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Tennis, Agli Us open, fuori Tsitsipas. Avanti Djokovic

Tennis, Agli Us open, fuori Tsitsipas. Avanti DjokovicRoma, 30 ago. (askanews) – La più bella ed emozionante partita d’inizio torneo regala allo svizzero Dominic Stricker, 21 anni compiuti e numero 128 del mondo, la più importante vittoria della carriera ottenuta battendo il greco Stefanos Tsitsipas, numero 6 del seeding, per 75 67 67 76 63 in 4 ore e 4 minuti di gioco. “Oggi – ha dichiarato Stricker – sono entrato in campo molto concentrato e mi sono sentito bene fin dal primo set. Alla fine è stata una battaglia durissima e sono super felice per aver vissuto questo momento. Mi godrò il resto di una giornata che non dimenticherò mai e voglio recuperare tutte le energie possibili per il match del prossimo turno. Non so come sono riuscito a vincere, recuperando da una situazione molto difficile. Ma in qualche modo ce l’ha fatta e ho continuato a giocare ad altissimo livello per tutta la partita. Sono senza parole, è stata una giornata bellissima”.

Continia la marcia di Novak Djokovic agli Us Open. Il campione serbo approda facilmente al terzo turno dopo aver battuto lo spagnolo Zapata Miralles con il punteggio di 6-4, 6-1, 6-1. Nel prossimo match affronterà il connazionale Djere (numero 32).

Coni, Malagò: “Tamberi portabandiera a Parigi? Non c’è solo lui”

Coni, Malagò: “Tamberi portabandiera a Parigi? Non c’è solo lui”Roma, 30 ago. (askanews) – “Tamberi portabandiera a Parigi? Sono molto legato a lui da stima e amicizia, ma oggettivamente non credo sia il solo che possa essere il nostro portabandiera visti i curricula. Al tempo stesso il Cio chiede, laddove è possibile, di avere un uomo e una donna. Pertanto: i Giochi sono nel 2024 e oggi siamo ad agosto 2023, ma c’è una giunta Coni che voterà su proposta del presidente. Diamo tempo al tempo e vediamo che succede”. Lo ha detto Giovanni Malagò, presidente del Coni, durante l’intervista a RadioTv Serie A. Parlando dei mondiali di atletica appena conclusi ha aggiunto: “Abbiamo vinto quattro medaglie, solo due volte avevamo fatto meglio. Vuol dire che siamo nella giusta direzione. Ricordo che non c’è nessuno altro sport che ha una così vasta moltitudine di paesi in grado di andare a medaglia, ben 46 ai Mondiali. Per noi le premesse sono positive ma è tutto da dimostrare quello che accadrà perchè la competizione è diventata micidiale. Molti pensavano che Tokyo è stato un bluff e invece la risposta è arrivata”.

Sulla serie A aggiunge: “Quest’anno ne vedremo delle belle in campionato. Vedo 3 o 4 squadre che sulla carta sono superiori alle altre, con un campionato più avvincente, divertente e con tante sorprese come queste prime due giornate”. Parlando del tema stadi il n.1 del Coni lo ha poi definito “il problema”, spiegando come l’impiantistica sia “l’elemento che mette in condizione il sistema paese di andare incontro alle soluzioni” che possono essere legate a temi quali la sicurezza, le famiglie negli stadi o tutto quello che concerne l’extra evento. “Io sono il portabandiera del cambiamento infrastrutturale, lo faccio per tutte le discipline sportive – continua – Inoltre ritengo che i grandi eventi per l’Italia sono indispensabili affinché questo possa avvenire”. Per questo poi parla anche della candidatura congiunta di Italia e Turchia per Euro 2032. “E’ stata fatta una scelta. Qualcuno magari non ha gradito, perché sappiamo cosa comporta in termini di valutazione a livello di politica internazionale. Ma guardiamo anche le alternativa: giocarti la partita autonomamente. La puoi vincere o perdere. L’Italia sicuramente ha prestigio, storia, arte, ma la Turchia, Istanbul in assoluto è la città che maggiormente ha gareggiato per le grandi manifestazioni senza ottenerle. E poi loro hanno gli stadi sono già pronti”. Infine il capitolo Mancini in Arabia: “Penso che alla fine siano tutti felici. La Figc ha consegnato le chiavi del volante a un tecnico, Spalletti, a dir poco stimato. Parlandoci ho percepito la sua formidabile motivazione per fare risultati. Dall’altra Mancini è contento della sua scelta di vita, anche sulla base di numeri che sono sorprendenti. Certo ritengo che sia stato fatto un errore di tempistica – prosegue parlando di Mancini – Il momento in cui si fanno certe cose delle volte è più importante della sostanza delle stesse”. Analizzando l’era del Mancio sulla panchina azzurra conclude: “La premessa è che sono amico di Roberto. Lui poi arrivò quando la Figc era commissariata e mi adoperai affinché firmasse con l’Italia. Fu una scelta riuscita. Poi esiste un Mancini due dopo l’Europeo, rimasto sulla panchina della nazionale di una squadra che nessuno si aspettava non sarebbe andata ancora al Mondiale. Ma la Figc mi sembra gli abbia dato fiducia anche con il rinnovo del contratto”.

Lukaku atterrato a Ciampino, 5.000 tifosi ad accoglierlo

Lukaku atterrato a Ciampino, 5.000 tifosi ad accoglierloRoma, 29 ago. (askanews) – E’ atterrato qualche minuto fa (17.40), a Ciampino, l’aereo con a bordo Romelu Lukaku, nuovo attaccante della Roma. Su un volo provato pilotato dal presidente Dan Friedkin e decollato a Luton, in Inghilterra, l’attaccante belga è stato prima prelevato a Bruxelles e poi si è diretto verso Roma. Oltre 25.000 persone hanno seguito su internet il tracciato virtuale del volo. A Ciampino Lukaku è stato accolto da oltre cinquemila tifosi giallorossi. Presenti anche 5 blindati delle forze dell’ordine a presidiare la zona del terminal dedicato ai voli privati. Tanti i cori intonati dai tifosi. Un giovane romanista che ha deciso di “riciclare” una maglia di Matic riadattandola per l’occasione con la scritta BigRoM utilizzando la M di Matic e oscurando il resto del cognome del serbo. Non appena atterrato Lukaku sarà accompagnato a Villa Stuart per le visite mediche.

Tennis, Djokovic: “Impossibile giocare meglio di così”

Tennis, Djokovic: “Impossibile giocare meglio di così”Roma, 29 ago. (askanews) – “Sapevo che sarebbe stata una serata lunga per me, con un inizio della partita piuttosto avanti nel tempo. Tuttavia ero entusiasta di scendere in campo”. Novak Djokovic racconta le emozioni dopo la vittoria contro il francese Muller che gli è valso il n.1 in classifica. “Non mi importava iniziare dopo mezzanotte perché aspettavo con ansia questo momento da qualche anno: essere nello stadio più grande del nostro sport, lo stadio più rumoroso del nostro sport, a giocare in sessione notturna. Ci è voluto più tempo di quanto probabilmente avrei voluto per terminare la cerimonia, ma come ho detto è stata una grande gioia scendere in campo. Penso che la prestazione stessa spieghi come mi sono sentito stasera, in particolare nei primi due set. Da parte mia è stato davvero un tennis quasi impeccabile, un primo set perfetto. Ho avuto una risposta per ogni soluzione del mio avversario. Nel complesso sono molto, molto soddisfatto di come mi sento, di come sto giocando. Spero di riuscire a mantenere questo livello. È solo l’inizio del torneo, ma il livello del mio tennis già mi soddisfa”. Gli Us Open non sono Wimbledon: è un torneo per certi versi unico, anche per il contorno. Contorno che tuttavia non disturbo il favorito. “È il campo più rumoroso e probabilmente il più umido tra tutti i campi centrali dei quattro tornei del Grande Slam. Per qualche ragione, da quando è stato introdotto il tetto, ho la sensazione che all’interno ci sia meno aria. I giocatori sono davvero bagnati fradici. Sudi così tanto in campo… Ma del resto è lo stadio più grande che abbiamo nel mondo del tennis. Questo campo ha visto così tanta storia e così tante battaglie. Tutti sanno che le sessioni notturne all’Arthur Ashe sono sicuramente le sessioni più emozionanti, divertenti, rumorose e con energia che puoi vivere nel nostro mondo. Ogni torneo del Grande Slam ha il suo fascino in un certo senso. Rispetto, ad esempio, a Wimbledon, è un totale contrasto. Qui è tutto intrattenimento, divertimento, buone vibrazioni. Se puoi nutrirti di questo, finirai per divertirti”.

Europeo Salto Ostacoli 2023, Agenzia Nazionale Turismo Title Sponsor

Europeo Salto Ostacoli 2023, Agenzia Nazionale Turismo Title SponsorRoma, 29 ago. (askanews) – Il Fei Jumping European Championship 2023 in programma dal 30 agosto al 3 settembre nel ‘Teatro del Cavallo’ di Milano – l’Ippodromo Snai San Siro – non è soltanto una meravigliosa avventura sportiva ma, da oggi, anche un viaggio straordinario attraverso le gesta di cavalli, amazzoni e cavalieri. Un viaggio, si legge in una nota, che trova la sua naturale collocazione nell’annuncio del Comitato Organizzatore, attraverso il quale ha ufficializzato la collaborazione con Enit-Agenzia Nazionale del Turismo in qualità di Title Sponsor dell’Europeo di Salto Ostacoli.

Nella fitta agenda milanese di eventi sportivi a livello europeo e mondiale, la figura del ‘turista sportivo’ identificato come fan o tifoso, rappresenta una straordinaria occasione. E cioè quella di legarne la presenza nel nostro Paese per fini sportivi all’opportunità di scoprirne l’ineguagliabile bellezza, unita al patrimonio artistico, culturale, architettonico e paesaggistico. Il Grande Evento dell’Europeo di Salto Ostacoli 2023 rappresenta dunque un’importante opportunità di promozione del ‘Made in Italy’ grazie anche alla vasta diffusione delle discipline equestri nel mondo. ‘Made in Italy’ che trova la sua testimonianza già all’interno del ‘Teatro del Cavallo’ dell’Ippodromo di San Siro, il cui pregio architettonico, la storia, il valore del patrimonio botanico e non ultimo quel ‘testimonial’ inarrivabile che è il Cavallo di Leonardo – la statua equestre più grande realizzata dalla scultrice statunitense Nina Akamu, seguendo i disegni originali di Leonardo da Vinci – rappresentano un forte elemento di identificazione nella città di Milano e a livello internazionale.

Il richiamo del FEI Jumping European Championship, dunque, si fonde in maniera del tutto naturale con l’entrata in scena Enit-Agenzia Nazionale del Turismo, a partire dal ‘title’ con il claim “Italia. Open to meraviglia – FEI Jumping European Championship 2023” che esalta e sottolinea l’impegno dell’Italia a livello internazionale nell’organizzazione di eventi sportivi e in particolare di un evento d’élite negli sport equestri. Il sodalizio con Enit-Agenzia Nazionale del Turismo va inserito in un percorso più ampio che culminerà con i Giochi Invernali di Milano-Cortina 2026. Non solo, dal punto di vista sportivo l’Europeo assume un valore unico in quanto la qualificazione per l’Olimpiade di Parigi 2024 passa per Milano. In palio tre pass da conquistare sul campo, un traguardo che manca all’Italia del Salto Ostacoli da ben 20 anni.

La partnership, per il Comitato Organizzatore, è motivo di grande soddisfazione per il lavoro svolto in questi anni, che ha visto, nell’assegnazione dell’Europeo all’Ippodromo Snai San Siro il giusto riconoscimento ad un progetto ambizioso cresciuto in pochissimo tempo. Dall’esordio nel 2021 con un concorso a tre stelle, ottenendo una stella in più nell’edizione 2022, fino al raggiungimento dell’evento clou nel calendario 2023 della Federazione Equestre Internazionale (FEI).

L’esordio da sogno di Bovolenta junior agli Europei di volley

L’esordio da sogno di Bovolenta junior agli Europei di volleyMilano, 29 ago. (askanews) – “E’ un grandissimo orgoglio; è un passato che torna nel presente in tante persone che hanno visto mio papà e ora vedere me credo che sia un po’ un colpo di fulmine, un deja vu. Bovolenta è un cognome importante e spero di portarlo e di farlo restare in alto ancora per tanto tempo, quindi cerco di dare il meglio di me”. Lui è Alessandro Bovolenta, figlio del “Gigante del Polesine”, il grande pallavolista Vigor Bovolenta che ha vestito la maglia azzurra negli anni della nazionale di Velasco tragicamente morto per un malore durante una partita di pallavolo 11 anni fa. Alessandro, 19 anni, ha fatto il suo esordio agli Europei di pallavolo con la nazionale italiana nella prima partita contro il Belgio che si è disputata all’Unipol Arena di Casalecchio di Reno.

“E’ un percorso, l’inizio di un ciclo cominciato tanto tempo fa che sta continuando. Questa è una tappa importante, spero che sia una tappa lunga, perché spero di restarci in questa Nazionale”, ha raccontato ai cronisti. Gli europei erano un sogno che il giovane atleta ha iniziato a costruire giorno dopo giorno, con il sostegno dei compagni di squadra. Fino a quando il ct De Giorgi ha deciso di metterlo alla prova nelle battute conclusive del match che poi è terminato 3 a 0 per gli azzurri.

“E’ stata una sorpresa – ha detto – Sul 19 a 14 l’allenatore mi ha detto: preparati. Ho tolto la giacchetta e ho aspettato poi è arrivata la chiamata. La stavo vivendo bene per fortuna. Cerco di divertirmi. Credo che questa convocazione sia stata meritata per l’anno che ho fatto, credo che l’età non conti più di tanto anche perché in questo Europeo ci sono già tanti giovani e questa squadra è tanto giovani, l’età passa in secondo piano”. A seguire con il fiato sospeso gli ultimi passaggi del set e la battuta finale di Bovolenta un palazzetto con circa 9mila tifosi azzurri e gli occhi attenti della mamma Federica Lisi. “Mia mamma è il mio punto fermo, il mio punto di forza, la mia ancora, e tutto quello che ho raggiunto è stato per lei; la amo da morire, mi sta aiutando ogni giorno, è lei quello che sono oggi io”, ha concluso l’atleta.

Roma pazza di Lukaku, il giocatore belga atterra alle 17 a Ciampino

Roma pazza di Lukaku, il giocatore belga atterra alle 17 a CiampinoRoma, 29 ago. (askanews) – E’ il Lukaku day oggi a Roma. Mentre a Rione Monti è già è già apparso un murales raffigurante “Big Rom” come Massimo Decimo Meridio, il Gladiatore, oggi intorno alle 17 il belga atterrerà a Ciampino a bordo dell’aereo dei Friedkin per svolgere le visite mediche a Villa Stuart e firmare il contratto con la Roma.

L’aereo privato guidato da Dan Friedkin partirà intorno alle 12 (orario locale, le 13 italiane) dall’aeroporto di Luton a Londra, farà rotta verso Bruxelles per prendere Lukaku e poi si dirigerà verso l’aeroporto di Ciampino, con l’arrivo che è previsto alle 17 dove saranno in attesa migliaia di persone. L’attaccante belga torna dunque in Italia, ancora una volta in prestito secco, oneroso, dal Chelsea, senza diritto e obbligo di riscatto: la cifra del prestito è di 7 milioni, più o meno quanto aveva pagato l’Inter per averlo l’anno scorso. L’ingaggio di Lukaku sarà ridotto rispetto a quanto avrebbe percepito a Londra: guadagnerà infatti circa 7,5 milioni. Sarà l’atto terzo tra Lukaku e Mourinho. I due si sono incontrati già al Chelsea ed al Manchester United dove il belga si è definitivamente mostrato al grande calcio. La punta in Inghilterra così parlò dello Special One: “Andrei contro un muro di mattoni per Mourinho e lui lo sa”

L’estate di Lukaku è stata una telenovela. Vinto lo scudetto del 2021 con l’Inter e Conte in panchina sente di essere pronto al grande salto. Va al Chelsea per 115 mln di euro ma diventa un problema. Il club nerazzurro va in supporto del belga, lo acquista in prestito con la promessa di trattare il riscatto a fine stagione. Superato lo scetticismo iniziale a Milano centinaia di tifosi accolgono il ritorno di Lukaku. Rendimento altalenante e in finale di Champions Lukaku si divora un gol a pochi secondi dalla fine. Lukaku torna al Chelsea e giura amore eterno all’Inter. Le parti trovano una intesa: trasferimento a titolo definitivo per 35 milioni di euro, molto meno rispetto alla cessione di due anni prima. Chiuso l’accordo Lukaku sparisce nonostante abbia spinto per un mese e mezzo affinché potesse restare a Milano. Il belga decide di flirtare con Milan e Juventus (soprattutto). L’Inter chiude i rapporti e tra il Chelsea e i bianconeri la trattativa va avanti per qualche settimana (con i tifosi che si schierano contro), ma senza arrivare mai a una definizione. Lukaku rifiuta anche una offerta dell’Al-Hilal (50 mln al Chelsea e altrettanti in due anni al giocatore). Il belga si trova così in un limbo che sembra infinito fino all’arrivo della Roma.

Atletica, Jacobs: “Volevo mollare, tornerò più forte di Tokyo”

Atletica, Jacobs: “Volevo mollare, tornerò più forte di Tokyo”Roma, 29 ago. (askanews) – “Sono contentissimo di essere tornato a correre. La cosa che mi è mancata di più è stata proprio gareggiare perché alla fine il miglior allenamento è la gara, tutto quello che in questi ultimi mesi non riuscito a vivere. Sono molto contento di questi campionati del Mondo perché ho ritrovato me stesso e questa forse era la parte più importante”. Parola di Marcell Jacobs intervistato da “SportMediaset”. “Non ritornerò il Marcell di Tokyo ma posso tornare a essere molto meglio. Credo che quello sia stato un anno in cui è andato tutto veramente bene, ma si poteva anche fare tanto altro. Quindi io sono dell’idea che tornerò molto più forte di quello che sono stato a Tokyo. Sicuramente Tokyo mi ha cambiato. Mi ha dato molte più responsabilità, io sono arrivato a Tokyo come un outsider, uno che poteva correre forte e arrivare in finale ma dopo che vinci è normale che tutti si aspettano tanto da me. Ma io sono il primo che si aspetta tanto da me stesso”. Sui prossimi obiettivi, aggiunge: “Il mio obiettivo è quello di arrivare a Parigi l’anno prossimo da campione olimpico e voglio andarmene da Parigi da campione olimpico nuovamente. Se arrivare al massimo della forma quando più conta significa perdere tutte le gare prima di un campionato del mondo o di un’Olimpiade io sono disposto a perdere tutte le gare prima di un campionato del mondo o di un’Olimpiade per vincere quelle competizioni”. Una stagione condizionata dagli infortuni subiti: “Quello che ho imparato quest’anno è che purtroppo il corpo ha dei limiti e quando ho iniziato a sentire i primi segnali che il corpo mi mandava come avvertimento, come a dire che forse stavo spingendo troppo, io non li ho ascoltati e non ci ho dato peso. Pensavo fosse solo una questione mentale, volevo spingere e volevo dimostrare che quest’anno doveva essere il mio anno dopo le difficoltà dell’anno scorso. Sono una persona che dedica tutto a me stesso, togliendo tempo alla famiglia e a tante cose che mi potrebbero piacere per dare spazio all’atletica, al mio sport. Fosse per me, farei una gara ogni weekend ma il mio corpo non me lo permetteva proprio. C’è stato un momento in cui ho avuto un blackout, in cui non capivo neanche io cosa dovessi fare. La parte più difficile è stata il primo mese perché non si capiva quale fosse l’infortunio, non si capiva da dove arrivasse la problematica. Quando si tratta di nervo sciatico si fa sempre fatica perché una volta ti dà dei segnali sotto il piede, un’altra volta al polpaccio, una volta al bicipite, alla schiena o al gluteo. Non si riesce mai a individuare un punto preciso per risolverlo. Non siamo dei robot o delle macchine che sostituisci un pezzo quando non funziona più ma dobbiamo cercare di trovare un equilibrio”. Sulle tante critiche ricevute dopo Tokyo: “Non saremo mai al 100% perché c’è sempre qualcosa che succede e in più ci sono persone che si sentono sempre in diritto di poter dire la loro pensando che a noi non arriva niente di tutto questo, quando invece questa è la parte più difficile: cercare di estraniarsi da tutto, non vedere queste cose anche se poi è difficile far finta che non esistano. Ho cercato di resettare, ho fatto una settimana in cui veramente non volevo più saperne niente, in cui volevo mollare tutto perché non stavo bene. Invece poi, da un giorno all’altro, ho capito che non potevo arrendermi in quel modo, dovevo continuare a spingere perché sapevo benissimo che questo non ero io e sapevo che potevo tornare a essere anche migliore rispetto a prima. Così mi sono rimesso in gioco, mi sono rimesso in linea sia a livello mentale che fisico. Ho ricominciato ad allenarmi e a fare tutto quello che potevo fare per portare a casa il miglior risultato. Le persone parlano ma Tokyo non è stato un episodio, è stato un evento che ho costruito in anni di lavoro, di difficoltà, di infortuni, di problematiche e delusioni. Lì a Tokyo stavo bene, a livello mentale e fisico, non avevo problemi e riuscivo a essere me stesso”. Gli avversari americani in cui parlano sempre di lui: “E’ un po’ il loro modo di fare e di essere, perché comunque devono attirare l’attenzione su di loro, devono cercare di essere un po’ i duri della situazione, quelli che non hanno paura di niente. Poi però appunto, come hai detto tu, fa ridere che nominano sempre me, che gli fanno sempre una domanda su di me perché io sono quello che ha vinto l’Olimpiade dopo Bolt e sono quello che ha vinto la medaglia nei 100 metri. Sia Carnes lo scorso anno che Lyles quest’anno hanno vinto ma con un tempo più alto rispetto al mio di Tokyo, quindi, è normale che loro vogliano sempre mettermi in mezzo, o cercare di sminuirmi, ma sanno benissimo che quando io sono in forma, rischiano”. Infine un messaggio da mandare a chi l’ha attaccato e che ha detto che non vincerà più i 100 metri: “Quando qualcosa va male, essere attaccati è una cosa che viene facile da fare ma bisognerebbe mettersi nei panni di quella persona e provare a capire perché è successa o non è successa quella cosa. Bisognerebbe capire che dietro quello schermo c’è comunque una persona fisica che legge e che vive di emozioni, di gioie, di paure e di tensioni. Bisogna sempre ricordarsi sempre questo. Nella mia testa c’è la voglia di tornare a vincere ma non voglio continuare a dirlo, voglio dimostrarlo e quando lo dimostrerò rifaremo l’intervista e ti dirò che sono tornato a vincere”.

Mondiali basket, domani per l’Italia sfida decisiva con le Filippine

Mondiali basket, domani per l’Italia sfida decisiva con le FilippineRoma, 28 ago. (askanews) – Dopo la sconfitta contro la Repubblica Dominicana, l’Italia (foto federbasket) è tornata in palestra per preparare l’ultima e decisiva sfida nel gruppo A, quella alle Filippine, domani martedì 29 agosto alle ore 14.00 italiane.

A margine della sessione di allenamento della mattina, il Presidente della Federazione Italiana Pallacanestro Giovanni Petrucci, è tornato sul match contro la Repubblica Dominicana: “I nostri avversari hanno vinto meritatamente. Gli errori arbitrali ci sono stati e sempre ci saranno, ma non sono quelli che ci hanno fatto perdere la partita e non è responsabilità FIBA. Questa mattina ho avuto un colloquio con tutto lo staff tecnico e ho detto loro che intemperanze come quelle di ieri non devono più accadere. Abbiamo un’immagine da difendere e dobbiamo agire di conseguenza. Il CT Gianmarco Pozzecco gode della fiducia della squadra e soprattutto gode della mia fiducia. È una persona straordinaria sotto molti punti di vista ed è il primo ad essere dispiaciuto. Ho per lui stima e affetto e continuo a considerarlo un ottimo allenatore. Non è un dramma aver perso una partita e di certo il nostro CT non è l’unico responsabile. Abbiamo un gruppo di ragazzi intelligenti che hanno tutte le carte in regola per reagire alla sconfitta già da domani contro le Filippine”. Vincere. Per passare alla seconda fase del Mondiale e per essere certi, almeno, di un posto al torneo Pre Olimpico del prossimo anno. Come sempre la posta in palio è altissima e per afferrarla, gli Azzurri dovranno battere domani alle 14.00 italiane (le 20.00 locali) le Filippine nel catino dell’Araneta Coliseum. La sconfitta contro la Repubblica Dominicana ha complicato le cose ma per l’Italia ci sono diversi scenari favorevoli: addirittura una sconfitta con 11 punti di scarto (non uno di più) se i dominicani battessero l’Angola nel match del pomeriggio. Non ancora assegnato nemmeno il primo posto nel girone. La Repubblica Dominicana, per ora imbattuta, potrebbe non raggiungerlo in caso di sconfitta contro gli africani fino a 22 punti. Azzurri primi in quel caso battendo le Filippine. Matematica, calcoli da classifiche avulse, teoria. La pratica, quella a cui ci hanno abituato Datome, Melli e compagni, è quella di un gruppo che ha la ferma volontà di tornare a brillare come fatto finora. Di interpretare, in maniera corale, un basket bello da vedere e tremendamente efficace. La rimonta rabbiosa, ma lucida, dal -17 al -3 (prima del definitivo -5) di ieri sera, è la scintilla con cui la squadra è tornata ad allenarsi stamattina in vista della sfida alle Filippine, che si giocherà davanti a quasi 13.000 spettatori pronti a sostenere i propri beniamini nell’arena che vide Alì chiudere i conti con Frazier (2-1) nel 1975. Il famoso “Thrilla” in Manila, ovvero il “brivido” a Manila. Il brivido ci sarà anche domani perché nel caso in cui l’Italia perdesse con oltre 11 punti di scarto e la Rep. Dominicana vincesse, oppure entrambe le formazioni non riuscissero a superare rispettivamente Filippine e Angola, per gli Azzurri si aprirebbero le porte del Classification Round, quello riservato alle terze e quarte classificate di tutti i gironi del Mondiale, quindi fuori dalle migliori 16.

Formula1, Verstappen: “Gara difficile, mi godo il risultato”

Formula1, Verstappen: “Gara difficile, mi godo il risultato”Roma, 27 ago. (askanews) – Nona vittoria consecutiva per Max Verstappen. Questa volta a Zandvoort davanti ai propri tifosi.

La pioggia è stata grande protagonista, portando a una lunga interruzione nel finale, quando di giri ne mancavano otto alla conclusione. “E’ stata una gara molto difficile perché era molto facile prendere la decisione sbagliata – le parole di Verstappen – visto che il meteo cambiava spesso. Io e il team siamo riusciti a rimanere calmi, avendo sempre piena consapevolezza di quello che stesso accadendo. Vincere il decimo GP di fila a Monza? Quando saremo lì ci penserò, ora voglio godermi questo risultato davanti a un pubblico straordinario come questo”, le parole a caldo di Max.