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Tv, su Netflix arriva la serie “Storia della mia famiglia”

Tv, su Netflix arriva la serie “Storia della mia famiglia”Roma, 10 gen. (askanews) – “Storia della mia famiglia”, la nuova dramedy in 6 episodi creata da Filippo Gravino, diretta da Claudio Cupellini e prodotta da Palomar (a Mediawan Company), sarà disponibile solo su Netflix dal 19 febbraio.


Scritta da Filippo Gravino con Elisa Dondi, la serie vede protagonisti Eduardo Scarpetta (Fausto), Vanessa Scalera (Lucia), Massimiliano Caiazzo (Valerio), Cristiana Dell’Anna (Maria) e Antonio Gargiulo (Demetrio). Disponibili il teaser trailer e le prime immagini della serie in cui la voce di Fausto, il protagonista, introduce ufficialmente i “fantastici quattro”: Lucia, la mamma di Fausto, Valerio, suo fratello, Maria, l’amica del cuore e Demetrio, il compagno di avventure, tutti candidati a diventare la famiglia dei piccoli Libero (Jua Leo Migliore) ed Ercole (Tommaso Guidi) una volta che il loro papà non ci sarà più. In un vortice di emozioni, lacrime e risate, gioie e dolori, seguiremo il tentativo, a volte goffo, a volte intenso, di questo gruppo di persone di creare un nucleo familiare alternativo capace di prendersi cura dei bambini di Fausto e di esaudire il suo ultimo desiderio.


Questa è la storia di Fausto e del suo ultimo giorno. Una storia fatta di allegria, passione, amore per i figli, e di una sfacciata mancanza di paura per la vita e per il futuro. Ma questa è anche la storia di un amore assoluto e del suo punto di rottura, drammatico e decisivo. È soprattutto la storia di una famiglia improbabile, di uno sgangherato e amatissimo clan a cui Fausto impone responsabilità inattese. Una storia di gioie e di cadute, di risate, di persone capaci di commettere errori macroscopici e piccoli gesti eroici. In cui ognuno, nessuno escluso, dando del proprio peggio cercherà di fare del proprio meglio.

Queen Celebration in Concert Tour 2025, André Abreu torna in Italia

Queen Celebration in Concert Tour 2025, André Abreu torna in ItaliaRoma, 10 gen. (askanews) – Dopo il grande successo del tour 2024, André Abreu torna in Italia con lo spettacolo che fa rivivere la storia musicale di Freddie Mercury e della sua celeberrima band.


Dopo la prima tappa al Teatro Repower ad Assago (MI) il 17 febbraio 2025, André Abreu insieme alla sua band e all’orchestra si esibiranno il 18 febbraio al Palaunical Teatro a Mantova, il 21 al Cineteatro Don Bosco a Potenza, il 22 al Politeama a Lecce, il 24 al Teatro Augusteo a Napoli, il 25 al Teatro Team a Bari, il 26 al Palariviera di San Benedetto (AP), il 27 ad Assisi (PG) al Teatro Lyrick, il 28 febbraio e il 1° marzo all’Auditorium Parco della Musica Ennio Morricone di Roma e il 3 marzo a Bologna al Teatro Celebrazioni. Queen Celebration in Concert non è un semplice concerto, non è un tributo, ma è un’immersione musicale nel lavoro della band britannica che combina i più grandi successi con uno spettacolo di luci e contenuti audiovisivi per far rivivere al pubblico la storia dei Queen e di Freddie Mercury, presentando momenti di tour e di spettacoli memorabili, come “Queen Live allo stadio di Wembley”.


Uno spettacolo degno dei grandi musical mondiali, capace di risvegliare le emozioni e i sentimenti più forti attraverso una musicalità unica. Performance elettrizzanti, costumi impeccabili e il mix di rock e sonorità classiche, in cui il talentuoso protagonista André Abreu dà vita all’immortale Freddie Mercury. André Abreu, cantante, polistrumentista, compositore e produttore musicale brasiliano, incredibilmente simile a Mercury, non solo per la sua somiglianza fisica, ma anche per la qualità della sua estensione vocale e l’accuratezza della sua intonazione, rivela: “È un lavoro che richiede molta energia e devozione personale. Più che un tributo è un omaggio da fan a idolo e un omaggio al lavoro geniale e senza tempo dei Queen. Quando Freddie morì avevo solo 3 anni, ma appena ascoltai, per la prima volta, la sua voce e la sua musica ne rimasi folgorato…” Con Queen Celebration in Concert il pubblico rivivrà i momenti musicali più importanti della band grazie a brani come “Love of my Life”, “We are the Champions”, “We Will Rock You”, “Radio Gaga “, “Crazy Little Thing Called Love”, “Don’t Stop Me Now”, “Somebody to Love”, “Another One Bites the Dust”. Lo spettacolo è prodotto da BOOM PRODUCAO, in collaborazione per l’Europa con We4Show e Menti Associate.

Cinema, dal 16 al 24 gennaio il 36esimo Trieste Film Festival

Cinema, dal 16 al 24 gennaio il 36esimo Trieste Film FestivalRoma, 10 gen. (askanews) – Oltre 130 film, tra anteprime italiane ed eventi speciali, concorsi internazionali e sezioni tematiche, per indagare e incontrare la realtà oltre i confini, l’immaginario apolide di un mondo in fermento, in cerca di presente e futuro, per ricostruire il recente passato degli anni Novanta nei Paesi balcanici. Dal 16 al 24 gennaio torna il Trieste Film Festival, giunto all’edizione numero 36; diretto da Nicoletta Romeo è il primo e principale appuntamento italiano dedicato al cinema dell’Europa centro orientale, nato alla vigilia della caduta del Muro di Berlino, e che continua a essere un osservatorio privilegiato su cinematografie e autori da scoprire, con i nomi più interessanti del cinema europeo.


La direttrice del festival ha spiegato: “Il tema della famiglia e dei legami familiari quest’anno sembra un leitmotiv trasversale che unisce tanti dei film in programma: famiglie disfunzionali, queer, fluide, bigotte, famiglie-prigioni, famiglie come rifugio e famiglie allargate. La famiglia viene messa alla berlina come istituzione, con tutti i meccanismi inceppati di una struttura archetipica potente, che tuttavia non sembra rispondere sempre ai bisogni e ai desideri degli individui che ne fanno parte. Ma a volte è anche l’unico luogo di salvezza nelle società disgregate, ed è sempre davanti alla morte che i legami si rinsaldano, e i vecchi rancori passano in secondo piano”. Il festival si terrà a Trieste nelle sedi del Politeama Rossetti, del Teatro Miela e del Cinema Ambasciatori. Tre le sezioni competitive con i concorsi internazionali per lungometraggi, cortometraggi e documentari. Doppia inaugurazione: giovedì 16 gennaio proiezione dell’ultimo film di Peter Kerekes, “Wishing on a star” (che ha esordito alla Mostra di Venezia), storia dall’Italia ai più lontani lidi del mondo lungo il lavoro dell’astrologa napoletana Luciana, a cui seguirà – nell’apertura del Politeama Rossetti (20 gennaio) – l’anteprima italiana de “Lo Spartito della Vita” (Sterben) di Matthias Glasner, comedy-drama tedesca presentata alla Berlinale (presto in sala in Italia), ironica e graffiante, sul rapporto tra affetti e morte in una famiglia disfunzionale eppure ancora viva. Quest’ultimo sarà introdotto in sala dalla proiezione del film muto, il corto del 1921 “The Perl of the Ruins” di Giovanni Vitrotti, accompagnato da una performance live con il pianoforte a cura di Andrej Goricar. Rapporti familiari e ricerca di nuove possibilità sono al centro anche dell’evento di chiusura, con la prima nazionale di “Crossing” di Levan Akin (prossimamente nei cinema italiani), viaggio dalla Georgia alla Turchia, incontro inaspettato con il mondo queer.


La lente sul mondo passa, necessariamente, dallo sguardo sull’attualità alle guerre ancora in atto proprio alle porte dell’Europa: in anteprima italiana arriva “The invasion” di Sergei Loznitsa che documenta la lotta del suo Paese contro l’invasione russa. Dal documentario al racconto più intimo delle conseguenze della guerra in Ucraina, come in “Under the volcano” di Damian Kocur, che dipinge uno scavo profondo sul senso di colpa, verso se stessi e il proprio Paese, tra latenti rotture familiari, anche lontano dal luogo del conflitto. In anteprima italiana, al festival ci sarà anche “My Late summer” di Danis Tanovic, regista premio Oscar al Miglior film straniero nel 2002 con No man’s land, che ritorna con il candidato all’Oscar per la Bosnia, film dolce-amaro che indaga il passato nel Paese con una storia di eredità e perdono. In sala a Trieste poi il miglior film a Venezia Orizzonti 2024, “The new year that never came” di Bogdan Muresanu, commedia corale e dolce-amara sull’orlo della rivoluzione nella Romania del 1989. Proprio dalla Romania post-socialista, attinge “Eight Postcards from Utopia” di Radu Jude – presente nella sezione Romanian experimental cinema programme: Expanded – tra le ultime trovate del regista rumeno, documentario di found-footage assemblato esclusivamente con pubblicità di quel periodo storico, era di transizione, rimbalzando tra poesie ritrovate e un’enciclopedia obsoleta, tra trash art e mitologia capitalista (in collaborazione con il filosofo Christian Ferencz-Flatz). Tra le novità, nasce quest’anno la sezione Visioni Queer, curata da Giuseppe Gariazzo, per seguire lotte e diritti (ancora) negati alla comunità Lgbtq+ nei Paesi orientali e balcanici, con titoli come “As I was looking above I could see myself”, documentario del kosovaro Ilir Masanaj, il primo girato in Kosovo senza oscurare volti e nomi dei profili coinvolti, “Housekeeping for Beginners”, film del nord-macedone Goran Stolevski, dramedy su una comune queer dove la legge si oppone alla libertà dei corpi, e “Avant-Drag! Radical Performers Re-Image Athens” del greco Fil Ieropoulos, ritratto di dieci artisti e artiste drag che vivono ad Atene, delle loro performance artistiche, veri gesti politici.


Ancora, la sezione Wild Roses è dedicata quest’anno alle cineaste della Serbia contemporanea, curata dal regista Stefan Ivancic, produttore e membro del comitato di selezione del Festival di Locarno; la retrospettiva sul 1945 “La guerra è finita?” a cura di Francesco Pitassio riflette sul lascito e l’eredità del secondo conflitto mondiale a 80 anni dalla fine; come di consueto, torna anche il Premio Corso Salani, i film del TSFF dei Piccoli, e un programma ricco di eventi collaterali in tutta la città. Il Concorso Lungometraggi conta quest’anno sette titoli, tutti in anteprima italiana. A partire dal vincitore del festival di Locarno, “Toxic” di Saule Bliuvaite, storia di formazione che indaga i sogni adolescenziali e affonda le radici nella moda dei decenni scorsi di arruolare adolescenti dai paesi baltici per via dei colori chiari e del fisico sottile, canoni richiesti dalle agenzie di modelle, in un ritratto vivido dell’uso del corpo femminile. Da Locarno arriva anche “Fekete pont” (Lesson Learned) di Bálint Szimler, Pardo per la migliore interpretazione a Anna Mészöly e menzione speciale Concorso Cineasti del presente: riflessione sul sistema scolastico ungherese oggi in crisi (e girata senza il sostegno del governo di Budapest), un sistema oppressivo sfidato dalla giovane insegnante Juci. Candidato dalla Romania agli Oscar, in concorso a Cannes, è invece “Three Kilometres to the end of the world” di Emanuel Pârvu, dove protagonista è Adi, 17enne nel villaggio natale nel Delta del Danubio, quando viene brutalmente aggredito per strada e si incrina l’apparente tranquillità della sua vita. Tra i film più particolari ci sarà “The Shameless” di Konstantin Bojanov, regista di origini bulgare che firma un’opera ambientata in India dalle tematiche Lgbtq+, con una sottotrama sulla corruzione politica intensa, un film oscuro per trama ma dai colori vivaci, una rappresentazione del Paese che non cade in esoticizzazioni ma riesce a fornire un’immagine cruda e reale, anche del contesto della prostituzione. “Mord” (Our Lovely Pig Slaughter) di Adam Martinec, al suo primo lungometraggio, porta invece nei territori cecoslovacchi, studio incisivo del temperamento ceco, ritratto viscerale dei personaggi dall’umorismo tagliente, nel racconto di una famiglia durante la festa tradizionale dell’uccisione del maiale in una vecchia fattoria. Di famiglie e straniamento del punto di vista tratta anche “Family Therapy” di Sonja Prosenc, candidato sloveno agli Oscar (distribuito in Italia da Emera Film), dove la routine di una famiglia benestante viene sconvolta, rivelando le crepe nella facciata di distacco e sconvolgendo una vita di distaccata superiorità. Infine, dalla sezione Cannes Acid, in concorso c’è “Kyuka – Before summer’s end” di Kostis Charamountanis: viaggio di maturazione con una famiglia di tre persone, un padre single e i suoi due figli gemelli sulla soglia dell’età adulta, che salpano per le vacanze sull’isola di Poros, dove a loro insaputa incontrano la loro madre naturale che li ha abbandonati.


Tra i Lungometraggi Fuori Concorso, oltre agli eventi speciali, trovano posto sempre in anteprima nazionale anche altre firme di rilievo del cinema europeo. “Slow” di Marija Kavtaradze, “Eleven Tomorrows: Berlinale Meets Football”, realizzato per i Campionati europei di calcio 2024 in Germania, articolato in undici cortometraggi documentari su undici squadre giovanili molto diverse tra loro, “Meat” di Dimitris Nakos, e “Il mio compleanno” di Christian Filippi, in una proiezione accessibile a disabili sensoriali, a cura di InCinema Cinema Inclusivo: è storia di una fuga giovanile, alla ricerca della propria madre. Il Concorso Documentari propone 10 titoli in anteprima nazionale che toccano temi dal recupero della memoria e il rapporto con il passato, a problemi della quotidianità come la precarietà del lavoro, il mutamento del paesaggio, lungo la presenza dell’atrocità della guerra. Cinque i Documentari Fuori Concorso, due dei quali incarnano un forte legame con la città di Trieste. Si tratta dell’anteprima assoluta di “C’era un comico di nome Cecchelin” di Alessio Bozzer e “Noi siamo gli errori che permettono la vostra intelligenza” di Erika Rossi, omaggio all’attore e regista Claudio Misculin, scomparso improvvisamente nel 2019, che nei primi anni Settanta ha dato vita all’Accademia della Follia. Ancora, il programma Romanian Experimental Cinema curato da Calin Boto, che vedrà la partecipazione di cineasti sperimentatori rumeni. Il manifesto dell’edizione numero 36 porta la firma di Monika Bulaj, fotografa, reporter e documentarista, che lavora sui confini delle fedi e luoghi sacri condivisi, minoranze e popoli nomadi a rischio, in Eurasia, Africa, nei Caraibi e Sud America, e pubblica con i più importanti magazine europei e internazionali.

M¥SS KETA pubblica il nuovo singolo “160BPM”

M¥SS KETA pubblica il nuovo singolo “160BPM”Milano, 10 gen. (askanews) – M¥SS KETA, voce unica nel panorama musicale italiano, pubblica oggi il nuovo singolo “160BPM”, disponibile su tutte le piattaforme digitali e accompagnato dal videoclip. La canzone anticipa il suo nuovo album . (punto ndr.), in uscita la prossima settimana, venerdì 17 gennaio 2025. Il disco è disponibile in pre-save e in pre-order a questo link, nei formati vinile e CD. Inoltre, da marzo 2025 avrà inizio il “TOUR .”, che la vedrà calcare i palchi dei club italiani e di sette città europee.


Prodotto da Riva, “160BPM” è un inno travolgente alla cassa dritta: M¥SS KETA ci conduce in un universo sonoro e visivo in cui ambizione e sacrificio si intrecciano. Il brano è una dichiarazione potente e misteriosa, scandita da ritmi serrati e da barre che alternano momenti di riflessione onirica a provocazioni pungenti. “La cassa dritta a “160BPM” punta dritta al cuore, e lo illumina con rivelazioni notturne che si agitano come spettri. In una selva oscura dell’anima, i ricordi premono per venire fuori, le riflessioni si fanno nostalgiche, dalla gola arrivano urla liberatorie: il rito si compie” ha detto la rapper dal volto velato. La traccia, vibrante di anima techno, è una celebrazione del lato più oscuro e seducente della musica elettronica, accompagnata da immagini evocative tra metafore e ignoto.


Nel videoclip, il regista Simone Bozzelli ha concretizzato il dualismo ricorrente in 160BPM: “Ho voluto esplorare il mix provocatorio e d’atmosfera clubbing della musica di M¥SS KETA intrecciandola con l’intimità mite di un centro anziani. Questa collisione di mondi, inizialmente inconciliabili, è nata dalla volontà di mettere gli ospiti del centro anziani di Villa Lazzaroni di fronte all’estraneo, lo sconosciuto, a una musica aliena, chiedendomi cosa sarebbe potuto accadere. Tra stupore e curiosità, si sono aperte nuove dimensioni di libertà. Quello che può sembrare ironia dissacrante, di certo non è mai cinica. Al contrario, ci si mescola a momenti di lirismo inaspettato, lasciando che la leggerezza iniziale si tinga di una sottile inquietudine fino a raggiungere territori inaspettati. L’obiettivo era alternare ironia e tenerezza, energia e malinconia, creando una narrazione visiva che, spero, inviti a scoprire un ritmo personale che si rivela nei contrasti.” L’angelo dall’occhiale da sera e dal volto velato ha fatto il suo ritorno il 25 ottobre con “Vogliono essere me” – primo singolo digitale di questo nuovo progetto discografico, affilato, diretto, viscerale e divertente su un croccante baile funk, con colpo di scena fidget house – e il 15 novembre con “Nevrotika”, un beat incessante e barre al vetriolo che giocano con il glamour, facendo l’occhiolino al rock e al dark side, in un perfetto mix di autoironia, glam estremo e libertà pura. A marzo 2025 partirà il “TOUR .”, prodotto da Thaurus per l’Italia e Buback Tonträger GmbH per l’Europa. Prima tappa il 1° marzo dal Trabendo di Parigi (FR), proseguirà poi il 2 marzo al Melkweg di Amsterdam (NL), il 7 marzo all’Hotel Shanghai di Essen (DE), l’8 marzo all’O2 Academy Islington di Londra (UK), il 12 marzo dal Flex di Vienna (AT), il 14 marzo dall’Im Wizemann di Stoccarda (DE) e il 15 marzo dall’Huxleys di Berlino (DE). Sarà poi la volta dei club italiani, il 5 aprile al Cieloterra di Roma, continuando l’11 aprile al Link di Bologna, il 12 aprile all’Hall di Padova, il 21 aprile all’Eremo di Molfetta (BA), il 24 aprile al Tenax di Firenze, per concludere l’8 maggio all’Alcatraz di Milano.

Cinema, In ultimo di Mario Balsamo il 14 gennaio al Greenwich a Roma

Cinema, In ultimo di Mario Balsamo il 14 gennaio al Greenwich a RomaRoma, 10 gen. (askanews) – Dopo la selezione nel concorso internazionale del 42esimo Torino Film Festival, il film documentario “In ultimo” di Mario Balsamo verrà proiettato il 14 gennaio alle ore 21 a Roma al Cinema Greenwich.


Protagonista del docufilm è il medico palliativista Claudio Ritossa che, con grande empatia, svolge il suo lavoro nell’Hospice Anemos di Torino. Qui, con umanità e dedizione, accompagna i pazienti nel delicato tratto finale della loro vita, alleggerendo il peso dell’imminente dipartita grazie anche al sostegno spirituale che riesce a infondere una lieve serenità. Attraverso lo sguardo del dottor Ritossa, il regista Mario Balsamo esplora il tema della morte come parte integrante del ciclo della vita, in parallelo a quello emblematico delle piante, di cui il medico è appassionato cultore, un’attività che, a ben vedere, rimanda al senso della sua professione. Le piante e gli alberi, all’interno di un solo anno, mostrano (incidenti di percorso compresi) le tappe naturali della vita, esattamente come fanno le diverse età dell’uomo. La narrazione, grazie alle voci dei testimoni, celebra il valore delle cure palliative e si muove all’interno di un dialogo intenso tra i degenti e le persone che li assistono. Ne esce con forza l’importanza di un percorso di consapevolezza e dignità per vivere con pienezza gli ultimi istanti su questa Terra.


“Ho scelto la resilienza, perché l’hospice e le persone che vi lavorano e vi vivono spingono verso tale risoluzione dell’animo – ha spiegato il regista – in quel luogo che accoglie i malati terminali c’è molto di inaspettato, un pieno di cose che ha a che fare proprio con l’esistenza. Lì più che altrove, si percepisce la morte non in contrapposizione alla vita, bensì come sua parte. Se ci si pensa, il termine della Corsa può essere l’occasione per fare un bilancio della propria esperienza terrena: cosa ho fatto di cui sono soddisfatto? Di cosa no? Che lascio alle persone care delle mie azioni, dei miei valori, delle mie conquiste?  Chi lavora all’Anemos di Torino non nasconde le difficoltà di operare in un ambiente così delicato e complesso, però, al contempo, sente di mettere a disposizione dei degenti la possibilità di una pacificazione, per quanto tenue possa essere, con sé stessi e con i propri cari”. “In ultimo”, prodotto dalla casa di produzione La Sarraz, è una coproduzione Italia-Portogallo realizzata con il sostegno di Film Commission Torino Piemonte – Piemonte Doc Film Fund, il fondo di sostegno allo sviluppo e produzione di documentari per il cinema. 

”Lonely Dancers” di Conan Gray il brano più ascoltato nelle radio

”Lonely Dancers” di Conan Gray il brano più ascoltato nelle radioMilano, 9 gen. (askanews) – Con l’inizio del nuovo anno, Conan Gray celebra la pole position nella Top 100 EarOne Airplay Internazionali con “Lonely Dancers”. Posizionandosi al primo posto del report annuale, il singolo contenuto nell’album “Found Heaven”, ottiene il risultato di brano internazionale più ascoltato nelle radio italiane nel 2024.


Conan Gray ha recentemente concluso il suo tour mondiale “Found Heaven On Tour”, con l’ultima data a Londra il 10 novembre 2024, a chiusura della leg europea completamente sold out, portando live sul palco sia i brani del nuovo album sia i successi già apprezzati dai fan. Nell’aprile 2024, l’artista ha pubblicato “Found Heaven”, il suo terzo album in studio che contiene numerose canzoni di successo come “Killing me”, “Winner”, “Never Ending Song” e il brano internazionale più ascoltato nelle radio italiane nel 2024 “Lonely Dancers”.


“Found Heaven” segue la pubblicazione dei progetti che hanno permesso a Conan Gray di debuttare ed emergere nell’industria musicale, “Superache” e “Kid Krow”, quest’ultimo in particolare contenente la nota “Heather”, disco d’oro in Italia.

Per la Giornata della Memoria torna in sala “La zona d’interesse”

Per la Giornata della Memoria torna in sala “La zona d’interesse”Roma, 9 gen. (askanews) – “La zona d’interesse” (The Zone of Interest) di Jonathan Glazer torna in sala il 26, 27, 28 e 29 gennaio per la Giornata della Memoria, dopo il suo percorso costellato di premi – 171 nominations e 61 vinti, tra cui due Premi Oscar (Miglior film internazionale e miglior sonoro), il Gran Premio Speciale della Giuria al Festival di Cannes, tre Bafta, e la più recente designazione di “Film della Critica 2024” da parte del Sindacato Nazionale Critici Cinematografici Italiani.


Definito il miglior film sull’Olocausto dai tempi di Schindler’s List dal Premio Oscar Steven Spielberg e il film del secolo dal Premio Oscar Alfonso Cuarón, celebrato dalla critica che l’ha accolto come “capolavoro geniale”, “capolavoro contemporaneo”, “un’opera ipnotica”, “un film come nessun altro”, “un lungometraggio necessario”, “duro e bellissimo”, “un film imperdibile”, “epocale”. Il film ha saputo infatti, con un sorprendente linguaggio cinematografico potente e innovativo, conquistare un posto nell’immaginario collettivo, varcando i confini del grande schermo per diventare un tema di stringente attualità e di discussione tra i taste maker e gli opinion leader. Un film che è andato oltre il cinema e che ha convogliato riflessioni, spunti di discussione, dibattiti, che hanno investito la politica, la società, la cultura, diventando un vero e proprio cult, un must see.


I Wonder Pictures e Unipol Biografilm Collection, distributori italiani del film, dopo il grande successo di box office dello scorso anno (il film ha totalizzato 4.841.953,89 euro di incasso con 723.008 presenze), hanno deciso di riprogrammare La zona d’interesse per quattro giorni in occasione della Giornata della Memoria, proprio per l’alto valore di testimonianza del film, che rappresenta l’opera chiamata a raccogliere in questo decennio l’eredità dei grandi capolavori del cinema che, da Schindler’s List a Il Pianista, da Train de Vie a La Vita è bella, hanno raccontato una delle pagine più buie della storia del Novecento. Una deliziosa villetta, un giardino paradisiaco e l’agghiacciante serenità di una famiglia che, tra gite in barca e feste in piscina, ignora l’orrore al di là del muro, in uno sconvolgente ritratto della banalità del male. Un capolavoro cinematografico acclarato che porta il tema dell’Olocausto in territori assolutamente finora inesplorati. Reinventando il grande romanzo di Martin Amis, Jonathan Glazer ha realizzato un film epocale sullo Sguardo e sulla percezione soggettiva portando d’un colpo il Cinema avanti di un secolo, con la più pura emozionante ed estrema sperimentazione in termini di stile, visione, linguaggio.


Prodotto da A24 e Extreme Emotions, La zona d’interesse (The Zone of Interest), sarà nelle sale italiane dal 26 al 29 gennaio 2025 distribuito da I Wonder Pictures in collaborazione con Unipol Biografilm Collection.

Look Up il nuovo album di musica country di Ringo Starr

Look Up il nuovo album di musica country di Ringo StarrMilano, 9 gen. (askanews) – Look Up il nuovo album di musica country di Ringo Starr in uscita domani, prodotto e scritto in collaborazione con T Bone Burnett, contiene 11 brani originali registrati quest’anno a Nashville e Los Angeles. Nove degli 11 brani di Look Up sono stati scritti in collaborazione con Burnett, uno da Billy Swan e l’altro scritto da Starr e Bruce Sugar. Ringo ha cantato e suonato la batteria in tutti i brani e ha realizzato il brano di chiusura dell’album, “Thankful”, insieme a Alison Krauss. Burnett ha reclutato alcuni dei più grandi talenti di Nashville per questo progetto, tra cui Billy Strings, Larkin Poe, Lucius, Molly Tuttle e Alison Krauss. La canzone che apre l’album, “Time On My Hands”, scritta da Paul Kennerly e Daniel Tashian (che è anche tra i produttori dell’album insieme a Sugar) e Burnett, è in uscita oggi.


La passione di Starr per la musica country è sempre stata evidente durante tutta la sua prestigiosa carriera. Ha suonato e scritto numerose canzoni country – o con influenze country – sia durante gli anni con i Beatles (ad esempio “Act Naturally”, “What Goes On”, “Don’t Pass Me By”) che con il gruppo precedente Rory Storm and The Hurricanes. Inoltre, il suo secondo album da solista Beaucoups of Blues del 1970 era country. Il suo amore per la musica country e il blues lo ha portato da Londra al Texas quando era ancora un adolescente, dopo aver letto che Lightnin’ Hopkins ha vissuto a Houston. Il nuovo album di Ringo Starr arriva dopo un incontro casuale con Burnett ad un evento a Los Angeles nel 2022 (i due si erano conosciuti negli anni ’70), dove Starr chiede a Burnett di scrivere una canzone per un EP che stava registrando. Prendendo a cuore il compito, Burnett è tornato con nove canzoni, tutte in stile country, che hanno felicemente messo Starr sulla strada giusta per registrare Look Up: il suo primo album country dopo 50 anni e il suo primo album completo dal 2019. “Mi è sempre piaciuta la musica country. E quando ho chiesto a T Bone di scrivermi una canzone, non pensavo nemmeno che sarebbe stata una canzone country, e quando è arrivata era incredibilmente bella”. Ricorda Ringo. “Il quel periodo stavo realizzando degli EP e quindi pensavo che avremmo realizzato un EP country, ma quando mi ha portato nove canzoni ho capito che avremmo dovuto pubblicare un intero album! E sono così contento di averlo fatto. Voglio ringraziare e mandare Peace & Love a T Bone e a tutti i grandi musicisti che hanno contribuito a realizzare questo disco. È stato un piacere farlo e spero sia altrettanto piacevole ascoltarlo”.


“Ho apprezzato Ringo Starr e il suo modo di suonare, di cantare e il suo stile per tutto il tempo che riesco (o che mi interessa) ricordare”, dice Burnett. “Ringo, con il suo approccio creativo è riuscito a cambiare il modo di suonare di ogni batterista, e ha sempre cantato un rockabilly da urlo, oltre a essere un incredibile interprete di ballad. Comporre questa musica con lui è stato come realizzare un sogno che ho vissuto per 60 anni. Nessuno dei lavori che ho prodotto nella mia lunga vita in ambito musicale sarebbe potuto esistere se non fosse stato per lui e la sua band. Tra le altre cose, questo album è un modo per ringraziarlo per tutto quello che ha dato a me e a noi.” Ringo Starr presenterà questa nuova musica a Nashville allo storico Ryman Auditorium il 14 e 15 gennaio 2025.

Ghali è l’artista più ascoltato del 2024 nelle radio italiane

Ghali è l’artista più ascoltato del 2024 nelle radio italianeMilano, 9 gen. (askanews) – Un nuovo straordinario riconoscimento marchia a fuoco il 2024 di Ghali appena concluso: è l’artista più ascoltato dell’anno nelle radio italiane secondo i dati ufficiali di EarOne. Un primato che racconta non solo del suo talento, ma anche della capacità di connettersi con un pubblico trasversale, grazie alla sua poliedricità artistica e all’abilità nello spaziare tra generi e linguaggi. Quello appena trascorso è stato un anno incredibile per Ghali, inaugurato con il suo attesissimo debutto al Festival di Sanremo con “Casa Mia”: il brano si è imposto da subito come un autentico fenomeno, conquistando il pubblico e le classifiche e guadagnandosi il Triplo Disco di Platino. L’estate è stata dominata da “Paprika” (Triplo Disco di Platino), brano fresco e travolgente che ha dominato le radio e le chart estive, simbolo dell’eclettismo musicale di Ghali, capace di miscelare il groove delle hit estive alla raffinatezza del suo stile. Il 2024 è stato una cavalcata di successi anche sul fronte live, segnato dalla catena di sold out del GHALI LIVE 2024, il tour prodotto da Vivo Concerti che l’ha visto tornare nei palasport a distanza di 6 anni dal suo primo Forum di Assago, con show che hanno ridefinito gli standard delle produzioni live italiane. Ma Ghali non si ferma: con l’annuncio del Gran Teatro di Ghali, lo straordinario evento previsto per il 20 settembre 2025 a Fiera Milano Live a coronamento della sua tournée estiva, ha già puntato lo sguardo verso un nuovo capitolo di innovazione musicale e scenica, pronto a stupire ancora. A questi successi si aggiunge il profondo impatto di “Niente Panico” (Warner Music Italy), un singolo che non solo ha scalato le classifiche, ma ha portato con sé un messaggio di forza e resilienza, diventando un inno di amore universale per un’intera generazione. Con un 2025 che si preannuncia altrettanto scintillante, Ghali si prepara a scrivere nuove pagine nella sua carriera, sempre all’insegna della musica e delle emozioni condivise con il suo pubblico.

Parte da Trieste tour nazionale concerto-omaggio a Franco Battiato

Parte da Trieste tour nazionale concerto-omaggio a Franco BattiatoRoma, 9 gen. (askanews) – Dopo il grande successo dell’anteprima assoluta del 3 dicembre scorso al Teatro Olimpico di Roma, il 2 febbraio 2025 prende il via dal Teatro Politeama Rossetti di Trieste il tour nazionale di Voglio Vederti Danzare, la nuova grande produzione musicale dedicata a Franco Battiato, firmata Menti Associate in collaborazione con Good Vibrations Entertainment e la direzione artistica di Rossana Raguseo.


La carriera dell’artista siciliano, indiscusso e indimenticabile Maestro della musica contemporanea italiana, può essere vista come un viaggio continuo e in evoluzione, che attraversa fasi di sperimentazione, pop colto, mistica, classica e spirituale, dimostrando la sua capacità unica di reinventarsi senza mai perdere la sua essenza di artista visionario e ricercatore. E così, Voglio vederti danzare conduce lo spettatore attraverso un coinvolgente percorso musicale attraverso le sue varie stagioni: dalla svolta eclettica dell’Era del cinghiale bianco ai riferimenti letterari di Prospettiva Nevskij, dalla riflessione sulla vita, la spiritualità e la trascendenza, il metodo Gurdjieff per la ricerca del proprio Centro di gravità permanente, ai dervishes turners immortalati nei versi di Voglio vederti danzare e molto altro. Uno spettacolo emotivamente e spiritualmente suggestivo, in cui i tre aspetti fondamentali della natura umana, lo Spirito, l’Amore e l’Anima, si fondono tra note e parole. L’eccezionale accoglienza del pubblico durante l’anteprima romana ha evidenziato il forte impatto emotivo e artistico dello spettacolo, grazie a un perfetto equilibrio tra fedeltà agli arrangiamenti originali e nuove sfumature interpretative che ne hanno esaltato la modernità senza tradire l’essenza del Maestro. Le interpretazioni vocali di David Cuppari e Giorgia Zaccagni hanno saputo trasmettere l’anima più profonda dei capolavori di Battiato, facendo vibrare corde di pura emozione. E ogni brano eseguito ha suscitato entusiasmo per la sua impeccabile resa tecnica, frutto della straordinaria sintonia tra la band formata da Simone Temporali alle tastiere, Antonello Pacioni e Leonardo Guelpa alle chitarre, Glauco Fantini al basso e cori e Mario Luciani alla batteria e l’Orchestra d’archi Roma Sinfonietta, diretta da Giovanni Cernicchiaro, che ha curato gli arrangiamenti insieme a Temporali. A rendere l’esperienza ancora più intensa, il momento di profonda spiritualità creato dalla danza ipnotica dei dervisci rotanti, simbolo di armonia cosmica e trascendenza.


Dopo la data di Trieste il tour, che si avvale del supporto tecnico di Event Group, proseguirà nei maggiori teatri italiani: il 3 febbraio a Mestre (VE), al Teatro Toniolo, il 4 a Napoli al Teatro Acacia, il 6 al Politeama di Genova, il 7 a Milano al Teatro Dal Verme, il 2 marzo all’Auditorium Santa Chiara a Trento, il 3 al Palariviera a San Benedetto del Tronto (AP), il 4 ad Ancona al Teatro delle Muse, il 5 al Teatro Nuovo di Ferrara, il 6 a Piacenza al Teatro Politeama per concludersi il 7 marzo ad Assisi (PG) al Teatro Lyrick.