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Venezuela, Meloni: su Machado atto inaccettabile, non riconosciamo Maduro

Venezuela, Meloni: su Machado atto inaccettabile, non riconosciamo MaduroRoma, 10 gen. (askanews) – “Le notizie che arrivano dal Venezuela rappresentano un altro inaccettabile atto della repressione del regime di Maduro, di cui non riconosciamo la proclamata vittoria elettorale. Intendiamo continuare a lavorare per una transizione democratica e pacifica. Le legittime aspirazioni di libertà e democrazia del popolo venezuelano devono finalmente trovare realizzazione”. Così, in una nota, la Presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, in merito alla leader dell’opposizione Maria Corina Machado, arrestata ad una manifestazione a Caracas e poi rilasciata.

Ucraina, Mattarella a Zelensky: sostegno Italia pieno e inalterato

Ucraina, Mattarella a Zelensky: sostegno Italia pieno e inalteratoRoma, 10 gen. (askanews) – “Signor presidente, sono lietissimo di accoglierla nuovamente a palazzo del Quirinale”. Con queste parole il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, ha avviato l’incontro con il presidente ucraino Volodymyr Zelensky, in visita ufficiale in Italia.


“Lei ieri – ha proseguito Mattarella nel suo saluto introduttivo, i cui contenuti sono stati diffusi dal Quirinale – ha visto la presidente del Consiglio e anch’io le confermo la determinazione dell’Italia a mantenere pieno, inalterato e costante sostegno all’Ucraina contro l’aggressione della Federazione russa. Lo facciamo per l’amicizia che lega Ucraina e Italia, lo facciamo per il rispetto delle regole della convivenza internazionale, contro la pretesa di imporre con le armi la volontà a un altro paese, a un altro Stato, lo facciamo per la sicurezza dell’intera Europa. Quindi presidente, lei è il benvenuto in Italia e a Roma. Benvenuto, presidente”, ha ribadito Mattarella.

Musk protagonista all’incontro della premier con la stampa, Meloni assicura: non è un pericolo

Musk protagonista all’incontro della premier con la stampa, Meloni assicura: non è un pericoloRoma, 9 gen. (askanews) – Elon Musk, il proprietario di X, SpaceX e Tesla, è stato il protagonista principale dei temi discussi nell’annuale conferenza stampa della presidente del Consiglio Giorgia Meloni, organizzata da Ordine dei giornalisti e Associazione stampa parlamentare. Ben sei domande su quaranta hanno riguardato direttamente Musk, prossimo a diventare membro della nuova amministrazione Usa guidata da Donald Trump, il quale si ‘aggiudica’ esattamente la metà delle domande sul miliardario sudafricano rivolte alla premier. Ed è poi lo stesso Musk a commentare le parole della premier.


Poca politica italiana nelle richieste di chiarimento alla premier da parte dei giornalisti, se non qualche accenno alle riforme e ai referendum collegati: il rilascio della collega Cecilia Sala, avvenuto ieri, ha condizionato inevitabilmente l’agenda delle priorità. “Non ho provato emozione più grande in questi anni – ha confidato Meloni rispondendo alla prima domanda – di quando ho potuto chiamare una madre per dire che la figlia stava tornando a casa. E’ l’emozione che ho provato ieri”. Sulla vicenda, ha spiegato la premier, “non c’è stato un vero e proprio momento di svolta: è stata seguita sin dall’inizio, ci sono stati una serie di tasselli, le interlocuzioni con l’Iran sono soprattutto di natura diplomatica e di intelligence, il governo è tenuto alla riservatezza che si deve in questi casi, salvo ovviamente riferire negli ambiti competenti. Questa attenzione è dovuta anche al fatto che in Iran attualmente ci sono oltre 500 italiani e quindi bisogna essere molto cauti nel muoversi”.Ma ecco che dalla seconda domanda Musk si è fatto protagonista, con Meloni che è dovuta tornare a smentire l’esistenza di un accordo con Starlink, società controllata da SpaceX, relativo all’affidamento, da parte dell’Italia, di un servizio strategico di comunicazioni satellitari: “Non ho mai parlato personalmente con Elon Musk di queste vicende. Non so se altri siano abituati a usare la cosa pubblica per fare favori agli amici ma non è mio costume. Valuto gli investimenti stranieri – ha assicurato la premier – con l’unica lente dell’interesse nazionale”. In ogni caso, quelle con SpaceX sono “interlocuzioni nella normalità di un governo, si fa con decine di aziende che si propongono”. E quindi “il problema con SpaceX è che è privato o sono le idee di Musk? – ha poi contrattaccato Meloni riferendosi alle polemiche sollevate dall’opposizione nei giorni scorsi -, perché non accetto che a persone che la pensano come me venga attaccata una lettera scarlatta. La faccenda va trattata come un tema di sicurezza nazionale. Da una parte – ha spiegato – si tratta di mettere in sicurezza informazioni delicate parlando con un soggetto che è più avanzato” tecnologicamente, considerando che “per fare questo lavoro non ci sono alternative pubbliche”, quindi “questo è il dilemma”. “In un dibattito serio – ha insistito Meloni – questo sarebbe il tema del quale dobbiamo discutere, quale sia preferibile tra due scenari che non sono ottimali”.


Incalzata poi sulle ingerenze di Musk nella politica di altri Paesi, che si concretizza nei suoi post su X, Meloni ha sostenuto con forza che Musk non costituisce un pericolo per la democrazia. “Musk – ha argomentato – è una persona molto nota e facoltosa che esprime le sue posizioni: può piacere o non piacere ma stiamo parlando di questo. E quando si dice che costituisce un’ingerenza nella sovranità degli Stati e un pericolo per la democrazia io devo segnalare che non è il primo. E il problema è che è ricco o che non è di sinistra?”, ha aggiunto. “Di persone note e facoltose che esprimono le loro opinioni – ha proseguito – io ne ho viste parecchie. Spesso le esprimono contro di me e non ricordo che nessuno si sia mai scandalizzato. Il problema sarebbe quando persone facoltose usano quelle risorse per finanziare in mezzo mondo partiti e movimenti per condizionare le scelte degli Stati nazionali. Questo non lo fa Elon Musk. Lui ha finanziato la campagna elettorale nel suo paese del suo candidato ma non mi risulta che finanzi in giro per il mondo partiti. Questo lo fa Soros – ha sottolineato Meloni – e, questa sì, la considero una pericolosa ingerenza nella sovranità degli Stati nazionali”. “In molti casi – ha dovuto ammettere la premier – non condivido le parole” che Musk esprime sul suo social network, “ma da questo a un rischio per la democrazia ce ne corre”.“Il fatto che c’erano società che governavano la comunicazione e che avevano un fatturato che delle volte superava il Pil di interi stati nazionali è un tema che ho posto anni fa, quando non interessava nessuno. Un tema molto più grave – ha aggiunto – è quando quelle persone usano quegli strumenti per decidere chi possa dire cosa, perché la libertà di espressione è alla base della democrazia. Ma questo non l’ha fatto Musk, che consente a tutti di dire qualsiasi cosa sulla sua piattaforma e viene per questo molto contestato. Lo hanno fatto altri che hanno deciso chi poteva scrivere e cosa poteva dire: io sono stata bannata svariate volte. Non può diventare un problema quando uno dei padroni di queste piattaforme non è più d’accordo con me, non si è credibili a porre questa questione adesso”. Sempre su Musk la premier ha anche dovuto smentire che il miliardario abbia avuto un ruolo nella liberazione di Sala: “Se ha avuto un ruolo io non ne ho notizia”.


In tema di affari interni la premier ha poi anticipato una decisione del Consiglio dei ministri, confermando che in sostituzione dell’ex capo del Dis Elisabetta Belloni, “per cui ho stima e rispetto enormi”, “abbiamo deciso di nominare il prefetto Vittorio Rizzi, attuale vicedirettore dell’Aisi.Infine, tornando ai temi internazionali, dalla premier è arrivata una considerazione rassicurante sulle minacce del presidente eletto degli Usa: le affermazioni di Trump sulla Groenlandia e il Canale di Panama, ha sostenuto Meloni, “rientrano nel dibattito a distanza tra grandi potenze, è un modo energico per dire che gli Usa non rimarranno a guardare di fronte alla previsione che altri grandi player globali muovono in zone di interesse strategico per gli Usa e, aggiungo, per l’Occidente. Io la leggo così, poi mi confronterò con i miei omologhi europei nelle prossime ore”.


In serata  le parole della premier sono state anche commentate dallo stesso Elon Musk: “E Soros sta perdendo”, ha postato sul suo profilo di X . 

Musk protagonista all’incontro con la stampa, Meloni: non è un pericolo

Musk protagonista all’incontro con la stampa, Meloni: non è un pericoloRoma, 9 gen. (askanews) – Se Elon Musk lo venisse a sapere il suo ego ne uscirebbe ulteriormente rafforzato: il proprietario di X, SpaceX e Tesla, è stato il protagonista principale dei temi discussi nell’annuale conferenza stampa della presidente del Consiglio Giorgia Meloni, organizzata da Ordine dei giornalisti e Associazione stampa parlamentare. Ben sei domande su quaranta hanno riguardato direttamente Musk, prossimo a diventare membro della nuova amministrazione Usa guidata da Donald Trump, il quale si ‘aggiudica’ esattamente la metà delle domande sul miliardario sudafricano rivolte alla premier.


Poca politica italiana nelle richieste di chiarimento alla premier da parte dei giornalisti, se non qualche accenno alle riforme e ai referendum collegati: il rilascio della collega Cecilia Sala, avvenuto ieri, ha condizionato inevitabilmente l’agenda delle priorità. “Non ho provato emozione più grande in questi anni – ha confidato Meloni rispondendo alla prima domanda – di quando ho potuto chiamare una madre per dire che la figlia stava tornando a casa. E’ l’emozione che ho provato ieri”. Sulla vicenda, ha spiegato la premier, “non c’è stato un vero e proprio momento di svolta: è stata seguita sin dall’inizio, ci sono stati una serie di tasselli, le interlocuzioni con l’Iran sono soprattutto di natura diplomatica e di intelligence, il governo è tenuto alla riservatezza che si deve in questi casi, salvo ovviamente riferire negli ambiti competenti. Questa attenzione è dovuta anche al fatto che in Iran attualmente ci sono oltre 500 italiani e quindi bisogna essere molto cauti nel muoversi”. Ma ecco che dalla seconda domanda Musk si è fatto protagonista, con Meloni che è dovuta tornare a smentire l’esistenza di un accordo con Starlink, società controllata da SpaceX, relativo all’affidamento, da parte dell’Italia, di un servizio strategico di comunicazioni satellitari: “Non ho mai parlato personalmente con Elon Musk di queste vicende. Non so se altri siano abituati a usare la cosa pubblica per fare favori agli amici ma non è mio costume. Valuto gli investimenti stranieri – ha assicurato la premier – con l’unica lente dell’interesse nazionale”. In ogni caso, quelle con SpaceX sono “interlocuzioni nella normalità di un governo, si fa con decine di aziende che si propongono”. E quindi “il problema con SpaceX è che è privato o sono le idee di Musk? – ha poi contrattaccato Meloni riferendosi alle polemiche sollevate dall’opposizione nei giorni scorsi -, perché non accetto che a persone che la pensano come me venga attaccata una lettera scarlatta. La faccenda va trattata come un tema di sicurezza nazionale. Da una parte – ha spiegato – si tratta di mettere in sicurezza informazioni delicate parlando con un soggetto che è più avanzato” tecnologicamente, considerando che “per fare questo lavoro non ci sono alternative pubbliche”, quindi “questo è il dilemma”. “In un dibattito serio – ha insistito Meloni – questo sarebbe il tema del quale dobbiamo discutere, quale sia preferibile tra due scenari che non sono ottimali”.


Incalzata poi sulle ingerenze di Musk nella politica di altri Paesi, che si concretizza nei suoi post su X, Meloni ha sostenuto con forza che Musk non costituisce un pericolo per la democrazia. “Musk – ha argomentato – è una persona molto nota e facoltosa che esprime le sue posizioni: può piacere o non piacere ma stiamo parlando di questo. E quando si dice che costituisce un’ingerenza nella sovranità degli Stati e un pericolo per la democrazia io devo segnalare che non è il primo. E il problema è che è ricco o che non è di sinistra?”, ha aggiunto. “Di persone note e facoltose che esprimono le loro opinioni – ha proseguito – io ne ho viste parecchie. Spesso le esprimono contro di me e non ricordo che nessuno si sia mai scandalizzato. Il problema sarebbe quando persone facoltose usano quelle risorse per finanziare in mezzo mondo partiti e movimenti per condizionare le scelte degli Stati nazionali. Questo non lo fa Elon Musk. Lui ha finanziato la campagna elettorale nel suo paese del suo candidato ma non mi risulta che finanzi in giro per il mondo partiti. Questo lo fa Soros – ha sottolineato Meloni – e, questa sì, la considero una pericolosa ingerenza nella sovranità degli Stati nazionali”. “In molti casi – ha dovuto ammettere la premier – non condivido le parole” che Musk esprime sul suo social network, “ma da questo a un rischio per la democrazia ce ne corre”. “Il fatto che c’erano società che governavano la comunicazione e che avevano un fatturato che delle volte superava il Pil di interi stati nazionali è un tema che ho posto anni fa, quando non interessava nessuno. Un tema molto più grave – ha aggiunto – è quando quelle persone usano quegli strumenti per decidere chi possa dire cosa, perché la libertà di espressione è alla base della democrazia. Ma questo non l’ha fatto Musk, che consente a tutti di dire qualsiasi cosa sulla sua piattaforma e viene per questo molto contestato. Lo hanno fatto altri che hanno deciso chi poteva scrivere e cosa poteva dire: io sono stata bannata svariate volte. Non può diventare un problema quando uno dei padroni di queste piattaforme non è più d’accordo con me, non si è credibili a porre questa questione adesso”. Sempre su Musk la premier ha anche dovuto smentire che il miliardario abbia avuto un ruolo nella liberazione di Sala: “Se ha avuto un ruolo io non ne ho notizia”. In tema di affari interni la premier ha poi anticipato una decisione del Consiglio dei ministri, confermando che in sostituzione dell’ex capo del Dis Elisabetta Belloni, “per cui ho stima e rispetto enormi”, “abbiamo deciso di nominare il prefetto Vittorio Rizzi, attuale vicedirettore dell’Aisi.


Infine, tornando ai temi internazionali, dalla premier è arrivata una considerazione rassicurante sulle minacce del presidente eletto degli Usa: le affermazioni di Trump sulla Groenlandia e il Canale di Panama, ha sostenuto Meloni, “rientrano nel dibattito a distanza tra grandi potenze, è un modo energico per dire che gli Usa non rimarranno a guardare di fronte alla previsione che altri grandi player globali muovono in zone di interesse strategico per gli Usa e, aggiungo, per l’Occidente. Io la leggo così, poi mi confronterò con i miei omologhi europei nelle prossime ore”.

Governo, Schlein: Meloni ha dimenticato gli italiani

Governo, Schlein: Meloni ha dimenticato gli italianiRoma, 9 gen. (askanews) – “Giorgia Meloni per due ore di conferenza stampa ha completamente dimenticato le condizioni di vita degli italiani”. Lo dice la leader Pd Elly Schlein, aggiungendo: “Non una parola sulle infinite liste di attesa nella sanità pubblica, sulle bollette insostenibili per le famiglie e le imprese, sulle pensioni che volevano portare a mille euro e invece aumentano di 1,80 euro, sul salario minimo negato a 4 milioni di lavoratrici e lavoratori poveri, sulle accise che aveva promesso di abolire e sulla paralisi dei trasporti pubblici che fanno partire l’Italia con un’ora di ritardo tutti i giorni”.


“Evidentemente era troppo impegnata nella difesa d’ufficio e nell’interpretazione autentica del pensiero di Trump e Musk”, conclude Schlein.

Fisco, Meloni: nel 2025 va dato sicuramente segnale al ceto medio

Fisco, Meloni: nel 2025 va dato sicuramente segnale al ceto medioRoma, 9 gen. (askanews) – “Procederemo con passi graduali. Risorse permettendo, quest’anno una attenzione particolare credo vada data al ceto medio”. Lo ha detto il presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, nella conferenza stampa di inizio anno.


Meloni ha ribadito che nel 2024 le “poche” risorse a disposizione “sono state concentrate su una priorità oggettiva, quella di mettere in sicurezza i redditi bassi, che non potevano farcela”. Ora “sicuramente va dato un segnale al ceto medio”.

Meloni: sono invitata all’insediamento di Trump, se riesco ci sarò

Meloni: sono invitata all’insediamento di Trump, se riesco ci saròMilano, 9 gen. (askanews) – “Confermo l’invito all’inaugurazione” della presidenza Trump prevista a Washington per il 20 gennaio, “confermo che mi fa piacere esserci, lo sto valutando sulla compatibilità di agenda con le moltissime cose che dobbiamo fare ma se riesco volentieri partecipo”. Lo ha affermato la presidente del Consiglio Giorgia Meloni, rispondendo in conferenza stampa ad una domanda sulla visita in Florida dal presidente eletto Donald Trump. La visita lampo a Mar a Lago “era un’idea nata in occasione dell’incontro a Parigi”, è stata “l’occasione per confermare un rapporto che si annuncia molto solido: non so se posso dire privilegiato ma sicuramente molto solido. Chiaramente i rapporti tra Italia e Usa sono particolarmente saldi e questo non dipende dai colori dei governi: ho avuto un rapporto ottimo anche con Biden, ma uno scenario in cui alla guida delle due nazioni ci sono due leader conservatori può rafforzare ulteriormente la convergenza. E credo che sarebbe un valore aggiunto non solo per l’Italia ma per l’Europa nel suo complesso”. “A Mar a Lago abbiamo parlato soprattutto del quadro generale non degli specifici dossier: le regole USa sono rigide, al momento il presidente è ancora Biden, dopo il 20 andremo nel merito dei vari dossier. Certamente l’accoglienza è stata al di là delle aspettative”, ha aggiunto Meloni riferendo ancora dell’incontro con Trump.

Terzo mandato,Meloni: in maggioranza non c’è accordo ma impugneremo legge Campania

Terzo mandato,Meloni: in maggioranza non c’è accordo ma impugneremo legge CampaniaRoma, 9 gen. (askanews) – “Nel consiglio dei ministri di oggi impugneremo la legge regionale della Campania sul terzo mandato”. Lo ha detto la premier Giorgia Meloni in conferenza stampa.


“In maggioranza – non ha nascosto Meloni – non c’è un’unica posizione all’interno della maggioranza, non c’è accordo. Io penso sarebbe incoerente rispetto a quello che riguarda i sindaci e al fatto che nella riforma del premierato abbiamo messo il limite ai mandati”. “Può servire un’iniziativa per armonizzare tutti gli ambiti, ne siamo disposti a parlare ma a oggi non mi pare si possa intervenire uno sì, uno no. Non sarebbe coerente per le istituzioni nel loro complesso”, ha aggiunto.

Italia-Usa, Meloni: con Trump rapporto privilegiato, utile per Ue

Italia-Usa, Meloni: con Trump rapporto privilegiato, utile per UeMilano, 9 gen. (askanews) – La visita lampo a Mar a Lago “era un’idea nata in occasione dell’incontro a Parigi”, è stata “l’occasione per confermare un rapporto che si annuncia molto solido: non so se posso dire privilegiato ma sicuramente molto solido. Chiaramente i rapporti tra Italia e Usa sono particolarmente saldi e questo non dipende dai colori dei governi: ho avuto un rapporto ottimo anche con Biden, ma uno scenario in cui alla guida delle due nazioni ci sono due leader conservatori può rafforzare ulteriormente la convergenza. E credo che sarebbe un valore aggiunto non solo per l’Italia ma per l’Europa nel suo complesso”. Lo ha affermato la presidente del Consiglio Giorgia Meloni, rispondendo in conferenza stampa ad una domanda sulla visita in Florida dal presidente eletto Donald Trump.


“A Mar a Lago abbiamo parlato soprattutto del quadro generale non degli specifici dossier: le regole USa sono rigide, al momento il presidente è ancora Biden, dopo il 20 andremo nel merito dei vari dossier. Certamente l’accoglienza è stata al di là delle aspettative”, ha aggiunto Meloni riferendo ancora dell’incontro con Trump.

Governo, Meloni: rimpasto e Salvini al Viminale non sono a odg

Governo, Meloni: rimpasto e Salvini al Viminale non sono a odgRoma, 9 gen. (askanews) – “Non penso che allo stato attuale sia all’ordine del giorno” un rimpasto di governo con la nomina a ministro dell’Interno di Matteo Salvini al posto di Matteo Piantedosi. Lo ha detto la premier Giorgia Meloni nella conferenza stampa di inizio anno.


“Salvini – ha continuato – sarebbe un ottimo ministro dell’Interno. Ho già risposto su questo e ha ragione Salvini quando dice che in assenza del procedimento giudiziario avrebbe chiesto e ottenuto di averlo, ma anche Piantedosi è un ottimo ministro”. “La parola rimpasto ha fatto capolino dopo due settimane che ero al governo: è una parola alla quale sono abituata e cui non sono tendenzialmente favorevole”, ha detto infine Meloni, ricordando riuardo al giro di boa dell’esecutivo che “questo è già il settimo governo per longevità nella storia nazionale, quindi procediamo a grandi falcate per scalare posizioni”.