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Separazione delle carriere e sorteggio Csm, come cambia la Costituzione

Separazione delle carriere e sorteggio Csm, come cambia la CostituzioneRoma, 16 gen. (askanews) – Il disegno di legge costituzionale n.1917 – ‘Norme in materia di ordinamento giurisdizionale e di istituzione della Corte disciplinare’ – presentato dalla presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, e dal ministro della Giustizia, Carlo Nordio, alla Camera dei deputati, il 13 giugno 2024, e approvato oggi in prima lettura alla Camera, ha l’obiettivo, per la prima volta nel Paese, di separare le carriere dei magistrati requirenti e giudicanti, attraverso la modifica del Titolo IV della Costituzione. La riforma per entrare in vigore ha bisogno di ottenere un doppio sì su identico testo da Camera e Senato ad intervallo non inferiore a tre mesi Il testo, composto da 8 articoli, prevede lo sdoppiamento del Consiglio superiore della magistratura dando vita a due distinti organi di autogoverno: il Csm giudicante e il Csm requirente. La presidenza di entrambi gli organi è attribuita al presidente della Repubblica, mentre sono membri di diritto del Csm giudicante e del Csm requirente, rispettivamente, il primo presidente della Corte di Cassazione e il procuratore generale della Corte di Cassazione.


Gli altri componenti di ciascuno dei Csm sono estratti a sorte, per un terzo da un elenco di professori e avvocati compilato dal Parlamento in seduta comune e, per i restanti due terzi, rispettivamente, tra i magistrati giudicanti e tra i magistrati requirenti. Si prevede, inoltre, che i vicepresidenti di ciascuno degli organi siano eletti fra i componenti sorteggiati dall’elenco compilato dal Parlamento. In questo modo i magistrati non hanno più diritto di voto. Un’altra novità è rappresentata dall’istituzione dell’Alta Corte disciplinare che sottrae al Csm la giurisdizione disciplinare nei confronti dei magistrati ordinari. Questa nuova Alta Corte sarà composta da 15 giudici: 3 nominati dal presidente della Repubblica tra professori ordinari di università in materie giurdiche, avvocati con almeno 20 anni di professione; 3 estratti a sorte da un elenco compilato dal Parlamento in seduta comune, in soggetti con i medesimi requisiti; 6 estratti a sorte tra i magistrati giudicanti in possesso di specifici requisiti; 3 estratti a sorte tra i magistrati requirenti in possesso di specifici requisiti.


Il presidente è eletto tra i giudici nominati dal presidente della Repubblica o dal Parlamento. E’ prevista la possibilità di impugnare le decisioni dell’Alta Corte dinnanzi alla stessa Corte, che giudica però in una composizione differente.

Separazione carriere, primo sì Camera alla riforma costituzionale

Separazione carriere, primo sì Camera alla riforma costituzionaleRoma, 16 gen. (askanews) – L’Aula della Camera ha approvato a maggioranza costituzionale in prima lettura la riforma della Costituzione che introduce sla separazione della carriere nella magistratura. La riforma ha ottenuto 174 voti favorevoli, 92 contrari, 5 astenuti. Azione e Più Europa hanno votato a favore della riforma, Italia viva si è astenuta. Passa ora al Senato per il secondo voto della prima lettura. A cui poi, trascorsi almeno tre mesi, dovrà seguire il secondo e definitivo voto di Montecitorio e palazzo Madama

Gaza, Palazzo Chigi: bene accordo per cessate fuoco e rilascio ostaggi

Gaza, Palazzo Chigi: bene accordo per cessate fuoco e rilascio ostaggiRoma, 15 gen. (askanews) – “L’Italia accoglie con grande favore l’annuncio di un accordo per un cessate il fuoco a Gaza e il rilascio degli ostaggi nelle mani di Hamas e si congratula con Egitto, Qatar e Stati Uniti per il risultato raggiunto dopo un lungo impegno negoziale che il Governo italiano, anche in qualità di Presidenza del G7, ha sempre sostenuto con convinzione”. E’ quanto afferma Palazzo Chjigi in una nota.


“L’Italia – prosegue il comunicato – ha seguito da vicino sin dall’inizio la dolorosa vicenda degli ostaggi nelle mani di Hamas e si aspetta ora che tutti gli ostaggi possano finalmente tornare alle loro famiglie. Il cessate il fuoco fornisce un’importante opportunità per aumentare in maniera consistente l’assistenza umanitaria alla popolazione civile di Gaza. L’Italia continuerà a impegnarsi in questo ambito, anche attraverso l’iniziativa ‘Food for Gaza’ incentrata sulla sicurezza alimentare e la salute”. “L’Italia – sottolinea Palazzo Chigi – è pronta a fare la sua parte, insieme ai partner europei e internazionali, per la stabilizzazione e la ricostruzione di Gaza e per consolidare in modo permanente la cessazione delle ostilità, anche nell’ottica di rilanciare un processo politico verso una pace giusta e duratura in Medio Oriente, basata sulla soluzione dei due Stati, con Israele e uno Stato di Palestina che vivano fianco a fianco in pace e sicurezza, all’interno di confini mutualmente riconosciuti”, conclude la nota.

Gaza, Palazzo Chigi: bene accordo per cessate fuoco e rilascio ostaggi

Gaza, Palazzo Chigi: bene accordo per cessate fuoco e rilascio ostaggiRoma, 15 gen. (askanews) – “L’Italia accoglie con grande favore l’annuncio di un accordo per un cessate il fuoco a Gaza e il rilascio degli ostaggi nelle mani di Hamas e si congratula con Egitto, Qatar e Stati Uniti per il risultato raggiunto dopo un lungo impegno negoziale che il Governo italiano, anche in qualità di Presidenza del G7, ha sempre sostenuto con convinzione”. E’ quanto afferma Palazzo Chjigi in una nota.


“L’Italia – prosegue il comunicato – ha seguito da vicino sin dall’inizio la dolorosa vicenda degli ostaggi nelle mani di Hamas e si aspetta ora che tutti gli ostaggi possano finalmente tornare alle loro famiglie. Il cessate il fuoco fornisce un’importante opportunità per aumentare in maniera consistente l’assistenza umanitaria alla popolazione civile di Gaza. L’Italia continuerà a impegnarsi in questo ambito, anche attraverso l’iniziativa ‘Food for Gaza’ incentrata sulla sicurezza alimentare e la salute”. “L’Italia – sottolinea Palazzo Chigi – è pronta a fare la sua parte, insieme ai partner europei e internazionali, per la stabilizzazione e la ricostruzione di Gaza e per consolidare in modo permanente la cessazione delle ostilità, anche nell’ottica di rilanciare un processo politico verso una pace giusta e duratura in Medio Oriente, basata sulla soluzione dei due Stati, con Israele e uno Stato di Palestina che vivano fianco a fianco in pace e sicurezza, all’interno di confini mutualmente riconosciuti”, conclude la nota.

Salvini riunisce Consiglio Federale, prova a gestire il caso Zaia

Salvini riunisce Consiglio Federale, prova a gestire il caso ZaiaMilano, 15 gen. (askanews) – Attaccato dalle opposizioni per il caos dei treni, incalzato da Luca Zaia sul terzo mandato e sulla candidatura per il Veneto, il congresso della Lega alle porte con le Regioni del Nord che chiedono di rilanciare i temi del territorio. Il Consiglio federale di domani si preannuncia complicato, per Matteo Salvini. Che non avendo la forza per imporre agli alleati la ricandidatura di Zaia, proverà a prendere tempo: un generico mandato al segretario a difendere le istanze dei territori e dunque anche quelle del Veneto, è la previsione.Sperando ancora in una decisione favorevole della Consulta sul caso Campania, e soprattutto tenendo sul tavolo la pistola caricata dallo stesso Zaia: la corsa solitaria della Lega. Anche se questo dovesse significare la rinuncia alla Lombardia del post-Fontana.


I margini per il segretario, ragionano nel Carroccio, sono infatti sempre più stretti: “Zaia ha i voti, se deciderà di sfidare Fratelli d’Italia con un suo candidato dovremo stare al suo fianco. Altrimenti fa la Liga Veneta e ci molla…”, ammettono anche uomini vicini a Salvini, certi che una corsa della Lega in solitaria sarebbe vittoriosa: “Noi abbiamo il 15, la lista Zaia altrettanto, con le civiche di tanti comuni arriviamo al 40…”. E certi che in ogni caso la coalizione di centrodestra reggerebbe: “Nessuno ha interesse a far saltare tutto. E poi Zaia farebbe rientrare in Giunta anche Fi e FdI”. Ma uno scenario di contrapposizione frontale sul Veneto preluderebbe alla rinuncia alla Lombardia, quando si tornerà al voto: “È vero che il voto è lontano, sarà a primavera del 2028, ma a quel punto non avremmo più argomenti per rivendicarla”. Un’ osservazione che dice tutto sui precari equilibri interni al Carroccio. Perchè la rinuncia alla Lombardia frustrerebbe le ambizioni di Massimiliano Romeo, che prima di Natale è riuscito a imporsi segretario della Lega Lombarda su una piattaforma critica nei confronti della Lega nazionale di Salvini: “Avete voluto il patto del Nord? Ecco, questi sono i risultati”, mugugnano coloro che al congresso lombardo hanno provato a fermare Romeo, nella convinzione che solo una Lega forte in tutta Italia possa soddisfare le rivendicazioni del Settentrione.


Una contrapposizione che si riproporrà al congresso nazionale previsto in marzo: “Ci sarà sicuramente un dibattito politico, non sarà il classico congresso blindato della Lega, ma nessuno ha la forza di andare contro Matteo”, dicono i fedelissimi del segretario, commentando notizie di stampa che parlano addirittura di un ticket Zaia-Fedriga contro di lui. Fatto sta che la partita del Veneto sembra ormai fuori dal controllo di Salvini. Si spera nella Consulta, e si fa appello alla saggezza di Meloni: “Non può pensare di prendere tutto lei, Berlusconi ci ha dato le Regioni del Nord quando Fi aveva il 30%… Se vuole essere un gigante tra i nani, non andrà lontano. Meglio se rispetta gli alleati”. Ma la paura è che Zaia giochi in solitario le sue carte, magari confrontandosi direttamente con la premier. Intanto, si aspetta il confronto di domani: “Stavolta Zaia dovrà parlare, non potrà stare in silenzio in ultima fila come fa di solito” è la stilettata dei salviniani.

Ddl sicurezza verso terza lettura, possibili modifiche in aula su rilievi Colle

Ddl sicurezza verso terza lettura, possibili modifiche in aula su rilievi ColleRoma, 15 gen. (askanews) – Avanti piano in Senato sul ddl sicurezza in attesa delle novità, che dovrebbero essere introdotte dal governo, per accogliere i rilievi arrivati dal Colle su una ‘cinquina’ di misure tra cui il carcere per le detenute incinte o madri di figli minori di un anno e il divieto di Sim per i migranti. Che ci sarà una terza lettura sembra ormai assodato ma al momento, secondo quanto si apprende, non ci sono ancora i testi. Solo quando le modifiche saranno messe nero su bianco si imprimerà una accelerazione.


L’ipotesi che si potrebbe delineare, riferiscono fonti della maggioranza, è quella di chiudere il provvedimento nelle commissioni Affari costituzionali e Giustizia senza modifiche e senza mandato ai relatori per poi cambiare il ddl dopo il suo approdo in aula con interventi “chirurgici”. Passaggio seguito da un esame veloce, blindato, alla Camera, che consentirebbe di portare a casa un provvedimento-bandiera per il centrodestra. La Lega continua a rilasciare dichiarazioni chiedendo che il provvedimento venga approvato così com’è senza ulteriori navette nell’altro ramo del Parlamento, ma nel caso Palazzo Chigi decidesse di intervenire sarebbe estremamente complicato potersi sottrarre, sapendo tra l’altro che potranno trovare spazio altrove le misure che i partiti di centrodestra intendono varare a difesa delle forze dell’ordine, in seguito agli scontri di piazza a Roma, Torino e Bologna, come peraltro ha chiarito il ministro della Giustizia, Carlo Nordio.


Rinviare la partita in aula, con eventuali tempi contingentati, consentirebbe al governo di definire con il bilancino le modifiche evitando che l’arrivo in commissione di un nuovo pacchetto di emendamenti produca una valanga di subemendamenti da parte delle opposizioni che già hanno presentato oltre 1.500 proposte di modifica. Oggi le commissioni hanno iniziato a esaminare gli emendamenti all’articolo 15, proprio quello sulle detenute madri, tutti bocciati (come è stato fatto sinora per tutti gli articoli esaminati fino a questo momento).


Marco Lisei (Fdi), relatore per la commissione Affari costituzionali, non esclude che la prossima settimana ci possa essere una riunione politica a Palazzo Madama per fare il punto della situazione. “Sanno che il testo va cambiato – osserva invece un esponente delle opposizioni – per evitare quello che è accaduto sull’autonomia. Vedremo cosa decideranno nelle prossime ore ma al momento sono indecisi e incerti” sul da farsi.

Ddl sicurezza verso terza lettura, possibili modifiche in aula su rilievi Colle

Ddl sicurezza verso terza lettura, possibili modifiche in aula su rilievi ColleRoma, 15 gen. (askanews) – Avanti piano in Senato sul ddl sicurezza in attesa delle novità, che dovrebbero essere introdotte dal governo, per accogliere i rilievi arrivati dal Colle su una ‘cinquina’ di misure tra cui il carcere per le detenute incinte o madri di figli minori di un anno e il divieto di Sim per i migranti. Che ci sarà una terza lettura sembra ormai assodato ma al momento, secondo quanto si apprende, non ci sono ancora i testi. Solo quando le modifiche saranno messe nero su bianco si imprimerà una accelerazione.


L’ipotesi che si potrebbe delineare, riferiscono fonti della maggioranza, è quella di chiudere il provvedimento nelle commissioni Affari costituzionali e Giustizia senza modifiche e senza mandato ai relatori per poi cambiare il ddl dopo il suo approdo in aula con interventi “chirurgici”. Passaggio seguito da un esame veloce, blindato, alla Camera, che consentirebbe di portare a casa un provvedimento-bandiera per il centrodestra. La Lega continua a rilasciare dichiarazioni chiedendo che il provvedimento venga approvato così com’è senza ulteriori navette nell’altro ramo del Parlamento, ma nel caso Palazzo Chigi decidesse di intervenire sarebbe estremamente complicato potersi sottrarre, sapendo tra l’altro che potranno trovare spazio altrove le misure che i partiti di centrodestra intendono varare a difesa delle forze dell’ordine, in seguito agli scontri di piazza a Roma, Torino e Bologna, come peraltro ha chiarito il ministro della Giustizia, Carlo Nordio.


Rinviare la partita in aula, con eventuali tempi contingentati, consentirebbe al governo di definire con il bilancino le modifiche evitando che l’arrivo in commissione di un nuovo pacchetto di emendamenti produca una valanga di subemendamenti da parte delle opposizioni che già hanno presentato oltre 1.500 proposte di modifica. Oggi le commissioni hanno iniziato a esaminare gli emendamenti all’articolo 15, proprio quello sulle detenute madri, tutti bocciati (come è stato fatto sinora per tutti gli articoli esaminati fino a questo momento).


Marco Lisei (Fdi), relatore per la commissione Affari costituzionali, non esclude che la prossima settimana ci possa essere una riunione politica a Palazzo Madama per fare il punto della situazione. “Sanno che il testo va cambiato – osserva invece un esponente delle opposizioni – per evitare quello che è accaduto sull’autonomia. Vedremo cosa decideranno nelle prossime ore ma al momento sono indecisi e incerti” sul da farsi.

Schlein: no a scudo penale per forze ordine, sarebbe impunità

Schlein: no a scudo penale per forze ordine, sarebbe impunitàRoma, 15 gen. (askanews) – “Siamo fortemente contrari a quell’ipotesi, la legge è uguale per tutti. Tanto più lo deve essere per chi deve far rispettare la legge. Sarebbe pericoloso un quadro in cui si crea una impunità generalizzata. E’ a tutela di uno stato di diritto che chi ha il monopolio dell’uso della forza sia sottoposto al controllo della legge e della magistratura”. Lo ha detto la segretaria Pd Elly Schlein parlando a Metropolis, sul sito di Repubblica.


“Nella più parte dei casi – ha spiegato – le forze dell’ordine esercitano secondo la legge e le procedure il potere che hanno. Ma proprio per verificarlo è necessario che ci siano gli strumenti per farlo. Se tu li togli, legittimi gli eccessi. E’ come quando sulla legge che ha introdotto il reato di tortura la destra dice ‘si impedisce di lavorare’. No, si impedisce di torturare…”.

Consulta, Tajani: siamo vicini a una soluzione

Consulta, Tajani: siamo vicini a una soluzioneRoma, 15 gen. (askanews) – “Per quanto riguarda la Corte Costituzionale si è vicini ad una soluzione”. Lo dice il ministro degli Esteri e vicepresidente del Consiglio, Antonio Tajani, a Tv2000 nel programma ‘Di Bella sul 28’, condotto da Antonio Di Bella, in onda stasera 15 gennaio alle 21.10.


“Non è vero – sostiene Tajani – quello che si dice che il problema è Forza Italia, non è assolutamente quello il problema. Si tratta di individuare un candidato indipendente che si aggiunga ad altri tre candidati espressione del Parlamento, cioè che non sia di area né di centrodestra né di centrosinistra e lì si sta lavorando per individuare questo nome, ma certamente non ci sono problemi da parte di Forza Italia che non ha mai posto alcun veto, alcun blocco, poi tanto meno problemi all’interno”. “Al momento opportuno – conclude Tajani – faremo il nostro nome e lo individueremo insieme ai leader del centrodestra con i nostri gruppi parlamentari”.

Treni, Salvini: danni e ritardi causati da malgoverno sinistra

Treni, Salvini: danni e ritardi causati da malgoverno sinistraRoma, 15 gen. (askanews) – “Per recuperare i danni del malgoverno della sinistra, abbiamo avviato un piano da 100 miliardi di investimenti per le infrastrutture ferroviarie, con oltre 1.200 cantieri già attivi per recuperare decenni di ritardi sulle ferrovie di questo Paese, ma Renzi se la prende con me… Ma non doveva ritirarsi dalla politica?”. Lo scrive Matteo Salvini su X pubblicando una card con il volto del leader di Italia Viva e la scritta: “Dopo decenni di mancati investimenti della sinistra su treni e ferrovie, Renzi chiede le dimissioni del ministro Salvini. Ridicolo! Ma non doveva sparire dalla politica?”.