Pietrasanta in Concerto esplora la “Stravaganza” in musicaRoma, 12 lug. (askanews) – Grande apertura stasera 12 luglio in memoria del compianto direttore d’orchestra giapponese Seiji Ozawa, scomparso il 6 febbraio di quest’anno e mentore della grande violoncellista cinese Jing Zhao, per il festival Pietrasanta in Concerto, fondato e diretto dalla star del violino Michael Guttman, con un ricco programma di trascrizioni del violoncellista spagnolo Mario Villuendas da Bruch, Bach, Rachmaninov, Shostakovich e Sarasate.
Sul palco l’eccellente Brussels Chamber Orchestra, con Guttman in doppia veste di violinista e direttore, la stessa Jing Zhao al violoncello ed il giovane e già stimatissimo vincitore del 56esimo Premio Paganini, Giuseppe Gibboni. Si conferma dunque, come da 18 anni, una rassegna che racconta il cenacolo amicale ed artistico di uno dei musicisti più stimati ed eclettici degli ultimi decenni, salotto musicale cresciuto con Martha Argerich e Salvatore Accardo, oggi luogo di esplorazione di repertori inediti da parte dei massimi cameristi viventi nell’assoluta informalità, raccolta ed intima, della ‘Piccola Atene’ della Versilia.
Senza dimenticare il continuo dialogo con le arti visive contemporanee grazie alla comunità di grandi artisti da sempre residenti a Pietrasanta, e quest’anno rappresentate dalla mostra del celebre scultore sudcoreano Eun Sun Park e da un’originale monografica collettiva dedicata alla rivisitazione in arte del violino commissionata dallo stesso Guttman ad oltre quaranta artisti da tutto il mondo. “Il festival nasce dallo spirito del luogo, il Chiostro di Sant’Agostino, dalla sua acustica speciale, perfetta per la musica da camera e di estrema godibilità per il ristretto pubblico di sole 320 persone” racconta Guttman, ex enfant prodige ammesso in Conservatorio a soli 10 anni e oggi tra i più importanti violinisti a livello mondiale: di formazione strettamente classica, dopo l’incontro con Astor Piazzolla, è diventato attento esploratore di tutte le aree di confine tra folk e musica colta, come dimostra da anni nel suo festival toscano ed anche in questa edizione.
Giunto a Pietrasanta 22 anni fa inseguendo la sua passione personale per l’arte contemporanea, frequentando le gallerie del borgo e gli artisti lì residenti fra cui Botero, scopre la vocazione musicale dei chiostri e delle piazze della capitale rinascimentale del marmo, e pochi anni dopo vi fonda il festival, la cui storia racconta quasi un compendio della vita professionale di Guttman, giacchè Pietrasanta in Concerto diventa subito il salotto estivo delle amicizie e collaborazioni in musica del grande artista belga, un luogo antico, intimo, lontano dalla folla della riviera in cui incontrarsi e sperimentare coi ritmi e modi di una vera villeggiatura artistica. Il trecentesco Chiostro di Sant’Agostino, cuore del festival quest’anno verrà dedicato da Guttman alla stravaganza in musica, grazie a un programma che esplora i legami segreti e sottili tra il grande repertorio classico, contemporaneo, romantico fino al Barocco, e il mondo sonoro del folk gipsy, irlandese, armeno, spagnolo, con incursioni a Gerusalemme e Vienna, momenti di tango, trascrizioni inedite, il tutto nelle dita di artisti del calibro di Maxim Vengerov, Roby Lakatos, Aleksei Igudesman, qui anche in veste di compositore, Daniel Hope, Giuseppe Gibboni, Maria Solozobova, solo per citare l’impressionante parata di grandi violinisti in città in soli 10 giorni.
Il concerto di apertura venerdì 12 luglio prevede un’intrigante serie di trascrizioni da Bach a Rachmaninov realizzate proprio per Pietrasanta dal grande violoncellista spagnolo Mario Villuendas, figlio d’arte del celebre violinista Manuel Villuendas, colonna portante della musica spagnola e primo trascrittore in famiglia. Grande amico del festival da anni, Villuendas è anche uno storico collaboratore della Brussels Chamber Orchestra, che diretta da Guttman nel doppio ruolo di violinista e maestro concertatore, si unirà ed alternerà ai virtuosi Giuseppe Gibboni – violinista che per primo ha riportato il prestigioso Premio Paganini in Italia dopo 24 anni di assenza – e alla violoncellista Jing Zhao, sempre in formazione variabile come da tradizione del Festival. Nei giorni a seguire a fianco dell’orchestra residente si potranno poi godere due dei quartetti più importanti del panorama internazionale, il Jerusalem e il berlinese Michelangelo, oltre a pianisti come Polina Osetimskaia, Matan Porat, Alexander Melnikov and Olga Domnina. Senza dimenticare che Jing Zhao porterà poi nel borgo l’affascinante Lulu Wang, virtuosa sempre cinese di Bayan, la tradizionale fisarmonica russa, ma anche Pierre Genisson che Guttman definisce “the wizard of the clarinet” per il suo straordinario ed eclettico iper-virtuosismo, il mago della chitarra Artyom Dervoed e Lucy Landymore, maestra di vibrafono. Spicca nel Grand Tour in musica disegnato da Guttman la serata dedicata al talento armeno, paese che “Con Corea e Finlandia rappresenta oggi la più imponente fucina di nuovi talenti grazie ad una passione bruciante che anima tutti gli strati della società, dalle città ai più remoti e poveri villaggi di montagna. Un paese che ha tanto sofferto e che è rimasto a lungo nascosto oltre la cortina sovietica ma che oggi può essere riscoperto e che sta regalando al mondo una nuova generazione di musicisti straordinari”. Pietrasanta in Concerto si conferma quindi anche quest’anno un luogo di ‘gioco’ per grandissimi musicisti alla ricerca di percorsi inediti, rari, nascosti nelle pieghe della storia, che difficilmente potrebbero trovare posto nella normale routine concertistica delle star internazionali, ma che nel borgo che fu di Michelangelo, ritrovano quella libertà espressiva che invita alla sperimentazione del nuovo. Il programma completo del festival sul sito pietrasantainconcerto.com/it (Photo credit: B.Rosenberg)