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Libano, Meloni: ritiro Unifil sarebbe un grave errore

Libano, Meloni: ritiro Unifil sarebbe un grave erroreRoma, 15 ott. (askanews) – “Pretendiamo la sicurezza dei nostri militari, la piena applicazione della risoluzione 1701 del Consiglio di sicurezza Onu, ne ho discusso personalmente con Netanyahu domenica. Oggi la posizione del governo israeliano è un ritiro della missione Unifil, credo che un ritiro su richiesta unilaterale sarebbe un grave errore, minerebbe la credibilità della missione stessa e dell’Onu e penso che i nostri soldati saranno preziosi anche quando riusciremo a ottenere un cessate il fuoco”. Lo ha detto la presidente del Consiglio Giorgia Meloni, nella replica alla Camera.

Meloni: con i centri in Albania stiamo rispettando il diritto internazionale

Meloni: con i centri in Albania stiamo rispettando il diritto internazionaleRoma, 15 ott. (askanews) – “La collega Braga dice che in Albania si stanno consumando delle violazioni, visto che i primi dovrebbero arrivare domani mi pare eccessivo che si siano consumate delle violazioni. Se è il principio quello a cui si riferisce io ricordo che l’accordo con l’Albania prefigura la cessione di territorio albanese che viene coperto da giurisdizione italiana ed europea. Se ritiene che ci sia una violazione o non conosce bene il diritto internazionale o ritiene che violi se stesso. Noi stiamo rispettando il diritto internazionale”. Lo ha detto la presidente del Consiglio Giorgia Meloni, nella replica alla Camera.

Centri Albania,Meloni: stiamo rispettando diritto internazionale

Centri Albania,Meloni: stiamo rispettando diritto internazionaleRoma, 15 ott. (askanews) – “La collega Braga dice che in Albania si stanno consumando delle violazioni, visto che i primi dovrebbero arrivare domani mi pare eccessivo che si siano consumate delle violazioni. Se è il principio quello a cui si riferisce io ricordo che l’accordo con l’Albania prefigura la cessione di territorio albanese che viene coperto da giurisdizione italiana ed europea. Se ritiene che ci sia una violazione o non conosce bene il diritto internazionale o ritiene che violi se stesso. Noi stiamo rispettando il diritto internazionale”. Lo ha detto la presidente del Consiglio Giorgia Meloni, nella replica alla Camera.

Meloni fa appello alle opposizioni per Fitto, duro attacco a Sea Watch

Meloni fa appello alle opposizioni per Fitto, duro attacco a Sea WatchRoma, 15 ott. (askanews) – Giorgia Meloni ribadisce la condanna per gli attacchi israeliani alle basi Unifil, attacca frontalmente l’Ong Sea Watch e rivolge un appello direttamente all’opposizione perchè sostenga la nomina di Raffaele Fitto alla Commissione europea. La presidente del Consiglio prende la parola in Senato per le comunicazioni in vista del Consiglio europeo – il primo dopo la designazione della nuova Commissione, che ancora deve passare il vaglio del Parlamento di Strasburgo – affrontando i principali temi dell’agenda.


La nuova legislatura europea, sottolinea, si apre all’insegna di “preoccupazione” e “incertezza” con davanti grandi “sfide”. La nomina di Fitto con deleghe “strategiche” e “di primissimo ordine”, per la premier, è “un notevole miglioramento per la nostra nazione rispetto alla composizione della commissione uscente, atteso che vedeva 4 vicepresidenti esecutivi e 7 vicepresidenti complessivi ma nessun italiano”. Questo, per lei, è prova della “ritrovata centralità” dell’Italia, a dispetto del “continuo mantra di un presunto isolamento internazionale”. Ma soprattutto è un “riconoscimento” per il Paese che dovrebbe “inorgoglire tutta la nazione, non solo i partiti della maggioranza” ed è per questo che Meloni auspica e chiede “di essere uniti” come ‘abbiamo fatto nella scorsa legislatura all’atto della nomina di Paolo Gentiloni” perchè “ci sono momenti in cui l’interesse nazionale deve prevalere su quello di parte” senza “distinguo” o “tentennamenti”. Dunque ben venga l’appoggio del Pd, che però – dice rivolgendosi nelle repliche ai banchi Dem – dovrebbe parlare con il gruppo dei Socialisti che “ha cercato di far spostare l’audizione di Fitto come ultimo tra i vicepresidenti e detto che il gruppo Socialisti europei non avrebbe accettato la vice presidenza esecutiva all’Italia”. Venendo alle priorità della prossima legislatura, visto il difficile contesto internazionale, l’Europa – per Meloni – deve “cambiare” e “ripensare completamente le sue priorità, il suo approccio, la sua postura”. I rapporti Letta e Draghi hanno mostrato la “perdita di ruolo” degli ultimi decenni, quando “troppo a lungo ci siamo crogiolati” in un mondo che è “finito”. Adesso occorre “scegliere finalmente, e con coraggio, che cosa vogliamo essere e dove vogliamo andare” e le alternative sono due: continuare a essere “un gigante burocratico” o “invertire radicalmente questa tendenza” sulla base dei principi di “proporzionalità” e “sussidiarietà”.


Uno dei temi su cui, per Meloni, occorre cambiare è quello del Green Deal, segnato da un “approccio ideologico” con “effetti disastrosi” perchè “inseguire la decarbonizzazione al prezzo della deindustrializzazione è, semplicemente, un suicidio”. In questo quadro è una “follia” l’addio al motore endotermico entro il 2035 e l’obiettivo è “riaprire la partita”. Per perseguire e raggiungere gli obiettivi della transizione e del rilancio della competitività, come scrive Draghi, con cui “non posso che essere d’accordo” – ribadisce – servono “maggiori risorse pubbliche e private, da investimenti adeguati e da un piano coerente per raggiungerli” aprendo un “dibattito soprattutto sugli strumenti finanziari necessari a sostenere questo percorso. Un dibattito nel quale dovremo essere pronti a verificare la possibilità di nuovi strumenti di debito comune, così come a lavorare per riuscire finalmente a mobilitare adeguatamente il capitale privato”. Ribadendo il sostegno all’Ucraina per arrivare a una “pace giusta”, Meloni ha espresso la convinzione che “quanto accade in Medio Oriente sia figlio anche di questa destabilizzazione”. Dunque c’è “preoccupazione” per quanto accade in Libano, dove si recherà a breve, per gli attacchi “inaccettabili” alle basi Unifil da parte di Israele. Lo ha detto nella telefonata di domenica a Benjamin Netanyahu da cui “pretendiamo che venga garantita la sicurezza dei nostri soldati”. Del resto, ammette nella replica, “siamo amici di Israele ma non vuol dire ovviamente che io sia d’accordo con tutte le sue scelte”. Dunque “difendiamo il diritto di Israele a vivere in pace e in sicurezza, ma ribadiamo la necessità che questo avvenga nel rispetto del diritto internazionale umanitario perché non siamo insensibili di fronte all’enorme tributo di vittime civili innocenti a Gaza, che non a caso sono state dall’inizio al centro del nostro lavoro”. Nella replica, Meloni chiarisce anche la posizione italiana sulla fornitura di armi a Tel Aviv: “Dopo l’avvio delle operazioni israeliane a Gaza il governo ha sospeso immediatamente la concessione di ogni nuova licenza di esportazione” mentre quelle precedenti al 7 ottobre “sono state tutte analizzate caso per caso”.


Altro tema al centro dell’intervento la questione dei migranti, su cui c’è un “approccio” diverso dell’Europa “grazie soprattutto all’impulso” dato dall’Italia che è “diventata un modello da seguire”. L’impostazione dell’esecutivo ha una “efficacia – per Meloni – che i numeri raccontano meglio delle parole. Nel 2024 la percentuale di sbarchi di immigrati illegali è diminuita del 60% rispetto al 2023 e del 30% rispetto al 2022”. Ringraziando “il ministro Salvini e soprattutto la Guardia Costiera italiana per il suo straordinario lavoro”, Meloni attacca duramente la Ong Sea Watch: “Considero vergognoso che definisca le guardie costiere ‘i veri trafficanti di uomini’, volendo delegittimare tutte quelle degli Stati del nord Africa, e magari anche quella italiana, in modo da dare via libera agli scafisti che questa ONG descrive invece come ‘innocenti’, che si sarebbero ritrovati casualmente a guidare imbarcazioni piene di immigrati illegali. Sono dichiarazioni indegne, che gettano la maschera sul ruolo giocato da alcune ONG e sulle responsabilità di chi le finanzia”. Meloni difende anche i centri in Albania (per i quali oggi sono partiti i primi 16 migranti), “una strada nuova, coraggiosa, inedita, ma che rispecchia perfettamente lo spirito europeo e che ha tutte le carte in regola per essere percorsa anche con altre Nazioni extra-Ue”, la definisce. A questa strategia si unisce quella del Piano Mattei e dell’attenzione all’Africa. “Non è un segreto per nessuno – argomenta – che non siamo gli unici a guardare all’Africa e che ci sono altri attori – Russia e Cina in testa, ma non solo – che portano avanti le proprie strategie, spesso con un approccio molto più assertivo del nostro. Rimango convinta che, nel rapporto con le Nazioni africane, noi rimaniamo potenzialmente più competitivi, perché la nostra sfida non è alimentare il caos per tentare di depredare l’Africa delle proprie risorse, ma consentire ai Paesi africani di utilizzare quelle risorse, per poter vivere di ciò che hanno, con Governi stabili e società prospere”.


Nella replica, c’è anche un duro battibecco con il M5s: “Anche volendo il governo non potrebbe gettare i soldi dalla finestra perchè li avete gettati tutti voi”, accusa alzando la voce. E poi ironizza: “Il giorno che mi faccio spiegare cosa ho detto da un esponente del Movimento Cinque stelle mi dimetto”.

Ue,Meloni:dico no a più Europa dappertutto ma dove serve davvero

Ue,Meloni:dico no a più Europa dappertutto ma dove serve davveroRoma, 15 ott. (askanews) – “Io non ritengo che la soluzione per rendere l’Europa più forte sia banalmente trasferire tutte le nostre competenze alla Commissione europea. Non ha funzionato”. Lo ha detto la presidente del Consiglio Giorgia Meloni, nella replica in Senato dopo il dibattito seguito alle sue comunicazioni in vista del Consiglio europeo


Per Meloni c’è stata “un’iperregolamentazione che spesso ha mortificato interi settori produttivi del continente europeo. Io penso che il principio che noi dobbiamo applicare dei trattati europei sia il principio della sussidiarietà. Ci sono alcune cose sulle quali gli Stati nazionali non sono competitivi e non lo saranno”. Dunque “non serve più Europa dappertutto, serve più Europa sulle grandi materie, serve meno Europa su tutte le materie sulle quali gli Stati nazionali possono dare risposte decisamente migliori di quelle che può dare il livello europeo”.

Meloni: giorno che mi faccio spiegare mio pensiero da M5s mi dimetto

Meloni: giorno che mi faccio spiegare mio pensiero da M5s mi dimettoRoma, 15 ott. (askanews) – “Non so se lei non ha capito o sta strumentalizzando ma le assicuro che non è difficile…il giorno che mi faccio spiegare cosa ho detto da un esponente del Movimento Cinque stelle mi dimetto”. Lo ha detto la presidente del Consiglio Giorgia Meloni nella replica in Senato dopo le sue comunicazioni in vista del Consiglio europeo del 17 e 18 ottobre rivolgendosi alla senatrice M5s Dolores Bevilacqua. In aula si sono registrati momenti di tensione con, dal lato della maggioranza, applausi e da parte dei banchi dei Cinquestelle proteste.


“Ci vuol coraggio a dire che noi gettiamo dalla finestra i soldi dei cittadini” ha aggiunto Meloni rispondendo alla critica sull’uso dei fondi pubblici per i centri migranti in Albania. “Vedo che voi parlate della politica internazionale con la stessa leggerezza con cui vi occupate del bilancio dello Stato” ha rilanciato Meloni.

Meloni: non serve più Ue dappertutto, no a iper regolamentazione

Meloni: non serve più Ue dappertutto, no a iper regolamentazioneRoma, 15 ott. (askanews) – “Io credo che una cosa sia il nazionalismo economico e un’altra riconoscere una specificità alle economie nazionali, quindi attenzione: è vero che dobbiamo lavorare per accrescere la competitività dell’Europa, anche immaginando dei giganti, ma dall’altra parte una iper regolamentazione che pretende di andare bene per nazioni con economie diverse rischia di non rafforzarle”. Lo ha detto la presidente del Consiglio Giorgia Meloni nella replica in Senato dopo le sue comunicazioni in vista del Consiglio europeo del 17 e 18 ottobre.


“Non ritengo che la soluzione sia trasferire tutte le nostre competenze alla Commissione europea, questa cosa si è già fatta, non ha funzionato, si è tradotta in una iper regolamentazione che ha mortificato molti settori”, ha aggiunto Meloni rilanciando che “non serve più Europa dappertutto, serve sulle grandi materie e non su tutto” ha concluso.

Online i redditi dei parlamentari: 450mila euro dichiarati per Meloni, 99mila per Schlein

Online i redditi dei parlamentari: 450mila euro dichiarati per Meloni, 99mila per SchleinRoma, 15 ott. (askanews) – Nella dichiarazione dei redditi relativa al 2023, la presidente del Consiglio Giorgia Meloni dichiara 459.460 euro. E’ quanto si legge dalla documentazione pubblicata sul sito della Camera. Non tutti i deputati e senatori hanno ancora depositato la dichiarazione.


Tra gli altri, la segretaria del Pd Elly Schlein dichiara 98.471 euro, il leader della Lega e vice premier Matteo Salvini 99.699 euro. Ancora non pubblicati i dati relativi a Matteo Renzi, Giuseppe Conte, Carlo Calenda.

Centri Albania, Pd presenta interrogazione: Governo chiarisca costi

Centri Albania, Pd presenta interrogazione: Governo chiarisca costiRoma, 15 ott. (askanews) – “Il Pd ha presentato un’interrogazione parlamentare per chiedere quanto è costato il Centro per i migranti in Albania. Abbiamo appreso che è partita la prima nave verso l’Albania con – a quanto si apprende – 16 migranti a bordo. Vorremmo sapere anche quanto è costato questo trasferimento e perché abbiamo fatto una cosa del genere visto il numero esiguo di migranti sulla nave da trasferire. Penso che il governo stia bruciando dei soldi che invece potrebbero essere messi su altri servizi, sulla sanità, sulle politiche sociali, in generale per dare forza alle fragilità”. Lo ha detto Stefano Graziano capogruppo Pd in commissione Difesa alla Camera, parlando a Montecitorio.


“Ci sono persone – ha aggiunto Graziano a proposito del salario minimo – che oggettivamente non riescono ad arrivare a fine mese e soprattutto oggi assistiamo ad una nuova piaga quella del lavoro povero: ossia chi lavora non riesce nemmeno ad arrivare ad avere uno stipendio di un minimo di nove euro all’ora. Noi abbiamo chiesto che il minimo salariale potesse essere stabilito a nove euro l’ora ma c’è stato risposto di no”.

Online redditi: 450 mila per Meloni, 99 mila per Schlein

Online redditi: 450 mila per Meloni, 99 mila per SchleinRoma, 15 ott. (askanews) – Nella dichiarazione dei redditi relativa al 2023, la presidente del Consiglio Giorgia Meloni dichiara 459.460 euro. E’ quanto si legge dalla documentazione pubblicata sul sito della Camera. Non tutti i deputati e senatori hanno ancora depositato la dichiarazione.


Tra gli altri, la segretaria del Pd Elly Schlein dichiara 98.471 euro, il leader della Lega e vice premier Matteo Salvini 99.699 euro. Ancora non pubblicati i dati relativi a Matteo Renzi, Giuseppe Conte, Carlo Calenda.