è abbassare le tasse per tutti, ovviamente con particolare attenzione ai redditi bassi e medi, con una progressiva riduzione delle aliquote Irpef che immaginiamo di produrre”, ha spiegato.
Roma, 31 mar. (askanews) – L’eccidio delle Fosse Ardeatine, commesso dai nazifascisti nel 1944, continua ad essere oggetto di scontro tra le forze politiche. Stavolta a scatenare la bufera sono le parole del presidente del Senato Ignazio La Russa, che compie della vicenda quella che dal Pd non esitano a definire un’operazione di “revisionismo”, “sposando il punto di vista dei fascisti”. Per Elly Schlein, segretaria del Pd, sono “parole indecenti, inaccettabili per il ruolo che ricopre”.
In un’intervista a Libero, La Russa prima afferma che i partigiani misero in atto l’azione contro le truppe di occupazione nazista “sapendo che ne sarebbe derivata una rappresaglia…”. Poi minimizza l’azione in sè: “Non è stata una pagina nobilissima della Resistenza”, afferma l’intervistatore Pietro Senaldi; “No, tutt’altro – chiosa La Russa – anche perchè quelli che furono uccisi non erano biechi nazisti delle SS ma una banda musicale di semi-pensionati altoatesini, in quel momento mezzi tedeschi e mezzi italiani, non si capiva bene se erano tedeschi o italiani…”. E infine difende le parole di Giorgia Meloni, che commemorando l’eccidio del 24 marzo disse che le 335 vittime furono uccise “solo perchè italiani”: per La Russa “quando Meloni dice ‘uccisi perchè italiani’ nella sua testa lo sa che questi italiani erano italiani perchè erano antifascisti, ebrei, detenuti politici, qualcuno chi lo sa, pure fascista, chi lo sa, probabilmente, statisticamente ce ne sarà stato magari per sbaglio qualcuno… ma se li deve racchiudere in una sola parola, dice ‘perchè italiani’. Uno può dire: ‘Io avrei precisato’, ci sta. Ma farne uno scandalo è sinonimo di avere motivi di polemica un po più strutturati”. La Russa, che si definisce “uomo della Fiamma”, prosegue poi parlando del 25 aprile: non vuole ancora dire come lo celebrerà, ma ricorda di aver già reso omaggio alle tombe dei partigiani: “Di tutti, anche di quelli rossi, che come è noto non volevano un’Italia libera e democratica perchè avevano il mito della Russia comunista. Ma io comunque li ho omaggiati perchè sono morti per un’idea e pertanto meritano rispetto”. Parole che sollevano l’indignazione delle opposizioni di sinistra: “È grave che il Presidente del Senato, seconda carica di uno Stato nato dalla Resistenza e dalla guerra di liberazione, parli di via Rasella e della lotta partigiana nel modo in cui lo ha fatto nell’intervista a Libero. Siamo di fronte ad un esempio di revisionismo storico che, inoltre, sposa il punto di vista dei fascisti” ed è “inaccettabile mettere sullo stesso piano partigiani e nazifascisti”, dice il capogruppo Pd in Senato Francesco Boccia.
Dopo Boccia arrivano le critiche di Andrea Orlando, che ricorda come “i partigiani rossi hanno difeso la democrazia”, quelle di Nicola Fratoianni (Sinistra Italiana) e Angelo Bonelli (Verdi) che chiedono le dimissioni di La Russa dalla presidenza del Senato. Ma commenti critici vengono anche dal M5s, con il capogruppo alla Camera Silvestri che parla di “rigurgiti ideologici” e di “un palese tentativo di distrarre l’opinione pubblica dalle inadeguatezze di questo governo”. E le dimissioni di La Russa le chiede anche +Europa, con il segretario Riccardo Magi. Durissimo ovviamente il commento dell’Anpi: “Le parole di Ignazio La Russa sono semplicemente indegne per l’alta carica che ricopre e rappresentano un ennesimo, gravissimo strappo teso ad assolvere il fascismo e delegittimare la Resistenza”, dice il presidente Gianfranco Pagliarulo.
La Russa ribatte con una nota: “Confermo parola per parola la mia condanna durissima dell’eccidio delle Fosse Ardeatine che solo pochi giorni fa ho definito ‘una delle pagine più brutali della nostra storia’. Confermo, altresì, che a innescare l’odiosa rappresaglia nazista fu l’uccisione di una banda di altoatesini nazisti e sottolineo che tale azione non è stata da me definita ‘ingloriosa’ – dice riferendosi ad alcuni titoli online – bensì ‘tra le meno gloriose della resistenza’”.
Roma, 31 mar. (askanews) – “Vorrei ricordare che l’attentato di via Rasella non è stato una delle pagine più gloriose della Resistenza partigiana: hanno ammazzato una banda di musicisti altoatesini, sapendo benissimo il rischio di rappresaglia al quale esponevano i cittadini romani, antifascisti e non”, lo ha affermato il presidente del Senato Ignazio La Russa, in una intervista a “Libero” in cui torna sulle critiche a Giorgia Meloni per le dichiarazioni in occasione della commemorazione della strage nazifascista delle Fosse Ardeatine (“Uccisi solo perché italiani”, disse la presidente del Consiglio”). Per La Russa si trattò di “un attacco pretestuoso: tutti sanno che i nazisti hanno assassinato detenuti, anche politici, ebrei, antifascisti e persone rastrellate a caso, ovviamente non gente che collaborava con loro”. La Russa non risponde inoltre alla domanda se quest’anno parteciperà alle celebrazioni per il 25 aprile, ma dice: “Comunque io non mi sono mai sottratto alle celebrazioni istituzionali del 25 aprile. Quando ero ministro della Difesa andai a rendere omaggio al Cimitero Maggiore di Milano portando dei fiori sulle tombe dei partigiani. Di tutti, anche di quelli rossi, che come è noto non volevano un’Italia libera e democratica perchè avevano il mito della Russia comunista. Ma io comunque li ho omaggiati perchè sono morti per un’idea e pertanto meritano rispetto”.
Le parole di La Russa hanno provocato un’immediata reazione delle forze di opposizione, soprattutto in ragione della carica istituzionale ricoperta dal senatore di FdI. “È grave che il Presidente del Senato, seconda carica di uno Stato nato dalla Resistenza e dalla guerra di liberazione, parli di via Rasella e della lotta partigiana nel modo in cui lo ha fatto nell’intervista a Libero. Siamo di fronte ad un esempio di revisionismo storico che, inoltre, sposa il punto di vista dei fascisti”, ha detto il presidente dei senatori del Pd Francesco Boccia, aggiungendo: “Mi dispiace per La Russa ma non è accettabile mettere sullo stesso piano i partigiani che combattevano per liberare l’Italia e i nazifascisti”. La Russa è tornato poi sulle sue parole, ma senza recedere dalla sua posizione: “Confermo parola per parola la mia condanna durissima dell’eccidio delle Fosse Ardeatine che solo pochi giorni fa ho definito ‘una delle pagine più brutali della nostra storia’. Confermo, altresì, che a innescare l’odiosa rappresaglia nazista fu l’uccisione di una banda di altoatesini nazisti e sottolineo che tale azione non è stata da me definita ‘ingloriosa’ bensì ‘tra le meno gloriose della resistenza’”, ha dichiarato il presidente del Senato, replicando alle polemiche per le sue parole a “Libero”.
Parole che non hanno placato le polemiche. “Il senatore La Russa ci ricasca, il revisionismo e la falsificazione della storia è più forte di loro”, ha sottolineato il segretario nazionale di Sinistra Italiana Nicola Fratoianni parlamentare dell’Alleanza Verdi Sinistra, ricordando che “per decenni i neofascisti italiani e i nazisti in giro per l’Europa hanno insozzato in tutti i modi la Resistenza contro Hitler e Mussolini. Vedo che purtroppo anche l’attuale seconda carica dello Stato va in questa direzione. Forse è meglio che parli un po’ di meno – conclude Fratoianni – e studi un po’ di più, almeno la storiaà E si conferma, ancora una volta, che si trova nel posto sbagliato”. Il segretario di +Europa, Riccardo Magi sottolinea che “la seconda carica dello Stato avvia così le celebrazioni per il 25 Aprile, con un mix di falso storico e mancanza di senso dello Stato e senso della democrazia. Non sono le celebrazioni ufficiali, certo, e neanche lui dovrebbe essere la seconda carica ufficiale del nostro Paese”. Per il co-portavoce di Europa Verde e deputato di Verdi e Sinistra Angelo Bonelli quelle di La Russa “sono parole ignobili che offendono la storia del nostro Paese e la memoria di tutti i partigiani che si sono sacrificati con la vita per liberare l’Italia dal fascismo e per riportare la democrazia. Per queste parole ignobili La Russa si deve dimettere: non è degno di rappresentare la seconda carica dello Stato italiano”. Anche i Cinquestelle condannano le parole del presidente del Senato, sottolineando anche un’altra prospettiva. Secondo Francesco Silvestri, capogruppo alla Camera M5s, “l’ennesima dichiarazione revisionista del Presidente del Senato su quanto accaduto a via Rasella non nasconde solo rigurgiti ideologici che una destra seria e moderna dovrebbe aver superato, ma anche il palese tentativo di distrarre l’opinione pubblica dalle inadeguatezze di questo governo”.
Trieste, 31 mar. (askanews) – “Sul Pnrr mano tesa al Paese intero, è una opportunità troppo grande che non possiamo sprecare”. Così il presidente del M5S Giuseppe Conte, a margine di un incontro elettorale a Trieste.
“Ci sono ragioni politiche e pragmatiche ma anche morali. C’è stato un investimento di grande fiducia da parte dell’Europa, non possiamo lasciare che vadano sprecate risorse destinate a rilanciare il nostro Paese dopo tantissima sofferenza – ha detto Conte -. Lo dobbiamo a chi non c’è più, lo dobbiamo a chi è sopravvissuto e piange i suoi morti, lo dobbiamo all’Europa che ha voluto operare una svolta solidaristica, lo dobbiamo – ha precisato – a noi stessi perchè abbiamo l’opportunità di non essere più fanalino di coda in Europa. E per questo ora il M5S tende la mano e speriamo lo facciano tutte le forze politiche, sociali e tutte le autorità istituzionali dei vari livelli anche territoriali perchè questo Pnrr sia realizzato sino all’ultimo progetto”.
Roma, 31 mar. (askanews) – “Avete interpretato il senso della solidarietà, stavo per dire il senso del dovere che abitualmente è interpretato come adempiere con dedizione e coscienza i doveri del proprio stato, ma voi siete andati oltre, avete interpretato il senso del dovere di umanità, il dovere di umanità”. Così il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, si è rivolto agli insigniti delle Onorificenze al merito della Repubblica italiana oggi al Quirinale. Sono cittadini distintisi per atti di eroismo e impegno civile che ogni anno vengono indicati dal Capo dello Stato per questa onorificenza.
“Come si fa a essere indifferenti se un ragazzino viene aggredito da un bullo, o se una donna viene aggredita – ha spiegato Mattarella -, come si fa a essere indifferenti se un portatore di disabilità ha bisogno di aiuto? È un senso del dovere più ampio, di umanità, che voi avete interpretato”. Le onorificenze al “Merito della Repubblica Italiana” che sono state conferite motu proprio, il 25 febbraio scorso, a cittadine e cittadini che si sono distinti per un’imprenditoria etica, per l’impegno a favore dei detenuti, per la solidarietà, per il volontariato, per attività in favore dell’inclusione sociale, della legalità, del diritto alla salute e per atti di eroismo.
“Nel diritto romano – ha ricordato il Capo dello Stato – fu fatto un grande passo avanti di civiltà quando si stabilì che la libertà di ciascuno trova un limite in quella degli altri, oggi si è superato questo principio, perchè la civiltà va avanti: la libertà si realizza insieme a quella degli altri, la libertà non è piena se non tutti ne godono ugualmente”. “Tanti nel nostro paese hanno compiuto gesti iniziative e attività di solidarietà, oggi voi rappresentate tutti questo e ci dà fiducia nel futuro”.
Trieste, 30 mar. (askanews) – “Sono rimasta molto colpita dall’attacco sfrenato al presidente dell’Anac che dice cose che ha il dovere di dire e che dice da tempo, non solo da questi cinque mesi, cioè che bisogna fare molta attenzione ad alzare in questo modo smodato le soglie”. Così a Trieste Elly Schlein, segretaria del Pd, ha risposto ai giornalisti a proposito delle polemiche della Lega per l’intervento del numero uno dell’Autorità anticorruzione sul Codice degli appalti.
Si rischiano, secondo Schlein, le tutele e i presidi di legalità. “Noi pensiamo invece che, proprio oggi che arrivano le risorse significative per il Paese, dobbiamo continuare a insistere sulla massima trasparenza. Siamo peraltro nell’epoca della massima digitalizzazione e trasformazione digitale, quindi si può trovare un equilibrio corretto tra la semplificazione delle procedure per avvicinare pubbliche amministrazioni imprese e cittadini”. “L’attacco che questo Governo sta facendo al Codice degli appalti ci preoccupa molto in prospettiva per il Paese”, ha sottolineato Schlein.
Trieste, 30 mar. (askanews) – “Hanno detto che erano pronti, ma tanto pronti ci sembra che non sono”. Lo ha detto da Trieste la segretaria del Pd, Elly Schlein, soffermandosi sui ritardi per i fondi del Pnrr. “Non bisogna perdere questa opportunità su cui si segnalano già dei ritardi che il overno cerca di scaricare sui precedenti governi oppure addirittura sull’Unione europea. Abbiamo chiesto al ministro Fitto di venire a riferire – ha concluso – E’ una questione di interesse nazionale, noi tifiamo per l’Italia”.
Roma, 30 mar. (askanews) – “I sindaci, soprattutto nei piccoli comuni, oggi sono degli eroi perché svolgono una funzione essenziale, importantissima, pagati pochissimo e si assumono grandi responsabilità. Per cui lungi da me il polemizzare coi sindaci. Ho solo ammirazione come pure per i funzionari pubblici”, lo ha detto il presidente dell’Autorità anticorruzione Giuseppe Busia intervenendo a ‘L’Aria che tira’ su LA7, precisando così il senso delle sue frasi apparse in due interviste ai quotidiani, nelle quali criticava il nuovo Codice degli appalti (“Per i lavori fino a 150 mila euro e le forniture di servizi fino a 140 mila euro si può ricorrere all’affidamento diretto, col rischio che, soprattutto nei piccoli Comuni, questi contratti vengano stipulati in virtù di relazioni personali se non di parentela, anziché sulla bontà delle offerte o della qualità delle ditte”).
Intervenendo all’Aria che tira il presidente Anac ha chiarito che gli amministratori locali “fortunatamente sono persone nella stragrande maggioranza che servono le istituzioni e che lavorano per fare bene – ha aggiunto – E quindi la fiducia che Anac dà è piena. Non solo, noi ci affianchiamo alle amministrazioni che vogliono e che stipulano con noi un protocollo e li aiutiamo a fare gli atti”. “Purtroppo – ha proseguito Busia – ci sono dei settori in cui la criminalità organizzata è presente. Dei settori in cui dovremo spendere grandissime risorse in tempi molto stretti e quindi i rischi sono alti. E allora quale è la cura? Non burocrazia e lentezza ma controllabilità e trasparenza che si può conciliare attraverso il digitale”. Dichiarazioni che hanno fatto rientrare la reazione della Lega, con l’intervento dello stesso Salvini. “Grande soddisfazione e sollievo per l’evidente correzione di rotta del Presidente Anac, Busia, che ora ha definito i sindaci eroi da ammirare”, sottolineano fonti del Ministero dei trasporti, commentando le precisazioni del presidente dell’Anticorruzione. Dal Mit hanno evidenziato anche che i contatti tra Salvini e Busia “non sono mai venuti meno, nemmeno nelle ultime ore. Il Ministro non si sottrae al confronto costruttivo per il bene del Paese e al fianco degli Amministratori Locali”. Rispetto alle dure reazioni della Lega, alle prime parole di Busia, le fonti concludono che “evidentemente, sono servite per un chiarimento”. Infine lo stesso leader leghista ha chiuso così la querelle: “Anac fortunatamente ha cambiato rotta e i sindaci da potenziali delinquenti sono diventati degli eroi nel corso della giornata”, ha detto da Trieste il ministro delle Infrastrutture, Matteo Salvini. “Mi aveva stupito o turbato la dichiarazione che i sindaci dei piccoli Comuni avrebbero dato gli appalti al cugino o al cognato o a chi l’ha votato. Significa mancare di rispetto”, ha detto Salvini. Il nuovo Codice, ha assicurato, presenta “tutti i controlli, trasparenza e, con la digitalizzazione, ci sarà ancor più trasparenza negli appalti”.
Roma, 30 mar. (askanews) – La Lega ha scatenato una bufera contro il presidente dell’Anac, l’Autorità nazionale anticorruzione, Giuseppe Busia. Le critiche al nuovo codice degli appalti, voluto dal leader leghista Salvini, esternate senza mezzi termini dal presidente Busia, in due interviste, hanno provocato una reazione tale che autorevoli esponenti del partito ritengono che non possa più guidare l’Autorità.
Ecco cosa ha detto il presidente dell’Anac. “Il vero punto non è costruire una scuola qualsiasi o una strada qualsiasi, nei tempi più rapidi possibile, ma costruire buone scuole e buone strade. Concentrarsi solo sulla velocità rischia di andare a discapito di trasparenza, concorrenza, tutele dei lavoratori e in definitiva della qualità delle opere pubbliche”, ha detto Busia, in un’intervista a Repubblica, chiedendo al governo di correggere il nuovo Codice degli appalti. Busia, pur provando a evitare polemiche politiche, ha messo in fila le perplessità sulla “deregulation” celebrata dal ministro dei Trasporti Matteo Salvini: “Se le regole sono buone, ma si modificano le soglie così da applicarle solo a una minima parte degli appalti, vengono in realtà svuotate”; e “il codice trasforma in regola quelle che prima erano deroghe emergenziali, perdendo di vista quello che ci chiede l’Europa”. In un’altra intervista al Corriere della Sera, Busia è sceso più nel concreto, sottolineando che limitare l’obbligo di gara pubblica solo quando la spesa supera 5,3 milioni, come prevede il codice, pur se in linea con le normative dell’Ue, ha conseguenze importanti: “Significa che si possono fare affidamenti senza pubblicare un avviso e quindi senza una procedura pubblica di gara. Per i lavori fino a 150 mila euro e le forniture di servizi fino a 140 mila euro si può ricorrere all’affidamento diretto, col rischio che, soprattutto nei piccoli Comuni, questi contratti vengano stipulati in virtù di relazioni personali se non di parentela, anziché sulla bontà delle offerte o della qualità delle ditte. Spingendo le stesse a investire di più sulle relazioni personali col decisore pubblico che sulla qualità della prestazione. Insomma, sotto i 150 mila euro va benissimo il cugino o anche chi mi ha votato e questo è un problema”. Ed ecco la reazione della Lega. “Gravi, inqualificabili e disinformate dichiarazioni del presidente Busia sul Codice Salvini: se parla così di migliaia di sindaci e pensa che siano tutti corrotti, non può stare più in quel ruolo. Busia ha dei compiti di controllo, invece certifica di essere prevenuto, non neutrale e quindi non credibile”, così Stefano Locatelli, responsabile Enti Locali della Lega, ha commentato le parole del Presidente dell’Anac.
“La Lega ha piena fiducia negli amministratori locali, a differenza del presidente di Anac che li considera evidentemente corrotti e corruttibili. Busia prima di sparare a zero sui sindaci e sul Codice Salvini dovrebbe ragionare su quale sia il futuro che vuole per l’Italia. Noi vogliamo efficienza e sburocratizzazione per un Paese veloce, non ci sono dubbi”, questa, invece, la dichiarazione dei deputati della Lega in commissione Ambiente Gianpiero Zinzi, Alessandro Benvenuto, Gianangelo Bof, Elisa Montemagni e Graziano Pizzimenti. “Completamente fuori luogo e senza fondamento, oltre che gravi, le dichiarazioni del presidente di Anac Giuseppe Busia. Con il nuovo Codice, appalti più rapidi, più autonomia agli Enti locali, corsia preferenziale per le forniture italiane ed europee, digitalizzazione, semplificazione e meno burocrazia. Quindi: ‘Prima l’Italia’”, così in una nota i senatori della Lega in commissione Lavori pubblici, Nino Germanà (segretario), Tilde Minasi (capogruppo) e Manfredi Potenti, dopo le parole del presidente dell’Autorità nazionale anticorruzione. Quindi, per gli esponenti della Lega, “Busia che, per il ruolo che ricopre, dovrebbe essere super partes, dimostra invece la sua inadeguatezza a ricoprire quell’incarico”.
Bruxelles, 30 mar. (askanews) – Il Parlamento europeo “condanna le istruzioni impartite dal governo italiano al comune di Milano di non registrare più i figli di coppie omogenitoriali; ritiene che questa decisione porterà inevitabilmente alla discriminazione non solo delle coppie dello stesso sesso, ma anche e soprattutto dei loro figli; ritiene che tale azione costituisca una violazione diretta dei diritti dei minori, quali elencati nella Convenzione delle Nazioni Unite sui diritti dell’infanzia e dell’adolescenza del 1989”.
La plenaria ha votato questo testo per alzata di mano, oggi a Bruxelles, come emendamento a una risoluzione sulla “Situazione dello Stato di diritto nell’Unione europea”. Il testo dell’emendamento, inoltre, “esprime preoccupazione per il fatto che tale decisione si iscrive in un più ampio attacco contro la comunità Lgbtqi+ in Italia”, e “invita il governo italiano a revocare immediatamente la sua decisione”.