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Ucraina, Renzi: strage infinita, pensiamo anche al dopo guerra

Ucraina, Renzi: strage infinita, pensiamo anche al dopo guerraRoma, 24 feb. (askanews) – “È ormai un anno che il mondo vive con il fiato sospeso per la guerra scaturita dall’invasione russa in Ucraina. Chi un anno fa pensava che tutto si sarebbe risolto nel giro di qualche giorno è stato smentito innanzitutto grazie al coraggio e alla resistenza del popolo ucraino”. Lo ha scritto su Facebok il leader di italia viva, Matteo Renzi.
“Quanto sarebbe utile e necessario – ha osservato l’ex premier – un dibattito serio non solo su ciò che è accaduto ma soprattutto su ciò che dovrà accadere. Quando finalmente infatti arriverà il dopo guerra, avremo un mondo diverso e con l’ingresso dell’Ucraina anche un’Europa diversa. Ma questa lunga guerra sta spostando equilibri, sfere di influenza geopolitica, rapporti decennali”.
“E tuttavia – ha sottolineato ancora Renzi – ogni discussione sul dopo si scontra con il dramma dell’oggi. Anche se i media se ne occupano meno, in Ucraina si continua a morire, da una parte e dall’altra, con i soldati che cadono ogni giorno, anche nei momenti in cui si parla di altro. Ricorda molto la prima guerra mondiale, ciò che sta accadendo: armi totalmente diverse, è ovvio. Ma è una guerra di logoramento, una strage infinita, un corpo a corpo bestiale con un numero di vittime impressionante e sottaciuto”.
“Von Clausewitz – ha ricordato il leader di Iv – diceva che ‘La guerra non è che la continuazione della politica con altri mezzi. La guerra non è, dunque, solamente un atto politico, ma un vero strumento della politica, un seguito del procedimento politico, una sua continuazione con altri mezzi’. I fatti di questi mesi sembrano dargli ragione. Molto più umilmente io la penso diversamente: credo infatti che la guerra sia la negazione della politica. Se ci fosse stata più politica, non saremmo arrivati alla guerra. E occorrerebbe molta capacità politica per bloccare l’invasione e arrivare a una tregua. Saranno i leader internazionali in grado di riuscirvi? Speriamo. Nel frattempo siamo dalla parte del popolo ucraino senza alcuna incertezza o retropensiero: sono le donne e gli uomini di Kiev che sono stati invasi e coinvolti in una guerra folle. Negarlo significa negare la realtà”, ha concluso Renzi.

Dl Milleproroghe, non escluso un “monito” scritto di Mattarella

Dl Milleproroghe, non escluso un “monito” scritto di MattarellaRoma, 23 feb. (askanews) – Il decreto Milleproroghe approvato oggi in via definitiva dalla Camera, potrebbe diventare legge con la “macchia” di un monito scritto del presidente della Repubblica, Sergio Mattarella. Al Senato erano state fonti parlamentari di maggioranza a riferire di perplessità del Quirinale sul tema delle concessioni balneari, la cui proroga espone l’Italia a possibili sanzioni da parte dell’Unione europea che sul tema ha già aperto una procedura di infrazione a carico dell’Italia. La voce di un possibile intervento del Colle con una lettera “di accompagnamento” è tornata a circolare in Parlamento anche se fonti di maggioranza raccontano di non aver avuto segnali di un possibile intervento del Colle.
Il Quirinale non conferma né smentisce le voci parlamentari, non comunica nessun orientamento sul tema, l’unica certezza è che, come sempre accade alla fine di ogni iter parlamentare di leggi e decreti da promulgare, gli uffici sono al lavoro e nessuna decisione è stata presa. Il decreto tuttavia scade il 27 febbraio, era blindato a Montecitorio, non ha subito modifiche. Sarebbe arduo immaginare di concludere praticamente ad horas un nuovo esame delle due Camere in caso di ipotesi estrema, cioè di un ricorso al dettato dell’articolo 74, primo comma, della Costituzione, che recita: “Il Presidente della Repubblica, prima di promulgare la legge, può con messaggio motivato alle Camere chiedere una nuova deliberazione”. Uno strumento al quale il capo dello Stato finora ha fatto ricorso solo in occasione del varo della legge sulle mine anti-uomo.
L’attenzione del Quirinale alle corrette relazioni con l’Europa è da sempre un pallino di Mattarella quindi non è escluso che il dl Milleproroghe possa rappresentare l’occasione per una lettera ai presidenti delle Camere (come in occasione del varo della commissione d’inchiesta sul sistema bancario) o ai medesimi interlocutori con l’aggiunta del presidente del Consiglio come è accaduto per il decreto sostegni bis varato dal governo Draghi.

Dl Ong, maggioranza compatta impone stretta sul soccorso in mare

Dl Ong, maggioranza compatta impone stretta sul soccorso in mareRoma, 23 feb. (askanews) – La svolta sulle navi delle Ong che soccorrono i migranti nel Mediterraneo era stata annunciata dalla premier Giorgia Meloni, a novembre, nel mese dello scontro con la Francia sul caso della Ocean Viking. Il decreto era stato poi varato dal Consiglio dei ministri tra Natale e Capodanno, e con una volata finale in Senato è diventato legge con 84 voti a favore e 61 contrari.
A chiarire la ratio della stretta, era stata la premier Meloni in uno dei suoi video degli ‘appunti di Giorgia’ sui social: “ha come obiettivo il rispetto del diritto internazionale, perchè il diritto internazionale sul salvataggio in mare non prevede che ci sia qualcuno che può fare il traghetto nel Mediterraneo o in un altro mare e fare la spola con gli scafisti per trasferire la gente da una nazione all’altra”. La presidente del Consiglio aveva stigmatizzato i “salvataggi multipli fino a quando la nave non è piena, perchè quello non vuol dire mettere la gente al sicuro e non vuol dire fare salvataggio fortuito di naufraghi”.
L’iter parlamentare, cominciato nei primi giorni di gennaio, ha visto la maggioranza compatta. Con un solo inciampo, alla Camera, quando la Lega ha tentato di estendere l’ambito del decreto con un pacchetto di proposte che puntava a modificare il testo unico sull’immigrazione cancellandone punti qualificanti su diritto d’asilo, ricongiungimenti, protezione speciale, respingimenti. Emendamenti tutti dichiarati inammissibili dai presidenti della commissione Affari costituzionali e Trasporti della Camera, Nazario Pagano (Fi) e Salvatore Deidda (Fdi). Con i capigruppo di Fratelli d’Italia nelle due commissioni che tenevano a sottolineare che non c’era alcuna “spaccatura nella maggioranza” ma solo “estraneità di materia”.
Dopo la battuta d’arresto, l’esame è proseguito senza ulteriori incidenti per la tenuta dell’esecutivo. Poche le proposte di modifica presentate dai gruppi di maggioranza peraltro rapidamente ritirate. Approvate solo alcune modifiche dei relatori per rendere più cogente la stretta sui requisiti per le navi.
In commissione e poi in Aula, prima alla Camera e quindi al Senato, ci sono stati invece momenti di tensione tra esponenti di maggioranza e opposizione. I primi, per bocca del sottosegretario agli Interni Nicola Molteni che ha ribadito la volontà di impedire che le navi delle Ong possano avere il ruolo di “pull-factor” per i trafficanti e anzi rimarcando che il centrodestra si è “limitato” a tradurre in legge le “intuizioni” dell’ex ministro dell’Interno Marco Minniti (Pd).
I secondi hanno parlato di provvedimento “spietato”, contrario alla Costituzione, al diritto comunitario e internazionale, e riportato nella discussione parlamentare la richiesta di bloccare il decreto avanazta dalla commissaria per i diritti umani del Consiglio d’Europa, Dunja Mijatovic e dell’Alto commissario delle Nazioni Unite per i diritti umani, Volker Türk. Posizioni che il sottosegretario Molteni ha liquidato come “sgrammaticature”.
Alla Camera il testo è stato licenziato con il voto di fiducia. In Senato l’iter è volato, tra le proteste di Pd, M5S, Az-Iv e Avs. Il decreto è stato esaminato dalla commissione Affari costituzionali per poche ore ed è arrivato in Aula senza mandato al relatore ma poi approvato senza fiducia (bocciati circa 150 emendamenti al decreto di soli tre articoli).
Dopo i “taxi del mare” (copyright 2017 di Luigi di Maio), a scatenare l’ennesima polemica è stata la frase pronunciata dalla senatrice Marta Farolfi (Fdi), durante il dibattito a Palazzo Madama: “Naufrago ha un significato ben preciso: è il superstite di un naufragio, quindi da trarre in salvo e non da portare a fare una minicrociera nel Mediterraneo”. “Ma la destra – ha ribattuto Graziano Delrio (Pd) – li vede i migranti quando scendono dalle navi delle Ong? Hanno le facce di chi fa crociere? No, hanno le facce di chi scappa da guerre” e “noi, purtroppo, siamo qui a discutere di un provvedimento che è solo una bandierina nelle mani della destra”.
Sul tema dei migranti, intanto, in commissione Affari costituzionali della Camera, si aprirà presto un nuovo capitolo. “Nella settimana del 6 marzo – ha annunciato il deputato del Carroccio Igor Iezzi – torneremo a lavorare sui permessi di soggiorno per motivi umanitari, sulla disciplina dei casi speciali di permessi di soggiorno temporaneo per esigenze di carattere umanitario e sui divieti di espulsione e respingimento”.

Pranzo Mattarella-von der Leyen, soddisfazione per compattezza Ue

Pranzo Mattarella-von der Leyen, soddisfazione per compattezza UeRoma, 23 feb. (askanews) – Il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, ha pranzato a Palermo con la presidente della Commissione europea Ursula von de Leyen. Clima molto cordiale, menu e vini siciliani. Temi principali affrontati nel corso del pranzo la vicenda ucraina, le migrazioni, la transizione ecologica, il gas e le fonti di approvvigionamento energetico. Temi sui quali, fanno sapere fonti del Quirinale, si è registrata una comunanza di visioni su tutto.
Il capo dello Stato ha ringraziato la presidente Ue per aver detto che le migrazioni sono un tema che riguarda l’intera Unione europea. Soddisfazione di entrambi, sottolineano le stesse fonti, per la riduzione del prezzo del gas e per la spinta comune per sviluppare le energie da fonti rinnovabili, giudizio positivo sulla larghissima compattezza dell’Unione su tutti questi temi. Da registrare anche la comune attenzione per l’apertura di flussi legali di migrazioni e la contemporanea lotta ai trafficanti di esseri umani.

Stretta su navi Ong è legge, le regole dai porti alla confisca

Stretta su navi Ong è legge, le regole dai porti alla confiscaRoma, 23 feb. (askanews) – La stretta sulle navi delle Organizzazioni non governative che effettuano salvataggi nel Mediterraneo di migranti, con il via libera definitivo dell’Aula del Senato (84 voti a favore e 61 contrari), diventa legge. Il decreto contiene le condizioni cui debbono attenersi le navi per poter svolgere la loro attività, con le nuove regole sull’assegnazione dei porti di sbarco e la previsione di multe salate, oltreché il sequestro e la confisca delle imbarcazioni in caso di violazione.
Tra le novità rientra l’obbligo di richiedere, nell’immediatezza dell’evento, l’assegnazione del porto di sbarco che deve raggiunto senza ritardo per il completamento dell’intervento di soccorso, con la conseguenza di fatto di ostacolare eventuali salvataggi multipli.
L’equipaggio deve informare tempestivamente le persone prese a bordo della possibilità di richiedere la protezione internazionale e, in caso di interesse, raccogliere i dati rilevanti da mettere a disposizione delle autorità. Le navi devono inoltre fornire alle autorità gli elementi per la ricostruzione dettagliata dell’operazione di soccorso per verificare che non si sia concorso a creare situazioni di pericolo a bordo né impedito di raggiungere tempestivamente il porto di sbarco.
La nave che effettua in via sistematica attività di ricerca e soccorso in mare deve operare secondo le certificazioni e i documenti rilasciati dalle competenti autorità dello Stato di bandiera ai fini della sicurezza della navigazione, della prevenzione dell’inquinamento, della certificazione e dell’addestramento del personale marittimo nonché delle condizioni di vita e lavoro a bordo.
Viene modificato anche l’impianto sanzionatorio: “salve le sanzioni penali quando il fatto costituisce reato”, in caso di violazione delle nuove regole si applicano al comandante multe fino a 50mila euro con l’estensione della responsabilità solidale ad armatore e proprietario. Oltre alla sanzione pecuniaria, la nave viene sottoposta a fermo amministrativo per 2 mesi contro cui è previsto il ricorso entro 60 giorni dalla notificazione dello stesso al prefetto, che dovrà pronunciarsi non oltre 20 giorni dal ricevimento dell’istanza.
In caso di “reiterazione della violazione” con l’utilizzo della “medesima nave”, è stata introdotta la sanzione accessoria della “confisca” della nave e “l’organo accertatore procede immediatamente a sequestro cautelare”.
I proventi delle sanzioni sono destinati all’erogazione di contributi in favore dei comuni di confine con altri Paesi europei e dei comuni costieri interessati dalla gestione dei flussi migratori.

Giubileo 2025, Gualtieri: tanti cantieri, ci scusiamo per disagio

Giubileo 2025, Gualtieri: tanti cantieri, ci scusiamo per disagioRoma, 23 feb. (askanews) – “I cantieri saranno molti. Ci scusiamo per il disagio. Ci prepariamo a una stagione di grandi interventi. Saranno fondamentali e in alcuni casi sono attesi da decenni”. Lo ha detto il sindaco di Roma Roberto Gualtieri presentando il bilancio di previsione 2023 2025 di Roma Capitale in aula Giulio Cesare. “La viabilità vede stanziate risorse significative che beneficiano della preparazione del Giubileo – ha illustrato Gualtieri-. Abbiamo a disposizione per 2023-2024, 47 milioni di fondi giubilari a gestione diretta, 20 milioni complementari di bilancio e il mega intervento da 200 milioni gestito dalla società Giubileo e Anas. Con questi fondi saremo in grado di completare il piano strade e arrivare al rifacimento di tutti i 700 chilometri della viabilità principale. Per procedere con gli appalti abbiamo a disposizione i fondi del Giubileo, 10 milioni per i marciapiedi, 14 milioni per Lungotevere e ponti. A questi vorremmo aggiungere con il bilancio altri 5 milioni di euro”.

Milleproroghe, Calderoli: da Lega e governo attenzione a piccole isole

Milleproroghe, Calderoli: da Lega e governo attenzione a piccole isoleRoma, 23 feb. (askanews) – “Con l’approvazione del decreto Milleproroghe c’è il via libera alle iniziative per sostenere concretamente le isole di Lampedusa e Linosa, punto di approdo di importanti flussi migratori con ricadute significative in termini gestionali. Una dimostrazione concreta di attenzione da parte della Lega e del governo alle diverse complessità dei territori insulari, che scontano maggiori difficoltà geografiche e condizioni più difficili rispetto alla terraferma. L’obiettivo è proseguire in questa direzione e giungere ad una reale valorizzazione delle peculiarità delle piccole isole, che potrà arrivare attraverso un disegno di legge dedicato”. Lo ha dichiarato il ministro per gli Affari Regionali e le Autonomie, Roberto Calderoli.
“Nel caso specifico di questi interventi è stato previsto un contributo straordinario di 2,5 milioni per evitare il default del bilancio del comune di Lampedusa, fortemente gravato dall’aumento delle spese legate ai flussi migratori. Inoltre è stata introdotta la possibilità, per piccoli imprenditori e pescatori dell’isola, di incentivare il pagamento i contributi 2023 attraverso la loro rateizzazione. Il Governo è andato incontro alle esigenze dei territori, delle imprese e dei suoi cittadini, passando anche stavolta dalle parole ai fatti”, ha concluso.

Amato: respingere chi vuole rendere di parte la tutela dell’ambiente

Amato: respingere chi vuole rendere di parte la tutela dell’ambienteRoma, 23 feb. (askanews) – “In questo momento c’è qualcuno che sbaglia e fa molto male e cerca di attribuire un significato di parte alla tutela dell’ambiente: questo va respinto. La tutela dell’ambiente attiene alla vostra sopravvivenza su questo pianeta”. Così il presidente emerito della Corte Costituzionale Giuliano Amato parlando agli studenti nel corso dell’iniziativa organizzata al Senato ‘L’ora di Costituzione’, un progetto per le scuole medie e superiori.
“Nel rimanere su questo pianeta, aria respirabile e acqua sufficiente perché voi ci possiate vivere. Ma esiste partito politico che abbia delle diversità sulla necessità di questo. C’è qualche arruffapopolo che sta cercando di dare un senso partigiano alla tutela dell’ambiente. Consideratela questa una delle direttrici della Costituzione e per il futuro sarà tanto più forte quanto più voi la renderete forte col passare degli anni”, ha sottolineato Amato ricordando che la tutela dell’ambiente è “un principio fondamentale che è entrato nella Costituzione l’anno scorso”.

Bonaccini a M5s e Terzo Polo: senza Pd non c’è alternativa al centrodestra

Bonaccini a M5s e Terzo Polo: senza Pd non c’è alternativa al centrodestraRoma, 23 feb. (askanews) – “Il voto nel Lazio e in Lombardia ha dimostrato, in quella sconfitta netta, che senza il Partito democratico non ci può essere l’alternativa di centro-sinistra a questa destra, questo se lo devono mettere in testa i 5 Stelle e il Terzo Polo, lo si vede nelle dimensioni”. Così Stefano Bonaccini, candidato alla segreteria del Pd, a Tg1 mattina su RaiUno.
“Adesso non abbiamo l’assillo delle alleanze, perché la prima elezione che in cui può votare tutto il corpo elettorale è tra poco più di un anno con le europee, dove si vota con il proporzionale puro. Questo ci avvantaggia ad avere un po’ di tempo per provare intanto a rigenerare il Partito democratico, io voglio che si riscopra la vocazione maggioritaria, che è il contrario della autosufficienza, perché si è visto alle ultime elezioni: andare da soli si perde nettamente, la destra ha due terzi dei parlamentari nonostante il voto reali dei cittadini l’aveva premiata con poco più del 40%”, ha spiegato.
“Quindi alleanze sì, ma non per battere gli avversari perché la gente se ne accorge e ti punisce ma con un programma condiviso. Le alleanze si fanno sui programmi: la proposta che ho fatto è di lavorare su singoli temi per fare battaglie comuni: il governo sta tagliando sulla sanità pubblica e Terzo Polo e 5 Stelle hanno detto entrambi che è un errore, proviamo insieme almeno in Parlamento e nel Paese a partire da lì e poi vedremo cosa può succedere”, ha aggiunto Bonaccini.
Quanto all’ipotesi di una nuova scissione nel Pd, Bonaccini ha detto: “Spero proprio di no, anche se nella vita non c’è certezza mai di nulla, di scissione ne abbiamo avute fin troppe e non è che ci abbiano portato benissimo”. “Elly Schlein è rientrata nel partito dopo tantissimi anni e l’ho apprezzato anche perché spero che la seguano in tanti. Quella volontà di rientrare da parte di chi era esterno dimostra che forse c’è una nuova vitalità nel partito, per cui io mi auguro davvero che di scissioni non si parli mai più e soprattutto che rendiamo il Partito Democratico un partito più aperto, più accogliente e soprattutto più attrattivo”, ha aggiunto.

Schlein: il Pd non deve cambiare nome, devono cambiare i nomi

Schlein: il Pd non deve cambiare nome, devono cambiare i nomiRoma, 23 feb. (askanews) – “Non credo sia fondamentale cambiare il nome” del Partito democratico “se non cambiano i nomi, se non cambia il metodo, se non cambia la visione. Io lavoro in questa direzione”. Così Elly Schlein, candidata alla segreteria del Pd, intervenendo ad Agorà, su RaiTre.
“Il punto fondamentale è fare del Pd il partito che vuole limitare i contratti a termine, fare il salario minimo, spazzare via i contratti pirata, difendere la sanità e la scuola pubblica contro questo governo che le sta tagliando”, ha aggiunto.