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Galleria degli Uffizi tra i 20 musei top a livello globale

Galleria degli Uffizi tra i 20 musei top a livello globaleRoma, 20 mar. (askanews) – La Galleria degli Uffizi tra i venti musei top del pianeta e “miglior museo italiano al mondo” nel 2023. L’importante doppio riconoscimento per le Gallerie dirette da Eike Schmidt arriva dal sito internazionale American Art Awards, che ogni anno stila la classifica World Art Awards, selezionando 20 tra i più affascinanti spazi tra gallerie e musei di tutto il globo.
Tra i criteri chiave della scelta, la reputazione nel settore, l’importanza delle mostre organizzate, i programmi socio-educativi messi in campo, gli artisti rappresentati, il numero dei visitatori ed altri ancora.
“Il nostro ‘Best in Italy’ è la Galleria degli Uffizi, il venerato museo d’arte situato adiacente a Piazza della Signoria nel centro storico di Firenze, nella regione Toscana – si legge nelle motivazioni di World Art Awards -. Per noi è il più importante museo italiano, il più visitato, il più grande e il più conosciuto al mondo. Vi sono esposte una collezione di opere inestimabili, in particolare del periodo del Rinascimento italiano. Giotto, Simone Martini, Piero della Francesca, Beato Angelico, Filippo Lippi, Botticelli, Mantegna, Correggio, Leonardo, Raffaello, Michelangelo, Caravaggio, nonché capolavori della pittura europea, soprattutto tedesca, olandese e fiamminga”.
Tra i Paesi premiati nel 2023, oltre all’Italia con gli Uffizi, vi sono, tra gli altri, il Canada (Vancouver Art Gallery), il Ghana (Savannah Center for Contemporary Art), il Portogallo (Balcony Contemporary Art Gallery).

Figli coppie Lgbt, Nardella: mettiamo alla stretta il Parlamento

Figli coppie Lgbt, Nardella: mettiamo alla stretta il ParlamentoFirenze, 20 mar. (askanews) – “I figli delle coppie omogenitoriali non possono essere abbandonati a se stessi”. Lo ha detto il sindaco di Firenze, Dario Nardella, a Rtl 102. Il numero uno di Palazzo Vecchio ha ricordato come anche il Comune di Firenze avesse istituito un registro ad hoc, “fino a che non siamo stati fermati dalla Prefettura”.
“La Corte Costituzionale – ha aggiunto Nardella – giustamente sottolinea che è un vuoto legislativo che il Parlamento deve colmare”. Quanto all’ipotesi di una disobbedienza civile da parte dei sindaci, Nardella è contrario, perché “i rappresentanti delle istituzioni non possono venire meno al principio di legalità. Però come sindaci uniti e con la parte piu coraggiosa del Paese dobbiamo portare avanti questa battaglia e mettere alla stretta il Parlamento. Così non possiamo rimanere, dobbiamo introdurre la pratica del registro di riconoscimento”.

Famiglie arcobaleno in piazza a Milano: una legge per i diritti

Famiglie arcobaleno in piazza a Milano: una legge per i diritti

Schlein: “Pdl pronta, daremo battaglia”. Sala: ‘Pronto a riprendere firme’

Milano, 18 mar. (askanews) – Una “mobilitazione permanente”, per arrivare ad una legge che riconosca le famiglie omogenitoriali. Perchè la circolare del Viminale che ha imposto lo stop alle trascrizioni dei certificati di nascita “è una persecuzione nei confronti della nostra comunità, una vendetta sulla pelle dei bambini”. Le associazioni delle famiglie arcobaleno non si rassegnano all’idea che “sia il governo a decidere quale sia una famiglia e chi è figlio di questo Paese”. E allora in piazza della Scala si trovano in 10mila – dicono gli organizzatori – a chiedere il riconoscimento dei diritti, alzando al cielo una penna biro, il simbolo di quella trascrizione – ora impedita ai sindaci – che permette ad entrambi i genitori dello stesso sesso di esercitare il ruolo genitoriale anche ai sensi di legge.
A promettere risposte ci sono diversi esponenti delle opposizioni. La segretaria del Pd Elly Schlein, molto applaudita dalla piazza, assicura che i Dem daranno battaglia in Parlamento per una legge che riconosca i diritti delle famiglie omogenitoriali, “preparata e scritta insieme alle associazioni, alle famiglie arcobaleno e alla Rete Lenford”. Perchè “questi bambini contro cui crudelmente si sono scagliati quelli che oggi governano il Paese sono bambini come tutti gli altri: vanno già nelle nostre scuole, stanno crescendo nelle nostre comunità e non c’è nessuna ragione di negare il loro riconoscimento e di negare il loro diritto all’esistenza in questa comunità. Quindi sì, andremo avanti anche in Parlamento con questa legge, per noi è fondamentale”.
In piazza per l’M5s c’è Chiara Appendino, che da sindaca di Torino aveva avviato le trascrizioni nel suo Comune. Con la collega Maiorino ha già presentato una legge sul matrimonio egualitario e la filiazione: “Ne chiederemo immediatamente la calendarizzazione”. E la legge predisposta dalla rete della famiglie arcobaleno è fatta propria anche dall’Alleanza Verdi Sinistra, presente con il capogruppo alla Camera Marco Grimaldi. In piazza anche +Europa, col segretario Riccardo Magi e con Benedetto Della Vedova.
Dal Parlamento aspetta un segnale anche Beppe Sala per poter riprendere le trascrizioni, ora interrotte “non per mancanza di coraggio ma per non illudere le famiglie: se io firmassi dopo pochi giorni la Procura impugnerebbe quell’atto”. Ma se il Parlamento dovesse muoversi “sono disposto a riprendere le firme”. Non doveva esserci il sindaco, ma il passo dal suo ufficio di palazzo Marino al palco di piazza della Scala è brevissimo: “C’è un vuoto normativo che va colmato. Questo governo sta facendo di tutto per prendersi tutto e per umiliare chi la pensa in modo diverso da loro”. Ora, unico politico a poter prendere la parola dal palco, chiama i partiti a prendersi le proprie responsabilità in Parlamento, sono “felice ci siano i rappresentanti dei partiti della sinistra ma vedremo poi chi ci sarà in Parlamento”.
A chiedere conto degli impegni presi oggi saranno anche gli organizzatori, la rete delle Famiglie Arcobaleno, l’Arcigay, i Sentinelli di Milano: “Per noi non finisce qui. Anche quando i riflettori si spegneranno noi continueremo a batterci per i nostri diritti”, assicura la presidente delle Famiglie Alessia Crocini.

Minori, Conte: no furore ideologico, non discriminare figli dei gay

Minori, Conte: no furore ideologico, non discriminare figli dei gayRoma, 18 mar. (askanews) – “Non scarichiamo sui piccoli il furore ideologico dei grandi. Il Movimento 5 Stelle non permetterà che ricadano sui figli di coppie omogenitoriali le discriminazioni di segno reazionario volute da questo Governo. La trascrizione da parte delle Autorità comunali, a partire dalla nostra Appendino, che è stata capofila quando era sindaca a Torino, non ha nulla a che vedere con la legittimazione della maternità surrogata, ma è un atto di riconoscimento e di tutela dei diritti fondamentali dei minori”. Lo ha scritto su Facebook il presidente edl Movimento 5 stelle, Giuseppe Conte.

Covid, Meloni: il popolo italiano ha trovato la forza di reagire

Covid, Meloni: il popolo italiano ha trovato la forza di reagireRoma, 18 mar. (askanews) – “Oggi l’Italia onora e rende omaggio alle vittime del Covid e si stringe ancor una volta alle loro famiglie e ai loro cari. La Nazione ha affrontato uno dei periodi più difficili della sua storia. Più di tre anni fa il coronavirus è entrato nelle nostre vite e le ha sconvolte, ma il popolo italiano non si è lasciato abbattere e ha trovato la forza di reagire”. Lo ha dichiarato in una nota la presidente del Consiglio, Giorgia Meloni.
“Il nostro ringraziamento – ha sottolineato – va a tutti i connazionali che si sono donati al prossimo con spirito di sacrificio, umanità e professionalità e hanno così permesso all’Italia di superare le fasi più acute della pandemia. Penso, ad esempio, all’ammirevole abnegazione del personale sanitario, allo straordinario contributo degli enti di solidarietà sociale e al grande senso di responsabilità dei lavoratori dei servizi essenziali che hanno garantito le attività fondamentali”.
“Oggi – ha proseguito la premier – il nostro pensiero va anche a tutti coloro che, tra mille difficoltà, non si sono arresi all’emergenza e hanno consentito al nostro tessuto produttivo di reggere e rimanere vitale. L’Italia ha pagato un prezzo molto alto e il cammino per superare del tutto le conseguenze negative – dal punto di vista sanitario, sociale ed economico – della crisi pandemica non è ancora finito. La strada è però tracciata e l’Italia, ne siamo certi, sarà in grado vincere anche questa sfida”, ha concluso Meloni.

Covid, Mattarella: pandemia non ancora pienamente debellata

Covid, Mattarella: pandemia non ancora pienamente debellataRoma, 18 mar. (askanews) – “Il 18 marzo 2020 rimane nella memoria come uno dei momenti più drammatici della storia della Repubblica. Una minaccia di livello globale, con caratteri sconosciuti, che ha colpito ogni Paese, sollecitando, anche a livello internazionale, azioni istituzionali e iniziative scientifiche di pronto intervento, attivando sistemi di tutela della salute e suscitando sentimenti di diffusa solidarietà”. Lo ha dichiarato in una nota il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, in occasione della Giornata nazionale in memoria delle vittime dell’epidemia di coronavirus.
“In questa Giornata – ha aggiunto – rinnovo sentimenti di partecipazione al dolore dei familiari delle vittime e nello stesso tempo esprimo riconoscenza a quanti hanno contribuito a contenere un pericolo così grave, improvviso e pervasivo, tale da mettere a repentaglio la salute pubblica globale. L’impegno profuso nello scongiurare le conseguenze della pandemia – non ancora pienamente debellata – costituisce un patrimonio di valori fondamentali da preservare per esser in condizione di far fronte a ogni sfida di portata internazionale”, ha concluso il capo dello Stato.

Calenda: verso partito unico con Iv, anche nel Pd si sveglino

Calenda: verso partito unico con Iv, anche nel Pd si sveglinoRoma, 18 mar. (askanews) – “Abbiamo fatto una riunione l’altro giorno e siamo in sintonia su tutto, quindi io adesso inviterò formalmente +Europa e liberali a far parte del processo costituente che deve arrivare a dare vita a ottobre a un partito unico”. Così il leader di azione Carlo Calenda, intervistato dal Corriere della sera, ha risposto a una domanda sulla concretezza dell’ipotesi di un partito unico del “terzo polo”.
“Spero – ha aggiunto – che anche qualcuno del Pd si dia una svegliata: Tinagli, Gori, ma persino Bonaccini che la pensa diversamente da Schlein su tutto. Oggi il Pd è a metà tra Sinistra e libertà e i Verdi e chi lì dentro non condivide queste idee dovrà fare chiarezza”.

Ponte Stretto, Calderoli: non è una marchetta, darà ricchezza

Ponte Stretto, Calderoli: non è una marchetta, darà ricchezzaRoma, 18 mar. (askanews) – Il ponte sullo Stretto di Messina “non tradisce affatto le nostre radici ideologiche. È semplicemente il segno dell’interesse del Nord per lo sviluppo del Mezzogiorno”. Lo ha detto Roberto Calderoli, ministro per gli Affari regionali e l’Autonomia, intervistato dalla Stampa.
“Qualcuno – ha precisato l’esponente della Lega – potrebbe vederlo come una marchetta, ma non lo è. Può dare lavoro, ricchezza, risolverebbe il problema dell’insularità della Sicilia. E se cresce il Pil del Sud, il primo a guadagnarci è il Nord”.

Autonomia, Calderoli: unità Italia in Costituzione non nella realtà

Autonomia, Calderoli: unità Italia in Costituzione non nella realtàRoma, 17 mar. (askanews) – “Oggi è la giornata dell’Unità d’Italia e sarebbe giusto e doveroso festeggiarla, e vorrei farlo anch’io, ma purtroppo sono costretto ad utilizzare il condizionale, perché se dovessimo festeggiarla veramente questa unità, allo stato attuale, festeggeremmo un qualcosa che è solo scritto in Costituzione, un qualcosa auspicato da tutti e in primis dal sottoscritto, ma un qualcosa che purtroppo non esiste nella realtà dei fatti, nella realtà di tutti i giorni”. Lo afferma in una nota il ministro per gli Affari Regionali e le Autonomie Roberto Calderoli.
“Qualunque tipo di parametro di riferimento possa essere utilizzato, dal Pil, dall’occupazione, fino ai servizi erogati ai cittadini, qualunque di questi parametri – spiega Calderoli – testimonia una dicotomia del Paese, peraltro una divisione del Paese non solo per due ma per tre, per quattro o per cinque. Perché l’unitarietà non esiste non solo su un asse nord-sud ma non esiste neppure in termini di diritti sociali nemmeno su assi diversi come le periferie rispetto ai centri delle grandi città, alle zone di montagne, all’insularità, ancora di più nelle piccole isole, o nelle aree marginali del Paese, e questo credo sia sotto gli occhi di tutti”.
“Va bene festeggiare il principio dell’unità nazionale ma oggi – sostiene l’esponente della Lega – bisogna dargli finalmente un’attuazione, cosa che io intendo fare utilizzando l’autonomia differenziata regionale, avendo soprattutto come obiettivo proprio l’unitarietà, ovvero che i diritti civili e sociali debbano essere garantiti a tutti su tutto il territorio nazionale”. (Segue).

Meloni alla Cgil tira dritto su Rdc e salario minimo. Niente fischi

Meloni alla Cgil tira dritto su Rdc e salario minimo. Niente fischi

Piccola contestazione minoranza che canta “Bella ciao”. Un solo timido applauso per condanna assalto alla sede nazionale

Rimini, 17 mar. (askanews) – Un (timido) applauso, nessun fischio, una contestazione che era stata annunciata. Giorgia Meloni ha archiviato così la sua partecipazione al congresso della Cgil, la prima di un premier di destra, con un intervento che apre al “confronto” ma senza nessuna concessione sui temi alla platea, che infatti ha ascoltato interessata ma fredda il suo intervento.
Meloni è arrivata al Palacongressi di Rimini questa mattina poco prima delle 12, accolta con una stretta di mano da Maurizio Landini. Proprio il segretario generale è salito sul palco, poco prima di lei, per fare una breve introduzione e spiegare che la presenza della premier è da considerare un “momento di rispetto e riconoscimento” per il sindacato, che da parte sua deve “imparare ad ascoltare, anche chi ha idee e posizioni diverse”.
Appena ha preso posto sul podio, però, Meloni è stata accolta dalla contestazione di una trentina di delegati della minoranza, che hanno abbandonato la sala intonando “Bella ciao” e lasciando sulle sedie dei peluche, a ricordare il naufragio Cutro. Lei non si è scomposta: del resto, ha sottolineato, “sono fischiata da 30 anni. Non mi spaventa il contesto difficile”. L’esordio, nel giorno delle celebrazioni dell’Unità d’Italia, è stato proprio un riferimento all’unità, intesa non come “annullare la contrapposizione”, che è “utile” e anche “positiva”, ma come lavorare “con lo stesso obiettivo: il bene della nazione”.
Con questa premessa, Meloni non ha cercato di accattivarsi la platea della Cgil ma ha ribadito le sue convinzioni su temi ‘sensibili’ per il sindacato come il reddito di cittadinanza e il salario minimo. Il reddito, ha detto ancora una volta, “ha fallito gli obiettivi” e chi può lavorare non deve “essere mantenuto dallo Stato con i proventi delle tasse di chi lavora duramente”. I poveri – ha assicurato con una risposta indiretta a Landini – “non ci hanno fatto niente, è per questo che non vogliamo mantenerli in una condizione di povertà” e “l’unico modo per uscire da quella condizione di povertà è il lavoro”.
Per quanto riguarda il salario minimo, tema molto caro al sindacato, per Meloni non è la soluzione “più efficace” ma rischia di avere un effetto contrario. Per l’esecutivo, invece, la strada è quella “di estendere la contrattazione ai settori non coperti”.
Un applauso, flebile, Meloni lo ha ricevuto quando ha definito “inaccettabile” l’assalto di forze di estrema destra alla sede del sindacato, avvenuto il 9 ottobre 2021. Freddezza, invece, quando Meloni ha parlato della delega fiscale approvata ieri sera dal Consiglio dei ministri. Una riforma, ha garantito, che “guarda con attenzione al lavoro”, con “importanti novità per i lavoratori dipendenti”. Tra gli altri punti che ha citato ci sono la “diminuzione progressiva delle aliquote Irpef”; la tassa piatta sugli incrementi di salario; l’abbassamento dell’Ires per chi assume. Una riforma, per la premier, che punta alla “crescita”, insieme a una politica industriale che, e su questo si è detta “d’accordo” con Landini, fino a oggi è mancata.
La conclusione è stata un’apertura al confronto. “Rivendicate senza sconto le vostre istanze, a volte saremo d’accordo, a volte no ma vi garantisco che quelle istanze troveranno un ascolto serio e privo di pregiudizio”, ha assicurato, salutata da un accenno di applauso delle prime file della platea cigiellina. Al termine il confronto è iniziato subito, in un faccia a faccia con Landini in una saletta a lato del palco. Quaranta minuti di colloquio “a 360 gradi” sui temi di attualità, viene riferito, tra due persone che si conoscono da tempo e che pur nelle “diversità” vogliono “discutere”. Lasciando il Palacongressi Meloni si è detta “soddisfatta” per un appuntamento (che alla vigilia era ritenuto non privo di ‘rischi’) a cui “era giusto e doveroso” partecipare.