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La serie A si congratula con il Napoli, Juve sarcastica

La serie A si congratula con il Napoli, Juve sarcasticaRoma, 4 mag. (askanews) – L’Inter è stata fra le prime società di Serie A a complimentarsi col Napoli per la vittoria dello Scudetto. Questo il tweet dei nerazzurri: “Il Presidente Steven Zhang e tutto il Club si congratulano con il Napoli e con Luciano Spalletti per la conquista dello Scudetto”. “Congratulazioni Napoli, Campioni d’Italia 2022/23”. Anche la Fiorentina si è voluta complimentare col Napoli per la vittoria dello Scudetto ottenuta questa sera a Udine. Questo il tweet del club gigliato.

“Complimenti al Napoli per la meritata vittoria dello Scudetto”. Il Torino si è complimentato così col Napoli per la vittoria dello Scudetto ottenuta aritmeticamente a Udine pochi minuti fa. Di seguito il tweet dei granata. L’Empoli ha celebrato così il titolo di campione d’Italia ottenuto dal Napoli del suo ex allenatore Luciano Spalletti. Di seguito il tweet del club toscano. “Voluto, meritato, conquistato, complimenti Luciano!”. “Congratulazioni al Napoli per la vittoria dello Scudetto: un grande traguardo e un titolo meritato”. Il Milan, che ha eliminato il Napoli dalla Champions League, si è complimentato così con gli azzurri per la vittoria del titolo di campione d’Italia. Anche la Juventus si congratula con il Napoli per la vittoria del suo terzo Scudetto, ma lo fa con una punta di sarcasmo: “Visti i tanti complimenti ricevuti in questi anni non potevamo esimerci. Congratulazioni al Napoli per la conquista del suo terzo scudetto!”, è il tweet del club bianconero, che neanche durante la lunga “tirannia” dei 9 Scudetti consecutivi ha ricevuto i complimenti dei suoi avversari.

De Laurentiis: “È un punto di partenza. Si riparte con Spalletti”

De Laurentiis: “È un punto di partenza. Si riparte con Spalletti”Roma, 4 mag. (askanews) – “Noi vogliamo vincere, e abbiamo vinto. E abbiamo vinto tutti insieme, e domenica contro la Fiorentina tutti qua per la grande festa. Grazie ancora a tutti quanti”: con queste parole, il presidente del Napoli Aurelio De Laurentiis ha infiammato il “Maradona”, tutto esaurito anche se la formazione azzurra era impegnata a Udine. Lo stadio era allestito con maxischermi per permettere a tutti i tifosi che non avevano potuto prendere parte alla trasferta di riunirsi e festeggiare insieme

E sempre il numero uno dei partenopei, ha così parlato a Sky Sport: “Quando sono arrivato avevo detto che ci sarebbero voluti sette anni per arrivare in Europa, poi altri 10 per vincere lo scudetto, ma abbiamo anticipato i tempi… ora ci manca di rivincerlo e rivincerlo ancora. E poi ci manca la Champions. Quando sono arrivato la squadra era scarica, ma ha preso sempre più convinzione, e ora questo progetto non si ferma mai. Questo è un punto di partenza. Se si riparte con Spalletti? Si. E ora un ringraziamento va anche ai vari Cavani, Higuain, Lavezzi e tutti coloro che in questi anni ci hanno permesso di vincere questo scudetto”.

Napoli campione, da Meret a Osimhen la stagione dei protagonisti

Napoli campione, da Meret a Osimhen la stagione dei protagonistiRoma, 4 mag. (askanews) – Meret – Portiere di assoluto livello dopo aver fatto il secondo a Ospina. Efficace quanto essenziale nella interpretazione del ruolo. Pochi miracoli, ma ancora meno sbavature. Di Lorenzo – Spalletti gli ha chiesto di aiutare nella costruzione non solo, andando al cross, ma diventando un interno di centrocampo: un mediano a tratti regista. Rrhamani – Gregario diventato protagonista della stagione. Esempio di applicazione, anche nelle citazioni di Spalletti. Kim – Chiamato a rimpiazzare Koulibaly è riuscito nell’impresa impossibile: farlo dimenticare, più che non farlo rimpiangere. Presente nel gioco aereo, disinvolto nel far ripartire l’azione e velocissimo nelle chiusure. Juan Jesus – Ha mantenuto inalterato il reparto nei casi frequenti in cui ha dovuto sostituire Kim o Rahmani. Velocità e applicazione. Mario Rui – Nel Napoli di Sarri, il peso dell’eredità di Ghoulam gli aveva tolto spessore. Ha gestito ogni pallone. Sei assist e due legni Olivera – Il cambio strategico di Rui, a seconda delle necessità. Regala centimetri o sgroppate. Soprattutto a livello internazionale. Per la difesa è stato un titolare aggiunt Anguissa – Partecipa con disinvoltura alla manovra ad alto ritmo della squadra, ma è anche l’unico centrocampista di peso. Gioca da interno destro, ma quando c’è da chiudere, ripiega a fianco di Lobotka.

Lobotka – Spalletti gli consegna la macchina. Diventa il sarto delle trame di gioco, impone il ritmo e l’intensità Zielinski – Torna a splendere come nelle stagioni migliori. Scambia di prima, accelera, cerca l’uno due o la penetrazione in area. Tecnica talmente superiore, che il bottino dei gol risulta inferiore alle potenzialità Ndombelé – Tanta duttilità ma chiuso da Anguissa Elmas – Da mezzala offensiva per dare il cambio a Piotr ma il macedone non è un tappabuchi. Semmai è un titolare aggiunto. Lozano – Mai centravanti, manco con Osimhen, Simeone e Raspadori fuori causa: si èspecializzato nel lavoro sulla destra Politano – Vive sulla destra e lascia il corridoio per Di Lorenzo. Ottimo cross anche col piede sbagliato. Osimhen – Gol e lavoro per la squadra. Le corse per dettare il passaggio, le sportellate con i difensori, lo stacco per andare a saltare anche dopo la frattura multipla al viso. Kvaratskhelia – Una grande scommessa vinta. La differenza l’ha fatta soprattutto lui. Avversari puntati, saltati, ubriacati. Raspadori – Suo il gol di Torino alla Juventus per la vittoria che ha messo lo scudetto su un piatto d’argento. Fotografia di una stagione a luci ed ombre ma dove non è mai mancato. Simeone – Sostituto di Osimhen, e non sempre come prima scelta. Ha ottimizzato le sue poco numerose presenze in campo, riempiendole di gol. 

Napoli campione, De Laurentiis il presidente della rinascita

Napoli campione, De Laurentiis il presidente della rinascitaRoma, 4 mag. (askanews) – Addio lo scudetto del riscatto sociale, di una Napoli oleografica che usciva dal terremoto del 1980 e si aggrappava al campione dei campioni, Diego Armando Maradona, per celebrare il suo trionfo più bello. Trentatré anni dopo quello del Napoli, quello di oggi è lo scudetto della programmazione, dei conti in ordine, di una società sana che guarda al bilancio prima che alla finanza alle scommesse sui giocatori emergenti prima che a quelle sui giocatori affermati a caccia di stipendi importanti. E’ il Napoli di Aurelio De Laurentiis che Il 6 settembre 2004 diventa presidente del “Napoli Soccer”, subentrato al Napoli dopo il fallimento di quest’ultima e la conseguente retrocessione in Serie C1. In realtà ci aveva provato anche qualche anno prima ma la sua offerta fu rifiutata. Si registrò persino l’intervento del Presidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi che raccomandò: “Si faccia tutto per aiutare il Napoli, nel rispetto delle regole”. Il colpo di scena definitivo arrivò ad opera del produttore cinematografico che il 31 agosto arrivò a Napoli da Capri in motoscafo e offrì 31 milioni di euro per il nuovo Napoli in C1. La curatela fallimentare scelse il suo progetto perché ritenuto il più solido rispetto agli altri presentati. Bilanci in ordine e tenere lontano la squadra da Napoli con tutto quello che significa una città tanto passionale quanto piena di rischi per chi arriva da fuori e non riesce a comprenderne appieno potenzialità e pericoli. Questo il suo mantra. Non ha mai ceduto alle “richieste” della tifoseria organizzata recidendo tutti i legami precedenti al punto che nel 2006 durante un Napoli-Frosinone la partita fu interrotta più volte per un lancio di petardi. Alla fine le indagini giudiziarie stabilirono che si trattò di una vera e propria estorsione ai danni del presidente del Napoli. Rapporto mai facile quello con la città di Napoli. Da un lato chi lo acclama come imprenditore, dall’altro chi lo contesta perché recide i rapporti con la storia della squadra e della città e addirittura lo contesta in questa voglia di guardare più alla Champions che al tricolore (“non vuole vincere”). Nel primo anno di Serie A, il Napoli di De Laurentiis con Marino Direttore generale sin dai tempi di una squadra che si allenava senza palloni a Paestum, raggiunge l’ottavo posto in classifica. Questo piazzamento consente alla squadra partenopea di partecipare alla Coppa Intertoto, competizione europea che vede il successo degli azzurri contro i greci del Pani?nios e gli albanesi del Vllaznia ottenendo così l’accesso alla Coppa UEFA dopo quattordici anni dall’ultima apparizione nelle coppe europee. Nel 2011 riporta il Napoli in Champions League a distanza di 21 anni dai tempi di Diego Armando Maradona. “Io sono uno che ama le relazioni durature”. Ed in 19 anni di presidenza pochissimi allenatori, nove: Ventura il primo allenatore, Reja la rinascita, Donadoni, Mazzarri che torna a vincere un trofeo dopo 22 anni, Benitez l’allenatore dei trofei e dei fuoriclasse che ha dato un respiro internazionale alla squadra, Ancelotti, Gattuso, Sarri e lo scudetto sfiorato, Spalletti. Con ognuno un progetto ed un salto di qualità. Proprio con il toscano arrivano la consacrazione di Osimhen e le scommesse di Kim e Kvaratskhelia. Si chiude il cerchio. Il Napoli è una orchestra senza prime donne, senza campioni. L’ideale per il Maestro Spalletti e la produzione De Laurentiis. Il presidente che ha saputo vincere lo scudetto della programmazione dopo 33 anni da quello di Maradona.

Napoli campione, lo scudetto di Spalletti

Napoli campione, lo scudetto di SpallettiRoma, 4 mag. (askanews) – Da “perdente di successo” ad allenatore dei record. La parabola sportiva di Luciano Spalletti si può sintetizzare così. Ormai prossimo al traguardo, del suo primo scudetto in Italia, l’allenatore del Napoli da anni è tra le figure più importanti ed anche più controverse del nostro calcio. Finora non è mai riuscito a centrare l’obiettivo più ambizioso: laurearsi campione d’Italia. Tutto ciò sebbene sia generalmente considerato, da calciatori ed addetti ai lavori, tra gli allenatori più bravi. E d’altronde sono in tanti gli sportivi che lo ricordano sfiorare la grande impresa da allenatore e leader (fuori campo) della Roma. Ben tre i secondi posti consecutivi, nella sua carriera alla guida dei giallorossi: una prima volta nella stagione 2005/2006, alla luce della “riscrittura” della classica causa Calciopoli. Poi in altre due circostanze in virtù dei punti e delle posizioni ottenute sul campo (stagioni 2006/2007 e 2007/2008), sempre dietro l’Inter. Dopo l’espatrio sportivo ed i successi in terra russa, dove ha allenato per quattro anni lo Zenit San Pietroburgo ed ha vinto due campionati, Spalletti è tornato a casa ma si è trovato a dover gestire due situazioni di fuoco: prima nello spogliatoio della Roma, al centro del braccio di ferro tra la società ed il capitano Totti, poi in quello dell’Inter con tanto di tensione nella gestione del bomber argentino Mauro Icardi. A giugno 2021 ecco Spalletti approdare a Napoli , accolto nell’indifferenza generale da una piazza inviperita per aver perso da poco l’accesso alla Champions League. Il tutto a causa di un impensabile pareggio con il Verona all’ultima giornata. Dopo il primo anno di rodaggio, Spalletti diventa artefice del successo azzurro, sebbene nell’estate 2022 fosse avvenuta una rivoluzione nell’undici titolare dopo le cessioni di Mertens, Koulibaly e Insigne. Il mister di Certaldo è riuscito in poco tempo ad amalgamare una rosa ampia e molto tecnica, valorizzando tutti a partire dai nuovi arrivati come Kim, Kvaratskhelia, Raspadori, Simeone fino ai calciatori come Osimhen probabile capocannoniere a fine stagione. Insomma è al comando di una squadra con numeri da record, il Napoli in serie A è il club con l’attacco più prolifico e la difesa meno battuta, ha raggiunto un record di vittorie e la imminente vittoria dello Scudetto con diverse giornate di anticipo (evento mai accaduto nella storia della Serie A).

Napoli campione: dalla C alla Champions al Campionato

Napoli campione: dalla C alla Champions al CampionatoRoma, 4 mag. (askanews) – Dalla C alla Champions, dalla Champions al Campionato. Il 2 agosto del 2004 la settima sezione del Tribunale fallimentare di Napoli decretò il fallimento della società per eccesso di debiti. Il Napoli non esisteva più. Addio allo stemma azzurro con la N, ai trofei vinti e alla possibilità di giocare ad alti livelli contro i club più prestigiosi del mondo. Alla fine la spuntò l’imprenditore cinematografico Aurelio De Laurentiis che divenne presidente della Napoli Soccer. Grazie al lodo Petrucci, la squadra azzurra ricominciò dalla Serie C. Il primo acquisto fu il centrocampista Montervino che si allenava senza palloni e divisa ufficiale, il tecnico, Giampiero Ventura (poi esonerato, al suo posto fu scelto Edy Reja). E’ dai campi polverosi di Paestum che comincia l’avventura di De Laurentiis presidente del Napoli. Il campionato di Serie B 2006/2007 fu uno dei più seguiti. La Juve, dopo Calciopoli ricominciava dalla B, il Napoli cercava la promozione immediata. Il 10 giugno 2007 grazie al pareggio con il Genoa, entrambe le squadre festeggiarono sul campo la conquista della Serie A. Nel primo anno di Serie A il Napoli di Reja, con Hamsik e Lavezzi, arrivò ottavo, giocando l’Intertoto per partecipare alla Uefa. L’anno successivo dodicesimo, poi il Napoli cambiò allenatore (da Donadoni a Mazzarri) e arrivò sesto, partecipando alla Uefa. Nella stagione 2010/2011 arrivò terzo e tornò in Champions League. L’anno successivo quinto in campionato ma riuscì a conquistare il suo primo trofeo post fallimento. Il 20 Maggio 2012, allo stadio Olimpico, il Napoli sconfisse la Juve 2 a 0, grazie alle reti di Cavani e Hamsik, e vinse la Coppa Italia. Nel campionato 2012/2013 il Napoli arrivò secondo, vicino alla Juve campione d’Italia (87 punti contro 78 degli azzurri). Via Mazzarri e Cavani, arrivano Benitez e Higuain. Il Napoli disputa una Champions eccellente, nel ‘Girone della morte’ con Borussia, Arsenal e Marsiglia gli azzurri vengono eliminati nonostante i 12 punti conquistati. In campionato il Napoli arriva terzo ma riesce a vincere la sua seconda Coppa Italia contro la Fiorentina (3 a 1 con doppietta di Insigne e gol di Mertens). La successiva gestione di Rafael Benítez vide gli azzurri vincere la quinta Coppa Italia, e proseguire i successi nella stagione successiva, con la vittoria della seconda Supercoppa italiana. NEL 2015-2016 Maurizio Sarri rese il Napoli campione d’inverno (non succedeva dalla stagione 1989-1990), pur non riuscendo a vincere lo scudetto, battuto solo dalla Juventus. Terzi nel 2016-2017, secondi con 91 punti l’anno successivo. Nel 2020, con Gennaro Gattuso in panchina, gli azzurri conquistarono la sesta Coppa Italia della loro storia, superando la Juventus ai calci di rigore. La stagione successiva, complice una serie di giocatori indisponibili per infortuni e positività al COVID-19 tra dicembre e febbraio, si rivela essere molto complessa per la squadra di Gattuso, che termina quinta, con la Champions a solo un punto di distanza. Nella stagione 2021-22, Luciano Spalletti viene ingaggiato come allenatore del Napoli: la stagione in Serie A inizia in maniera ottimale, con otto vittorie in altrettante giornate, tra cui un 2-1 in rimonta contro la Juventus e due 4-0 consecutivi contro l’Udinese e la Sampdoria; viene così eguagliata la migliore partenza della loro storia di quattro anni prima, sotto la gestione Sarri. Il club partenopeo fatica però a mantenere il passo con Inter e Milan, e alla fine giunge al terzo posto, sufficiente comunque per la Champions League, dietro ai due club di Milano. In Coppa Italia il Napoli crolla invece clamorosamente contro la Fiorentina agli ottavi di finale. In Europa League finisce secondo nel suo girone dietro allo Spartak Mosca, ed è costretto a disputare gli spareggi della fase a eliminazione diretta, dove soccombe contro il Barcellona. Nella seconda stagione di Spalletti il Napoli straccia tutti chiudendo con quasi venti lunghezze di vantaggio sulla seconda. In Champions raggiunge i quarti di finale, vetta mai toccata nella storia, e venendo eliminato dal Milan. Oggi il terzo scudetto e la grande festa azzurra

Napoli campione, la cavalcata degli azzurri

Napoli campione, la cavalcata degli azzurriRoma, 4 mag. (askanews) – Una straordinaria e trionfale cavalcata verso il terzo scudetto: si può definire così l’annata calcistica del Napoli allenato da Luciano Spalletti. Un titolo mai messo concretamente in discussione, in un campionato dominato in lungo e in largo. Solo in un preciso momento della stagione gli azzurri hanno rallentato (se così si può dire). Mercoledì 4 gennaio 2023: vittoria del Milan a Salerno e sconfitta dei partenopei con l’Inter. Era la prima giornata dopo la lunga pausa dovuta ai mondiali disputati in Qatar. In quella fase l’undici di Spalletti ha avuto il minor vantaggio in classifica sulla seconda (5 punti). Ma le avversarie hanno subito ripreso a perdere colpi e gli azzurri già venerdì 13 gennaio 2023 hanno messo definitivamente in chiaro le cose. 5-1 in casa contro la Juventus e un chiaro messaggio a tutto il campionato. Attacco più prolifico, difesa meno battuta: già questi due dati offrono la cifra del dominio partenopeo. Dominio che viene corroborato da altri record come: il capocannoniere (Osimhen primo per numero di reti segnate) e il miglior uomo assist (Kvaratskhelia unico in Serie A già in doppia cifra). Difficilmente, per non dire quasi mai, si è visto un tale distacco e una tale superiorità in un campionato come quello italiano che, da sempre, è tra i più competitivi e difficili. La squadra ha trovato il suo assetto tattico di base col 4-3-3 e Spalletti ha spesso fatto affidamento a 11 giocatori-titolari, ma punti molto importanti per la classifica sono arrivati da una rosa ampia e completa. Simeone, Raspadori, Elmas, per citare tre panchinari di lusso, spesso subentrano a partita in corso ed in diversi match hanno messo a segno goal e giocate fondamentali per vincere partite difficilissime (solo per citarne alcune: a Milano con i rossoneri 1-2, in casa con la Roma 2-1, a Torino con la Juve 0-1). Se come tutto lascia supporre, lo scudetto arriverà addirittura con sei giornate di anticipo sarà l’ulteriore e definitivo record a suggellare una stagione calcistica che in futuro sarà difficile da ripetere. La forza e il gioco spumeggiante del Napoli, in una certa fase della stagione, ha fatto sognare i supporter azzurri anche per la Champions League, ma tutto si è infranto nello sfortunato doppio match con il Milan che a breve sarà di scena in Europa per un altro derby italiano (e cittadino) con l’Inter.

 

Udinese-Napoli 1-1, E’ di Osimhen il gol scudetto

Udinese-Napoli 1-1, E’ di Osimhen il gol scudettoRoma, 4 mag. (askanews) – E’ di Victor Osimhen il gol scudetto del Napoli. Quello che porta all’ombra del Vesuvio il terzo tricolore dopo 33 anni. Fa esplodere sei milioni di tifosi del mondo, unisce i napoletani dell’Australia e dell’Inghilterra. Un tifo dove non tramonta mail il sole. Primo tempo di sofferenza per gli azzurri che chiudono sotto 1-0. Poi nella ripresa l’accelerata vincente ed il colpo di biliardo del nigeriano. E’ il 46° gol in Serie A per lui, eguagliando il primato di Weah per un calciatore africano. Udine napoletana si infiamma con i dodicimila allo stadio ed almeno altri cinquemila all’esterno della Dacia Arena. Gioia incontenibile e festa tutta la notte.

Eppure le cose non erano cominciate benissimo. Napoli sotto alla fine del primo tempo. La grande gioia degli undicimila napoletani presenti alla Dacia Arena è gelata dopo un quarto d’ora. In avvio sfuriata del Napoli con Osimhen grande protagonista. Ma è l’Udinese a passare in vantaggio dopo 13′. Un gol che non arriva dal nulla: dopo la sfuriata iniziale del Napoli, l’Udinese era cresciuta e aveva cercato di mettere il pallone al centro con diversi cross imprecisi di Ehizibue e Udogie. Un accerchiamento che alla fine ha portato al pallone imbucato in mezzo all’area per Lovric, poi precisissimo nella conclusione alle spalle di Meret. Al 21′ Kvaratskhelia punta Becao all’ingresso in area, all’altezza del vertice sinistro, lo salta e poi cade a terra. Abisso lascia proseguire. Il Var dà ragione all’arbitro. Il Napoli non riesce ad accelerare e l’Udinese è ancora pericolosa. Al 31′ ancora Lovric. Udogie semina il panico al limite dell’area e alla fine viene messo giù, Abisso fa segno di proseguire e il primo ad arrivare sul pallone è Lovric, che scarica il destro. Meret si distende e para. La risposta del Napoli è in un colpo di testa di Osimhen. Il Napoli riparte fortissimo e dopo 7′ arriva il pareggio di Osimhen. Anguissa mette in mezzo, Kvara tira, respinge Silvestri, arriva Osimhen che fa centro. Esultanza incontenibile dei giocatori del Napoli, tanto che nei festeggiamenti si rompe anche la mascherina di Osimhen e l’attaccante è costretto a chiederne una di ricambio alla panchina. Scattano le sostituzioni: Al 63′ Zielinski per Ndombele. Napoli vicino al raddoppio. Al 67′ Kvara lavora a sinistra un gran pallone, liberandosi per il cross morbido con una serie di finte. Palla scodellata, Elmas ci si avventa in gioco pericoloso, l’azione prosegue e Osimhen scarica in porta il pallone che era finito sul suo piede, ma quando l’arbitro aveva già interrotto il gioco. Al 71′ gran tiro di prima di Zielinski su passaggio di Elmas e gran risposta in tuffo di Silvestri. Cantano i tifosi del Napoli alla Dacia Arena, mentre Spalletti con i suoi continua a predicare calma. Gli ultimi quindici minuti sono di palleggio e attesa del 90′. Poi è solo festa. Le bandiere al vento sono azzurre.

Udinese-Napoli, gelo al Maradona al primo tempo

Udinese-Napoli, gelo al Maradona al primo tempoRoma, 4 mag. (askanews) – Un minuto di gelido silenzio e poi nuovi cori per spingere la squadra. Hanno reagito così i 50.000 del Maradona al gol dell’Udinese per il vantaggio sul Napoli. Lo stadio è rimasto gelato sapendo di dover ora rimontare, sentendo ancora più faticosa l’attesa del punto-scudetto. L’entusiasmo allo stadio resta forte, anche se meno di quando i calciatori sono in campo, ma i maxischermi danno l’emozione della partita in trasferta che di solito si vive a casa con gli amici o i parenti, mentre stavolta si è tutti insieme allo stadio.

Izzo: “Accusato di combine in Modena-Avellino, nemmeno giocai”

Izzo: “Accusato di combine in Modena-Avellino, nemmeno giocai”Roma, 4 mag. (askanews) – Dopo la sentenza di primo grado che lo ha condannato a 5 anni di reclusione per calcioscommesse e associazione camorristica, Armando Izzo, difensore del Monza, è tornato a dichiararsi innocente sul proprio account Instagram: “Sono molto deluso dalla sentenza di primo grado. Sono stato assolto per non aver commesso il fatto nella partita Avellino – Reggina del 25 maggio 2014 ma vengo accusato di aver combinato la partita Modena – Avellino del 17 maggio 2014, una partita che non ho neanche giocato. Leggerò le motivazioni con i miei avvocati e presenteremo appello. Credo nella giustizia e sono sicuro che verrà dimostrata la mia assoluta estraneità all’ambiente criminale. Ringrazio AC Monza e la mia famiglia, che mi sono sempre vicini. Non smetto di combattere!”.