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Teatro, “Lettere a Bernini” di Martinelli debutta il 3 dicembre a Ravenna

Teatro, “Lettere a Bernini” di Martinelli debutta il 3 dicembre a RavennaRoma, 2 dic. (askanews) – Il rapporto fra gli intellettuali e il Potere in un’epoca segnata dalla propaganda. La complessità dell’animo umano contro ogni tentativo di semplificazione. Uno sguardo su un Passato che, per certi versi, somiglia al nostro presente. Sono soltanto tre dei nodi affrontati in Lettere a Bernini, la nuova creazione del drammaturgo e regista Marco Martinelli – fondatore delle Albe insieme a Ermanna Montanari con cui condivide l’ideazione di questo spettacolo – che debutta in prima assoluta martedì 3 dicembre 2024 al Teatro Rasi di Ravenna dove sarà in programma fino a domenica 15.


Dopo Ravenna, nel 2025 lo spettacolo andrà in scena dal 28 al 30 gennaio al Teatro Eleonora Duse di Genova, dal 4 al 9 febbraio al Teatro Elfo Puccini di Milano, dal 4 al 9 marzo al Teatro delle Passioni di Modena, dal 2 al 6 aprile al Teatro Biondo di Palermo e, dal 10 al 16 aprile, a Gallerie d’Italia, Napoli. La nuova opera di Marco Martinelli è una coproduzione Albe/Ravenna Teatro, Emilia Romagna Teatro ERT/Teatro Nazionale mentre la drammaturgia è pubblicata da Einaudi nella collana Collezioni di Teatro ed è disponibile in tutte le librerie dal 26 novembre. Il libro verrà presentato sabato 7 dicembre al Teatro Rasi dallo stesso Martinelli in dialogo con Mauro Bersani, consulente Einaudi.


Lettere a Bernini si svolge interamente in un giorno d’estate dell’anno 1667, esattamente il 3 agosto. In scena, nel suo studio di scultore, pittore e architetto, il vecchio Gian Lorenzo Bernini interpretato dall’unico attore sul palco, Marco Cacciola, che recita in italiano e in napoletano. La massima autorità artistica della Roma barocca è infuriata con Francesca Bresciani, intagliatrice di lapislazzuli che ha lavorato per lui nella Fabbrica di San Pietro e che ora lo accusa, di fronte ai cardinali, di non pagarle il giusto prezzo per il suo lavoro. Da questa vicenda, storicamente documentata, prende il via Lettere a Bernini: sono le lettere che la Bresciani spediva ai potenti committenti del Bernini, per denunciare il torto subito e rivendicare i propri diritti, rivelandosi figura di emancipazione femminile ante litteram.


Nell’infuriarsi con la donna, – in questo atelier che era un vero e proprio teatro, in cui, mentre scolpiva e creava, parlava con i cardinali, impartiva degli ordini ai suoi artigiani e spesso, appunto, si infuriava – Bernini evoca l’ombra dell’odiato rivale, Francesco Borromini. Ed è proprio in Borromini che risiede la genesi di questo lavoro di Martinelli, risalente a una visita, compiuta insieme ad Ermanna Montanari, alla Chiesa di San Carlo alle Quattro Fontane, edificata a Roma nel XVII secolo ad opera del genio ticinese: “L’amore per Bernini nasce paradossalmente dal suo grande rivale, Francesco Borromini” afferma infatti Martinelli. “Anni fa Ermanna e io entrammo in San Carlino, il capolavoro di Borromini, e rimanemmo incantati, travolti, tramortiti. Da lì ho cominciato a leggere di tutto; e più entravo nella vita di Borromini, più si faceva avanti il rivale, Gianlorenzo. All’inizio tendevo ad allontanarlo, mi dava fastidio questa figura così prepotente, così protetta dai papi, il dittatore artistico della Roma del suo tempo. Non era solo un grande artista, era un imprenditore, decideva lui chi lavorava e chi no. Poi a un certo punto, grazie a Ermanna, mi sono fatto rapire anche io dalla grandezza di Bernini e il primo pensiero è stato quello di creare un dialogo fra i due”, continua l’autore e regista.


Ma come in un film western, “non c’era spazio per entrambi sul palcoscenico, per cui Bernini alla fine s’è preso la scena, perché oltre a essere pittore, scultore, architetto era anche uomo di teatro” conclude Martinelli, spiegando il passaggio da un’iniziale idea di dialogo alla forma finale di un monologo densamente popolato da figure fantasmatiche. Quando, poi, giungerà la notizia inaspettata del suicidio di Borromini, la furia di Bernini cederà il passo alla pietas: per la tremenda depressione che aveva colpito il rivale in quegli ultimi anni e, al contempo, per l’incessante guerra che gli artisti si fanno, tutti contro tutti, per il loro ‘sgomitare sotto il cielo’, come direbbe Thomas Bernhard. Travolto da quella pietas, Bernini giungerà a riconsiderare l’opera del collega, riconoscendone l’alto valore. Chi può comprendere fino in fondo la grandezza di un artista? Il suo rivale. Il suo avversario. Il suo simile. “Bernini era una figura piena di contraddizioni, capace di violenze e di prepotenze da una parte e capace di momenti, invece, di grande umanità, altrimenti non ci avrebbe regalato tutti i suoi capolavori” sottolinea Martinelli a proposito di questa indagine sulla complessità dell’animo umano, ancor più significativa in un’epoca, la nostra, dominata da manicheismi, (anti)ideologie semplificatorie e gogne mediatiche. Così, fra una citazione di un Papa e una di un Cardinale, il Bernini incarnato da Marco Cacciola parla di Hitler e di followers, catapultando il pubblico immediatamente dal Seicento all’oggi. Attraverso una drammaturgia in cui la voce monologante dell’attore e quella di Bernini si rincorrono e sovrappongono senza soluzione di continuità, a generare sulla scena, come scolpendo nel vuoto, presenze, figure e ricordi, l’opera di Martinelli ci mostra dunque un Seicento che parla di noi, sospeso tra il secolo della Scienza nuova e l’attuale imbarbarimento, sempre più incombente. Infine, per approfondire la figura del Bernini, Albe/Ravenna Teatro propone un ciclo di tre appuntamenti: oltre alla presentazione del libro del 7 dicembre, l’8 dicembre, sempre al Rasi, La commedia di Filodosso, ovvero: le fatiche della Virtù, una lettura teatrale, ad opera dell’attore/performer Gianfranco Tondini, della Philodoxeos fabula di Leon Battista Alberti con l’introduzione del docente Alberto Giorgio Cassani, mentre la mattina del 14 dicembre, nella sala Muratori della Biblioteca Classense di Ravenna, verrà presentato A questo serve il corpo. Viaggio nell’arte attraverso i corpi delle donne (Bompiani, 2023) di Roberta Scorranese che dialogherà con Marco Martinelli e con Francesca Masi, direttrice di RavennAntica.

Tv, arriva la serie “Fallen”, dai romanzi di Lauren Kate

Tv, arriva la serie “Fallen”, dai romanzi di Lauren KateRoma, 2 dic. (askanews) – In esclusiva dal 6 dicembre su RaiPlay la serie tv “Fallen” tratta dalla saga di romanzi di Lauren Kate, fenomeno letterario con oltre 10 milioni di copie vendute in tutto il mondo, di cui oltre un milione solo in Italia. La serie vede un cast guidato da Jessica Alexander (Into the Deep e The Little Mermaid) nel ruolo di Luce, Gijs Blom (The Letter for the King) nel ruolo di Daniel e Timothy Innes (The Last Kingdom) nel ruolo di Cam, pronti a interpretare angeli intrappolati in un destino senza fine. Insieme a loro: Alexander Siddig e Sarah Niles. La regia è di Matt Hastings, noto al grande pubblico per il suo lavoro in Il Racconto dell’Ancella e Shadowhunters.


Creata da Claudia Bluemhuber, la produttrice, tra gli altri, di The Host e Under the Skin, “Fallen” racconta la storia di Lucinda “Luce” Price, una diciassettenne tormentata sin dall’infanzia da visioni di inquietanti ombre. Accusata ingiustamente di un crimine orribile, Luce viene trasferita nella struttura di detenzione Sword and Cross, dove incontra Daniel, un enigmatico giovane che sembra conoscerla da sempre. Con un’atmosfera gotica e uno scenario suggestivo, la Sword and Cross, si presenta come un luogo inquietante e dal fascino oscuro. All’inizio tutto sembra innocuo, ma è una vera prigione psichiatrica, una “cattedrale” oscura che protegge i segreti di angeli e uomini. Tra visioni, flashback di vite passate e fughe disperate, Luce “l’Angelo dell’Amore” e Daniel “l’Angelo Guardiano” inizieranno a scoprire di essere intrappolati in un ciclo di vite segnate da una tragica maledizione che dura da millenni, condannati a rivivere sempre lo stesso tragico finale. “Luce, il mio personaggio, è guidata dall’amore e credo che all’inizio della serie sia spinta dall’assenza di amore. Le sue azioni sono dettate dall’incomprensione del mondo nei suoi confronti e dalla sua incapacità di integrarsi, questa cosa cambia nel corso della serie quando Luce al contrario è spinta dalla presenza dell’amore nella sua vita, lo si capisce dal desiderio di integrarsi con tutti gli emarginati che incontra – ha detto la protagonista Jessica Alexander – è un onore lavorare su personaggi del genere, soprattutto se sei una giovane donna, perché non sono molti i ruoli femminii che ti consentono di correre, fare acrobazie, combattere e tutto il resto, ed è anche questo che mi ha attirato in Luce”.


Il regista Matt Hastings ha dichiarato: “Quando mi è arrivata la sceneggiatura ero molto interessato a Luce, il personaggio principale, e volevo anche esplorare la malattia mentale e la guarigione in un modo anticonvenzionale che potesse aprire conversazioni con le famiglie e i giovani. ‘Fallen’ è un messaggio di speranza per una generazione di emarginati. Credo sia un progetto importante perché tratta di giovani che cercano di trovare la loro strada, una cosa che accade da secoli. Quando si arriva a una certa età si cerca di capire cosa si vuole fare nella propria vita, ma mai prima d’ora, nella storia dell’uomo, una generazione di persone si è sentita così sola”.

I 30 big per Sanremo, ci sono Giorgia, Fedez e Massimo Ranieri

I 30 big per Sanremo, ci sono Giorgia, Fedez e Massimo RanieriRoma, 1 dic. (askanews) – Carlo Conti ha annunciato oggi al Tg1 delle 13.30 l’elenco dei big in gara al Festival di Sanremo. Il conduttore torna alla guida del Festival dopo le tre edizioni consecutive del 2015-16-17. Quest’anno il Festival si terrà dall’11 al 15 febbraio. Questo l’elenco dei trenta big in gara:


Achille Lauro, Gaia, Coma Cose, Francesco Gabbani, Willy Peyote, Noemi, Rkomi, Modà, Rose Villain, Brunori Sas, Irama, Clara, Massimo Ranieri, Emis Killa, Sara Toscano, Fedez, Simone Cristicchi, Joan Tille, The Kolors, Bresh, Marcella Bella, Tomy Effe, Elodie, Olly, Francesca Michielin, Lucio Corsi, Shablo FT Gue Joshua e Tormento, Serena Brancale, Rocco Hunt, Giorgia

Cinema, i premi del 42TFF: miglior film “Holy Rosita”

Cinema, i premi del 42TFF: miglior film “Holy Rosita”Roma, 1 dic. (askanews) – “Holy Rosita” di Wannes Destoop di Wannes Destoop ha vinto il Premio per il miglior film (20.000 euro) al Torino Film Festival. Lo ha deciso la giuria del Concorso Lungometraggi presieduta da Margaret Mazzantini e composta da Milcho Manchevski (Macedonia), Anne Parillaud (Francia), Giovanni Spagnoletti (Italia) e Krzysztof Zanussi (Polonia).


Il Premio speciale della Giuria Iwonderfull (7.000 euro) è andato a “Vena” di Chiara Fleischhacker; Premio per la miglior sceneggiatura a “L’aiguille” di Abdelhamid Bouchnack; Premio per la migliore interpretazione 1 a Flora Ofelia Hofmann Lindahl, Christine Albeck Børge, Karen-Lise Mynster in “Madame Ida”. Premio per la migliore interpretazione 2 a River Gallo in “Ponyboi”; Menzione a “Dissident” di Stanislav Gurenko e Andrii Al’ferov. “Holy Rosita”, film vincitore di questa edizione, arriva dal TorinoFilmLab, laboratorio audiovisivo organizzato dal Museo Nazionale del Cinema con cui il regista belga Wannes Destoop ha collaborato fin dalla prima idea di sceneggiatura.


La giuria del Concorso Documentari presieduta da Roberta Torre (Italia) e composta da KD Davison (Stati Uniti) e Federico Gironi (Italia), ha assegnato il Premio per il miglior film (10.000 euro) a “Le Retour Du Projectionniste” di Orkhan Aghazadeh, Premio speciale della Giuria ex aequo a “I’m Not Everything I Want To Be” di Klßra Tasovskß e “The Brink Of Dreams” di Ayman El Amir, Nada Riyadh. Menzione a “Higher Than Acidic Clouds” di Ali Asgari. La giuria del Concorso Cortometraggi presieduta da Michela Cescon (Italia) e composta da Darko Peric (Serbia) e Nicola Nocella (Italia), ha assegnato il Premio per il miglior film (3.000 euro) a “Walk In” di Haneol Park, per la capacità del racconto in una dimensione inaspettata con uno stile personale, impeccabile e con punte di pura poesia. Premio speciale della Giuria a “Fire Drill” di Maximilian Villwock; Menzione a “Someone’s Trying To Get In” di Colin Nixon.


La giuria composta dai critici cinematografici Marco Lombardi (Italia), Giuseppe Di Salvatore (Svizzera), Massimo Arciresi (Italia) ha assegnato il premio FIPRESCI (Premio della Federazione Internazionale della Stampa Cinematografica) a “Vena” di Chiara Fleischhacker, con la seguente motivazione: “Per la sua capacità di trasformare la storia intensa di una maternità in un percorso plausibile di salvezza dalle dipendenze grazie a un’interpretazione molto umana, una storia emotivamente forte e un montaggio che scandisce bene i tempi della narrazione, a tratteggiare complessivamente una maturità registica non comune per un’opera prima”.

Cinema, finite le riprese di “Ammazzare stanca” di Daniele Vicari

Cinema, finite le riprese di “Ammazzare stanca” di Daniele VicariRoma, 29 nov. (askanews) – Si sono concluse le riprese di “Ammazzare stanca”, il nuovo film di Daniele Vicari con Gabriel Montesi, Vinicio Marchioni, Selene Caramazza, Andrea Fuorto, Thomas Trabacchi, Cristiana Vaccaro e con Rocco Papaleo nel ruolo di Don Peppino Pesce, prodotto da Pier Giorgio Bellocchio, Manetti bros., una produzione Mompracem con Rai Cinema, con il sostegno della Regione Emilia-Romagna attraverso Emilia-Romagna Film Commission e con il supporto della Calabria Film Commission.


“Ammazzare stanca” è l’autobiografia di un ragazzo che si ribella al suo destino criminale. Si chiama Antonio Zagari e la sua è una storia vera. Nei primi anni ’70 la ‘ndrangheta calabrese dilaga e impera, dal Sud al Nord. Antonio, figlio del pericoloso boss calabrese trapiantato in Lombardia, Giacomo Zagari, ritrovandosi a uccidere più e più volte, capisce di non essere adatto a quella vita estrema. E mentre i suoi coetanei si ribellano nelle fabbriche, nelle università, nelle piazze, Antonio trova il coraggio di andare contro il padre, rifiutandone l’eredità.

”Il Natale degli Angeli” il brano per le feste dei Ricchi e Poveri

”Il Natale degli Angeli” il brano per le feste dei Ricchi e PoveriMilano, 28 nov. (askanews) – I Ricchi e Poveri dopo un anno di straordinario successo scandito da tormentoni, numeri da record sui social, imitazioni di una gestualità ormai iconica, diventano cartoon per “consegnare” una sorpresa natalizia soprattutto ai più piccoli: “Il Natale degli Angeli” (etichetta DM Produzioni su licenza Carosello Records) su tutte le piattaforme digitali e in radio da venerdì 29 novembre. La canzone, scritta e composta da Edwyn Clark Roberts, Cheope, Stefano Marletta e prodotta da Edwyn Clark Roberts e Merk & Kremont, è stata presentata in anteprima su TikTok il 27 novembre: proprio su questa piattaforma i Ricchi e Poveri hanno raggiunto risultati sorprendenti con oltre 400.000 creazioni con il brano presentato all’ultimo Festival di Sanremo, certificato Disco di platino da FIMI/GfK.


I Ricchi e Poveri assumono le sembianze di due angeli natalizi, giocando anche sul proprio nome, per dispensare magia e un augurio di amore, pace e solidarietà con lo stile leggero e coinvolgente che caratterizza il loro repertorio. La strenna natalizia è un invito a rispettare soprattutto una regola semplice: “Non si piange non si litiga. Ci sto! Solo piccoli miracoli, momenti magici, la festa di Natale degli Angeli”. Il brano traduce un sentimento diffuso e descrive alcune situazioni tipiche del Natale: le lucine accese ovunque, la confusione in cucina, la tavola imbandita, la cometa sulla stalla che emana luce a qualsiasi latitudine. Una favola contemporanea che si conclude con l’augurio degli Angeli a non lasciare solo nessuno, a ritrovare il dialogo nella quotidianità e soprattutto la pace in un periodo così particolare affinché la magia del Natale raggiunga tutti gli uomini del mondo. “Il Natale degli Angeli” è accompagnato da un videoclip di animazione, prodotto da DM Produzioni su licenza Carosello Records, in cui Angelo e Angela sono angeli, bambini, un gatto e un cane.


Un bambino e una bambina disegnano e ritagliano due angioletti per appenderli sull’albero di Natale allestito in casa. Magicamente le due forme prendo vita, dando il via ad una serie di momenti magici e scherzosi. I bimbi increduli scoprono che i ritagli sono reali e interagiscono con i protagonisti della fiaba sino a quando i due angioletti tornano sull’albero come semplici decorazioni. I bimbi stavano sognando o i sogni a Natale si materializzano? Nello spazio di una notte magica anche la brunetta e il biondo possono trasformarsi in angeli, in un cagnolino e in un gattino giocherelloni.

Al via le prevendite dei live di Lazza negli stadi

Al via le prevendite dei live di Lazza negli stadiMilano, 28 nov. (askanews) – Fresco di premiazione ai SIAE Music Awards nella categoria Miglior Canzone Streaming Italia con Cenere, inarrestabile e sempre al lavoro per superarsi, Lazza ha sorpreso tutti con l’uscita di OuverFOURe, disponibile su tutte le piattaforme digitali (Island Records).


Insieme al nuovo brano prodotto da Low Kidd e Drillionaire, Lazza sgancia una bomba pronta a marchiare a fuoco l’estate 2025, annunciando oggi Lazza | Stadi 2025, i suoi primi stadi in carriera in programma il 5 luglio a Lignano Sabbiadoro (UD) @ Stadio Teghil (Data zero) e il 9 luglio 2025 a Milano @ Stadio San Siro. I biglietti saranno disponibili online su www.vivoconcerti.com da oggi 28 novembre alle ore 14:00, e da martedì 3 dicembre alle ore 11:00 nei punti vendita autorizzati.


Due eventi -prodotti da Vivo Concerti- che segnano un nuovo, imponente passo nella carriera dell’artista con all’attivo 109 Dischi di Platino e 50 Ori, consacrandolo definitivamente nell’Olimpo della musica live italiana, dopo aver mandato completamente sold out a tre mesi dalla partenza le 11 date del LOCURA TOUR 2025, in programma nei palazzetti da gennaio. San Siro è molto più di uno stadio: per Lazza è un sogno coltivato da sempre, un luogo iconico che ha segnato a più riprese il suo percorso, a cui ha duramente lavorato affinché si realizzasse. Con LOCURA OPERA N.1 lo scorso settembre si è portato vicinissimo, esibendosi con l’Orchestra Sinfonica di Milano alle porte dello Stadio con uno spettacolo che ha riscritto le regole dei live show. Ora quel sogno diventa realtà: il 9 luglio 2025, Lazza si prenderà la Scala del calcio, realizzando un traguardo che non è solo personale, ma un momento di consacrazione, simbolo di un legame indissolubile tra le sue passioni e la sua città.


Proprio dagli spalti di San Siro Lazza lancia il videoclip di OuverFOURe firmato da LateMilk. Un’opera visivamente potente che, attraverso un’estetica evocativa, riflette l’essenza di OuverFOURe: tra i frame più suggestivi, Lazza accanto a un pianoforte in fiamme, simbolo di una passione artistica in continuo ardere. Quarto capitolo dell’iconica serie di intro che dal 2017 è puro marchio di fabbrica Lazzarini, OuverFOURe ribadisce la cifra stilistica dell’artista, fondendo pianoforte e beat in un equilibrio perfetto. Un viaggio sonoro che parte da un’intro lenta e intensa, dominata dalle note del pianoforte, per evolversi in un banger crudo che svela ogni sfaccettatura della personalità di Lazza: instancabile, ambizioso, sempre proiettato oltre.

Al Teatro Pergolesi di Jesi in scena I Quadri parlanti di Spontini

Al Teatro Pergolesi di Jesi in scena I Quadri parlanti di SpontiniRoma, 27 nov. (askanews) – Nel 250esimo anniversario della nascita di Gaspare Spontini, al Teatro Pergolesi di Jesi vanno in scena I Quadri parlanti dopo un “oblio” di 224 anni.


In prima esecuzione in epoca moderna, per la 57esima Stagione Lirica di Tradizione, appuntamento venerdì 29 novembre ore 20,30 e domenica 1° dicembre ore 16 con il dramma giocoso in due atti composto nel 1800, il cui manoscritto musicale autografo è stato ritrovato in anni recenti nella biblioteca del Castello d’Ursel in Hingene (Belgio). La direzione è di Giulio Prandi, regia di Gianni Marras, scene e costumi delle vincitrici del Concorso dedicato a Josef Svoboda, con un cast di giovani interpreti. Revisione critica di Federico Agostinelli per le Edizioni Fondazione Pergolesi Spontini.


“I Quadri Parlanti” di Gaspare Spontini è un dramma giocoso in due atti su libretto di Gaetano Bongiardino, la cui prima rappresentazione fu nella primavera del 1800 al Teatro di Santa Cecilia a Palermo. Dopo oltre due secoli, l’opera torna in scena nella revisione critica a cura di Federico Agostinelli per le Edizioni Fondazione Pergolesi Spontini con il contributo del Centro Studi per la Musica Fiamminga di Anversa. Questa vera e propria gemma ritrovata è parte della della 57esima Stagione Lirica di Tradizione del Teatro Pergolesi di Jesi, a cura della Fondazione Pergolesi Spontini, ed è il terzo titolo di un cartellone inaugurato con successo da La Vestale, tra i titoli più celebri del compositore marchigiano di cui si celebrano i 250 anni della nascita nel paese di Maiolati Spontini.


Nel giugno del 2016 nella Biblioteca del Castello d’Ursel ad Hingene nelle Fiandre, oltre al manoscritto autografo della partitura de “I quadri parlanti” – unica fonte musicale dell’opera a tutt’oggi conosciuta – furono ritrovati altri manoscritti autografi di Spontini, relativi alle partiture – ritenute scomparse – di tre opere e una cantata: il melodramma buffo “I quadri parlanti” del 1800, il dramma giocoso “Il Geloso e l’audace” del 1801 (Palermo), la farsa giocosa “Le metamorfosi di Pasquale” del 1802 (Roma) e la cantata “L’Eccelsa gara” del 1806 (Parigi). All’eccezionale ritrovamento ha fatto seguito l’accordo (pluriennale dal 2016 al 2020) tra il Centro Studi per la Musica Fiamminga e della Provincia di Anversa e la Fondazione Pergolesi Spontini, per la revisione critica e la valorizzazione dei manoscritti. L’opera, in due atti, appartiene a quell’insieme di opere giovanili che l’autore ha scritto seguendo lo stile napoletano su cui si era formato e che aveva fatto grande la scuola dell’opera italiana in tutto il mondo. Sono lavori che dimostrano già la maestria nella scrittura del giovane Spontini e che, seppur non abbiano in sé i tratti dell’innovazione linguistica che il musicista porterà nel suo periodo francese, hanno un altissimo valore storico/estetico. La vicenda, ambientata a Napoli, è contesta di intrighi, burle, tradimenti e lieto fine: al centro, il classico gioco delle parti dove varie coppie si intrecciano in amori nascosti e osteggiati.


Direttore della nuova produzione è Giulio Prandi sul podio del Time Machine Ensemble, la regia è di Gianni Marras, le luci sono di Marco Chiavetti. L’allestimento è all’insegna della creatività giovanile con scene e costumi firmate da Alessandra Bianchettin e Asya Fusani, vincitori della IV edizione del Concorso dedicato a Josef Svoboda “Progettazione di Allestimento scene e costumi di Teatro Musicale” riservato a iscritti al Biennio di Specializzazione in Scenografia delle Accademie di Belle Arti di Macerata, Bologna, Venezia, Carrara, Bari e Brera. Giovani anche gli interpreti della compagnia di canto, con Martina Tragni (Chiarella), Davide Chiodo (Menicuccio), Alfonso Michele Ciulla (Don Bertoldo), Giuseppe Di Giacinto (Capitan Belfiore), Michela Antenucci (Rosina), Giada Borrelli (Bettina), Francesco Tuppo (Abbate/Falloppa). L’opera è affiancata da un percorso inclusivi e di opera accessibile dedicato agli spettatori con disabilità uditiva e visiva nella recita domenicale. Per gli studenti, c’è il percorso formativo “Musicadentro”, che dopo gli incontri nelle scuole, porta a teatro i ragazzi in occasione dell’anteprima giovani. Tra gli eventi collaterali, torna inoltre l’Operadinner al Circolo Cittadino di Jesi, performance teatrale con cena per conoscere trama e personaggi dell’opera: l’appuntamento è venerdì 22 novembre ore 20. Le guide all’opera condotte dal direttore artistico Cristian Carrara sono due: una in streaming dal sito della Fondazione, disponibile da domenica 24 novembre ore 11, l’altra dal vivo alle Sale Pergolesiane prima dello spettacolo, alle ore 19 venerdì 29 novembre, e alle ore 15 domenica 1 dicembre. La musica dell’opera risuonerà nell’aria in filodiffusione per le vie del centro storico, dal mercoledì al sabato nella settimana del debutto dell’opera.

Cinema, prime immagini di “Primavera” esordio di Damiano Michieletto

Cinema, prime immagini di “Primavera” esordio di Damiano MichielettoRoma, 27 nov. (askanews) – Rilasciate le prime immagini di “Primavera”, esordio alla regia cinematografica di finzione di Damiano Michieletto, scritto da Ludovica Rampoldi, liberamente tratto dal libro Premio Strega 2009 di Tiziano Scarpa Stabat Mater edito da Einaudi. Nel cast del film, Tecla Insolia, Michele Riondino, Andrea Pennacchi, Fabrizia Sacchi e con Valentina Bellé e con Stefano Accorsi. Le riprese, appena terminate, si sono svolte a Roma e a Venezia; il film è attualmente in fase di montaggio.


Primi del Settecento. L’Ospedale della Pietà è il più grande orfanotrofio di Venezia, ma è anche un’istituzione che avvia le orfane più brillanti allo studio della musica. La sua orchestra è una delle più apprezzate al mondo. Cecilia ha vent’anni, vive da sempre alla Pietà ed è una straordinaria violinista. L’arte ha dischiuso la sua mente ma non le porte dell’orfanotrofio; può esibirsi solo lì dentro, dietro una grata, per ricchi mecenati. Questo fino a che un vento di primavera scuote improvvisamente la sua vita. Tutto cambia con l’arrivo del nuovo insegnante di violino. Il suo nome è Antonio Vivaldi. “Primavera” è una produzione Warner Bros. Entertainment Italia e Indigo Film in coproduzione con Moana Films con il contributo del PR FESR del Veneto 2021-2027 della Regione del Veneto con il sostegno di Fondazione Veneto Film Commission e con il sostegno della Regione Lazio – Programma FESR Lazio 2021-2027. Il film sarà distribuito in Italia da Warner Bros Entertainment e in Francia da Diaphana Distribution. Le vendite internazionali sono curate da Memento International.


Damiano Michieletto (Venezia, 1975), sempre al centro dell’interesse della stampa, oggi e’ certamente riconosciuto come uno tra i piu’ visionari e rivoluzionari registi di opera lirica, in Italia e nel mondo. Tante le opere liriche che ha diretto, collaborando con i maggiori palchi italiani e internazionali: dal Teatro alla Scala di Milano alla Royal Opera House di Londra, dal Teatro La Fenice di Venezia alla Staatsoper di Berlino, all’Opera di Parigi. Le sue produzioni hanno ricevuto molti premi come il Laurence Olivier Award, l’Irish Time Award, il premio russo Casta Diva, il Premio Abbiati della Critica Musicale Italiana, l’O¨sterreichischer Musiktheaterpreis, il Reumert Prize, il Melbourne Green Room Award. Primavera è il suo esordio alla regia cinematografica.

Tv, dal primo dicembre arriva la nuova serie animata “Mermaid Magic”

Tv, dal primo dicembre arriva la nuova serie animata “Mermaid Magic”Roma, 27 nov. (askanews) – “Mermaid Magic”, la nuova serie animata in CGI della Rainbow arriva su Rai Gulp e RaiPlay. Dal primo dicembre le avventure dell’universo sottomarino saranno trasmesse tutti i giorni in prima tv free, tutti i giorni, in tre orari differenti: alle 7.40, alle 13.00 e alle 17.50. Inoltre, dall’11 dicembre sarà disponibile in boxset su RaiPlay.


Dopo il successo globale su Netflix, che l’ha vista in cima alle classifiche in oltre 50 paesi, “Mermaid Magic” andrà in onda su Rai Gulp con immagini mozzafiato di altissima qualità, affrontando temi attuali come la tutela degli oceani e la protezione dell’ambiente. Ambientata nell’incantato mondo di Mertropia, la serie segue le avventure della coraggiosa principessa Merlinda e delle sue alleate sirene, Sasha e Nerissa. Insieme intraprendono un viaggio sulla terraferma per affrontare il temibile pirata Barbarossa, deciso a prosciugare la magia degli oceani attraverso mostri marini generati dall’inquinamento provocato dagli umani. Un forte messaggio ecologico per la salvaguardia degli oceani dunque, che incoraggia grandi e piccoli a compiere anche i gesti più semplici per fare la differenza nella tutela del pianeta.


La serie è ideata e prodotta dal genio creativo di Iginio Straffi in sinergia con un team artistico d’eccezione: lo studio di animazione Rainbow/Bardel, già vincitore di un Emmy Award, gli sceneggiatori Rich Burns e Nancy Cohen, già affermati nel panorama mondiale per opere come “Spirit: Avventure in Libertà”, e Guy Bar’ely, lo stimato showrunner di “Kung Fu Panda” e “I Minion”.