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Mantovano: i centri per i migranti in Albania operativi a metà ottobre

Mantovano: i centri per i migranti in Albania operativi a metà ottobreRoma, 27 set. (askanews) – Sui centri per l’identificazione dei migranti in costruzione in Albania “la realizzazione ha incontrato una serie di difficoltà per natura del terreno e per eventi atmosferici sfavorevoli, ma al più tardi entro la prima decade di ottobre, secondo quanto ci dicono i tecnici, l’opera sarà consegnata per i collaudi e quindi dopo qualche giorno sarà pienamente operativa”. Lo ha detto il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio Alfredo Mantovano, rispondendo, in conferenza stampa dopo il Cdm, a una domanda sul tema.

E’ stato varato il decreto contro le violenze a medici e infermieri

E’ stato varato il decreto contro le violenze a medici e infermieriRoma, 27 set. (askanews) – Il Consiglio dei ministri ha varato il decreto legge contro le violenze ai sanitari, annunciato nei giorni scorsi dai ministri della Giustizia e della Salute Nordio e Schillaci. Il decreto legge modifica gli articoli del codice di procedura penale 380 (arresto obbligatorio in flagranza) e 382 bis (arresto in flagranza differita): si estende l’arresto obbligatorio in flagranza anche agli atti di violenza che causano lesioni personali ai professionisti sanitari o che producono danni ai beni mobili e immobili destinati all’assistenza sanitaria, con la conseguente compromissione del servizio pubblico erogato dalle strutture. Inoltre si applica l’arresto obbligatorio in flagranza, anche “differito”, ossia nelle quarantotto ore successive alla condotta delittuosa inequivocabilmente provata da documentazione videofotografica.


La norma modifica anche l’articolo 365 del codice penale prevedendo una pena aggravata per chi danneggia beni mobili o immobili all’interno o nelle pertinenze di strutture sanitarie o socio-sanitarie residenziali o semiresidenziali, pubbliche o private, compresi beni di medici e personale sanitario: reclusione da uno a cinque anni e multa fino a 10.000 euro e la pena è aumentata se il fatto è commesso da più persone riunite.

Voto Rai mina campo largo, tensione Pd-M5s e Azione-Avs

Voto Rai mina campo largo, tensione Pd-M5s e Azione-AvsRoma, 26 set. (askanews) – Il voto per il rinnovo del cda Rai riporta indietro le lancette dell’orologio del ‘campo largo’, l’unità costruita negli ultimi mesi grazie al referendum sull’autonomia, alle amministrative e alle regionali aveva retto anche alle divisioni sull’Ucraina, ma va in frantumi quando si tratta di entrare in Aula per scegliere il nuovo vertice di viale Mazzini e la spaccatura lascia parecchi strascichi.


Le polemiche tra i promessi alleati segnano tutta la giornata, Pd e M5s riescono a litigare anche sul ddl lavoro, nonostante nel merito abbiano la stessa posizione. Carlo Calenda, poi, accusa Verdi e Sinistra di “mancanza di rettitudine morale” per avere accettato di votare i consiglieri Rai e Nicola Fratoianni e Angelo Bonelli rispondono per le rime. Un tutti contro tutti ancora più surreale, se si considera che proprio stamattina i partiti delle opposizioni si erano presentati uniti in Cassazione per consegnare le firme per il referendum abrogativo contro l’autonomia differenziata. C’erano quasti tutti, da Elly Schelein, a Nicola Fratoianni e Angelo Bonelli, passando per Maria Elena Boschi, Riccardo Magi e Giuseppe Conte. Mancava solo Calenda, che ci tiene sempre a sottolineare che lui niente ha a che fare con il ‘campo largo’.


In Aula, però, ognuno è andato per conto proprio: M5s e Avs hanno votato i consiglieri di amministrazione Rai, eleggendo Alessandro Di Majo (i 5 stelle) e Roberto Natale (Verdi-Sinistra). Pd, Azione e Iv non hanno partecipato al voto. Calenda, appunto, attacca Bonelli e Fratoianni e chiede al Pd di prendere una decisione: “M5s e Avs si sono andati a negoziare col governo i due posti che spettano all’opposizione. Non è solo sulla Rai. Pochi giorni fa è stato votato il rifinanziamento delle missioni internazionali. Di nuovo M5s e Avs si sono astenuti. Il problema che pongo al Pd è: come si costruisce un’alternativa in questo modo?”.


Iv attacca M5s e Maria Elena Boschi afferma: “Si sono smarcati e si voteranno i loro nomi nel Cda. Abbiamo scelto di tenere una linea condivisa con il Pd e continueremo a farlo. Gli altri si sono smarcati. Mi pare che chiarisca una volta in più al Pd chi è affidabile e chi no”. Bonelli e Fratoianni rispondono a Calenda: “Ha perso la testa. Superando ogni limite. In quanto a rettitudine delle opposizioni, gli facciamo notare che abbiamo votato per non lasciare tutto lo spazio nel Cda della Rai alla destra di Meloni. Lui invece in questi due anni di legislatura, con la destra di Meloni è andato a braccetto tante tantissime volte”. Il portavoce dei Verdi ne ha anche per il Pd: “Lasciare a Telemeloni anche il controllo totale del Consiglio di amministrazione è qualcosa che riteniamo non saggio. Poi ognuno fa le sue scelte”.


Elly Schlein si limita a ripetere: “Dovete chiedere ad altri, il Pd è rimasto sulla posizione (sulla Rai, ndr) che era di tutte le opposizioni fino a ieri”. I 5 stelle replicano: “Il Movimento 5 Stelle non ha mai cambiato posizione sulla Rai. Abbiamo chiesto con le altre opposizioni un impegno sulla riforma del servizio pubblico prima dei nomi”. Ma il clima è infuocato, tra democratici e 5 stelle sono scintille anche sul ddl lavoro: M5s abbandona l’aula per protesta, il Pd non apprezza, scoppia una polemica anche su questo.

Mattarella è a Berlino, visita di Stato con Tajani

Mattarella è a Berlino, visita di Stato con TajaniBerlino, 26 set. (askanews) – Il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, è arrivato a Berlino per una visita di Stato accompagnato dal vicepremier e ministro degli Esteri, Antonio Tajani.


L’interesse è quello di rafforzare le relazioni con la Germania in una fase particolarmente delicata per entrambi i paesi e per l’Unione europea. In questo quadro si colloca la visita in Germania di Mattarella che, oltre ai colloqui istituzionali, lo porterà anche a Bonn e Colonia. La visita del capo dello Stato si concluderà domenica 29, quando insieme all’omologo tedesco, Frank-Walter Steinmeier, il capo dello Stato sarà a Marzabotto, per celebrare l’80esimo anniversario dell’eccidio di Monte Sole. La Germania è il principale partner economico dell’Italia ma sta attraversando una crisi economica che non può che avere ricadute anche sulla nostra economia. Lo spessore dei rapporti è però anche politico, considerando il ruolo trainante che da sempre la Germania svolge nell’Unione europea, basti pensare al recente rinnovo della Commissione europea con la conferma della tedesca von der Leyen.


Mattarella arriverà a Berlino all’indomani delle elezioni in Brandeburgo, in un momento particolarmente delicato per la Germania, alle prese con l’impetuosa avanzata dei partiti di estrema destra. C’è poi il contesto geopolitico che con lo scoppio del conflitto ucraino sta ridisegnando ruoli, obiettivi e rapporti dei e tra i principali soggetti impegnati sulla scena internazionale, a partire proprio dalla Germania, divenuta attore sempre più centrale sul versante della politica estera e all’interno dell’Alleanza atlantica e alla ricerca di una maggiore autonomia sia dal punto di vista della sicurezza che in tema di energia. Berlino è infine alla ricerca di una nuova fase dei rapporti rapporti con la Cina, considerando la fondamentale interdipendenza sul piano commerciale. I due paesi hanno in comune anche il problema della gestione dell’immigrazione. E’ recentissima la decisione della Germania di chiudere le frontiere con i paesi confinanti in deroga al trattato di Schengen. Tutti temi che Steinmeier e Mattarella avranno modo di discutere a partire da questa sera, durante la cena offerta al capo dello Stato italiano a Villa Lierbermann. Domani i colloqui ufficiali, con la conferenza stampa congiunta in programma alle 10.40. Sempre venerdì 27 Mattarella vedrà il presidente del Bundestag, Barbel Bas, e il borgomastro di Berlino, Kai Wegner. Nel pomeriggio Mattarella incontrerà anche il cancelliere tedesco, Olaf Scholz, al palazzo della Cancelleria. In serata la cena di Stato a Palazzo Bellevue.


Sabato 28 Mattarella e Steinmeier si recheranno a Bonn, dove presso il Campus delle Nazioni Unite parteciperanno e interverranno alla sessione conclusiva del seminario ‘La cooperazione tra Italia e Germania: un bene prezioso per l’Unfccc e per la lotta al cambiamento climatico’. Un’occasione per sottolineare l’importanza che la Germania attribuisce al ruolo che il nostro Paese può svolgere come hub energetico nel Mediterraneo, per quanto riguarda l’approvvigionamento delle fonti alternative. Il presidente avrà poi incontri con il viceministro presidente del Land Nordreno -Vestfalia, Mona Neubaur, e con il ministro presidente del Land Nordreno -Vestfalia,Hendrik Wuest, e, dopo una crociera panoramica sul Reno, visiterà il Duomo di Colonia, prima della cena conclusiva nel Giardino botanico della stessa città. Il giorno dopo, domenica 29, Mattarella e Steinmeier ripartiranno insieme alla volta di Bologna, per spostarsi poi a Marzabotto per le celebrazioni per l’80esimo anniversario dell’eccidio di Monte Sole.


Per Mattarella e Steinmeier si tratterà della terza visita congiunta sui luoghi delle efferate stragi nazifasciste. Il 3 maggio del 2017 resero omaggio alle Fosse Ardeatine, il primo insieme da parte di un presidente italiano e tedesco. Il 25 agosto del 2019 invece ricordarono il 75esimo anniversario dell’eccidio di Fivizzano, in Toscana.

Mattarella a Berlino e Colonia, visita di Stato con Tajani

Mattarella a Berlino e Colonia, visita di Stato con TajaniBerlino, 26 set. (askanews) – Il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, è arrivato a Berlino per una visita di Stato accompagnato dal vicepremier e ministro degli Esteri, Antonio Tajani.


L’interesse è quello di rafforzare le relazioni con la Germania in una fase particolarmente delicata per entrambi i paesi e per l’Unione europea. In questo quadro si colloca la visita in Germania di Mattarella che, oltre ai colloqui istituzionali, lo porterà anche a Bonn e Colonia. La visita del capo dello Stato si concluderà domenica 29, quando insieme all’omologo tedesco, Frank-Walter Steinmeier, il capo dello Stato sarà a Marzabotto, per celebrare l’80esimo anniversario dell’eccidio di Monte Sole. La Germania è il principale partner economico dell’Italia ma sta attraversando una crisi economica che non può che avere ricadute anche sulla nostra economia. Lo spessore dei rapporti è però anche politico, considerando il ruolo trainante che da sempre la Germania svolge nell’Unione europea, basti pensare al recente rinnovo della Commissione europea con la conferma della tedesca von der Leyen.


Mattarella arriva a Berlino all’indomani delle elezioni in Brandeburgo, in un momento particolarmente delicato per la Germania, alle prese con l’impetuosa avanzata dei partiti di estrema destra. C’è poi il contesto geopolitico che con lo scoppio del conflitto ucraino sta ridisegnando ruoli, obiettivi e rapporti dei e tra i principali soggetti impegnati sulla scena internazionale, a partire proprio dalla Germania, divenuta attore sempre più centrale sul versante della politica estera e all’interno dell’Alleanza atlantica e alla ricerca di una maggiore autonomia sia dal punto di vista della sicurezza che in tema di energia. Berlino è infine alla ricerca di una nuova fase dei rapporti rapporti con la Cina, considerando la fondamentale interdipendenza sul piano commerciale. I due paesi hanno in comune anche il problema della gestione dell’immigrazione. E’ recentissima la decisione della Germania di chiudere le frontiere con i paesi confinanti in deroga al trattato di Schengen. Tutti temi che Steinmeier e Mattarella avranno modo di discutere a partire da stasera, durante la cena offerta al capo dello Stato italiano a Villa Lierbermann. Venerdì i colloqui ufficiali, con la conferenza stampa congiunta in programma alle 10.40. Poi Mattarella vedrà il presidente del Bundestag, Barbel Bas, e il borgomastro di Berlino, Kai Wegner. Nel pomeriggio Mattarella incontrerà anche il cancelliere tedesco, Olaf Scholz, al palazzo della Cancelleria. In serata la cena di Stato a Palazzo Bellevue.


Sabato 28 Mattarella e Steinmeier si recheranno a Bonn, dove presso il Campus delle Nazioni Unite parteciperanno e interverranno alla sessione conclusiva del seminario ‘La cooperazione tra Italia e Germania: un bene prezioso per l’Unfccc e per la lotta al cambiamento climatico. Un’occasione per sottolineare l’importanza che la Germania attribuisce al ruolo che il nostro Paese può svolgere come hub energetico nel Mediterraneo, per quanto riguarda l’approvvigionamento delle fonti alternative. Il presidente avrà poi incontri con il viceministro presidente del Land Nordreno -Vestfalia, Mona Neubaur, e con il ministro presidente del Land Nordreno -Vestfalia,Hendrik Wuest, e, dopo una crociera panoramica sul Reno, visiterà il Duomo di Colonia, prima della cena conclusiva nel Giardino botanico della stessa città. Il giorno dopo, domenica 29, Mattarella e Steinmeier ripartiranno insieme alla volta di Bologna, per spostarsi poi a Marzabotto per le celebrazioni per l’80esimo anniversario dell’eccidio di Monte Sole.


Per Mattarella e Steinmeier si tratterà della terza visita congiunta sui luoghi delle efferate stragi nazifasciste. Il 3 maggio del 2017 resero omaggio alle Fosse Ardeatine, il primo insieme da parte di un presidente italiano e tedesco. Il 25 agosto del 2019 invece ricordarono il 75esimo anniversario dell’eccidio di Fivizzano, in Toscana.

Sui Migranti stretto raccordo Meloni-Scholz in vista dei Consigli Ue

Sui Migranti stretto raccordo Meloni-Scholz in vista dei Consigli UeRoma, 26 set. (askanews) – La presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, ha avuto oggi pomeriggio una conversazione telefonica con il cancelliere della Repubblica federale di Germania, Olaf Scholz. “I due Capi di Governo – fa sapere una nota di Palazzo Chigi – hanno discusso delle principali questioni bilaterali e internazionali, a partire dall’Ucraina”.


“In ambito europeo – prosegue la nota – si sono soffermati in particolare sulle questioni migratorie. Il Cancelliere Scholz ha illustrato le ragioni alla base della recente decisione tedesca di reintrodurre i controlli di frontiera con gli Stati membri confinanti e le ulteriori iniziative introdotte dalla Germania per contrastare gli arrivi irregolari”. “E’ stato concordato – si legge nel comunicato di Palazzo Chigi – di mantenere uno stretto raccordo sul tema anche in vista dei prossimi Consigli Europei, con l’obiettivo di consolidare il nesso tra dimensione interna ed esterna della politica migratoria Ue, rafforzando in particolare le politiche in tema di partenariati con i Paesi di origine e transito dei migranti, ritorni, lotta ai trafficanti di esseri umani e migrazione legale.

Rai, maggioranza ‘incassa’ nuovo cda. E prende tempo su Vigilanza

Rai, maggioranza ‘incassa’ nuovo cda. E prende tempo su VigilanzaRoma, 26 set. (askanews) – Chiusa una partita, se ne apre una completamente nuova. Il centrodestra la vede così e, dopo aver portato a casa l’elezione del nuovo consiglio di amministrazione della Rai puntando tutto sulla indisponibilità a ulteriori rinvii, adesso spera di superare lo scoglio della Vigilanza proprio prendendo tempo.


Il primo step si è completato con l’elezione dei quattro consiglieri di nomina parlamentare: Federica Frangi (in quota Fdi), Antonio Marano (Lega), Alessandro Di Majo (M5s) e Roberto Natale (Avs). E con l’indicazione da parte del Mef di Giampaolo Rossi (destinato a essere amministratore delegato) e, soprattutto, di Simona Agnes, che Forza Italia ha difeso strenuamente e fino in fondo pur consapevole che sul suo nome, al momento, non ci sono i due terzi dei voti necessari in commissione di Vigilanza per la ratifica della nomina a presidente. Ed è a questo punto, si ragiona nella maggioranza, che scatta il secondo tempo della partita. Il primo, d’altra parte, si è chiuso con una spaccatura delle opposizioni che fino a una settimana fa sembrava lontana. Complice una apertura sulla riforma della governance, con tanto di convocazione degli Stati generali per discuterne, oltre che dell’impegno ad avviare la settimana prossima l’esame delle proposte di legge già depositate in Parlamento, il centrodestra è riuscito ad aprire un canale prima con il M5s e poi con la sinistra che hanno così deciso di partecipare al voto sul consiglio di amministrazione nonostante il Pd di Elly Schlein abbia deciso di optare per l’aventino in nome della propria “coerenza”, ovvero dell’assunto ‘niente nomine senza riforma’. Sulla stessa linea dem si sono schierati invece Italia viva e Azione.


Né i pentastellati né Bonelli e Fratoianni, tuttavia, si dichiarano disponibili a fare da sponda alla nomina di Agnes come presidente. La loro richiesta è quella di avere un nome di garanzia, diversamente – ripetono – si torna allo schema iniziale: disertare – questa volta con il centrosinistra tutto unito – il voto della Vigilanza dove alla maggioranza, dopo il ritorno di Mariastella Gelmini, mancano due voti. E, tuttavia, nella coalizione di governo si continua a non escludere la possibilità di far cambiare posizione al M5s, magari con la lusinga di qualche direzione (si ipotizza quella di Rainews24 ma addirittura del Tg3). Persino nelle forze di minoranza, in pochi sono pronti a mettere la mano sul fuoco sulla solidità del niet di Giuseppe Conte. “Se saremo compatti? Dovete chiederlo a loro”, la risposta.


Perché questo schema abbia possibilità di realizzarsi, però, la maggioranza ha bisogno di più tempo. In particolare, è il ragionamento, è più difficile fare una nuova incursione nel ‘campo largo’ a ridosso del voto in Liguria. Ecco perché si sta ragionando sul ‘dilatare’ per quanto possibile lo svolgimento dei prossimi passaggi. Il primo è la convocazione dell’assemblea dei soci (che dovrebbe essere messa in calendario martedì o mercoledì prossimi), successivamente viene convocato il cda stesso per l’indicazione di amministratore delegato e presidente. A quel punto la palla passa all’ufficio di presidenza della Vigilanza cui spetta il compito di fissare la data della riunione della commissione stessa per il voto sul presidente. “Il percorso – spiega un meloniano – potrebbe non concludersi prima di due, tre settimane. Magari anche di più”. Resta sempre l’ipotesi che il nome di Simona Agnes venga prima bocciato e poi riproposto, come già accadde a Marcello Foa. Uno smacco che però Forza Italia vorrebbe evitare. Nel caso presidente di diritto diventerebbe Antonio Marano, in quanto consigliere anziano. E chissà quanto questo argomento usato dagli azzurri potrà fare breccia nelle opposizioni: “Preferite che a indicare il presidente alla fine sia la Lega?”.

Rai, la maggioranza ‘incassa’ il nuovo cda. E prende tempo sulla Vigilanza

Rai, la maggioranza ‘incassa’ il nuovo cda. E prende tempo sulla VigilanzaRoma, 26 set. (askanews) – Chiusa una partita, se ne apre una completamente nuova. Il centrodestra la vede così e, dopo aver portato a casa l’elezione del nuovo consiglio di amministrazione della Rai puntando tutto sulla indisponibilità a ulteriori rinvii, adesso spera di superare lo scoglio della Vigilanza proprio prendendo tempo.


Il primo step si è completato oggi con l’elezione dei quattro consiglieri di nomina parlamentare: Federica Frangi (in quota Fdi), Antonio Marano (Lega), Alessandro Di Majo (M5s) e Roberto Natale (Avs). E con l’indicazione da parte del Mef di Giampaolo Rossi (destinato a essere amministratore delegato) e, soprattutto, di Simona Agnes, che Forza Italia ha difeso strenuamente e fino in fondo pur consapevole che sul suo nome, al momento, non ci sono i due terzi dei voti necessari in commissione di Vigilanza per la ratifica della nomina a presidente. Ed è a questo punto, si ragiona nella maggioranza, che scatta il secondo tempo della partita. Il primo, d’altra parte, si è chiuso con una spaccatura delle opposizioni che fino a una settimana fa sembrava lontana. Complice una apertura sulla riforma della governance, con tanto di convocazione degli Stati generali per discuterne, oltre che dell’impegno ad avviare la settimana prossima l’esame delle proposte di legge già depositate in Parlamento, il centrodestra è riuscito ad aprire un canale prima con il M5s e poi con la sinistra che hanno così deciso di partecipare al voto sul consiglio di amministrazione nonostante il Pd di Elly Schlein abbia deciso di optare per l’aventino in nome della propria “coerenza”, ovvero dell’assunto ‘niente nomine senza riforma’. Sulla stessa linea dem si sono schierati invece Italia viva e Azione.


Né i pentastellati né Bonelli e Fratoianni, tuttavia, si dichiarano disponibili a fare da sponda alla nomina di Agnes come presidente. La loro richiesta è quella di avere un nome di garanzia, diversamente – ripetono – si torna allo schema iniziale: disertare – questa volta con il centrosinistra tutto unito – il voto della Vigilanza dove alla maggioranza, dopo il ritorno di Mariastella Gelmini, mancano due voti. E, tuttavia, nella coalizione di governo si continua a non escludere la possibilità di far cambiare posizione al M5s, magari con la lusinga di qualche direzione (si ipotizza quella di Rainews24 ma addirittura del Tg3). Persino nelle forze di minoranza, in pochi sono pronti a mettere la mano sul fuoco sulla solidità del niet di Giuseppe Conte. “Se saremo compatti? Dovete chiederlo a loro”, la risposta.


Perché questo schema abbia possibilità di realizzarsi, però, la maggioranza ha bisogno di più tempo. In particolare, è il ragionamento, è più difficile fare una nuova incursione nel ‘campo largo’ a ridosso del voto in Liguria. Ecco perché si sta ragionando sul ‘dilatare’ per quanto possibile lo svolgimento dei prossimi passaggi. Il primo è la convocazione dell’assemblea dei soci (che dovrebbe essere messa in calendario martedì o mercoledì prossimi), successivamente viene convocato il cda stesso per l’indicazione di amministratore delegato e presidente. A quel punto la palla passa all’ufficio di presidenza della Vigilanza cui spetta il compito di fissare la data della riunione della commissione stessa per il voto sul presidente. “Il percorso – spiega un meloniano – potrebbe non concludersi prima di due, tre settimane. Magari anche di più”. Resta sempre l’ipotesi che il nome di Simona Agnes venga prima bocciato e poi riproposto, come già accadde a Marcello Foa. Uno smacco che però Forza Italia vorrebbe evitare. Nel caso presidente di diritto diventerebbe Antonio Marano, in quanto consigliere anziano. E chissà quanto questo argomento usato dagli azzurri potrà fare breccia nelle opposizioni: “Preferite che a indicare il presidente alla fine sia la Lega?”.

Open Arms, Salvini: rimarrò in carica qualunque sia la sentenza

Open Arms, Salvini: rimarrò in carica qualunque sia la sentenzaRoma, 26 set. (askanews) – “Rimarrò in carica qualunque sia la sentenza che mi auguro sia di assoluzione… Se non fosse in primo grado, fortunatamente ci sono altri due gradi. Il giorno dopo sarò comunque a lavorare in ufficio”, “tranquillo” se assolto, “un po’ più incazzato se condannato”. Lo ha detto il ministro per i Trasporti e vicepremier Matteo Salvini in una conferenza stampa alla Stampa estera. Salvini ha quindi sottolineato che si tratta di un “processo politico” e di sperare “in un giudice indipendente”.

Schlein: buttare giù prima possibile governo, fa scelte sbagliate

Schlein: buttare giù prima possibile governo, fa scelte sbagliateRoma, 26 set. (askanews) – “Penso che abbiano delle difficoltà e penso che ce le abbiano con gli italiani, si prospetta una manovra nella quale ancora faranno cassa con le pensioni e non metteranno le risorse che servono sulla sanità pubblica”. Lo ha detto la segretaria del Pd Elly Schlein rispondendo, intervistata ad Omnibus su La7, a una domanda sul fatto se il governo durerà per tutta la legislatura o meno. “Lavoriamo giorno per giorno per buttare giù il più presto possibile un governo che sta facendo scelte sbagliate”, ha aggiunto.


“Il collante del potere li tiene insieme ma vediamo….Vedremo se Forza Italia sarà conseguente con quanto ha detto per tutta l’estate sulla cittadinanza”, ha concluso.