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Vino, Vinitaly 2024: selezione qualitativa e record di top-buyer: 1.200

Vino, Vinitaly 2024: selezione qualitativa e record di top-buyer: 1.200Milano, 20 mar. (askanews) – Milleduecento top-buyer, numero in crescita del 20% sull’edizione 2023 e del 70% rispetto a due anni fa: è l’obiettivo incoming che Vinitaly, insieme a Ice-Agenzia, si è posto per la sua 56esima edizione, in programma a Veronafiere dal 14 al 17 aprile prossimi. Oggi, il Salone internazionale dei vini e dei distillati 2024 è stato presentato all’Europarlamento a Bruxelles.


“E’ la prima presentazione che facciamo al Parlamento europeo, che è il centro nevralgico della politica Comunitaria, con l’obiettivo di contribuire ad accendere un ulteriore faro sul vino italiano, che ha proprio in Vinitaly il suo brand fieristico di promozione globale” ha affermato a Bruxelles il presidente di Veronafiere, Federico Bricolo, aggiungendo che “con questa logica della promozione abbiamo da poco terminato anche un giro del mondo durato oltre un semestre per operare una selezione ponderata dei principali buyer da invitare a Vinitaly”. “Il target è raggiunto ma oltre al successo numerico ci attendiamo soprattutto un riscontro molto positivo in termini di qualità della domanda rappresentata” ha proseguito, parlando di “un lavoro possibile anche grazie alla collaborazione e al sostegno del governo italiano, del ministero dell’Agricoltura e della Sovranità alimentare, del ministero del Made in Italy, delle ambasciate e degli enti istituzionali preposti alla promozione, Ice Agenzia in primis. Un sistema di relazioni – ha concluso Bricolo – grazie alle quali Vinitaly ha potenziato il proprio know how, attivando un programma di condivisione sempre più stretto con i player del settore su scala mondiale”. Provengono da 65 Paesi i protagonisti della domanda estera selezionati, invitati e ospitati a Verona, a cui si aggiungeranno, secondo le stime della fiera, circa 30mila operatori stranieri che confluiranno a Vinitaly da oltre 140 nazioni. Il contingente più corposo degli ospiti rimane quello statunitense, con oltre il 15% delle presenze, seguito da altre tre piazze strategiche extra-Ue: Canada, Cina e Regno Unito, che assieme sommano il 23% degli arrivi. A livello di macro-regioni, la platea dei top buyer più numerosa proviene dal Nord America e dall’Europa (ognuna con un’incidenza al 26%), seguiti da Asia e Oceania (23%), Europa dell’Est (13%), Centro-Sud America (7%) e Africa (4%). Nel complesso, i 65 Paesi rappresentati valgono il 95% del totale export enologico made in Italy.


“È forte la convinzione di poter fare molto in favore di un settore di cui ci sentiamo parte integrante: in un periodo non certo facile ci sentiamo ancor più in dovere di dare le giuste risposte a chi investe in fiera” ha detto l’Ad di Veronafiere, Maurizio Danese, precisando che “la prima parola chiave è senz’altro ‘business’, la seconda è ‘consapevolezza’ di un capitale strategico, oltreché identitario, per l’economia italiana ed europea sempre più sotto la lente di tesi allarmistiche”. “Per questo, in occasione della prima giornata nazionale del Made in Italy (15 aprile), presenteremo, assieme al ministro dell’Agricoltura, Francesco Lollobrigida, la ricerca ‘Se tu togli il vino all’Italia’, un tuffo nel bicchiere mezzo vuoto” ha aggiunto, spiegando che si tratta di “uno studio, realizzato dall’Osservatorio Uiv-Vinitaly e da Prometeia, sull’impatto che il Belpaese subirebbe in termini socio-economici, turistici e identitari da un’ipotetica scomparsa del vino dall’Italia”. Alla conferenza stampa di presentazione di Vinitaly 2024, oggi al Parlamento Europeo di Bruxelless, hanno partecipato anche Ignacio Sánchez, segretario generale Comitato europeo delle aziende vitivinicole (Ceev) e John Barker, direttore generale dell’ Organizzazione internazionale della vigna e del vino (Oiv).

Intesa Equalitas-FederBio per sviluppo sostenibile imprese del vino

Intesa Equalitas-FederBio per sviluppo sostenibile imprese del vinoMilano, 20 mar. (askanews) – Il 20 marzo a Roma è stato siglato il protocollo d’intesa tra Equalitas (standard-owner guidato da Federdoc) e FederBio, l’organizzazione a vocazione interprofessionale che valorizza e tutela l’agricoltura e la produzione biologica italiana. L’accordo, sottoscritto dal presidente di Equalitas, Riccardo Ricci Curbastro e dalla presidente di Federbio, Maria Grazia Mammuccini alla presenza del sottosegretario del Masaf, Luigi D’Eramo, intende sostenere un approccio integrato e condiviso da istituzioni, imprese e operatori del settore vitivinicolo sul tema della sostenibilità del biologico.


Al centro dell’intesa la promozione di un approccio che integri la certificazione Bio con lo standard Equalitas Vino Sostenibile come modello per la tutela ambientale e sociale, e sfida costante per le imprese vitivinicole, sempre più attente e sensibili a queste tematiche. Il comparto vitivinicolo italiano sta dimostrando infatti di essere un’eccellenza, con già il 18% della produzione certificata biologico e oltre un miliardo di bottiglie di vino provenienti dalle imprese certificate sostenibili secondo lo standard Equalitas. “A partire dall’impegno congiunto a una corretta e trasparente comunicazione verso il consumatore, il protocollo intende da una parte formare ed assistere le imprese vitivinicole che vogliono integrare entrambi i modelli di gestione, Biologico ed Equalitas Vino Sostenibile, in un approccio completo e avanzato alla responsabilità d’impresa, anche facilitandone, dove possibile, i controlli congiunti” hanno spiegato i promotori dell’iniziativa, aggiugendo che “dall’altra parte, lavorare al rafforzamento dei requisiti che caratterizzano il biologico, quale risorsa strategica dell’UE, nel disegno della gestione sostenibile del vino, su temi come la tracciabilità di prodotti e processi, la tutela della biodiversità e della salute di consumatori e operatori”.


“Integrando i principi di due delle più importanti certificazioni sostenibili, l’accordo con Equalitas rappresenta un passo significativo per la valorizzazione a 360 gradi della viticoltura agroecologica” ha dichiarato Mammuccini, proseguendo che “unisce, infatti, la qualità della certificazione biologica, garanzia di tecniche agronomiche rispettose dell’ambiente, con lo standard Equalitas, che attesta la sostenibilità dell’intera filiera, valutando la carbon footprint e le buone pratiche sociali. Inoltre, il tavolo di lavoro permanente che verrà attivato assicurerà formazione, ricerca e comunicazione per fare della viticoltura bio e sostenibile italiana sempre più un’eccellenza a livello internazionale”. “Con questa intesa, che Equalitas sigla con l’obiettivo di fare sistema – ha affermato Ricci Curbastro – contiamo che anche le istituzioni rilevino la richiesta di razionalizzazione che proviene dalle imprese, riconoscendo e sostenendo le varie modalità di avvicinamento alla sostenibilità ma anche definendo la stessa in maniera completa, seria e trasparente”.

Vino, dal 21 al 30 marzo “DiVinNosiola” anima la Valle dei Laghi

Vino, dal 21 al 30 marzo “DiVinNosiola” anima la Valle dei LaghiMilano, 20 mar. (askanews) – “DiVinNosiola, quando il vino si fa Santo” è l’evento che dal 21 al 30 marzo anima la Valle dei Laghi, la località tra il Lago di Garda e Trento, costellata da sette laghi alpini e piccoli borghi rurali immersi in un paesaggio di frutteti e vigneti.


Giunta alla 14esima edizione, la manifestazione si propone ancora una volta di far risaltare il patrimonio culturale, gastronomico ed enologico del territorio, legato in modo imprescindibile alla produzione di Vino Nosiola e di Vino Santo Trentino Doc (presidio Slow Food), due tipologie dell’uva a bacca bianca del vitigno autoctono trentino. Dopo la raccolta in ottobre, gli acini restano per mesi sui graticci (“arèle”) posizionati nelle soffitte dove sviluppano le muffe nobili fino alla Settimana Santa, quando viene effettuata la pigiatura dell’uva. “DiVinNosiola” si aprirà nell’Enoteca Provinciale del Trentino al Palazzo Roccabruna di Trento che giovedì 21 marzo alle 18.30 proporrà un focus sulle numerose declinazioni di questo vitigno e sull’affascinante mondo del passito trentino, con una degustazione di vino Nosiola e delle vecchie annate di Vino Santo guidata dal sommelier altoatesino Andrè Senoner.


Forte di un ricco programma di degustazioni e assaggi nelle Cantine, ma anche spettacoli teatrali, presentazioni di libri e trekking lungo il territorio, questa manifestazione è organizzata dall’associazione Vignaioli Vino Santo Trentino Doc, con il supporto di Trentino Marketing, la collaborazione di APT Garda Dolomiti, il Consorzio Vini del Trentino, l’Ecomuseo della Valle dei Laghi, il Palazzo Roccabruna di Trento, Casa Caveau Vino Santo e la Strada del Vino e dei Sapori del Trentino. Foto: T. Prugnola

”WineSpectator” dedica articolo a Nicola Biasi e ai vitigni resistenti

”WineSpectator” dedica articolo a Nicola Biasi e ai vitigni resistentiMilano, 20 mar. (askanews) – “WineSpectator” ha dedicato un articolo al noto enologo Nicola Biasi, al suo “Vin de la Neu” e al suo progetto “Resistenti”, la rete nata nel 2021 che al momento conta otto aziende agricole che lavorano vitigni resistenti alle malattie fungine in altrettanti territori tra Friuli, Veneto e Trentino. L’approfondimento dedicato ai vini Piwi sulla celebre rivista specializzata statunitense è firmato da Robert Camuto sotto il titolo “Can New Hybrids Make Great Wines? The future of wine grapes can be found in Northern Italy” (“I nuovi vitigni ibridi possono produrre grandi vini? Il futuro dell’uva da vino è nel Nord Italia”, ndr).


Oltre a parlare del vino bianco da uve Johanniter prodotto dal 42enne friulano e “diventato una specie di vino di culto, venduto a circa 170 dollari a bottiglia, con solo 80 casse prodotte”, l’articolo ricorda che “negli ultimi due anni, le autorità vinicole francesi hanno approvato l’uso di ibridi resistenti nelle regioni classiche dello Champagne (dove la varietà bianca Voltis può costituire il 5% degli impianti di vigneti e il 10% degli assemblaggi) e nel Bordeaux, dove tre nuovi ibridi bianchi e uno rosso sono consentiti agli stessi livelli, dopo l’approvazione del 2021 del Portoghese e di altre uve”. “In Italia, gli ibridi resistenti non sono ancora ammessi nei vini a denominazione Doc, ma circa tre dozzine di varietà sono consentite nella metà delle 20 regioni italiane per i vini con Denominazione Igt” prosegue Camuto, a cui Biasi sottolinea la necessità di puntare con forza sulla “qualità”: “E’ un momento delicato perché se mettiamo sul mercato vini non buoni, il gioco è fatto”. “Il futuro della viticoltura potrebbe presto trovarsi di fronte a un bivio: mentre alcuni ricercatori viticoli cercano nuovi portainnesti e ibridi, altri, su entrambe le sponde dell’Atlantico, sostengono la necessità di modificare geneticamente le varietà esistenti in modo più rapido e controverso” chiosa l’autore dell’articolo che, definendosi “un romantico amante del vino del Vecchio Mondo che preferisce non pensare agli strumenti tecnologici”, conclude “credo che la rivoluzione della vite stia arrivando, in una forma o nell’altra: è importante partecipare a questo dibattito e pensare a cosa significa per noi ‘qualità’”.

Vino, 1.500 persone per “La Prima dell’Alta Langa” al Regio di Torino

Vino, 1.500 persone per “La Prima dell’Alta Langa” al Regio di TorinoMilano, 20 mar. (askanews) – “Credo che la location scelta per questo evento corrisponda perfettamente alle aspettative: un luogo importante per un vino importante. Ho visto personalmente il grande entusiasmo dei produttori e del pubblico, tutti hanno confermato che nel mondo c’è grande attenzione per le Alte Bollicine Piemontesi. Da astigiano ho visto nascere l’Alta Langa nelle Cattedrali di Canelli e sono sicuro che farà moltissima strada e saprà farsi conoscere tra i grandi vini del mondo”. Lo ha detto il vicepresidente della Regione Piemonte, Fabio Carosso, intervenuto il 18 marzo al Teatro Regio di Torino per “La Prima dell’Alta Langa”, sesta edizione della degustazione del Metodo Classico Docg dei soci del Consorzio Alta Langa.


Alla manifestazione hanno partecipato 65 produttori con più di 150 diverse cuvée, dal millesimo più recente in commercio, il 2020, a quelli più storici come il 2006. Circa 1.500 le persone intervenute, in larga parte operatori horeca e giornalisti, con ospiti provenienti da tutta Italia e da Brasile, Polonia, Usa, Giappone, Francia, Portogallo, Principato di Monaco, Venezuela.

Vino, Il Borro firma Manifesto UN Global Compact Network Italia

Vino, Il Borro firma Manifesto UN Global Compact Network ItaliaMilano, 20 mar. (askanews) – L’azienda agricola e vitivinicola toscana Il Borro ha annunciato di aver firmato il Manifesto “Imprese per le persone e la società” redatto dall’UN Global Compact Network Italia per la sostenibilità d’impresa. Con questa firma, Il Borro si impegna “a rafforzare il ruolo della dimensione sociale nelle sue strategie aziendali per generare valore a lungo termine anche nella catena di fornitura e nelle comunità in cui opera”.


“Questo importante impegno, in linea con i dieci principi tratti dalle dichiarazioni e convenzioni Onu, rappresenta per noi – ha dichiarato il presidente Ferruccio Ferragamo – l’opportunità di contribuire in modo ancora più concreto a una nuova fase della globalizzazione caratterizzata da sostenibilità, cooperazione internazionale e partnership in una prospettiva multi-stakeholder”. L’impegno nel campo della sostenibilità guida da sempre le scelte della Tenuta: dall’attività vitivinicola all’Orto Biologico e all’allevamento, dalla produzione di olio extra vergine d’oliva a quella casearia e al miele, dalle farine alle uova biologiche, fino all’ampio uso di fonti energetiche rinnovabili e all’impiego di pannelli fotovoltaici che alimentano l’area de La Corte e della Dimora Storica, i ristoranti, la Cantina e gli uffici, così come i sistemi per il riutilizzo della risorsa idrica.


Il Global Compact delle Nazioni Unite è un’iniziativa speciale del segretario generale delle Nazioni Unite che ha il mandato di guidare e sostenere la comunità imprenditoriale globale nel promuovere gli obiettivi e i valori delle Nazioni Unite attraverso pratiche aziendali responsabili. Con più di 20mila aziende e oltre 3.500 firmatari non profit con sede in 167 Paesi e 62 reti locali, l’UN Global Compact è la più grande iniziativa di sostenibilità aziendale nel mondo. Il Borro, la tenuta dal 1993 di proprietà di Ferruccio Ferragamo in cui sono impegnati il figlio Salvatore Ferragamo (oggi responsabile dell’attività vitivinicola e ricettiva) e la figlia Vittoria (responsabile della Sostenibilità), si estende nel bacino del Valdarno Superiore su di una superficie di 1.100 ettari interamente a biologico dal 2015, di cui 33 di uliveti e 85 di vigneti dai quali si producono 14 etichette.

Ambasciatori del gusto cresce in Italia e all’estero con 36 nuovi membri

Ambasciatori del gusto cresce in Italia e all’estero con 36 nuovi membriMilano, 19 mar. (askanews) – L’associazione Italiana Ambasciatori del gusto continua a crescere, confermando la propria capacità di rappresentare tutte le professioni che concorrono a definire la cucina italiana di qualità. In un anno l’ente ha visto 36 nuovi ingressi provenienti da tutta Italia e non solo: tra i nuovi Ambasciatori del gusto, infatti, ci sono anche tre professionisti attivi all’estero. Salgono così a oltre 250 gli associato in tutta Italia.


I nomi dei nuovi Ambasciatori del Gusto sono stati ufficializzati nel corso dell’Assemblea annuale svoltasi in occasione dell’evento Adg Futura, think-tank di tre giorni dedicato all’incontro-confronto tra istituzioni, territorio, filiera e addetti ai lavori. Dopo il grande successo registrato in Trentino-Alto Adige, l’evento 2024 è approdato in Emilia-Romagna e precisamente a Reggio Emilia, alla riscoperta di un territorio che rappresenta al meglio il patrimonio enogastronomico italiano. “La principale forza di Adg risiede nell’essere prima di tutto una squadra, con obiettivi sentiti e condivisi. Osservare la sua costante crescita è motivo di grande soddisfazione per me e per tutti i soci fondatori. Abbiamo superato la soglia dei 250 membri, accogliendo professionisti provenienti da ogni angolo d’Italia, soprattutto giovani talentuosi. Insieme a loro continueremo a lavorare per riscoprire la bellezza dei nostri territori, consolidare il marchio Italia a livello internazionale, formare i futuri imprenditori del settore e promuovere i prodotti del Made in Italy” ha spiegato Alessandro Gilmozzi, presidente dell’associazione.

Vino, al “Paestum Wine Fest” la prima tappa di “Wine List Italia”

Vino, al “Paestum Wine Fest” la prima tappa di “Wine List Italia”Milano, 19 mar. (askanews) – Lunedì 25 marzo al “Paestum Wine Fest”, in programma dal 23 al 25 marzo nello storico ex Tabacchificio Next di Borgo Capasso di Paestum (Salerno), si terrà la prima tappa del 2024 del progetto “Wine List Italia”. Curato da Paolo Porfidio, head sommelier della Terrazza Gallia di Milano, “‘Wine List Italia’ “vuole celebrare la figura del sommelier nella filiera vitivinicola e dell’ospitalità italiana, attraverso le loro storie e le loro suggestioni”.


L’evento di Paestum prevede un walk-around tasting tra i banchi d’assaggio di 16 sommelier, selezionati da alcuni dei ristoranti più prestigiosi del Centro/Sud Italia e delle Isole, che presenteranno tre referenze ciascuno scelte dalle proprie carte vini. In degustazione, una selezione di oltre 40 etichette d’eccellenza che riflettono la qualità, la tradizione e le caratteristiche territoriali delle aree di provenienza di ciascun sommelier. “Wine List Italia” è anche una Guida, pubblicata da MWW Media-Vendemmie, che raccoglie i contributi di 55 tra i più noti sommelier della ristorazione italiana, per un totale di 550 referenze scelte in dieci categorie che spaziano dalla “chicca del sommelier” al miglior vino per il rapporto qualità-prezzo, dall’etichetta sostenibile al “dolce” sorso con cui chiudere in bellezza il pasto. “Sin dall’inizio il progetto è nato per essere ambizioso, e poco più di un anno e mezzo dalla nascita, Wine List Italia sta diventando un punto di riferimento per la sommellerie e le Cantine di qualità” ha spiegato Porfidio, aggiungendo che “la sommellerie deve sempre più essere valorizzata e sono contento del riscontro dei colleghi che da tutto il Paese decidono ogni giorno di unirsi a noi”.


Il percorso di “Wine List Italia” si concluderà il 6 ottobre a Milano, nell’ambito della settima edizione della Milano Wine Week, con la presentazione della Guida 2024 e l’evento che radunerà i sommelier di tutta Italia selezionati per il progetto in una degustazione che vedrà protagoniste le centinaia di etichette italiane ed estere selezionate.

Vino, Matteo Finezzo è il “miglior potatore della vite d’Italia”

Vino, Matteo Finezzo è il “miglior potatore della vite d’Italia”Milano, 19 mar. (askanews) – E’ il veronese Matteo Finezzo il “miglior potatore della vite d’Italia”: Finezzo si è aggiudicato infatti il secondo Festival italiano del potatore, il contest ideato e organizzato da Simonit&Sirch Vine Master Pruners che ha visto gareggiare nei vigneti dell’Agricola San Felice di Castelnuovo Berardenga (Siena) nel Chianti Classico un centinaio di concorrenti. Al secondo e al terzo posto sono arrivati Matteo Vecchia di Bologna e Umberto Capraro di Valdobbiadene


La migliore squadra è stata quella dei Largoni Boys, ovvero Marco Cecchetto, Nikolas Marson, Marco Gregoris dell’azienda Giorgio Cecchetto di Motta di Livenza, seguita da Giacomo Frizzera, Federico Huez e Radoslav Radosevic delle Cantine Ferrari di Trento, e da Emanuele Guolo, Michele Martinazzo e Giovanni Perin della Tenuta Castaldo di Cornuda (Treviso). A giudicare i concorrenti è stata la giuria composta da Marco Simonit, Pierpaolo Sirch, dai tecnici S&S Vine Master Pruners e dai giudici internazionali Rodrigo Soto (Azienda Quintessa in California), Anna Jorgensen (Cantina Cortes de Cima in Portogallo), Matt Strugnell (Azienda Ridgeview in UK) e Philippe Kuntzmann.


La giornata di festa, ricca di tanti appuntamenti, è stata chiusa da alcuni brani interpretati dal cantautore Omar Pedrini. Il Festival, che ha avuto il Patrocinio del Consorzio Chianti Classico, del Comune di Castelnuovo Berardenga e dell’ASA Associazione Stampa Agroalimentare Italiana, dà appuntamento alla terza edizione, che si terrà nel 2025 nella rinomata regione viticola Ribera del Duero in Spagna, con una connotazione europea.

Vino, il 22 marzo a Firenze si apre il 75esimo anno dell’Aivv

Vino, il 22 marzo a Firenze si apre il 75esimo anno dell’AivvMilano, 19 mar. (askanews) – Riparte ufficialmente l’attività 2024 dell’Accademia della vite e del vino (Aivv) che il 22 marzo, all’Auditorium della Camera di Commercio di Firenze inaugura il 75esimo anno accademico. Un appuntamento di rilievo dato che oggi l’Accademia rappresenta il più importante sodalizio italiano dedicato alla vitivinicoltura, con al suo attivo circa 600 accademici tra studiosi, imprenditori e divulgatori del settore.


Il programma della mattinata prevede, a partire dalle 10, i saluti del presidente Rosario Di Lorenzo, la consegna dei diplomi accademici e quindi la prolusione di Lamberto Frescobaldi, presidente dell’Unione italiana vini (Uiv), con un intervento sulla “Situazione attuale e prospettive per il settore vitivinicolo nazionale”. “Apriamo questo anno accademico forti di un primo ciclo di lavoro che ha visto il presente consiglio impegnato in particolar modo a sostenere il settore con contributi che hanno dovuto far riferimento a uno scenario, quale quello vitivinicolo, che sta cambiando” ha spiegato Di Lorenzo, sottolineando che “l’intervento del presidente Frescobaldi servirà a scattare una fotografia non solo delle attuali condizioni del settore, ma anche delle eventuali dinamiche future a suo sostegno”. Tra i propri membri, l’Accademia “annovera docenti universitari, il meglio dei ricercatori italiani in campo vitivinicolo, i titolari delle maggiori imprese del settore e gran parte di coloro che, sotto diversi aspetti, contribuiscono alla esaltazione nell’ambito sociale, artistico e letterario delle Denominazioni e dei vini di alta qualità”. L’Accademia è collegata a ministeri dei Beni Culturali e dell’Agricoltura, Sovranità alimentare e delle Forste, e la sua attività si svolge in “tornate” a carattere itinerante con eventi organizzati insieme a visite conoscitive di specifiche realtà produttive, e “questo ne consente la divulgazione e valorizzazione in Italia e all’estero”.