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Manovra, Tajani: molto soddisfatto, sostiene crescita e ceto medio

Manovra, Tajani: molto soddisfatto, sostiene crescita e ceto medioRoma, 16 ott. (askanews) – Il vice presidente del Consiglio, Antonio Tajani, si è detto “molto soddisfatto” dalla manovra approvata dal Consiglio dei ministri, “perchè va nella giusta direzione di sostenere la crescita e di aiutare il ceto medio e basso”. Interpellato dalla stampa durante il punto stampa alla Farnesina con il ministro degli Esteri olandese, Caspar Veldkamp, Tajani si è detto anche “molto soddisfatto che abbia prevalso il principio del libero mercato” e che il contributo della banche e delle assicurazioni sia frutto di un accordo raggiunto con “un lavoro concreto di dialogo”.


“E’ una manovra che va nella direzione di diminuire la pressione fiscale, di aiutare le fasce sociali medio-deboli”, ha spiegato Tajani, indicando tra i vari provvedimenti “la stabilizzazione del taglio al cuneo fiscale, la stabilizzazione delle riduzioni delle aliquote Irpef, la possibilità per le donne con due figli e più di avere delle decontribuzioni”. Su questo ultimo punto, ha aggiunto il vice presidente del Consiglio, “su nostra proposta, e di questo sono molto lieto, è stata allargata la platea delle donne che ne possono usufruire, aprendo anche alle donne partita Iva non coperte da flat tax”. Quindi Tajani ha rimarcato la propria soddisfazione per il contributo delle banche: “Sono molto soddisfatto che abbia prevalso il principio del libero mercato e della scelta di non imporre nuove tasse. Abbiamo ottenuto che l’azione delle banche a sostegno della manovra non fosse frutto di un’imposizione dall’alto e non fosse una tassa su extraprofitti. Non so cosa significhi extraprofitto, forse nei regimi dittatoriali si definisce extraprofitto. Invece grazie a un lavoro concreto di dialogo con banche e assicurazioni abbiamo avuto la possibilità di poter utilizzare 3,5 miliardi con un accordo”. Un accordo che “è un messaggio chiaro anche ai mercati, perchè un’imposizione avrebbe spaventato i mercati”. E su questo, ha proseguito, “siamo stati ascoltati innanzitutto dal presidente del Consiglio, che ringrazio, e dal ministro Giorgetti”.


(segue)

Manovra da 30 mld, cuneo e Irpef strutturali. Da banche 3,5 mld

Manovra da 30 mld, cuneo e Irpef strutturali. Da banche 3,5 mldRoma, 15 ott. (askanews) – Una manovra con interventi da 30 miliardi per il 2025 con un approccio “serio e responsabile” e che prevede la conferma dei principali interventi varati lo scorso anno a partire dal taglio del cuneo fiscale e dalla riduzione a tre delle aliquote Irpef. Misure che diventano strutturali. Dopo un lungo confronto con banche e assicurazioni, il governo conferma che dal settore arriverà un contributo pari a 3,5 miliardi che saranno destinati al finanziamento della sanità.


Dopo un Consiglio dei ministri durato circa un’ora e mezza, il governo ha dato il via libera alla manovra riservandosi di illustrare nel dettaglio gli interventi in una conferenza stampa del ministro dell’Economia, Giancarlo Giorgetti prevista per domattina alle 11. “Abbiamo varato la legge di bilancio, un intervento che mette al centro i cittadini, le famiglie e il rilancio della nostra Nazione” ha affermato la premier Giorgia Meloni in un post su X sottolineando che “come avevamo promesso, non ci saranno nuove tasse per i cittadini. Inoltre, rendiamo strutturale il taglio delle tasse sui lavoratori, e 3,5 miliardi provenienti da banche e assicurazioni saranno destinati alla Sanità e ai più fragili per garantire servizi migliori e più vicini alle esigenze di tutti”.


Intanto stasera il Mef ha fornito le prime indicazioni sulle misure. Tra queste una “Carta per i nuovi nati” che riconosce 1000 euro ai genitori che rientrino in una soglia Isee di 40 mila euro. Vengono confermate e potenziate le misure sui congedi parentali e rafforzato il bonus destinato a supportare la frequenza di asili nido “anche prevedendo – spiega il Mef – l’esclusione delle somme relative all’assegno unico universale dal computo dell’ISEE”. Arriva anche il rifinanziamento per il 2025 con 500 milioni della carta “dedicata a te”. Sul fronte pensioni, la manovra conferma le misure già previste lo scorso anno. Quindi sarebbero confermati l’aumento degli assegni minimi, quota 103 per lasciare il lavoro e opzione donna. Nel ddl di bilancio sono stati inseriti anche incentivi destinati ai lavoratori pubblici e privati che pur raggiungendo l’età della pensione decidono di restare al lavoro.


Nel Mezzogiorno si confermano gli incentivi per l’occupazione dei giovani e delle lavoratrici, che saranno riconosciuti anche ai rapporti di lavoro attivati nel biennio 2026-2027. Restano anche la decontribuzione per le imprese localizzate nella Zes e gli incentivi all’autoimpiego nei settori strategici per lo sviluppo di nuove tecnologie e la transizione digitale ed ecologica.


Gli importi dei fringe benefits vengono confermati per tutti e sono maggiorati per i nuovi assunti che accettano di trasferire la residenza di oltre 100 chilometri. Tra le misure fiscali si conferma, anche per il triennio 2025-2027, la tassazione agevolata al 5% dei premi di produttività erogati dalle aziende ai lavoratori. Per quanto riguarda le coperture, oltre al contributo da 3,5 miliardi del settore bancario, di certo ci sono i 9 miliardi di spazio in deficit. Dai fondi per la riduzione della pressione fiscale e per l’attuazione della delega sono utilizzabili 5-6 miliardi. Considerevole il sacrificio chiesto ai ministeri che dovranno subire tagli agli stanziamenti per 3 miliardi di euro a cui si aggiunge un altro miliardo dai residui passivi. Gli enti locali dovranno assicurare circa 500 milioni. Ulteriori 500 milioni sono attesi dalla proroga delle concessioni del settore dei giochi. La manovra quest’anno segna l’avvio del riordino delle tax expenditures che verranno parametrate in base ai componenti del nucleo familiare. Arriva la stretta sui bonus edilizi che restano al 50% solo per gli interventi sulle prime case. Per gli altri si passa al 36%. Possibile che dall’operazione sulle detrazioni arrivino 2-3miliardi.

Manovra, Meloni: no nuove tasse, 3,5 mld da banche a sanità

Manovra, Meloni: no nuove tasse, 3,5 mld da banche a sanitàRoma, 15 ott. (askanews) – “Oggi, in Consiglio dei Ministri, abbiamo varato la legge di bilancio, un intervento che mette al centro i cittadini, le famiglie e il rilancio della nostra Nazione. Come avevamo promesso, non ci saranno nuove tasse per i cittadini. Inoltre, rendiamo strutturale il taglio delle tasse sui lavoratori, e 3,5 miliardi provenienti da banche e assicurazioni saranno destinati alla Sanità e ai più fragili per garantire servizi migliori e più vicini alle esigenze di tutti”. Lo scrive su X la presidente del Consiglio Giorgia Meloni, dopo il Consiglio dei ministri che ha dato via libera alla manovra.


“Con questo Governo – aggiunge – l’Italia guarda al futuro con una legge di bilancio che mette al primo posto il lavoro e il benessere degli italiani”.

M.O., Schlein a Meloni: noi sempre contro antisemitismo, voi no

M.O., Schlein a Meloni: noi sempre contro antisemitismo, voi noRoma, 15 ott. (askanews) – “Sentito il suo intervento tocca fare una specifica. Noi l’antisemitismo l’abbiamo sempre contrastato a differenza della giovanile del suo partito”. Lo ha detto la segretaria Pd Elly Schlein parlando alla Camera. “Ma sia chiaro che criticare il governo di estrema destra di Netanyahu, denunciare il massacro in corso di palestinesi, l’attacco alla missione Unifil… non vuol dire essere antisemiti, né mettere in discussione l’esistenza di Israele”.


Criticare Tel Aviv, ha aggiunto la Schlein, “vuol dire asserire un dato di fatto: Netanyahu sta allargando il conflitto in una pericolosa escalation regionale con l’unico obiettivo di preservare il suo destino politico personale”.

Conte a Meloni: io ora le spiego, lei però deve dimettersi

Conte a Meloni: io ora le spiego, lei però deve dimettersiRoma, 15 ott. (askanews) – “Oggi, Meloni, ha detto una cosa interessante, ovvero che si dimetterà nel momento in cui un esponente del Movimento 5 stelle le spiegherà il senso delle sue parole. Ci provo. Quando lei ha detto sì alla natalità voleva dire il raddoppio delle tasse sui pannolini e sui prodotti per l’infanzia. Quando ha detto cancellazione delle accise voleva dire aumento delle accise, quando ha detto aiuti ai pensionati e stop Fornero voleva dire tagli alle rivalutazioni delle pensioni. Quando ha detto blocco navale intendeva dire facciamo il blocco dei treni. Quando lei ha detto di voler dare ampio spazio al merito intendeva dire ‘riconosceremo il merito solo ai familiari e ai nostri amichetti’. Quando lei diceva no al regionalismo intendeva dire sì a una riforma che rafforzi le regioni fino a spaccare l’Italia. Quando lei predicava la lotta alla mafia intendeva dire facciamo la guerra ai campioni dell’antimafia come De Raho e Scarpinato. La smetta””. Così il presidente M5S Giuseppe Conte in sede di dichiarazioni di voto sulle comunicazioni della premier Giorgia Meloni in vista del Consiglio europeo.


“E gli investimenti in sicurezza dove sono? Dove sono i suoi post furenti. Ha visto che mancano 23mila unità fra carabineieri e poliziotti nelle nostre città? Rispetto al mio governo, nel 2019, sono aumentate del 23% le rapine in strada, e lei sta distraendo risorse economiche e umane oggi per mandare 16 migranti in Albania che poi ritorneranno, mentre ne arrivano mille in 24 ore a Lampedusa”, ha concluso.

Migranti, Bonelli regala a Meloni relazione Onu su guardia costiera

Migranti, Bonelli regala a Meloni relazione Onu su guardia costieraRoma, 15 ott. (askanews) – La premier Giorgia Meloni “deve delle scuse a Sea Watch. Le guardie costiere libica e tunisina si sono rese responsabili di torture, stupri e violenza. Ma non lo dice Angelo Bonelli, ed è inutile che si mette mani nei capelli, le dono la relazione dell’Onu che dice che la guardia di costiera, non Sea Watch. A meno che voi non la pensiate come Netanyahu che l’Onu debba essere messa al bando”. Così Angelo Bonelli (Avs), in sede di dichiarazione di voto sulle comunicazioni della premier Giorgia Meloni in vista del Consiglio europeo.


“Signora premier le faccio dono della relazione dell’Onu che dice che si sono rese responsabili anche di complicità con i trafficanti”, ha concluso.

Libano, Meloni: ritiro Unifil sarebbe un grave errore

Libano, Meloni: ritiro Unifil sarebbe un grave erroreRoma, 15 ott. (askanews) – “Pretendiamo la sicurezza dei nostri militari, la piena applicazione della risoluzione 1701 del Consiglio di sicurezza Onu, ne ho discusso personalmente con Netanyahu domenica. Oggi la posizione del governo israeliano è un ritiro della missione Unifil, credo che un ritiro su richiesta unilaterale sarebbe un grave errore, minerebbe la credibilità della missione stessa e dell’Onu e penso che i nostri soldati saranno preziosi anche quando riusciremo a ottenere un cessate il fuoco”. Lo ha detto la presidente del Consiglio Giorgia Meloni, nella replica alla Camera.

Meloni: con i centri in Albania stiamo rispettando il diritto internazionale

Meloni: con i centri in Albania stiamo rispettando il diritto internazionaleRoma, 15 ott. (askanews) – “La collega Braga dice che in Albania si stanno consumando delle violazioni, visto che i primi dovrebbero arrivare domani mi pare eccessivo che si siano consumate delle violazioni. Se è il principio quello a cui si riferisce io ricordo che l’accordo con l’Albania prefigura la cessione di territorio albanese che viene coperto da giurisdizione italiana ed europea. Se ritiene che ci sia una violazione o non conosce bene il diritto internazionale o ritiene che violi se stesso. Noi stiamo rispettando il diritto internazionale”. Lo ha detto la presidente del Consiglio Giorgia Meloni, nella replica alla Camera.

Centri Albania,Meloni: stiamo rispettando diritto internazionale

Centri Albania,Meloni: stiamo rispettando diritto internazionaleRoma, 15 ott. (askanews) – “La collega Braga dice che in Albania si stanno consumando delle violazioni, visto che i primi dovrebbero arrivare domani mi pare eccessivo che si siano consumate delle violazioni. Se è il principio quello a cui si riferisce io ricordo che l’accordo con l’Albania prefigura la cessione di territorio albanese che viene coperto da giurisdizione italiana ed europea. Se ritiene che ci sia una violazione o non conosce bene il diritto internazionale o ritiene che violi se stesso. Noi stiamo rispettando il diritto internazionale”. Lo ha detto la presidente del Consiglio Giorgia Meloni, nella replica alla Camera.

Meloni fa appello alle opposizioni per Fitto, duro attacco a Sea Watch

Meloni fa appello alle opposizioni per Fitto, duro attacco a Sea WatchRoma, 15 ott. (askanews) – Giorgia Meloni ribadisce la condanna per gli attacchi israeliani alle basi Unifil, attacca frontalmente l’Ong Sea Watch e rivolge un appello direttamente all’opposizione perchè sostenga la nomina di Raffaele Fitto alla Commissione europea. La presidente del Consiglio prende la parola in Senato per le comunicazioni in vista del Consiglio europeo – il primo dopo la designazione della nuova Commissione, che ancora deve passare il vaglio del Parlamento di Strasburgo – affrontando i principali temi dell’agenda.


La nuova legislatura europea, sottolinea, si apre all’insegna di “preoccupazione” e “incertezza” con davanti grandi “sfide”. La nomina di Fitto con deleghe “strategiche” e “di primissimo ordine”, per la premier, è “un notevole miglioramento per la nostra nazione rispetto alla composizione della commissione uscente, atteso che vedeva 4 vicepresidenti esecutivi e 7 vicepresidenti complessivi ma nessun italiano”. Questo, per lei, è prova della “ritrovata centralità” dell’Italia, a dispetto del “continuo mantra di un presunto isolamento internazionale”. Ma soprattutto è un “riconoscimento” per il Paese che dovrebbe “inorgoglire tutta la nazione, non solo i partiti della maggioranza” ed è per questo che Meloni auspica e chiede “di essere uniti” come ‘abbiamo fatto nella scorsa legislatura all’atto della nomina di Paolo Gentiloni” perchè “ci sono momenti in cui l’interesse nazionale deve prevalere su quello di parte” senza “distinguo” o “tentennamenti”. Dunque ben venga l’appoggio del Pd, che però – dice rivolgendosi nelle repliche ai banchi Dem – dovrebbe parlare con il gruppo dei Socialisti che “ha cercato di far spostare l’audizione di Fitto come ultimo tra i vicepresidenti e detto che il gruppo Socialisti europei non avrebbe accettato la vice presidenza esecutiva all’Italia”. Venendo alle priorità della prossima legislatura, visto il difficile contesto internazionale, l’Europa – per Meloni – deve “cambiare” e “ripensare completamente le sue priorità, il suo approccio, la sua postura”. I rapporti Letta e Draghi hanno mostrato la “perdita di ruolo” degli ultimi decenni, quando “troppo a lungo ci siamo crogiolati” in un mondo che è “finito”. Adesso occorre “scegliere finalmente, e con coraggio, che cosa vogliamo essere e dove vogliamo andare” e le alternative sono due: continuare a essere “un gigante burocratico” o “invertire radicalmente questa tendenza” sulla base dei principi di “proporzionalità” e “sussidiarietà”.


Uno dei temi su cui, per Meloni, occorre cambiare è quello del Green Deal, segnato da un “approccio ideologico” con “effetti disastrosi” perchè “inseguire la decarbonizzazione al prezzo della deindustrializzazione è, semplicemente, un suicidio”. In questo quadro è una “follia” l’addio al motore endotermico entro il 2035 e l’obiettivo è “riaprire la partita”. Per perseguire e raggiungere gli obiettivi della transizione e del rilancio della competitività, come scrive Draghi, con cui “non posso che essere d’accordo” – ribadisce – servono “maggiori risorse pubbliche e private, da investimenti adeguati e da un piano coerente per raggiungerli” aprendo un “dibattito soprattutto sugli strumenti finanziari necessari a sostenere questo percorso. Un dibattito nel quale dovremo essere pronti a verificare la possibilità di nuovi strumenti di debito comune, così come a lavorare per riuscire finalmente a mobilitare adeguatamente il capitale privato”. Ribadendo il sostegno all’Ucraina per arrivare a una “pace giusta”, Meloni ha espresso la convinzione che “quanto accade in Medio Oriente sia figlio anche di questa destabilizzazione”. Dunque c’è “preoccupazione” per quanto accade in Libano, dove si recherà a breve, per gli attacchi “inaccettabili” alle basi Unifil da parte di Israele. Lo ha detto nella telefonata di domenica a Benjamin Netanyahu da cui “pretendiamo che venga garantita la sicurezza dei nostri soldati”. Del resto, ammette nella replica, “siamo amici di Israele ma non vuol dire ovviamente che io sia d’accordo con tutte le sue scelte”. Dunque “difendiamo il diritto di Israele a vivere in pace e in sicurezza, ma ribadiamo la necessità che questo avvenga nel rispetto del diritto internazionale umanitario perché non siamo insensibili di fronte all’enorme tributo di vittime civili innocenti a Gaza, che non a caso sono state dall’inizio al centro del nostro lavoro”. Nella replica, Meloni chiarisce anche la posizione italiana sulla fornitura di armi a Tel Aviv: “Dopo l’avvio delle operazioni israeliane a Gaza il governo ha sospeso immediatamente la concessione di ogni nuova licenza di esportazione” mentre quelle precedenti al 7 ottobre “sono state tutte analizzate caso per caso”.


Altro tema al centro dell’intervento la questione dei migranti, su cui c’è un “approccio” diverso dell’Europa “grazie soprattutto all’impulso” dato dall’Italia che è “diventata un modello da seguire”. L’impostazione dell’esecutivo ha una “efficacia – per Meloni – che i numeri raccontano meglio delle parole. Nel 2024 la percentuale di sbarchi di immigrati illegali è diminuita del 60% rispetto al 2023 e del 30% rispetto al 2022”. Ringraziando “il ministro Salvini e soprattutto la Guardia Costiera italiana per il suo straordinario lavoro”, Meloni attacca duramente la Ong Sea Watch: “Considero vergognoso che definisca le guardie costiere ‘i veri trafficanti di uomini’, volendo delegittimare tutte quelle degli Stati del nord Africa, e magari anche quella italiana, in modo da dare via libera agli scafisti che questa ONG descrive invece come ‘innocenti’, che si sarebbero ritrovati casualmente a guidare imbarcazioni piene di immigrati illegali. Sono dichiarazioni indegne, che gettano la maschera sul ruolo giocato da alcune ONG e sulle responsabilità di chi le finanzia”. Meloni difende anche i centri in Albania (per i quali oggi sono partiti i primi 16 migranti), “una strada nuova, coraggiosa, inedita, ma che rispecchia perfettamente lo spirito europeo e che ha tutte le carte in regola per essere percorsa anche con altre Nazioni extra-Ue”, la definisce. A questa strategia si unisce quella del Piano Mattei e dell’attenzione all’Africa. “Non è un segreto per nessuno – argomenta – che non siamo gli unici a guardare all’Africa e che ci sono altri attori – Russia e Cina in testa, ma non solo – che portano avanti le proprie strategie, spesso con un approccio molto più assertivo del nostro. Rimango convinta che, nel rapporto con le Nazioni africane, noi rimaniamo potenzialmente più competitivi, perché la nostra sfida non è alimentare il caos per tentare di depredare l’Africa delle proprie risorse, ma consentire ai Paesi africani di utilizzare quelle risorse, per poter vivere di ciò che hanno, con Governi stabili e società prospere”.


Nella replica, c’è anche un duro battibecco con il M5s: “Anche volendo il governo non potrebbe gettare i soldi dalla finestra perchè li avete gettati tutti voi”, accusa alzando la voce. E poi ironizza: “Il giorno che mi faccio spiegare cosa ho detto da un esponente del Movimento Cinque stelle mi dimetto”.