Skip to main content
#sanremo #studionews #askanews #ciaousa #altrosanremo

Migranti, Meloni: diminuiscono ingressi, merito azione Italia

Migranti, Meloni: diminuiscono ingressi, merito azione ItaliaRoma, 14 gen. (askanews) – “Oggi Frontex ci fa sapere che, complessivamente, il numero di ingressi irregolari di migranti registrati nell’Unione europea nel 2024 è calato al livello più basso dal 2021, quando i flussi migratori risentivano ancora della pandemia da Covid. Riduzione dei flussi dovuta principalmente al drastico calo degli ingressi sulla rotta del Mediterraneo centrale, grazie al crollo delle partenze da Tunisia e Libia. E questo è sicuramente un risultato dovuto all’azione dell’Italia, così come la riduzione complessiva degli ingressi irregolari nell’Unione europea, anche sulle altre rotte, come quella balcanica, dipende dal grande lavoro che il nostro Governo ha intrapreso in questi anni e che sta dando ottimi risultati”. Lo ha detto la presidente del Consiglio Giorgia Meloni, aprendo il Consiglio dei ministri, sottolineando il “cambio di passo” dovuto “all’inversione di tendenza che abbiamo impresso nel governo dei flussi migratori”.

Piantedosi: manifestazioni un pretesto per commettere violenze e aggressioni alle forze di polizia

Piantedosi: manifestazioni un pretesto per commettere violenze e aggressioni alle forze di poliziaRoma, 13 gen. (askanews) – “C’è massima attenzione su questo fenomeno ricorrente delle aggressioni alle forze dell’ordine e su questo temo svilupperemo ogni possibile attenzione a difesa dei nostri poliziotti e dei nostri carabinieri”. Lo ha detto il ministro del’Interno, Matteo Piantedosi, in una intervista al Tg1.


Sull’esistenza di una regia dietro gli episodi avvenuti nei giorni scorsi il titolare del Viminale ha risposto: “I fatti testimoniano che cambiano le motivazioni delle manifestazioni di protesta ma resta un tratto unificante. Le manifestazioni sembrano essere un pretesto per commettere violenze e aggressioni alle forze di polizia”. “Tutti condividono, al di là di quali saranno le strade che verranno prescelte, l’esigenza di arrivare al più presto ad una definizione di un quadro normativo che sicuramente porrà anche delle importanti tutele aggiuntive a quello che è il lavoro complicato delle forze dell’ordine”, ha dichiarato il ministro dell’Interno, con riferimento al dibattito sul ddl sicurezza, nel corso dell’intervista di Francesco Giorgino, durante la trasmissione XXI Secolo in onda questa sera su Rai Uno. “Parliamo – ha spiegato il ministro – della tutela legale, parliamo dell’innalzamento delle pene per alcune fattispecie di reato laddove sono commesse in danno ai rappresentanti delle forze di polizia. Quindi il Parlamento sicuramente è abbastanza orientato a arrivare al più presto all’approvazione di questo testo normativo.”

Consulta, si tenta fumata bianca. Trattativa in extremis su nome condiviso

Consulta, si tenta fumata bianca. Trattativa in extremis su nome condivisoRoma, 13 gen. (askanews) – Potrebbe essere la volta buona, forse. Di certo, a parole, è l’obiettivo a cui puntano tutte le forze politiche anche perché è nota l’attenzione che il Quirinale riserva alla questione. Martedì il Parlamento tornerà a riunirsi in seduta comune per l’elezione dei quattro giudici mancanti della Corte costituzionale e le interlocuzioni tra i partiti nelle ultime ore si sono fatte decisamente intense, anche se la quartina dei nomi da scrivere sulla scheda a sera non aveva ancora avuto il via libera.


La logica, stabilita da tempo, resta quella ‘a pacchetto’ che prevede un esponente indicato da Fdi, uno da Forza Italia, un terzo dal Pd e un quarto condiviso da tutti. Ed è proprio su questo nome che la trattativa si sarebbe fatta particolarmente serrata tanto che non si esclude nemmeno la possibilità che serva almeno un’altra seduta per centrare l’obiettivo di riportare la Corte costituzionale al suo plenum. I presidenti di Camera e Senato, Lorenzo Fontana e Ignazio La Russa, l’hanno già prevista all’occorrenza per giovedì 16. Lo lascia intendere anche il leader di Forza Italia, Antonio Tajani: “Vediamo se domani o in settimana, ma la situazione si sbloccherà”, dice. D’altra parte il tempo scorre e l’obiettivo principale è quello di chiudere la partita in tempo per il 20 gennaio, data in cui la Consulta tornerà a riunirsi per affrontare la questione dei referendum, a cominciare da quello sull’autonomia. Di certo, è ciò a cui punta anche la presidente del Consiglio, Giorgia Meloni.


Di Consulta si è parlato nel pomeriggio nel corso di un vertice con i leader di maggioranza a palazzo Chigi, ma fonti del centrodestra spiegano che il sigillo sull’accordo necessariamente dovrà passare da una telefonata tra la premier e la leader dem, Elly Schlein. In realtà, per Fratelli d’Italia la pratica è stata chiusa da tempo: il nome è e resta sempre quello di Francesco Saverio Marini, padre del premierato, che Meloni aveva provato a far eleggere con i soli numeri della maggioranza già a ottobre. Un blitz poi fallito anche a causa di una fuga di notizie.


Per Forza Italia a lungo la ‘gara’ è stata tra due esponenti di spicco del partito: Francesco Paolo Sisto e Pierantonio Zanettin. Il primo, però, aprirebbe un problema non da poco: essendo stato eletto in un collegio uninominale, il suo trasferimento alla Consulta comporterebbe una elezione suppletiva con annesso rischio per il centrodestra di perdere il seggio. Problema che non avrebbe il secondo (che è peraltro anche genero dell’avvocato Coppi). Il derby innescatosi tra i due, tuttavia, avrebbe convinto sempre più negli ultimi giorni Antonio Tajani a puntare su un terzo nome: circola quello di Antonio Di Porto, docente della Sapienza e già avvocato per Finivest. Ma i rumors puntano anche al profilo di una donna. Partita chiusa al 90% anche in casa dem dove l’accademico dei Lincei, Massimo Luciani, avrebbe avuto la meglio sul professore Andrea Pertici. Ma è sul nome condiviso da tutte le forze politiche che mancherebbe l’ultimo via libera. Nelle ultime ore tra i ‘papabili’ è spuntato anche il nome di Luisa Carrozza, giuslavorista e già consulente del capo dello Stato. Un nome che si va ad affiancare a quello dell’avvocato di Stato Gabriella Palmieri Sandulli e della segretaria dei giuristi cattolici italiani, Valeria Mastroiacovo. Non è un caso se Tajani prova a buttare la palla nel campo avverso: “Noi – sostiene – siamo pronti, io sono pronto a votare anche domani” i giudici della Consulta, “dobbiamo vedere cosa fanno le opposizioni”.

M5S, su limite mandati e Statuto non c’è ancora nuovo testo

M5S, su limite mandati e Statuto non c’è ancora nuovo testoRoma, 13 gen. (askanews) – Nessuna deliberazione, solo l’avvio di una “road map” per attuare le decisioni politiche e statutarie assunte nel voto finale del “processo costituente”: è questo, raccontano a Campo Marzio, l’esito della riunione odierna del Consiglio nazionale del Movimento 5 stelle. Consiglio che tornerà a riunirsi lunedì prossimo con, in sostanza, gli stessi temi all’ordine del giorno.


Nell’occasione si è fatta una “ricognizione”, racconta chi c’era, sulle modifiche immediatamente applicabili allo Statuto, in base alle votazioni degli iscritti che hanno concluso l’assemblea costituente. Nonostante sia stata votata due volte neppure l’abrogazione del garante, secondo quanto filtra dagli ambienti vicini al vertice 5 stelle, sarebbe immediatamente operativa, perché andrà comunque costruito il nuovo assetto degli organi di garanzia. La regola che maggiormente è stata sotto la lente dell’informazione politica nei mesi scorsi, il superamento del limite dei due mandati elettivi nelle istituzioni (contenuta nel codice etico e non nello statuto), non ha ancora trovato sbocco concreto. Senza la nuova regola, anche l’ipotesi dell’ipotetica candidatura dell’ex presidente della Camera Roberto Fico alla carica di “governatore” della Campania rimane impossibile da formalizzare. Per ora, spiegano le fonti M5S, il leader stellato Giuseppe Conte ha avviato la discussione. È l’ex premier, infatti, che porta la responsabilità di redigere la proposta di un testo di sintesi fra le proposte portate al voto degli iscritti (tra le più gettonate la possibilità di ignorare il limite per le candidature a sindaco o presidente di Regione e quella di derogare allo stesso limite anche per le cariche parlamentari ma su proposta motivata dei vertici o dei gruppi territoriali. Conte, in ogni caso, ha colto l’occasione per ribadire al Consiglio la linea più volte espressa: cioè che dalle determinazioni dell’assemblea costituente è venuta fuori la chiara indicazione del superamento del “tetto” dei due mandati ma allo stesso tempo non c’è un “liberi tutti” che possa consentire agli eletti di accumulare mandati su mandati e vivere di politica per sempre.


Fra i temi trattati nella riunione del “parlamentino” di vertice del Movimento, l’istituzione formale del network giovani, attraverso l’inserimento nello statuto; la definizione di una modalità di lavoro “più organica” fra gruppi territoriali e gruppi territoriali dei giovani; i criteri per i finanziamenti ai gruppi territoriali, tema sul quale, spiegano le fonti stellate, “si è iniziato a fare un primo ragionamento”. Infine Conte ha avviato anche una ricognizione sulla corrispondenza fra le tematiche politiche emerse (e votate dagli iscritti) nel “processo costituente” M5S e le proposte già depositate in Parlamento. Se ne occuperanno i comitati politici interni competenti per le varie materie, con l’obiettivo di “allineare” le indicazioni degli iscritti con il lavoro parlamentare, ovviamente laddove vi fossero delle carenze o delle distanze.

Sicurezza, La Russa: preoccupa odio verso uomini e donne in divisa

Sicurezza, La Russa: preoccupa odio verso uomini e donne in divisaRoma, 13 gen. (askanews) – “Esprimo ferma condanna per l’inquietante attentato incendiario avvenuto alla caserma dei Carabinieri di Borgo San Lorenzo, nel Mugello. Si tratta di un fatto molto grave, l’ennesimo contro le Forze dell’ordine, che ogni giorno con grandi sacrifici garantiscono la nostra sicurezza”. Lo ha scritto sui suoi canali social il presidente del Senato, Ignazio La Russa.


“Nel rinnovare la mia preoccupazione per il crescente clima di odio verso le donne e gli uomini in divisa, rivolgo la mia gratitudine e la mia solidarietà – ha aggiunto – all’Arma dei Carabinieri”.

Consulta, Tajani: noi siamo pronti a votare anche domani

Consulta, Tajani: noi siamo pronti a votare anche domaniRoma, 13 gen. (askanews) – “Noi siamo pronti, io sono pronto a votare anche domani” i giudici della Consulta, “dobbiamo vedere cosa fanno le opposizioni”. Lo ha detto il vicepremier e ministro degli Esteri, Antonio Tajani, a margine di un incontro al Quirinale. “Vediamo se domani o in settimana, ma la situazione si sbloccherà”, ha aggiunto.


“I nostri nomi sono tutti di alto profilo, dobbiamo vedere se eleggere o meno un parlamentare”, ha detto il segretario di FI rispondendo a una domanda sui possibili nomi dei candidati, indicati da Forza Italia, circolati in queste settimane.

Mattarella: diplomatici sempre impegnati nella ricerca della pace

Mattarella: diplomatici sempre impegnati nella ricerca della paceRoma, 13 gen. (askanews) – “Contro questa deriva internazionale di violenza, di rifiuto di dialogo e di rifiuto alla reciproca comprensione, la nostra diplomazia è sempre stata impegnata nella ricerca della pace, della collaborazione, della comprensione reciproca, dell’intendimento di trovare soluzioni condivise nelle difficoltà che si inevitabilmente si incontrano nei rapporti internazionali”. Lo ha detto il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, incontrando al Quirinale i vincitori del concorso per Segretari di Legazione – Corso “Tosca Barucco”, il gradino iniziale della carriera diplomatica, alla presenza del ministro degli Esteri, Antonio Tajani.


“E’ questo compito viene svolto dai nostri diplomatici con grande sagacia e merita riconoscenza”, ha sottolineato il capo dello Stato.

Condannato a 30 anni e non all’ergastolo autore doppio femminicidio, critiche bipartisan alla sentenza

Condannato a 30 anni e non all’ergastolo autore doppio femminicidio, critiche bipartisan alla sentenzaRoma, 13 gen. (askanews) – La Corte di assise di Modena ha condannato a 30 anni e non all’ergastolo Salvatore Montefusco, reo del doppio femminicidio, della moglie Gabriela Trandafir e della figlia di lei, Renata, uccise a fucilate il 13 giugno 2022 a Castelfranco Emilia, motivando la decisione con la ‘comprensibilità umana dei motivi’ all’origine della duplice uccisione. Una sentenza che ha suscitato aspre critiche bipartisan e indignazione unanime, dalla ministra di Fdi Roccella, al Pd, dai Cinquestelle ad Avs, dalla Lega a Italia Viva.


‘Leggeremo ovviamente il testo integrale della sentenza, ma se ciò che emerge dagli stralci pubblicati oggi venisse confermato, il pronunciamento della Corte d’Assise di Modena nei confronti dell’uomo responsabile dell’uccisione della moglie e della di lei figlia conterrebbe elementi assai discutibili e certamente preoccupanti che, ove consolidati, rischierebbero non solo di produrre un arretramento nell’annosa lotta per fermare i femminicidi e la violenza maschile contro le donne, ma anche di aprire un vulnus nelle fondamenta che reggono il nostro ordinamento’. Lo dichiara Eugenia Roccella, ministra per la Famiglia, la Natalità e le Pari opportunità. ‘Il problema – prosegue la ministra – non è la comminazione della pena, non è la sua entità, non sono le valutazioni processuali proprie dell’esercizio della giurisdizione. Ciò che colpisce è il ragionamento a monte che sembrerebbe aver orientato la Corte, per la quale, a quanto si legge, ‘la situazione che si era creata nell’ambiente familiare’ avrebbe ‘indotto’ l’imputato ‘a compiere il tragico gesto’, con la conseguenza di una ‘comprensibilità umana dei motivi che hanno spinto l’autore a commettere il fatto reato”. ‘Non credo sfugga a nessuno la pericolosità di ragionamenti di questo tipo, fondati su un nesso causale in grado di ‘indurre’ per motivi ‘umanamente comprensibili’ una duplice uccisione. Se si affermasse un principio di questo tipo – conclude Roccella -, lo sforzo di promozione di quel cambiamento culturale che tutti vogliamo non compirebbe certo un passo avanti ma ne farebbe molti indietro’.


Sulla stessa linea della ministra di FdI, la senatrice del Pd Valeria Valente della Bicamerale Femminicidio: ‘Premesso che come sempre sarà necessario leggere l’atto, ma se quanto riportano gli organi di stampa fosse confermato, quello che emergerebbe come messaggio dalla sentenza con cui la Corte di assise di Modena ha condannato a 30 anni e non all’ergastolo Salvatore Montefusco, reo del duplice femminicidio della moglie e della figlia di lei, è che saremmo di fronte a un provvedimento da ‘manuale del patriarcato’. Dalla narrazione dei media sembrerebbe infatti che i giudici non abbiano riconosciuto la specificità della violenza contro le due donne e dunque il duplice femminicidio. Il problema non è tanto la pena applicata, ma la motivazione con cui si arriva a quella pena, motivazione che appare grave. Speriamo davvero di essere smentiti dalla lettura della sentenza che attendiamo con apprensione’. ‘Due le gravi questioni di merito – prosegue Valente – La prima riguarda l’attitudine di confondere la violenza contro le due donne e di derubricarla a conflitto familiare: come Commissione di inchiesta del Senato sul femminicidio abbiamo rilevato che è una prassi diffusa. In questo caso è come dire che Gabriela Trandafir, la moglie vittima di femminicidio, chiedendo al marito di andarsene di casa abbia in qualche modo provocato la reazione violenta di lui. Tanto è vero che si parla di ‘black out emotivo’ di lui, mentre non sono stati considerati i precedenti maltrattamenti. E’ questa la ‘lente del patriarcato’, il pregiudizio con cui alla fine si giustifica la violenza maschile’, afferma Valente. ‘E’ per questo, e arriviamo alla seconda questione, che in caso di femminicidio chiediamo da sempre, al netto delle ultime sentenze della Corte costituzionale, di introdurre il divieto di bilanciamento tra attenuanti e aggravanti, divieto che peraltro la destra sta inserendo nel ddl sicurezza per la resistenza a pubblico ufficiale. Non ci stancheremo mai di ripetere che per riconoscere la violenza contro le donne e leggerla in modo giusto, andando oltre stereotipi e pregiudizi, occorre formazione specifica per tutti gli operatori della giustizia’, conclude.


‘Apprendiamo che la Corte di assise di Modena non ha accolto la richiesta dell’ergastolo della Procura nel caso del doppio femminicidio commesso da Salvatore Montefusco sulla base ‘della comprensibilità umana dei motivi che hanno spinto l’autore a commettere il fatto reato’. Non capiamo cosa ci sia da comprendere nell’inarrestabile strage di donne commessa dalla violenza maschile, se non che c’è molto lavoro da fare per abbattere i sedimenti di una cultura patriarcale che emerge anche là dove non ti aspetti e da parte di chi ha strumenti e poteri per contrare questo orribile fenomeno’, afferma la capogruppo di Avs alla Camera Luana Zanella. ‘Sentenze come questa non fanno altro che vanificare leggi come il Codice Rosso e il lavoro di prevenzione, mandando messaggi culturali devastanti. Presenterò un’interrogazione al ministro della Giustizia perché la vicenda non si può chiudere con un triste titolo di giornale’ annuncia la deputata della Lega Laura Ravetto, responsabile del dipartimento Pari opportunità del Carroccio. Preoccupate e d’accordo anche le parlamentari del Movimento 5 Stelle nella commissione bicamerale di inchiesta sul femminicidio e la violenza di genere Stefania Ascari, Anna Bilotti, Alessandra Maiorino e Daniela Morfino: ‘Trent’anni o l’ergastolo, considerata l’età del condannato, cambia poco nella pratica. Quel che sconcerta sono le motivazioni addotte e trapelate a mezzo stampa sulla sentenza di Modena. Non c’è nulla di comprensibile in un femminicidio che, in questo caso, è addirittura duplice. Gabriela Trandafir e la figlia Renata uccise a fucilate da un uomo per il quale i giudici non chiedono l’ergastolo perché, sostengono, arrivato incensurato a 70 anni, non avrebbe mai commesso un simile delitto se non fosse stato spinto da nefaste dinamiche familiari. È pur vero che le sentenze non si commentano, ma è impossibile non farlo in un caso come questo dove la vittimizzazione secondaria della donna raggiunge un apice inverosimile. Grave il messaggio che passa e pericolosissimo ciò a cui può dar adito. Purtroppo non è la prima volta che accade, e questo fa capire quanto sia urgente formare tutti gli attori che si occupano di violenza di genere, magistrati inclusi’.


‘Gabriela Trandafir e sua figlia Renata sono morte fucilate il 13 giugno 2022 a Castelfranco Emilia. Ora la Corte d’assise di Modena – come riportano oggi alcuni organi di stampa – avrebbe deciso di non concedere l’ergastolo e di ridurre a 30 anni di carcere la pena al loro assassino per ‘comprensibilità umana dei motivi che hanno spinto l’autore a commettere il fatto reato’. Una sentenza che preoccupa e indigna, creando un pericoloso precedente. Non c’è alcuna giustificazione per chi uccide una donna. Mai’. Così Mariastella Gelmini, senatrice di Noi Moderati-Centro Popolare. ‘Le motivazioni della sentenza della Corte di Assise di Modena sul doppio femminicidio che ha tolto la vita a Gabriella e Renata ci portano indietro di decenni, cancellando i progressi ottenuti con le battaglie delle donne nelle istituzioni e nella società’. Lo dichiara la deputata di Italia viva Maria Elena Boschi che sottolinea: ‘Espressioni come ‘comprensibilità umana dei motivi che hanno spinto l’autore’ o ‘black-out emozionale ed esistenziale’ inducono a credere che possa esistere una giustificazione per chi compie un femminicidio’. ‘Pensavamo di aver finalmente archiviato parole che anno il potere di rafforzare i pregiudizi, anziché combatterli, purtroppo non le abbiamo definitivamente cancellate, si annidano nelle attenuanti generiche di alcune pronunce giudiziarie. È arrivato il momento di eliminare quei pregiudizi lessicali e giudiziari, che contribuiscono ad alimentare una cultura della violenza ancora difficile da sradicare’, conclude.

Manovra, Conte: cuneo fiscale beffa per molti, buste paga tagliate

Manovra, Conte: cuneo fiscale beffa per molti, buste paga tagliateRoma, 13 gen. (askanews) – “Nel 2025 migliorano le paghe per alcuni ministri ma non la busta paga di molti lavoratori fra 10 e 35 mila euro di reddito: non solo non avranno 1 euro in più sullo stipendio rispetto al 2024, ma perderanno da 5 a quasi 100 euro in totale quest’anno. Degli annunci sui miracoli del taglio del cuneo – misura che esisteva già negli anni passati – resta questa beffa per molte delle persone coinvolte”. Lo ha scritto sui suoi canali social il presidente del Movimento 5 stelle, Giuseppe Conte.


“Le famiglie – ha proseguito l’ex presidente del Consiglio – vengono gettate in molti casi senza paracadute in questo 2025 di rincari: secondo autorevoli studi, dalle bollette alle autostrade gli aumenti a loro carico sfioreranno i 1000 euro in vari settori nei prossimi 12 mesi. Hanno bocciato tutte le nostre proposte contro il carovita, dai 100 euro al mese in più in più alle pensioni minime agli aumenti per i tantissimi italiani che stanno finendo in cassa integrazione. È un Governo completamente fuori dalla realtà”, ha concluso Conte.

Ramy, Schlein: il Pd condanna ogni atto violento

Ramy, Schlein: il Pd condanna ogni atto violentoRoma, 12 gen. (askanews) – “Pieno supporto al sindaco di Bologna e ai cittadini bolognesi per la devastazione e le violenze della scorsa notte che hanno colpito anche alcuni esponenti delle forze dell’ordine, oltreché la Sinagoga e vari esercizi commerciali. Tutta la solidarietà del Partito Democratico che condanna sempre ogni atto violento”. Così la segretaria del Pd Elly Schlein, in una nota.


“Lepore – prosegue Schlein – ha ragione a chiedere unità delle istituzioni, affinché siano individuati i responsabili di questi atti inaccettabili, e a sottolineare che non esistono cause giuste per devastare Bologna, né qualsiasi altra città”. Sono “importanti – ha anche detto Schlein – le parole dei genitori di Ramy Elgaml che chiedono che la giusta richiesta di piena verità e giustizia per il figlio non sia strumentalizzata per commettere atti violenti”.