Skip to main content
#sanremo #studionews #askanews #ciaousa #altrosanremo

Mattarella: serve collaborazione non conflittualità tra Stati

Mattarella: serve collaborazione non conflittualità tra StatiRoma, 15 mar. (askanews) – “Visti dalla prospettiva dello spazio i confini della terra sono insignificanti e questo ci fa riflettere sulla necessità di un clima di collaborazione e non di conflittualità tra gli Stati della terra”. Dalla sua visita di Stato in Kenya il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, lancia un ulteriore invito alla collaborazione e alla pace.
L’occasione è stata la visita al centro spaziale ‘Luigi Broglio’ che si trova a Malindi, fondato 60 anni fa dal ricercatore italiano e tuttora attivo nella analisi e raccolta dei dati satellitari grazie ad un partenariato tra Italia e Kenya.
Questo Centro, ha sottolineato il presidente della Repubblica, “ha un grande significato per l’amicizia e la collaborazione tra Italia e Kenya, una amicizia che si è sviluppata constantemente anche su altri versanti su cui si collabora intensamente. I primi passi verso la ricerca di conoscenze dallo spazio sono iniziati 60 anni fa, io ero già adulto – ha ricordato -: è stata una dimostrazione di grande lungimiranza, veramente profetica da parte di Broglio, la dimostrazione di una visione del futuro che qui si è realizzata e che voi interpretate”.
Questo luogo sta a testimoniare anche “come si collabora per assicurare all’umanità la possibilità di raggiungere orizzonti sempre più ampi senza conflitti e senza competere. Kenya e Italia – ha ribadito il capo dello Stato – condividono l’aspirazione alla pace e alla collaborazione”.
“E’ significativo e affascinante – ha concluso Mattarella – che il contatto con lo spazio avvenga partendo da uno dei luoghi più attraenti del mondo, è come voler offrire allo spazio uno dei punti più belli della terra”.

Pd, Schlein e Bonaccini al lavoro per blindare gestione unitaria

Pd, Schlein e Bonaccini al lavoro per blindare gestione unitariaRoma, 14 mar. (askanews) – Dovranno lavorare ancora Elly Schlein e Stefano Bonaccini per dare forma a quella gestione unitaria annunciata domenica scorsa all’assemblea Pd. L’asse tra la segretaria e il presidente del partito tiene, ma deve fare i conti con le resistenze all’interno delle rispettive aree e per comporre il nuovo organigramma Pd ci vorrà ancora qualche giorno. Il leader della minoranza deve persuadere tutti i suoi – a cominciare da quelli di Base riformista – ad accettare la logica della gestione unitaria, ma anche la segretaria ha il suo da fare perché molti dei suoi sostenitori, dopo che Bonaccini ha preferito la presidenza al ruolo da vice-segretario, pensano che alla minoranza si debba concedere solo qualche posto in segreteria, ma non un capogruppo e nemmeno il posto da vice.
La verità è che gli stessi schieramenti sono molto articolati al loro interno, le posizioni sono variegate e sia Schlein che Bonaccini hanno bisogno di un po di tempo per arrivare ad una sintesi. L’idea che entrambi i capigruppo tocchino alla maggioranza, dal momento che il presidente dell’Emilia Romagna ha preferito il ruolo “di garanzia”, trova la resistenza di Base riformista: “Se deve essere gestione unitaria perché dovrebbero negarci un capogruppo?”, è il ragionamento.
Ma la verità è che Base riformista preferirebbe proprio evitarla la gestione unitaria, “si può essere leali e collaborare anche nella distinzione dei ruoli”, dice un dirigente. E, in ogni caso, “bisogna capire lo schema complessivo, aspettiamo che la segretaria metta sul tavolo delle proposte concrete: un conto è se vengono proposte deleghe importanti, altra cosa è se si limitassero ad offrirci qualche incarico tanto per dire che allargano la segreteria anche a noi”. Soprattutto, più di un dirigente della minoranza nega che l’accordo sulla presidenza preveda appunto che i capigruppo siano appannaggio solo della maggioranza. “Ma chi l’ha detto? Non è così!”. Certo, tutti ripetono che in ogni caso alla fine “deciderà Stefano”, ma sembra evidente che il presidente Pd dovrà tenere conto degli umori di chi lo ha sostenuto nella corsa delle primarie.
Problemi simili li ha Schlein, appunto. Più di un parlamentare di maggioranza nei giorni scorsi ripeteva “non so niente” quando si chiedeva dello stato delle trattative e spesso non era solo una risposta diplomatica per evitare i cronisti. Di sicuro, in tanti le ripetono che il gruppo del Senato non può assolutamente andare alla minoranza, che vorrebbe metterci Alessandro Alfieri: “Ricordiamo tutti cosa accadde con Andrea Marcucci”, dice più di un parlamentare. “Faceva il contraltare alla linea di Zingaretti segretario”. Più logico dunque che sia Francesco Boccia a prendere il testimone da Simona Malpezzi.
Alla Camera si sente molto pronunciare il nome di Giuseppe Provenzano, ma parecchi hanno dubbi su una svolta tutta al maschile per la guida dei gruppi. A meno che al Senato non si opti per Cecilia D’Elia, più probabile il nome di una donna come Chiara Braga. Ma, appunto, la minoranza non molla: “I capigruppo si votano – viene ricordato con malizia – non basta calare un nome dall’alto, ci deve essere condivisione”. E considerando che al Senato la pattuglia di Base riformista è più folta, per arrivare ad un accordo blindato potrebbe diventare necessario alla fine concedere alla minoranza la conferma di Debora Serracchiani o l’elezione di Simona Bonafè.
Il tutto, poi, da combinare con la segreteria. Marco Furfaro potrebbe essere uno dei vice, mentre per la minoranza potrebbe toccare a Pina Picierno. Praticamente certo l’ingresso di un esponente di Articolo 1 – si parla di Alfredo D’Attorre o Nico Stumpo – e un posto dovrebbero averlo Marco Sarracino e Marta Bonafoni. La minoranza, poi, potrebbe entrare anche con Davide Baruffi – vicinissimo a Bonaccini – e la stessa Serracchiani, in caso di avvicendamento alla guida del gruppo.
Ma, appunto, “il problema è capire lo schema politico”, come dice un parlamentare della minoranza. “Un conto è la presidenza, un’altra cosa è la gestione unitaria”. Schlein e Bonaccini preferiscono la seconda opzione, come è evidente, il loro accordo prevede questo approdo. Ma per arrivarci servirà ancora un paziente lavoro di cesello e di diplomazia.

Migranti, parenti vittime Cutro e superstiti giovedì da Meloni

Migranti, parenti vittime Cutro e superstiti giovedì da MeloniRoma, 14 mar. (askanews) – I parenti delle vittime del naufragio di Cutro e i superstiti sono stati invitati giovedì prossimo a Palazzo Chigi per incontrare la presidente del Consiglio Giorgia Meloni. E’ quanto si apprende a Cutro.
Partiranno per Roma, secondo quanto si apprende, giovedì stesso. Al momento a Cutro sono rimasti solo alcuni dei familiari delle vittime e alcuni superstiti, anche se non tutti hanno accettato l’invito.
La presidenza del Consiglio aveva annunciato l’invito la sera stessa della seduta del Cdm a Cutro, giovedì scorso.

Legalità, Gualtieri: Roma è tra città sicure, preoccupa spaccio

Legalità, Gualtieri: Roma è tra città sicure, preoccupa spaccioRoma, 14 mar. (askanews) – “Tutti i numeri ci dicono che Roma è tra le città più sicure del mondo. Il tasso di omicidi è tra i più bassi in Italia e in Europa. Credo sia percepito anche dai turisti. Non stiamo parlando di una emergenza sicurezza per i romani o per i turisti. Roma, però, è tra le più importanti piazze di spaccio e c’è una presenza significativa della criminalità organizzata”. Lo ha detto il sindaco di Roma Roberto Gualtieri intervistato da Rainews24 sugli ultimi omicidi avvenuti nella capitale.
“È presto per parlare di guerra di mafia – ha sottolineato Gualtieri – non sembra questo il caso, ma gli ultimi episodi criminosi non possono non sollecitare allarme, e un impegno ancora maggiore per repressione di questi eventi, e di contrasto al traffico di stupefacenti che va rafforzata”.
“C’è una offerta ma anche una domanda di stupefacenti – ha sottolineato il sindaco – in parte a costo basso. Siamo in campo per la nostra parte, chiediamo il massimo supporto e attenzione allo Stato, alla magistratura e alle forze dell’ordine che già c’è”.

Autonomia, Calderoli a Pais: insularità tra criteri ispiratori

Autonomia, Calderoli a Pais: insularità tra criteri ispiratoriRoma, 14 mar. (askanews) – L’insularità è un tema che “proprio per il suo rilievo costituzionale, merita a mio giudizio un esplicito riferimento nel testo del disegno di legge”. Così il ministro per gli Affari regionali e le Autonomie, Roberto Calderoli, in una nota inviata al presidente del Consiglio regionale della Sardegna, Michele Pais.
“Ritengo necessario recepire il suggerimento, formulato nel corso dell’incontro del 9 marzo scorso con la Conferenza dei presidenti dei Consigli Regionali, e promuovere una modifica del disegno di legge nel corso dell’esame parlamentare, in modo da includere il principio dell’insularità tra i criteri ispiratori dell’autonomia differenziata”, si legge nella nota a firma Calderoli che entro la fine del mese si recherà a Cagliari.
“Lo schema di disegno di legge fa espresso riferimento, ad esempio agli articoli 1 e 9, ad alcuni principi già presenti in Costituzione – quali la differenziazione, l’adeguatezza e la perquazione (sia ordinaria sia infrastrutturale) – che dovranno ispirare i singoli processi di attuazione dell’autonomia differenziata, sì da attagliare ciascuno di essi alle effettive esigenze dei rispettivi territori”, prosegue la nota.
“Tali principi sono in grado di ricomprendere anche il tema dell’insularità, che a sua volta costituisce una delle questioni maggiormente avvertite dalle istituzioni e dalla società della Sardegna, a maggior ragione dopo la modifica dell’art. 119 della Costituzione… in base alla quale la Repubblica riconosce la peculiarità delle isole e promuove le misure necessarie a rimuovere gli svntaggi derivati dall’insularità”, sottolinea la nota.

Isole minori, Calderoli-Musumeci: presto ddl all’esame del Cdm

Isole minori, Calderoli-Musumeci: presto ddl all’esame del CdmRoma, 14 mar. (askanews) – “Il disegno di legge quadro per lo sviluppo delle isole minori è pronto per iniziare il proprio iter istituzionale. Il governo è intenzionato a portare a compimento un’iniziativa che purtroppo si è arenata nel corso della precedente legislatura, con uno sguardo rivolto ai cittadini delle isole marine, lagunari e lacustri. L’incontro di oggi, al quale ha partecipato anche il capo dipartimento della Protezione Civile Curcio, ha avuto esito positivo ed è stato utile per l’ultimo vaglio del testo del ddl quadro al termine dei lavori svolti presso gli Affari Regionali. Il nostro obiettivo è garantire norme e risorse che permettano tutela e sviluppo di questi specifici territori, attraverso il riconoscimento delle criticità naturali di queste aree ed il superamento dei divari geografici, infrastrutturali, amministrativi e dei servizi. Un lavoro molto importante che pone le sue basi nell’attenzione ai territori, mai venuta meno da parte dell’esecutivo e che rivendichiamo con orgoglio. Confidiamo di poter portare in tempi brevi il ddl quadro isole minori all’esame del Consiglio dei ministri”. Lo annunciano il ministro per gli Affari Regionali e le Autonomie, Roberto Calderoli, ed il ministro per la Protezione civile e le Politiche del Mare, Nello Musumeci.

Lombardia, nuovo Consiglio regionale ai blocchi di partenza

Lombardia, nuovo Consiglio regionale ai blocchi di partenzaMilano, 14 mar. (askanews) – Si terrà domani, mercoledì 15 marzo, la prima seduta della dodicesima legislatura del Consiglio regionale della Lombardia. La riunione, in programma dalle 10, sarà inizialmente presieduta, fino all’elezione del nuovo presidente, dal consigliere regionale più anziano. Si tratterebbe del giornalista Vittorio Feltri(Fdi), che però ha già detto pubblicamente che non intende accettare questo incarico. Pertanto toccherà probabilmente al presidente della giunta, Attilio Fontana, o a Vittorio Sgarbi nel caso anche Fontana decida di tirarsi indietro. Il ruolo di consiglieri segretari sarà svolto invece dai due più giovani, cioè Michele Schiavi e Paolo Romano.
Al primo punto all’ordine del giorno ci sono le comunicazioni sulla proclamazione degli eletti e sulla composizione della giunta regionale. Seguirà la presa d’atto della sospensione dalla carica di consigliere degli eletti nominati assessori e la conseguente presa d’atto dei relativi subentri. Si tratta complessivamente di 11 consiglieri subentranti che all’inizio della seduta saranno chiamati a prendere posto tra i banchi consiliari. Tra di essi c’è Giulio Gallera, già assessore al Welfare nella prima fase della pandemia Covid.
A seguire ci sarà l’elezione del presidente del Consiglio regionale e degli altri componenti dell’Ufficio di presidenza. Risulta eletto presidente il consigliere che nelle prime tre votazioni consegue la maggioranza dei due terzi dei componenti del Consiglio; dalla quarta votazione è sufficiente la maggioranza assoluta dei componenti. L’elezione dei due vice presidenti e dei due consiglieri segretari ha luogo con due distinte votazioni: risultano eletti vice presidenti e segretari i consiglieri, uno ciascuno per la maggioranza e per la minoranza, che ottengono il maggior numero di voti; a parità di voti è eletto il consigliere più anziano di età.
L’ultimo punto all’ordine del giorno prevede l’elezione della giunta delle elezioni, composta da un componente per gruppo consiliare e a cui spettano le verifiche sulla sussistenza di eventuali casi di incompatibilità e sulla convalida degli eletti. I suoi lavori dovranno concludersi entro 60 giorni dall’elezione del proprio Ufficio di presidenza.

Migranti, M5s: governo non crei diversivi, Crosetto venga in Aula

Migranti, M5s: governo non crei diversivi, Crosetto venga in AulaMilano, 14 mar. (askanews) – “Ferma restando la solidarietà del M5S al ministro Crosetto per gli attacchi ricevuti dal generale della Wagner, è necessario che le parole del ministro sulle presunte influenze russe all’origine del crescente flusso migratorio verso l’Italia vengano approfondite in Parlamento. Allo stesso tempo, è doveroso che il Copasir aggiorni tutte le informazioni sul tema attraverso gli altri ministri e direttori delle agenzie competenti”. Lo affermano Francesco Silvestri e Barbara Floridia, capigruppo alla Camera e al Senato M5S.
“I cittadini hanno il diritto di conoscere nel dettaglio le preoccupazioni espresse dal ministro Crosetto e capire se si tratta dell’ennesima boutade di un Governo che fa di tutto per sviare da responsabilità e fallimenti. L’esecutivo Meloni deve imparare la grammatica istituzionale e a rispettare il ruolo del Parlamento: questioni così rilevanti vanno motivate nelle sedi opportune, non basta consegnarle occasionalmente al dibattito mediatico”, concludono.

Migranti, Bonelli consegna lettera a Meloni: Dna per vittime Cutro

Migranti, Bonelli consegna lettera a Meloni: Dna per vittime CutroRoma, 14 mar. (askanews) – Una lettera alla presidente del Consiglio Giorgia Meloni per chiedere di utilizzare il Dna per il riconoscimento delle vittime del naufragio di Cutro. A consegnarla oggi a Palazzo Chigi Angelo Bonelli, deputato dell’Alleanza Verdi-Sinistra.
“Chiedo alla presidente Meloni – ha spiegato – un fatto di civiltà: si prelevi il Dna dei familiari in preda al dolore. I subacquei che stanno facendo le ricerche per trovare i dispersi ci hanno detto che i cadaveri sono irriconoscibili e lo saranno anche quelli che verranno trovati. L’unico modo per determinare il riconoscimento è il Dna. Fino a oggi non è stato fatto. Mi appello alla presidente Meloni perchè faccia questo gesto che sarebbe molto apprezzato dai familiari”.
“Signora presidente – si legge nella lettera – le chiedo di attivarsi affinché sia prelevato il campione salivare dei familiari dei dispersi per consentire in caso di ritrovamento dei cadaveri ancora non rinvenuti di procedere all’esame comparativo dei campioni”. Bonelli si dice “certo che lei comprenderà l’importanza dal punto di vista umanitario di dare risposte a questi familiari che vivono nel dolore più totale di non poter piangere i corpi dei loro cari”.

FdI: due pdl contro spopolamento aree interne e zone di montagna

FdI: due pdl contro spopolamento aree interne e zone di montagnaRoma, 14 mar. (askanews) – Istituire le zone franche montane e abolire il limite del numero minimo di alunni per la formazioni di classe nei Comuni montani. Sono gli obiettivi di due proposte di legge presentate oggi alla Camera dai deputati di Fratelli d’Italia, Chiara La Porta e Alessandro Amorese, assieme al capogruppo di FdI a Montecitorio, Tommaso Foti.
“Il tema delle aree interne e delle zone di montagna sta particolarmente a cuore a Fratelli d’Italia, perché investe una problematica importante per il nostro Paese che ha circa 7.980 comuni ma più della metà sono montani e con una densità media per Kmq di 1/3 se non di 1/4 rispetto alla media nazionale”, ha detto Foti. “C’è poi una situazione sotto il profilo demografico preoccupante ecco perché servono interventi urgenti”, ha sottolineato il capogruppo FdI alla Camera.
“Nei confronti delle aree interne e delle zone di montagna occorre cambiare paradigma, come ha sottolineato la premier Giorgia Meloni nel suo discorso di insediamento”, ha proseguito Amorese, primo firmatario della proposta di legge sull’abolizione del limite al numero minimo di studenti per formare classi della scuola primaria e secondaria nei comuni montani, nelle piccole isole e nelle aree geografiche abitate da minoranze linguistiche.
“La pdl punta a modificare il decreto n. 81 del 20 marzo 2009, in particolare dove stabilisce che non possono essere formate classi con un numero di alunni inferiori a dieci”, ha specificato Amorese. “La nostra idee di scuola in quei Comuni è molto più ampia e punta ad evitare lo sradicamento e lo spopolamento dei quei territori montani. Penso a scuole che devono essere integrate nel tessuto locale, contribuendo a valorizzare l’identità di quei territori, gli antichi mestieri, l’artigianato, il turismo. E penso anche all’integrazione con i tanti distretti imprenditoriali delle zone”, ha aggiunto.
Con la seconda proposta di legge che mira ad istituire delle zone franche montane “vogliamo riempire un gap che si è creato perché chi abita in questi comuni paga le stesse tasse che pagano i cittadini che vivono in città. Ma nei piccoli comuni e nelle zone montane spesso mancano le scuole, gli ospedali, i medici di famiglia e altri tipi di servizi che si trovano solo in città. Per non parlare delle strade che spesso sono delle mulattiere”, ha spiegato La Porta prima firmataria della pdl.
“Servono dunque interventi strutturali e continuativi che diano agevolazioni fiscali a chi decide di rimanere su questi territori e a chi decide di fare impresa o investire”, ha aggiunto La Porta. “Abbiamo previsto delle agevolazioni alle imprese, con la sede principale su questi territori, e che abbiano almeno il 50% dei dipendenti residenti in zona o in un arco di 40 km di distanza”, ha spiegato.
“Un altro obiettivo di questa proposta è quello di far tornare le famiglie a vivere nei piccoli Comuni o nelle zone montane, grazie ad altri incentivi fiscali”, ha proseguito La Porta.