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Djokovic sarà regolarmente al via al torneo di Wimbledon: “Sto bene”

Djokovic sarà regolarmente al via al torneo di Wimbledon: “Sto bene”Roma, 30 giu. (askanews) – Disco verde per Novak Djokovic. “Il ginocchio ha risposto bene, non ho avuto nessuna ricaduta” ed allora “Perché non darmi una possibilità?” Il tennista serbo sarà regolarmente al via al torneo di Wimbledon. Il fuoriclasse serbo, numero 2 del ranking mondiale, è reduce dall’operazione al menisco del ginocchio destro effettuata tre settimane fa a causa dell’infortunio rimediato al Roland Garros. “Sono arrivato domenica – continua – È stata una settimana molto buona di allenamenti. Soprattutto negli ultimi tre giorni mi sono allenato intensamente giocando punti e set con Sinner, Frances Tiafoe, ieri con Medvedev, poi una doppia sessione con Emil Ruusuvuori, e oggi con Rune”, spiega il sette volte vincitore dei Championships. “Abbiamo giocato ad alta intensità, ci sono state molte situazioni in cui il ginocchio è stato messo alla prova, come i cambi di direzione. Ed è andata molto bene finora. Naturalmente quando il torneo inizierà, avrò più sensazioni e più feedback su come il ginocchio reagirà in partite al meglio dei cinque set“, ha aggiunto Nole ieri durante il Media Day in vista del Major londinese. “Sono mosso da un incredibile desiderio di giocare, semplicemente di competere. Soprattutto qui a Wimbledon, un torneo da sogno fin da quando ero bambino. Se scendo in campo è per il titolo. E gli ultimi tre giorni mi hanno dato abbastanza ottimismo, mi hanno fatto capire che nelle prossime settimane posso competere al livello più alto“, le parole del 37enne di Belgrado in conferenza stampa.


 

Europei, le “riflessioni” (che escludono le dimissioni) di Gravina e Spalletti dopo la sconfitta. Cosa hanno detto

Europei, le “riflessioni” (che escludono le dimissioni) di Gravina e Spalletti dopo la sconfitta. Cosa hanno dettoRoma, 30 giu. (askanews) – Il progetto continua. Dimissioni? Neanche a parlarne o a pensarne. Il presidente della Figc, Gabriele Gravina è sicuro nelle parole post disastro europeo della sconfitta azzurra con la Svizzera. “Ci sono tante riflessioni che si accavallano – dice – Un po’ tutti siamo dispiaciuti per non aver potuto riconsegnare a tutti i tifosi italiani quel risultato che volevamo. Siamo dispiaciuti per il risultato ma nello sport la sconfitta ci sta. Quello che purtroppo rimane è la delusione per non aver potuto dimostrare a chi ci ha seguito tutto ciò che è stato fatto. Resta la delusione per una incapacità nell’aver potuto dimostrare ciò che abbiamo fatto”. Capitolo dimissioni: “Non scappo dalle responsabilità. Le critiche feriscono, quelle strumentali legate ad una richiesta di dimissioni. Quelle costruttive no, vanno ascoltate. Non esiste che qualcuno possa governare dall’esterno il nostro mondo, questo vale per la politica sia per tutti gli altri nel chiedere le dimissioni sia di Gravina che di Spalletti. Non esiste. Le elezioni Figc non si possono fare prima delle Olimpiadi, alla prima data utile lo faremo. Critiche si ma facciamole costruttive”. E ancora sulle responsabilità: “Siamo tutti responsabili. Ma dobbiamo continuare a esserlo. Lo faremo senza abbandonare la strada di un progetto pluriennale in cui comunque crediamo e che abbiamo inaugurato otto nove mesi fa. Ci saranno riflessioni profonde e passeremo ancora del tempo a confrontarci con il c.t. Spalletti. E abbiamo solo un modo per ripartire. Ripartire con il lavoro. Con la forza del lavoro. Con la forza dei progetti. Io sono pragmatico e credo solo nel lavoro. Dobbiamo essere lucidi e logici. I problemi li affronto col lavoro, non ho cultura di scappare. Il progetto è triennale, è centrale un allenatore subentrato da 10 gare, con scarsa possibilità di avere sempre a disposizione i calciatori, in un panorama che prevede poco più di 100 selezionabili per la nazionale. Oggi emerge a livello internazionale la necessità di ridurre quanto più possibile lo spazio delle nazionali, questo è l’amore che sia ha per la nazionale. Spalletti ha la nostra fiducia, deve lavorare. Fra 60 giorni inizia un nuovo appuntamento, non possiamo pensare che in 60 giorni improvvisamente in Italia fioriscano i Mbappè., i Ronaldo e i Messi. Ci vuole pazienza. Abbiamo solo un’esigenza: attivare la politica della valorizzazione del talento, che c’è. Tutte le nostre nazionali giovanili sono qualificate alla fase finale”.


“E’ un giochino che non faccio, tornare indietro a cosa sarebbe successo se”, esordisce il ct Luciano Spalletti nella conferenza stampa congiunta con Gravina. “Indietro non posso tornare, chiaro per quel che si è visto qualche cosa ho sbagliato, ho tentato di ringiovanire un po’ la squadra. Siccome rimango qui, in futuro questo sarà fatto ancora di più”. Spalletti aggiunge: “Se sono stato il miglior Spalletti possibile. Chiaramente no. Leggo che mi hanno attribuito d’aver alzato troppo i toni e uso di miti da seguire. Ma io ho degli esempi da seguire. Ci sono molte cose ancora da far vedere, il mio impegno sarà totale. Bisogna essere onesti nel racconto di queste 14 partite fatte, del mio percorso. Siamo stati bravi fino a un certo punto. Ieri fatto passo indietro importante che non si può accettare. Io credo di sapere quello che ci vuole”.Sui singoli: “Siamo tornati a zero, la partita di ieri ci butta a zero e da lì dobbiamo ripartire. Nelle scelte future tenterò di ringiovanire ulteriormente la rosa, per ricreare un gruppo il prima possibile, stando attento alla mancanza di personalità. Non mi hanno dato le risposte che cercavo. Ci vogliono forze e energie nuove, si va a prendere i giocatori dal basso, i giovani. È chiaro che calciatori del livello di Chiellini e Bonucci è difficile da ritrovare. Poi si è visto che dando fiducia a Calafiori si possono trovare leader importanti, dobbiamo credere che ci sono potenzialità che passano attraverso il gioco, non i discorsi”. Poi si lascia ad un sentimento personale: “Ieri la mia notte più complicata? No, la mia vita è stata tutta complicata, a volte complicato anche gestire delle vittorie. Pacche sulle spalle ne ho ricevute tantissimi, mi sono fatto migliaia di amici, quella più evidente è la telefonata di Matilde (la figlia, ndr), quella di ‘ti voglio bene’. Quella supera tutto”. Differenze tra ct e allenatore – ammette poi Spalletti – ci sono: “Il vestito da ct mi sta benissimo, il brand è uno dei miei preferiti. È chiaro che c’è differenza tra fare ct e l’allenatore e se anche io devo cambiare qualcosa e imparare devo farlo in fretta”. E ancora: “Siamo arrivati all’Europeo con una qualificazione meritata anche se difficile c’era urgenza di risultati. Sapevamo di avere un girone difficile. Come età media siamo tra le più giovani tra le prime 5 o 6. Ci aspettavamo più reazione. Fino alla qualificazione anche in difficoltà c’è stato adattamento, reazione. Ieri no. Chiaro che si rimane male. Se ci siamo capiti con la squadra? Io dopo ogni allenamento sono sempre andato al confronto con la squadra. Ho parlato con molti, non ho visto criticità particolari nel rapporto. Se sono stato troppo addosso? Ho cercato di fare il mio lavoro al 100%, ritenuto giusto non lasciar passare niente. Ma è un’analisi che devo fare e ci penserò”. E’ mancata la rabbia: “Mi è sempre piaciuta la disponibilità dei ragazzi. Fino a ieri. Ieri no. Della partita di ieri sono deluso. Non ho visto reazione. Anche con la Spagna, meritando di perdere più di 1-0, nell’ultimo quarto d’ora potevamo pareggiare. Ieri ho visto meno questa rabbia, solo in alcuni momenti. Non ho vista rabbia contro un avversario che era alla nostra portata, diverso per qualità dalla Spagna. Le analisi spero di farle in modo corretto, andando ad approfondire quel che è successo nella realtà delle partite. Ma se la risposta è stata questa, sono io che devo e dovrà fare qualcosa di diverso”. Secondo Spalletti stava nascendo un gruppo sano e solido: “L’umore nella squadra era perfetto. C’era la giusta riflessione sull’importanza del torneo. Dentro il gruppo abbiamo sempre detto la stessa cosa: stava nascendo un gruppo sano e solido. Li ho visti tranquilli nelle cose che dovevamo fare. Tutti molto legati, amici, gioiosi. Tutte le sere la stanza piena a scherzare, a fare tornei di qualsiasi tipo”. Spalletti svela un retroscena: “Un peso la maglia azzurra? Si fa la riunione prima di partire con il pullman, quando si legge la formazione e si dice qualcosa per motivare Ho chiesto chi non se la sarebbe sentito di battere i calci di rigore. Qualcuno ha alzato la mano per dire che se la sentiva ma diversi altri lo hanno tenuto giù, perché non se la sentivano. E anche questo deve far riflettere”.


 

Europei, Spalletti: “Resto e continuerò a ringiovanire la squadra”

Europei, Spalletti: “Resto e continuerò a ringiovanire la squadra”Roma, 30 giu. (askanews) – “E’ un giochino che non faccio, tornare indietro a cosa sarebbe successo se”: così il ct Luciano Spalletti nella conferenza stampa congiunta con Gravina. “Indietro non posso tornare, chiaro per quel che si è visto qualche cosa ho sbagliato, ho tentato di ringiovanire un po’ la squadra. Siccome rimango qui, in futuro questo sarà fatto ancora di più”. Spalletti aggiunge: “Se sono stato il miglior Spalletti possibile. Chiaramente no. Leggo che mi hanno attribuito d’aver alzato troppo i toni e uso di miti da seguire. Ma io ho degli esempi da seguire. Ci sono molte cose ancora da far vedere, il mio impegno sarà totale. Bisogna essere onesti nel racconto di queste 14 partite fatte, del mio percorso. Siamo stati bravi fino a un certo punto. Ieri fatto passo indietro importante che non si può accettare. Io credo di sapere quello che ci vuole”.


Sui singoli: “Siamo tornati a zero, la partita di ieri ci butta a zero e da lì dobbiamo ripartire. Nelle scelte future tenterò di ringiovanire ulteriormente la rosa, per ricreare un gruppo il prima possibile, stando attento alla mancanza di personalità. Non mi hanno dato le risposte che cercavo. Ci vogliono forze e energie nuove, si va a prendere i giocatori dal basso, i giovani. È chiaro che calciatori del livello di Chiellini e Bonucci è difficile da ritrovare. Poi si è visto che dando fiducia a Calafiori si possono trovare leader importanti, dobbiamo credere che ci sono potenzialità che passano attraverso il gioco, non i discorsi”. Poi si lascia ad un sentimento personale: “Ieri la mia notte più complicata? No, la mia vita è stata tutta complicata, a volte complicato anche gestire delle vittorie. Pacche sulle spalle ne ho ricevute tantissimi, mi sono fatto migliaia di amici, quella più evidente è la telefonata di Matilde (la figlia, ndr), quella di ‘ti voglio bene’. Quella supera tutto”.

Europei, Gravina: “Siamo delusi ma il progetto continua. Avanti con Spalletti”

Europei, Gravina: “Siamo delusi ma il progetto continua. Avanti con Spalletti”Roma, 30 giu. (askanews) – Il progetto continua. Dimissioni? Neanche a parlarne o a pensarne. Il presidente della Figc, Gabriele Gravina è sicuro nelle parole post disastro europeo. “Ci sono tante riflessioni che si accavallano – dice – Un po’ tutti siamo dispiaciuti per non aver potuto riconsegnare a tutti i tifosi italiani quel risultato che volevamo. Siamo dispiaciuti per il risultato ma nello sport la sconfitta ci sta. Quello che purtroppo rimane è la delusione per non aver potuto dimostrare a chi ci ha seguito tutto ciò che è stato fatto. Resta la delusione per una incapacità nell’aver potuto dimostrare ciò che abbiamo fatto”. Capitolo dimissioni: “Non scappo dalle responsabilità. Le critiche feriscono, quelle strumentali legate ad una richiesta di dimissioni. Quelle costruttive no, vanno ascoltate. Non esiste che qualcuno possa governare dall’esterno il nostro mondo, questo vale per la politica sia per tutti gli altri nel chiedere le dimissioni sia di Gravina che di Spalletti. Non esiste. Le elezioni Figc non si possono fare prima delle Olimpiadi, alla prima data utile lo faremo. Critiche si ma facciamole costruttive” E ancora sulle responsabilità: “Siamo tutti responsabili. Ma dobbiamo continuare a esserlo. Lo faremo senza abbandonare la strada di un progetto pluriennale in cui comunque crediamo e che abbiamo inaugurato otto nove mesi fa. Ci saranno riflessioni profonde e passeremo ancora del tempo a confrontarci con il c.t. Spalletti. E abbiamo solo un modo per ripartire. Ripartire con il lavoro. Con la forza del lavoro. Con la forza dei progetti. Io sono pragmatico e credo solo nel lavoro. Dobbiamo essere lucidi e logici. I problemi li affronto col lavoro, non ho cultura di scappare. Il progetto è triennale, è centrale un allenatore subentrato da 10 gare, con scarsa possibilità di avere sempre a disposizione i calciatori, in un panorama che prevede poco più di 100 selezionabili per la nazionale. Oggi emerge a livello internazionale la necessità di ridurre quanto più possibile lo spazio delle nazionali, questo è l’amore che sia ha per la nazionale. Spalletti ha la nostra fiducia, deve lavorare. Fra 60 giorni inizia un nuovo appuntamento, non possiamo pensare che in 60 giorni improvvisamente in Italia fioriscano i Mbappè., i Ronaldo e i Messi. Ci vuole pazienza. Abbiamo solo un’esigenza: attivare la politica della valorizzazione del talento, che c’è. Tutte le nostre nazionali giovanili sono qualificate alla fase finale”.


Gravina parla del dopo partita: “Abbiamo fatto una lunga chiacchierata anche col mister: sono pragmatico e penso sia impensabile risolvere i problemi in momenti di difficoltà abbandonando un progetto che dal primo momento abbiamo detto che si tratta di un progetto triennale. Non si può pensare di abbandonare un progetto dopo 8/9 mesi di attività. C’è da cambiare qualcosa, da rivedere qualcosa in termini di approccio. Ci saranno riflessioni profonde, ieri sera abbiamo iniziato a confrontarci con Spalletti. Dobbiamo crescere tutti. La delusione è per una prestazione e una incapacità nell’esprimere quello che avremmo dovuto fare. E soprattutto non poter toccare con mano una capacità del carattere della nostra italianità, nei momenti di difficoltà, nel reagire ad alcuni limiti oggettivi che abbiamo sempre dimostrato, non saper sopperire con una reazione diversa rispetto a ciò che abbiamo toccato con mano ieri. Su questo dobbiamo riflettere tutti. Una riflessione che ieri abbiamo fatto insieme io, il mister, Buffon con tutta la squadra. Una delusione che i ragazzi hanno condiviso con noi, abbiamo diviso tutte le nostre responsabilità, equamente. Non abbiamo nulla da nascondere, siamo tutti responsabili ma dobbiamo continuare a esserlo appellandoci a un grande senso di responsabilità”. Sui vivai dice: “L’utilizzo dei giovani è un fatto culturale ma poi ci sono i numeri. Il 67% dei nostri calciatori sono stranieri in A, noi abbiamo il 32% di giocatori selezionabili. Dato più o meno in linea con altre realtà, ma stiamo resistendo strenuamente alla richiesta di liberalizzare la possibilità di tesserare gli extracomunitari. Anche la Serie B, un campionato di formazione, ha presentato richiesta per almeno un altro extracomunitario. Non c’è l’atteggiamento culturale per capire che per risolvere difficoltà un asset sono i vivai. Non capiamo che lavorare coi giovani non è costo ma investimento, al nostro interno ci sono resistenze”. Allargare la base dei convocabili: “Nostra progettualità con Spalletti puntava al 2026 ma dobbiamo fare conti con la realtà. Nessuno può garantire risultato se non attraverso l’impegno e la progettualità. Io rispondo dal 2018, non è un caso che da lì la scelta della Federazione sui vivai è stata di finanziare il più possibile l’attività di base. Dobbiamo allargare la base dei selezionabili, la Nations League ha importanza per il ranking: questo è il gruppo, verranno fuori altri ragazzi ma siamo lontani dagli obiettivi posti. Pensavamo di essere più avanti, ci siamo accorti che siamo tornati indietro. Ma non ci si può arrendere”. “I ragazzi delle selezioni giovanili hanno zero presenze, non c’è valorizzazione. Abbiamo rilanciato le seconde squadre ma abbiamo delle squadre Primavera col 100% di stranieri. C’è un’idea non convinta nell’avere un patrimonio di talenti di valore ma la ricerca della massimizzazione del risultato non permette di avere pazienza sulla loro valorizzazione. L’Under 17 che vince 3-0 col Portogallo fa capire che hai ragazzi straordinari. Ma a volte non giocano nemmeno nel campionato Primavera” L’obiettivo si sposta sul Mondiale 2026: “L’obiettivo del mondiale 2026 è reale, siamo consapevoli che sarebbe un disastro inimmaginabile non centrare la qualificazione per la terza volta di fila. Questo non solo per il risultato, ancora una volta vorrebbe dire che non siamo stati in grado di percorrere un progetto che dia risposte concrete nell’immediato” Si ritorna a parlare di dimissioni: “Non mi sono soffermato sulla mia voglia di continuare il mio percorso che è impegnativo e mi impedisce da qualche mese di tornare a casa. Io non sono un amministratore unico, non c’è elezione attraverso un cda. Ci sono sette componenti nel mondo del calcio, è giusto il confronto aperto. È giusto ci sia possibilità di verificare con loro se il percorso va continuato o interrotto. Tutto questo lo faremo togliendo un po’ di scorie che ora attraversano anche il mio entusiasmo”.

Europei calcio,Svizzera-Italia 2-0, azzurri disastrosi e a casa

Europei calcio,Svizzera-Italia 2-0, azzurri disastrosi e a casaRoma, 29 giu. (askanews) – Due schiaffi della Svizzera e l’Italia è a casa. La Nazionale di Spalletti esce sconfitta 2-0 dalla prima sfida degli ottavi di finale ad opera della Svizzera, ancora una volta bestia nera degli azzurri che già una volta furono eliminati dalle qualificazioni mondiali dagli elvetici. Mai veramente convincente in nessuna delle quattro partite disputate negli europei di Germania l’Italia cede di schianto, dominata in lungo ed in largo, per tutti i 90 minuti. Campioni d’Europa a casa. Svizzera ai quarti contro Inghilterra o Danimarca il 6 luglio a Dusseldorf. Decidono Freuler al 37′ e Vargas ad inizio di ripresa. Italia non pervenuta fino ad un palo di Retegui al 74′. L’Italia è diasastrosa, in netta difficoltà sin dai primi minuti. Svizzera con un 3-4-3 molto spregiudicato, con esterni di centrocampo bravi a entrare nel campo e ali pronte all’uno contro uno. Dall’altro il ritorno alla difesa a quattro per l’Italia di Spalletti con El Shaarawy e Chiesa a supporto di Scamacca e Fagioli in cabina di regia.

Formula1, Verstappen domina anche le qualifiche: pole in Austria

Formula1, Verstappen domina anche le qualifiche: pole in AustriaRoma, 29 giu. (askanews) – Un Super Verstappen, già vincitore della Sprint Race, domina le qualifiche del Gp di Austria di F1. L’olandese della Red Bull chiude in 1’04″314 e mette in fila la McLaren di Lando Norris a +0.404 e la Mercedes di George Russell a +0.526. Seconda fila e quarto tempo per Carlos Sainz a 537 millesimi dal leader. Alle spalle di Sainz si piazza Lewis Hamilton e l’altra Ferrari di Charles Leclerc che partirà sesto con 730 millesimi di ritardo da Verstappen. Leclerc finito lungo all’ultimo tentativo, tempo cancellato invece a Piastri per track limits scatterà settimo. Un Verstappen davvero dominante, basti pensare che l’olandese avrebbe fatto la pole anche con il tempo fatto registrare in Q2 (1:04.577). In Austria finora gli avversari si possono solo accontentare dei piazzamenti. Il via alle 15 domani.

MotoGP, Bagnaia vince la sprint di Assen

MotoGP, Bagnaia vince la sprint di AssenRoma, 29 giu. (askanews) – Pecco Bagnaia si conferma super anche nella Sprint Race di Assen. Il campione del mondo della Ducati, gia poleman per la gara di domani in mattinata, parte bene dalla prima casella e amministra i 13 giri della Sprint Race in Olanda. Arriva così una vittoria che fa bene per il morale e, soprattutto, per la classifica iridata che lo porta a -15 dal leader del mondiale Jorge Martin. Insieme a lui sul podio anche Martin e Vinales, 4°Bastianini e 5° Di Giannantonio. Caduta e ritiro al secondo giro per Marc Marquez, out anche Marini, Savadori ed Espargaro. Domani alle 14 gara lunga.

Formula1, Leclerc preoccupato: “Devo inventarmi qualcosa”

Formula1, Leclerc preoccupato: “Devo inventarmi qualcosa”Roma, 29 giu. (askanews) – “Sono partito bene, poi quando è entrato in funzione il DRS è stato più difficile, ci sono state un paio di sfide emozionanti, poi quando sono riuscito ad allungare sono andato un gestione e da lì è andata molto meglio” così Charles Leclerc dopo la Sprint del Gp dell’Austria che lo ha visto chiudere al settimo posto. “Abbiamo dovuto lottare – continua – le McLaren sono molto forti, dobbiamo studiare anche la loro performance. Ci sono un paio di cose che dobbiamo fare meglio nel GP che sarà più lungo, soprattutto dal punto di vista del degrado gomme. Il pronostico è più aperto”. “Essendo la quarta macchina nel trenino Ferrari-Mercedes ero quello che faceva più fatica, dovevo continuamente rallentare per raffreddare i freni e riportarli nella giusta finestra di utilizzo ma questi sono dettagli… Dobbiamo essere sul pezzo, non siamo abbastanza veloci. Proverò ad inventarmi qualcosa nelle qualifiche del GP perché da due o tre gare non va. Non voglio fare niente di esagerato, perché potrebbe essere controproducente ma ormai… se va bene siamo quinti o al massimo quarto e non è certo il nostro obiettivo”.

Formula1, Verstappen vince la Sprint in Austria

Formula1, Verstappen vince la Sprint in AustriaRoma, 29 giu. (askanews) – Max Verstappen implacabile. L’olandese campione del mondo ha vinto la Sprint del GP d’Austria. L’olandese della Red Bull ha dominato davanti alle McLaren di Oscar Piastri e Lando Norris, con i quali ha dato vita a un grande duello sorpassandolo dopo essere stato passato nei primi giri. L’olandese è riuscito a chiudere i 23 giri della gara corta con un margine di tranquillità di 4″6 su Piastri, che è stato micidiale ad approfittare della porta lasciata aperta dal compagno di squadra Lando Norris, scatenato nell’attaccare Verstappen. Il momento clou al quinto giro, quando Lando ha attaccato e passato Max, che però ha incrociato la traiettoria e col Drs si è ripreso la testa nella staccata successiva. E proprio lì Norris è rimasto spiazzato: infilato da Max, non è riuscito a chiudere la porta dove si è infilato anche il compagno di squadra australiano. Per Lando un altro boccone amaro. Quarto posto per la Mercedes di George Russell e quinto per la Ferrari di Carlos Sainz junior. Sesto Lewis Hamilton, settimo Charles Leclerc con la seconda rossa, poi Sergio Perez con la seconda Red Bull. Alle 16 la lotta per la pole del GP che si corre domenica.

MotoGp, Bagnaia guadagna una pole da record ad Assen

MotoGp, Bagnaia guadagna una pole da record ad AssenRoma, 29 giu. (askanews) – Altra prestazione monstre per Francesco Bagnaia che ottiene la pole position di Sprint e gara del GP d’Olanda, ottava tappa stagionale della MotoGP. Ad Assen il pilota del team Ducati chiude in 1:30.540, record delle qualifiche, precedendo sulla griglia di partenza il leader del mondiale Jorge Martin per un soffio (81 millesimi) e lo spagnolo Maverick Vinales in Aprilia. Seconda fila per Alex Marquez, davanti ad Aleix Espargaro e Fabio Di Giannantonio, mentre Marc Marquez partirà settimo a causa di una violenta caduta in fase di lancio nei minuti finali della sessione.