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Autonomia, Emiliano: patto scellerato del governo, va fermato

Autonomia, Emiliano: patto scellerato del governo, va fermatoRoma, 18 feb. (askanews) – “Questa autonomia differenziata del governo di centrodestra divide l’Italia, costruisce una serie di ordinamenti giuridici diversi a seconda delle regioni dove le aziende, gli italiani e le famiglie vivono. E costruisce soprattutto le ragioni dell’abbandono del Sud e del Mezzogiorno. Ecco perché questo patto scellerato di governo su cui si mantiene la destra che governa l’Italia va assolutamente fermato”. Lo ha affermato il presidente della Regione Puglia Michele Emiliano a margine della manifestazione della Cgil Puglia in piazza Castello a Bari contro l’autonomia differenziata.
“L’unica compensazione che hanno immaginato è di aggiungere alla scellerata autonomia differenziata il presidenzialismo e il semi presidenzialismo, cambiando la Costituzione in tutte le sue componenti essenziali e il modo di essere della Repubblica. Tutto questo per noi non è accettabile. Che ci possano essere più poteri per le Regioni può anche essere una buona cosa, ma la strada maestra per cambiare la Costituzione è l’articolo 138. Quindi non intese separate tra Regioni e Governo, ma un disegno armonico che il Parlamento deve disegnare attraverso una modifica costituzionale, se proprio dobbiamo aumentare i poteri delle Regioni”, ha aggiunto.
“Questa autonomia differenziata deve prima di tutto individuare i Livelli Essenziali delle Prestazioni, significa riequilibrare e superare la questione meridionale dotando il mezzogiorno e le regioni meno sviluppate dal punto di vista economico della parità delle armi; senza la parità delle armi iniziale l’autonomia differenziata non può funzionare e determinerà una spaccatura dell’Italia”, ha proseguito.
“Il governo metta da parte questo progetto, perché non crediamo che in questo momento sia in grado di realizzare questo riequilibrio Nord-Sud con i 60, 70, forse anche 100 miliardi, necessari per la perequazione. Ci auguriamo che questo disegno sia stato solo una modalità ingannevole con la quale vincere le elezioni in Lombardia. Il risultato in Lombardia è andato ben oltre quello che probabilmente sarebbe stato, se non ci fosse stata dietro questa campagna elettorale basata sull’autonomia differenziata, e quindi ci auguriamo che il governo adesso governi l’Italia, non solo le regioni del Nord, e si occupi di tutti noi, non solo di alcuni”.
“La beffa sta nel fatto che il ministro Calderoni vuole convincerci che l’autonomia differenziata pretesa dalle regioni più ricche e non voluta da quelle meno ricche, aiuta quelle meno ricche. Una beffa inaccettabile. La Puglia non ha avuto bisogno di questa legge per responsabilizzarsi: negli ultimi vent’anni ha ribaltato la sua storia, è uscita dal piano di riordino ospedaliero diventando una regione adempiente ai livelli essenziali delle prestazioni in sanità, abbiamo creato sviluppo economico, crescita del Pil; non stiamo certo in Paradiso – ha concluso Emiliano – ma stiamo combattendo e certamente non l’abbiamo fatto con l’autonomia differenziata”, ha detto poi a margine ai cronisti.

Tajani vede Weber e prova a chiudere caso Ppe. “Nessuna rottura”

Tajani vede Weber e prova a chiudere caso Ppe. “Nessuna rottura”Monaco, 18 feb. (askanews) – Garantire ai partner internazionali, ancora una volta, che il sostegno dell’Italia all’Ucraina non ha cedimenti e che Berlusconi non ha posizioni filo putiniane. Allo stesso tempo, provare a chiudere la polemica con il Ppe, sottraendosi anche ai sospetti di chi – nella stessa Fi – è convinto che ci sia un gioco di sponda per mandare politicamente in pensione il leader.
Antonio Tajani arriva a Monaco per partecipare alla conferenza per la Sicurezza e, oltre a prendere parte a un G7 con i suoi omologhi, vede tra gli altri sia il ministro degli Esteri di Kiev, Dmytro Kuleba, sia il capogruppo del Ppe, Manfred Weber, lo stesso che ieri ha comunicato la decisione di annullare un evento in programma a Napoli per giugno proprio a causa delle parole dell’ex premier. Quelle dichiarazioni in cui chiamava Zelensky “questo signore” che hanno provocato non soltanto la reazione ucraina ma anche la rivolta dei popolari dei Paesi più vicini ai confini con la guerra.
Tajani prova a ricucire lo strappo, assicurando che tra il suo partito e il Ppe “non c’è nessuna rottura”, semmai una “differenza di vedute” in particolare sulla scelta di cancellare l’appuntamento in terra partenopea che tanto ha fatto arrabbiare i vertici azzurri. “Ho ribadito che Forza Italia ha sempre votato sia al Parlamento europeo che in quello italiano in difesa dei diritti dell’Ucraina, in favore dell’invio di aiuti militari. La nostra posizione non cambia. Il nostro obiettivo però è quello di raggiungere la pace e credo che il chiarimento sia stato utile e che l’incidente sia chiuso”, ha spiegato.
Come ministro degli Esteri del governo, Tajani si ritrova a puntellare la posizione di Giorgia Meloni che, proprio del sostegno a Kiev e della collocazione atlantica, ha fatto uno dei pilastri della sua credibilità internazionale. Ma nell’incontro con Weber, nei panni di numero due di Forza Italia, gli tocca soprattutto spegnere sul nascere la narrazione – alimentata dallo stesso tweet del capogruppo dei Popolari – che le sorti del partito e del suo leader possano separarsi, magari aprendo la strada a una nuova guida. “Ho ribadito che Berlusconi e Forza Italia sono la stessa cosa”, ha detto.
“Berlusconi – ha poi aggiunto – non ha mai abbracciato la retorica russa, ha soltanto detto che bisogna lavorare per la pace, fermo restando che noi siamo dalla parte dell’Ucraina”.
Ma da Forza Italia non si spengono ancora gli attacchi a Weber, soprattutto nei confronti di quella che è stata considerata una ingerenza nei fatti interni di un partito. Il sospetto, nei piani alti azzurri, è che la sua mossa sia fatta per agevolare il progetto di un’intesa tra Popolari e Conservatori dopo le prossime Europee al quale punterebbe anche la premier Meloni. Il capogruppo alla Camera, Alessandro Cattaneo, parla esplicitamente di “un’invasione di campo” fatta con il “maldestro tentativo di dividerci dicendo che ce l’hanno con il presidente e non con Fi”. Mentre Giorgio Mulè ricorda: “Weber è colui che solo a gennaio del 2022 proponeva Silvio Berlusconi come presidente della Repubblica, ed è la stessa persona che non più di due mesi fa poneva al centro dell’azione dei moderati e dei liberali europei in Italia, Forza Italia”.

Montaruli si dimette dal Governo:”scelta a difesa Istituzioni”

Montaruli si dimette dal Governo:”scelta a difesa Istituzioni”Roma, 18 feb. (askanews) – “Ho deciso di dimettermi dall’incarico di Governo per difendere le istituzioni certa della mia innocenza. Se ciò non avvenisse sarei come coloro che vorrebbero demolito il senso dello Stato, rendendolo debole con una ricerca costante di una giustificazione alle proprie azioni, sentendosi moralmente superiori o cercando di piegare le norme ai comportamenti, addirittura ostentando clemenza verso chi agita l’arma del ricatto e per scappare dalla legge si vorrebbe ridisegnare vittima, rimanendo nell’ombra davanti alla ‘protesta più forte’ di chi la vita se l’è tolta davvero poco più di un anno fa”. Lo scrive la sottosegretaria all’Università Augusta Montaruli.

Autonomia, Fugatti: Regioni e Province speciali sono un modello

Autonomia, Fugatti: Regioni e Province speciali sono un modelloTrento, 18 feb. (askanews) – “Le Province Autonome e le regioni Speciali rimangono un modello” di amministrazione anche nella prospettiva della riforma delle autonomie. Lo ha detto Maurizio Fugatti, presidente della provincia di Trento al confronto sul tema dell’autonomia a Borghetto.
L’autonomia differenziata riguarda ‘poco’ le autonomie speciali, però le Speciali e le Province Autonome stanno mettendo a punto una loro Carta dell’Autonomia “per dare delle direttive di autogoverno”, ha precisato Fugatti. “Credo siano anche maturi i tempi per costituire un Centro Studi sull’Autonomia, portando a compimento un percorso avviato in precedenza per concretizzare un progetto che esca dalla sola dimensione puramente accademica per diventare uno strumento di divulgazione”.
Al convegno hanno partecipato, tra gli altri, il ministro per gli Affari regionali e le Autonomie, Roberto Calderoli, il presidente della Provincia autonoma di Bolzano, Arno Kompatscher, e il presidente della Regione autonoma Friuli Venezia Giulia e della Conferenza delle Regioni e delle Province autonome, Massimiliano Fedriga. “Ci troviamo a discutere di autonomia in un luogo di confine, già confine del regno austroungarico, e che ha attraversato momenti particolare della nostra storia – le sue parole -. Qui cinquant’anni fa si iniziò a parlare di ASAR, di autonomia e di autogoverno, di autonomia integrale da Borghetto al Brennero. Sempre qui con i colleghi Kompatscher e l’allora capitano del Tirolo Guenther Platter ci ritrovammo qualche anno fa per la celebrazione dei confini dell’Euregio. Noi vogliamo parlare di autonomia con le orecchie attente a quanto accade a Roma sul piano delle riforme, ma con lo sguardo in un’orizzonte euroregionale, caratteristica che contraddistingue le speciali autonomie di TRENTO e Bolzano e che le rende un modello anche per gli altri territori”.

Calderoli rilancia le macroregioni: favorevoli da sempre

Calderoli rilancia le macroregioni: favorevoli da sempreTrento, 18 feb. (askanews) – Macroregioni? “Noi siamo sempre stati favorevoli”. Lo ha dichiarato il ministro leghista per gli Affari regionali e le Autonomie, Roberto Calderoli, nel corso di una conferenza stampa sul tema dell’autonomia a Borghetto di Avio in Provincia di Trento.
“Il migliore esempio dell’utilizzo del penultimo comma dell’art. 117 della Costituzione – ha sottolineato il ministro- viene proprio dalla Conferenza delle Regioni che per la prima volta ha deciso di proporre leggi Regionali che danno una veste istituzionale alla Conferenza”.
“Credo – ha concluso. che sia un esempio questa iniziativa e che quest’ultima, sulla base di quelli che possono essere gli accordi tra Regioni attraverso la realizzazione di organi comuni, possa essere un’ottima strada per territori che orbitino nella stessa zona del Paese”.

Superbonus, Conte: governo crea premesse per disastro economico

Superbonus, Conte: governo crea premesse per disastro economicoRoma, 17 feb. (askanews) – “Con questo decreto il governo tradisce famiglie e imprese che contavano sulle ristrutturazioni” con “crediti di imposta e sconto in fattura. E soprattutto ammazza la nostra economia. Sta creando le premesse per un disastro economico e sociale, tradendo tutti gli impegni presi in campagna elettorale”. Lo ha affermato il presidente del Movimento 5 Stelle Giuseppe Conte in una dichiarazione.
“Ricordiamoci – ha proseguito Conte – che con il Superbonus abbiamo fatto il 6,7% di Pil nel 2021, abbiamo creato 900mila posti di lavoro, tagli tagliato 1 milione di tonnellate di CO2. E soprattutto è una misura che si è ampiamente ripagata con i contributi diretti al 70% nelle casse dello Stato. Quando il governo parla di politica scellerata cosa significa? Che il governo Draghi non ha tenuto i conti in ordine? E quindi ha fatto cinque decreti distribuendo 90 miliardi a famiglie per extragettito e non doveva distribuirli per aiutare famiglie e imprese? Sono cose gravissime di cui questo governo deve rispondere agli italiani”, ha concluso Conte.

Ucraina, Berlusconi: criticato per volere pace, tema sia a odg Ppe

Ucraina, Berlusconi: criticato per volere pace, tema sia a odg PpeRoma, 17 feb. (askanews) – “Con il mondo sull’orlo di una guerra nucleare tra Russia e i Paesi della Nato, io vengo criticato perché sto chiedendo che insieme ai sostegni per l’Ucraina, da sempre condivisi e votati da Forza Italia, si apra immediatamente un tavolo per arrivare alla pace. Questo è un dovere per un partito come il Ppe”. Lo scrive in un post su Fb Silvio Berlusconi dopo che il Ppe ha deciso di annullare un appuntamento a Napoli a causa delle sue dichiarazioni sull’UCraina.
“Ritengo che il tema non sia più rinviabile e chiedo che venga messo subito all’ordine del giorno nelle riunioni del Ppe”, aggiunge il leader di Fi.

Editoria, Zaia: seguo con attenzione evolversi vicende gruppo Gedi

Editoria, Zaia: seguo con attenzione evolversi vicende gruppo GediVenezia, 17 feb. (askanews) – “Sto seguendo con particolare attenzione le notizie riguardanti il gruppo editoriale GEDI. Le testate che operano in Veneto e nel Nordest rappresentano un presidio di professionalità, informazione, democrazia, al pari di tutta l’informazione professionale che opera nei nostri territori. È necessario che i protagonisti coinvolti compiano ogni sforzo per evitare il rischio che queste storiche testate del gruppo possano andare incontro ad un ridimensionamento del proprio ruolo”. Così Luca Zaia, presidente del Veneto.
“Conosco il grado di professionalità e la passione che soggiace alla realizzazione quotidiana dei giornali e dell’informazione online garantita dai giornalisti del Gruppo GEDI – aggiunge Zaia -. Auspico che possa arrivare presto una soluzione positiva alla vicenda: il Veneto, il Nordest, hanno bisogno di mantenere il rapporto di fiducia creato da queste testate con i lettori. Un legame consolidatosi ulteriormente, anche con le istituzioni, durante la recente pandemia. Attendendo che si possano presto conoscere gli aspetti principali del futuro di questi giornalisti e delle testate del gruppo, per quanto di mia competenza resto a disposizione”.

Autorità antiriciclaggio Ue, Schifani e Lagalla candidano sede Palermo

Autorità antiriciclaggio Ue, Schifani e Lagalla candidano sede PalermoRoma, 17 feb. (askanews) – La Regione Siciliana e il Comune di Palermo sono pronti ad accogliere l’Autorità europea per la lotta al riciclaggio di denaro e al finanziamento del terrorismo, di prossima istituzione. La sede individuata è Castello Utveggio. Nei giorni scorsi, il governatore dell’Isola, Renato Schifani, e il sindaco, Roberto Lagalla, hanno avanzato la proposta al presidente del Consiglio, Giorgia Meloni. E oggi è già arrivata la risposta di Palazzo Chigi, a firma del sottosegretario alla Presidenza, Alfredo Mantovano, su delega dello stesso premier. Nella nota vengono richieste ulteriori informazioni specifiche in modo tale da poter far concorrere Palermo come città candidata per l’Italia, insieme a Roma, Torino e Venezia.
“La risposta immediata di Palazzo Chigi è già una prima buona notizia. Gli uffici della Regione e del Comune stanno già preparando il dossier richiesto dal governo nazionale. Riteniamo che Palermo abbia tutte le carte in regola perché proprio qui, attraverso l’opera e gli insegnamenti di magistrati come Giovanni Falcone e Paolo Borsellino, nel quadro del contrasto alla criminalità di stampo mafioso, sono state gettate le basi per l’elaborazione della normativa nazionale in materia di antiriciclaggio. Uno strumento imprescindibile di prevenzione e di lotta alla corruzione dalla quale deriva l’inquinamento dell’economia e l’alterazione delle regole di mercato”, evidenzia Schifani.
“Esprimo grande soddisfazione e pur nel rispetto di ogni proposta ritengo che Palermo possa aspirare ad esserne la sede più idonea. La scelta della nostra città assumerebbe, poi, un alto valore simbolico e di deterrenza dei reati mafiosi. In particolare di quelli connessi al reinvestimento di risorse illecite, anche per la possibilità di assegnare alla nuova Autorità, senza oneri finanziari a carico dell’Ue, immobili confiscati alla criminalità organizzata. Un segnale di grande importanza è inoltre l’appoggio formale che stanno dando all’iniziativa tutte le istituzioni, fondazioni e associazioni che tengo a ringraziare”, aggiunge Lagalla.
La Regione ha già manifestato la propria disponibilità ad ospitare l’Amla nella sede di Castello Utveggio, recentemente ristrutturato dall’amministrazione regionale con un corposo intervento di riqualificazione anche energetica. Il Comune, invece, potrebbe conferire ulteriori spazi d’ufficio e un immobile di pregio storico nel centro della città, esattamente dove nacque e visse Giovanni Falcone.
Alla proposta di candidatura avanzata a Palazzo Chigi sono allegate una decina di lettere di gradimento da parte di enti pubblici e privati disponibili a contribuire, ciascuno per le proprie competenze, allo sviluppo delle attività dell’Autorità. Si va dall’Università agli Ordini degli avvocati e dei commercialisti, dal Distretto giudiziario della Corte d’Appello alle Fondazioni “Gaetano Costa”, “Giovanni Falcone”, “Rocco Chinnici” “Progetto Legalità”, “Luigi Einaudi” e “Sicilia”, dal Centro studi “Cesare Terranova” al Siracusa international institute for criminal justice and human rights.
Attualmente, nel Mezzogiorno non sono presenti Autorità o articolazioni europee e tutte quelle esistenti hanno sede nell’Italia settentrionale o centrale: Sicurezza alimentare a Parma, Formazione professionale a Torino, Ricerca a Ispra, Istituto universitario a Fiesole, oltre agli Uffici d’ informazione del Parlamento europeo (Roma e Milano), della Bei e della delegazione Ue nella Capitale.
“Confidiamo in un’attenta valutazione della candidatura e nell’accoglimento della proposta, certi comunque che se l’Autorità fosse insediata a Palermo contribuirebbe in modo determinante all’ulteriore sviluppo del nostro territorio, essendo percepita da tutti i cittadini come una concreta attestazione di vicinanza delle istituzioni europee e soprattutto nazionali alla loro voglia di riscatto e di crescita economica culturale e civile”, concludono Schifani e Lagalla.

Editoria, Serracchiani (Pd): governo si attivi per testate Gedi

Editoria, Serracchiani (Pd): governo si attivi per testate GediTrieste, 17 feb. (askanews) – “Chiediamo al governo di attivarsi con la proprietà per chiarire la situazione delle testate del gruppo Gedi nel nordest e avere rassicurazioni sul mantenimento e l’implementazione della qualità di una rilevante fetta dell’informazione in un territorio strategico. Il ruolo assolto dalle testate radicate in Veneto e Friuli Venezia Giulia è storico e questi quotidiani rimangono un punto di riferimento che non può venire meno per i cittadini e le categorie: eventuali passaggi di proprietà non possono essere sottomessi solo a logiche finanziarie e devono tenere conto dell’interesse pubblico dei mezzi d’informazione e anche dei benefici goduti attraverso l’erogazione di risorse pubbliche”. Lo dichiara la capogruppo del Partito Democratico alla Camera, Debora Serracchiani, in merito alle voci che danno per imminente la vendita delle testate del Nord Est del gruppo Gedi, ovvero Il Piccolo, Messaggero Veneto, Mattino di Padova, Nuova Venezia, Tribuna di Treviso, Corriere delle Alpi, a cui dovrebbe aggiungersi la Gazzetta di Mantova. Testate che oggi vedono i giornalisti in sciopero.