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Nastri D’Argento, “La Storia” di Archibugi è la Serie dell’anno

Nastri D’Argento, “La Storia” di Archibugi è la Serie dell’annoRoma, 9 mag. (askanews) – “La Storia” di Francesca Archibugi, dal romanzo di Elsa Morante, con Jasmine Trinca, Elio Germano, Asia Argento, i giovani Lorenzo Zurzolo, Francesco Zenga e con Valerio Mastandrea è la Serie dell’anno 2024. Lo hanno annuncianoto i Giornalisti Cinematografici Italiani (SNGCI) che per la quarta volta a Napoli consegneranno i Nastri d’Argento ai titoli vincitori nei generi più seguiti e ai protagonisti più amati dal pubblico. “La Storia” riceverà i premi per la regia di Francesca Archibugi, anche sceneggiatrice, per la sceneggiatura, per la produzione e per i protagonisti sabato primo giugno a Napoli nella serata finale dell’evento dei Giornalisti Cinematografici con la Film Commission Regione Campania, con il sostegno del MiC – Direzione Generale Cinema e audiovisivo, main sponsor SIAE.


Saranno oltre cento i giornalisti cinematografici a votare nei prossimi giorni i migliori tra i titoli finalisti in cinque diversi generi narrativi: Commedia, Crime, Drama, Dramedy e Film Tv. Per ogni serie, con la produzione, regia e sceneggiatura, sarà considerato anche il valore del cast artistico e tecnico nella sua coralità. Come tradizione dei Nastri d’Argento, quattro le cinquine di attrici e attori protagonisti e non che entrano in voto nei prossimi giorni. Saranno scelte anche le icone dell’anno, personalità che hanno siglato la stagione con l’eccellenza e l’originalità delle loro interpretazioni, cui si aggiungeranno i premi per i talenti più giovani.


Con i vincitori scelti dai giornalisti tra i titoli candidati (serie andate in onda su reti e piattaforme dal primo maggio 2023 al 30 aprile 2024), ancora una volta il meglio della serialità sarà protagonista della serata di gala che concluderà l’evento a Palazzo Reale, sul palcoscenico del Teatro di Corte. I 23 titoli in gara selezionati che concorrono nelle cinque categorie (Disney+, Netflix, Paramount+, Prime Video, Rai e Sky) sono, in ordine alfabetico, nella Commedia: “Call My Agent – Italia – seconda stagione”, “Gigolò per caso”, “Non ci resta che il crimine – La serie”, “Questo mondo non mi renderà cattivo”, “Vita da Carlo – seconda stagione”. Nel Crime sono in cinquina “I Bastardi di Pizzofalcone – quarta stagione”, “Il Clandestino – Un investigatore a Milano”, “Il metodo Fenoglio – L’estate fredda”, “Il Re – seconda stagione”, “Monterossi La serie – seconda stagione”. Nel Drama si sfidano “A casa tutti bene – seconda stagione”, “I Leoni di Sicilia, La Lunga Notte” – “La caduta del Duce”, “Supersex”, “Un’Estate Fa”. Nel Dramedy sono candidati “Antonia”, “Doc – Nelle tue mani – terza stagione”, “Studio Battaglia – seconda stagione”, “Un amore”, “Un Professore – seconda stagione”. Tre infine i titoli che concorrono al Nastro d’Argento per il miglior Film Tv: “Margherita delle stelle”, “Napoli milionaria” e “Raul Gardini”.


Nella cinquina delle protagoniste in gara ci sono Giusy Buscemi (Vanina – Un vicequestore a Catania), Miriam Leone (I Leoni di Sicilia), Claudia Pandolfi (Un’Estate Fa, Un Professore), Isabella Ragonese (Il Re), Micaela Ramazzotti (Un amore). Per le non protagoniste concorrono invece Linda Caridi (Supersex), Michela Cescon (Blanca), Ludovica Martino (Vita da Carlo), Ottavia Piccolo (Un amore), Carla Signoris (Monterossi La serie). Per gli attori i protagonisti sono: Stefano Accorsi (Un amore), Alessio Boni (Il metodo Fenoglio – L’estate fredda, La Lunga Notte – La caduta del Duce), Edoardo Leo (Il Clandestino – Un investigatore a Milano), Michele Riondino (I Leoni di Sicilia), Luca Zingaretti (Il Re). Per i non protagonisti Giovanni Ludeno (Le indagini di Lolita Lobosco), Giorgio Marchesi (Studio Battaglia, Vanina – Un vicequestore a Catania), Vincenzo Nemolato (Supersex), Pierpaolo Spollon (Blanca, Doc – Nelle tue mani), Thomas Trabacchi (Studio Battaglia, Un Professore). I Nastri Grandi Serie, sottolinea a nome del Direttivo Nazionale dei Giornalisti Cinematografici la Presidente Laura Delli Colli “continuano, unici nel panorama dei grandi premi istituzionali, a accendere un riflettore sulla produzione che in pochi anni in Italia, come nel mondo, ha cambiato storytelling e pubblico di una serialità che nasce dalla grande professionalità artistica e tecnica del cinema. Un fenomeno che ha reso protagonista l’industria e il talento italiani sul mercato internazionale e che non a caso ha portato i premi per le Serie nella Regione che vanta il fermento più interessante della fiction nazionale, in competizione non solo per la popolarità ma anche per originalità e innovazione”.

Mostra di Venezia, Leone d’Oro alla carriera a Peter Weir

Mostra di Venezia, Leone d’Oro alla carriera a Peter WeirRoma, 9 mag. (askanews) – È stato attribuito a Peter Weir, regista e sceneggiatore australiano (L’attimo fuggente, The Truman Show, Master and Commander), il Leone d’Oro alla carriera della 81esima Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia, che si terrà dal 28 agosto al 7 settembre 2024. La decisione è stata presa dal cda della Biennale di Venezia, che ha fatto propria la proposta del direttore della Mostra Alberto Barbera.


“La Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica della Biennale di Venezia e il suo Leone d’Oro fanno parte dell’immaginario del nostro mestiere – ha dichiarato Peter Weir, nell’accettare la proposta – essere premiati per il lavoro di una vita come registi è un grande onore”. “Con soli 13 film realizzati nell’arco di quarant’anni, Peter Weir si è assicurato un posto nel firmamento dei grandi registi del cinema moderno – ha commentato Barbera – pur nella diversità dei soggetti affrontati, non è difficile rinvenire nel suo cinema, insieme audace, rigoroso e spettacolare, la costante di una sensibilità che gli consente di affrontare tematiche eminentemente moderne, come il fascino per la natura e i suoi misteri, la crisi degli adulti nelle società consumiste, le difficoltà dell’educazione dei giovani alla vita, la tentazione dell’isolamento fisico e culturale, ma anche il richiamo degli slanci avventurosi e l’istinto della salutare ribellione. Celebrando il gusto del racconto e l’innato romanticismo, Weir è riuscito nell’impresa di rafforzare il proprio ruolo nell’establishment hollywoodiano pur rimarcando una distanza piuttosto netta con l’industria del cinema americano. Witness – Il testimone, Mosquito Coast, L’attimo fuggente, Fearless – Senza paura, The Truman Show e Master and Commander sono le tappe principali di un percorso artistico che ha saputo conservare la sua integrità di fondo sin dentro il successo commerciale dei film realizzati” ha aggiunto. Peter Weir, originario di Sydney, Australia, è un regista e sceneggiatore vincitore di due premi Bafta per la regia di The Truman Show (1998) e Master and Commander (2003). Nel 2022 è stato il primo regista australiano a ricevere un Oscar alla carriera. Weir è stato una figura fondamentale nella New Wave del cinema australiano anni ’70.


Nel 1973 ha diretto il suo primo lungometraggio, la commedia horror Le macchine che distrussero Parigi (1974), da lui anche scritto. Ha conquistato un pubblico internazionale con Picnic ad Hanging Rock (1975), seguito da L’ultima onda (1977), per il quale ha anche scritto la sceneggiatura. Il dramma sulla prima guerra mondiale Gli anni spezzati (1981), basato su un soggetto di Weir e interpretato da Mel Gibson, ha vinto otto premi dell’Australian Film Institute e ha consolidato la sua reputazione internazionale. La sua ultima produzione australiana, da lui co-sceneggiata e diretta, è stata Un anno vissuto pericolosamente (1982), un dramma ambientato in Indonesia all’epoca del rovesciamento del presidente Sukarno con protagonisti Mel Gibson e Linda Hunt. Nel 1985 Weir ha diretto il suo primo film hollywoodiano, Witness – Il testimone, un thriller per il quale ha ricevuto la sua prima nomination all’Oscar per la regia oltre a ottenere la statuetta per la migliore sceneggiatura originale e per il montaggio. Ha continuato a ottenere consensi con L’attimo fuggente (1989), dramma ambientato in una scuola maschile negli anni ’50, The Truman Show (1998), favola sulla tirannia dei media, entrambi presentati in anteprima alla Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica della Biennale di Venezia. Weir ha poi diretto Master and Commander (2003), epopea marinara basata sulla serie di Patrick O’Brian e scritta dal regista. Tutti e tre questi ultimi film hanno valso a Weir la nomination all’Oscar come miglior regista. Tra gli altri suoi lavori, vanno ricordati Mosquito Coast (1986), Green Card – Matrimonio di convenienza (1990), Fearless – Senza paura (1993) e The Way Back (2010).

Alice nella città, Matt Dillon presiede giuria concorso Onde Corte

Alice nella città, Matt Dillon presiede giuria concorso Onde CorteRoma, 9 mag. (askanews) – Alice nella città punta sempre più sui cortometraggi alla scoperta di registi emergenti e nuovi talenti. Per l’edizione 2024 rafforza la propria squadra con Christian De Schutte, che sarà responsabile internazionale della sezione dedicata ai corti della prossima edizione del festival, in programma dal 16 al 27 ottobre – parallelamente alla Festa del Cinema di Roma e in sinergia con il MIA (Mercato Internazionale Audiovisivo) – all’Auditorium Parco della Musica, all’Auditorium Conciliazione e al Palazzo Esposizioni.


A presiedere la giuria che assegnerà il premio per il miglior cortometraggio sarà l’attore e regista internazionale Matt Dillon, atteso nei prossimi giorni al Festival di Cannes per presenterà il film biografico “Maria” di Jessica Palud, nel quale interpreta il ruolo di Marlon Brando di cui ricorrono quest’anno i 100 anni dalla nascita. “Vengo a imparare, non a insegnare” aveva dichiarato Matt Dillon che, dopo l’esperienza di presidente di giuria per l’opera prima nel 2016, torna ad Alice nella città in un’edizione che ancora più che in passato punterà sul mondo dei cortometraggi. Dal 16 al 18 ottobre si terrà la seconda edizione degli Short Film Days, spazio di networking ospitato a Palazzo delle Esposizioni e dedicato al cinema breve, settore industriale dinamico, giovane e variegato, passerella privilegiata per i talenti emergenti prima dell’esordio nel lungometraggio.


Quello dei cortometraggi è un settore che nasce con una vocazione fortemente internazionale perché la principale forma di circuitazione avviene nei festival. Anche per questo Alice nella città ha deciso di rafforzare la selezione del concorso internazionale con l’inserimento di una figura professionale riconosciuta dall’industry e dai festival di tutto il mondo come Christian De Schutter, con un’esperienza ventennale nella promozione del talento e di contenuti audiovisivi, esperto di screen strategies, fino allo scorso anno direttore del Flanders Image e membro del Board European Film Promotion e che coordinerà quest’anno, con gli altri membri del comitato, la selezione corti a partire dal marchè del Festival di Cannes. “Siamo felici di accogliere in giuria Matt Dillon e lo ringraziamo per aver accettato di essere il presidente del concorso Onde corte – hanno dichiarato Fabia Bettini e Gianluca Giannelli, direttori di Alice nella città – siamo certi che metterà un’attenzione e una cura particolare nel giudicare la selezione dei cortometraggi che a differenza dei film devono avere una forza in più per catturare lo spettatore in pochi minuti. Avere Dillon con noi sarà anche occasione di stimolo per i registi in concorso, e ci permetterà di rafforzare una linea di ricerca legata al racconto breve su cui stiamo investendo con convinzione, come dimostra l’ingresso nella squadra di Christian De Schutter nel coordinamento della selezione dei corti”.


Corti e lungometraggi potranno essere iscritti alla prossima edizione di Alice nella città (16-27 ottobre 2024) entro e non oltre lunedì 12 agosto 2024 attraverso la piattaforma Filmfreeway.

Cinema, Olivier Assayas aprirà il ventesimo Biografilm Festival

Cinema, Olivier Assayas aprirà il ventesimo Biografilm FestivalRoma, 9 mag. (askanews) – Ad aprire la ventesima edizione di Biografilm Festival, dal 7 al 17 giugno a Bologna, sarà “Hors du temps” (Francia, 2024), di Olivier Assayas, dopo la première in concorso alla Berlinale 2024. Il film racconta la campagna francese all’inizio della pandemia, dove due fratelli con le rispettive compagne trascorrono “fuori dal tempo” il periodo di isolamento.


Nell’aprile 2020, il mondo si blocca per il Covid-19. Il regista Etienne e suo fratello Paul, giornalista musicale, trascorrono insieme il lockdown nella casa d’infanzia con le loro nuove compagne Morgane e Carole. Ogni stanza, ogni oggetto, li riporta alla loro infanzia e risveglia i ricordi degli assenti: i genitori, i vicini… Quale la distanza tra loro e quale quella dalle radici che condividono? Mentre il mondo intorno diventa sempre più inquietante, un senso di irrealtà, e persino di sconcertante stranezza, pervade la loro vita quotidiana. Il film uscirà in sala con I Wonder Pictures. Il regista Olivier Assayas sarà a Bologna il 7 giugno per presentare il film e ricevere il Celebration of Lives Award, riconoscimento che ogni anno Biografilm attribuisce alle persone che con le loro vite e opere hanno impresso un segno importante nell’arte e nella società.


I direttori artistici di Biografilm, Chiara Liberti e Massimo Benvegnù hanno dichiarato: “Siamo felici di assegnare il Celebration of Lives Award ad Olivier Assayas, regista e uomo di cinema a tutto tondo molto amato dal pubblico italiano, nell’occasione della prima italiana del suo film più autobiografico, fatto di taglienti osservazioni sulla contemporaneità ma anche di viaggi nella memoria e nei ricordi fissati ai luoghi della sua infanzia”. Conto alla rovescia per l’inizio di Biografilm che nel festeggiare il ventennale con un ricco programma di film, anche online su MYmovies.it, dedica un approfondimento speciale al lavoro di Giovanni Troilo. Il Festival, con la Scuola di alta formazione di FMAV Fondazione Modena Arti Visive, dà la possibilità a un gruppo selezionato di vivere due giorni di festival insieme al regista e fotografo per vedere film, scoprire e discutere il ruolo dell’immagine tra fotografia e cinema.


Il 13 e il 14 giugno insieme a Giovanni Troilo, saranno approfonditi i cosiddetti linguaggi di confine dell’immagine che raccontano storie vere con la lingua della non-fiction per capire qual è il ruolo svolto dal fotografo e dal film-maker e ipotizzare nuovi possibili modelli di racconto. La partecipazione è gratuita e su selezione, attraverso una call aperta a tutti gli appassionati che abbiano raggiunto la maggiore età che abbiano una conoscenza di base e una passione per il linguaggio delle immagini in movimento. Tutte le informazioni saranno disponibili sul sito e sui canali social di Biografilm a partire da venerdì 10 maggio.

A Eurovision Song Contest debutta Angelina Mango

A Eurovision Song Contest debutta Angelina MangoMilano, 8 mag. (askanews) – C’è sempre una prima volta, anche per l’Italia e per gli altri “Big Five” di Eurovision Song Contest. Novità assoluta della 68ª edizione, l’introduzione dell’esibizione integrale in semifinale anche per loro – Italia, Spagna, Francia, Germania e Regno Unito -, nonostante siano già qualificati per la finale, insieme alla vincitrice uscente Svezia. La corsa, dunque, verso la finale dell’Eurovision Song Contest 2024 continua dopo il passaggio del turno, nella prima semifinale,di Serbia, Portogallo, Slovenia, Lituania, Ucraina, Finlandia, Cipro, Croazia, Irlanda e Lussemburgo. Grande coinvolgimento dell’Italia con un aumento di ascolti (1 milione 912mila telespettatori, pari al 9,4% di share). La prima semifinale ha fatto registrare il secondo ascolto più alto della serata tra le nove reti generaliste, nonostante l’Italia non fosse chiamata al televoto in questa puntata, a differenza della passata edizione. Ad aver fatto segnare il maggior incremento, la fascia di donne tra i 15 e i 24 anni con 4.4 punti di share in più e quella degli uomini tra i 35 e i 44 anni con 3 punti in più. A seguire, le donne fra i 25 e i 34 anni, con 2.6 punti in più. Il picco di ascolti è stato di 2 milioni 425mila telespettatori e quello di share di 13,6%. Anche l’età di chi guarda la rassegna si è abbassata: 1,3 anni in meno per un’età media complessiva di 52,9 anni. Giovedì 9 maggio alle 21.00 su Rai 2, la collaudata coppia di conduttori Gabriele Corsi e Mara Maionchi presenterà la seconda semifinale alla scoperta delle altre nazioni che completeranno il parterre di finalisti per la finalissima di sabato 11 maggio. La serata sarà preceduta da un’anteprima alle 20.15, sempre su Rai 2, durante la quale Gabriele Corsi offrirà al pubblico un viaggio dietro le quinte dell’Eurovision Song Contest 2024, con curiosità e interviste esclusive. Sul palco debutta Angelina Mango, rappresentante italiana, che presenta per la prima volta al pubblico europeo la canzone “La noia”, fresca vincitrice del Festival di Sanremo e candidata a una gara di testa. Il pubblico italiano potrà esprimere il suo voto nella semifinale e nella finale, ma non sarà possibile votare per l’Italia, né per Francia e Spagna, che sono qualificati di diritto come i rappresentanti italiani. Solo dieci paesi per ogni semifinale saranno ammessi alla finalissima di sabato 11 maggio, in onda alle 21.00 su Rai 1. Durante la finale, poi, entrerà in gioco in ogni Paese una super giuria di cinque componenti. Il promo numero d’intervallo della serata sarà “Il coro più grande del mondo,” in cui le tre vincitrici dell’Eurovision, Charlotte Perrelli (Svezia 1999), Sertab Erener (Turchia 2003) e Helena Paparizou (Grecia 2005), interpreteranno i brani del loro trionfo insieme al pubblico presente in arena e a quello collegato da tutto il mondo. Il secondo numero d’intervallo, “We Just Love Eurovision,” sarà una risposta ironica a chi ha criticato la vittoria svedese dello scorso anno, sostenendo invece la Finlandia con il suo “Cha ChaCha”. Un “What if” illustrerà con una piccola coreografia come sarebbe stata la vittoria finlandese, con la partecipazione dello stesso Käärijä, che poi verrà “svegliato” da questo sogno da Petra Mede: un numero comico in stile musical interpretato dalla stessa Petra Mede, sulla falsariga di quello che fece nel 2013 ballando con Pippi Calzelunghe e le polpette giganti, e nel 2016 con la simpatica canzone “Love Love Peace Peace” che illustrava come comporre la canzone ideale per l’Eurovision. A chiudere la puntata di giovedì saranno gli Herreys, l’ex boy band dalle scarpette dorate che nel 1984 portò la Svezia alla sua seconda affermazione eurovisiva dopo gli Abba, e che festeggiano il 40º anniversario del trionfo della loro “Diggy-loo Diggy-ley”. Per l’Italia quell’anno c’erano Alice e Franco Battiato con “I treni di Tozeur”. La seconda semifinale sarà trasmessa anche in diretta radio e video su Rai Radio2 (canale 202 del digitale terrestre e TivùSat), condotta da Diletta Parlangeli e Matteo Osso. La coppia darà spazio alla grande musica internazionale, retroscena e racconterà la gara dei semifinalisti. Rai Pubblica Utilità sottotitolerà e audiodescriverà la diretta, disponibile anche in streaming su RaiPlay e diffusa in tutto il mondo grazie a Rai Italia.

Mostra di Venezia, l’attrice Isabelle Huppert presiederà la Giuria

Mostra di Venezia, l’attrice Isabelle Huppert presiederà la GiuriaRoma, 8 mag. (askanews) – Sarà l’attrice francese Isabelle Huppert a presiedere la Giuria internazionale del Concorso della 81esima Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica della Biennale di Venezia che si terrà dal 28 agosto al 7 settembre e che assegnerà il Leone d’Oro per il miglior film e gli altri premi ufficiali. La decisione è stata presa dal cda della Biennale, che ha fatto propria la proposta del direttore artistico del Settore Cinema, Alberto Barbera.


Isabelle Huppert nell’accettare la proposta ha dichiarato: “È una lunga e meravigliosa storia quella che mi lega alla Mostra di Venezia. Diventarne una spettatrice privilegiata è un onore. Oggi più che mai il cinema è una promessa. La promessa di evadere, di sconvolgerci, di sorprendere, di guardare il mondo in faccia, uniti nella diversità dei nostri gusti e delle nostre idee”. “Isabelle Huppert è un’immensa attrice, esigente, curiosa e di grande generosità – ha commentato Barbera – musa di numerosi grandi cineasti, non si è mai neppure sottratta all’invito di giovani o meno famosi registi che hanno visto in lei l’interprete ideale delle loro storie. La sua enorme disponibilità a mettersi costantemente in gioco, segno della sua non comune intelligenza, unitamente alla capacità di guardare al cinema al di là dei confini geografici e mentali, ne fanno un ideale Presidente di Giuria in un festival aperto al mondo intero quale è la Mostra del Cinema di Venezia. Le siamo molto grati per aver accettato l’incarico, consapevoli dei numerosi impegni al cinema e in teatro cui deve far fronte nei prossimi mesi”.


La Giuria internazionale di Venezia 81, che presiederà e che sarà composta complessivamente da un massimo di nove personalità del cinema e della cultura di diversi paesi, è chiamata a scegliere i lungometraggi in Concorso ai quali saranno assegnati i seguenti premi ufficiali: Leone d’Oro per il miglior film, Leone d’Argento – Gran Premio della Giuria, Leone d’Argento – Premio per la migliore regia, Coppa Volpi per la migliore interpretazione maschile, Coppa Volpi per la migliore interpretazione femminile, Premio per la migliore sceneggiatura Premio Speciale della Giuria, Premio Marcello Mastroianni a un giovane attore o attrice emergente. La premiazione avrà luogo nella serata conclusiva, il 7 settembre.


Isabelle Huppert ha sviluppato un interesse verso la recitazione sin dall’adolescenza e ha studiato al conservatorio di Versailles. Nel 1978 ha vinto il Premio per la migliore attrice a Cannes per il film “Violette Nozière” di Claude Chabrol. Con lo stesso regista ha lavorato in altri sette film e ha ottenuto due Coppe Volpi alla Mostra di Venezia con “Un affare di donne” (1988) e “La cérémonie – Il buio nella mente” (1995). Per quest’ultimo ha anche ottenuto il suo primo César per la migliore attrice. Nel 2001 ha vinto il suo secondo Premio per la migliore attrice a Cannes per “La pianista” di Michael Haneke. Nel 2005 le è stato assegnato a Venezia un Leone d’Oro speciale per il complesso dell’opera per “Gabrielle” di Patrice Chéreau. Nel 2017 ha ottenuto la candidatura all’Oscar come attrice protagonista per “Elle” di Paul Verhoeven, per il quale ha vinto un Golden Globe e un Indipendent Spirit Award. Nel 2022 le è stato assegnato l’Orso d’oro alla carriera al Festival di Berlino.

Al Teatro Sistina di Roma torna la maschera di “Rugantino”

Al Teatro Sistina di Roma torna la maschera di “Rugantino”Roma, 28 apr. (askanews) – Dopo il successo delle scorse Stagioni, dal prossimo 3 maggio sarà di nuovo in scena, con la supervisione di Massimo Romeo Piparo, la maschera amara e dissacrante di “Rugantino” dei mitici Garinei & Giovannini. Lo spettacolo, che fonde mirabilmente tradizione e modernità, viene presentato nella sua versione storica originale, con la regia di Pietro Garinei, le splendide musiche del M° Armando Trovajoli, le preziose scene e i bellissimi costumi originali firmati da Giulio Coltellacci: un imperdibile ritorno alle radici e un’occasione per riscoprire un classico del teatro musicale italiano.


Sul palco, la splendida Serena Autieri, ancora una volta straordinaria interprete dell’intrigante personaggio di Rosetta, donna bella altera e irraggiungibile, che fa battere il cuore di Rugantino, un ruolo in cui l’attrice napoletana dà prova di grande maturità artistica. Al suo fianco, Michele La Ginestra, che torna a vestire i panni del celebre personaggio. Nel ruolo di Eusebia e Mastro Titta, Edy Angelillo e Massimo Wertmuller. Ancora una volta, dunque, il palcoscenico si trasformerà nella Roma papalina ottocentesca grazie a una storia commovente, ironica e nostalgica, in cui brillano personaggi scritti magistralmente, che emozionano e fanno ancora riflettere. E, seguendo le vicende di Rugantino, chiacchierone e sbruffone dall’animo nobile e dalla impareggiabile verve, fino al triste ma edificante epilogo, il pubblico tornerà a cantare successi famosi in tutto il mondo e che non subiscono lo scorrere del tempo, da “Roma nun fa la stupida stasera” a “Ciummachella” a “Tirollallero” sulle musiche del Maestro Armando Trovajoli.

Torino, il Museo del Cinema omaggia il regista Paul Schrader

Torino, il Museo del Cinema omaggia il regista Paul SchraderRoma, 8 mag. (askanews) – Il Museo Nazionale del Cinema di Torino rende omaggio a Paul Schrader, uno dei creatori del cinema moderno. Sin dal suo primo credito cinematografico nel 1974 – nel corso di una carriera lunga cinque decadi e oltre 30 film – si è imposto come autore e regista a tutto tondo capace di un’audace stilizzazione visiva e di un penetrante realismo psicologico intorno a temi profondi e stimolanti, riuscendo a creare un cinema riflessivo e provocatorio, caratterizzato da una forte personalità autoriale. Schrader ha tracciato un percorso artistico ed espressivo avvincente, singolare e talvolta contraddittorio, ponendosi quasi come l’unico americano ad aver dato contributi significativi come sceneggiatore, regista e critico cinematografico.


Figura chiave della New Hollywood – che dalla fine degli anni Sessanta ha portato alla rinascita del cinema americano – ha collezionato una serie di successi scrivendo sceneggiature di film diretti da Sidney Pollack e Brian De Palma, senza dimenticare quelle di Taxi Driver e Toro Scatenato tra alcune delle sue più fruttuose collaborazioni con Martin Scorsese. Si è poi cimentato, passando dietro la macchina da presa, con tutti i tipi di soggetti, generi e stili nel corso di una carriera duratura, di alto profilo, solitamente imprevedibile e solo a intermittenza mainstream. Raffinato autore di numerosi classici moderni, Schrader terrà una Masterclass il 22 maggio 2024 alle 19 nell’Aula del Tempio della Mole Antonelliana e, alle 20:30 al Cinema Massimo presenterà una proiezione speciale di First Reformed (2017), con Ethan Hawke e Amanda Seyfried, valsogli la candidatura all’Oscar per la migliore sceneggiatura. “Paul Schrader è un grande Maestro del cinema americano e uno degli autori più importanti del nostro tempo ma anche un fine conoscitore del cinema e della cultura europea” ha affermato Enzo Ghigo, presidente del Museo Nazionale del Cinema. “È un vero privilegio per questa Istituzione rendere omaggio a un monumento della storia del cinema, che continua a realizzare capolavori sempre potentemente vivi di idee, evidenziando ancora oggi la tensione tra vecchi e nuovi modi di raccontare una storia”.


“Il rapporto unico di Schrader con il ruolo di autore ha a lungo influenzato il suo cinema, che spazia dal realismo sociale, all’horror, alla satira, al thriller poliziesco, alla biografia, agli adattamenti letterari e al neo-noir; ma sempre in modo anticonformista, originale e intellettuale” – ha sottolineato Domenico De Gaetano, direttore del Museo Nazionale del Cinema. “Andando oltre l’affermazione di una visione registica con la sua capacità di svelare le complessità della realtà, Schrader eccelle nel ritrarre uomini che affrontano un percorso autodistruttivo, alle prese con una crisi esistenziale che viene poi enfatizzata da un evento violento e catartico. Questi uomini si siedono nelle loro stanze, scrivono i loro pensieri, vanno da un posto all’altro, aspettando che arrivi un cambiamento, sollevando al contempo la forte tensione morale e filosofica che ha sempre plasmato il cinema di Schrader”. Il regista di acclamati successi come Blue Collar, American Gigolo, Light Sleeper e Affliction converserà con il Direttore del Museo Domenico De Gaetano, sin dai primi successi ai progetti più recenti, passando per il suo cinema di solitari e anime perdute, spesso caratterizzato da personaggi ai margini della società – uomini autoisolati, perdenti e imbroglioni – alla ricerca di una strada verso la redenzione o la salvezza e che tentano di fuggire da un passato traumatico e profondamente travagliato mentre il loro mondo crolla intorno a loro.


Prima dell’evento – a cura di Marco Fallanca – Paul Schrader riceverà il Premio Stella della Mole in riconoscimento della sua eccezionale dedizione all’arte cinematografica, tornando sovente a una serie coerente di temi, tipi di personaggi e scenari drammatici: spesso raffiguranti storie di “lavoratori notturni” o “uomini soli in una stanza” definiti superficialmente dalla professione che svolgono, la sua filmografia ha affrontato temi e motivi come l’ossessione maschile e l’alienazione ma anche questioni più difficili da definire che includono il disprezzo di sé e i suoi effetti sulla psiche, la disperazione, la repressione (sessuale), le responsabilità individuali e collettive, i complessi collegamenti tra violenza e comprensione della colpa umana.

Nasce “Volitìva”, un coro di voci per tutelare il diritto all’aborto

Nasce “Volitìva”, un coro di voci per tutelare il diritto all’abortoRoma, 8 mag. (askanews) – Nasce il progetto “Volitìva – Narrazione collettiva per la tutela del diritto all’aborto”, iniziativa ideata e promossa dal collettivo Tutte a casa che vuole così difendere un diritto fondamentale delle donne, tutte le donne, tutti i cittadini.


Una call pubblica per raccogliere video di 1-2 minuti, in formato orizzontale, ma anche messaggi audio anonimi, che raccontino le esperienze di interruzione di gravidanza (IG) o di interruzione volontaria di gravidanza (IVG), insieme al punto di vista di medici, esperte, attiviste sul tema dell’aborto: l’obiettivo è un film partecipato a più voci per raccontare la necessità della tutela di questo diritto. Nel 2020 il collettivo ha raccontato la pandemia dal punto di vista delle donne con il documentario “Tutte a casa – memorie digitali da un mondo sospeso”, un’opera collettiva realizzata attraverso gli oltre 8.000 video-diari prodotti dalle partecipanti.


“Oggi sentiamo la necessità di ampliare la riflessione sul presente, attraverso lo sguardo di una moltitudine”, ha affermato il collettivo in un comunicato. “È il momento di dar voce alle nostre esperienze, in questo momento critico in cui il dibattito pubblico intorno all’aborto è sempre più acceso. Ogni video conta, ogni voce fa la differenza”. Tutte a casa è un’associazione, un collettivo e una casa di produzione al femminile con una mission ambiziosa. Composta da 12 professioniste del settore audiovisivo che si sono conossciute virtualmente nel marzo 2020 in un gruppo Facebook dedicato alle lavoratrici di cinema e tv. Con un archivio digitale composto da più di 8.000 video realizzati da quasi 500 donne diverse, l’associazione ha deciso di portare avanti anche altri progetti legati sempre al tema femminile, utilizzando il proprio archivio e la narrazione documentaristica.


Per inviare i video o chiedere informazioni, scrivete a: tutteacasa@gmail.com

Cinema, annunciati i primi titoli in concorso a Giffoni54

Cinema, annunciati i primi titoli in concorso a Giffoni54Roma, 8 mag. (askanews) – Le discriminazioni etniche, il conflitto israelo-palestinese, lo sport come riscatto e occasione di crescita, le difficoltà di essere genitori e figli, la scoperta della sessualità e la bellezza di non riconoscersi in un’etichetta: sono solo alcuni dei temi affrontati dai primi titoli scelti per #Giffoni54, in programma dal 19 al 28 luglio 2024. Il tema della 54esima edizione del festival è “L’Illusione della Distanza”: una scelta che vuole evidenziare un paradosso, indicando i pericoli del senso di isolamento con la paura dell’altro, del diverso, del lontano, con l’inganno di sentirsi separati. Un invito a ritrovare i sentieri, a scoprire i legami invisibili che esistono, nonostante le apparenti divisioni, per rivelare quanto siamo incredibilmente prossimi, indissolubilmente uniti.


Le opere in concorso, annunciate ad oggi, provengono da Argentina, Belgio, Bolivia, Cile, Croazia, Danimarca, Italia, Francia, Germania, Giappone, India, Lussemburgo, Messico, Norvegia, Paesi Bassi, Polonia, Regno Unito, Slovenia, Spagna, Svezia, Ungheria, Usa. Lungometraggi, cortometraggi e documentari saranno visti e votati da oltre cinquemila juror italiani e internazionali, con una delegazione proveniente da oltre 30 paesi. Saranno i giurati a decretare i vincitori del Gryphon Award. Ecco i primi titoli: Elements +6 (dai 6 ai 9 anni): amicizia e rispetto per gli animali sono al centro di The Chaos Sisters feat. Penguin Paul di Mike Marzuk (Germania/Belgio/Italia). E ancora Hakan Brakan 2 di Ted Kjellsson (Svezia). Storia del tutto diversa quella raccontata in Totto-Chan: The Little Girl At The Window di Shinnosuke Yakuwa (Giappone), famoso per aver diretto alcuni film di Doraemon e più di 70 episodi della serie.


Integrazione, sport, coraggio, ricerca di sé: sono i punti di partenza dei lungometraggi in concorso nella sezione Elements +10. Winners di Soleen Yusef (Germania) storia di Mona che, insieme alla sua famiglia, è fuggita dalla Siria fino a Berlino. È un ritorno a Giffoni, invece, per Ineke Houtman che torna con The Book of Everything (Paesi Bassi). È tratto, invece, dall’omonimo romanzo di Michael Morpurgo Kensuke’s Kingdom, opera prima di Kirk Henry e Neil Boyle (Regno Unito/Lussemburgo/Francia). Chiude, al momento, la sezione Lars Is Lol, opera prima di Eirik Sater Stordahl (Norvegia). Alla scoperta di sé tra sentimenti e attrazioni: si muovono su questi temi le trame dei primi lungometraggi proposti ai Generator +13. Si racconta l’estate del 1974 con When We Lost To The Germans di Guido Van Driel (Paesi Bassi/Belgio). È, invece, un racconto fantastico intriso di musica, messaggi segreti e atmosfere invernali, l’opera prima The Major Tones di Ingrid Pokropek (Argentina/Spagna). La scoperta del primo amore fa da filo conduttore in Young Hearts, opera prima del regista Anthony Schatteman scritta insieme al candidato al Premio Oscar Lukas Dhont (Belgio/Paesi Bassi). Ambientato a Chicago nel 1992 We Grown Now di Minhal Baig (Usa). Mentre Michael Jordan si consolida campione, inizia la storia di due giovani leggende.


Quanto è difficile essere genitori? E quanto è complicato essere figli? Sono le domande alla base delle opere in gara nella sezione Generator +16. Si parte da Not A Word di Hanna Antonina e Wojcik Slak (Germania/Slovenia/Francia). Si è, invece, alla ricerca dei propri genitori in The Dog Thief (Il ladro di cani) di Vinko Tomicic (Cile/Messico/Bolivia/Francia/Italia). Si parte con Fanny per uno scambio linguistico in Germania con Langue Etrangere di Claire Burger (Francia/Germania/Belgio). Diversi i temi delle opere che compongono la rosa di film proposti ai Generator +18: in Amal di Jawad Rhalib (Belgio) un’insegnante di letteratura, idealista e appassionata in una scuola suburbana di Bruxelles, diventa il bersaglio di una intensa ostilità da parte degli studenti, dei loro genitori e dei colleghi legati all’estremismo islamico, quando sceglie di aiutare una ragazza musulmana adolescente accusata di non seguire i dettami religiosi dopo il suo coming out sui social media. Nell’opera prima Summer Brother di Joren Molter (Paesi Bassi/Belgio) Brian e suo padre Maurice vivono in un parco di roulotte fatiscente. E ancora in Werewolf di Pau Calpe (Spagna) viene trattato il tema delicato dell’emarginazione e della diversità attraverso l’utilizzo di simbolismi che rinviano a credenze popolari sui licantropi… È un ritorno a Giffoni, invece, per il regista Hisham Zaman che presenta A Happy Day (Norvegia), un’opera che mescola sapientemente realismo magico, dark comedy e surrealismo.


Discriminazione etnica, guerra e alleanze, scelte e coraggio: sono i temi principali delle opere selezionate per la categoria Gex Doc (sezione dedicata a docenti, genitori e filmgoers). Kix di Bálint Révész e Dávid Mikulán (Ungheria/Francia/Croazia) è un’odissea di 12 anni che segue il percorso di Sanyi, da un vivace bambino per le strade di Budapest a un adolescente confuso. Il documentario racconta l’evoluzione della vita del ragazzo segnato da lotte familiari, problemi scolastici e un futuro dai contorni incerti. E ancora l’opera prima Boyz di Sylvain Cruiziat (Germania) segue Maxime, Julian e Vilas attraverso la loro vita da studenti a Monaco. Un’intima amicizia maschile che porta lo spettatore nel loro mondo di amore e sesso. È un’opera prima anche Until I fly di Kanishka Sonthalia e Siddesh Shetty (India/Francia) in un villaggio himalayano-indiano vive un bambino nato da madre indiana e padre nepalese. Chiude, al momento, la sezione Silent Trees di Agnieszka Zwiefka (Polonia/Germania/Danimarca).