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Autore: Redazione StudioNews

Putin rieletto presidente con l’87,3% dei voti

Putin rieletto presidente con l’87,3% dei votiRoma, 18 mar. (askanews) – Secondo le informazioni pubblicate sul sito ufficiale della Commissione elettorale centrale russa, rilanciate dall’agenzia russa Tass, con il 99,43% delle schede scrutinate, Vladimir Putin è stato rieletto presidente della Russia con l’87,32% dei voti.


Il candidato del Partito Comunista Nikolay Kharitonov è il secondo classificato con il 4,32%, seguito dal candidato del Nuovo Popolo Vladislav Davankov con il 3,79%. Il candidato del Partito Liberal-Democratico di Russia Leonid Slutsky è quarto, con il 3,19% dei voti.

Basilicata, Pd: Calenda ha lasciato tavolo, noi dialogato con tutti

Basilicata, Pd: Calenda ha lasciato tavolo, noi dialogato con tuttiRoma, 17 mar. (askanews) – “Carlo Calenda ha variamente dipinto la posizione di Azione. Prendiamo atto dei termini in cui ha parlato di Bardi. E’ difficile riuscire a capire esattamente quali saranno le sue valutazioni finali, ma dal tavolo sono andati via loro. Adesso dobbiamo andare avanti con chi c’è. Noi abbiamo interloquito con tutti. Questo è al momento il punto di caduta più ampio”. Lo dice il responsabile Organizzazione del Pd, Igor Taruffi, dopo l’ufficializzazione di Pd, M5S, Avs, socialisti e +Europa, della scelta di candidare alla presidenza della Basilicata Piero Marrese.

Basilicata, Pd: lavoro ostinato per ampio schieramento, bene esito

Basilicata, Pd: lavoro ostinato per ampio schieramento, bene esitoRoma, 17 mar. (askanews) – “Abbiamo lavorato in modo ostinato per tenere insieme il più ampio schieramento di forze. C’è stata un’ampia convergenza su Marrese. Sono state giornate difficili, ma l’esito è stato positivo”. Lo dice il responsabile Organizzazione del Pd, Igor Taruffi.


“Con la Basilicata, il campo progressista si presenta per la quarta volta in una regione, dopo il Molise, l’Abruzzo e la Sardegna. Il passo indietro di Lacerenza? Sono intervenuti tanti fattori, c’è stato un concorso di elementi che ha fatto sì che quella canidatura non si sia consolidata nel modo in cui ci auguravamo. Si sono determinati una serie di incastri che hanno portato allo stallo”, spiega Taruffi.

Ue-Egitto, Schlein a Meloni: rispetto diritti non può essere svenduto

Ue-Egitto, Schlein a Meloni: rispetto diritti non può essere svendutoRoma, 17 mar. (askanews) – “Come al solito Meloni fa le domande sbagliate: da Al Sisi dovrebbe pretendere i recapiti dei 4 agenti dei servizi egiziani imputati nel processo per le torture e l’omicidio di Regeni. A Ursula Von Der Leyen dovrebbe chiedere una missione europea di ricerca e soccorso in mare per salvare le vite nel Mediterraneo. Ai suoi alleati nazionalisti dovrebbe dire una cosa semplice: chi arriva in Italia arriva in Europa, quindi non può essere bloccato nel primo paese di arrivo. L’Unione europea è nata per abbattere muri non per costruirne altri. Il rispetto dei diritti umani non può essere svenduto per le ossessioni securitarie dei governi”. Così la segretaria del Pd Elly Schlein rispondendo alle parole sul Pd della Presidente del Consiglio Giorgia Meloni.

Basilicata, scelto candidato regionali Pd-M5S-Avs: è Piero Marrese

Basilicata, scelto candidato regionali Pd-M5S-Avs: è Piero MarreseRoma, 17 mar. (askanews) – Il nuovo candidato alla corsa per le regionali della Basilicata per Pd, M5S, Avs, socialisti e +Europa sarà Piero Marrese, presidente della provincia di Matera.


“Nel pomeriggio di oggi – hanno scritto Giovanni Lettieri del Pd, Arnaldo Lo Muti di M5S, Gianni Rondinone di Sinistra Italiana, Francesco Alemanni di Europa Verde, Livio Valvano Psi, Massimiliano Taratufolo di Più Europa – le forze politiche del campo democratico, progressista ed ecologista della Basilicata si sono riunite e hanno indicato all’unanimità in Piero Marrese il candidato alla presidenza della Regione per le elezioni del prossimo 21 aprile. La proposta, che resta aperta ad altre forze civiche dello stesso campo che vorranno aderire, ha l’obiettivo di offrire ai cittadini della Basilicata un’alternativa di governo migliore rispetto a quella fallimentare degli ultimi cinque anni dell’amministrazione Bardi”. “A partire dalla difesa e dal rilancio della sanità pubblica, distrutta dalla destra, dalla promozione dello sviluppo di qualità e del lavoro, per offrire ai giovani di questa terra di rimanere e tornare, della tutela dell’ambiente e del paesaggio, svenduto dalla destra. La proposta di un amministratore capace e credibile come Piero Marrese, sindaco e Presidente della provincia di Matera, rappresentante l’alternativa di buon governo che serve alla Lucania: concretezza, presenza sul territorio, rinnovamento”, concludono in una nota.

Meloni al Cairo rivendica intese con Egitto, glissa su caso Regeni

Meloni al Cairo rivendica intese con Egitto, glissa su caso RegeniIl Cairo, 17 mar. (askanews) – Le intese siglate oggi con l’Egitto, tanto quella europea quanto quelle italiane, sono “preziose” e motivo di “orgoglio”, ma “non cambiano la nostra posizione” sul caso di Giulio Regeni. La presidente del Consiglio Giorgia Meloni è arrivata oggi al Cairo, nell’ambito della missione europea guidata da Ursula von der Leyen che ha portato alla firma di una Dichiarazione per il rafforzamento del partenariato strategico con Bruxelles e a un pacchetto di ‘aiuti’ da 7,4 miliardi. Parallelamente, l’Italia ha siglato una decina di intese con il Cairo nell’ambito del Piano Mattei, che vede l’Egitto tra i “Paesi prioritari”.


Il caso del giovane ricercatore italiano ucciso nel 2016 nella capitale (per domani è in programma un’udienza del processo italiano contro quattro funzionari dei servizi di sicurezza egiziani in contumacia) resta però un’ombra molto scura nei rapporti con Abdel Fattah al-Sisi. Per questo, al termine dei lavori, i giornalisti chiedono alla premier se il tema sia stato affrontato nel bilaterale di oggi pomeriggio con il leader egiziano. “L’Italia pone tendenzialmente sempre” la questione, si limita a rispondere, assicurando che comunque il lavoro portato avanti con l’Egitto “non cambia la nostra posizione sulla materia”. Per lei è “importante” che il processo “vada avanti” e anche se “continueremo a tentare di ottenere anche qualcosa di più, quello che dobbiamo fare è andare avanti sul fronte della verità e della giustizia”. Parole che provocano la risposta dall’Italia della segretaria del Pd Elly Schlein. “Noi – attacca la leader Dem – non faremmo accordi con i regimi come quello egiziano, che da anni sta coprendo gli assassini di Giulio Regeni. Come al solito Meloni fa le domande sbagliate: da al-Sisi dovrebbe pretendere i recapiti dei 4 agenti dei servizi egiziani imputati nel processo per le torture e l’omicidio di Regeni”. Già ieri, Schlein aveva definito “gravissimo” il fatto che l’Europa prometta “risorse al regime di Al-Sisi in cambio del controllo e dello stop alle partenze” dei migranti. “Capisco che per loro sia vergognoso, ma se avessi voluto mettere in piedi il programma del Pd mi sarei candidata col Pd, invece mi sono candidata contro il Pd proprio perché non sono d’accordo con loro”, risponde dal Cairo Meloni, secondo cui invece è “un segnale molto importante che l’Europa abbia capito che se vuole affrontare seriamente la questione migratoria deve lavorare sulla dimensione esterna”. Per la premier è dunque “molto prezioso quello che stiamo facendo” in Egitto e in Africa “e penso che sia estremamente prezioso il ruolo dell’Italia” che “ha fatto scuola” su “questo nuovo modello per affrontare alla radice la questione dei flussi migratori irregolari”. Un ‘modello’ – “il migliore” – nato con l’intesa con la Tunisia, che “sta funzionando”, e seguendo il quale la presidente von der Leyen “può sempre contare su di noi”. Un ‘endorsement’ alla spitzenkandidat del Ppe che appare anche una risposta indiretta a Matteo Salvini, che al contrario giudica un “disastro” l’operato della presidente della Commissione.


Nel corso dell’incontro con al-Sisi e del summit (a cui hanno preso parte anche il premier belga Alexander De Croo; quello greco Kyriakos Mitsotakis; il cancelliere austriaco Karl Nehammer e il presidente cipriota Nikos Christodoulidis) Meloni e gli altri leader hanno affrontato anche la questione della crisi in Medio Oriente che – ha detto – “è in cima alle nostre preoccupazioni”. Per la presidente del Consiglio occorre “parlare con tutti, come sto facendo” e supportare gli sforzi di Egitto, Usa e Qatar per arrivare a “una pausa prolungata nelle ostilità” e successivamente a “un cessate il fuoco sostenibile”. Questo continuando a lavorare per incrementare l’aiuto umanitario alla popolazione civile palestinese. A questo proposito, una delle intese siglate oggi dal governo italiano e dall’Egitto riguarda la collaborazione in ambito sanitario per curare pazienti provenienti da Gaza.

Russia, plebiscito record per Putin, silenziosa protesta ai seggi

Russia, plebiscito record per Putin, silenziosa protesta ai seggiRoma, 17 mar. (askanews) – Vladimir Putin ottiene il quinto mandato non consecutivo al Cremlino con percentuali senza precedenti nella storia della Russia post-sovietica, un’affluenza ufficiale al 73% e code a molti seggi moscoviti e in altre città della Federazione alle ore 12, come da appello di Yulia Navalnaya. Secondo i primi exit poll diffusi dopo la chiusura delle urne in tutto il Paese, il presidente in carica ha raccolto l’87% dei voti, forse qualcosa in più. Gli altri tre candidati si spartiscono i resti, con il candidato del partito comunista Nikolai Kharitonov e Vladislav Davankov di Nuova Gente a contendersi il secondo posto con poco più del 4% ciascuno, mentre Leonid Slutsky del partito di destra nazionalista Ldpr si fermerebbe attorno al 3,0% dei voti.


Il plebiscito per Putin era scontato, ma supera le aspettative. Meno scontata la partecipazione al voto, necessaria per ri-legittimare la leadership del capo dello Stato dell’ultimo quarto di secolo e il mandato per la cosiddetta Operazione militare speciale in Ucraina. Alla vigilia delle elezioni il presidente ha lanciato un appello a “venire alle urne ed esprimere la propria posizione civica e patriottica, votare per il candidato prescelto, per il futuro di successo della nostra amata Russia”. Partecipazione attiva da tradurre anche in approvazione della guerra e supporto alla crescente contrapposizione con l’Occidente, accompagnata da una retorica bellicista che sfocia sempre più spesso nella minaccia nucleare. A seggi appena chiusi, dall’Ucraina e dalle cancellerie occidentali sono arrivate critiche e condanne, a cominciare dalla Casa Bianca, secondo cui le elezioni in Russia sono state “ovviamente né libere, né imparziali”, dato che Putin ha messo in carcere i suoi oppositori e impedito ad altri di correre contro di lui. Per il presidente ucraino Volodymyr Zelensky, si è trattato di una “imitazione di elezioni”. I tentativi occidentali di rovinare le elezioni presidenziali in Russia “sono stati un fallimento” anche nelle zone presso il fronte in Ucraina, ha dichiarato a sua volta il ministero degli Esteri russo.


L’elezione è stata spalmata su tre giorni e con possibilità in una trentina di regioni di votare da remoto, non ultimo per gestire le difficoltà nelle aree al confine con l’Ucraina, da giorni sotto attacco con droni, razzi, incursioni di gruppi paramilitari. Oggi i droni su otto regioni sono stati almeno 38, sono arrivati anche attorno a Mosca e per qualche ora gli aeroporti della parte meridionale della capitale hanno dovuto limitare il traffico. A Belgorod, la più esposta agli attacchi dall’Ucraina, nel pomeriggio un uomo è rimasto ucciso e almeno 11 persone sono state ferite. L’evento della giornata conclusiva del voto è stato il Mezzogiorno contro Putin. L’azione di protesta promossa dalla vedova dell’oppositore Aleksey Navalny, morto in carcere a metà febbraio, non è stata oceanica, come d’altronde prevedibile dopo i ripetuti moniti della procura dei giorni scorsi. Tuttavia ha confermato che migliaia di russi sono disposti a sfidare il regime, concentrati a Mosca e San Pietroburgo e presenti anche in molte altre città. La geografia dei fermi, complessivamente un’ottantina, effettuati ai seggi lo conferma: dopo Mosca, almeno 25 sono stati registrati nella capitale del Tatarstan, Kazan, ha riferito il gruppo di monitoraggio Ovd-Info. Gran parte dei fermati sono stati poi rilasciati senza verbale, cosa che suggerisce indicazioni dall’alto alle forze dell’ordine di tenere una linea morbida.


Le code più lunghe si sono formate tuttavia all’estero davanti ai seggi allestiti in ambasciate e sedi consolari, un fenomeno letto in modo opposto dai media di opposizione e dai funzionari russi: per i primi è chiaro che, dove non si rischiano sanzioni e arresti, i russi protestano, mentre per le voci ufficiali si è trattato di un forte interesse di chi si trovava fuori dalla Russia per l’elezione presidenziale. Da Berlino, dove la gente convenuta attorno a mezzogiorno ha applaudito l’arrivo di Yulia Navalnaya, l’ambasciata ha postato un messaggio di apparente compiacimento: “Siamo lieti di vedere tutti i cittadini russi pronti a esprimere il proprio voto! Insieme siamo forti: vota per la Russia!”. Fuori, sarebbe stato avvistato anche l’ex oligarca e arci-nemico di Putin Michail Khodorkovsky. La vedova di Aleksey Navalny ha poi riferito di avere scritto il nome del marito sulla scheda elettorale. Il presidente rieletto può tuttavia dirsi soddisfatto dei risultati: missione compiuta, come da copione previsto. I gesti di dissenso dei giorni scorsi – liquido disinfettante nelle urne, un paio di bottiglie molotov ai seggi – sono rimasti tutto sommato isolati. Nei cosiddetti Nuovi Territori – il Donbass e le regioni di Kherson e Zaporizhzhia parzialmente controllate e dichiarate annesse – il voto dichiarato illegittimo all’unisono in Occidente permette comunque al Cremlino di ribadire l’appropriazione territoriale e di aggiungere una nuova tessera al mosaico della ‘russificazione’. E domani sera, per celebrare i dieci anni dall’annessione della Crimea, sulla Piazza Rossa si terrà un grande concerto.


Nel giorno della rielezione si scalda ulteriormente un altro fronte: un attacco con un drone kamikaze ucraino ha colpito un’unità militare nella regione separatista moldava della Transnistria, dove stazionano militari russi. Kiev ha affermato che si è trattata di una “provocazione” russa, Mosca ha replicato che sarà trovato il responsabile.

Dublino, la grande parata per la festa di San Patrizio

Dublino, la grande parata per la festa di San PatrizioDublino, 17 mar. (askanews) – La festa di San Patrizio viene celebrata dagli irlandesi in tutto il mondo, ma tutto il mondo viene anche a Dublino per quattro giorni del festival che attira migliaia e migliaia di persone. Una grande celebrazione collettiva che ha il proprio culmine nella parata che attraversa le strade della capitale all’insegna di una marea verde, di persone festanti e di spettacoli di vario genere, oltre che di vere e proprie sfilate in stile militare.


Da nord a sud il grande corteo scivola lungo le vie di Dublino, con partecipanti che vengono dall’Europa e dall’America, e naturalmente non può mancare proprio San Patrizio, forse più mondano di come ce lo saremmo aspettati. “Quest’anno è la parata più grande e più bella di sempre – ci ha detto – ma io sono sempre lo stesso, le stesse battute, gli stessi gossip”, e poi via verso un altro abbraccio della folla. Per strada volti di ogni etnia, cappelli vistosi, bandiere e travestimenti vari. E poi canti, balli, persone affacciate alle finestre o addirittura arrampicate fuori dai pub, per poter dire anche nel 2024: “Io c’ero”. Così come c’erano le bandiere e messaggi per la Palestina, che qualcuno ha voluto ricordare anche nel giorno di festa.


I giorni del St. Patrick Festival, poi, sono anche l’occasione per scoprire Dublino, per esempio partendo dal Trinity College, dove passarono Jonathan Swift e Oscar Wilde, Bram Stoker e Samuel Beckett e dove si può visitare la magnifica biblioteca su cui aleggia una Terra dell’artista Luke Jerram o fare esperienza di un meraviglioso volume dell’800 d.C., il Libro di Kell. Oppure si può visitare il castello di Malahide e incontrare il misterioso fantasma della donna bianca che si dice lo abiti da lungo tempo, prima di dedicarsi a una degustazione storica di whisky irlandesi, per sentire ancora più intensamente il sapore di questa terra o ancora assistere a uno spettacolo di danze tradizionali dal ritmo incalzante. (Leonardo Merlini)

Russia, exit poll presidenziali: a Putin 87% dei voti

Russia, exit poll presidenziali: a Putin 87% dei votiRoma, 17 mar. (askanews) – Secondo i primi exit poll diffusi a conclusione delle elezioni presidenziali, Vladimir Putin ottiene l’87% dei voti, plebiscito atteso ma record assoluto nelle elezioni presidenziali della Russia post-sovietica.


Il candidato del Partito comunista Nikolai Kharitonov ottiene il 4,6% dei voti, Vladislav Davankov di Nuova Gente il 4,2% dei voti, il candidato della destra nazionalista del partito Ldpr Leonid Slutsky il 3,0% dei voti, secondo l’exit poll dell’istituto VTsIOM, molto vicino alle posizioni governative. Simili i dati diffusi dall’Istituto Fom, che assegna a Putin l’87,7%.

Gli Usa continuano a paracadutare aiuti su Gaza

Gli Usa continuano a paracadutare aiuti su GazaRoma, 17 mar. (askanews) – Il Comando Centrale degli Stati Uniti ha condotto un altro lancio di aiuti umanitari a Gaza “per fornire aiuti essenziali ai civili colpiti dal conflitto in corso”. Si tratta del dodicesimo lancio umanitario condotto dagli Stati Uniti su Gaza nelle ultime settimane. Secondo una dichiarazione del CENTCOM, la missione ha lanciato “oltre 28.000 pasti e 34.500 bottiglie d’acqua da 0,5 litri” nel nord di Gaza, che ha descritto come “un’area di grande bisogno”.