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Alla Iuc di Roma Il Viaggio d’Amore con Arianna Savall

Alla Iuc di Roma Il Viaggio d’Amore con Arianna SavallRoma, 25 nov. (askanews) – Arianna Savall raccoglie con meritato successo l’eredità artistica del padre Jordi e debutta a Roma domani alle 20.30 nell’ambito della programmazione dell’Istituzione Universitaria dei Concerti (Iuc) di Roma con “Il Viaggio d’Amore” assieme al suo ensemble Hirundo Maris nella cui formazione, accanto a chitarra, contrabbasso e percussioni, confluisce una particolare selezione di strumenti: l’arpa tripla barocca, inventata come tale in Italia ai tempi di Monteverdi, prima di arrivare attraverso la corte di Francia fino in Inghilterra, dove fu molto apprezzata non solo da Re Carlo I ma anche dai musicisti popolari scozzesi e irlandesi; il mandolino, strumento la cui origine risale al Seicento in Italia, che ha raccolto grande successo sia in ambito classico che popolare e che continua ad essere utilizzato in vari generi musicali, dalla musica folk alla musica classica contemporanea; l’hardingfele, strumento emblematico della musica popolare norvegese che oltre alle quattro corde sfregate presenta delle corde “simpatiche”.


Partendo dall’assunzione che la musica antica nasce nel momento in cui è stata cantata e interpretata, ma si rivela nel momento in cui viene ascoltata, Arianna Savall e Petter Udland Johansen ci propongono un viaggio incentrato sulle musiche d’amore di tradizione popolare europea durante il Rinascimento e il Barocco. Un viaggio d’amore quindi attraverso secoli e terre, cantando canzoni d’amore come se fra loro e noi non ci fossero confini di tempo e spazio. Così facendo la vera sfida diventa integrare le canzoni antiche con altre, nuove e composte dagli artisti stessi ma che si rifanno alla tradizione. Per comunicare con forza e passione, l’importanza attuale della musica antica. Il viaggio tocca paesi come la Spagna, l’Inghilterra, l’Irlanda, l’Italia, la Catalogna, la Francia, la Norvegia e la Svizzera, per chiudere con il Cile. Ricchissimo il programma che annovera fra gli autori John Dowland, Claudio Monteverdi, G.G. Kapsberger, Henry Le Bally, fino alla cilena Violeta Parra e alla sua iconica Gracias a la Vida.


“Sono molto felice di esibirmi – ha spiegato Arianna Savall – con il nostro ensemble Hirundo Maris che quest’anno celebra il 15esimo anniversario dalla nascita, nella bellissima città di Roma, luogo pieno di storia e musica. A Roma mi sono già esibita varie volte, anche con i miei genitori tanti anni fa, ma sarà la prima volta con questo ensemble. E per quest’occasione abbiamo scelto un programma che è un viaggio d’amore nel periodo del Rinascimento e Barocco, con musiche di John Dowland, Claudio Monterverdi, G. Kapsberger, danze spagnole, canti antichi dalla Norvegia e dalla Catalogna. Saremo in quintetto, con mio marito Petter U. Johansen che è norvegese, Michal Nagy dalla Polonia, Miquel Angel Cordero e David Mayoral dalla Spagna; nel nostro ensemble si uniscono e mescolano molte tradizioni europee e questo lo rende molto ricco e dinamico. Abbiamo davvero voglia di incontrare il pubblico di Roma e condividere questo prezioso viaggio con tutti voi!” Nata a Basilea (Svizzera) nel 1972 nel seno d’una famiglia di musicisti catalani, Arianna Savall Figueras ha suonato e cantato in Europa, Scandinavia, Stati Uniti, Sudamerica, Australia, Giappone, Nuova Zelanda e Israele. Nel 2009, insieme al suo compagno, il norvegese Petter Udland Johansen, ha creato il complesso Hirundo Maris, specializzato in musica antica e nuova creazione musicale. Il nucleo creativo è costituito dalla musica mediterranea e nordica, frutto di un ampio lavoro di collaborazione, e come questo uccello migratore, si ritrovano le strade del mare e la musica che fin da tempi remoti uniscono i paesi scandinavi alla penisola iberica.

Torna “Vincenzo Malinconico, avvocato d’insuccesso”

Torna “Vincenzo Malinconico, avvocato d’insuccesso”Roma, 25 nov. (askanews) – Torna “Vincenzo Malinconico, avvocato d’inseccesso”, in onda da domenica 1° dicembre in prima serata su Rai 1. In questa nuova serie, che si articola in quattro episodi da 100 minuti, Malinconico (interpretato da Massimiliano Gallo) è ancora alle prese con le contraddizioni della legge italiana e del suo stesso cuore. Dopo una grossa batosta accusata nella prima stagione, Malinconico – nomen omen – sembra infatti essersi arreso all’idea che non capirà mai nulla dell’amore e della vita e che forse è meglio smetterla di farsi tante illusioni. In fondo sta per diventare nonno, con le donne ha chiuso e la sua carriera di avvocato non decollerà mai. Ma è davvero così?


In realtà, una nuova proposta di lavoro potrebbe riaccendere in Malinconico il desiderio di affermarsi e di aiutare chi ne ha più bisogno, grazie ai suoi metodi poco ortodossi da avvocato-psicologo, supportato occasionalmente da amici poco raccomandabili, ma di buon cuore, come Tricarico. Non è però l’unica novità: a Salerno c’è una nuova giornalista, Clelia Cusati, una donna che non si fa mettere i piedi in testa da nessuno. Proprio con lei, Malinconico si troverà a dover collaborare alla risoluzione di un caso particolarmente spinoso, che li unirà nonostante le loro palesi differenze. Anche in casa Malinconico soffierà forte il vento del cambiamento, sebbene certe cose non cambino mai, come la complicata famiglia di Vincenzo, composta dalla ex moglie Nives, che sembra determinata a volerselo riprendere, dai figli Alagia e Alf che, per motivi diversi, rappresentano sempre una sfida, e dalla suocera Assunta, in via di guarigione dopo una lunga malattia. In questa seconda stagione, Malinconico si troverà davanti a nuovi casi che talvolta lo coinvolgeranno in prima persona. Aiutato dal fido Tricarico e dalla fiera Clelia, cercherà quindi di giostrarsi in mille acrobazie, tra le complicazioni della vita e dell’animo umano, senza combinare troppi guai e cercando di capire, in fondo, quali sono “i valori che contano”. La seconda stagione di “Vincenzo Malinconico, avvocato d’insuccesso” – tratta dai romanzi “I valori che contano”, “Sono felice, dove ho sbagliato?” e dal racconto “Patrocinio gratuito” di Diego De Silva, editi da Einaudi – è coprodotta da Rai Fiction e Viola Film. Scritta da Diego De Silva, Massimo Reale, Pierpaolo Piciarelli, Gualtiero Rosella, Paola Mammini, Luca Miniero. Con Giulia Bevilacqua, Francesco Di Leva, Teresa Saponangelo, Luca Gallone, Paola Minaccioni, Lina Sastri. Regia di Luca Miniero.


La seconda stagione di “Vincenzo Malinconico, avvocato d’insuccesso” conserva i medesimi ingredienti della prima, seppur allargando il suo sguardo verso un racconto più corale ed emotivo: le vicende, i problemi e le emozioni dei personaggi della precedente stagione si intrecciano e si svelano intimamente. In questa seconda edizione viene riservata una attenzione particolare all’emotività, che anima le storie che si susseguono all’interno del filone narrativo già noto dai romanzi di Diego De Silva. Questa versione televisiva arricchisce l’intreccio della trama dei romanzi, offrendo ai protagonisti dell’universo di Malinconico un palcoscenico nuovo fatto di nuovi personaggi e nuove ambientazioni. Nella nuova edizione, Salerno presta tutta la sua bellezza e originalità non solo attraverso gli ambienti esterni, e il Sud, con tutti i suoi sapori e colori, è raccontato in una chiave nuova e inedita. Una particolare attenzione alla fotografia, grazie al raffinato contributo di Francesco Di Pierro, alle scenografie di Francesca Passadore, i costumi di Eleonora Rella, unitamente alla recitazione degli attori fanno il resto.

Anna l’artista più ascoltata dell’anno nel 2025 arriva nei Palasport

Anna l’artista più ascoltata dell’anno nel 2025 arriva nei PalasportMilano, 25 nov. (askanews) – Dopo il successo del suo primo tour nei club interamente sold out – che la vede protagonista con la sua incontenibile energia e che si concluderà il prossimo 1º dicembre a Roma – Anna si prepara a conquistare i palchi dei palasport delle principali città italiane con otto date a novembre 2025 con Vera Baddie Tour 2025.


Dopo la data zero domenica 16 novembre 2025 al PalaUnical di Mantova, il tour – prodotto da Vivo Concerti – farà tappa sabato 22 novembre 2025 all’Unipol Forum di Milano, mercoledì 26 novembre 2025 all’Unipol Arena di Bologna, venerdì 28 novembre 2025 al Mandela Forum di Firenze, domenica 30 novembre 2025 al Palapartenope di Napoli, martedì 2 dicembre 2025 al Palazzo dello Sport di Roma, giovedì 4 dicembre 2025 alla Kioene Arena di Padova e si concluderà sabato 6 dicembre 2025 all’Inalpi Arena di Torino. I biglietti per le nuove date di Vera Baddie Tour 2025 saranno disponibili online su www.vivoconcerti.com da martedì 26 novembre 2024 alle ore 14:00 e in tutti i punti vendita autorizzati da domenica 1 dicembre 2024 ore 11:00.


Anna è l’artista femminile più ascoltata dell’anno: con la sua musica ha totalizzato 6 miliardi di stream, oltre 4 milioni di copie certificate in Italia, 39 dischi di Platino e 8 dischi d’Oro. Un fenomeno senza precedenti che ha conquistato un’intera generazione, a colpi di hit e date sold out che l’hanno vista protagonista in estate nei principali festival e in autunno con il suo primo club tour. L’album “Vera Baddie”, scritto interamente da Anna, è stato un terremoto nella scena musicale italiana, diventando un fenomeno culturale e social attraverso la figura della “baddie”, ovvero il ritratto di una ragazza di oggi indipendente, promotrice del “self-empowerment”, dolce, conscia delle proprie fragilità e difetti che sa tramutare in punti di forza, impenitente, libera e senza censure. “Vera Baddie” è certificato doppio disco di platino e tutti i suoi brani si sono rivelati delle vere e proprie hit, virali sulle piattaforme digitali e sui social: il lead single “30°C” (3xPlatino), per due settimane al n.1 della classifica radio quest’estate nonché il brano rimasto più a lungo alla prima posizione quest’anno su Spotify, la hit “TT LE GIRLZ” con Niky Savage (2xPlatino), “BBE” con Lazza (2xPlatino), “I Love It” con Artie5ive (Platino), “Una tipa come me” (Oro), “Tonight” (Oro), che ha raggiunto la n.2 nella classifica EarOne delle canzoni più trasmesse dalle radio, “Hello Kitty” con Silly Elly (Oro), “ABC” (Oro) con Tony Boy & ThaSup, “Bikini” con Guè (Oro) e “Vieni dalla Baddie (Interlude)” (Oro).


Nel week-end di pubblicazione, il disco ha debuttato alla #3 nella classifica mondiale degli album su Spotify (risultando anche il disco più ascoltato di una rapper in tutto il globo). Inoltre, ANNA grazie all’album ha battuto due record importanti: quello delle 9 settimane consecutive alla #1 della classifica album (FIMI/GFK) che non succedeva dal 2008 ad un’artista femminile e quello di avere contemporaneamente l’album e il singolo alla prima posizione delle rispettive due classifiche (non succedeva dal 2015 con Adele, che regnava nel nostro Paese con l’album “25” e la hit “Hello” entrambi al primo posto). È, infine, l’artista donna con più brani andati alla #1 della classifica singoli (FIMI/GFK) in questo decennio (“Bando”, “Cookies N’ Cream” con Guè & Sfera Ebbasta, “EVERYDAY” con Takagi & Ketra, Shiva e Geolier e “30°C”). Anna è stata premiata dalla testata Billboard Italia come “Donna dell’Anno” e il prossimo anno sarà ai “Billboard Women In Music Awards” a Los Angeles accanto alle più grandi star internazionali per ricevere il premio “Global Force”.

Cinema, Jolie: l’incontro con Baricco e l’urgenza di “Without Blood”

Cinema, Jolie: l’incontro con Baricco e l’urgenza di “Without Blood”Roma, 24 nov. (askanews) – Angelina Jolie è arrivata al 42esimo Torino Film Festival per presentare in anteprima il suo nuovo film, “Without Blood”, che ha scritto, diretto e prodotto. Con lei c’era anche Alessandro Baricco, dal cui bestseller “Senza sangue” è tratto il film. Lo scrittore le ha consegnato il riconoscimento Stella del Mole con cui il festival l’ha omaggiata, prima dell’anteprima aperta al pubblico.


Jolie ha detto di essere una grande fan di Baricco e del suo modo di scrivere molto cinematografico e di essere rimasta affascinata dal libro letto circa otto anni fa. “Ho ritenuto fosse uno studio sull’umanità, sui rapporti umani e una discussione necessaria più che mai oggi e ho fatto il possibile per adattarlo cercando di essere fedele all’originale; mi sono avvicinata con grande umiltà, ho cercato di ascoltare le pagine e di entrare nella mente di Alessandro Baricco”, ha detto. Il film, girato in Italia, e con protaginisti Salma Hayek Pinault e Demián Bichir, è ambientato in un non luogo, all’indomani di un generico conflitto, ed esplora verità universali sulla guerra, il trauma, la memoria e la guarigione. Secondo l’attrice, alla sua quinta regia, la storia raccontata nel libro “è un viaggio per riflettere sulla complessità dell’essere umano e sulla capacità di ascoltarci. Oggi – ha affermato – il problema è l’incapacità di sederci a una tavolo e trattare e il film aiuta a riflettere sul saper stare insieme”.


Jolie ha detto di interessarsi a storie forti: “Trovo che una persona che ha sofferto di più abbia una maggior comprensione della vita, dell’amore, una maggior profondità, e penso ad esempio alle famiglie di rifugiati; io credo che, chi è stato privato di tante cose, abbia tanto da insegnarci”, ha aggiunto. Rispondendo poi a una domanda sulla violenza contro le donne, in vista della Giornata mondiale il 25 novembre, ha dichiarato: “Non riguarda solo loro, vediamo violenze ogni giorno ma certo le donne e le ragazze sono più esposte a violenze e abusi e la situazione peggiora, guardiamo ad esempio all’Afghanistan”. “La violenza ormai è purtroppo quasi normalizzata – ha detto ancora – vediamo stupri, omicidi, orrori ogni giorno, vorrei smettessimo di parlare come se non sapessimo che è inumano ed è qualcosa che va contrastato a tutti i costi. Sappiamo che è sbagliato ma dobbiamo chiederci come possiamo opporci a coloro che sono così ignoranti e violenti, concentrarci sullo stare insieme, sulla solidarietà e protezione reciproca”.


Alessandro Baricco si è detto onorato dalla scelta di Jolie di fare un film dal suo libro, ha parlato di una piccola “magia” e ha raccontato: “Mi ha scritto una mail, ed è come se ti scrivesse Jessica Rabbit o Topolino, una lettera che forse è il testo più bello su ‘Senza Sangue’ che io abbia mai letto e la conservo gelosamente. Poi mi ha invitata a Los Angeles e mi ha cucinato degli spaghetti non male, abbiamo parlato del libro, e da lì in poi lei è andata per la sua strada. Ho capito che vedeva quello che vedevo io e sarebbe stato tutto semplice”. Per lo scrittere fare un film da questo libro, in modo fedele, è stato un gesto coraggioso. “Confesso – ha concluso – che guardandolo ho provato l’emozione più forte mai provata vedendo un film da un mio libro”.

Cinema, Stone al TFF: Usa come un adolescente arrogante e ignorante

Cinema, Stone al TFF: Usa come un adolescente arrogante e ignoranteTorino, 24 nov. (askanews) – Domenica ricca di star al Torino Film Festival, tra cui Sharon Stone che dopo aver ricevuto il premio Stella della Mole nella serata d’apertura, presenta al pubblico “The Quick and the Dead” (Pronti a morire) di Sam Raimi, nella sezione Zibaldone del festival, film che ha anche prodotto.


Rispondendo a una domanda in conferenza stampa in vista della giornata mondiale contro la violenza sulle donne (il 25 novembre), ha dichiarato che è “importante iniziare a chiedersi chi scegliamo come governanti” con un chiaro riferimento all’attualità e alla politica Usa. “L’Italia ha conosciuto il fascismo, ha vissuto e ha provato cosa vuol dire – ha detto -l’America in questo senso è come un adolescente, un adolescente arrogante e ignorante, non sa cosa vuol dire; gli americani non viaggiano, molti non hanno il passaporto…, vivono nella loro ingenuità. Io voglio dire che il solo modo per affrontare questo problema è aiutarsi a vicenda: le donne devono aiutare le donne, gli uomini per bene devono aiutare e essere consapevoli che molti di loro non sono bravi uomini”, aggiungendo che bisogna smettere di far finta di niente e ricordando che ancora oggi “se per gli uomini il killer numero uno è un attacco di cuore, per le donne purtroppo il killer numero uno è ancora un uomo”. Stone, bellissima ed elegante, arrivata con abito nero e cappotto panna abbinato agli stivali, in attesa di introdurre il film al pubblico ha raccontato quanto si è divertita nelle vesti di produttrice di “Pronti a morire”, oltre che interprete nei panni di una pistolera pronta a tutto, anche perché fu lei a volere fortemente il giovanissimo Leonardo DiCaprio nel cast, accanto a Gene Hackman e Russell Crowe, tra gli altri.


Inoltre, ha parlato del suo grande amore per l’Italia: “Ho iniziato la mia carriera da modella in Italia, a Milano, ho avuto un fidanzato italiano e amo l’Italia, ma chi non la ama ha detto – io torno qui quando posso, ho portato qui i miei figli da piccoli, ho sempre voluto che conoscessero la cultura italiana”. Dalla pandemia l’attrice ha iniziato a coltivare la sua passione per la pittura e ha anticipato che tornerà a Torino anche per esporre le sue opere. Attrice, produttrice, modella, scrittrice e ora anche pittrice, Sharon Stone ha affermato che “al giorno d’oggi in cui abbiamo così tante idee diverse su noi stessi e ci sono così tanti conflitti, credo che la chiave sia comunicare in modo onesto e l’arte è il modo più bello per esprimersi, far arrivare i propri sentimenti ed emozioni. Pensiamo molto a come possiamo cambiare le società capitaliste ma ci dimentichiamo che un tempo c’erano i re, ogni cosa può cambiare se le persone esprimono cosa provano con qualsiasi forma d’arte”.


Infine, Stone ha detto che a fine anni ’90 e primi anni duemila aveva pensato alla regia ma “vedendo tante resistenze per le donne che dirigono film ho sentito che la mia intelligenza era sprecata a cercare di convincere gli studios a farmelo fare”. “C’era resistenza a dare potere alle donne così come al fatto che io potessi avere potere”, ha aggiunto.

Cinema, al TFF primo film di Gianluca Minucci: un monito all’Europa

Cinema, al TFF primo film di Gianluca Minucci: un monito all’EuropaTorino, 24 nov. (askanews) – Presentato in Concorso al 42esimo Torino Film Festival, “Europa Centrale”, opera prima di Gianluca Minucci. Un dramma ambientato nel 1940 che racconta il viaggio in treno di una coppia di comunisti che devono portare a termine una missione segreta affidatagli dal Comintern, nascondendosi dai fascisti. Un film claustrofobico, pervaso da un senso di angoscia, tra tradimenti e atmosfere cupissime, dove la violenza è fisica e psicologica e non c’è umanità.


Il regista, alla sua opera prima, ha detto ad askanews di aver voluto fare questo film quasi come un monito all’Europa di oggi, per mostrare “la pericolosità di aderire a certe ideologie e di perdere qualsiasi occhio critico nei confronti di certe fedi politiche”. Inoltre, ha spiegato Minucci, “volevamo fare un film profondamente diverso, nella forma e nel linguaggio, per la regia espressionista ma anche per la recitazione, l’intento era fare una seduta psicoanalitica personale del Novecento”, ha raccontato. In “Europa Centrale”, i protagonisti, interpretati da Paolo Pierobon, Tommaso Ragno, Catherine Bertoni de Laet, Matilde Vigna, Levente Molnar e Angelica Kazankova, si muovono sempre all’interno di un treno, tra scompartimenti e corridoi, aumentando la sensazione di claustrofobia. Il film è stato girato esclusivamente all’interno del Museo dei Treni di Budapest, in carrozze originali anni ’20 e ’30, dove gli attori vengono ripresi spesso in primo piano e tutto è molto teatrale.


“È un film profondamente mentale, psicotico e paranoide – ha spiegato ancora il regista – era fondamentale stare sui primi piani degli attori”. La colonna sonora originale è stata realizzata da Zbigniew Preisner, famoso per essere uno storico collaboratore del regista Krzysztof Kieslowski. “È un coro che non va solo a commento ma dialoga – ha affermato Minucci – quindi momenti del coro si inframmezzano con le battute degli gli attori, tutto l’impianto è squisitamente teatrale”. Un film che il regista ha raccontato di aver voluto fare per una sua esigenza personale, molto legata all’attualità: “Gli scontri ideologici, le fedi politiche sono purtroppo più forti che mai e credo che il bisogno di fare questo film sia nato dal vivere quotidianamente, anche sulla mia pelle, quello che sta accadendo”.

Cinema, al Torino Film Festival è il giorno di Angelina Jolie

Cinema, al Torino Film Festival è il giorno di Angelina JolieRoma, 24 nov. (askanews) – Al Torino Film Festival oggi è il gran giorno di Angelina Jolie. La superstar statunitense, annunciata all’ultimo momento tra i big di questa 42esima edizione, è attesa per presentare il suo nuovo film da regista “Without Blood”, che ha anche scritto e prodotto.


Il film è tratto da “Senza sangue” di Alessandro Baricco e lo scrittore sarà presente con Jolie alla presentazione ufficiale alle ore 17 al Cinema Ideal di Torino. I biglietti sono andati a ruba in poche ore dalla loro messa in vendita. Jolie è solo una delle tante star arrivate al festival torinese, che ha già visto sfilare tra gli altri Ron Howard, Sharon Stone, Matthew Broderick accompagnato dalla moglie Sarah Jessica Parker e Rosario Dawson.

Cinema, al Torino Film Industry incontro su doppiaggio, IA e sfide

Cinema, al Torino Film Industry incontro su doppiaggio, IA e sfideTorino, 23 nov. (askanews) – Nell’ambito del Torino Film Industry (organizzato in collaborazione con Torino Piemonte Film Commission), al Circolo dei Lettori si è svolto l’incontro “La figura del doppiatore, tra Intelligenza Artificiale, nuove sfide e tradizione” che ha visto protagonista l’ANAD – Associazione Nazionale Attori Doppiatori insieme ad O.D.S. storica società di doppiaggio torinese. Un momento di confronto per interrogarsi su cosa sia il doppiaggio oggi, perché alcuni lo definiscono un mestiere in pericolo nonostante la forte espansione degli ultimi anni, e le nuove sfide e criticità legate all’Intelligenza Artificiale e il machine learning.


Ad animare questo dibattito sono intervenuti tra gli altri Daniele Giuliani, presidente di ANAD e voce italiana di Paura in Inside Out 2 e di Jon Snow de Il Trono di Spade; Ilaria Latini, doppiatrice del canarino Titti nei Looney Tunes e voce di attrici quali Katie Holmes in Dawson’s Creek, Amy Adams in L’uomo d’acciaio, Come d’incanto, Arrival e Hayley Atwell in Captain America e Mission: Impossible – Dead Reckoning; Flavio Aquilone, la voce italiana del Draco Malfoy di Tom Felton nella saga di Harry Potter, di Zac Efron da High School Musical a The Greatest Showman, di Light Yagami nell’anime Death Note. Flavio Aquilone, classe 1990, doppiatore da quando aveva quattro anni ha detto: “Il doppiaggio è un lavoro in continua evoluzione. Gli anni ’80 e ’90 hanno segnato un periodo di passaggio importante perché l’arrivo delle nuove tecnologie ha decretato unaumento significativo della produttività. Quello che prima di faceva in poco tempo è stato velocizzato raggiungendo tecnicamente livelli eccellenti. Allo stesso tempo però la resa artistica del doppiaggio, in alcuni casi, è stata compromessa. Dal 2015, con l’arrivo delle piattaforme di streaming, sono cambiate molte cose – ha proseguito Aquilone è arrivato molto più lavoro per noi doppiatori perché si sono triplicati i clienti, segnando una grande espansione del doppiaggio. Le piattaforme hanno iniziato a editare gli stessi prodotti in tante lingue diverse e, a seconda del Paese, il lavoro veniva fatto in maniera diversa”.


Proprio in questa direzione l’ANAD (nata negli anni ’80 per salvaguardare il mestiere e incentivare la qualificazione professionale) è diventata membro di UVA – United Voice Artists, la prima confederazione mondiale che raccoglie tutte le Associazioni di categoria operanti fuori dall’Italia. “Abbiamo scoperto che ci sono Associazioni gemelle all’ANAD in Paesi dove non pensavamo neppure che si editassero i film” – ha spiegato Aquilone – “e avere un contatto diretto con loro è uno strumento importantissimo perché ci aiuta a capire le differenze strutturali del nostro lavoro in altri luoghi e a creare un fronte comune per trovare soluzioni alle minacce e criticità legate all’AI”. ANAD che ha permesso di rendere concreta la collaborazione con le maggiori Major. Dallo scorso 17 giugno, infatti, gli attori doppiatori hanno un nuovo strumento a salvaguardia della propria voce: la presenza di clausole contrattuali specifiche nelle cessioni diritti prodotte da tutte le Major che tutela i lavoratori dall’utilizzo incontrollato e non concordato delle loro voci.


Ilaria Latini, nel mondo del doppiaggio dall’età di quattro anni, ha riportato l’attenzione sul significato che sta alla base del doppiaggio: “Tradurre un’opera vuol dire accrescerne il valore, vuol dire prendere parte alla sua creazione, riportandola nella propria lingua e nella propria cultura. Noi cerchiamo sempre di rispettare il più possibile quello c’è stato fatto e pensato da chi l’ha creata e dagli stessi attori originali, con un profondo lavoro di creazione ed empatia allo stesso tempo”. L’incontro è entrato poi nel vivo sul tema dell’Intelligenza Artificiale, un argomento che desta molta preoccupazione nel settore e ne chiede con urgenza una regolamentazione a livello mondiale perché il rischio è che il doppiaggio di un film o una serie risulti meno empatico e non riesca a restituire le emozioni in modo credibile. “Il settore del doppiaggio è stato sempre aperto all’evoluzione tecnologica – ha spiegato Daniele Giuliani, presidente di ANAD dal 2020 e anche lui doppiatore da quando era bambino. Noi oggi lavoriamo con il Pro Tools che è uno strumento meraviglioso che consente di fare qualunque cosa con le incisioni dei nostri doppiatori; ma non ci dobbiamo dimenticare che la scelta alla base che determina l’uso di questo strumento è sempre una scelta umana. Con l’ANAD stiamo portando avanti in questi anni un confronto con le Istituzioni italiane ma non solo, un anno fa abbiamo portato queste questioni all’attenzione anche della Commissione europea, perché le Istituzioni sono chiamate a tutelare le forme artistiche – ha proseguito Giuliani”.


“Oggi il vero tema – cha concluso il presidente di ANAD – è che le grandi società pensano che con l’Intelligenza Artificiale possano risparmiare sostituendo il lavoro dei professionisti con il lavoro artificiale. Ma se il pubblico si opponesse a questo uso sbagliato dell’AI sono sicuro che le grandi aziende cambierebbero atteggiamento perché il mercato è fondamentale ed è fortemente influenzato dall’opinione degli spettatori. Quindi il nostro compito è continuare a sensibilizzare il pubblico e far capire che il lavoro umano e artistico hanno un valore che nessun lavoro artificiale potrà mai avere e se ci si innamora di un personaggio di un film o di una serie è anche e soprattutto per alcune piccole sfumature nei suoi movimenti o nella voce, che nessuno strumento digitale sarebbe in grado di riprodurre, perché l’arte è meravigliosa nelle sue imperfezioni”.

Cinema, al 42 TFF presentato “Il corpo”, giallo con Claudia Gerini

Cinema, al 42 TFF presentato “Il corpo”, giallo con Claudia GeriniTorino, 23 nov. (askanews) – Un giallo denso di mistero in cui ogni personaggio sembra aver qualcosa da nascondere e offre un motivo per far dubitare allo spettatore di essere il colpevole. Presentato in anteprima Fuori Concorso al 42esimo Torino Film Festival, “Il Corpo” di Vincenzo Alfieri, che arriverà nelle sale il 28 novembre. Tra ambientazioni cupe, inquadrature particolari, pioggia, rumori e luci spettrali, in una notte l’ispettore interpretato da Giuseppe Battiston deve risolvere il caso della sparizione dall’obitorio del corpo di una’affascinante imprenditrice trovata improvvisamente morta. Tanti potrebbero averla uccisa e avere delle ragioni per far sparire il cadavere, primo tra tutti il marito della donna (Andrea Di Luigi).


Il regista: “Ero sposato da poco quando ho iniziato a parlare del film con il produttore e mi interessava molto indagare le piccole fratture che possono crearsi in un matrimonio, in una chiave dark; a me piace parlare dell’ordinario in chiave straordinaria, attraverso il genere, in questo caso il giallo. Secondo me nella vita non c’è mai un solo binario, il giusto o sbagliato, il bello o il brutto, ci sono tante sfumature e questo film vuole essere un po’ così” ha aggiunto. Nel film Claudia Gerini è la donna di cui sparisce il corpo: “Questa donna eccentrica e a tratti malvagia, imprevedibile che fa cose strane perché è ricca e può comprare tutto e tutti – ha detto l’attrice – c’è tutto un rimando di ambiguità, di diverse nuances di emozioni”.


Anche l’ispettore Battiston si rivela ambiguo e fin dall’inizio sembra avere le idee molto chiare: “È particolare – ha affermato – perché come tutti i personaggi ha un lato oscuro che lo rende particolarmente interessante”. (Il video su www.askanews.it)

Cinema, Ron Howard al 42 TFF: con Eden indago gli istinti più oscuri

Cinema, Ron Howard al 42 TFF: con Eden indago gli istinti più oscuriTorino, 23 nov. (askanews) – Ron Howard ha aperto il 42esimo Torino Film Festival con il suo nuovo film, “Eden”, presentato in anteprima internazionale. La prima al Teatro Regio, è stata preceduta dalla premiazione del regista sul palco che ha ricevuto la Stella della Mole. “È davvero un grande onore essere qui in questa città e ricevere questo premio, ma da regista vedere il mio film proiettato su questo grande schermo e davanti a questo grande pubblico mi rende anche terribilmente nervoso” ha detto.


“Eden”, con un cast stellare che comprende Jude Law, Ana De Armas, Vanessa Kirby, Daniel Bruhl, Sydney Sweeney è il film che Ron Howard voleva fare da 15 anni. Una storia misteriosa che avvolge l’isola di Floreana alle Galapagos. Qui un medico e filosofo tedesco e la sua compagna si trasferiscono nel ’29 dalla Germania, diventando un modello di sopravvivenza e vita migliore a contatto con la natura, tanto da ispirare un’altra coppia a seguire i loro passi, così come un’audace ed egocentrica baronessa disposta a tutto, con al seguito il suo harem. Ma la convivenza difficile e gli istinti umani hanno la meglio, portando al conflitto senza scrupoli e alla tragedia, trasformando profondamente ogni personaggio. “Quando ho scoperto questa storia ero in vacanza con la mia famiglia e abbiamo iniziato a chiederci cosa avremmo fatto al posto di ogni personaggio – ha raccontato il regista – se avremmo ceduto o meno agli istinti più oscuri e questo è ciò che mi ha attratto della storia”.


Un thriller sulla sopravvivenza che porta a interrogarsi sui lati più oscuri di ognuno, con una natura potente e protagonista. Ron Howard ha raccontato di aver capito dopo la pandemia che era il momento giusto per fare questo film proprio perché era sempre più diffusa tra le persone la voglia di interrogarsi sulla propria vita e rimettere tutto in discussione, chiedendosi in quale direzione si stava andando e se verso un futuro migliore. Inoltre, ha detto, “era per me una sfida capire e comprendere cosa accadesse a ognuno di questi personaggi ed entrare in empatia anche con quelli che commettono cose atroci”.


Il grande regista di capolavori “A Beautiful Mind”, “Apollo 13”, “Il Codice da Vinci” ha affermato che fare un film per lui “è un grande viaggio di scoperta”, anche interiore, e ogni volta cerca di capire quale sia la cosa giusta in quel preciso momento storico e che possa dare delle risposte al pubblico. Infine, parlando del boom dei film sulle piattaforme ha detto: “È un processo inarrestabile, ma i festival mi ricordano quanto sia bello e entusiasmante venire e vedere i film tutti insieme e condividerli”.