Chieffi e Colaninno hanno vinto l’Emilio Benetti Historic Event ISCYRARoma, 12 giu. (askanews) – Enrico Chieffi e Nando Colaninno hanno vinto ieri la 59esimama edizione del Trofeo Emilio Benetti Historic Event ISCYRA disputato da venerdì 9 a domenica 11 giugno, con 5 punti (tre primi posti, un secondo e uno scarto). Al secondo posto Giampiero Poggi e Davide Mugnaini (9 punti), con Vincenzo Locatelli e Alessandro Sodano a pari punti che hanno occupato il terzo gradino del podio. Allo storico appuntamento hanno partecipato, come ogni anno, nomi di spicco della vela nazionale ed internazionale di grande livello tecnico, tra i quali Flavio Favini e il progettista argentino Juan Kouyoumndjian. Per Enrico Chieffi, amministratore delegato di SLAM, che continua a regatare con successo nella classe STAR, il risultato odierno ha un significato particolare perché rappresenta la sesta vittoria, un record assoluto, nella storia del Trofeo Emilio Benetti Historic Event ISCYRA. Venti gli equipaggi iscritti all’evento, che si è svolto in condizioni meteo molto variabili: il primo giorno con 10-12 nodi da sud-ovest in progressivo calo nella terza prova, mentre nel pomeriggio del sabato, dopo un forte temporale alla mattina, sono state due le prove disputate con vento leggero. L’ultima regata in programma, quella odierna, è stata caratterizzata da sole e vento medio da Maestrale. L’evento è stato organizzato dalla Società Velica Viareggina, il Club Nautico Versilia e lo Yacht Club Cortina d’Ampezzo, in collaborazione con il Comitato Circoli Velici Versiliesi, la LNI sezione Viareggio, il CV Torre del Lago Puccini. Il Trofeo Emilio Benetti Historic Event ISCYRA, rappresenta la prima tappa di avvicinamento allo Star World Championship in programma dal 16 al 24 settembre alla Marina di Scarlino.
I giocatori di Berlusconi: “Sempre grati per le opportunità”Roma, 12 giu. (askanews) – “Riposa in pace Mr. Berlusconi. Per sempre grato per l’opportunità che mi hai dato di giocare per il tuo iconico club”. Così sui suoi profili social Ruud Gullit commenta la notizia della morte di Silvio Berlusconi all’età di 86 anni. L’ex calciatore olandese ha vestito la maglia del Milan dal 1987 al 1993 e poi ancora nel 1994. Con Marco Van Basten e Frank Rijkaard ha formato lo storico trio degli olandese del Milan di Arrigo Sacchi. Tanti i giocatori o i tecnici dei suoi Milan che gli hanno reso omaggio. Franco Baresi, uno degli uomini simbolo del Milan vincente targato Silvio Berlusconi, accoglie in lacrime la notizia: “Mi sento più solo. Per me era come un padre, un presidente unico e affettuoso per tutti. Ha realizzato i miei sogni”, spiega ancora Baresi, vicepresidente onorario del Milan. Filippo Galli propone di intitolargli lo stadio: “Se l’idea partisse da iniziativa popolare, sarebbe una soluzione da poter percorrere” dice. “Sono davvero rattristato, è volato via una persona speciale”. Così a Gianluigi Lentini. “Ha fatto la storia su ogni cosa che ha fatto – spiega l’ex giocatore, che passò dal Torino al Milan nel 1992 diventando uno degli acquisti più costosi dell’era Berlusconi – E’ stato indimenticabile per me e per tutti”. Via Instagram arriva la reazione di Vincenzo Montella, ultimo tecnico avuto dal Cavaliere al Milan che ha vinto nel 2016 la Supercoppa italiana ai rigori contro la Juventus: “Fiero di averti regalato l’ultimo trofeo da Presidente del tuo amato Milan. Riposa in pace”. Paolo Maldini su Instagram: “Ci lascia un genio, visionario e sognatore, ma soprattutto un amico che ha cambiato la storia della nostra Italia. Grazie di tutto Presidente, hai fatto vivere a tutti noi milanisti un sogno lungo più di 30 anni, nessuno sarà mai come te”.
Fabio Capello ha parlato a Sky Sport: “Personaggio unico, con una forza e un carisma che ho visto in poche altre persone. Tanti hanno cercato di fare come lui senza riuscirci, aveva capacità manageriale e capacità di trovare uomini giusti per raggiungere gli obiettivi. Sapeva scegliere. Ha fatto cose incredibili. Ricordo la prima volta a Milanello che disse che voleva far diventare il Milan la squadra più forte del mondo, e ci riuscì. Ha creato televisioni, ha creato il Milan. Capiva subito chi era importante e chi aveva idee giuste, ma pure i momenti in cui intervenire. Di tutti gli acquisti che ha fatto, fra giocatori e allenatori, ne ha sbagliati pochi. Un ricordo? Nel 2007 allenavo il Real Madrid e mi chiese di Ronaldo, gli dissi che era il più forte che avessi mai allenato ma che oramai non aveva più voglia e che lo avevamo già venduto in Arabia Saudita. Il giorno dopo Ronaldo era un giocatore del Milan”.
La serie A omaggia Berlusconi: “Protagonista per decenni”Roma, 12 giu. (askanews) – Da Lotito a Commisso a Pozzo ed altri presidenti, il calcio italiano rende onore a Silvio Berlusconi, deceduto oggi all’età di 86 anni. Il presidente della Lega Serie A, Lorenzo Casini, commenta così la scomparsa di Silvio Berlusconi: “Il Presidente Berlusconi è stato un protagonista assoluto del calcio per decenni. Ha fatto la storia di questo sport, modificandone i paradigmi e innovando sempre, portando il calcio italiano sul tetto d’Europa e in cima al mondo. La Lega Serie A si unisce commossa al dolore della famiglia e di tutti gli italiani”.
“Il mondo dello sport perde un grande innovatore, protagonista indiscusso del calcio italiano e non solo, a partire dalla seconda metà degli anni ’80 con i trionfi internazionali del Milan, fino ai giorni nostri come artefice della rinascita dell’A.C. Monza” scrive il presidente della Lazio Claudio Lotito”. “Se ne va un imprenditore illuminato, una figura carismatica, capace di accompagnare e guidare l’evoluzione di questo sport”. Condoglianze dall’Inter. “Il Presidente Steven Zhang e tutta FC Internazionale Milano esprimono il proprio profondo cordoglio per la scomparsa del Presidente Silvio Berlusconi. La sua figura ha lasciato un segno indelebile nella storia del nostro Paese. Le sfide tra l’Inter e il suo Milan hanno reso la città di Milano il cuore del calcio mondiale” è il pensiero di Steven Zhang. Per il presidente del Milan Rocco Commisso: “Sono vicino alla famiglia Berlusconi per la loro perdita. Silvio Berlusconi, leader politico e istituzionale, è stato un punto di riferimento e un modello vincente per lo sport italiano e per l’imprenditoria nazionale e internazionale. Da parte mia, della mia famiglia e di tutta la Fiorentina le più sentite condoglianze per il grave lutto”. E ancora l’Udinese: “Gianpaolo Pozzo e tutta l’Udinese esprimono il proprio cordoglio e dolore per la morte di Silvio Berlusconi, uomo che ha segnato la storia dell’imprenditoria e del calcio italiano. Da parte del club la vicinanza ai suoi familiari e a tutte le componenti del Monza”. Questo il cordoglio del Torino dopo la morte di Silvio Berlusconi: “geniale imprenditore, grande innovatore e figura di primissimo piano della politica italiana”.
Il Milan cita Berlusconi: “Domani sogneremo altri traguardi”Roma, 12 giu. (askanews) – “AC Milan profondamente addolorato piange la scomparsa dell’indimenticabile Silvio Berlusconi e si stringe con affetto alla famiglia, ai collaboratori e agli amici più cari”. Così il ricordo del Milan di Silvio Berlusconi. Tweet che si conclude con le sue parole: “Domani sogneremo altri traguardi, inventeremo altre sfide, cercheremo altre vittorie. Che valgano a realizzare ciò che di buono, di forte, di vero c’è in noi, in tutti noi che abbiamo avuto questa avventura di intrecciare la nostra vita a un sogno che si chiama Milan”. Grazie Presidente, per sempre con Noi”.
Berlusconi è morto, addio al presidente di un Milan mondialeRoma, 12 giu. (askanews) – Ventinove trofei principali vinti, di cui 26 nei 20 anni da presidente, 3 negli 11 anni di vicepresidenza vicaria di Adriano Galliani, cinque giocatori diventati palloni d’oro, 900 milioni di euro investiti per una media di 28 a stagione. Trentuno anni di proprietà, venti da presidente. Un’era calcistica in cui il rossonero ha dominato segnando parte di quel made in Italy che andava in giro per il mondo. Silvio Berlusconi presidente del Milan è stato questo. Nel 1986 ha salvato la società rossonera dal fallimento (in precedenza aveva anche provato a rilevare l’Inter) per farne uno dei club più vincenti al mondo. Dal 24 marzo 1986 al 13 aprile 2017: 31 anni di storia calcistica che si è congiunta a quella del Paese.
È il 10 febbraio 1986, il giorno della firma per rilevare il Milan appena lasciato da Giusy Farina. Il 20 Silvio Berlusconi diventa ufficialmente proprietario del Milan. Il 24 marzo, infine, ‘Sua emittenza’ è il 21esimo presidente della storia rossonera. Si apre una nuova era. “La situazione del Milan avrebbe dovuto scoraggiare chiunque – dichiara al ‘Guerin Sportivo’ -. Ancora adesso i vuoti contabili non si contano e l’ammontare dei debiti non è totalmente quantificato, ma da come si erano messe le cose era impossibile comportarsi diversamente. Da una parte c’era il Milan che poteva essere esposto a situazioni drammatiche (fallimento, liquidazione, tribunali etc.), dall’altra il Berlusconi tifoso che non se la sentiva di assistere ad uno scempio del genere. A quel punto è intervenuto il cuore e la decisione di comprare il Milan è stata obbligatoria”. Le prime mosse a livello societario sono la nomina di Adriano Galliani come Amministratore delegato e di Ariedo Braida come Direttore generale. La nuova società punta innanzitutto al risanamento del bilancio, ad un ringiovanimento della rosa e al rilancio della squadra su palcoscenici che le competono. Il primo acquisto assoluto della gestione Berlusconi è Roberto Donadoni, l’emergente talento bergamasco strappato alla concorrenza della Juventus e costato 10 miliardi di Lire.
Quelli del suo Milan sono stati anni di grandi allenatori: Sacchi tanto per cominciare, con il quale decolla il Milan ‘stellare’, campione d’Italia nel 1988 e d’Europa nel 1989 e 1990, interprete di un gioco rivoluzionario e spettacolare, tutto pressing e fuorigioco con gli olandesi Gullit, Van Basten e Rijkaard. Poi Capello con il quale arrivano tre scudetti consecutivi, il record d’imbattibilità sale a 58 partite, e il 18 maggio 1994 (la stessa sera in cui il primo governo Berlusconi ottiene la fiducia al Senato) il Milan vince ad Atene la Champions League, battendo per 4-0 il Barcellona di Johan Cruijf. Il Milan conquista di nuovo lo scudetto nel 1996 (con Capello) e nel 1999 (con Zaccheroni). Nel 2010 l’arrivo in panchina di Massimiliano Allegri coincide con l’ultimo Scudetto di Berlusconi. Con Allegri mai rapporti facili. Resta celebre la stilettata lanciata contro il suo allenatore prima del ritorno degli ottavi di finale di Champions League al Camp Nou contro il Barcellona, mentre è impegnato in campagna elettorale. “Allegri? No el capisse un casso”, dice ai cronisti che lo seguono. Quella gara termina con un sonoro 4-0 per i blaugrana, che ribaltano il 2-0 rossonero di San Siro e passano il turno. Max resta alla guida della squadra fino a gennaio 2014, quando gli è fatale la sconfitta in campionato con il Sassuolo. Con Montella in panchina, nel 2016, il successo 4-3 ai rigori contro la Juventus di Allegri e la vittoria della Supercoppa italiana, che sarà l’ultima dell’era del Cavaliere.
Durante la presidenza di Berlusconi, il Milan ha vinto sei Campionati italiani (1987-88, 1991-92, 1992-93, 1993-94, 1995-96, 1998-99), quattro Supercoppe Italiane (1988, 1992, 1993, 1994), tre Coppe dei Campioni/Champions League (1988-89, 1989-90, 1993-94), tre Supercoppe Europee (1989, 1990, 1994) e due Coppe Intercontinentali (1989, 1990). E’ il Milan dei fuoriclasse assoluti, fra cui ben 5 calciatori che conquisteranno il Pallone d’Oro: Gullit, Van Basten (3 volte), Weah, Shevchenko e Kakà. “Il calciatore più amato? È difficile rispondere – dirà nel 2020 in un’intervista a ‘Il Corriere della Sera’ – la storia del mio Milan è stata di grandi campioni, che hanno fatto sognare ogni tifoso, me per primo. Con i miei ‘ragazzi’ si è instaurato sempre un rapporto personale di stima e di affetto. Ma se proprio devo indicarne uno, scelgo Marco Van Basten, simbolo della bellezza del calcio come lo intendo io. Un protagonista leggendario che lasciò un vuoto incolmabile quando troppo presto dovette abbandonare i campi di calcio”. Ceduta la società nel 2017 ad una cordata guidata dall’imprenditore cinese Yonghong Li, nel 2018 Berlusconi torna nel calcio acquistando il Monza, che riporta in Serie B dopo 20 anni di assenza e poi per la prima volta in Serie A. Salvezza festeggiata con Galliani e la squadra.
Ma non solo calcio: Berlusconi fondò nel 1989 la Polisportiva Milan o Polisportiva Mediolanum, già Mediolanum Sport e poi Milan Athletic Club, attiva tra il 1989 e il 1994. Quattro gli sport praticati: baseball, hockey su ghiaccio, pallavolo e rugby. Sette scudetti e innumerevoli coppe internazionali. L’associazione venne di fatto smantellata nel 1994 in seguito alla riduzione del budget a essa riservata, dovuta agli scarsi risultati economici portati dalla maggior parte delle sezioni.
Roland Garros, Djokovic signore di Parigi, 23esimo Slam vintoRoma, 11 giu. (askanews) – Novak Djokovic fa la storia a Parigi. Battendo il norvegese Casper Ruud 7-6, 6-3, 7-5 in 3h16′ ha conquistato il suo terzo Roland Garros, 23esimo titolo del Grand Slam e staccando Rafa Nadal in testa alla speciale classifica. Roger Federer, ritiratosi nel 2022, si è fermato a 20. Nole è diventato anche il primo tennista a vincere almeno tre volte tutti e quattro i Major. Mettendo in bacheca la Coppa dei Moschettieri, poi, il 36enne di Belgrado mantiene viva la fiamma Grande Slam al giro di boa: complice il trionfo a Melbourne a inizio anno contro Tsitsipas, a queato punto mancano Wimbledon e di Flushing Meadows per completare il capolavoro tennistico riuscito solo a Rod Laver nel 1969. Djokovic torna anche il numero uno al mondo togliendo dal primo gradino del podio Carlos Alcaraz.
Nel box di Nole, oggi accanto alla moglie Jelena niente meno che Tom Brady. Poi Kylian Mbappé e c’è anche Zlatan Ibrahimovic, fresco di addio al pallone e grande amico di Nole. Nel primo set Ruud scatta 4-1 prima del ritorno di Nole (4-4). Tie Break e 7-1 per Djokovic. Nel secondo set subito Djokovic 3-0. Ruud non riesce a realizzare il controbreak e si chiude 6-3. Terzo set in equilibrio fino al 4-4. Sul 5-5 però Nole vuole chiudere, ha tre palle break e scatta 6-5 e servizio, a un game dalla storia. Chiude 7-5, un urlo, le lacrime, il record.
La Ferrari 499P vince alla 24 Ore di Le Mans dopo 50 anni di assenzaRoma, 11 giu. (askanews) – Ferrari ha vinto la 24 Ore di Le Mans del Centenario con la 499P portata al traguardo da Alessandro Pier Guidi, che ha condiviso con James Calado e Antonio Giovinazzi la vettura numero 51 nell’arco dei 342 giri completati sul tracciato francese. Per la Casa di Maranello si tratta di un risultato storico: al rientro nella top class, dopo mezzo secolo di assenza, la squadra Ferrari – AF Corse mette la firma sulla gara endurance più famosa al mondo, che rappresenta il quarto round del FIA World Endurance Championship 2023. Alla bandiera a scacchi concludono quinti Antonio Fuoco, Miguel Molina e Nicklas Nielsen con la 499P numero 50, ritardati nel corso della notte da un intervento sulla vettura che ha impedito all’equipaggio di essere in lizza per il podio, nonostante l’ottima prestazione che ha permesso di rimontare diverse posizioni. Le Ferrari 499P erano scattate dalle prime due posizioni in griglia rispettivamente con le Hypercar numero 50 – Fuoco aveva firmato la pole position – e 51 dopo i tempi fatti registrare durante la Hyperpole.
Per il Cavallino Rampante si tratta della decima vittoria assoluta alla 24 Ore di Le Mans, dopo quelle ottenute nel 1949, 1954, 1958, 1960-1965. Il numero complessivo di successi sale così a 39, includendo i 29 di classe messi in bacheca nella storia di Ferrari a Le Mans. Con il risultato ottenuto nel quarto appuntamento iridato Ferrari rimane seconda in classifica Costruttori, accorciando la distanza da Toyota, ora di 19 punti.
Daisy Osakue record italiano disco: 64,57 a PietrasantaRoma, 11 giu. (askanews) – Fantastico lancio di Daisy Osakue che migliora il record italiano nel disco con 64,57 a Pietrasanta (Lucca) nella finale Bronzo dei Campionati di Società Assoluti. L’azzurra riesce a superare di quasi un metro il 63,66 dei Giochi di Tokyo, il 31 luglio del 2021, con cui aveva raggiunto la finale olimpica e pareggiato il limite di Agnese Maffeis stabilito nel 1996 a Milano, il 12 giugno di quell’anno. È un risultato di spessore internazionale, oltre lo standard per i prossimi Mondiali di Budapest (19-27 agosto) fissato a 64,20. Splendida la prestazione della 27enne piemontese delle Fiamme Gialle, stavolta in pedana con la maglia del suo club di provenienza, la Sisport Torino. Al secondo lancio della gara l’atleta allenata da Maria Marello (ex primatista italiana con 57,54 nel 1986) può festeggiare il record, in una serie che comprende altre due misure oltre i 60 metri: 60,27 al quarto e 60,18 al quinto dopo aver aperto con 56,07, due nulli invece al terzo e al sesto turno.
“Un’emozione grandissima!”, esclama Daisy Osakue. “Questo è un risultato meraviglioso, è la dimostrazione che io ci sono, nonostante le difficoltà della passata stagione. Sulla pedana di Pietrasanta l’anno scorso ho ripreso la fiducia che mi mancava e che mi ha dato la forza di iniziare la preparazione invernale. È da tanto tempo che lo cerco, è tutto l’anno che rincorro questo record. Le misure c’erano, ma non nel momento giusto. Sentivo di valerlo, però farlo in gara vuol dire tanto. Qui ci sono riuscita, con tutto il pubblico per me, con intorno tante persone della mia società storica che mi vogliono bene, che mi hanno sentito gridare di gioia… Ho i brividi!”. “A Firenze, il giorno prima del Golden Gala, è venuta a trovarmi Agnese Maffeis. Ci eravamo già sentite, ma per la prima volta l’ho incontrata di persona, e mi ha detto: ‘fai il record, cosa vuoi che sia?’… Ora gliel’ho tolto, però posso considerarla una mia tifosa e le mando un bacio gigante! Mi godo il primato, intanto l’obiettivo si sposta verso gli Europei a squadre di Chorzow, tra due settimane in Polonia, e vorrei divertimi anche lì. È il mio secondo record italiano, dopo quello delle Olimpiadi. Ma stavolta ho una consapevolezza diversa, mi sento più matura come atleta. A Tokyo era un punto di arrivo della stagione, questa invece deve essere una partenza”.
Bagnaia festeggia al Mugello: “Il week end perfetto”Roma, 11 giu. (askanews) – “Sono davvero felicissimo, il weekend perfetto. Non mi aspettavo una gara così perché mi aspettavo più costanza dalla posteriore media e invece negli ultimi giri si è distrutta”. Parola di Francesco Bagnaia, autore del “triplete” motociclistico. Al Mugello pole, gara sprint e gran Premio. Dodicesimo succesdso in carriera in top class per il pilota Ducati che allunga in classifica generale su Bezzecchi, un trionfo d’orgoglio e pieno di soddisfazione. “Sono molto contento perché è stato un lavoro enorme e ora passiamo al Sachsenring. Ora però godiamoci questo momento perché è uno dei weekend migliori della mia vita” le parole dell’iridato. E dopo il successo è arrivato anche l’abbraccio dei tifosi: “Forse è l’emozione più bella che ho mai avuto, un pubblico impressionante ancor prima della partenza. La festa, l’invasione, una marea di gente: magico. Sulla strategia di gara ha poi aggiunto: “Ho deciso di andare con la media dietro per stare tranquillo, mi è piaciuta per tutto il weekend. Mi son detto di spingere subito per averne meno vicini alla fine e così è stato. Martìn ha spinto, ma ero tranquillo perché stavo gestendo il gap. Numeri? 46 podi sono tanti, è davvero bello. Ma ovviamente c’è un percorso da fare per arrivare ai numeri veri”. E poco prima di rientrare al parco chiuso, Bagnaia ha fatto festa con una scenetta che ha ricordato tanto le festa di Valentino Rossi: “L’ha pensata il mio fan club, mi han fatto ridere da matti quando li ho visti con la griglia e l’hot dog. Sono fantastici”.
Bagnaia domina al Mugello, poker Ducati e cinque italiani nei 10Roma, 11 giu. (askanews) – Uno strepitoso Pecco Bagnaia domina il Gran Premio d’Italia dalla prima all’ultima curva e concede un bis da sogno al Mugello dopo la Sprint del sabato (e il successo del 2022). Il ducatista allunga nel Mondiale a +21 su Bezzecchi. Bagnaia ha conquistato il successo gestendo lungo tutta la durata della gara un vantaggio minimo ma sufficiente su Jorge Martin, l’unico un grado in qualche modo di impensierire Pecco. Lo spagnolo è secondo davanti al compagno di squadra (Pramac) Johann Zarco. Ducati quarta anche con Luca Marini. Brad Binder è quinto con la KTM davanti alla Aprilia di Aleix Espargarò e all’altra KTM factory di Jack Miller. Solo ottavo Marco Bezzecchi davanti a Enea Bastianini e Morbidelli. Cadute per i fratelli Marquez quando erano in bagarre per le prime posizioni. Per il campione del mondo si tratta del 14° successo in carriera e del terzo stagionale dopo quelli di Portimao e di Jerez. Contando anche le tre affermazioni nelle Sprint, il piemontese si è portato a casa il 50% delle gare disputate in questo primo scampolo della stagione 2023.