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Abedini rilasciato, tornerà in Iran nelle prossime ore (Irna)

Abedini rilasciato, tornerà in Iran nelle prossime ore (Irna)Roma, 12 gen. (askanews) – Il cittadino iraniano Mohammad Abedini sarebbe stato già “rilasciato” e “tornerà” in Iran “nelle prossime ore”. Lo riferisce l’agenzia di stampa iraniana Irna, spiegando che l’arresto di Abedini “è stato il risultato di un malinteso, che è stato risolto”. Con l’intervento del Ministero degli Affari Esteri della Repubblica Islamica e “i negoziati tra le unità competenti del Ministero dell’Informazione della Repubblica islamica e i servizi segreti italiani”, si legge, “il problema è stato risolto” e si è giunti “alla sua liberazione” e “al suo ritorno”.

Nordio ha chiesto la revoca dell’arresto estradizionale per l’iraniano Abedini

Nordio ha chiesto la revoca dell’arresto estradizionale per l’iraniano AbediniRoma, 12 gen. (askanews) – “Il ministro Nordio ha depositato alla Corte di Appello di Milano la richiesta di revoca degli arresti per il cittadino iraniano Abedininajafabadi Mohammad”: cosi una nota ufficiale del Ministero della Giustizia.


“In forza dell’art. 2 del trattato di estradizione tra il Governo degli Stati Uniti d’America e il Governo della Repubblica italiana possono dar luogo all’estradizione solo reati punibili secondo le leggi di entrambe le parti contraenti, condizione che, allo stato degli atti, non puo’ ritenersi sussistente”, si legge. “La prima condotta ascritta al cittadino iraniano di ‘associazione a delinquere per violare l’IEEPA’ non trova corrispondenza nelle fattispecie previste e punite dall’ordinamento penale italiano; quanto alla seconda e terza condotta, rispettivamente di ‘associazione a delinquere per fornire supporto materiale ad una organizzazione terroristica con conseguente morte’ e di ‘fornitura e tentativo di fornitura di sostegno materiale ad una organizzazione terroristica straniera con conseguente morte’, nessun elemento risulta ad oggi addotto a fondamento delle accuse rivolte emergendo con certezza unicamente lo svolgimento, attraverso società a lui riconducibili, di attività di produzione e commercio con il proprio Paese di strumenti tecnologici avente potenziali, ma non esclusive, applicazioni militari”, si conclude nella nota.

Ramy, Meloni: non si può utilizzare una tragedia per legittimare la violenza

Ramy, Meloni: non si può utilizzare una tragedia per legittimare la violenzaRoma, 12 gen. (askanews) – “Tra bombe carta, fumogeni e aggressioni, ieri sera a Roma abbiamo assistito all’ennesimo, ignobile episodio di disordine e caos ad opera dei soliti facinorosi scesi in piazza non per manifestare per una causa, bensì per puro spirito vendicativo. Non si può utilizzare una tragedia per legittimare la violenza. Alle Forze dell’Ordine va la nostra solidarietà, insieme agli auguri di pronta guarigione agli agenti feriti. Siamo dalla vostra parte”. Lo scrive su X la premier Giorgia Meloni, commentando gli scontri di ieri a Roma tra manifestanti e Forze dell’ordine durante la manifestazione, per ricordare Ramy Elgaml, il 19enne di origine egiziana morto il 24 dicembre durante un inseguimento con i carabinieri a Milano.

Lunedì il Consiglio nazionale M5s, arrivano le regole del dopo-Grillo

Lunedì il Consiglio nazionale M5s, arrivano le regole del dopo-GrilloRoma, 12 gen. (askanews) – Il nuovo Movimento 5 stelle di Giuseppe Conte deve ancora assumere la sua forma definitiva dopo la sconfitta di Beppe Grillo nelle votazioni che hanno concluso il “processo costituente”. Il percorso para-congressuale era stato lanciato dall’ex premier in estate, dopo la batosta delle elezioni europee, quando la lista del Movimento era scesa per la prima volta a livello nazionale sotto la soglia psicologica del 10 per cento. Domani si riunisce il Consiglio nazionale al quale il leader stellato deve ancora sottoporre la sintesi delle complesse scelte degli iscritti. Il nuovo assetto dello Statuto e delle altre normative interne, infatti, non è “autoapplicativo” in tutte le sue parti ma richiede, su alcuni aspetti, la scrittura di norme del tutto nuove: in particolare per quanto riguarda il tema del superamento dello storico limite dei due mandati elettivi nelle istituzioni, contenuto nel codice etico. Gli iscritti hanno apprezzato, in misure diverse, le varie proposte portate lo scorso novembre nella consultazione on line: le più votate comunque sono state la possibilità di ignorare il limite per le candidature a sindaco o presidente di Regione, e quella di derogare allo stesso limite anche per le cariche parlamentari ma su proposta motivata dei vertici o dei gruppi territoriali, proposta da sottoporre comunque al voto degli iscritti.


Nessun dubbio invece sull’abrogazione della figura del garante: il fondatore Beppe Grillo aveva chiesto la ripetizione del voto, suggerendo agli attivisti di andare per funghi per far mancare il quorum nella seconda consultazione, ma ottenendo il risultato contrario rispetto a quello auspicato: più iscritti al voto, percentuali più larghe a favore della cancellazione del suo ruolo di garante. Curiosamente, forse proprio in attesa del completamento del percorso formale per l’introduzione di tutte le nuove regole, sul sito ufficiale del Movimento Grillo figura ancora come garante: una sua foto mentre sorride in pieno sole è accompagnata da un breve testo sul suo ruolo, compreso quel “potere di interpretazione autentica” dello Statuto che è stato per mesi oggetto del contendere fra lui e Conte e che la Costituente a 5 stelle ha relegato nel cassetto delle memorie di famiglia. Al netto di possibili iniziative di Grillo sul piano giudiziario a tutela di nome, simbolo e vecchie regole interne, che però sarebbero costose e di esito incerto, ragione per cui finora, a dispetto delle pressioni dei suoi fedelissimi, ancora il fondatore non ha sciolto la riserva. Non mancano questioni di maggiore attualità sul tavolo del Consiglio nazionale M5S. La più delicata forse è la vicenda dei mancati rendiconti contestati all’ex vicepresidente stellata Alessandra Todde, oggi presidente della Regione Sardegna, che per difendere la sua carica è costretta a occuparsi di ricorsi e carte bollate. Nel 2025 ci sono anche scadenze politiche di un certo rilievo, a cominciare dalle prossime elezioni regionali: i “progressisti indipendenti” del M5S, secondo la definizione scelta dall’assemblea costituente, sono particolarmente interessati alla partita della Regione Campania, dove l’ex presidente della Camera Roberto Fico (proprio grazie alla deroga al limite dei mandati) potrebbe essere candidato dal centrosinistra, dopo la possibile rottura fra il Pd e il governatore uscente Vincenzo De Luca.


Parola al Consiglio nazionale, composto, oltre che da Conte, dai suoi vicepresidenti, dai capigruppo parlamentari, dai coordinatori dei vari comitati tematici e da rappresentanti degli eletti nelle regioni, nei comuni e i delegati eletti direttamente dai territori.

Fi, messa per l’anima di Luca: “Morte ci richiama a realtà più vera”

Fi, messa per l’anima di Luca: “Morte ci richiama a realtà più vera”Rivisondoli, 12 gen. (askanews) – “Questo nostro giovane amico ci ha riportato alla realtà, al senso della vita e anche della morte, e ciò ha cambiato completamente il clima” dela kermesse, “tant’è che avete giustamente ritenuto opportuno sospendere i lavori e rimanere concentrati su quello che è accaduto”. Lo ha detto Don Maurizio Buzzelli, parrocco che presiede il tribunale ecclesiastico della diocesi di Pescara e dell’Appello dell’Abruzzo e Molise, celebrando, all’Aqua Montis Resort di Rivisondoli (Aq), dove si stava tenendo la kermesse di Forza Italia “Azzurrinvetta”, la messa per l’anima di Luca Palmegiani, il militante del partito morto ieri in circostanze drammatiche.


Alla messa partecipa il vicepremier e segretario nazionale Antonio Tajani e tutto lo stato maggiore del partito. La morte di “Luca – ha proseguito don Buzzelli – ci richiama a una realtà più forte, più vera e sia la politica che la Chiesa hanno un grande responsabilità nei confronti delle giovani generazioni, l’ha detto finanche il papa che c’è un cambiamento epocale che va condotto, va educato, non va lasciato a se stesso. Le giovani generazioni hanno bisogno di testimoni e di veri maestri, perché tutte le generazioni sono state giuidate, hanno avuto un padre, un maestro. Ora le nuove generaazioni vanno alla ricerca di questi, questa nostra società non è solo fluida, è gassosa, perciò più che mai si ha bisogno di gente coi piedi per terra e con lo sguardo rivolto verso l’alto”. La morte di Luca, ha sottolineato Buzzelli, “ha cambiato il modo per cui stiamo qui, è cambiato ma è divenuto più vero, perchè ci richiama alle realtà vere della vita”.


Ieri, dopo la notizia della morte del giovane, il segretario nazionale di Forza Italia Antonio Tajani aveva sospeso la manifestazione decidendo di lasciare in programma soltanto la messa di oggi, già prevista. “Sarà celebrata per l’anima” di Luca, aveva detto Tajani, “perché il suo viaggio verso il cielo sia sereno e perché la sua famiglia e la nostra comunità, soprattutto i suoi amici della regione Lazio e della regione Lombardia, possano anche loro rivolgere una preghiera attraverso la messa”.

Ramy, Meloni: non si può utilizzare una tragedia per legittimare violenza

Ramy, Meloni: non si può utilizzare una tragedia per legittimare violenzaRoma, 12 gen. (askanews) – “Tra bombe carta, fumogeni e aggressioni, ieri sera a Roma abbiamo assistito all’ennesimo, ignobile episodio di disordine e caos ad opera dei soliti facinorosi scesi in piazza non per manifestare per una causa, bensì per puro spirito vendicativo. Non si può utilizzare una tragedia per legittimare la violenza. Alle Forze dell’Ordine va la nostra solidarietà, insieme agli auguri di pronta guarigione agli agenti feriti. Siamo dalla vostra parte”. Lo scrive su X la premier Giorgia Meloni, commentando gli scontri di ieri a Roma tra manifestanti e Forze dell’ordine durante la manifestazione, per ricordare Ramy Elgaml, il 19enne di origine egiziana morto il 24 dicembre durante un inseguimento con i carabinieri a Milano.

Fi, Tajani: ciao Luca, addio cuore azzurro

Fi, Tajani: ciao Luca, addio cuore azzurroRivisondoli (Aq), 11 gen. (askanews) – “Non ti dimenticheremo mai. Ciao Luca, addio cuore azzurro”. Lo ha scritto su X il vicepremier e segretario nazionale di Forza Italia Antonio Tajani dopo la morte di Luca Palmegiani, venticinquenne di Latina e coordinatore di Forza Italia Giovani Latina.


Il giovane pontino, che si trovava a Roccaraso e Rivisondoli per partecipare alla kermesse del partito “Azzurrinvetta”, è precipitato verso l’ora di pranzo dal quarto piano di un albergo di Roccaraso. Immediatamente soccorso e trasportato all’ospedale dell’Aquila in gravissime condizioni, il ragazzo è deceduto poco dopo.

La versione del Mit sul caos treni

La versione del Mit sul caos treniMilano, 11 gen. (askanews) – “Decenni di disinteresse, mancati investimenti, no ideologici: così, oggi, ci ritroviamo in un’Italia con una grave carenza di infrastrutture che spiega i fatti delle ultime ore”. Così fonti Mit in merito al guasto al nodo ferroviario di Milano che questa mattina ha causato ritardi e la cancellazione di diversi treni sulle line di Genova, Venezia e Bologna.


Da due anni con Matteo Salvini al Mit, sono stati moltiplicati gli sforzi per invertire la tendenza, soprattutto sulla rete ferroviaria, nonostante burocrazia e scioperi a raffica proclamati dai sindacati di sinistra. Rispetto al 2023, l’anno appena trascorso ha fatto segnare un incremento di treni in circolazione e passeggeri (+2%): parliamo di ben mezzo miliardo di cittadini a bordo di Frecce, Intercity e Regionali.


Il tutto su linee iper-utilizzate (9mila treni al giorno solo su rete Rfi) e che spesso hanno accusato e accusano problemi di “vecchiaia”. Non a caso il gruppo Fs ha ufficializzato un piano da 100 miliardi di investimenti (molti per manutenzione) e sono già attivi più di 1.200 cantieri, con interventi attesi da decenni come quello di Firenze dal valore economico di 2,7 miliardi di euro. Il primo progetto sul capoluogo toscano risale addirittura agli anni Novanta. Solo ora c’è la piena determinazione a superare un imbuto che rischia di ingolfare la circolazione in tutta Italia: il problema non è mai stato preso di petto, nemmeno quando un premier fiorentino raccolse le deleghe del Mit.


Il ministro Salvini è pienamente consapevole delle difficoltà, perché i cantieri non si possono concludere in un pugno di giorni, e prende atto di consigli e critiche. Anche di coloro che non solo non hanno mai risolto i problemi, ma non li hanno mai nemmeno voluti affrontare. Il Ministro Salvini è fermamente intenzionato a migliorare la circolazione ferroviaria, rendendo l’Italia più moderna e connessa: nel 2025 i nuovi treni in circolazione saranno 875. E nei prossimi mesi sono attesi altri 46 convogli Frecciarossa freschi di fabbrica. E ancora: verranno fatte le Olimpiadi Milano-Cortina a cui molti non credevano. Verrà riformato il sistema autostradale. Sarà realtà il collegamento tra Calabria e Sicilia. D’altronde, a sinistra non credevano neppure nel Mose o nella ricostruzione record del Ponte Morandi, crollato per mancata manutenzione di cui la sinistra, compresi i suoi premier e i suoi ministri, non si era accorta. (Foto di repertorio).

Terzo mandato, Tajani: governatori non diventino padroni assoluti

Terzo mandato, Tajani: governatori non diventino padroni assolutiRivisondoli (Aq), 11 gen. (askanews) – “Noi siamo contro il terzo mandato” dei governatori “non perché siamo contro questo o quel presidente, ma siamo contro il terzo mandato perché in democrazia è bene che chi governa per 10 anni una regione non si trasformi in un padrone assoluto ma possa lasciare il passo magari ad un altro rappresentante della propria coalizione”. Lo ha detto il vicepremier e segretario nazionale di Forza Italia Antonio Tajani nel suo intervento di apertura alla kermesse del partito ‘Azzurri in vetta’ a Roccaraso e Rivisondoli (Aq).

Renzi avverte Meloni: fase zen finita. Non siamo sudditi, centro decisivo

Renzi avverte Meloni: fase zen finita. Non siamo sudditi, centro decisivoFirenze, 11 gen. (askanews) – Non è solo un compleanno e non è solo una kermesse politica. A Firenze al teatro Cartiere Carrara Matteo Renzi riunisce per i suoi 50 anni il popolo di Italia Viva – gli organizzatori parlano di 2mila persone nella struttura in riva all’Arno -, ma anche per lanciare una proposta politica, un’idea di “centro” che, degasperianamente, “guarda a sinistra” e, insieme, un monito alla premier Giorgia Meloni: la fase zen è finita, “non siamo sudditi, non stiamo a cuccia”.


Si sente in campo Renzi, archiviata “l’inchiesta farlocca e vergognosa” sulla fondazione Open, ora si fa politica sul serio e l’orizzonte sono le elezioni politiche dove il centro sarà “decisivo”. Ecco, dice, perchè anche il “2-3%” di consensi di un partito come Italia Viva fa paura tanto che contro l’operazione centro “le sorelle della Garbatella” tirano fuori “nottetempo” la norma “ad personam” sulle conferenze all’estero. Ma bisogna guardare avanti e lui che è “un ex tutto, ex presidente della provincia, ex sindaco, ex premier…” è convinto che insieme si possa diventare “Next”. E ognuno ci legga cosa vuole. Renzi sale sul palco sulle note di “Forever Young” (e ribadisce di sentirsi “lieto e grato”) e scende su quelle di “Careless Whisper” annunciando che il pranzo toscano – pappa al pomodoro, ragù di cinta senese, Peposo dell’Impruneta e gelato – che viene imbandito per i militanti “non lo offre Italia Viva ma pago io con i soldi di Travaglio”, perchè “Marco Travaglio prima ci ha diffamato e oggi ci sfama con la causa che abbiamo vinto”.


Il primo pensiero, comunque, dopo che la kermesse è iniziata un’ora in ritardo per permettere agli ospiti provenienti dal Nord in pieno caos treni di raggiungere Firenze, è per il ministro dei Trasporti Matteo Salvini: “Ho chiesto a Salvini in Senato se fosse incapace o portasse sfiga. Oggi è arrivata la risposta: tutte e due”. Quindi “Meloni gli dia un altro ministero, per me vanno bene le pari opportunità…”. A Meloni Renzi si rivolge con un messaggio su tutti: “Solo in Italia e in Corea del Nord c’è il capo del governo con la sorella che si occupa del partito. Ora – attacca – noi non aggrediamo le famiglie ma si sappia che la fase zen in cui noi mangiamo fango e sputiamo miele è finita, se volete parlare di case parleremo di case, se volete parlare di soldi parleremo di soldi, se volete parlare di politica è una novità. Noi siamo tornati in campo, non accettiamo l’incantesimo di una opposizione addormentata e di un sistema dell’informazione che si occupa delle formiche”. Il riferimento è a una delle domande poste alla premier nella conferenza stampa di inizio anno.


Ci sono due anni per costruire il centro e non si può cominciare dai nomi: prima di dire se “quello dell’Agenzia delle entrate (Ruffini, ndr) vada bene” come federatore del centrosinistra bisogna “parlare di tasse”, insomma prima le idee e il confronto e poi i nomi. Confronto che ci sarà il 3, 4 e 5 ottobre alla Leopolda – queste le date per l’edizione 2025 – ma anche, in tutta Italia, in occasione degli incontri per la presentazione del nuovo libro di Renzi “L’influencer” che uscirà il 18 marzo. Protagonista Giorgia Meloni, “che non è come appare” e “lo dicono i numeri”, “non è una presidente del Consiglio fortissima, quella è la narrazione di Palazzo Chigi”. “Abbiamo due anni di tempo per riempire di contenuti questo centro che guarda a sinistra, ecco perché hanno così paura di questo 2% che tra due anni sarà decisivo”, le prossime Politiche saranno quelle in cui “il centro farà la differenza, il centro che farà vincere il centrosinistra”. Poi Renzi si concede a selfie e strette di mano e la festa prende il sopravvento con canti e balli.