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Ue, Salis contro Orban: botta e risposta in plenaria a Strasburgo

Ue, Salis contro Orban: botta e risposta in plenaria a StrasburgoBruxelles, 9 ott. (askanews) – Botta e risposta in plenaria oggi a Strasburgo tra l’europaralemntare della Sinistra Ilaria Salis, che grazie all’elezione è stata liberata dal carcere ungherese in cui era detenuta da più di un anno con l’accusa di aver attaccato violentemente dei militanti di destra a Budapest, e il premier ungherese Viktor Orban, che ha presentato stamattina al Parlamento europeo le priorità della presidenza semestrale di turno ungherese, attualmente in corso, del Consiglio Ue.


“Conosco l’Ungheria dai suo luoghi più bui: dalla prigione” ha esordito Salis nel suo intervento, in inglese, dopo la presentazione di Orban. “Sono stata tenuta in custodia cautelare in condizioni difficili per 15 mesi. Grazie alla solidarietà di migliaia di antifascisti oggi mi presento di fronte a voi come una donna libera”, ha continuato rivolta all’Assemblea. La presidenza di turno del Consiglio Ue da parte di questo governo ungherese “è altamente inappropriata. L’Europa unita – ha osservato l’eurodeputata – è nata sulle ceneri della sconfitta del nazifascismo, come progetto di cooperazione internazionale. Ed è un po’ un paradosso avere una presidenza guidata da qualcuno il cui obiettivo è smantellare l’Ue in nome del nazionalismo”.


“L’Ungheria sotto Viktor Orban – ha affermato Salis, pronunciando il suo atto di accusa – è diventata un regime illiberale e oligarchico, uno Stato etnico autoritario che alcuni addirittura chiamano una moderna tirannia. Ciò che è certo è che ora lo stato di diritto e la libertà dei media non sono garantiti, il dissenso è criminalizzato, la società civile repressa, mentre gli oligarchi leali si sono arricchiti, le disuguaglianze sociali e regionali sono peggiorate, i diritti delle minoranze sono violati e il razzismo è diventato mainstream”. L’Unione europea, ha riconosciuto l’europarlamentare della Sinistra, “è ben lungi dall’essere perfetta, con le sue politiche liberiste e disuguaglianze sociali, i suoi doppi standard in politica estera e la subordinazione all’influenza degli Stati Uniti; ma niente di tutto questo riguarda il signor Urban. I suoi veri obiettivi – ha sottolineato – sono le minoranze, i migranti, la giustizia sociale, la libertà di espressione e lo stato di diritto. Alimenta il risentimento tra il popolo ungherese contro la cosiddetta Europa degenerata, per creare un nemico esterno e consolidare il proprio potere”.


“Il signor Orban – ha aggiunto Salis – ha forti legami con le peggiori forze di estrema destra, sia in Europa che a livello internazionale. Questa nuova pericolosa forma di fascismo rappresenta la variante autoritaria del capitalismo globale odierno”. E questi nuovi fascisti “sono nemici della classe operaia e dell’amicizia tra i popoli, e una minaccia per coloro che vogliono vivere in libertà”. Infine, Salis ha espresso la sua “piena solidarietà a Maya, l’antifascista tedesca e attivista non binaria che è stata estradata dalla Germania e ora è detenuta in Ungheria. La democrazia europea – ha concluso – deve restare ferma e rifiutarsi di collaborare con il regime oppressivo e autoritario del signor Orban”.


L’eurodeputata si è poi rifiutata di accettare una domanda da uno dei suoi colleghi, secondo la procedura del “cartellino blu”, tra i “buuu” di disapprovazioe provenienti all’estrema destra dell’aula. Secondo questa procedura, la presidenza può concedere la parola per 30 secondi a un eurodeputato che indichi, mostrando un cartellino blu, che desidera rivolgere una domanda all’oratore, durante il suo intervento. Ma l’oratore ha il diritto di rifutare la domanda. Alla fine del dibattito, Orban ha replicato a diversi interventi di eurodeputati che lo avevano criticato, in genere accusandoli di “fare propaganda”, e tra questi ha menzionato anche Ilaria Salis. “Trovo assurdo – ha detto il premier ungherese – che qui al Parlamento europeo, in plenaria, dobbiamo ascoltare tutti insieme un intervento sullo stato di diritto che abbiamo sentito dall’onorevole Salis, che aveva picchiato con sbarre di ferro persone pacifiche nelle strade di Budapest. E viene qui a parlare di stato di diritto: non è assurdo?” ha concluso Orban.

Meloni: è falso che aumentiamo le tasse, le abbassiamo

Meloni: è falso che aumentiamo le tasse, le abbassiamoRoma, 9 ott. (askanews) – “Leggo in queste ore dichiarazioni fantasiose, secondo cui il governo vorrebbe aumentare le tasse sui cittadini. E’ falso. Questo lo facevano i governi di sinistra, noi le tasse le abbassiamo come sanno bene i lavoratori dipendenti, le mamme lavoratrici, le partite Iva. Voglio essere chiara: la cultura politica di questo governo è quella di ridurre le tasse, sostenere le famiglie e le imprese. Non la cultura di gravare ulteriormente sui cittadini”. Lo afferma la premier Giorgia Meloni, in un video su Facebook.

Manovra, video Meloni: falso che aumentiamo tasse, le abbassiamo

Manovra, video Meloni: falso che aumentiamo tasse, le abbassiamoRoma, 9 ott. (askanews) – “Leggo in queste ore dichiarazioni fantasiose, secondo cui il governo vorrebbe aumentare le tasse sui cittadini. E’ falso. Questo lo facevano i governi di sinistra, noi le tasse le abbassiamo come sanno bene i lavoratori dipendenti, le mamme lavoratrici, le partite Iva. Voglio essere chiara: la cultura politica di questo governo è quella di ridurre le tasse, sostenere le famiglie e le imprese. Non la cultura di gravare ulteriormente sui cittadini”. Lo afferma la premier Giorgia Meloni, in un video su Facebook.

M5S, Grillo rilancia il “vecchio” Movimento: riprendiamoci tutto!

M5S, Grillo rilancia il “vecchio” Movimento: riprendiamoci tutto!Roma, 9 ott. (askanews) – “Riprendiamoci le nostre battaglie!” Con questo titolo Beppe Grillo annuncia l’intenzione di promuovere una sorta di revival sul suo blog delle vecchie proposte e delle prese di posizione che hanno forgiato, a suo tempo, l’identità del Movimento 5 stelle. “È arrivato il tempo di riprenderci tutto. Le nostre battaglie, i nostri sogni, quel futuro che ci aspetta”, scrive a conclusione del suo post il garante M5S, negli ultimi mesi impegnato in uno scontro polemico con il leader del Movimento, Giuseppe Conte, in particolare sui contenuti del processo costituente lanciato da quest’ultimo e che dovrebbe concludersi con l’assemblea nazionale in programma ora il 23 e 24 novembre.


Stavolta la critica del fondatore è più di contenuto, non ci sono riferimenti diretti alla attuale contesa interna ma la descrizione di una sorta di deriva “politicante” della sua creatura: “Il Movimento 5 Stelle, ricordate? Quello – scrive Grillo – che partiva come un meteorite pronto a spazzare via tutto, a ribaltare i tavoli e a dare una sveglia alla politica come si deve. Un’armata di sognatori, ecologisti col turbo, guerrieri della giustizia sociale e difensori dei cittadini… poi, certo, strada facendo, siamo finiti in quel labirinto magico chiamato governo. Dove, se ti distrai un attimo, ti perdi nei corridoi, inciampi sui tappeti rossi e sbatti la testa contro i candelabri dorati. E così le nostre belle battaglie – quelle per l’ambiente, per i cittadini, per un mondo senza privilegi e con più giustizia – sono state ingoiate dal mostro burocratico”. Secondo Grillo “la tempesta è diventata un po’ nebbia. E nei corridoi dei palazzi, tra le stanze ovattate, le nostre lotte hanno cominciato a perdere i contorni. Sparivano, invisibili, tra i pizzini dei governanti, scomparivano sotto il peso degli accordi sottobanco, fino a finire sui manifesti degli altri partiti, quelli che arrivavano con il sorriso e ci mettevano sopra la loro firma. ‘Guarda che belle proposte!’, dicevano. E noi lì a pensare: ‘Ma non erano nostre?. Ed io con il mio Blog come baluardo! Un’oasi dove le idee non si disperdono, dove progetti futuristici hanno continuato a galleggiare come astronavi in attesa di atterrare: l’ambiente, l’energia, l’intelligenza artificiale, la mobilità, l’economia circolare, la salute. Cose serie, concrete. Progetti che non erano solo parole. Attraverso queste pagine abbiamo provato a raccontarvi un futuro diverso, un po’ più luminoso, un po’ più giusto”.


“E allora mi sono detto: perché non rilanciarle? Una per volta, ogni settimana. Vi faremo riscoprire tutto quello che abbiamo già detto, ma che forse qualcuno non ha compreso abbastanza bene. Ogni progetto è un pezzo di quel futuro che porta un nome: 2050. L’ho voluto inserire lì, sul simbolo del MoVimento, perché voglio che ci ricordiamo di guardare avanti. Sono proposte reali, non favole. Sono cose che, con un po’ di coraggio, possiamo fare davvero. E non è forse questo il coraggio che ci serve? Riprendere in mano il passato, farlo dialogare con il presente e spingerlo verso il futuro. Ogni passo che faremo insieme, sarà un passo più vicino a un’Italia che forse non avete mai immaginato, ma che è già qui, che aspetta solo di essere costruita”. “È arrivato il tempo di riprenderci tutto. Le nostre battaglie, i nostri sogni, quel futuro che ci aspetta”, conclude Grillo.

Vajont, Meloni: cicatrice memoria, monito perchè non avvenga più

Vajont, Meloni: cicatrice memoria, monito perchè non avvenga piùRoma, 9 ott. (askanews) – “Il 9 ottobre 1963 è una data che difficilmente possiamo dimenticare. Il disastro del Vajont è una tragedia che poteva e doveva essere impedita, provocata dall’incuria dell’uomo, che ha lasciato una ferita profonda nella nostra Nazione. Rischi e pericoli che erano stati individuati e preallertati che, però, rimasero inascoltati. Quasi duemila persone persero la vita quella sera e interi paesi furono completamente spazzati via”. Lo scrive su X la presidente del Consiglio Giorgia Meloni.


“A distanza di 61 anni portiamo quella cicatrice nella nostra memoria e la utilizziamo come monito affinché tali disgrazie non avvengano più. L’Italia non dimentica”, conclude.

Consulta, Calenda: noi non faremo più Aventino parlamentare

Consulta, Calenda: noi non faremo più Aventino parlamentareRoma, 9 ott. (askanews) – “Ieri abbiamo dato un segnale di compattezza e siamo usciti ma non si può andare avanti così perché la Consulta rischia di non poter più funzionare da dicembre in poi. Ci sono 4 giudici da nominare, il governo deve dimostrare un minimo di apertura verso le opposizioni e le opoposizioni la devono piantare di fare l’Aventino. Noi la finiremo perché così non si va avanti”. Lo ha detto il leader di Azione, Carlo Calenda, in un video, all’indomani dell’ottava fumata nera del Parlamento in seduta comune chiamato a eleggere un giudice costituzionale.


“La persona che vuole nominare Meloni alla Consulta – ha aggiunto – non è un pericoloso fascista, è un professore di diritto costituzionale che ha lavorato con la sinistra, con Zingaretti, e ha lavorato al premierato con la destra. È ciò rischioso perché deve giudicare il premierato forse? No, non lo è perché si deve astenere nel caso in cui il premierato venisse preso in analisi dalla Corte Costituzionale”.

Consulta, Schlein: la maggioranza ora accetti il dialogo

Consulta, Schlein: la maggioranza ora accetti il dialogoRoma, 8 ott. (askanews) – “La compattezza delle opposizioni ha fermato la forzatura che la maggioranza voleva fare, ora accettino il dialogo”. Lo scrive la segretaria Pd Elly Schlein sui social network.


“E quando parlo di dialogo non intendo chiamate spicce a parlamentari di minoranza per cercare dei voti per andare avanti sulla propria forzatura. Se esiste una maggioranza qualificata per questo voto è proprio perché la Costituzione prevede un dialogo tra maggioranza e opposizione”. Conclude la Schlein: “Noi ci aspettiamo che accettino di dialogare perché fin qui, con la prima forza di opposizione, si sono rifiutati di farlo su una delle massime garanzie costituzionali. L’Aventino lo stanno facendo loro che si rifiutano di fare quello che è sempre stato fatto”.

Ottava fumata nera sulla Consulta. Schlein: li abbiamo fermati

Ottava fumata nera sulla Consulta. Schlein: li abbiamo fermatiRoma, 8 ott. (askanews) – Anche l’ottava votazione del Parlamento in seduta comune per l’elezione di un giudice costituzionale finisce con una fumata nera: le opposizioni compatte non hanno partecipato allo scrutinio e la maggioranza, preso atto di non avere i 363 voti necessari per eleggere Francesco Saverio Marini – il consigliere giuridico della premier Giorgia Meloni su cui il centrodestra aveva trovato l’accordo -, ha dato indicazione di votare scheda bianca.


Alla fine entrano in Aula 342 parlamentari: 323 votano scheda bianca, 9 schede vanno disperse, 10 nulle. Dalla maggioranza minimizzano le 25 assenze tra deputati e senatori del centrodestra (12 della Lega – tra loro anche Andrea Crippa, seppure presente a Montecitorio – 8 di Fdi, 3 di Fi, 2 di Noi Moderati) visto che la chiamata alle armi dei giorni scorsi per eleggere Marini era venuta meno già in mattinata. “Stamattina è fallito il blitz organizzato da Meloni in persona per consentire alla sola maggioranza di eleggersi il giudice della Corte costituzionale. Li abbiamo lasciati da soli in aula con le loro paranoie, a scovare i traditori dentro Fratelli d’Italia”, commenta il presidente del M5S, Giuseppe Conte. Il centrodestra punta il dito contro “le opposizioni” definendo “istituzionalmente imbarazzante” l’atteggiamento dell’Aventino e accusandole di aver trasformato in un “ring di spartizione partitica un dovere così importante del Parlamento”. Ma la segretaria del Pd, Elly Schlein, respinge le critiche ed esulta: “La compattezza delle opposizioni ha fermato la forzatura che la maggioranza voleva fare. Ora accettino il dialogo con le opposizioni che si sono rifiutati di avere fino a qui. E quando dico dialogo non intendo fare chiamate spicciole a parlamentari di opposizione per cercare dei voti per andare avanti sulla propria forzatura, intendo chiamare le forze di opposizione a un dialogo sulla composizione della Corte Costituzionale”.


Sul nome di Marini che la maggioranza non sembra per ora togliere dal tavolo, non c’è un muro da parte dei dem. A domanda precisa, la risposta di Schlein non è di chiusura: “Mi aspetto che il dialogo si apra. Poi vediamo come andrà”. A difesa del nome che avrebbero voluto eleggere, fonti di Fdi sottolineano che “in concreto, il preteso conflitto di interessi del consigliere giuridico del presidente del Consiglio, è un bluff. Nel settembre 2022, ad esempio, venne nominato alla Consulta Marco d’Alberti, consigliere giuridico del presidente Draghi”. Dalla presidenza della Camera fanno sapere che verrà mantenuta la periodicità delle votazioni del Parlamento in seduta comune (“si potrebbe rivotare già la prossima settimana”, secondo il vicepresidente Giorgio Mulè) anche per dare seguito all’invito del presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, a colmare un “vulnus” che va avanti da dieci mesi. Dunque prima di arrivare a dicembre, quando altri tre giudici costituzionali arriveranno al termine del loro mandato aprendo la strada a un accordo più ampio, ci saranno altre votazioni per eleggere il successore dell’ex presidente della Consulta Silvana Sciarra. In quale clima è tutto da vedere visto che i toni della maggioranza non sembrano mitigarsi. I capigruppo avvertono: “Solo per quel senso dello Stato e di responsabilità che è proprio del centrodestra i nostri parlamentari voteranno, per l’ultima volta, scheda bianca”. E il responsabile dell’organizzazione di Fdi, Giovanni Donzelli, rincara: “Se le opposizioni pensano di bloccare le istituzioni a vita fino a quando la maggioranza non fa quello che dicono loro sbagliano, fanno male alle istituzioni e a se stessi”.

Consulta, Conte: maggioranza rimasta sola con sue paranoie su ricerca infami

Consulta, Conte: maggioranza rimasta sola con sue paranoie su ricerca infamiRoma, 8 ott. (askanews) – “Stamattina è fallito il blitz organizzato da Meloni in persona per consentire alla sola maggioranza di eleggersi il giudice della Corte costituzionale. Li abbiamo lasciati da soli in aula con le loro paranoie, a scovare i traditori dentro Fratelli d’Italia”. Lo ha scritto su X il presidente del M5S, Giuseppe Conte.


“Piuttosto i membri del governo Meloni – ha aggiunto – avrebbero fatto bene a fare un blitz alla presentazione del rapporto di Gimbe sulla sanità: avrebbero scoperto che mentre tagliano le risorse, ci sono 4,5 milioni di italiani che rinunciano alle cure: 2,5 milioni perché non ce la fanno economicamente fra carovita, stipendi da fame e povertà diffusa. Dobbiamo investire di più in sanità con serie riforme per evitare sprechi, inefficienze e contrastare le disuguaglianze territoriali, che costringono i pazienti a scappare da una Regione all’altra”, ha concluso Conte.

Je accuse Ilaria Salis in Ue contro Orban: Maya e io detenute politiche in Ungheria

Je accuse Ilaria Salis in Ue contro Orban: Maya e io detenute politiche in UngheriaBruxelles, 8 ott. (askanews) – L’europarlamentare Avs Ilaria Salis ha attaccato oggi duramente il premier ungherese Viktor Orbßn, durante una conferenza stampa del gruppo della Sinistra a Strasburgo, per il trattamento durissimo che ha subito quando è stata in detenzione preventiva per 15 mesi a Budapest, e per l’analoga situazione in cui si trova oggi un’altra militante, la tedesca Maya T, di 23 anni, estradata dalla Germania in Ungheria con accuse simili alle sue.


Salis ha parlato in vista del dibattito in plenaria che ci sarà domani nella plenaria del Parlamento europeo, con Orbßn che presenterà il programma della presidenza semestrale di turno ungherese del Consiglio Ue, un’occasione per la ex detenuta di rivolgersi direttamente al premier accusato di non rispettare lo stato di diritto. “Io – ha esordito l’eurodeputata – ho conosciuto l’Ungheria dal suo lato peggiore, da dentro un carcere, perché sono stata imprigionata per 15 mesi in custodia cautelare. Ho già denunciato ampiamente le condizioni in cui sono stata detenuta lì. E tra l’altro mi sono trovata sottoposta a un processo politico, con una sentenza già scritta, prima ancora che dai giudici, da numerosi esponenti del governo ungherese. Non ultimo il presidente Orbßn, che quando un mese fa è venuto in visita in Italia mi ha dipinto pubblicamente come una criminale, come se fossi realmente colpevole di quei reati di cui mi hanno accusato senza che ci fosse nessun tipo di sentenza”.


“Oggi – ha continuato Ilaria Salis – sono qui grazie alla solidarietà di decine di migliaia di cittadini antifascisti. Ma la vicenda del processo contro gli antifascisti in Ungheria non è ancora conclusa. Oggi – ha denunciato – si trova in carcere Maya, che è un attivista tedesca, una persona non binaria. E anche lei si trova in custodia cautelare, con accuse simili alle mie; e non è ancora stata fissata per lei nessuna data di processo”. “La Germania ha deciso a giugno la sua estradizione verso l’Ungheria. Tra l’altro – ha riferito Salis – l’operazione di estradizione è avvenuta in piena notte, con modalità molto dure: è stata portata da decine di agenti con il volto coperto, ammanettata mani e piedi. Le è stato messo persino un sacco sopra la testa, non le è stato permesso di di bere durante il trasferimento. E’ stata trasferita prima dalla Germania all’Austria, poi dell’Austria all’ungheria”.


“E tutto ciò – ha aggiunto – è stato fatto dalle autorità tedesche prima che si esprimesse la Corte Costituzionale federale, che poi di fatto si è espressa chiedendo il blocco temporaneo dell’estradizione, ma quando Maya ormai era già stata consegnata nelle mani delle autorità ungheresi. Oggi si trova in carcere a Budapest in condizioni che sono assolutamente contrarie agli standard europei: è sottoposta a isolamento da più di tre mesi e può uscire dalla cElla, se non per l’ora d’aria ogni giorno; viene ammanettata anche per gli spostamenti interni al carcere, e la sua cella è sottoposta a video sorveglianza. Ogni giorno è costretta a perquisizioni personali in cui si deve spogliare completamente nuda”. “Riguardo a questa situazione – ha annunciato Salis – insieme al mio collega Martin Schirdewan abbiamo presentato un’interrogazione scritta alla Commissione europea. Inoltre voglio fare appello ai movimenti trans, femministi e queer, oltre che a tutti gli antifascisti, per mantenere alta l’attenzione sul caso di Maya e per fare tutto il possibile per esprimere la solidarietà più concreta, perché si tratta di una attivista non binaria, detenuta in un paese come l’Ungheria dove la transizione di genere è un fatto illegale”.


“Trovo anche molto preoccupante il fatto che un paese come la Germania, storicamente molto attento allo stato di diritto, al rispetto dei diritti della persona, abbia deciso di collaborare con l’Ungheria di Orbßn in una questione del genere, dove evidentemente i diritti più basilari non sono garantiti. E io ritengo invece che gli Stati membri dell’Unione europea dovrebbero bloccare immediatamente tutte le estradizioni verso l’Ungheria”, ha sottoliineato Salis. “Alla luce di tutto ciò – ha osservato ancora -, secondo me la presidenza di turno da parte di questo governo ungherese del Consiglio dell’Unione europea è assolutamente inopportuna, perché l’Europa unita è nata proprio sulle ceneri del nazifascismo come risposta di cooperazione internazionale, antinazionalista e solidale. Ed è un paradosso che la presidenza possa toccare a qualcuno che dice pubblicamente di voler occupare Bruxelles, e che vuole smantellare l’Unione europea e i suoi valori nel nome di un nuovo nazionalismo. L’Ungheria di Viktor Orbßn è a suo stesso dire una democrazia illiberale, una oligarchia, uno stato etnico e autoritario”, con lui che “è al potere ininterrottamente da 14 anni”. “In Ungheria – ha denunciato Salis – lo stato di diritto non è garantito, i media sono sottoposti a stretto controllo e perfino a forma indirette di censura, le opposizioni sono criminalizzate, la società civile è repressa, c’è una struttura economica di tipo oligarchico, il Welfare è stato ridotto, i gruppi più svantaggiati sono stati ulteriormente marginalizzati, crescono le disuguaglianza sociale e le disparità fra una regione all’altra, i diritti delle minoranze e dei migranti sono calpestati e il razzismo ormai è qualcosa di assolutamente sdoganato dal governo”. “I problemi di Orban sono i diritti delle minoranze, il diritto di asilo, la libertà di espressione, lo stato di diritto, e lui scientificamente, quotidianamente, fa di tutto per poter smantellare queste questi diritti queste garanzie in Ungheria. Tra l’altro alimenta per mezzo della propaganda l’odio, l’ostilità, del popolo ungherese verso quell’Europa che lui definisce come degenerata, e quindi crea questo nemico esterno; ma tuttavia vuole starci dentro per accaparrarsi i fondi economici”. “Non ci sorprendono – ha continuato Salis – i legami di Orbßn con le peggiori destre europee, perché condividono gli stessi valori sovranisti nazionalisti e autoritarie non ci stupisce il fatto che abbia partecipato alla festa della Lega Nord a Pontida, e che abbia fondato il gruppo dei Patrioti per l’Europa. Sostanzialmente Orbßn e i suoi solidali sovranisti sono una variante autoritaria del capitalismo globale, si pongono in modo falso come difensori delle classi popolari quando in realtà lavorano solo a vantaggio delle elite economiche nazionali e sono un ostacolo all’amicizia, la solidarietà, la fratellanza fra i popoli, e rappresentano anche – ha concluso – una minaccia per tutti i cittadini che aspirano a vivere in libertà in Europa”. Infine, a un giornalista che chiedeva se interverrà domani in plenaria al dibattito con Orbßn sul programma della presidenza di turno Ungherese del Consiglio Ue, Ilaria Salis ha riposto: “Sì, sì, assolutamente, pensavo di intervenire domani perché appunto volevo esprimere quello che è il mio punto di vista, anche alla luce dell’esperienza che ho avuto. E poi anche un discorso più generale sull’Europa, sulla presidenza di turno ungherese del Consiglio Ue”.