Arma Carabinieri a inaugurazione Centro NATO sul clima di Montreal
Arma Carabinieri a inaugurazione Centro NATO sul clima di MontrealMilano, 3 nov. (askanews) – Dal 29 al 30 ottobre, a Montreal, in Canada, il Comando Generale dell’Arma dei Carabinieri ha partecipato alla cerimonia di inaugurazione del nuovo istituito NATO Climate Change and Security Centre of Excellence (CCAS CoE), centro di eccellenza alleato dedicato al tema dell’impatto dei cambiamenti climatici sulla sicurezza e sullo strumento militare. Avviato nel 2023 e presentato ufficialmente al summit di Washington (USA) dello scorso mese di giugno – durante le celebrazioni per i 75 anni dell’Alleanza -, quello canadese è uno dei 30 centri di eccellenza della NATO e l’Arma ne è parte attiva con un Ufficiale Superiore appositamente distaccato.
La cerimonia di inaugurazione si è tenuta in occasione della riunione del primo consiglio direttivo (steering committee), tavolo dove il Comando Generale, con il Capo Ufficio Polizia Militare e di Stabilità, Col. tSFP Marco Pucciatti, è delegato a rappresentare la Difesa italiana: l’Italia è una delle 12 Nazioni sponsor del Centro, a cui ha aderito congiuntamente fin dalla sua attivazione, dietro il coordinamento dell’Ufficio Generale Innovazione della Difesa (UGID) dello SMD. L’apertura del NATO CCAS CoE è stata enfatizzata anche da un altro importante evento: il Montreal Climate Security Summit, conferenza internazionale dedicata al rapporto tra clima e sicurezza, che nell’edizione 2024, ha visto l’Arma protagonista con la partecipazione, del Comandante del Raggruppamento Carabinieri Biodiversità, Gen. B. Raffaele Pio Manicone, relatore all’interno del panel sul “Clima e la Human Security – Rapporto tra rischi e priorità d’azione”.
Il summit ha riunito migliaia di partecipanti nonché relatori provenienti da Paesi alleati, nazioni partner e non solo (Kuwait e Australia), nonché rappresentanti del quartier generale della NATO, dell’Unione Europea e delle Nazioni Unite. Questo prestigioso palcoscenico è stata una importante occasione per valorizzare la specificità dell’Arma nel settore dell’ambiente e fornire il peculiare contributo istituzionale sul delicato settore dove l’Italia può vantare un comparto dedicato, l’organizzazione per la tutela forestale, ambientale e agroalimentare, e un centro di eccellenza nazionale ad hoc, il Centro di eccellenza per la Protezione Ambientale di Sabaudia (RM).
L’idea di creare un polo di ricerca, formazione e sviluppo focalizzato sull’impatto dei cambiamenti climatici sulla sicurezza, trae ispirazione dall’action plan sul climate change and security adottato a Bruxelles nel 2021. Al Canada, Paese promotore, c.d. framework (nation), si sono uniti in questo sforzo le nazioni sponsor Danimarca, Francia, Germania, Grecia, Italia, Lettonia, Lussemburgo, Norvegia, Romania, Turchia e Regno Unito. Nel luglio 2023, in occasione del vertice NATO di Vilnius, i rappresentanti di ciascuna nazione hanno firmato il documento costitutivo del NATO Climate Change and Security Centre of Excellence che, nell’autunno dello stesso anno, è stato aperto a Montreal. Il 28 maggio 2024, CCASCOE è stato formalmente accreditato dall’Allied Command Transformation unendosi ufficialmente alla famiglia dei 30 Centri di eccellenza della NATO in tutta l’Alleanza. Il cambiamento climatico e la sicurezza Il cambiamento climatico avrà gravi ripercussioni sulla sicurezza degli alleati e sulla difesa collettiva. Agisce come un moltiplicatore di minacce aumentando l’instabilità, la competizione geostrategica, l’insicurezza e i conflitti. La resilienza e l’efficienza delle nostre infrastrutture e attrezzature militari e il modo in cui conduciamo le operazioni saranno influenzati dai cambiamenti climatici che includono temperature estreme, cambiamenti nell’acidità dell’acqua, nella densità dell’aria e nella Circolazione Meridionale Atlantica, nello scioglimento del permafrost, nel mare aumento del livello, cambiamenti nei modelli di precipitazione ed eventi meteorologici estremi. Inoltre, la siccità, le inondazioni, l’erosione del suolo e la perdita di biodiversità hanno già un impatto grave sulle popolazioni di alcune regioni del mondo, in particolare nel sud del mondo, e causano carestie e perdita di terra e mezzi di sussistenza e intensificano la migrazione forzata. Questa insicurezza può anche aumentare l’instabilità sociale e politica e creare un terreno fertile per il terrorismo.