Migranti, Zaia: tutta l’Africa in Italia non ci sta, l’Ue si svegli
Migranti, Zaia: tutta l’Africa in Italia non ci sta, l’Ue si svegliRoma, 22 ago. (askanews) – “Sarà molto meglio che i signori dell’Unione europea rientrino dalle vacanze in fretta, che qui c’è molto da fare…”. Lo ha detto il presidente della Regione Veneto Luca Zaia (Lega) in una intervista al Corriere della sera. “Questa estate – ha aggiunto – noi la ricorderemo molto bene. Per le grandinate e per i flussi migratori. Ma se la più grande economia del pianeta non è in grado di risolvere ciò che avviene ai suoi confini, forse questo modello di Europa ha fallito…”.
“Io credo – ha precisato l’esponente leghista a proposito delle possibili responsabilità del Governo – che la premier Giorgia Meloni abbia impostato molto bene i rapporti internazionali da cui dipendono le politiche sull’immigrazione. E il ministro dell’Interno Matteo Piantedosi sta facendo l’impossibile mettendoci l’anima…”. Tuttavia, ha aggiunto Zaia, “Io ho il massimo rispetto per chi sta lavorando, non ho la bacchetta magica e di certo non voglio dare lezioni a nessuno. Detto questo, ci vuole un booster. Un acceleratore. E io credo che non possa arrivare da altri parti se non dalla piena consapevolezza dell’Europa rispetto a ciò che sta accadendo da noi”. Quanto alle proteste di alcuni sindaci leghisti, per il presidente del Veneto “hanno tutte le ragioni. Sono loro che si misurano quotidianamente con problemi impensabili, paesini magari piccolissimi in cui arrivando decine di persone da fuori. Ma tutti noi abbiamo in mente e nel dna la sostenibilità dell’accoglienza. Ma l’ospitalità non può prescindere dai servizi. Tutta l’Africa in Italia non ci può stare, non è la dichiarazione di un razzista, perché io non lo sono. Ma è un fatto oggettivo, e di rispetto: nei confronti di chi si ospita e nei confronti dei nostri cittadini. Se no, metti a repentaglio la sopravvivenza delle comunità. Perché bisogna esserne consapevoli: qui rischiamo di dover cambiare il nostro modello”, ha sottolineato ancora Zaia.